Introduzione
Paola Guastella 2
tradizionali approcci valutativi che con difficoltà riescono a
valutare in modo adeguato l’acquisto di un marchio o di nuove
tecnologie, la realizzazione di un brevetto, la conclusione di un
accordo commerciale.
Di recente l’approccio delle Opzioni Reali sembra aver
trovato una nuova e forte spinta propulsiva dalla necessità di
valutare aziende del settore Internet, che per definizione si
trovano ad operare in scenari altamente instabili, e in continua
rapida evoluzione, quindi caratterizzati da elevata incertezza ed
imprevedibilità.
I numerosi casi che si sono susseguiti negli ultimi due anni
hanno dimostrato che il valore delle imprese Internet è
rappresentato essenzialmente dalla strategia perseguita e dalla
capacità del management di gestire dinamicamente le transizioni da
una configurazione di business ad un’altra.
In altre parole, il mercato ha iniziato a guardare alle imprese
Internet come ad un portafoglio di opzioni che possono essere
esercitate coerentemente con l’evoluzione delle condizioni di
scenario; ed è proprio l’abilità del management di ricercare, creare
sistematicamente ed esercitare queste opzioni, quindi la forza delle
loro idee, che l’approccio delle Real Option sembra poter riuscire a
cogliere e a misurare.
Introduzione
Paola Guastella 3
Visto l’ambito in cui si pone l’oggetto della tesi, si è ritenuto
opportuno illustrare nel primo capitolo i principali criteri generali
di valutazione attualmente presi in considerazione dalla dottrina e
dalla prassi, in modo da rendere più semplice il confronto nella
parte successiva della trattazione. Dopo aver analizzato il concetto
di “Valore” e le diverse configurazioni da esso assunte, sono stati
esaminati, seppure con la necessaria sinteticità imposta
dall’ampiezza dell’argomento, tali approcci di valutazione,
distinguendo tra metodi diretti ed indiretti e, all’interno di questi, i
metodi basati sui flussi, reddituali e finanziari, quelli patrimoniali,
semplici e composti, il metodo misto nelle sue diverse
configurazioni, e l’Economic Value Added.
Nel secondo capitolo della tesi, si sono esaminate le
principali criticità emerse dall’esigenza di valutare le Net
companies, con particolare attenzione ai problemi connessi
all’impiego dei Multipli e della Discounted Cash Flow Analysis.
Sono stati analizzati i principali tentativi di adattare questi metodi
alle nuove realtà imprenditoriali, accennando al Multiplo
dell’Enterprise Value/Fatturato e ai multipli empirici più diffusi,
tra cui l’Enterprise Value/User e l’Enterprise Value/Subscriver,
mettendo in rilievo le difficoltà concettuali provenienti da questi. A
conclusione del capitolo si è fatto cenno al Venture Capital Method
– quindi alle più ricorrenti modalità di finanziamento delle
iniziative Internet based o Internet related – e alle analisi di
Introduzione
Paola Guastella 4
scenario, come tentativi di adattamento delle analisi basate sui
flussi ai nuovi scenari.
Nel terzo capitolo si sono introdotte le Opzioni Reali, le basi
teoriche su cui esse si fondano e i più comuni modelli matematici
utilizzabili per quantificarle, facendo ampio riferimento alla teoria
delle opzioni finanziarie. E’ stata tentata una definizione delle
possibili linee guida all’approccio e si è tentato di individuare le
principali ragioni per cui il metodo potrebbe essere utilmente
impiegato per valutare le Net companies. In questa fase si è tentato
di focalizzare l’attenzione sul confronto tra l’approccio delle
Opzioni Reali e i metodi basati sul Valore Attuale Netto, che non
risultano in grado di valorizzare opportunamente la componente
strategica derivante da opportunità future che si dischiudono al
management all’evolversi di una variabile esterna ed aleatoria da
cui dipende il valore del progetto/impresa, ossia la flessibilità
manageriale.
Per riuscire a comprendere se e quale sia l’effettiva potenza
esplicativa del modello, è sembrato necessario a questo punto un
tentativo di applicarlo ad un business case reale: è questo il
contenuto del quarto capitolo, in cui si è scelto di valutare Tiscali,
facendo risalire la valutazione stessa al momento della quotazione,
in quanto appariva quello caratterizzato da maggiore incertezza e
possibilità di evidenziare obiettivi strategici ancora in fase di
progettazione.
Introduzione
Paola Guastella 5
La scelta è stata motivata anche dal tentativo di capire perché
l’andamento di questo titolo abbia provocato tanto scalpore nei
mercati finanziari. L’analisi dei track records del titolo, peraltro, ha
permesso di verificare se la valutazione ottenuta con le Opzioni
Reali avesse un qualche riscontro empirico, anche in relazione ai
risultati pubblicati dalle maggiori società di consulenza, come
output di valutazioni da esse condotte, prevalentemente con
approcci basati sui multipli.
Il Valore e la sua misura
CAPITOLO I
IL VALORE E LA SUA MISURA
1. Il valore di un�impresa e le sue diverse configurazioni
In quasi tutti i Paesi, la pratica delle valutazioni aziendali
nasce storicamente dalle funzioni di tutela che queste possono
svolgere nel quadro di operazioni di finanza straordinaria che
richiedono giudizi sul valore, quali scorpori, fusioni, scissioni,
trasformazioni, aumenti di capitale in natura o comunque con
rinuncia ai diritti di opzione, scelta dei prezzi in fase di Initial
Pubblic Offering; si tratta di situazioni che regolano rapporti tra
soci attuali e potenziali, e che richiedono conferme e garanzie
formali sull�esistenza di un certo valore di capitale a favore sia
degli stakeholders, con i soci e i creditori in prima linea, che dei
mercati finanziari.
Le operazioni di Merger & Acquisition e quelle di
ristrutturazione finanziaria di imprese o gruppi, quali Leveraged
Buy-Out e Management Buy-Out, che si sono intensificate
soprattutto negli anni �80 e �90, hanno portato ad una crescita
dell�attenzione verso i problemi valutativi per vari motivi, tra cui il
timore delle societ� sottovalutate dal mercato, anche per carenze
Il Valore e la sua misura
manageriali, di subire scalate, o il rischio di acquisizioni a prezzi
eccessivi, motivate dal desiderio di espansione ad ogni costo o dalla
necessit� di reimpiego di liquidit� nelle aziende mature.
Pi� in generale, l�ambito delle stime di performance delle
imprese � oggi volto al superamento delle lacune e
dell�inadeguatezza delle risultanze contabili
1
per valutare i risultati
delle imprese.
Calcolare il valore di un�impresa pu� essere infatti
estremamente utile al fine di farlo assurgere a fondamentale
obiettivo di lungo periodo per il management, capace di guidarne le
scelte strategico-gestionali: la teoria della creazione del valore
esprime infatti un preciso orientamento ad una visione di lungo
termine tendendo a cogliere fenomeni che danno frutti in tempi
medio lunghi, e cio� attivit� i cui benefici non riescono ad essere
adeguatamente valutati nel breve andare, attraverso l�esame dei
risultati di bilancio d�esercizio, ma che tuttavia contribuiscono in
modo rilevante al miglioramento delle capacit� reddituali
1
Guatri individua le ragioni dell’inadeguatezza dei risultati contabili ai fini valutativi:
™ nelle regole giuridico-formali che condizionano pesantemente i risultati di bilancio,
™ nelle politiche di bilancio utilizzate al fine di comporre contrapposti interessi delle
varie categorie di stakeholders,
™ nel fatto che i risultati contabili trascurino sostanzialmente la dinamica del valore
dei beni immateriali e che siano inevitabilmente orientati al passato, così che non
scontano le modificazioni che intervengono nei rischi che gravano sull’impresa e sui
suoi flussi attesi. Guatri, Trattato sulla valutazione delle aziende, Egea, Milano
1998, pag. 23.
Il Valore e la sua misura
dell�impresa; si tratta, solo per fare alcuni esempi, del valore
aggiunto apportato da investimenti nell�area di ricerca e sviluppo, di
miglioramento dei servizi offerti alla clientela, di marketing, di
protezione delle risorse. Inoltre, il calcolo del valore pu� essere
utile ad esprimere la performance complessiva dell�impresa, come
sintesi dei risultati raggiunti rispetto alle sue principali dimensioni
strategiche d�attivit�: da un lato quella economica, patrimoniale e
finanziaria, dall�altro quella competitiva, quindi quella sociale.
Naturalmente, la nozione di valore non � assolutamente
univoca, in quanto si tratta di un�entit� astratta, la cui
configurazione assunta dipende dalle diverse finalit� con cui la
valutazione stessa viene realizzata.
Parlando ad esempio di capitale economico si fa riferimento
al capitale dell�impresa in �normali� condizioni di mercato, a
prescindere dalle condizioni e dalla natura delle parti in causa, dalla
loro forza contrattuale e dagli specifici interessi a eventuali
negoziazioni; � cio� il valore dell�impresa in caso di trasferimento,
calcolato nell�ottica del perito indipendente. Cos� definito, il
capitale economico viene a coincidere col c.d. �stand alone value�
dell�azienda, ossia quel valore che potrebbe essere attribuito a
un�impresa nelle sue attuali condizioni di gestione, senza cio�
Il Valore e la sua misura
considerare gli effetti degli interventi dei potenziali acquirenti n� la
valorizzazione di eventuali benefici privati
2
.
Il capitale economico rappresenta una grandezza-obiettivo
unitaria, legata ai flussi generati dall�attivit� di gestione e alla
consistenza patrimoniale dell�impresa, solo in parte condizionata da
fattori esterni al controllo del management
3
.
In base ad una classificazione adottata dal Guatri, � possibile
identificare almeno tre requisiti essenziali che un�attendibile
valutazione del capitale economico dovrebbe rispettare;
l�individuazione di tali requisiti permetter� poi di osservare se
questi vengono rispettati da ciascuno dei metodi successivamente
presi in esame o meno.
Un metodo dovrebbe essere anzitutto razionale, ossia dotato
di consistenza teorica e valido concettualmente; questo si verifica
quando la formula valutativa derivi da un processo logico chiaro e
convincente che sia quindi largamente condivisibile. Esso dovrebbe
essere poi dimostrabile e obiettivo, cio� concretamente applicabile,
2
Secondo la terminologia anglosassone, il capitale economico è anche noto come
Intrinsic Value; le situazioni tipiche che richiedono la determinazione di tale valore
includono, tra le altre: operazioni di acquisizione, finanziamenti con capitali di rischio,
joint-ventures, valutazione di business units, ecc.
3
Fattori esterni che il Guatri riconduce essenzialmente all’andamento strutturale del
settore, quindi alla fase del ciclo di vita, alla ciclicità tipica del settore, ai prezzi delle
materie prime, e a fenomeni di tipo finanziario, riconducibili ad esempio all’andamento
del risparmio in un dato paese, alle preferenze espresse da finanziatori privati e
istituzionali. Guatri, op. cit.
Il Valore e la sua misura
in quanto fondato su valori credibili, se non � possibile individuarne
di certi; infine requisito necessario � la generalità del metodo, che
dovrebbe prescindere da fattori specifici e contingenti, in grado di
condizionare l�andamento della domanda e dell�offerta, nonch�
dalle caratteristiche e dagli interessi delle parti coinvolte nella
negoziazione.
Diversa dalla nozione di capitale economico, quella di valore
soggettivo � invece riconducibile alle sinergie che i soggetti
coinvolti in un�operazione possono trarre dalla stessa; tale valore
pu� essere visto sia nell�ottica del soggetto cedente che
dell�acquirente, e il prezzo finale d�acquisizione verr� a formarsi in
base al combinarsi di vantaggi e svantaggi in capo a tali soggetti.
Per concludere, quando si parla di valore di mercato del
capitale, si fa riferimento rispettivamente alla quotazione di borsa o
al prezzo di recenti transazioni a seconda che la societ� sia quotata
o meno. Tale valore riflette quindi i fenomeni congiunturali di
domanda e offerta e la situazione particolare in cui versano le parti
in causa; esso � in parte al di fuori del controllo del management, in
quanto influenzabile da fattori legati alla struttura, all�efficienza e
all�andamento dei mercati finanziari in un determinato periodo.
Il Valore e la sua misura
2. Principali metodi in uso per la valutazione delle aziende
Le metodologie di stima del valore del capitale economico
attualmente impiegate sono molteplici e varie, come tante sono le
classificazioni a cui i vari autori fanno riferimento per raggruppare
tali metodologie. Tra queste, particolarmente attuale risulta,
secondo me, quella adottata dal Massari
4
che riconduce i differenti
metodi a quattro principali approcci generali:
• i metodi diretti, o di mercato, che fanno riferimento, per
l�individuazione del valore dell�azienda, agli effettivi prezzi
espressi dal mercato per quote di capitale dell�azienda medesima
o di aziende similari (c.d. multipli di borsa); in alternativa si
impiega il metodo delle transazioni simili;
• i metodi indiretti basati sui flussi di risultato, a loro volta
suddivisi tra metodi classici, pi� diffusi in Europa, basati su
flussi reddituali e metodi finanziari, di derivazione anglosassone;
• un�altra categoria dei metodi classici e indiretti �
rappresentata dai patrimoniali, basati su grandezze stock, sia
semplici che complessi;
• per concludere la panoramica degli approcci indiretti, si
considerano anche i metodi misti con evidenziazione del
goodwill, di matrice europea e l�Economic Value Added, EVA,
di derivazione anglosassone.
4
Massari, Finanza aziendale: Valutazione, McGraw-Hill, Milano, 1998.
Il Valore e la sua misura
Entrando pi� nel dettaglio, si possono considerare modalit� di
utilizzo dei diversi metodi, value driver necessari per la loro
applicazione e loro capacit� di soddisfare i requisiti necessari ad
una soddisfacente valutazione.
2.1. Metodi diretti
I metodi di mercato si basano sul c.d. “comparison
approach to valuation”
5
: il valore dell�impresa viene stimato
costruendo rapporti (ossia multipli) fondati sugli effettivi prezzi dei
titoli delle societ� comparabili, finalizzati a individuare la relazione
che lega il valore delle imprese con specifiche variabili aziendali
individuate come i value driver dell�impresa (utili, cash-flow,
ricavi, patrimonio netto, ecc.). Il multiplo viene poi applicato alla
medesima variabile economica dell�impresa oggetto di valutazione,
in modo da giungere, attraverso una semplice moltiplicazione, al
valore ricercato.
Nella maggior parte dei casi i metodi basati sui multipli
utilizzano i prezzi di quotazione del mercato ufficiale
regolamentato, ossia fanno riferimento ad un dato pubblicamente
disponibile, che indica direttamente il valore di una quota del
capitale di rischio investito nell�impresa; tale valore si fonda sulle
5
Definizione adottata da Massari, op. cit., pag. 209.
Il Valore e la sua misura
attese di crescita futura che il complesso degli investitori stima
come pi� probabili in riferimento alla specifica impresa.
Pi� raramente l�approccio si basa sui prezzi effettivamente
pagati per operazioni di Merger & Acquisition su aziende similari a
quella da valutare, nell�ambito di negoziazioni private, ovvero per
la stessa azienda in tempi precedenti: si tratta del metodo delle
Transazioni Simili. In tal caso, peraltro, si giunge alla stima del pi�
probabile prezzo di mercato, in quanto il valore del capitale
d�impresa cos� determinato non coincide, se non per caso, con il
valore apprezzabile nella prospettiva stand alone, ossia col valore
del capitale economico.
Il metodo di valutazione basato sui multipli di borsa si
applica innanzitutto selezionando il multiplo da utilizzare per la
valutazione; a tale proposito � possibile distinguere tra multipli
basati sul prezzo (P) e multipli dell�Enterprise Value (EV): i primi
sono relativi al valore di mercato del capitale di rischio
dell�impresa, ossia al suo valore azionario (Equity Value) e mettono
quindi in relazione capitale proprio e value driver individuato; si
tratta ad esempio dei multipli:
- Prezzo/Utile netto per azione (P/EPS),
- Prezzo/Cash Flow (P/CF),
- Prezzo/Fatturato (P/Sales).
Essi permettono di giungere direttamente al valore del
capitale dell�impresa.
Il Valore e la sua misura
I multipli basati sull�Enterprise Value, invece, esplicitano
il valore dell�impresa nel suo complesso, ovvero sia del capitale di
rischio che dei debiti finanziari accesi; si tratta ad esempio di:
- Enterprise Value/Reddito Operativo (EV/EBIT),
- Enterprise Value/Margine Operativo Lordo
(EV/EBITDA),
- Enterprise Value/Fatturato (EV/Sales).
Essi giungono alla stima del capitale economico solo
indirettamente, sottraendo al valore del capitale operativo
(Enterprise Value) il valore di mercato dei debiti finanziari.
EV/EBIT P/E
EV/EBITDA P/CF
EV/SALES P/BV
Stato patrimoniale e multipli di riferimento. (Fonte: Massari, 1988, p. 212).
Considerando inoltre l�esigenza di coerenza riguardo alla
dimensione temporale tra le grandezze assunte ai fini del calcolo dei
multipli delle comparable e le equivalenti grandezze dell�impresa
da valutare, si pu� distinguere tra: multipli storici, ottenuti
confrontando i prezzi correnti di borsa con i risultati dell�ultimo
bilancio disponibile, e multipli trailing, che confrontano tali prezzi
correnti con i risultati riferibili ai dodici mesi precedenti la data di
riferimento della stima; queste due categorie vengono impiegate
Valore di mercato
del capitale
operativo
(Enterprise value)
Valore di mercato del
Debito (Debt Value)
Valore di mercato del
Patrimonio Netto
(Equity value)
Il Valore e la sua misura
dalla prassi prevalente nell�Europa continentale, per la maggiore
obiettivit� di stima rispetto ai multipli leading, cio� quelli ottenuti
confrontando i prezzi correnti di borsa con i risultati attesi per
l�esercizio successivo o per i futuri due, tre esercizi di cui si calcola
una media. L�esigenza di coerenza di cui sopra deve essere
soddisfatta tra le grandezze aziendali scelte ai fini del calcolo dei
multipli delle societ� di riferimento e le equivalenti grandezze
aziendali dell�impresa cui i multipli sono applicati ai fini della
valutazione
6
.
Il secondo step operativo consiste nel calcolo del multiplo
relativo al campione di confronto, dopo aver adeguatamente
selezionato il gruppo di societ� comparabili, o guideline companies.
Il giudizio di comparabilit� si basa sull�analisi di elementi quali la
qualit� del management, la struttura organizzativa, le dimensioni
aziendali, il livello di investimenti, ma anche le attese di crescita
degli utili o di altre grandezze oggetto di stima, nonch� la fiscalit�,
il grado di leverage e il rendimento corrente.
Per concludere si calcola il valore medio dei multipli delle
societ� del campione, o multipli di settore, per poi applicare tale
media ai valori di riferimento per la societ� che si intende valutare.
6
Ad esempio: all’utile corrente scelto come grandezza economica di riferimento, si
associa un multiplo trailing.