5
In secondo luogo l’interesse nasce dalla convinzione che l’appartenenza a
questo soggetto politico rappresenti una grande opportunità di crescita e di
arricchimento per il nostro Paese, anche dal punto di vista educativo e culturale. Il
ritrovarsi a cooperare con altri Paesi, caratterizzati da sistemi d’istruzione e
formazione differenti, costituisce uno stimolo per un continuo progresso e
miglioramento dei propri. Inoltre, attraverso la valorizzazione delle reciproche
specificità, ricchezze e conquiste, si possono apprendere nuove conoscenze,
metodologie, idee, valori e ampliare i propri orizzonti culturali
5
.
In terzo luogo l’interesse è mosso dalla considerazione che l’Unione Europea,
da istituzione distante, frutto della mediazione politica, sta oggi più che mai
diventando una realtà presente e percepibile nella vita quotidiana del nostro Paese:
per questo motivo diventa importante conoscerne i fini, le modalità di
funzionamento e le potenzialità. I suoi interventi, infatti, riguardano numerosi
settori della vita economica e politica, come il sostegno finanziario verso le
regioni economicamente meno prospere, l’agricoltura, il commercio, la pesca, i
trasporti, la concorrenza, l’industria, la ricerca e lo sviluppo tecnologico,
l’ambiente, la sanità, la protezione dei consumatori, l’informazione, e altri ancora.
Inoltre alcune azioni coinvolgono trasversalmente tutta la popolazione. E’ il caso,
per esempio, dell’introduzione della “cittadinanza europea”
6
, per cui ogni
cittadino di uno Stato membro ha acquisito nuovi diritti, tra i quali quello di
circolare e soggiornare liberamente nel territorio dell’Unione, quello della tutela
diplomatica e consolare da parte delle autorità di qualsiasi Stato membro, quello
di petizione
7
e di ricorso al mediatore europeo
8
. Oppure è il caso dell’introduzione
5
F. POLETTI, La sfida della differenza, in F. POLETTI (a cura di), L’educazione interculturale,
La nuova Italia, Firenze 1994, pag. XVII.
6
L’introduzione della cittadinanza europea è stata sancita dal Trattato di Maastricht, negli articoli
da 8 a 8E.
7
Il diritto di petizione è il diritto di cui gode il cittadino dell'Unione europea, nonché qualsiasi
persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede statutaria in uno Stato membro, di presentare,
individualmente o in associazione con altri cittadini, una istanza o un reclamo su una materia che
rientra nel campo di attività della Comunità e che lo concerne direttamente (articoli 21 e 94, ex
articoli 8 D e 138 D del Trattato CE); cfr. COMMISSIONE EUROPEA, Glossario. Istituzioni,
6
della “moneta unica”
9
, fattore destinato ad incidere su un aspetto molto concreto
delle abitudini di tutti cittadini. E’ innegabile che tutto ciò contribuisca a cambiare
il panorama legislativo, economico, culturale, politico, sociale nel quale il nostro
Paese oggi si muove e che, anche per chi si occupa di educazione e formazione,
può essere utile conoscere le risorse e le problematiche messe in campo
dall’Unione Europea.
Se queste sono le idee che hanno determinato l’interesse per questo studio, la
domanda da cui nasce il lavoro è la seguente: “Che cosa ha fatto e che cosa sta
facendo l’Unione nel campo dell’educazione e della formazione?”.
Argomento della ricerca sono quindi divenute le politiche
10
educative e
formative dell’Unione Europea.
Nella definizione del tema si è scelto di utilizzare entrambi i concetti di
educazione e formazione, poiché si è ritenuto che fosse difficile distinguere
nettamente i due ambiti di significato cui essi fanno riferimento. Questa
valutazione trova conferma nel dibattito pedagogico attuale, come esemplificato
nei contributi di D. Orlando Cian
11
e C. Xodo
12
apparsi sulla rivista Studium
Educationis nell’anno 1996.
politiche e allargamento dell’Unione Europea, Ufficio per le pubblicazioni ufficiali delle
Comunità europee, Lussemburgo 2000, pag.31.
8
Il mediatore europeo, nominato dal Parlamento europeo dopo ogni elezione di quest'ultimo e per
la durata della legislatura, è abilitato a ricevere le denunce di qualsiasi cittadino dell'Unione o di
qualsiasi persona fisica o giuridica che risieda o che abbia la sede sociale in uno Stato membro,
denunce che devono riguardare casi di cattiva amministrazione nell'operato delle istituzioni o degli
organi comunitari (salvo la Corte di giustizia ed il Tribunale di primo grado nell'esercizio delle
loro funzioni giurisdizionali); cfr. COMMISSIONE EUROPEA, Glossario – Istituzioni, politiche
e allargamento dell’Unione Europea, cit., pag.43.
9
Dal 1° gennaio 1999 l'EURO è diventata la moneta ufficiale degli undici Stati membri
dell'Unione europea e dal 1° gennaio 2002 le banconote e le monete metalliche in EURO saranno
in circolazione. COMMISSIONE EUROPEA, Glossario – Istituzioni, politiche e allargamento
dell’Unione Europea, cit., pag.13.
10
Il temine “politiche” è usato qui in senso ampio, per indicare le pratiche, gli indirizzi, le
modalità d’azione dell’Unione Europea.
11
D. ORLANDO CIAN, Formazione e educazione: verso l’integrazione dei due saperi, in
“Studium educationis”, n.1, 1996, pag.36 e seguenti.
7
Educazione e formazione hanno un’origine comune che risale al pensiero greco
dove l’educazione veniva intesa come “l’azione dell’acquisire forma, del
realizzare l’eidos, l’ideale, l’universale umano racchiuso all’interno delle diverse
produzioni culturali”
13
. Nel corso dei secoli poi, le due discipline si sono in parte
differenziate “perdendo l’originaria unità, non solo tra di loro, ma anche al loro
stesso interno”
14
. I due ambiti sono stati considerati, per lungo tempo, come due
poli distinti dello sviluppo dell’uomo, dove l’educazione avrebbe riguardato
perlopiù lo sviluppo della mente, e la formazione soprattutto la padronanza di
capacità tecniche
15
. Tuttavia anche questa distinzione, nei tempi più recenti, è
stata superata da una nuova concezione di formazione, portata dallo sviluppo
avvenuto nelle organizzazioni lavorative. L’avvento della società post-industriale
(caratterizzata da incertezze, globalizzazione, informatizzazione, cambiamento
continuo, necessità di flessibilità) ha condotto “da una formazione tecnica, propria
delle società industriali, basate su un’organizzazione tayloriana del lavoro, ad una
formazione centrata sul soggetto, unica risorsa stabile cui far riferimento per
fronteggiare il cambiamento sociale”
16
. La formazione, oggi, non riguarda più
solo lo sviluppo di capacità professionali, l’acquisizione di competenze e
conoscenze (“sapere e saper fare”), ma incide anche su altre dimensioni quali i
“comportamenti, le abitudini, gli atteggiamenti, che sono per definizione
componenti identitarie indissociabili dalla persona, in quanto attinenti al saper
essere”
17
. Ritornando il primato del soggetto, educazione e formazione si
rincontrano su un terreno comune, “l’educazione diventa supporto alla formazione
12
Cfr. C. XODO, Dalla tecnica della formazione alla teoria della formazione, in “Studium
educationis”, n.1, 1996, pag.12 e seguenti.
13
Ibidem, pag.14.
14
Cfr. D. ORLANDO CIAN, Formazione e educazione: verso l’integrazione dei due saperi, cit.,
pag.37.
15
Cfr. C. DE MOURA CASTRO, J.B. DE OLIVEIRA, Training and Education, convergence
Between, in The international encyclopedia of education. Second edition, HUSEN &
POSTLETHWAITE (Editors in Chief), Pergamon, 1994, vol. 11, pag.6412.
16
Cfr. C. XODO, Dalla tecnica della formazione alla teoria della formazione, cit., pag.18.
17
Ibidem, pag. 21.
8
professionale e culturale nella nuova società”
18
e i due saperi finiscono per
mettere in gioco valori e intenti comuni
19
.
Oltre alle ragioni espresse in questa riflessione sulla difficoltà di distinguere il
formativo dall’educativo, si è ritenuto di utilizzare entrambi i termini nella
definizione dell’ambito della ricerca anche per non perdere le specificità (in
termini di traguardi, di metodi e di strumenti)
20
di cui comunque i due ambiti sono
portatori.
Al fine di avere dei punti di riferimento, per quanto possibile definiti, in questo
lavoro si utilizzeranno i due vocaboli nel significato loro attribuito
nell’Enciclopedia pedagogica, ossia:
z Educazione come: “azione che favorisce lo sviluppo fisico, intellettuale e
morale della persona umana, verso la piena conoscenza di sé e il pieno
dominio di sé, e verso la rispondenza reciproca alle esigenze della
comunicazione e cooperazione sociale, nella partecipazione ai valori”
21
;
z Formazione come: “processo attraverso cui le potenzialità soggettive
pervengono a maturazione o si apprende quanto è necessario per svolgere un
ruolo particolare, a seguito dell’interazione con l’ambiente, la partecipazione
al patrimonio sociale di cultura e la mediazione e il sostegno di figure e
istituzioni appositamente deputate”
22
.
18
Cfr. D. ORLANDO CIAN, Formazione e educazione: verso l’integrazione dei due saperi, cit.,
pag.40.
19
Cfr. D. ORLANDO CIAN, Metodologia della ricerca pedagogica, La Scuola, Brescia 1997,
pag.19 e seguenti.
20
Ibidem.
21
Cfr. M. LAENG, Educazione, in Enciclopedia pedagogica, M. LAENG (a cura di), La Scuola,
Brescia 1989, Vol. III, pag.4221.
22
Cfr. C. NANNI, Formazione, in Enciclopedia pedagogica, cit., pag.5041.
9
0.2. Obiettivo e metodo della ricerca
Al fine di chiarire e definire ulteriormente il campo di lavoro, ho individuato
come obiettivo specifico quello di descrivere le iniziative legislative e le azioni
intraprese nell’ambito educativo e formativo dall’Unione Europea, dalle sue
origini ad oggi. Per circoscrivere il campo d’indagine ho scelto di occuparmi
esclusivamente delle iniziative intraprese dall’Unione Europea con
l’intenzionalità di intervenire in questi settori e attuate per mezzo dei propri organi
appositamente predisposti: perciò non ho preso in esame iniziative attuate
nell’ambito d’altri settori d’intervento (come per esempio le politiche sociali o le
politiche dell’informazione) che pure potrebbero aver avuto degli aspetti e delle
conseguenze di carattere educativo e formativo
23
.
Ho ritenuto che l’approccio che meglio si prestava all’indagine, fosse quello
storico. Esso offriva anzitutto una categoria interpretativa, di tipo cronologico,
oggettiva, attraverso la quale organizzare i materiali reperiti; quindi forniva un
ordine logico di lavoro, quello temporale; infine dava la possibilità di cogliere
l’elemento evolutivo, di cambiamento, di stratificazione degli eventi.
D’altro canto è anche vero che, in qualsiasi prospettiva educativo/formativa, la
storia ha un ruolo fondamentale in quanto “spiega” la situazione attuale, portando
alla luce le radici del presente e offrendo degli strumenti utili per comprenderlo
24
.
Nel caso particolare degli interventi educativi e formativi dell’Unione Europea, la
conoscenza della loro storia può contribuire a comprenderne le filosofie,
costituendo un punto di partenza utile per chi intenda cimentarsi nella
progettazione e realizzazione d’iniziative nell’ambito dei programmi dell’Unione
Europea stessa.
La metodologia d’indagine privilegiata, dunque, è quella della ricerca storico-
pedagogica, che, da una parte, consiste nella ricostruzione, sulla base di dati e
23
Per intendersi, con un paragone un po’ forzato, se prendiamo in considerazione la situazione
italiana, è come dire che ci si è occupati solo delle iniziative attuate dal Ministero dell’Istruzione e
non per esempio di quelle iniziative del Ministero del Lavoro che pure potrebbero aver avuto dei
risvolti nel campo dell’educazione e della formazione.
24
Cfr. D. ORLANDO CIAN, Metodologia della ricerca pedagogica, cit. pag.43.
10
documenti, degli eventi passati; dall’altra si sostanzia in una spiegazione del loro
generarsi ed avvicendarsi. In questo modo, come sostiene Fornaca, la ricerca
storica non consiste nella semplice documentazione di indirizzi, fatti, modelli
d’intervento, ma si presenta come un modo e un metodo per affrontare i problemi
pedagogici contemporanei, che permette di cogliere le forze che intervengono e
incidono sulle scelte e sugli orientamenti educativi e formativi
25
.
La ricerca storico-pedagogica pertanto, come altre metodologie d’indagine, si
caratterizza come interpretazione
26
, un’interpretazione che si attua sia nello
scegliere gli eventi da narrare che si ritengono rilevanti e significativi, sia nel
collegarli tra loro in un continuum che metta in evidenza una spiegazione in
termini di concatenazioni, di elementi di continuità e discontinuità tra gli eventi
27
.
Nella consapevolezza delle problematiche ermeneutiche
28
di cui è portatore il
discorso interpretativo, ma soprattutto dei limiti, in termini di competenze e
conoscenze, di chi conduce questo lavoro, si ritiene di poter affermare che i
risultati di questa ricerca costituiranno semplicemente una delle possibili visioni
del problema, che in ogni modo può contribuire ad aumentarne la conoscenza.
Nel lavoro si è cercato di accogliere i suggerimenti di chi, come Popper
29
, invita a
chiarire ed esplicitare i metodi, i termini, gli strumenti di ricerca, e le categorie
interpretative impiegate, affinché il lavoro non cada nell’arbitrarietà e nella
superficialità. Tuttavia, ci si rende conto che è impossibile controllare tutte le
variabili, e che molte addirittura sfuggono alla consapevolezza: com’è stato
evidenziato dalla storiografia strutturalista, lo stesso trovarsi nella condizione di
dover interpretare un fenomeno che al tempo stesso si vive, incide sul tipo di
25
Cfr. FORNACA, La ricerca storico-pedagogica, La Nuova Italia, Firenze 1975, pag.5.
26
Cfr. D. ANTISERI, Teoria e pratica della ricerca nella scuola di base, La Scuola, Brescia 1990,
pag.122.
27
Cfr. F. DE BARTOLOMEIS, La ricerca come antipedagogia, La Nuova Italia, Firenze 1993,
pag.116.
28
Cfr. F. BERTOLDI, Critica della certezza pedagogica, Armando Editore, Roma 1988, capitolo
secondo.
29
Cfr. FORNACA, La ricerca storico-pedagogica, cit., pag.75.
11
percezione che si ha del problema
30
. Ciò non significa rinunciare ad interpretare i
fenomeni, ma è un invito ad aprirsi al dialogo, col “testo” e con gli altri, per
arricchire ed estendere il senso dell’oggetto indagato
31
.
0.3. Progetto di lavoro
L’indagine è strutturata su tre livelli d’analisi:
z generale: l’Unione Europea;
z intermedio: le politiche educative e formative;
z specifico: l’educazione e la formazione in campo ambientale.
Si procederà pertanto da una contestualizzazione generale del problema verso il
particolare (l’esame di un intervento specifico), per poter cogliere sia le
caratteristiche del contesto, che le proprietà particolari degli interventi, e per avere
modo di verificare se quanto emerge in ciascun livello trova conferma negli altri,
in termini di coerenza e congruità.
I tre livelli d’indagine corrispondono alle tre parti in cui si suddividerà
l’esposizione.
La prima parte dello studio si sostanzierà in un inquadramento generale del
soggetto Unione Europea circa le origini, le principali istituzioni e alcuni elementi
di diritto. Inoltre ci si soffermerà sull’analisi delle attuali competenze e obiettivi
dell’Unione nei settori dell’educazione e della formazione. Si tratta di un quadro
complessivo indispensabile per comprendere la situazione storica e giuridica nelle
quali l’intervento si colloca.
30
Ibidem, pag.93. In particolare nel testo viene riportato il paragone del ricercatore come di un
viaggiatore che si trova in treno e giudica gli avvenimenti esterni e a lui contemporanei senza in
questo modo tenere conto, o dando per scontato, il movimento e la direzione del sistema culturale
quale appartiene.
31
Cfr. D. ORLANDO CIAN, Metodologia della ricerca pedagogica, cit., pag.112.
12
Nella seconda parte si procederà in primo luogo a una ricostruzione storica
generale delle politiche di educazione e formazione dell’Unione Europea, che
avrà l’obiettivo di individuarne l’evoluzione complessiva. Successivamente, si
passerà alla descrizione delle tipologie d’iniziative poste in essere dagli anni ‘50
fino ad oggi, per chiarire i settori, gli obiettivi specifici e i contenuti principali
degli interventi. Infine, per completare il quadro descrittivo, s’individueranno
alcune caratteristiche ricorrenti delle azioni dell’Unione Europea in questi settori.
La terza parte prenderà in esame l’intervento in un settore specifico, quello
dell’educazione e formazione nel campo ambientale. Come si è detto, tale analisi
avrà lo scopo di verificare se quanto sarà emerso nella descrizione generale trova
conferma nell’attuazione nel campo specifico. Inoltre, permetterà di arricchire il
quadro espositivo, offrendo un’esemplificazione d’intervento che consentirà di far
emergere ulteriori elementi, che dall’esame generale potrebbero non essersi
delineati.
La scelta di analizzare il tema dell’educazione ambientale è stata fatta a priori, in
fase di progettazione della ricerca, senza sapere cosa ne sarebbe emerso, sulla
base del semplice criterio di un interesse di studio: in questo modo si è ritenuto di
aver tutelato l’indagine da una scelta che, se fosse stata fatta in un secondo
momento, quando già se ne conoscevano i contenuti, sarebbe potuto essere
influenzata da criteri e fattori meno controllabili.
Nelle conclusioni del lavoro si proporranno alcune riflessioni sui risultati
principali dell’indagine.
13
0.4. Gli strumenti
Gli strumenti su cui si basa il lavoro di ricostruzione storica sono
principalmente il reperimento e l’analisi di fonti
32
. In questo caso si è scelto di
lavorare su fonti primarie, ossia esclusivamente su documenti ufficiali, per il loro
carattere di diretta espressione della volontà dell’Unione Europea. Inoltre va
precisato che, coerentemente con l’obiettivo della ricerca, si sono presi in
considerazione gli atti ufficiali reperiti unicamente alle seguenti voci delle basi
dati pubbliche: educazione, formazione, istruzione, gioventù e ambiente. Nello
specifico le fonti sono state:
z i Trattati istitutivi delle Comunità europee e la legislazione europea in vigore
pubblicata nelle Gazzette Ufficiali della Comunità europea
33
e/o nelle raccolte
legislative ad hoc
34
;
z i documenti generali di programmazione e verifica della Commissione
35
(nella
classificazione europea vengono denominati con la sigla “COM”);
32
F. DE BARTOLOMEIS, La ricerca come antipedagogia, cit., pag. 109 e seguenti.
33
La Gazzetta ufficiale, pubblicata giornalmente in 11 lingue, consta di due serie collegate: la serie
L (legislazione) e la serie C (informazioni, bandi e atti preparatori per la legislazione comunitaria),
nonché di un supplemento e di un allegato; d’ora innanzi la Gazzetta Ufficiale verrà indicata con la
sigla GU.
34
In particolare circa l’educazione e la formazione si sono prese in considerazione le seguenti
raccolte: CONSIGLIO DELLE COMUNITÀ EUROPEE, Testi relativi alla politica europea in
materia di istruzione. Terza edizione - giugno 1987, Ufficio per le pubblicazioni ufficiali delle
Comunità europee, Lussemburgo 1987; CONSIGLIO DELLE COMUNITÀ EUROPEE, Testi
relativi alla politica europea in materia di istruzione. Supplemento alla terza edizione – dicembre
1989, Ufficio per le pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, Lussemburgo 1990;
CONSIGLIO DELLE COMUNITÀ EUROPEE, Testi relativi alla politica europea in materia di
istruzione. Supplemento n. 2 alla terza edizione (1990-1992), Ufficio per le pubblicazioni ufficiali
delle Comunità europee, Lussemburgo 1993; CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA, Testi
relativi all’istruzione alla formazione e alla gioventù – (1993-1997), Ufficio per le pubblicazioni
ufficiali delle Comunità europee, Lussemburgo 1998.
35
La Commissione è un organo dell’Unione Europea di cui si avrà modo di parlare nel prossimo
capitolo.
14
z i resoconti delle attività della Commissione e delle altre istituzioni comunitarie
forniti sul Bollettino dell'Unione europea
36
;
z i materiali informativi diffusi dall’Unione Europea.
Il reperimento di questi materiali ha presentato un lungo lavoro d’indagine che ha
condotto prima all’individuazione degli enti deputati alla diffusione delle
informazioni sull’Unione Europea e, successivamente, al recupero dei materiali.
Questi ultimi si sono presentati in due diverse forme in base al supporto utilizzato:
cartaceo o elettronico.
I materiali divulgati su supporti cartacei si sono reperiti presso i centri di
informazione comunitaria
37
, in particolare:
z i CENTRI DI DOCUMENTAZIONE EUROPEA (CDE) delle Università di
Padova
38
e Venezia
39
, che ricevono tutte le pubblicazioni della Comunità
Europea e dove si sono presi in esame i documenti classificati nei settori
“ambiente” e “istruzione, formazione e gioventù”;
36
Pubblicato mensilmente a cura del Segretariato generale della Commissione europea nelle
lingue ufficiali per dieci numeri l'anno.
37
La rete dei centri informativi dell'Unione Europea è coordinata a livello comunitario dalla
Direzione Generale X della Commissione Europea, Direzione A, Unità 6 "Biblioteche e Centri di
Documentazione Europea" attraverso ICONE - Information COmmunication Networks Europe, ed
ha lo scopo di aiutare i cittadini europei ad accedere alle pubblicazioni della Comunità Europea. I
centri informativi e di documentazione raccolgono, catalogano e permettono la consultazione al
pubblico delle pubblicazioni dell'EUR-OP, l'Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali delle Comunità
Europee, e si distinguono a seconda del tipo di informazioni che offrono in: Centri di
Documentazione Europea (CDE); Centri di Documentazione Europea Specializzati (CDS); Centri
di Riferimento sulla Comunità Europea (CRE); Biblioteche Depositarie (DEP). Altri centri
informativi con finalità divulgative o settoriali sono: gli Info Point Europa (IPE); gli Euro Info
Centre (EIC); i Carrefour Rurali Europei (CAR); i Forum urbani per lo sviluppo sostenibile. Cfr.:
sito Web del Centro di Documentazione Europea di Venezia, helios.unive.it/~cde, dove si possono
trovare informazioni più dettagliate.
38
Università degli Studi di Padova, Ufficio Relazioni Internazionali, Via VIII Febbraio 2, 35122
Padova, Tel. (+39-049) 8273065/8273055, Fax 8273060.
39
Università Ca' Foscari di Venezia, Ca' Bernardo, Dorsoduro 3199, 30123 Venezia, tel. (+39-
041) 2577059/7061, fax 5229247, e-mail: [email protected].
15
z gli UFFICI DI RAPPRESENTANZA IN ITALIA DELLA COMMISSIONE
EUROPEA di ROMA
40
e MILANO
41
, ai quali si è inviata una richiesta di
informazioni e di materiale sulle politiche educative e formative;
z l’INFO POINT EUROPA di Venezia presso il quale si è recuperato materiale
informativo generico
42
;
ξ la DIREZIONE GENERALE PER L’ISTRUZIONE, LA FORMAZIONE E
LA GIOVENTÙ
43
della Commissione alla quale, pure, è stata inviata una
richiesta di materiale e informazioni sulle politiche educative e formative;
I materiali su supporto elettronico sono stati invece reperiti in rete; in particolare
si è fatto riferimento:
z ad EUROPA, il server dell’Unione Europea, all’indirizzo www.europa.eu.int,
dal quale tra le altre cose si è avuto accesso:
ai server delle istituzioni comunitarie (del Parlamento, del Consiglio, della
Commissione, della Corte di Giustizia, della Corte dei Conti e degli altri
organi dell’Unione Europea );
ad EUR-LEX, base dati ufficiale di accesso gratuito al diritto dell'Unione
Europea ossia: alla Gazzetta Ufficiale, ai Trattati, alla Legislazione in
vigore, alla Giurisprudenza. In particolare si è consultata la legislazione in
vigore nei settori così classificati: “15 Ambiente, consumatori e tutela
della salute” e “16 Scienza, informazione, istruzione e cultura”;
ad ECLAS, il Catalogo unificato delle Biblioteche della Commissione
Europea;
a SCADplus, una base dati ufficiale ad accesso gratuito che offre
informazioni essenziali sulle politiche dell'Unione Europea;
40
Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, via Poli 29, 00187 Roma, tel. (+39-06)
699991.
41
Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, Corso Magenta 59, 20123 Milano, tel.
(+39-02) 4675141.
42
IPE - Info Point Europa - Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Venezia, San Marco
4137, 30124 Venezia, tel. (+39-041) 2748082, fax 2410045, e-mail:
[email protected].
16
a CELEXplus, base dati ufficiale più completa di EUR-LEX, che permette
l'accesso gratuito tramite una opportuna procedura, ai documenti
contenuti nella base dati CELEX, che invece è a pagamento, e che
contiene la legislazione (Gazzetta Ufficiale, regolamenti, direttive,
decisioni), la giurisprudenza, i lavori preparatori, le interrogazioni
parlamentari.
z al sito Web della rappresentanza italiana della Commissione a Roma
(www.comeur.it), che contiene, tra l’altro, notizie generali sui programmi
europei
44
.
Il lavoro di ricerca, di catalogazione e d’analisi delle fonti è stato piuttosto
complesso. Si ritiene che in questo stia uno dei contributi più interessanti di
questo studio, in quanto la descrizione e l’esposizione ragionata di tanti documenti
emanati dall’Unione Europea offre quantomeno una base di partenza di semplice
consultazione per chiunque desiderasse avere delle informazioni di base a
riguardo o approfondire lo studio di questi argomenti.
A conclusione di questa introduzione si desidera introdurre una questione di
ordine terminologico, emersa proprio dallo studio delle fonti, che ha posto una
prima riflessione sul tema della ricerca.
Nello studio dei documenti si è notato che i testi ufficiali in lingua inglese usano il
termine “education” mentre negli stessi testi ufficiali in lingua italiana esso viene
tradotto “istruzione”.
43
EUROPEAN COMMISSION, DGXII: Education, Training and Youth, Rue Belliard 5-7, B-
1049 Bruxelles.
44
Per una descrizione dettagliata sia dei siti Web che offrono informazioni sull’Unione Europea
che dei centri di informazione dell’Unione Europea si rimanda nuovamente al sito Web del CDE
di Venezia: helios.unive.it/~cde.