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Capitolo 1. L’alimentazione umana
1. Principi alimentari
Con il termine alimentazione (1) si fa riferimento all’attività indispensabile per la
sopravvivenza degli individui e consistente nell’assunzione quotidiana di alimenti,
attraverso la quale vengono forniti all’organismo i principi nutritivi necessari per
soddisfare le esigenze vitali. Infatti, in relazione ai fabbisogni fondamentali, che sono
di tipo:
• energetico;
• plastico, per la crescita e il mantenimento;
• regolatore e protettivo;
individuiamo gli alimenti, che possono essere suddivisi in:
• alimenti energetici, contenenti soprattutto lipidi e glucidi, tra questi ricordiamo
il pane, la pasta, il riso e la frutta per il loro alto contenuto di glucidi
(zuccheri), l’olio e il burro per il contenuto di lipidi (grassi);
• alimenti plastici, contenenti essenzialmente proteine, come la carne e il
formaggio;
• alimenti regolatori e protettivi, che forniscono soprattutto vitamine e sali
minerali, come la frutta e la verdura;
• alimenti nervini, che procurano all’organismo sostanze stimolanti il sistema
nervoso, come la caffeina, l’alcol presenti nel caffè e negli alcolici;
• alimenti idrici, e quindi soprattutto l’acqua;
• condimenti, che in genere hanno un basso contenuto nutritivo, ma stimolano e
favoriscono la digestione.
Possiamo utilmente suddividere gli alimenti anche in relazione alla loro natura, e
quindi definirli vegetali, animali, minerali (acqua e sali) e sintetici.
Ancora possiamo trovare una migliore analisi nella classificazione proposta
dall’Istituto Nazionale della Nutrizione, che riprende la suddivisione degli alimenti in
tre categorie, cioè alimenti plastici, alimenti energetici, alimenti protettivi e regolatori
e ulteriormente individua i seguenti 7 gruppi alimentari:
• gruppo I - proteine a elevato valore biologico, alimenti ricchi di calcio
(uova, latte e derivati);
• gruppo II - proteine ad alto valore biologico, ferro, vitamina B (carne, pesce,
uova);
• gruppo III - proteine di discreto valore biologico, glucidi, ferro, calcio
(legumi secchi);
• gruppo IV - glucidi, proteine di basso valore biologico, alcune vitamine
idrosolubili (derivati dai cereali);
• gruppo V - acidi grassi essenziali, vitamine liposolubili (grassi, oli
vegetali);
• gruppo VI - sali minerali, vitamine idrosolubili, fibre (ortaggi, frutta varia);
• gruppo VII - alimenti ricchi di calcio potassio, vitamina C, minerali (agrumi,
pomodori. (1)
Tali classificazioni ci permettono di introdurre un’analisi generale delle proprietà
nutritive degli alimenti, alla cui base stanno i principi alimentari che compongono i
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cibi, quali i lipidi (grassi), i protidi (proteine), i glucidi (zuccheri), le vitamine, i sali
minerali, l’acqua, a loro volta formati dai principi nutritivi come gli amminoacidi nelle
proteine, gli acidi e la glicerina nei lipidi, il glucosio nei glucidi. (2)
1.1 I glucidi
I glucidi, chiamati anche zuccheri o carboidrati o ancora saccaridi, sono i costituenti
più importanti dei vegetali, e pur rappresentando appena l’1% del corpo umano hanno
una notevole importanza nutrizionale. (3) Costituiscono, infatti, il più abbondante
principio alimentare nell’alimentazione umana e anche la fonte energetica a minor
costo, trovandosi in alimenti come i cereali e derivati, i legumi, la soia, le patate, la
frutta, il miele, la marmellata. Si possono suddividere in monosaccaridi, o zuccheri
semplici, quali glucosio, fruttosio, galattosio, in disaccaridi, quali saccarosio, lattosio,
maltosio, e in polisaccaridi, quali amido, cellulosa, glicogeno. (2)
Tenendo conto della loro utilizzabilità nutrizionale, vengono classificati anche in
glucidi disponibili, cioè digeribili e assimilabili dall’organismo e glucidi non
disponibili, come la fibra alimentare contenuta negli alimenti vegetali. Si possono,
però, considerare parzialmente digeribili alcuni amidi e zuccheri di origine industriale,
appositamente modificati e usati come additivi o come prodotti dietetici a minor
contenuto calorico.
Le funzioni riconosciute ai glucidi sono quella energetica, in quanto costituiscono
fonte di energia immediatamente utilizzabile e nutrimento per le cellule e quella
strutturale rientrando nella costituzione delle cellule.
Notevole importanza tra gli zuccheri in materia alimentare hanno gli edulcoranti, in
quanto vengono addizionati agli alimenti per renderli dolci o per diminuirne acidità e
amarezza. Tra gli edulcoranti naturali i più utilizzati sono il glucosio, il saccarosio, il
lattosio, l’amido e il fruttosio, utilizzato anche in campo medico per le persone che
non tollerano altri tipi di zuccheri. Tra quelli sintetici, prodotti artificialmente,
troviamo la saccarina, il ciclammato sodico, l’aspartame. Questi non sono
chimicamente degli zuccheri, non danno nessun apporto calorico e sono più dolci
degli zuccheri e inoltre ne viene limitato l’utilizzo nei prodotti alimentari in seguito a
presunte tossicità ed effetti cancerogeni. (1)
1.2 I lipidi
I lipidi, detti anche trigliceridi o più comunemente grassi, sono chimicamente degli
esteri, costituiti da glicerina e acidi grassi, insolubili in acqua, ma solubili in solventi
organici. La classificazione più semplice attiene allo stato fisico in cui si trovano,
infatti i lipidi sono classificabili in grassi, solidi a temperatura ambiente, e oli, liquidi
a temperatura ambiente. I primi, sono la componente principale dei condimenti come
il burro, la margarina, lo strutto, oltre a essere presenti nei prodotti lattiero-caseari,
nelle carni, nei salumi; mentre i secondi, si trovano principalmente nei semi, in alcuni
frutti, nel pesce. Ancora, possiamo suddividere i lipidi in relazione alla provenienza e
secondo la complessità della molecola, e quindi i lipidi di origine animale e di origine
vegetale, e i lipidi semplici e complessi. (2)
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La funzione fondamentale dei lipidi è quella energetica, e per questo vengono
accumulati dall’organismo, ma non meno importante è l’azione di trasporto svolta
verso alcuni ormoni e vitamine liposolubili (A,D,E,K), e la funzione di isolamento
termico, al fine di mantenere la temperatura corporea costante.
Dal punto di vista nutrizionale, alcuni acidi grassi, detti essenziali, sono
importantissimi, poiché svolgono funzioni basilari, soprattutto strutturale e
bioregolatrice, e inoltre non sono sintetizzabili dagli organismi, quindi devono essere
assunti attraverso l’alimentazione. (1)
1.3 I protidi
I protidi, o più comunemente proteine, sono sostanze presenti nelle piante e negli
animali e risultano implicate in tutti i fenomeni biologici che interessano gli esseri
viventi. Dal punto di vista chimico, sono degli eteropolimeri lineari costituiti da
sequenze di amminoacidi, specifiche per ogni proteina, mentre la composizione è
sostanzialmente formata da quattro elementi: carbonio, idrogeno, azoto e ossigeno. (2)
La funzione fondamentale delle proteine è quella plastica, in quanto permette la
formazione e l’accrescimento del corpo, ma ritroviamo altre proteine dotate di
particolari attività biologica, quali gli enzimi, gli ormoni, gli anticorpi, le proteine di
trasporto, le proteine deputate alla coagulazione del sangue, le proteine di riserva, le
proteine contrattili.
Presenti nell’organismo umano, fino al 16% del corpo di un’adulto, le proteine le
troviamo presenti soprattutto in alimenti quali la carne, il formaggio, i legumi, ma in
percentuali minori anche negli ortaggi, nella frutta e nella farina. (3) Di fatto, le
proteine alimentari si trovano, anche se in percentuali differenti, in quasi tutti gli
alimenti e tutte, direttamente o meno, forniscono all’organismo, attraverso gli
amminoacidi, gli elementi necessari alla sintesi delle proprie proteine e dei composti
azotati non proteici.
Dal punto di vista nutritivo gli alimenti che forniscono proteine particolarmente
importanti, sono la carne e il pesce che procurano proteine delle masse muscolari e le
uova e il latte che invece danno le proteine di riserva. Infatti, gli alimenti di origine
animale contengono quote elevate di proteine di alta qualità, composti di amminoacidi
simili a quelli del corpo umano, mentre i cereali e i legumi forniscono proteine di
media qualità e a composizione complementare, e per questo richiedono l’assunzione
mista.
Infine, bisogna ricordare che gli alimenti, talvolta, forniscono proteine che hanno un
effetto negativo per l’organismo umano per esempio le lectine, che contengono fattori
antinutrizionali che vengono inattivati con la cottura, oppure talune tossine di origine
batterica e alcuni allergeni, quali le proteine del latte, dell’uovo, dei molluschi.
Oltre a ciò, le proteine costituiscono anche una classe particolare di agenti patogeni
chiamati prioni, responsabili di malattie degenerative del sistema nervoso negli
animali, come lo scrapie per gli ovini e la BSE nelle mucche e secondo la teoria più
accredita, anche dell’encefalopatia spongiforme nell’uomo, anche se gli studi sono
estremamente contrastanti. (1)
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1.4 I sali minerali
I sali minerali sono sostanze inorganiche essenziali per l’organismo umano che ne
costituiscono il 4%, e che devono essere assunti con l’alimentazione. Si ritrovano
praticamente in ogni alimento, e svolgono funzioni bioregolatrice e protettiva, di
struttura, regolatrice.
Una classificazione basata sulla quantità presente nel corpo umano li suddivide in
macroelementi e microelementi, ricomprendendo nella prima categoria il calcio, il
fosforo, il magnesio, lo zolfo, il sodio, il cloro, il potassio, che devono essere presenti
nel nostro organismo in quantità relativamente elevate; mentre nella seconda, presenti
in piccole quantità, ritroviamo il ferro, il rame, lo zinco, il fluoro, il selenio.(2) Ogni
elemento ha, quindi, caratteristiche particolari e apporti giornalieri ben precisi, che
possono essere soddisfatti con numerosi alimenti, come ad esempio il parmigiano
reggiano e il latte per il calcio; il fegato, la carne equina, le uova, la frutta secca per il
ferro; il cacao e frumento per il fosforo; i fagioli, gli spinaci, i pomodori per il
potassio; i salumi e i formaggi per il sodio; il pesce, il sale e la frutta per lo iodio. (1)
I minerali organici presenti negli alimenti si stanno rilevando sempre più importanti
per la nutrizione e la salute, soprattutto nella prevenzione di talune malattie, come ad
esempio i tumori, per i quali si è verificato che vegetali particolarmente ricchi di
selenio, o coltivativi in terreni arricchiti con il minerale, svolgono una significativa
attività curativa.
1.5 Le vitamine
Le vitamine sono sostanze organiche, non energetiche, presenti negli alimenti,
indispensabili all’organismo in quanto non sintetizzabili, affinché il metabolismo
cellulare si svolga regolarmente. Ogni vitamina svolge un ruolo preciso all’interno del
corpo umano, anche a dosi minime, soprattutto a protezione e a rinforzo degli apparati
di difesa. Vengono classificate in base al fatto che siano solubili in soluzione acquose
o nei grassi, e quindi in idrosolubili e liposolubili. Fanno parte delle prime le vitamine
del gruppo B e la vitamina C, che devono essere immesse nell’organismo
regolarmente, in quanto non vengono immagazzinate, mentre sono liposolubili le
vitamine A, D, E, K, che si accumulano nel fegato e nel tessuto adiposo. (1) (5)
La vitamina A, fondamentale nella crescita e nella percezione della luce, la ritroviamo
soprattutto nell’olio di fegato di pesce e nei prodotti caseari, mentre quella D, che
svolge la sua attività principale nel regolare il metabolismo del calcio, si ritrova in
pochi alimenti, quali il fegato e i visceri dei pesci, pur trovando la giusta dose
giornaliera all’organismo nella sola esposizione al sole, in seguito all’irradiazione
ultravioletta.
La vitamina E, invece, che interviene come fattore antiossidante in alcuni processi
metabolici, la troviamo in molti vegetali come la lattuga, le arachidi, i semi, l’olio di
oliva ma anche nel latte e nelle uova. La vitamine K, meglio distinta nei composti K1,
K2, K3, è abbastanza diffusa in natura, infatti la ritroviamo in modo abbondante negli
spinaci e nei cavoli, e anche nel fegato, serve essenzialmente nella formazione di
fattori responsabili della coagulazione del sangue.
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Le vitamine idrosolubili, B e C, le ritroviamo in molti alimenti. Ad esempio, la
vitamina B1 è presente nei cereali e nei legumi, mentre le verdure fresche, le uova, il
latte e il fegato sono ricche di vitamina B2, cosi gli agrumi, i cavoli, gli spinaci, le
verze sono abbondanti di vitamina C. Allo stesso modo, le funzioni sono numerose e
varie: dal favorire il metabolismo dei grassi all’azione antianemica, dalla formazione
di anticorpi all’inattivazione di sostanze tossiche per l’organismo. (2)
Oggi, l’importanza delle vitamine non è più messa in discussione, quanto forse i rischi
derivanti da un eccesso o uno squilibrio tra le diverse vitamine, in seguito a diete
scorrette o ad un loro uso farmaceutico piuttosto che nutrizionale.
1.6 Le fibre alimentari
Le fibre alimentari sono varie sostanze, chimicamente simili ai glucidi, che non
vengono assimilate dall’organismo e quindi non forniscono calorie. Si possono
classificare in due categorie:
• solubili in acqua, e quindi pectine, polimeri presenti nella frutta; gomme e
mucillagini, polimeri presenti soprattutto negli zuccheri; galattomannani,
polimeri presenti specialmente nei legumi;
• non solubili in acqua, fra le quali la cellulosa, polimero del glucosio presente
in misura intorno al 25% le fibre dei cereali, nella frutta e nella verdura; le
emicellulose, che costituiscono per il 50-70% le fibre vegetali; le lignine, che
completano le fibre vegetali presenti nei cereali, nella frutta e nella verdura. (1)
Alimenti ricchi di fibre sono quindi i legumi, la verdura, la frutta, i cereali e i loro
derivati poco raffinati, che sono assolutamente indispensabili per una sana
alimentazione. Infatti recenti studi ed esperimenti mostrato come il consumo corretto
di fibre alimentari consente di ridurre la diffusione di varie malattie come il cancro del
colon e del retto, il diabete, la cardiopatia ischemica. Nei vegetali non raffinati è
presente una parte fibra insolubile che contiene numerosi elementi non digeribili ed
assorbibili dallo stomaco, i quali fermentano nel secondo tratto dell’intestino e
consentono una regolare assorbimento degli zuccheri e degli acidi grassi.
Purtroppo la nostra società è sempre più caratterizzata da un’alimentazione ricca di
cibi carenti di fibre vegetali, come ad esempio quelli di origine animale, o di cibi per
cosi dire “raffinati”, che non consentono un giusto apporto di fibre all’organismo
determinando situazioni rischiose per la salute. Naturalmente, occorre rilevare che
anche un consumo eccessivo di tali sostanze, soprattutto se consumate da sole, come
ad esempio la crusca, potrebbe portare a situazioni negative per l’intestino, a danno
degli altri principi nutritivi assunti dall’organismo. (6)
1.7 L’acqua
L’acqua è il principale componente dell’organismo umano, e di tutti gli altri organismi
viventi, di cui ne costituisce circa il 65-70% del peso corporeo. Per ciò che riguarda
gli alimenti, l’acqua, con poche eccezioni, vi è contenuta in quantità più o meno
rilevanti, che vanno dall’oltre il 90% delle lattughe, gli spinaci, i pomodori, le pesche,
e tanti altri al meno del 10% dello zucchero, l’olio, le mandorle, lo strutto.
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Le principali funzioni dell’acqua nell’organismo umano sono l’azione di solvente, la
funzione di trasporto dei principi nutritivi dei rifiuti, l’azione di termoregolazione e di
mantenimento dell’equilibrio termico, l’azione lubrificante nelle articolazioni e
nell’esofago, la funzione idrolitica per la digestione degli zuccheri, dei lipidi e delle
proteine e inoltre una funzione plastica, in quanto è il maggior costituente delle
cellule. (2)
Nella sua destinazione al consumo umano, ritroviamo una direttiva CEE del 1980 che
regolamenta il suo stato di potabilità, la sua destinazione, i requisiti fisici, chimici,
organolettici. In particolare se ne richiede la limpidezza, l’essere inodore e incolore, di
un sapore gradevole, di trovarsi a temperatura media (6-14 °C), essere pura e
contenere quantità minime di sali minerali. (1)
Non è raro, purtroppo, che le acque minerali contengano più contaminanti del lecito,
come tracce di piombo e nitrati superiori ai livelli consentiti, tanto che nel 1999
l’Unione europea ha segnalato l’Italia per le acque imbottigliate più inquinate in
Europa. In realtà il problema maggiore è relativo alle stesse bottiglie di plastica, in
grado di rilasciare nel tempo sostanze tossiche, nei confronti delle quali, la Comunità
ha adottato direttive atte a regolarne l’utilizzo.
2. L’alimentazione in Europa
Indubbiamente l’alimentazione rappresenta il bisogno primario per gli uomini, in
qualunque società, ma è altrettanto vero che le situazioni e i modi in cui questo viene
soddisfatto variano notevolmente da regione a regione. La nostra società è oramai
arrivata all’abbondanza e alla totale varietà alimentare, presentando nel contempo un
bisogno di regole e controlli che garantiscano un elevato livello di sicurezza degli
alimenti.
La tabella seguente mostra il consumo alimentare medio per persona nell’Unione
europea rispetto alle principali categorie di alimenti, per quanto nei differenti paesi si
rilevino notevoli differenze.
(Fonte: La situazione dell’agricoltura nell’Unione europea, Relazione 1998) (7)
8
In media la famiglia europea spende circa il 18% del suo reddito per la sua
alimentazione, che corrisponde a livello comunitario ad una spesa totale per i prodotti
alimentari di oltre 1000 miliardi di Euro all’anno. Questi dati sintetici ci consentono di
capire l’importanza sociale ed economica di un settore, quello alimentare, che mai
come oggi ha necessità di riconquistare la fiducia nei consumatori. Infatti, già nel
1997, una rilevazione dell’Eurobarometro sulla sicurezza degli alimenti ha evidenziato
come la preoccupazione dei cittadini europei era in aumento, in modo maggiore
rispetto alla qualità delle carni e del pesce e come la fiducia nell’informazione diffusa
dalle autorità fosse bassissima. La realtà delle ultimi tempi ha decisamente dato
ragione a queste preoccupazioni, tanto da rendere necessaria una riformulazione della
politica comunitaria in materia di tutela alimentare, al fine di ripristinare la fiducia dei
consumatori europei e garantire loro un elevato livello di sicurezza. (7)
9
Capitolo 2. La sicurezza alimentare nell’Unione europea
1. Politiche dei consumatori e dei prodotti alimentari
Al fine di tutelare gli interessi specifici dei consumatori il cui ruolo è alla base della
società moderna, i diversi Stati membri dell’Unione europea hanno, nel corso degli
anni, elaborato politiche atte a migliorare il tenore di vita sia attraverso la promozione
della sicurezza, della salute, della parità che attraverso metodi e normative che
riflettono le loro diversità istituzionali, culturali e politiche.
Considerando poi che oggi l’industria alimentare è uno dei settori principali
dell’Unione, con una produzione pari a circa il 15% del prodotto complessivo
europeo, si può capire la presenza e l’importanza degli alimenti nella nostra società.
L’esistenza di una tale situazione ha dato motivo per l’elaborazione di una politica a
livello comunitario che potesse garantire la libera circolazione delle merci all’interno
del territorio europeo, e nel contempo assicurare un elevato livello di protezione ai
consumatori nei prodotti provenienti da tutti gli Stati membri.
A partire dagli anni ’70 si è così evoluta la politica in materia di consumo e al suo
interno la legislazione alimentare. Infatti tale politica non era prevista nel Trattato di
Roma e solo nel primo programma d’azione relativo alla protezione dei consumatori
si è fatto riferimento alla necessità di affiancare alle altre politiche comunitarie anche
quella in materia di consumatori. (8) Gli obiettivi segnalati dalla Commissione, da
integrare necessariamente nelle altre politiche comunitarie, riguardavano il diritto alla
tutela degli interessi economici, il diritto al risarcimento dei danni, il diritto
all’informazione e all’educazione, il diritto alla rappresentanza, e soprattutto il diritto
alla tutela della salute e della sicurezza.
Nello stesso tempo, mentre la politica dei consumatori entrava a far parte del quadro
generale di realizzazione del Mercato interno, la legislazione in materia di prodotti
alimentari, avviata negli anni ’60 con le prime direttive sugli additivi, subiva un
cambiamento di strategia. In un primo tempo, infatti, la Comunità europea aveva
utilizzato una duplice impostazione: l’emanazione di direttive “orizzontali”
riguardanti in generale diversi aspetti degli alimenti, come ad esempio le norme
generali sull’etichettatura dei prodotti alimentari e l’emanazione di direttive
“verticali” o di settore destinate, invece, a regolamentare specifiche condizioni e
requisiti di determinati prodotti. Poiché l’attuazione dell’impostazione “verticale”
risultava estremamente complessa e poco efficace, venne deciso, attraverso una
Comunicazione della Commissione del 1985, di reimpostare la strategia, definendo le
materie che richiedono l’intervento legislativo comunitario e dando priorità
all’impostazione “orizzontale”. Infatti, da allora, vengono adottate norme riguardanti i
requisiti essenziali e comuni a determinate categorie di alimenti, o a tutti gli alimenti,
con l’obiettivo principale di tutelare la salute dei consumatori e garantire la libera
circolazione dei prodotti e nello stesso tempo è stata introdotta la distinzione per cui
l’adozione dei provvedimenti di base che stabiliscono regole generali in materia di
sicurezza e di salute è di competenza del Parlamento e del Consiglio europeo, mentre
la Commissione, oltre che della sua attività di iniziativa e proposta, come i libri
bianchi, ha la competenza su provvedimenti relativi ad aspetti particolari e specifici.
Così, ad esempio, il Consiglio ha emanato una direttiva-quadro relativa ai materiali
che possono entrare a contatto con gli alimenti e la Commissione, sulla base dei criteri
10
generali, ha adottato alcun direttive specifiche relativamente alla pellicola di cellulosa
rigenerata, alle materie plastiche, al cloruro di vinilmonomero.
L’entrata in vigore dell’Atto Unico, prima, e del Trattato di Maastricht, poi, ha
permesso di elevare la protezione dei consumatori al rango di politica comunitaria e di
proporre misure atte ad elevare il livello di sicurezza. Così i nuovi piani d’azione e i
libri verdi, in particolare quello sulla legislazione alimentare, emanati dalla
Commissione hanno posto l’accento sulla necessità di migliorare la tutela e la fiducia
dei consumatori.
In modo speciale, come vedremo, la questione della sicurezza alimentare ha occupato
un ruolo di primo piano, tanto da risultare una priorità nel quadro del Piano d’azione
per la politica dei consumatori 1999-2001
*
. Tale programma d’azione, in un contesto
di crisi ed emergenze alimentari, ha posto tra i suoi obiettivi il raggiungimento di un
elevato livello di sicurezza e di fiducia dei consumatori nei prodotti alimentari,
attraverso alcuni punti fondamentali, quali l’analisi scientifica del rischio,
l’applicazione del principio di precauzione, la semplificazione normativa in materia di
igiene, etichettatura, ispezione degli alimenti, il sistema di allarme rapido, che
verranno ripresi in modo dettagliato dal Libro bianco della Commissione.
L’Unione europea dispone, quindi, di vari provvedimenti destinati a garantire la
sicurezza e la qualità dei prodotti alimentari, che si applicano, come vedremo, agli
alimenti, agli ingredienti, alle sostanze che entrano in contatto con i cibi, ai metodi di
produzione e di trattamento, ai controlli. Così decide quali prodotti sono autorizzati ad
entrare nel mercato, quali sostanze sono adatte alla produzione di generi alimentari e
quali presentano rischi per la salute dei consumatori. Naturalmente sono le autorità
nazionali degli Stati membri che garantiscono l’applicazione delle regole comuni
definite in ambito comunitario, che vengono a tal fine controllate attraverso verifiche
condotte dagli organismi di controllo europei. (9)
2. Cenni sulla legislazione in materia di alimentazione animale
Anche in materia di alimentazione animale gli Stati membri hanno da sempre adottato,
prima che ci fosse un’attenzione della Comunità europea, legislazioni specifiche con
l’intento di proteggere dai rischi l’alimentazione umana.
L’avvio della normativa comunitaria è stata dettata principalmente per garantire la
libera circolazione dei prodotti per mangimi nella Comunità e per incrementare la
produzione di alimenti per il consumo umano. Questo ha chiaramente portato alla
crescita notevole dell’industria foraggiera, e contemporaneamente alla necessità di una
maggiore sicurezza nella produzione dei foraggi. Si è giunti così all’emanazione di
due direttive, la 95/53/CE e la 95/69/CE, volte ad armonizzare i metodi di controllo e
di produzione degli alimenti per animali. (10)
Tuttavia, le crisi della “mucca pazza” e della contaminazione da diossina dei polli
hanno portato ad una necessaria riformulazione della materia prima che la stessa
potesse essere applicata. Infatti soprattutto il problema delle farine animali destinate
agli erbivori ha destato le maggiori preoccupazioni, creando una generale sfiducia dei
*
Comunicazione della Commissione accolta positivamente dal Consiglio europeo con la risoluzione del
28 giugno 1999 sulla politica dei consumatori.
11
consumatori nei confronti delle norme e dei controlli sui mangimi per animali e sugli
alimenti in genere.
Al fine di colmare il ritardo della attuale legislazione comunitaria in materia di
alimentazione animale, il Libro bianco della Commissione propone una serie di
misure che consentano di rilevare in modo preventivo i problemi e quindi gli
interventi correttivi. In particolare viene evidenziata la necessità di chiarire in modo
preciso le responsabilità dei produttori, anche attraverso una loro completa
rintracciabilità, la necessità di un elenco positivo degli ingredienti di mangimi,
l’esclusione dalla catena dei mangimi degli animali morti ( le carcasse ) e dei materiali
di scarto. Naturalmente nell’ottica di un miglior controllo e di una gestione ottimale
delle emergenze, viene evidenziata la necessità di un’autorizzazione ufficiale per gli
impianti di produzione di mangimi, la corretta applicazione del sistema di allarme
rapido, un obbligo per gli Stati membri di ispezionare e monitorare il settore dei
mangimi informando dei risultati la Commissione, un’adeguata base giuridica per le
misure di salvaguardia. (11)
12
Capitolo 3. I principi generali della “legislazione alimentare”
1. Libro verde – principi generali della legislazione in materia
alimentare nell’Unione Europea.
L’adozione di un Libro verde nel 1997 sui principi generali della legislazione
alimentare europea (12) ha rappresentato una nuova tappa di tale processo legislativo.
Infatti, pubblicato con l’obiettivo principale di avviare una consultazione sulla futura
evoluzione della legislazione comunitaria in materia alimentare, il libro verde
definisce gli obiettivi della stessa, insistendo sulla necessità di adottare un approccio
di regolamentazione che interessi l’intera catena alimentare:
• garantire un elevato livello di tutela della salute pubblica e della sicurezza dei
consumatori;
• garantire la libera circolazione delle merci all’interno del mercato unico;
• basare la legislazione su prove scientifiche e sulla valutazione del rischio;
• promuovere la competitività dell’industria europea e le prospettive di
esportazione;
• attribuire la responsabilità principale della sicurezza dei prodotti alimentari ai
produttori e ai fornitori;
• garantire una legislazione razionale e comprensibile per gli utenti.
Naturalmente, oltre ai consumatori, i produttori, le imprese che operano nel settore
alimentare, le autorità responsabili dell’applicazione dei provvedimenti devono poter
disporre di una legislazione efficace, chiara e facilmente applicabile. Per questo la
Commissione ha condotto uno studio sulle misure che consentano di semplificare e
razionalizzare la legislazione comunitaria in materia alimentare e ne ha presentato le
principale caratteristiche, individuando i possibili miglioramenti:
• è necessaria un’adeguata consultazione delle parti sociali durante
l’elaborazione degli atti legislativi, per poter garantirne la trasparenza;
• è preferibile ricorrere ai regolamenti piuttosto che alle direttive, per evitare
ritardi in fatto di recepimento;
• è necessaria l’adozione di procedure semplificate nell’aggiornamento della
legislazione al progresso tecnologico;
• mancando alcune definizioni applicate in generale a tutta la legislazione
“alimentare”, è preferibile proporle, affinché , appunto, possano essere
applicate in modo univoco, e quindi ritroviamo la definizione di “prodotti
alimentari” con la quale si indicano le sostanze o i prodotti trasformati,
parzialmente trasformati o non trasformati destinati all’assunzione da parte
dell’uomo, con esclusione del tabacco, delle specialità medicinali e delle
sostanze psicotrope o stupefanti; oppure la nozione di “immissione sul
mercato” con la quale viene definita qualsiasi operazione che ha lo scopo di
fornire prodotti alimentari a terzi, compresa la vendita o l’immagazzinamento
per una successiva vendita;
• è necessario per quanto riguarda l’etichettatura dei prodotti alimentari, trovare
un equilibrio che permetta ai consumatori di aver tutte le informazioni utili,
evitando norme inutilmente dettagliate.
La Commissione, inoltre, presenta alcune proposte per garantire ulteriormente un
elevato livello di tutela dei consumatori, come è negli obiettivi dello stesso trattato
13
dell’Unione Europea, quali l’introduzione di un obbligo generale di innocuità e
salubrità dei prodotti alimentari che porti le imprese alimentari a dover garantire
l’immissione sul mercato solamente di prodotti alimentari sani e senza rischi per
salute umana, ed anche l’introduzione di etichette che informino i consumatori sui
metodi di informazione. Chiaramente la Commissione precisa che per garantire
l’elevato livello di tutela ai consumatori è fondamentale che le norme applicate alla
produzione comunitaria siano valide anche per i prodotti importati, cosi come i
prodotti esportati al di fuori della Comunità dovranno presentare le stesse garanzie
richieste all’interno dell’Unione.
In conclusione viene messo in evidenza come in materia di controlli il ruolo della
Comunità Europea non è quello di sostituirsi agli Stati membri, ma verificare che i
controlli, necessari, siano effettuati in tutto mercato interno in modo efficace ed
equivalente, e principalmente nei confronti delle attività più rischiose. (9)
2. Salute dei consumatori e sicurezza alimentare
Con la comunicazione del 30 aprile 1997 (13) la Commissione, facendo seguito alle
indicazioni del libro verde, espone la sua nuova strategia in materia di salute dei
consumatori e sicurezza alimentare. Essa si basa su tre principi generali che
riguardano la separazione delle responsabilità legislative da quelle relative alla
consultazione scientifica; la separazione delle responsabilità legislative da quelle
relative al controllo e infine il rafforzamento della trasparenza e della diffusione
dell’informazione sia nel processo decisionale che nelle attività di controllo.
Proprio per rispondere a quest’obiettivi la Direzione generale per la Politica e la tutela
dei consumatori è stata riorganizzata, in modo da avere la piena competenza dei
comitati scientifici, sia direttivo che specifici.
L’aspetto della sicurezza alimentare sembra essere diventata sia condizione base per
la salute dei consumatori, che caratteristica essenziale di un corretto funzionamento
del mercato, in quanto i produttori, le imprese agricole, le imprese di trasformazione e
quelle di commercializzazione dei prodotti hanno un maggior interesse a garantire
questa sicurezza. La Commissione, a tal fine, individua tre strumenti complementari
che consentono di raggiungere questo obiettivo:
• l’analisi dei rischi;
• i pareri scientifici;
• i controlli e le ispezioni.
L’analisi dei rischi, che rientra nella competenza della Commissione, comprende la
valutazione scientifica, la gestione, la comunicazione alle parti in causa dei rischi ed è
strettamente legata al principio di precauzione, nei casi in cui le indagini scientifiche
sembrano incerte.
I pareri scientifici servono, invece, da base alle misure ed agli interventi relativi alla
protezione della salute dei consumatori. Vengono presi dai comitati scientifici,
istituiti recentemente da alcune decisioni CE, che nei settori dell’alimentazione
umana, dell’alimentazione degli animali, nelle questioni veterinarie, degli
antiparassitari, dei prodotti cosmetici, della tossicologia dei prodotti chimici e delle
questioni sulla BSE hanno il compito di adottare e di comunicare queste valutazioni
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rispettando i principi di eccellenza, di indipendenza e di trasparenza. Inoltre, la
Commissione precisa che la Direzione generale della Politica e della protezione della
salute dei consumatori dovrà garantire un seguito adeguato ai pareri adottati dai
comitati scientifici, al fine dell’eventuale elaborazione dei provvedimenti legislativi, e
garantire l’accesso a questi pareri a tutte le parti in causa.
Per quanto riguarda i controlli e le ispezioni, nella comunicazione sono indicati alcuni
orientamenti relativi ai metodi di valutazione dei rischi, in modo da determinare le
priorità a cui dare un seguito rapido, alle operazioni di controllo, in modo che
coprano l’intera catena alimentare, all’introduzione di procedure ufficiali di audit dei
sistemi nazionali di controllo sui quali la Commissione avrà il ruolo di garantire sulle
responsabilità delle autorità nazionali. In relazione al controllo e all’ispezione relativi
all’igiene dei generi alimentari, in campo veterinario e fitosanitario la Commissione
ha presentato una comunicazione nel gennaio del 1998, riconfermando l’impegno in
tema di sicurezza alimentare e salute dei consumatori. (14) A tal fine viene proposta
un’attiva partnership tra l’industria alimentare, gli Stati membri e la Commissione
europea che dovrà vigilare l’azione delle autorità competenti su tutta la catena
alimentare, attraverso tecniche di audit, in modo che i programmi di controllo
elaborati dalle singole nazioni possano garantire, con l’efficace autodisciplina dei
produttori, una produzione che soddisfi le esigenze di sicurezza alimentare auspicate
nella normativa dell’UE. (9)
A riguardo è stata necessaria la riorganizzazione dell’Ufficio alimentare e veterinario
(UAV), che sotto la responsabilità della Commissione, avrà il compito di svolgere ed
organizzare le operazioni di controllo e ispezione. Al suo interno verranno creati sia
gruppi di intervento per i vari settori della catena alimentare, sia gruppi per gli
interventi di emergenza nei casi, oggi sempre più frequenti, di crisi alimentari,
zoosanitarie, fitosanitarie e di sanità pubblica. Chiaramente l’Ufficio alimentare e
veterinario dovrà svolgere adeguati controlli negli Stati membri e nei paesi terzi, che
hanno stipulato accordi con la Comunità europea, rispettando il principio di
sussidiarietà e quindi in un efficace rapporto con le azione di controllo delle singole
nazioni. (7)
3. Libro bianco sulla sicurezza alimentare
Gli avvenimenti recenti riguardanti l’alimentazione umana e animale, quali la crisi
della mucca pazza, i polli alla diossina, ecc. hanno messo in evidenza alcune carenze
nella regolamentazione alimentare e nella sua applicazione, soprattutto in seno
all’Unione Europea, creando nei consumatori una sfiducia totale sia nell’industria
alimentare sia nelle autorità pubbliche che dovrebbero garantire quella sicurezza degli
alimenti sempre più importante. Questa situazione ha portato la Commissione
europea a porre tra le sue priorità il raggiungimento di un alto livello di sicurezza
alimentare nel più breve tempo possibile.
Come sottolineato anche dal Consiglio europeo, nel dicembre del 1999, occorre
soprattutto completare e modernizzare la legislazione “alimentare” dell’Unione
Europea per consentirne una migliore applicazione e poter rafforzare i controlli su
tutta la catena alimentare, dalla fattoria alla tavola, o meglio dall’azienda agricola al
consumatore.
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Il Libro bianco sulla sicurezza alimentare del 12 gennaio 2000 costituisce l’elemento
essenziale di questo obiettivo, in quanto stabilisce i piani per la nuova politica
alimentare. (15) Di fatto la Commissione propone una serie di misure per
riorganizzare la sicurezza alimentare con alcune priorità che riguardano:
• l’istituzione di un’Autorità alimentare europea autonoma, incaricata di
elaborare pareri scientifici indipendenti su tutti gli aspetti inerenti alla
sicurezza alimentare, alla gestione di sistemi di allarme rapido, alla
comunicazione con i consumatori, alla realizzazione di reti con le Agenzie
nazionali e gli organismi scientifici;
• una legislazione che copra tutti gli aspetti connessi con i prodotti alimentari,
in una strategia cosiddetta “dalla fattoria alla tavola”;
• i sistemi di controllo nazionali, che dovrebbero essere svolti in modo più
armonizzato e quindi più efficace all’interno del territorio della Comunità;
• un adeguato dialogo con i consumatori e le altre parti coinvolte in materia di
sicurezza alimentare.
Inoltre la Commissione definisce i principi generali sui quali dovrebbe vertere una
politica europea degli alimenti. Esattamente, nel Libro bianco vengono evidenziate
quelle caratteristiche atte a trasformare la politica alimentare dell’UE in uno
strumento tale da assicurare un elevato livello di salute e tutela dei consumatori.
Queste riguardano una politica basata su una strategia ed un approccio globale e
integrato su tutta la catena alimentare, sia degli alimenti che dei mangimi; una
definizione chiara e precisa dei ruoli e delle responsabilità di tutte le parti coinvolte
ossia di tutti i produttori di alimenti per animali, gli operatori del settore alimentare,
gli operatori agricoli, gli Stati membri dell’UE, la Commissione e i consumatori;
l’introduzione di procedure adeguate alla rintracciabilità degli alimenti, sia destinati
agli esseri umani che agli animali, in tutti i loro percorsi; la coerenza, l’efficacia e il
dinamismo della stessa politica; l’applicazione dell’analisi del rischio, comprendendo
la valutazione, la gestione e la comunicazione dello stesso; l’indipendenza e la
trasparenza dei pareri scientifici, attraverso la nuova Autorità alimentare;
l’applicazione del principio di precauzione nelle decisione di gestione del rischio.
Nel definire in modo più approfondito gli elementi di una politica di sicurezza
alimentare che ha, come già evidenziato, per obiettivi il raggiungimento di un elevato
livello di protezione della salute dei consumatori e il ripristinare la fiducia dei
consumatori, la Commissione indica la raccolta e l’analisi di informazioni come
particolarmente significative per identificare i rischi potenziali in materie di alimenti
e mangimi. Le principali fonti di informazioni sono la sorveglianza delle zoonosi e
dei residui, i sistemi di allarme rapido già attivati, le reti di monitoraggio, la
sorveglianza della sanità pubblica, le esperienze del Centro Comune di Ricerca della
stessa Commissione. E’ chiaro che l’informazione scientifica, soprattutto i pareri
erogati dai Comitati, perché possa supportare efficacemente la sicurezza alimentare,
necessita la massima qualità, in modo da poter rispondere in tempo reale ai rischi
potenziali, e la massima diffusione alle parti in causa che hanno responsabilità nella
decisioni a tutela della salute dei consumatori.