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Nella prima parte si analizza il sistema agroalimentare, lo scenario
in cui operano le imprese, il contesto economico, politico e sociale
e quali siano stati i fattori, le determinanti di tale cambiamento, che
hanno inciso non poco sulle strategie competitive delle imprese che
vi operano. L�attenzione sar� posta sulle determinanti pi� rilevanti
del mutamento, rappresentate dall�evoluzione dei consumi,
dall�innovazione tecnologica ed organizzativa e dal mutamento del
quadro politico - istituzionale. Successivamente nel capitolo
secondo verranno esaminati i processi di aggiustamento che hanno
interessato le singole fasi della filiera alimentare, quali la
distribuzione, l�industria alimentare e infine il settore agricolo. In
relazione alla domanda (capitolo terzo) si evidenzia quali siano le
caratteristiche economiche e si analizzer� l�andamento dei consumi
alimentari in Italia di prodotti alimentari e dei prodotti tipici.
Notiamo come ci sia un nuovo comportamento di consumo e di
acquisto del consumatore e forte � l�interesse per le produzioni
tipiche. Infatti il consumatore le preferisce non solo e non tanto per
il loro valore nutrizionale, che pure � importante, ma soprattutto per
il valore culturale che esse trasmettono, le tradizioni, la cultura e il
�saper fare� artigianale dei contadini. Nel capitolo quarto, dopo una
prima definizione di prodotto tipico, si citer� la normativa
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comunitaria di riferimento nonch� una classificazione dei prodotti
tipici in Italia. Infine nel capitolo quinto si individueranno
attraverso un indagine empirica, quali siano le diverse linee
strategiche che le imprese di produzione tipica possono
implementare a seconda della diversa dimensione.
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CAP. 1 - Il sistema agroalimentare
1.1 Scenario di riferimento per le piccole e medie imprese
agroalimentari
In Italia, l�agroalimentare �, con il metalmeccanico e il tessile -
abbigliamento, uno dei principali settori, in termini di fatturato,
numero di imprese e occupazione e contribuisce significativamente
all�immagine del Made in Italy e dell’Italian Style of life nel
Mondo. Il settore � composto prevalentemente da PMI, anche se
oltre met� del fatturato proviene da grandi gruppi industriali e
questa concentrazione produttiva � peraltro compensata dalla
specializzazione delle imprese, molte delle quali offrono prodotti di
qualit�, tipici e tradizionali. Differenti sono le tipologie di prodotti
di qualit� (prodotti cio� con caratteristiche qualitative controllate e
certificate a diversi livelli) che coesistono e si sono affermati nel
comparto agroalimentare:
1) prodotti riconosciuti e garantiti (Dop, Igp, Stg, Doc, Docg),
2) prodotti di marca del produttore e della grande distribuzione
organizzata (GDO)
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3) prodotti riconosciuti dal consumatore indipendentemente dal
loro segno identificativo (marchio) o dal loro sistema di
garanzia, ancorch� non regolamentato.
Tutte queste differenti categorie di prodotto sono legate da una
condivisione dei valori della qualit�, della cultura alimentare, del
radicamento nel territorio geografico, sociale e produttivo. Questa
condivisione rappresenta l�identit� della produzione agroalimentare
nazionale e la modalit� in cui viene percepita al di fuori dei confini
nazionali. Secondo la concezione di Davis e Globerg, elemento
cardine, portante del sistema agroalimentare � il settore agricolo,
ma negli ultimi decenni si � verificata una sostituzione all�interno
della filiera agroalimentare e assume maggiore risalto la produzione
alimentare (Malassis, 1981) anzich� quella agricola e il baricentro
della filiera � costituito dalla distribuzione. Infatti confrontando
l�incidenza delle varie componenti sul sistema agroalimentare,
notiamo che rilevante � il ruolo del commercio e della
distribuzione, ultimi anelli di questa catena. Nell�analizzare il
sistema agroalimentare dal dopoguerra ad oggi, possiamo notare
come si � evoluto, trasformato. Si riscontra nelle economie
occidentali, il passaggio da un sistema agroalimentare basato
esclusivamente sulle specificit� ad un mercato sempre pi� globale. I
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fattori che hanno determinato l�evoluzione del sistema
agroalimentare e la crescita dimensionale del mercato sono
rappresentati:
1) dalle innovazioni tecnologiche ed organizzative
2) dai consumi alimentari
3) dai mutamenti del quadro politico ed istituzionale
Questa trasformazione ha determinato una serie di adattamenti che
ha interessato il settore distributivo, le imprese alimentari e infine le
imprese agricole cambiando i ruoli, i rapporti di forza fra le diverse
fasi della catena alimentare. Fondamentale sar� la capacit� delle
imprese agricole di adattarsi all�evoluzione che caratterizza il
sistema agroalimentare anche in virt� di una nuova politica
comunitaria e internazionale di sostegno all�agricoltura che si �
modificata rispetto al passato, la quale attraverso delle politiche di
sostegno e protezione aveva creato una situazione di �concorrenza
falsata� che contrastava con l�ideologia statunitense del libero
scambio. Questa conflittualit� si ridimensiona dapprima con la
riforma della politica agricola comunitaria (PAC del 1992) in cui si
stabilisce che l�intervento statale � diretto meno al sostegno del
prezzo e pi� alla competitivit� dei mercati e poi, successivamente
con gli accordi GATT del 1994 con cui nasceva il WTO (Word
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Trade Organization) che ha determinato la caduta di gran parte delle
barriere al commercio. Nel panorama internazionale si assiste
all�ingresso di nuovi competitor prima marginali, quali quelli
provenienti dai Paesi del Maghreb, dal Sud Africa e dall�America
Latina, ed � ipotizzabile che altri potrebbero aggiungersi nei
prossimi anni. Questo insaprimento della competitivit� si registra
soprattutto sui mercati a maggior redditivit�, quali la Germania, il
Regno Unito, la Francia. Ecco allora che la produzione italiana deve
affrontare sui mercati nazionali e internazionali una concorrenza
sempre pi� accesa da parte di vecchi e nuovi competitor che attuano
delle strategie organizzative e di mercato tali da renderli competitivi
rispetto al prodotto italiano. Il processo di globalizzazione consiste
letteralmente nell�allargamento delle attivit� e dei mercati tale da
abbracciare tutto il globo, il quale crea dei flussi che interessano le
dinamiche a livello locale e ci si chiede se le differenze culturali,
riusciranno a sopravvivere ad un organizzazione delle attivit�
economiche a livello globale oppure se saranno azzerate da questo
processo di globalizzazione. La globalizzazione da un lato
omogenizza le differenza culturali, dall�altro enfatizza le
differenziazioni culturali e porta omogenizzazione e
eterogenizzazione. Questo fenomeno pu� essere interpretato
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positivamente se si enfatizza la capacit� del commercio
internazionale e del progresso tecnologico di diffondere opportunit�
e benessere o negativamente invece se si considera come tale
processo possa finire per avvantaggiare la quota minoritaria pi�
ricca della popolazione mondiale e le imprese di maggiori
dimensioni a carattere multinazionale. Si ha la contrapposizione tra
un�economia deterioritorializzata che determina un annullamento
delle caratteristiche territoriali e locali e un economia
territorializzata dove il territorio, le specificit� locali rappresentano
una condizione essenziale. L�evoluzione dei comportamenti di
consumo e di acquisto, comporta nuove sfide per le imprese che
devono dunque affrontare nuovi scenari ed essere capaci di sfruttare
questa nuova situazione per creare nuove opportunit� al fine di
mantenere e sviluppare le proprie capacit� competitive. Il
consumatore � pi� attento, esigente, selettivo nelle proprie scelte,
avverte il bisogno di nuovi valori come l�importanza attribuita alla
sicurezza, agli aspetti dietetico-alimentari, la salvaguardia
dell�ambiente e tutto ci� comporta una perfetta rispondenza a ben
precisi requisiti a cui le imprese agroalimentari devono adeguarsi,
rivedendo le proprie strutture organizzative, le proprie politiche e
soprattutto le proprie strategie commerciali.
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1.2 Le determinanti del cambiamento nel sistema agroalimentare:
1.2.1 L’innovazione organizzativa
Nei beni agroalimentari si riscontra un elevato grado di maturit� che
come sottolineato da Pieri e Venturini (1995) crea una situazione di
rindondanza tecnologica, in quanto nel settore si delineano
opportunit� tecnologiche ma al tempo stesso si hanno delle
innovazione incrementali. Il progresso tecnico che contraddistingue
il sistema agroalimentare � di non �radicalit�� (incrementale), cio�
un�innovazione che non comporta modifiche sostanziali nelle
caratteristiche basilari del prodotto, che non cambia le abitudini
alimentari del consumatore. La nuova tecnologia deve dunque
apportare solo una serie di servizi aggiuntivi che si incorporano nel
prodotto, che vadano ad aumentare questo grado di accettazione da
parte del consumatore, sempre pi� attento al rispetto della propria
salute e meno disposto ad acquistare prodotti modificati. Ecco
allora che le strategie delle imprese sono indirizzate verso una
differenziazione dei prodotti alimentari, si hanno delle
microinnovazioni di natura cumulativa (Galizzi) che si
concretizzano nel migliorare l�imballaggio, la confezione, nel
creare centri di assistenza al cliente (disponibilit� di numeri verdi).
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Ecco allora che la GDO destina sempre pi� spazi a sempre pi�
prodotti - servizi, in risposta ai bisogni emergenti, pur non
dimenticando la tradizionalit� dei prodotti tipici. Fondamentale al
sistema sono state le innovazioni legate alle nuove tecnologie
informatiche, che influiscono prevalentemente sugli aspetti
amministrativi, contabili e logistici (lettori ottici nel settore
distributivo, moderni sistemi di contabilit�). E� una tecnologia che
razionalizza i processi e migliora le informazioni lungo la filiera,
che fluidifica lo scambio, dando cos� al consumatore delle risposte
rapide alle sue esigenze. Lo strumento che ha permesso di
migliorare la produttivit� relazionale lungo tutta la filiera � stato il
programma Ecr (Efficient Consume Response) in cui si instaura un
vero e proprio dialogo tra industria e distribuzione. Al fine di
migliorare il servizio al consumatore, si sviluppa la logistica, che
permette di soddisfare le esigenze del cliente, fornendo il prodotto
giusto nel luogo giusto al momento giusto e al minor costo globale.
Si crea uno scambio di informazioni fisico e economico. Si tratta di
un�innovazione trasversale, dove elemento fondamentale � la
creazione delle piattaforme logistiche (luoghi di sosta intermedia
dei prodotti alimentari) che sono localizzate nelle aree di
produzione, nei pressi dei mercati di consumo oppure piattaforme di
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trasporto. Sicuramente vantaggioso sar� per il settore agricolo
l�utilizzo della piattaforma gestita dai produttori, in particolar modo
nel comparto del fresco (per le funzioni di selezione, etichettatura)
che pu� accrescere il valore aggiunto del prodotto con ulteriori
processi di trasformazioni.
1.2.2 L’innovazione tecnologica nei sistemi agroalimentari
A partire dagli anni 80�, sono commercializzati prodotti agricoli
transgenici, il cui patrimonio genetico � stato modificato
introducendo degli organismi, dei batteri di diversa natura. Si hanno
i cosidetti OGM che sono pi� resistenti alle malattie, meno
deperibili, in grado di assorbire maggiormente dei nutrienti. Il
vantaggio che ne trae il settore agricolo � di una riduzione dei costi
di produzione derivante da una maggiore produttivit� che crea un
aumento dei margini di profitto. Questa innovazione genera nel
consumatore una forte incertezza a causa di una scarsa
informazione e molti sono gli interrogativi che ci si pone, ad
esempio: quali sono realmente i pericoli che questi prodotti
alimentari possono arrecare alla salute dell�uomo? Quali gli effettivi
vantaggi che apportano al settore? Sorgono cos� problemi sia di
natura tecnologia che etici, connessi ai limiti nella manipolazione
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della vita. In questo contesto nascono i movimenti dei consumatori
che hanno come obiettivo quello di informare il consumatore,
affinch� le sue scelte avvengano con pi� cognizione di causa.
Ricordiamo la Direttiva europea sui novel foods, recepita in Italia
con la Legge n. 43 del 14 febbraio 1997, che impone
l�obbligatoriet� dell�etichettatura per i prodotti contenenti organismi
modificati geneticamente. L�utilizzo delle biotecnologie costituisce
argomento di un�accesa discussione tra grandi multinazionali e
associazioni dei consumatori e ambientalisti. Di fronte alla richiesta
di una maggiore trasparenza da parte dei consumatori, le grandi
multinazionali si impegnano a non utilizzare pi� gli OGM e a
informare i consumatori affinch� ci sia un diverso approccio verso i
nuovi alimenti transgenici. Lo scontro che ha caratterizzato i lavori
del �Millenium Round� del WTO a Seattle � stato molto duro e
importantissimi saranno, sul comportamento del consumatore
nonch� sul modello produttivo ed organizzativo del sistema
agricolo, i risvolti di questo negoziato.
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1.2.3 I modelli di consumo nei Paesi industrializzati
L�evoluzione del sistema agroalimentare � stato determinato anche
da una nuova struttura dei consumi, da una domanda crescente di
variet� e da nuovi stili alimentari. Si assiste al passaggio da un
modello quantitativo, con una domanda stagnante, tipico dei
decenni del dopoguerra, ad un modello qualitativo, determinando
cos� una modifica della domanda alimentare, dove l�elemento
determinante nelle scelte dei consumatori � appunto la qualit�. Il
consumatore assume un atteggiamento di maggiore attenzione ed
autonomia al tipo di prodotto offerto, privilegiando prodotti
differenziati e con un elevato grado di sicurezza alimentare. La
struttura dei consumi alimentari oggi � influenzata da variabili di
natura socio demografica, culturale e geografica e non pi� da fattori
basati sul reddito o su variabili tradizionali. L�aumento del reddito
medio dei consumatori, di cui una quota crescente, non � pi�
destinata come detto innanzi, alle spese primarie e i cambiamenti
dei gusti e delle preferenze nonch� i cambiamenti socio economici,
determinano una domanda di beni ben diversa rispetto al passato.
La diversificazione dell�offerta � dunque la risposta dell�industria
alimentare e del settore distributivo alla comparsa di nuovi valori
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che l�alimento � chiamato a soddisfare. Differenziare la produzione
risulta dunque strategico per le imprese, in considerazione della
natura culturale e soggettiva dell�idea di utilit� e di qualit�
abbinabile ai prodotti alimentari (Galizzi 1988). L�incidenza dei
consumi alimentari sui consumi totali � diminuita evidenziando una
diversa composizione degli stessi, inoltre il consumatore preferisce
alimenti che abbiano un minor contenuto di grassi. Dall�analisi
disaggregata per prodotti possiamo affermare come lo stile
alimentare degli italiani, ancorato alla dieta mediterranea, sia in una
fase evolutiva, tipica dei paesi ad economia avanzata. Il
consumatore ha raggiunto la saturazione alimentare e le uniche
variazioni che lo interessano sono quelle qualitative secondo quanto
previsto dalla legge di Engel, per la quale al crescere del reddito
disponibile pro capite diminuisce l�incidenza della componente
alimentare della spesa complessiva. Nel mercato alimentare, come
analizzeremo successivamente, possiamo riscontrare diverse
tendenze (dieta mediterranea, omologazione dei comportamenti,
personalizzazione degli stili alimentari) che determinano cos� una
forte segmentazione del mercato stesso. Questo fenomeno
determina un dualismo apparente tra omologazione dei
comportamenti sul piano internazionale e personalizzazione degli
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stili di vita sul piano nazionale. Oltre al processo di
standardizzazione del consumo alimentare, si segnala anche la
progressiva destagionalizzazione che alimenta i flussi di commercio
internazionale per compensare la carenza stagionale di offerta sui
mercati nazionali. Le innovazione tecnologiche che consentono di
allungare i tempi di deperibilit� dei prodotti, permette di accentuare
il processo di affrancazione del sistema agroalimentare dai
particolarismi locali. Si analizzer� nel capitolo terzo l�andamento
dei prodotti alimentari in generale ponendo maggior attenzione alle
performance delle produzioni tipiche e si definiranno quali possono
essere le strategie di adattamento, le prospettive di sviluppo delle
imprese locali di produzione tipica in relazione a questi
cambiamenti dei modelli di consumo.