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Abstract
The preservation of natural heritage of our planet is a strong and actual subject for
the whole world. In this connection, preserve its biodiversity is one of the strategic
objectives of the Convention of Rio de Janeiro (1992) and also of the most recent summit
in Johannesburg (2002).
To add knowledge on the biological diversity protection, a scientific research has
been undertaken in the context of a PhD of the Environmental Agronomy Department of the
Faculty of Agriculture at the University of Palermo, with the aim of studying the heritage of
the autochthonous Orchidaceae on the promontory of Monte Pellegrino.
The site, described as Oriented Natural Reserve and Community Significance Site
(SIC ITA 020014), maintains a very important landscape interest for the city of Palermo. It
has been colonized since the prehistoric times and mentioned, for its beauty, by Goethe in
his Travel around Italy.
The site, is part of the citizenship personality, related to the cult of Saint Rosalia,
Patroness of Palermo.
In response to two years of random inspections and investigation of the whole
promontory, it was possible to draw up a checklist of the orchids. Considering the strong
anthropogenic pressure to which the place is submitted, the presence of the species gives
an enormous biological and landscape-environmental value to the site. Indeed, it was
found a total of 31 taxa (8 Sicilian endemism and 4 natural hybrids), classified in 5 different
genders: Anacamptis, Himanthoglossum, Ophrys, Orchis e Serapias..
The scored data, related to the orchids consistency and their distribution in the site, is
a primary target to implement a suitable plan of protection and preservation.
Keywords: Oriented Natural Reserve Monte Pellegrino, Natura 2000, Endemic species,
Orchidaceae, Ophrys lunulata Parl.
I INTRODUZIONE
Il depauperamento delle risorse naturale ed il degrado ambientale che l’uomo
ha causato dalla rivoluzione industriale ad oggi, hanno ridotto la biodiversità ponendo
a rischio la stessa permanenza della specie umana nel pianeta. Limitandoci ad un
approccio meno catastrofista, non si può non riflettere sul fatto che le attività
antropiche generano degli impatti negativi sugli equilibri naturali dell’ambiente. Inoltre,
lo spostamento di grandi masse di popolazione verso gli agglomerati urbani e lo
spopolamento delle zone rurali, fenomeni sociali conseguenti al progresso
tecnologico, limitano in modo assai notevole, nelle aree degli insediamenti, le naturali
associazioni e relazioni biocenotiche a favore di equilibri totalmente artificiali. La
massiccia urbanizzazione, inoltre, fa perdere quel contatto genuino utile al ricambio
bio-psicologico dell’individuo necessario per il suo equilibrio psicofisico.
Da qui nasce l’esigenza di creare giardini, parchi e aree naturali, è per
soddisfare il bisogno di rapportarsi alla natura, è per garantirne, attraverso la fruizione
cosciente e responsabile, la conservazione.
In ambito comunitario, la protezione della natura, si concretizza attraverso la
tutela e conservazione della biodiversità con la creazione della rete ecologica Natura
2000, che prevede particolari vincoli paesaggistici in aree ben determinate (es. siti
d’importanza comunitaria, S.I.C, e zone di protezione speciale, Z.P.S.), identificate in
funzione della presenza di particolari emergenze a livello di specie e/o habitat,
interessanti per la loro importanza biologica e per tanto da attenzionare. A livello
nazionale, il recepimento delle direttive comunitarie, che hanno creato e
istituzionalizzato la rete Natura 2000, ha fatto sì
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che varie aree del nostro territorio siano entrate a pieno titolo a farne parte. Nella
regione siciliana, diverse sono le aree in essa inserite, ed in particolare la parte
costiera del territorio palermitano ne annovera ben tre: la Riserva Naturale Orientata
di Monte Pellegrino (S.I.C. ITA 020014), quella di Capo Gallo (S.I.C. ITA 020006),
quella di Isola delle Femmine (S.I.C. ITA 020005).
Per dare un contributo alla conservazione della biodiversità di una di queste
riserve (Monte Pellegrino), si è deciso di censirne le Orchidaceae, attualizzando i dati
relativi alla loro consistenza nel sito, visto che gli studi botanici più recenti datano
1993-1995. Inoltre, per la loro complessità biologica, le orchidee possono essere
considerate un buon indicatore dello stato di conservazione degli ambienti naturali.
Per tanto, un approfondimento conoscitivo di tal genere, risulta propedeutico a
qualunque tipo di azione di conservazione, implementando così piani di
conservazione e tutela adeguati, in funzione della consistenza delle specie.
In seguito ad un biennio di rilievi in campo, si è potuto aggiornare la checklist
delle Orchidaceae di Monte Pellegrino, riscontrando già differenze in termini di
presenze botaniche relativamente ai dati di bibliografia.
Il mondo di questa famiglia vegetale, per la sua complessità biologico-evolutiva,
può essere spunto per valorizzare il sito in questione, attraverso attività di ricerca, di
riqualificazione e d’educazione ambientale. La sensibilizzazione del pubblico è un
passo strategico verso la difesa e la protezione condivisa del territorio naturale.
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II REVISIONE BIBLIOGRAFICA
2.1 LA PROTEZIONE DEL TERRITORIO
2.1.1 La Conservazione della Natura e della Biodiversità in Europa
Con la convenzione di Rio de Janeiro sulla Diversità Biologica nel giugno del
1992, la biodiversità è stata definita come la “variabilità tra gli organismi viventi di
tutte le forme includendo gli ecosistemi acquatici, marini e terrestri ed i complessi
ecologici di cui sono parte”. Essa si può distinguere in tre categorie gerarchiche:
Specifica, Genetica, Ecosistemica. Per lungo tempo, è stata considerata uno dei
fattori primari del buono stato di conservazione ambientale, mentre oggi è
considerata per lo più un suo indicatore oltre che elemento qualificante, strumento
analitico e interpretativo.
A partire dal riconoscimento del progressivo processo di degrado del territorio e
di crescente impoverimento della diversità biologica in atto nei diversi contesti
territoriali, l’obiettivo della sua conservazione è un tema prioritario delle azioni di
programmazione internazionale e comunitaria, così come riaffermato nel più recente
summit di Johannesburg (2002).
Per tale ragione, per tutelare il territorio naturale, il Consiglio dei Ministri
dell’Unione Europea ha dato vita, con l’emissione delle Direttive “Habitat” ed “Uccelli”,
alla rete ecologica Natura 2000, un sistema coordinato e coerente di aree destinate
alla conservazione della biodiversità presente nel territorio dell’Unione, con il
particolare scopo di tutelare tutta una serie di habitat e specie vegetali ed animali
ritenuti a rischio.
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Gli allegati I e II della direttiva Habitat e l’allegato I della direttiva Uccelli
riportano i codici e la relativa priorità d’intervento delle specie e gli habitat interessati
(Ministero dell’Ambiente, sito web visionato in data 10/06/2008).
2.1.2 Direttiva “Habitat” n° 43/92 dell’U.E.
Lo scopo principale della direttiva è promuovere il mantenimento della
biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna
selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri contraenti, tenendo conto al tempo
stesso delle esigenze economiche, sociali, culturali e regionali.
Nell’articolo 1 vengono date due importanti definizioni ai fini della sua
applicazione:
S.I.C. – Sito di Importanza Comunitaria, sito che contribuisce in modo
significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di habitat naturale (allegato I) o una
specie (allegato II) in uno stato di conservazione soddisfacente
Z.S.C. – Zona Speciale di Conservazione, un sito di importanza comunitaria
designato dagli Stati membri mediante un atto amministrativo in cui sono applicate le
misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino, in uno stato di
conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e/o delle popolazioni delle specie
per cui il sito è designato.
Specie di Interesse Comunitario (“Prioritarie”), nell'allegato II della Direttiva
“Habitat” sono elencate una serie di specie minacciate o in via di estinzione.
Tali specie vengono definite "specie di interesse comunitario" e costituiscono
l'obiettivo prioritario degli interventi di conservazione a livello europeo.
L’Italia, dal 1995 al 1997 ha individuato le aree proponibili come Siti di
Importanza Comunitaria nel proprio territorio nazionale attraverso il programma
Bioitaly stipulato tra il Ministero dell’Ambiente (Servizio Conservazione della Natura),
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le Regioni, le Province autonome, istituzioni scientifiche e l’ENEA in attuazione della
Direttiva Habitat 43/92/EEC.
2.1.3 La Protezione dei Territori Naturali in Sicilia
L’istituzione di parchi e riserve ha un ruolo fondamentale per la conservazione
dell’ambiente. La comunicazione ambientale e la sensibilizzazione della popolazione
deve essere intesa come strumento finalizzato al rispetto della risorsa naturale, che,
se gestita in modo adeguato, origina occupazione ed economie locali con dinamiche
ad elevata sostenibilità.
A livello nazionale, in Italia esistono 22 parchi nazionali istituiti, pari al 5% circa
della superficie nazionale. In Sicilia, il processo della protezione ambientale
attraverso l’istituzione di parchi e riserve inizia nel 1981 con l’approvazione della
legge numero 98, che prevedeva l’istituzione nel tempo di 3 parchi e 19 riserve. La
riserva dello Zingaro, nella provincia di Trapani, è la prima riserva istituita con la
Legge 98. Nel 1985 si giunge ad un totale di 18 riserve, pari a 24.507 ettari, l’1% della
superficie totale regionale. Nel 1987, nasce il parco dell’Etna, primo parco siciliano,
che investe 19 Comuni estendendosi per 58.096 ettari. Nel 1989, prende vita il parco
delle Madonie, con i suoi 39.941 ettari e 15 comuni. Si arriva in tale data ad una
percentuale di territorio protetto pari al 5% della superficie totale regionale. Nel 1988
la Legge numero 14 corregge alcuni punti della precedente legge. Nel 1991, con
decreto assessoriale, prende forma il piano regionale dei parchi e delle riserve che
prevede la costituzione di 79 riserve. Nel 1993, nasce il più grande dei parchi siciliani,
il parco dei Nebrodi con una estensione di 85.587 ha nella cui area ricadono 21
comuni e si arriva così ad un 8% del territorio tutelato. Nel periodo compreso dal
1993 e 2000, la Regione Siciliana programma l’attuazione del piano regionale e si
istituiscono la quasi totalità delle riserve previste dal piano. Alcune verranno date in
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gestione ad associazioni ambientaliste altre all’Università. Nel 2000 si arriva quindi ad
un 10% di territorio protetto.
Ad oggi la percentuale del territorio siciliano tutelato è pari al 20% contro l’80%
di territorio non tutelato (ASSOCIAZIONE CENTRO STUDI AURORA ONLUS E REGIONE
SICILIANA & ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE 2006).
L’istituzione delle aree protette non basta però a garantire la salvaguardia degli
ambienti naturali. Affinché le aree protette svolgano un ruolo utile per migliorare la
qualità di vita delle popolazioni, occorre implementare politiche adeguate per dare
alle aree protette il ruolo di centri di elaborazione, sperimentazione e diffusione di
azioni territoriali innovative. In tal modo, nell’ottica della sostenibilità del territorio,
integrando le funzioni di tutela nelle variabili di sviluppo locale, non si può prescindere
dal rendere partecipativa la popolazione delle comunità residenti, volano di tali
politiche (ASSOCIAZIONE CENTRO STUDI AURORA ONLUS E REGIONE SICILIANA,
ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE 2006).
2.1.4 Il Sito d’Interesse Comunitario ITA 020014 Monte Pellegrino
La protezione paesaggistica e naturalistica del Monte Pellegrino inizia con il suo
inserimento nel Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve Naturali, approvato con il
D.A. n° 970 del 10 Giugno del 1991, e l’istituzione della riserva naturale orientata con
il D.A. n° 610/44 del 6/10/95 ai sensi dell’articolo 4 della L.R. 14/88, per la sua
valenza speleologica, paleontologica e paletnologica (circa 90 grotte), l’interesse
ornitologico (specie svernanti e nidificanti nella riserva) nonché la presenza di
numerose specie vegetali e animali rare e/o endemiche (SPATAFORA 1997). Ad oggi,
esso appartiene alla rete ecologica europea Natura 2000 con la sigla: S.I.C. (Sito
d’Interesse Comunitario) ITA 020014 Monte Pellegrino. Nel sito sono contemplate la
specie prioritaria secondo la direttiva europea Habitat, Ophrys lunulata Parl. (codice
1905) e la specie d’interesse comunitario Dianthus rupicola Biv. (cod. 1468) e gli
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