6
Capitolo I – La corporate strategy e la strategia competitiva
Kenneth Andrews (1971) definì la capacità di adottare le decisioni giuste al
momento giusto, un requisito fondamentale per qualsiasi impresa, tanto piu’ in
un mercato particolare come quello moderno. Ciò può essere fatto grazie
all’ausilio delle strategie aziendali.
Originariamente la strategia aziendale indicava l’insieme delle decisioni
finalizzate a individuare gli obiettivi aziendali, stabilire le politiche da adottare
per il raggiungimento di detti obiettivi e definire lo spettro dei business in cui
operare.
In seguito si è giunti a una distinzione tra corporate-level strategy, il progetto
strategico di un’azienda diversificata, e business-level strategy (strategia
competitiva), finalizzata al raggiungimento di un vantaggio competitivo in un
mercato ben definito.
La società Apple Inc. è un curioso caso anomalo che è difficile inquadrare nelle
strette definizioni d’impresa monobusiness o multibusiness. Potrebbe essere
considerata appartenente esclusivamente a un settore altamente tecnologico
oppure potrebbe essere considerata come impresa diversificata in vari settori
quali quello dei computer, della musica, della telefonia e della televisione (con
l’ultima arrivata Apple TV).
Per i precedenti motivi analizzerò sia gli aspetti che si possono ricondurre alla
corporate strategy sia quelli che si rifanno alla strategia del vantaggio
competitivo.
1.1 La Corporate Strategy
Il funzionamento efficiente della moderna economia mondiale dipende
pertanto dall’efficacia delle corporate strategy. Quest’ultima è “la via lungo la
quale un’azienda cerca di creare valore attraverso la configurazione e il
coordinamento delle sue attività multimercato”. (Collis, Montgomery,
Invernizzi, Molteni, Corporate Strategy, 2007)
7
I punti fondamentali della precedente definizione sono:
la creazione di valore, unico obiettivo della strategia;
la configurazione dell’azienda;
il coordinamento.
Si può notare come qualsiasi impresa, oltre a quelle multibusiness, si trova a
dover prendere decisioni circa la scelta dei mercati nei quali operare e come
gestire le proprie attività. Inoltre dalla precedente definizione capiamo che
questo tipo di strategia non interessa solo il vertice aziendale, la creazione di
valore dipende dalle singole unità di business.
Per questi motivi s’intuisce che la corporate strategy e la strategia competitiva
sono interconnesse.
1.1.1 I fondamenti della corporate strategy
Collis e il suo gruppo di studiosi hanno sviluppato cinque punti fondamentali
della loro visione del modello di corporate strategy:
a) Visione – le aziende di maggior successo sono quelle che formulano una
visione coerente e sono impegnate a realizzarla per un periodo
prolungato. Spesso proprio quest’ultima si concretizza in un progetto
ambizioso a lungo termine. La visione di Apple ad esempio era di
puntare su un futuro in cui “ogni famiglia avesse un computer”.
Nella visione sono incorporati anche i valori etici che stanno alla base
delle decisioni aziendali. Solitamente quest’aspetto è definito col
termine missione, è un completamento delle modalità scelte da
un’azienda per creare valore economico come il codice di condotta che i
dipendenti sono tenuti a osservare.
Tim Cook, direttore esecutivo di Apple, poco tempo dopo la scomparsa
del suo illustre predecessore Steve Jobs, ha chiarito gli aspetti
fondamentali della mission dell’azienda:
8
"Crediamo di essere sulla faccia della Terra per fare grandi
prodotti, ed è una cosa che non cambierà. Ci concentriamo
sempre sull'innovazione. Crediamo nel semplice, non nel
complesso. Crediamo di aver bisogno di possedere e
controllare le tecnologie che stanno dietro ai prodotti che
costruiamo, e partecipiamo solo ai mercati ai quali
possiamo dare un contributo significativo".
Questa visione ha portato l’impresa a focalizzarsi su pochi ma
importanti progetti, trascurando quelli non ritenuti idonei alla sua
visione.
L’innovazione è la chiave per il successo della società di Cupertino,
attorno ad essa ruotano i successi e le rivoluzioni di questo colosso
economico.
b) Traguardi e obiettivi – essi hanno un orizzonte temporale orientato sul
breve periodo e sono alla base della realizzazione della visione. Per la
loro immediatezza sono piu’ stimolanti, anche perché piu’ facilmente
raggiungibili.
I traguardi sono intenzioni qualitative come ad esempio “diventare il
leader nel settore delle bevande energetiche”.
Gli obiettivi invece riguardano target quantitativi a medio e breve
termine, identificabili in taluni casi in indici di bilancio.
Traguardi e obiettivi possono tramutarsi in efficaci forme d’incentivo
per i dipendenti proprio per la loro caratteristica di stimolo all’attività.
Va specificato che la visione rimane sempre costante nel tempo mentre
traguardi e obiettivi sono in continua evoluzione.
c) Risorse – Le risorse possono essere identificate in beni, capacità e
competenze dell’azienda. Poiché sono decisivi nel definire cosa
un’impresa possa effettivamente fare, sono considerate le fondamenta
della corporate strategy. E’ proprio da esse che nasce la possibilità di
9
ottenere un vantaggio competitivo e rappresentare la caratteristica
distintiva di un’azienda.
Grazie alle risorse l’impresa decide in quali mercati in cui operare, sono
inoltre importanti quelle risorse che permettono a un’azienda di essere
competitiva in piu’ di un business.
Le risorse tangibili e intangibili di Apple Inc. le hanno permesso di
sviluppare una gamma di prodotti che l’hanno portata a essere
riconosciuta come l’impresa piu’ famosa e celebre al mondo (fonte
Millward Brown, Leader globale negli studi su pubblicità,
comunicazione, media e brand equity).
Tabella: I 10 marchi globali a maggior valore nel 2012
Fonte: www.ilsole24ore.it
d) Business – questa voce si riferisce sia ai settori industriali sia alla
strategia competitiva che attua nei settori stessi.
Proprio la scelta del settore nel quale operare è di cruciale importanza.
Diversi studi hanno dimostrato che analizzando la redditività dei settori
si possono prevedere le probabilità di successo dell’azienda.
10
I diversi settori all’interno dei quali l’impresa si cimenta influenzano
anche la capacità della stessa di distribuire risorse tra i diversi business.
Il concetto di interconnessione può essere utile per indicare l’abilità di
generare un rapporto sinergico tra i diversi settori.
Anche la scelta delle strategie competitive in ogni area d’affari è molto
importante per il successo dell’azienda, queste ultime devono essere di
carattere analogo. Il rischio che si corre è che strategie completamente
opposte in due differenti settori in cui opera la società generino risultati
negativi.
e) Organizzazione: struttura, sistemi e processi – I vertici aziendali proprio
grazie alla struttura, ai sistemi e ai processi di un’azienda determinano il
modo in cui l’impresa controlla e coordina le attività dei diversi business
e degli organi di staff.
La struttura si riferisce alla divisione dell’azienda in unità differenti e
descrive l’organizzazione in base alla quale vengono suddivisi i poteri
nella gerarchia aziendale.
I sistemi sono l’insieme delle regole che indicano il modo in cui devono
essere portate a termine le attività di gestione.
I processi invece descrivono gli elementi informali delle attività di
un’azienda.
Essendo le corporate strategy sempre diverse, non è possibile
individuare un modello ottimale di struttura; come disse Alfred Chandler
“la struttura è conseguente alla strategia” (A.D. Chandler, Strategy and
Structure, 1962). Perciò solo dopo la definizione della strategia si
dovrebbe adattare la struttura alle risorse e ai business dell’impresa.
La combinazione armonica dei precedenti cinque elementi porta quindi a
un’efficace corporate strategy che crea un vantaggio aziendale, quindi valore.
E’ possibile creare valore a livello aziendale ma è piu’ facile che ciò avvenga a
livello di business. Ciò dipende dal farro che i singoli business possono avere
11
vantaggi derivanti dall’essere parte di un’azienda articolata, che spesso si
traducono in maggiori vantaggi a livello competitivo.
Una strategia vincente è caratterizzata da un sistema integrato, nel quale tutti
gli elementi del “triangolo della corporate strategy” sono in linea tra di loro.
Essi devono interagire in modo che si rafforzino a vicenda, quando ciò accade,
si dice che la strategia è internamente coerente.
Nel triangolo sono presenti tre importanti “giunture” che richiedono un grande
sforzo da parte dell’azienda per ottenere il giusto equilibrio. La prima fa
riferimento al rapporto risorse-business (vantaggio competitivo), la seconda al
rapporto business-organizzazione (controllo) e la terza riguarda il rapporto
risorse-organizzazione (coesione).
Risorse-business (vantaggio competitivo)
Risorse e business devono sempre essere in equilibrio.
In particolare, è opportuno rimanere in un business che si possiede o entrare in
uno nuovo se le risorse di cui l’azienda dispone sono in grado di creare un
vantaggio competitivo sostenibile.
Perciò l’impresa deve essere certa che le risorse le diano la possibilità di
raggiungere o mantenere una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti; al
contempo è necessario anche rafforzare e modernizzare le risorse dell’impresa.
Business-organizzazione (controllo)
In questa “giuntura” si rende necessario trovare il giusto rapporto tra i
differenti business e le strutture organizzative, i sistemi e i processi.
Principalmente è necessario comprendere se i business possono essere
monitorati e controllati in modo efficace. E’ peraltro difficile gestire piu’
sistemi di controllo all’interno di un’organizzazione, ciò potrebbe limitare
l’efficacia e l’efficienza di ogni sistema. Questi poi potrebbero arrivare a
limitare o addirittura impedire il trasferimento dei dirigenti da una divisione
all’altra.
12
Risorse-organizzazione (coesione)
L’organizzazione deve far si che si raggiunga il livello ottimale di coesione tra
i business. Ciò è possibile se sono progettate strutture, sistemi e processi che
consentano all’impresa di utilizzare efficacemente le sue risorse in ogni
business.
Quando piu’ unità sono accumunate dalle stesse attività, oppure beneficiano
del trasferimento di capacità aziendali, si potrà trarre vantaggio dalle economie
di raggio d’azione; il precedente vantaggio può verificarsi solo in seguito
all’adozione di particolari meccanismi organizzativi.
Le infrastrutture aziendali vanno quindi pensate in modo da ottimizzare ogni
sua risorsa di valore con un intervento minimo dell’Alta Direzione.
Possono essere così individuati i requisiti alla base della coesione nell’attenta
selezione dei sistemi e processi per trasferire competenze e risorse, oltre che il
coordinamento delle attività.
1.2 Le cinque forze competitive
L’analisi del settore
Lo studio del settore si concentra sull’analisi dell’ambiente esterno all’impresa
e l’obiettivo principale è quello di identificare le sue fonti di redditività.
L’analisi settoriale è importante sia per le strategie di gruppo (in quali settori
operare) sia per quelle di business (ricerca del vantaggio competitivo).
L’ambiente è composto da una serie di variabili esterne che influenzano
decisioni e risultati dell’impresa.
Perché un’azienda generi profitto, è necessario che crei valore per i clienti; nel
creare valore acquista beni dai fornitori; l’attività di creazione di valore
dipende dall’intensità della concorrenza.
Si può affermare che il nucleo dell’ambiente settoriale dell’impresa sia
costituito dalle relazioni tra clienti, fornitori e concorrenti.
Cosa determina il livello di redditività di un settore?
13
La creazione di valore richiede che il prezzo, che il cliente paga per un
prodotto, ecceda i costi sostenuti dalla società per realizzarlo. Questa
eccedenza non si trasforma immediatamente in profitto ma è distribuita tra
clienti e produttori. Infatti, tanto maggiore è la concorrenza, tanto maggiore
sarà la rendita del consumatore, cioè la differenza tra prezzo pagato dallo
stesso e quello massimo che sarebbe stato disposto a pagare.
I risultati delle imprese dipendono da: valore del prodotto per i clienti, intensità
della concorrenza e potere contrattuale nei vari livelli della catena produttiva.
1.2.1 L’attrattività del settore
L’attrattività dei settori e i fattori che la determinano è fondamentale per la
redditività di un’azienda.
In ogni settore, alcune aziende sono più redditizie di altre, indipendentemente
dalla redditività media del settore. Ciò è determinato dalla posizione
competitiva relativa.
Il livello di redditività di un settore poi non è casuale, ma determinato
dall’influenza della struttura del settore stesso.
Capita spesso che mercati dalle ridotte dimensioni garantiscano una redditività
superiore rispetto ad altri di grandi dimensioni, poiché i primi possono essere
facilmente dominati da una sola impresa.
Secondo diversi studi, è la struttura del settore a determinarne comportamento
competitivo e redditività. La teoria del monopolio e quella della concorrenza
perfetta sono i due estremi delle possibili strutture di un settore.
Il monopolio è caratterizzato da un settore con un’unica impresa protetta da
barriere all’entrata. La concorrenza perfetta si verifica quando molte imprese
forniscono un prodotto identico in assenza di restrizioni all’entrata o all’uscita.
I settori trovano collocamento all’interno di questi due estremi. Un esempio
classico è quello dell’oligopolio, dove domina un ristretto numero di grandi
imprese.
14
Le cinque forze competitive di Porter
Michael Porter (2008), celebre economista della Harvard Business School,
evidenziò che la redditività di un settore è determinata da cinque forze
competitive. Nello specifico da tre fonti di competizione orizzontale: la
concorrenza dei prodotti sostitutivi, la concorrenza dei nuovi entranti e la
concorrenza delle imprese già presenti nel settore; e da due fonti di
competizione verticale: il potere contrattuale dei fornitori e quello dei clienti.
a) La concorrenza dei prodotti sostitutivi – Il prezzo che i clienti sono
disposti a pagare per il prodotto dipende dalla presenza di altri prodotti
detti sostitutivi. Se questi non esistessero, si creerebbe un’insensibilità
da parte del consumatore al prezzo.
La presenza di questo tipo di prodotti invece rende elastica la domanda
rispetto al prezzo, all’aumentare del prezzo le scelte del consumatore
virano sui sostituti.
Spostamento preferenze
I prodotti sostitutivi comportano
Sensibilità al prezzo
b) La minaccia di nuovi entranti – Quando un settore riesce ad ottenere un
rendimento del capitale superiore ai costi dello stesso, diventa molto
attrattivo. Se non esistono barriere all’entrata, il livello di profitto
scenderà verso il suo livello competitivo.
La minaccia che altre imprese possano contendere i profitti porta
un’impresa consolidata a fissare i loro prezzi a un livello competitivo.
Un settore che non presenta barriere all’entrata o all’uscita è detto
contendibile, la contendibilità dipende dall’assenza di costi fissi non
recuperabili. Queste portano le imprese entranti a non essere nelle stesse
condizioni di quelle consolidate.
Le barriere all’entrata sono:
15
Necessità di capitale: il fabbisogno di capitale per affermarsi in
un settore può essere tanto elevato da scoraggiare tutti gli
operatori.
Differenziazione di prodotto: grazie ai prodotti differenziati le
imprese consolidate hanno il vantaggio della riconoscibilità del
marchio e della lealtà dei consumatori.
Accesso ai canali di distribuzione: la difficoltà di un nuovo
fabbricante ad accedere ai canali di distribuzione può dipendere
dai costi fissi connessi alla vendita di un prodotto addizionale e
all’avversione al rischio dei dettaglianti.
Economie di scala: sono assolutamente necessarie in quei settori
ad alta intensità di capitale o caratterizzati da grandi investimenti
in ricerca e pubblicità.
Vantaggi di costo: le imprese consolidate possono avere un
vantaggio di costo sui nuovi entranti solo perché entrate prima.
Solitamente questi vantaggi dipendono dall’acquisizione di fonti
di materie prime a basso costo.
Ritorsione: le barriere d’entrata dipendono anche dalle
aspettative dei potenziali entranti riguardo a una possibile
ritorsione delle imprese affermate, come ad esempio una
riduzione dei prezzi, conflitti legali o promozione delle vendite.
I settori che sono protetti da elevate barriere all’entrata portano ad avere
profitti superiori alla media.
Se un potenziale entrante riuscisse a superarle, non avrebbe comunque
raggiunto la “tranquillità industriale”, egli dovrebbe poi confrontarsi con
la concorrenza all’interno del settore.
c) La concorrenza – Spesso la concorrenza porta le aziende fino al punto di
spingere i prezzi sotto il livello di costo, con forti perdite per il settore.
Sono molteplici i fattori che possono influenzare la concorrenza.
16
Il primo è la concentrazione dei venditori misurata dall’indice di
concentrazione, cioè la quota di mercato di principali produttori.
L’impresa dominante può permettersi di esercitare una discrezionalità
sui prezzi che applica.
Inoltre, se i prodotti dei rivali sono indistinguibili, diventano delle
commodity dove il prezzo è l’unico fattore di distinzione. Si
scateneranno così delle guerre di prezzi e, quindi, bassi livelli di profitto;
differenziare il prodotto può consentire alla società di distinguersi dai
competitors.
Non esistono solo barriere all’entrata ma anche barriere all’uscita.
Quest’ultime sono connesse all’uscita da un settore; se le risorse sono
durevoli e specializzate, con tutele per i dipendenti, le barriere saranno
rilevanti.
d) Il potere contrattuale – Può essere detenuto sia dagli acquirenti sia dai
fornitori.
Nel primo caso si fa riferimento al mercato degli output, dove le imprese
vendono beni e servizi ai clienti. Nel modo in cui è distribuito il valore
tra compratori e venditori dipende dal loro potere economico.
Il potere d’acquisto dei clienti dipende dalla sensibilità al prezzo degli
acquirenti e dal potere contrattuale.
Per quanto riguarda la sensibilità al prezzo maggiore è l’importanza di
un prodotto rispetto al costo totale, tanto più gli acquirenti saranno
sensibili al prezzo pagato. Invece essi sono meno sensibili quanto
maggiore è l’importanza del prodotto acquistato per la qualità del loro
prodotto.
Inoltre meno sono differenziati i prodotti dei fornitori, maggiore sarà la
possibilità che l’acquirente cambi fornitore basandosi sul prezzo.
Il potere contrattuale invece è costituito dal potenziale rifiuto a
concludere una transazione con la controparte. Il punto fondamentale è il
costo che dovrà sostenere ogni controparte nel caso in cui dovesse
cessare la transazione.