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INTRODUZIONE
Nella società in cui viviamo esistono ancora tanti pregiudizi sull‟omosessualità sia
maschile che femminile. L‟omosessualità viene vista come qualcosa contro natura
e spregevole. Le persone omosessuali sono tanto odiate da non essere considerate
oppure diventare bersagli di pesanti offese o violenze fisiche. Alla televisione si
sentono notizie, ormai tutti i giorni, su violenze o minacce alla vita di persone
omosessuali solo perché semplicemente esprimono il loro amore. L‟atteggiamento
avverso contro gli omosessuali viene chiamato comunemente omofobia ovvero
paura di essere ritenuti omosessuali e quindi non veri uomini. Paura e vergogna
perché ancora domina l‟idea dell‟uomo virile e della maschilità come norma
incontrastata che nessuno può violare. Chi viola queste norme incorre in sanzioni
che non sono pecuniarie ma fisiche o offensive. Omosessuali non si nasce o ci si
diventa, omosessuali si è. Si è cercato di mettere in luce degli elementi che
contribuiscono a costruire socialmente stereotipi relativi all‟omosessualità e le
modalità attraverso cui si strutturano e si perpetuano forme di rifiuto e di
disprezzo. Per cercare di capire come ancora esistano forme di denigrazione nei
confronti dell‟omosessualità si è scelto di analizzare le molteplice modalità
attraverso cui l‟omosessualità viene denominata. Lo scopo per cui vengono
utilizzati determinati termini è dovuto al fatto che il “nominare” uno specifico
aspetto o comportamento sociale contribuisce a identificarlo in termini di valore
ed a perpetuarne lo stereotipo. Molto importante in questo percorso di tesi è stata
la difficoltà di trovare denominazioni per l‟omosessualità femminile dato che vi è
una forte mancanza di termini dovuto al fatto che l‟articolazione, molteplicità e
visibilità del fenomeno al maschile è molto più marcata ed evidente. Il lavoro di
tesi è suddiviso in tre capitoli.
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Nel primo capitolo si è cercato di analizzare i concetti base per arrivare a definire
una persona omosessuale e l‟omofobia. Si è cercato di capire come mai ancora ci
siano idee stereotipate sul mondo omosessuale e perché ci siano molti pregiudizi.
L‟idea sbagliata sul mondo omosessuale può portare ad episodi violenti di
omofobia. L‟omofobia può essere caratterizzata da un processo che inizia fin dalla
nascita. L‟omofobia è la paura espressa dagli eterosessuali di stare in presenza di
omosessuali e l‟avversione che le persone omosessuali hanno nei loro stessi
confronti. La paura che qualcuno possa scoprire una presunta traccia di
omosessualità dentro di sé porta negli uomini ad un continuo stress fisico e
mentale per cercare di avere atteggiamenti “appropriati” per essere riconosciuti
come veri uomini veri uomini. L‟omofobia si può trovare anche tra i gay e
lesbiche che non si sono ancora accettati ed hanno atteggiamenti violenti contro se
stessi ed altri omosessuali. All‟interno del capitolo prima di arrivare a definire
l‟omofobia si è cercato di fare chiarezza sui vari temi che riguardano il genere e il
sesso di una persona che spesso possono essere condizionati da elementi esterni. I
pregiudizi in particolare possono esercitare un forte impatto sulla vita di una
persona. Nella società vengono imposti ideali e modalità di comportamento da
rispettare e chi non adotta queste norme è soggetto ad essere emarginato dalla
società. Il punto cruciale è che la cultura impone determinati atteggiamenti, frutto
di un processo di costruzione sociale.
Nel secondo capitolo si è cercato di analizzare le innumerevoli modalità con cui
l‟omosessualità maschile è stata denominata. Si è cercato di trovare per ogni
termine il suo significato etimologico per avere un quadro più chiaro sulle origini
e l‟ambito in cui il termine veniva utilizzato. Sono stati analizzati anche i termini
che non vengono più utilizzati perché sono stati sostituiti da altri.
Il terzo capitolo è incentrato sulle terminologie con cui viene indicata
l‟omosessualità femminile. Rilevante è che esistono pochi termini conosciuti ed
utilizzati. Una ipotesi che molti studiosi avanzano per spiegare questa differenza è
legata al diverso potere simbolico e materiale che hanno avuto le donne e gli
uomini nella società occidentale. In questo senso la maschilità costituisce il centro
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dell‟ordine simbolico dominante ed è quindi fondamentale anche la trasgressione
ad esso. Non è cosi invece per il femminile.
CAPITOLO I
I concetti essenziali per capire cos’è l’omosessualità.
1.1 Genere e Sesso
I termini Genere e Sesso sono collegati tra loro e descrivono due differenti modi
di leggere le appartenenze sessuali. Ma cosa vuol dire GENERE? Il termine è
stato utilizzato da molti autori in vari ambiti a partire dalla medicina fino ad
arrivare alla sociologia. Le femministe americane lo hanno utilizzato per la prima
volta per ribadire la qualità sociale delle distinzioni basate sul sesso, perché il
genere come categoria analitica veniva escluso dagli studi sulle teorie dei sistemi
di relazione sociale o sessuale.
Il termine in questione rientra nel tentativo delle femministe di interpretare un
aspetto fondante delle disparità sociali, quelle appunto legate all‟appartenenza
sessuale ed insistere sull‟inadeguatezza delle teorie esistenti e spiegare le
persistenti disuguaglianze tra uomini e donne (Di Cori,1996). Il genere diventa
un modo per indicare le “costruzioni sociali” relative ai differenti ruoli svolti
da donne e uomini ed è una categoria sociale imposta a un corpo sessuato. La
parola “genere” è diventata utile soprattutto quando si sono sviluppati gli studi
sul sesso e sulla sessualità perché permette di differenziare le pratiche sessuali
dei ruoli sociali assegnati agli uomini e alle donne (Di Cori, 1996). “L‟uso di
‘genere‟ pone in evidenza un intero sistema di relazioni che può includere il
sesso, senza però esserne direttamente determinato o direttamente determinare
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la sessualità”. (Di Cori, 1996, pag. 314). Il termine genere viene allo stesso
modo analizzato da altri autori, come per esempio dalla studiosa Judith
Lorber:
“Genere è un termine più collettivo che comprende tutte le relazioni che
nella società separano le persone in condizioni sociali differenziate in base al
loro genere sessuale di appartenenza. Dal mio punto di vista, le
diseguaglianze che caratterizza la posizione sociale di delle donne e degli
uomini è dovuta allo sviluppo storico e, come hanno dimostrato le ricerche
etnico-razziali delle femministe, e in ogni status determinato del genere sono
presenti differenziazioni sociali di classe e di razza trasversali, le quali
nascondono il modello universale di dominazione degli uomini e di
subordinazione delle donne indicato nel concetto di patriarcato.” (Lorber,
1995, pag. 22).
Il genere secondo Acker: “è un‟invenzione umana come il linguaggio, la
parentela, la religione e la tecnologia, e come tale organizza la vita sociale
umana, strutturandola secondo diversi modelli culturali. Il genere organizza le
relazioni sociali non solo nella vita quotidiana, ma anche nelle principali
strutture della società, come la classe sociale e le gerarchie presenti nelle
organizzazioni burocratiche”(Acker, 1988, op. cit. in Lorber, 1995, pag. 32).
Considerando la società occidentale troviamo due generi, quello maschile e
quello femminile, che devono rispettare degli standard ben definiti nel senso
che devono rispettare dei comportamenti che la società impone: le persone che
non rispettano determinati modelli comportamentali vengono identificati come
anormali, come differenti dalla maggioranza della società. Il genere cosi è un
elemento dominante nella società ed è parte della vita quotidiana. Per cercare
di chiarire meglio come il genere sia una costruzione sociale possono essere
presi in considerazione gli studi di West e Zimmerman che esplicano cosi: “Il
genere è cosi radicato nella nostra società che lo consideriamo impresso nel
nostro codice genetico. Per molti è difficile credere che il genere sia frutto di
una costruzione sociale costantemente ricreata attraverso l‟interazione tra gli
individui, e che addirittura costituisca il tessuto e l‟ordine della stessa vita
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sociale. Eppure, come la cultura, il genere è una produzione umana che
dipende dalla creazione continua che ogni individuo ne fa.” (West e
Zimmerman, 1987, op. cit. in Lorber, 1995, pag. 35). Per l‟individuo, la
costruzione del genere inizia con l‟assegnazione a una categoria sessuale sulla
base dell‟aspetto, alla nascita, degli organi genitali. Di conseguenza i bambini
sia essi maschi o femmine sono vestiti in base alla loro appartenenza di genere
e ciò è anche dovuto al fatto che i genitori vogliono che i figli appartengono ad
una determinata categoria (maschile o femminile) e che siano identificati come
maschietto o femminuccia e tutto questo è dovuto ad una forte pressione
sociale. Appena il bambino rientra in una delle due categorie di genere viene
trattato dalle altre persone al pari dei suoi simili.(Lorber, 1995, pag. 36). Con il
passare del tempo i bambini crescendo rientrano in una delle due categorie del
genere e assumono atteggiamenti che gli vengono “assegnati” dalla società. Se
all‟uomo è stata assegnata da sempre una posizione di dominio e di potere da
cui discendono i caratteri di ambizione, competitività, sicurezza di sé ed
indipendenza, la donna è stata relegata ad attività di cura e di accudimento
della casa, dei figli, della famiglia, che le conferirebbero un‟indole più incline
all‟emotività, all‟espressività, al coinvolgimento affettivo e alla dipendenza. Il
genere come istituzione sociale rappresenta uno dei sistemi principali con cui
gli essere umani organizzano la loro vita. Il genere distingue cosi un‟identità
sessuale che si costituisce in base a determinati aspetti socio-culturali e
normativi socialmente elaborati. Appartenere al genere maschile o a quello
femminile vuol dire aderire a particolari comportamenti e pratiche sociali
storicamente e socialmente ascrivibili a tali categorie distintive. (Laboratorio
sociologico, 2005).
Sorge spontaneo allora sapere cos‟è il SESSO. Per Sesso si intende una
proprietà di natura bio - psichica, ascrivibile alla natura intrinseca, al
patrimonio genetico di ogni individuo, proprietà che determina una serie
peculiarità fisiche specifiche, fondative di una differenza essenziale ed
irriducibile o naturale. (Laboratorio sociologico, 1995, pag. 14). Quando si
parla di “sesso”, nella società occidentale, si allude al fatto che gli uomini e le
donne possono eccitarsi e soddisfarsi sessualmente implicando l‟uso degli
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organi genitali. (Lorber, 1995)..La sessualità è differenziata nei due sessi
(maschio e femmina) a livello fisico, perché sono diverse l‟anatomia e
l‟esperienza orgasmica delle femmine e dei maschi. Il sesso è legato al genere
perché gli schemi sessuali prescrivono diverse norme di comportamento per
donne e per uomini. Secondo Lorber si possono distinguere varie categorie di
soggetti in base ad alcune caratteristiche:
“Sulla base degli organi genitali, si potrebbe affermare che nelle società
occidentali esistono cinque sessi: inequivocabilmente maschio,
inequivocabilmente femmina, ermafrodita
1
, transessuale da femmina a
maschio e transessuale
2
da maschio a femmina; sulla base della scelta
dell‟oggetto esistono tre orientamenti sessuali: eterosessuale, omosessuale e
bisessuale ( con tutte le variazioni legate al travestitismo, al sadomasochismo
e al feticismo); in base all‟appartenenza ci sono cinque modi per mostrare il
genere: femminile, maschile, ambiguo, travestita da uomo e travestito da
donna (o forse solo tre); sulla base dei legami emotivi esistono sei tipi di
relazioni: amicizia intima, amore non erotico (tra genitori e figli, sorelle e
fratelli, altri parenti e amicizie di vecchia data), amore erotico, passione,
lussuria e violenza sessuale; sulla base della rilevante affiliazione a un
gruppo esistono dieci forme di auto identificazione: donna eterosessuale,
uomo eterosessuale, donna lesbica, uomo gay, donna bisessuale, uomo
bisessuale, donna travestita, uomo travestito, donna transessuale, uomo
transessuale (forse sono quattordici, se i travestiti e i transessuali si
identificano anche come lesbiche o gay)”. (Lorber, 1995, pag. 93-94).
Quando sesso e genere coincidono, nella società occidentale, ci troviamo di
fronte ad una persona eterosessuale, ma quando questi due elementi non sono
sulla stessa linea ci troviamo davanti a delle realtà che la società molto spesso
non accetta perché identificati come qualcosa che va a violare la norma
vigente dell‟eterosessualità.
1
Ermafrodita: etimologicamente colui o colei che fin dalla nascita possiede entrambi gli organi
2
Transessuale: persona che risolve il conflitto tra la propria identità di genere e i caratteri
sessuali del proprio corpo attraverso una transizione che termina con la riattribuzione dei
caratteri sessuali.
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1.1.1 Identità sessuale e identità di genere
L‟identità sessuale è caratterizzata da molti elementi perché in essa
confluiscono componenti biologiche, psicologiche, socio-culturali e la sua
strutturazione è frutto di un processo evolutivo che non di ferma alla
distinzione cromosomica e anatomica ma prosegue durante l‟infanzia, la
pubertà ed oltre se non per tutto l‟arco della vita. (Persico, 2004, op. cit. in
Laboratorio sociologico, 2005, pag. 15). Si potrebbe fare una classifica degli
elementi che influenzano il percorso di strutturazione dell‟identità:
Indicatori psico-biologici: aspetti genetici, anatomici e morfologici che
distinguono gli essere umani in femmine e maschio;
Indicatori “micro-sociali” che coinvolgono il rapporto che il soggetto
intrattiene con le figure appartenenti all‟ambito del mondo vitale;
Indicatori “macro-sociali” come la scuola, le religione, la legge ecc.;
Indicatori di ruolo: stereotipi socialmente costruiti che categorizzano e
discriminano l‟appartenenza ad un sesso piuttosto che all‟altro, ai quali
ogni individuo è socializzato e verso i quali può decidere se aderire o
meno. (Persico, 2004, op. cit. in Laboratorio sociologico, 2005, pag.
15).
L‟identità sessuale è una comprensione profonda che una persona ha di se in
quanto essere sessuato. Include quattro componenti fondamentali: il sesso
biologico, il ruolo di genere
3
, l‟identità di genere e l‟orientamento sessuale.
(Briciole, 2008, pag 98). L‟identità di genere è la percezione che una persona
ha di sé come maschio o femmina, l‟identità di genere è indipendente
dall‟orientamento sessuale e può non coincidere con il sesso biologico. Il
concetto di identità di genere, in alcune correnti della sociologia sviluppatesi
negli Stati Uniti d'America a partire dagli anni 70 del Novecento, viene
utilizzato per descrivere il genere in cui una persona si identifica (cioè, se si
percepisce uomo, donna, o in qualcosa di diverso da queste due polarità).
3
Ruolo di genere: insieme delle aspettative su come gli uomini e le donne si debbano comportare
in una data cultura e in un dato periodo storico.