Introduzione
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mai sostituire la formazione in aula, in quanto strumento di ausilio alla
didattica e non rappresentativo della didattica stessa.
Perciò l’elearning non potrà mai scaturire dall’improvvisazione, ma
dovrà essere sempre attivato tramite un progetto ben determinato, in cui
si preveda una strategia didattica centrata sull’utente che veda momenti
di formazione a distanza affiancati a momenti di formazione in presenza
nell’ottica del così detto Blended Learning.
Massima attenzione dovrà essere data poi sia agli strumenti sia alle
persone. Troppo spesso chi propone soluzioni di elearning si concentra
troppo sulla tecnologia e sull’impianto software e troppo poco sulle
metodologie didattiche e sugli stili di apprendimento dei singoli studenti.
Una soluzione coerente di formazione a distanza dovrà scegliere
certamente gli strumenti più idonei per veicolare i contenuti senza però
dimenticarsi della strategia didattica e dei bisogni di apprendimento
degli studenti.
I contenuti da soli non fanno formazione ma solo informazione; per
diventare formativo tutto l’assetto didattico deve essere inserito in un
contesto strategico che veda l’utente finale al centro di tutto.
Quindi non si dovrà trasferire nell’elearning la stessa logica della
formazione tradizionale, ma si dovrà pensare ad una soluzione che risulti
davvero innovativa e che veda il centro dell’attenzione spostarsi dal
docente ai contenuti, a tutto beneficio della strategia didattica e degli
studenti.
Questo lavoro cerca, senza pretese di esaustività, di fare una panoramica
sulla storia e sullo stato attuale dell’elearning in quanto metodologia
didattica.
Introduzione
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Nel primo capitolo viene descritta l’evoluzione delle forme di
apprendimento a distanza, partendo dai corsi per corrispondenza fino ad
arrivare alle due generazioni di elearning.
Nel secondo capitolo l’attenzione si focalizza sull’elearning e sul suo
mondo, cercando di evidenziarne caratteristiche, punti di forza, eventuali
ombre, metodologie e scuole di pensiero.
Nel capitolo conclusivo invece viene proposta una mia esperienza
personale in veste di creatore di una parte di un corso on line.
Ho cercato dunque di applicare ad un caso di studio pratico tutto ciò che
ho assimilato sulla galassia elearning, dimostrando come anche senza
ingenti mezzi e senza l’acquisto di software evoluti sia comunque
possibile fornire una soluzione di elearning completa e piena di
possibilità di sviluppi futuri.
In un periodo in cui gli esperti del settore si interrogano sulla utilità delle
piattaforme software per la gestione dell’elearning in quanto troppo
costose e spesso sovradimensionate rispetto alle reali esigenze, la mia
esperienza pratica dimostra come con un pc collegato alla rete, un
software gratuito di tipo open source, una buona organizzazione dei
materiali e tanta buona volontà sia possibile pervenire a risultati
accettabili.
Come nota metodologica preciso che buona parte delle fonti utilizzate in
questo lavoro sono state reperite sulla rete, a conferma dell’aspetto
innovativo ed in continua evoluzione rappresentato dall’elearning.
Capitolo I - L’apprendimento a distanza
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Capitolo I
L’apprendimento a distanza
1.1 Premessa
Quando usiamo termini come formazione ed apprendimento la prima
immagine che ci viene in mente è quella della classe tradizionale in cui il
docente cerca di trasmettere dei contenuti ai discenti secondo una sua
personale impostazione didattica.
Attualmente però l’innovazione tecnologica apre nuove frontiere
all’apprendimento che si libera dei vincoli spazio-temporali tradizionali.
Pensiamo infatti a come Internet,la rete delle reti, abbia aperto nuove vie
alla comunicazione e con esse abbia creato nuove occasioni e possibilità
di comunicazione del sapere.
In questo nuovo contesto si inseriscono delle tipologie di insegnamento e
di apprendimento innovative che sfuggono del tutto alla logica
tradizionale dell’aula e della presenza contemporanea di docente e
discenti nello stesso luogo fisico.
Le nuove tipologie di apprendimento alle quali ho appena accennato
sono quelle che si basano sulla Formazione a Distanza (Fad).
Capitolo I - L’apprendimento a distanza
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In questi casi il docente e l’allievo non si trovano nello stesso luogo nello
stesso momento, ma nonostante tutto possono continuare a svolgere i
propri rispettivi ruoli grazie all’ausilio dei mezzi di comunicazione più
disparati che vanno dalla corrispondenza tradizionale agli strumenti
messi a disposizione dal Web.
In questo modo il contatto tra le due parti continua a persistere anche se
mediato da un mezzo che può essere sincrono o asincrono a seconda dei
casi.
Nel primo caso docente e discente dialogano in tempo reale sfruttando
principalmente le nuove tecnologie legate alla Rete, mentre nel secondo
caso la loro comunicazione sarà di tipo differito.
Una caratteristica comune che si può riscontrare nei vari sistemi di
formazione a distanza è la centralità del discente. Infatti mentre nella
formazione tradizionale il sapere risiede nei testi cartacei ed è
somministrato agli allievi dal docente secondo i tempi ed i ritmi da lui
imposti, nella formazione a distanza il sapere è più diffuso ed è
accessibile agli studenti in modo più immediato.
Lo studente quindi inizia a gestire il proprio tempo e personalizza il suo
percorso didattico che potrà così risultare del tutto diverso rispetto ai
percorsi intrapresi dai suoi compagni di corso.
Dopo questa doverosa premessa, utile ad inquadrare l’argomento,
passiamo dunque in rassegna le varie tipologie di apprendimento a
distanza che si sono susseguite nel tempo sulla scia dello sviluppo
tecnologico.
Capitolo I - L’apprendimento a distanza
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A questo proposito è necessario precisare che molto spesso i contorni di
queste metodologie sono sfumati e poco definiti cosicché possono
nascere esperienze ibride
1
nelle quali convivono le tipologie di
apprendimento più innovative con quelle di tipo tradizionale che
difficilmente potranno essere del tutto soppiantate.
1
Si parla a tal proposito di Blended Learning per indicare appunto esperienze di apprendimento miste
in cui agli strumenti didattici innovativi vengono affiancati quelli dell’aula tradizionale.
Capitolo I - L’apprendimento a distanza
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1.2 Fad e Autoistruzione
Quando parliamo di Formazione a Distanza o Distance Learning
facciamo riferimento ad un ampio spettro di soluzioni formative e di
apprendimento a distanza.
Questo genera molto spesso confusione nella terminologia che si intende
utilizzare per riferirsi a metodologie del tutto differenti tra di loro.
L’errore che più frequentemente si compie è quello di far rientrare
l’autoapprendimento o autoistruzione nell’ambito della Fad.
Se è vero infatti che mediante l’autoistruzione lo studente riesce
comunque ad apprendere dei contenuti senza la presenza fisica del
docente, è altrettanto vero però che nell’autoistruzione manca la
possibilità del dialogo sincrono o asincrono studente-docente o studente-
studente.
L’autoistruzione quindi permette allo studente di formarsi a distanza ma
risulta carente in uno dei punti distintivi della Fad rappresentato dalla
presenza del doppio canale di comunicazione. In altre parole possiamo
dire che mentre la Fad cerca di ricostruire per quel che è possibile un
ambiente simile all’aula tradizionale, ciò non può avvenire nel caso
dell’autoapprendimento in cui manca del tutto la possibilità di confronto
tra compagni di corso e tra docente e studenti.
A questo punto sfruttando la definizione di Fad data da Keegan risulterà
più chiaro in cosa questa si discosta dall’autoistruzione.
Capitolo I - L’apprendimento a distanza
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Questa definizione caratterizza la Fad nel seguente modo
1. separazione tra docente e discente per quasi tutta la durata del
processo educativo;
2. presenza di una organizzazione didattica sia in fase di
preparazione dei materiali di apprendimento sia nella fornitura
agli studenti degli strumenti di suporto didattico;
3. uso dei mezzi innovativi (tra cui computer e Rete) per associare il
docente e il discente nello svolgimento del corso;
4. disponibilità di comunicazione a doppio binario (docente-studente
e studente-docente);
5. quasi permanente assenza del gruppo dei discenti.
Avevamo in precedenza già accennato all’assenza nell’autoistruzione
della comunicazione a doppio binario a differenza della Fad, mentre alla
luce della definizione di Keegan viene messo in luce un altro aspetto
saliente della formazione a distanza che la discosta nettamente
dall’autoapprendimento.
Mi riferisco alla presenza di una organizzazione didattica sia in fase
progettuale sia in fase di sostegno alla didattica (es. somministrazione di
test di verifica ,tutoraggio ecc.) che caratterizza tutti gli interventi di Fad
mentre manca nel caso dell’istruzione autonoma da parte dello studente
specie in fase di assistenza e verifica.
Quindi la presenza di tale organizzazione alla base della Fad risulta di
gran lunga più importante della disponibilità del doppio canale di
comunicazione che seppur importante risulta a questo punto non
indispensabile.
Capitolo I - L’apprendimento a distanza
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Della definizione data resta molto dibattuto il quinto punto. Infatti
secondo la scuola di pensiero dominante la presenza del gruppo dei
discenti è indispensabile (anche se in aule virtuali) perché si possa
parlare di Fad e non di autoistruzione. Questa necessità deriverebbe da
ragioni psicologico-motivazionali. Infatti uno studente isolato in un
contesto di apprendimento a distanza potrebbe essere tentato di
abbandonare il corso troppo poco interattivo e privo di stimoli derivanti
dagli altri membri della comunità. Un’altra scuola di pensiero, in realtà
poco accreditata, invece sostiene che basti la comunicazione a doppio
binario per poter parlare in modo compiuto di Fad, ma obbiettivamente
questo sembra troppo riduttivo per definire una così importante
metodologia di apprendimento mentre molto più appropriata mi sembra
la teoria secondo cui per parlare di Fad e non di autoapprendimento
risulta indispensabile la presenza della comunità dei discenti. Vedremo
nel seguito come questa comunità virtuale si formi e con quali mezzi si
gestisca.
Comunque lasciando per un attimo da parte le definizioni in merito di
autoistruzione e di Fad , possiamo comunque dire che la radicale
differenza tra le due metodologie risiede nell’impostazione data ai
contenuti del corso. Nel caso di autoistruzione questi risultano altamente
standardizzati e poco o per niente modificabili in base alle esigenze
didattiche del corsista. Al contrario invece gli interventi di Fad mirano
proprio a fornire ai corsisti strumenti “ritagliati su misura” in base alle
loro esigenze e alle loro competenze di base.
Capitolo I - L’apprendimento a distanza
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1.3 Le tre “Generazioni” della Fad
Come accennato in precedenza ci si riferisce molto spesso alla Fad per
indicare le metodologie di apprendimento a distanza più disparate.
Il concetto di Fad si è evoluto nel corso della storia seguendo le linee
guida dello sviluppo delle tecnologie di comunicazione.
Una prima generazione di Fad è quella che nasce all’inizio del ‘900
sotto forma di corsi per corrispondenza.
Il media utilizzato in tal caso per veicolare i contenuti didattici è
rappresentato dalla posta tradizionale tramite la quale vengono inviati
allo studente i materiali didattici in forma cartacea
2
.
Lo studente assimila i contenuti ed invia al docente le esercitazioni
svolte per poter essere valutato e corretto durante lo svolgimento del
corso.
Ovviamente la comunicazione intercorrente tra docente e discente è in
tal caso di tipo asincrono ed il limite più evidente di questa prima forma
di Fad deriva dall’intrinseca lentezza del servizio postale tradizionale.
Negli anni ’70 l’UNESCO ha dato una definizione precisa per tale
tipologia di formazione a distanza: ”Istruzione attraverso i servizi postali
senza contatto faccia a faccia tra docente e discente. L’insegnamento è
impartito tramite materiale scritto o registrato inviato al discente i cui
progressi sono controllati per mezzo di esercizi scritti, inviati
all’insegnante che li corregge e li restituisce al discente con rilievi e
suggerimenti”.
2
In Italia la madre delle scuole per corrispondenza è stata la scuola Radio Elettra di Torino. Lo
studente riceveva a casa il materiale per le esercitazioni che venivano corrette dopo la rispedizione. Il
ciclo si concludeva con il rilascio del Diploma vero e proprio.
Capitolo I - L’apprendimento a distanza
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Traspare dalla lettera di questa definizione una delle caratteristiche della
Fad enunciate da Keegan e cioè l’indispensabilità di una organizzazione
didattica per la pianificazione e per il controllo dei risultati del corso.
Infatti anche in questa prima forma di Fad si rende utile la verifica
dell’apprendimento dei discenti da parte dello staff dei docenti.
A cavallo tra gli anni ’60 e ’70 si assiste alla nascita della seconda
generazione di Fad caratterizzata dall’introduzione della multimedialità.
Esperienze di tal genere nascono in ambito accademico
3
tutte basate su
un ampio spettro di media utilizzati per veicolare il sapere che vanno
dalle trasmissioni televisive e radiofoniche, all’uso di audio e video
cassette, fino ad arrivare alla diffusione di supporti come i Cd-rom in
grado di contenere interi corsi.
In quest’ottica si inseriscono i CBT (acronimo per Computer Based
Training) che sfruttano le potenzialità dei Personal Computers in chiave
didattica di autoistruzione. Si tratta per lo più di corsi su Cd-rom molto
diffusi per lo studio autonomo delle lingue straniere e delle materie ad
oggetto informatico.
Nasce così la didattica multimediale che grazie ai nuovi supporti amplia
il livello interattivo del percorso formativo.
In questa tipologia di Fad assistiamo ad un miglioramento del rapporto
studenti-tutors dovuto all’uso di telefono, fax ed email come mezzi di
comunicazione ma in ogni caso il grado di confronto continua ad essere
limitato e comunque unidirezionale.
3
Punto di riferimento in tal caso è l’Open University britannica fondata nel 1969. In Italia
l’esperienza più significativa è costituita dal Network per l’Università ovunque (NETTUNO). Nato da
una collaborazione tra università e aziende realizza corsi universitari a distanza servendosi anche di
due reti televisive satellitari per la trasmissione delle lezioni.