2
collaborazioni internazionali che portassero nel Paese progresso e sviluppo
nell�ambito dei beni culturali, pur essendo �culla dell�arte�, scarseggiava di
mezzi e risorse, basandosi su politiche di conservazione e di restauro
spesso inefficaci o inadeguate per una effettiva salvaguardia dell�immenso
patrimonio.
Questo lavoro sul restauro librario tratta nello specifico delle
operazioni per via umida. L�argomento, che riguarda tecniche e conoscenze
spesso innovative, parte dalla ricerca delle �origini� del restauro, da come
si effettuavano gli interventi nel passato, quando le sperimentazioni
languivano in un torpore svegliato di soprassalto solo dall�impellente
necessit� dettata dall�alluvione di Firenze. Il 1966, infatti, in un certo senso
pu� essere considerato un punto di partenza dal quale il restauro librario ha
subito un nuovo impulso verso lo studio e l�analisi di tecniche e prodotti
pi� efficaci e contemporaneamente pi� sicuri con i materiali cartacei da
trattare.
Seppure quindi l�alluvione sia da considerare il punto di partenza per
quanto concerne le operazioni per via umida, nella trattazione si espone in
primis l�analisi chimica del supporto che costituisce il fulcro della
conservazione: la carta. Essa necessita di interventi differenziati e mirati a
seconda della sua costituzione e delle varie patologie che presenta. E�
indubbio che la carta antica sia di gran lunga pi� resistente rispetto a quella
3
fabbricata con le moderne tecnologie industriali: essa si conserva pi� a
lungo (lo testimonia il fatto che sono giunti fino a noi documenti prodotti
centinaia e centinaia di anni fa), e subisce in maniera meno traumatica gli
interventi di restauro. La carta moderna, invece, � fabbricata in funzione
dell�economicit�, che se da un lato permette di ottenere grandi quantitativi
di materiale a basso costo, dall�altro genera, per�, un prodotto piuttosto
scadente qualitativamente, e facilmente soggetto a degrado. Le stesse
patologie che colpiscono carte di epoche diverse, producono effetti
differenti, e di solito pi� gravi nelle carte moderne.
Dopo aver trattato quindi della struttura e della composizione del
materiale cartaceo, la ricerca si sposta sull�evento dell�alluvione,
analizzando dapprima i danni, ed in seguito i vari interventi di restauro
effettuati. Nel corso di questo studio � stato interessante rilevare come
anche istituti di esperienza riconosciuta, come l�Istituto Centrale di
Patologia del Libro, si siano trovati impreparati ad affrontare il restauro di
innumerevoli documenti danneggiati dall�acqua. Spesso, oltre che al
ricorso a consulenze di centri internazionali, si sono dovuti anche
affrontare, nel caso di situazioni incerte o dubbie, procedimenti di restauro
del tutto sperimentali, che venivano perfezionati nelle tecniche e nei
materiali usati proprio durante il loro utilizzo sui libri.
4
In seguito, l�evoluzione degli studi e delle ricerche ha portato ad
affinare le tecniche di restauro e consolidamento della carta per via umida:
questo argomento � oggetto dell�ultima parte della tesi.
Il foglio di carta, per essere sottoposto al restauro, deve subire
un�ampia gamma di analisi atte a verificare la sua resistenza ai trattamenti.
Si evita cos� di esporre il documento ad un processo inadeguato, che causi
su di esso un ulteriore degrado o addirittura la sua distruzione. In qualsiasi
intervento, per quanto leggero esso possa essere, comunque, si produce nel
manufatto una modifica della sua struttura originaria e delle informazioni
che esso contiene. Per tale motivo, bisogna procedere al trattamento solo
nei casi in cui � considerata a rischio la futura esistenza del documento, e
mai per motivi che esulino dalla sua conservazione. Basti citare i restauri di
ambito bibliofilico-antiquario, che vengono effettuati al solo scopo di
migliorare l�aspetto estetico dell�oggetto per renderlo maggiormente
commerciabile. Tali trattamenti, inutili ai fini conservativi, alterano
profondamente la natura e la storia del manufatto, che se da un lato
riacquista un migliore aspetto, dall�altro perde una notevole quantit� di
informazioni accumulate nel corso del tempo, e che mai pi� potranno
essere recuperate.
L�estetica del documento, nell�ambito del restauro librario, viene
considerato un motivo di intervento solo nel caso di opere grafiche, poich�
5
un�alterazione dei colori pu� compromettere la leggibilit� e la fruibilit�
globale dell�opera. Ogni tipo di restauro, comunque, va sempre subordinato
alla condizione essenziale di non dover in alcun modo danneggiare il
manufatto, n� compromettere la sua durata nel tempo. Tutti i vari
interventi, oltretutto, devono essere eseguiti in maniera tale da essere
sempre reversibili.
Quest�ultima esigenza nasce dal fatto che per quanto una tecnica o
un materiale siano stati verificati e testati con cura, occorre sempre
considerare l�eventualit� che, col tempo, possano verificarsi fenomeni
imprevisti. Non solo: gli ultimi decenni hanno arrecato rivoluzioni
nell�ambito del restauro librario. La scienza, in continuo divenire, potrebbe
approdare a risultati ancora pi� efficaci.
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1. LA CARTA: STRUTTURA DELLA CELLULOSA E CAUSE
DEL SUO DEGRADO
Scienza e tecnologia: a questo binomio l�uomo da sempre ha
dedicato studio ed attenzioni, in una costante e caparbia ricerca di nuove
soluzioni da adottare in ogni ambito della vita quotidiana. Notevoli
progressi si sono avuti soprattutto nel campo delle comunicazioni, dove,
tramite l�automazione sempre pi� imperante, ognuno pu� attingere a
notizie di qualsiasi genere o avere occasioni di comunicazione interattiva,
semplicemente posizionandosi davanti ad un terminale e premendo qualche
tasto.
Con simili presupposti, parlare di �carta�, intesa come supporto e
veicolo di informazioni, forse pu� sembrare obsoleto e superato. In effetti,
l�utilizzo di questo materiale sta diminuendo sempre di pi� nel tempo,
sostituito da numerosi altri tipi di mezzi di comunicazione, pi� veloci,
immediati e diretti. Non bisogna dimenticare, per�, che attraverso la carta e
l�uso munifico che ne � stato fatto nel corso dei secoli, sono giunte a noi
innumerevoli informazioni che vanno a costituire una immensa memoria
storica.
E� proprio a questo tipo di materiale, che nel tempo subisce
inevitabili trasformazioni e processi di degrado, che ricercatori e studiosi
7
dedicano le loro attenzioni al fine di impedire che tali inestimabili
patrimoni di cultura si perdano per sempre.
La carta, in generale quella antica, � soggetta a trattamenti mirati di
restauro, quando si presenta in condizioni fisiche tali da far presagire una
sua distruzione entro breve tempo nel caso in cui non si intervenga. Ma
prima di addentrarsi in qualsiasi operazione di restauro, bisogna acquisire
una completa ed assoluta conoscenza dell�oggetto sul quale si sta per
intervenire.
I materiali librari, infatti, sono essenzialmente costituiti da
componenti organici, facilmente soggetti a modifiche ed alterazioni di
carattere chimico-fisico: �per essi, i maggiori agenti degradanti sono:
temperatura, umidit�, radiazioni (principalmente ultraviolette),
inquinamento, che intervengono sulla struttura chimica di carta,
pergamena, pelle, inchiostri, miniature, legni�.
1
La carta, elemento costitutivo del libro, essendo dunque composta da
materiali organici, subisce col tempo una modificazione del suo stato
originario. �Le sostanze che la compongono cambiano la loro forma
molecolare, alterando quelle caratteristiche iniziali appositamente
finalizzate ad usi specifici�.
2
1
Paolo CALVINI, Cause chimiche di degradazione dei materiali librari, in Per una didattica del
restauro librario. Diario del corso di formazione per assistenti restauratori della regione siciliana,
Palermo, Biblioteca Centrale, 1990, p. 19.
2
Maurizio COPED�, La carta e il suo degrado, Firenze, Nardini, 1995, p. 51.
8
Pertanto la carta perde il suo aspetto originario, ed acquista una
sempre maggiore fragilit�. Queste trasformazioni si sommano nel tempo,
aggravando sempre pi� lo stato del materiale, costringendo ad una
riduzione di fruizione dell�opera, o causando in alcuni casi perfino la sua
completa distruzione. La natura stessa dei materiali che compongono la
carta determina quel progressivo deterioramento che viene denominato
�invecchiamento naturale�.
Questo processo, per�, varia da carta a carta, poich� dipende
dall�insieme di sostanze che si trovano miscelate in diversa maniera
all�interno della carta stessa. Si hanno cos� carte che invecchiano in poche
decine di anni, ed altre invece che resistono al trascorrere dei secoli.
Il pi� o meno accentuato degrado dipende notevolmente dalla
variazione dei parametri ambientali del luogo di conservazione: anche il
materiale cartaceo pi� resistente si deteriora in un ambiente che presenta
caratteristiche avverse, mentre un tipo di carta fragile pu� conservarsi a
lungo se tenuto in un luogo che possiede i requisiti necessari allo scopo.
3
Al fine di una conservazione ottimale, quindi, risulta evidente la
necessit� di mantenere costantemente sotto controllo i principali parametri
ambientali, quali: umidit�, temperatura, ventilazione ed irraggiamento
3
Sui criteri di conservazione del materiale cartaceo si veda: Salvatore LORUSSO, Caratterizzazione,
tecnologia e conservazione dei manufatti cartacei, Roma, Bulzoni, 1996, pp. 58-62; cfr. anche Libero
ROSSI, Gisella GUASTI, Contributi ai problemi di conservazione: alcuni strumenti, Firenze, La Nuova
Italia, 1982. Degli stessi autori si veda anche Dal restauro alla conservazione, Roma, La Nuova Italia,
1987.
9
(naturale ed artificiale).
�I parametri ottimali per la conservazione dei manufatti cartacei, dal
punto di vista dei valori termoigrometrici sono: temperatura tra i 15�C (nei
depositi) e 18-20�C (nelle sale delle biblioteche e dei musei), e umidit�
relativa tra 45 e 65%. Inoltre, per evitare il degrado prodotto
dall�irraggiamento (naturale ad opera del sole ed artificiale a causa delle
varie fonti di illuminazione), � necessario proteggere il materiale cartaceo
dai raggi ultravioletti, che vanno eliminati, e dagli infrarossi�.
4
I locali
devono oltretutto disporre di impianti di condizionamento per purificare
dall�inquinamento atmosferico l�aria immessa nei magazzini. Di notevole
importanza � anche la pulizia degli ambienti per evitare depositi di polvere,
dato che essa altera il microclima e impedisce una normale interazione dei
materiali librari con l�ambiente circostante.
I diversi tipi di degrado che interessano la carta, in realt� vanno a
colpire il suo elemento costituente principale, la cellulosa, che viene
intaccata e modificata nella struttura molecolare.
La cellulosa � il principale costituente delle piante, e si ricava
direttamente da esse per la fabbricazione della carta moderna (nella cui
composizione attualmente sono inclusi anche materiali pi� scadenti, come
la lignina e l�emicellulosa), mentre nel caso delle carte antiche, essa veniva
4
Salvatore LORUSSO, Caratterizzazione…, cit., p. 58.
10
ricavata dalla macerazione degli stracci di origine vegetale (canapa, lino e
cotone).
5
Possiamo paragonare la macromolecola della cellulosa ad una
lunga catena, nella quale ogni anello � costituito da una molecola di
glucosio. Le molecole di glucosio, che ne costituiscono l�unit� di base,
detta monomero, sono legate fra di loro in maniera rettilinea, in un numero
detto �grado di polimerizzazione� (dp), che pu� variare da 300 a 4.000, a
seconda dell�origine della cellulosa e del sistema usato per la sua estrazione
dalla pianta (il cotone, ad esempio, ha un dp sopra i 3.000, ed � la cellulosa
con il numero maggiore di molecole di glucosio). I legami che uniscono fra
loro le molecole di glucosio sono chiamati β-glicosidici.
Il grado di polimerizzazione pu� subire una riduzione del suo valore
(depolimerizzazione) oltre che per i vari trattamenti che vengono effettuati,
anche per la presenza di particolari sostanze che sono introdotte durante la
fabbricazione della carta. La sua riduzione per�, pu� essere causata anche
da elementi provenienti dall�esterno, come ad esempio fattori ambientali,
sollecitazioni meccaniche o sostanze con le quali la carta viene a contatto.
�Con la depolimerizzazione, in pratica, si ha la riduzione di una
catena lunga di molecole in alcune catene pi� corte, producendo in tal
5
Sulla cellulosa, si veda: Giulia CANEVA, Maria Pia NUGARI, Ornella SALVADORI, La biologia nel
restauro, Firenze, Nardini, 1994, cap. 3.1.1; cfr. anche Paolo CALVINI, Metodologie di studio della
cellulosa. Interazioni acqua-cellulosa: aspetti strutturali e termodinamici. Una rassegna della letteratura
in vista delle applicazioni nel campo del restauro e della conservazione, in �Bollettino dell�Istituto
Centrale di Patologia del Libro�, n. 1-2, 1978-1979, pp. 33-53; Maurizio COPED�, La carta…, cit., pp. 7-
8, 51-54; Carlo FEDERICI, Libero ROSSI, Manuale di conservazione e restauro del libro, Firenze, La
Nuova Italia Scientifica, 1992, pp. 222-223; Salvatore LORUSSO, Caratterizzazione…, cit., pp. 17-22.
11
modo un aumento della fragilit� della carta con la conseguente riduzione
della sua vita�.
6
Le macromolecole, oltre ad essere legate lungo l�asse principale,
sono tenute unite fra loro da forze di attrazione (legami idrogeno) che
interessano gli atomi di idrogeno presenti nella struttura molecolare. Se
esaminiamo una delle molecole di pi� semplice costituzione che esistano in
natura, cio� quella dell�acqua, notiamo che essa � formata da due atomi di
idrogeno ed uno di ossigeno, i quali sono tenuti legati dalla
6
Maurizio COPED�, La carta…, cit., p. 53.
La molecola di glucosio � il costituente
fondamentale (monomero) della cellulosa.
Dall�unione in serie di queste molecole si ha
la conformazione della struttura della
cellulosa che presenta caratteristiche diverse
a seconda del numero di molecole di glucosio
presenti.
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compartecipazione degli elettroni che
gli atomi, per ragioni di economia,
associano fra loro. Gli elettroni per�
(che hanno carica negativa), non
vengono condivisi equamente tra gli
atomi di idrogeno e quello di ossigeno,
poich� quest�ultimo esercita su di loro
una attrazione pi� forte. Cos�
l�estremit� della molecola dalla parte dell�ossigeno � leggermente pi�
negativa dell�estremit� della molecola dalla parte dell�idrogeno. Dal punto
di vista elettrico quindi, la molecola dell�acqua presenta un polo negativo
ed uno positivo. Di conseguenza la molecola � attratta da altre molecole di
segno opposto e crea con esse dei legami.
Ad esempio le molecole dell�acqua vengono attratte dagli ioni di una
struttura cristallina, e possono circondarli. L�attrazione esercitata pu�
essere a volte cos� forte da riuscire a separare gli ioni, che diventano quindi
liberi di muoversi in soluzione, circondati dalle molecole d�acqua. La
polarit� delle molecole d�acqua spiega perch� essa � un buon solvente,
almeno nei confronti delle altre sostanze polari. Sempre in conseguenza
della loro polarit�, le molecole d�acqua si attraggono l�una all�altra, e fra di
loro si formano deboli legami chiamati legami idrogeno.
13
A questo stesso tipo di legame sono interessate numerose altre
sostanze che hanno le stesse caratteristiche dipolari della molecola d�acqua,
come nel caso della cellulosa, nella quale appunto, le molecole di idrogeno,
positive, vengono attratte dai poli negativi dei gruppi terminali �OH
presenti nella struttura.
La forza di attrazione esercitata contribuisce a tenere unite fra loro le
varie macromolecole di cellulosa, che sono disposte quindi in strutture
lineari, impacchettate a formare dei bastoncini, detti micelle. L�insieme di
pi� micelle va a costituire le microfibrille, che rappresentano l�ossatura e la
struttura della cellulosa.
Nei fasci di microfibrille sono presenti zone pi� compatte e regolari
(zone cristalline), ed altre pi� diradate e sconnesse (zone amorfe).
14
Nelle zone cristalline i legami
e le forze chimiche sono
maggiormente presenti e meno
influenzabili da fattori esterni,
conferendo quindi una maggiore
resistenza alla struttura. La zona
amorfa, invece, � molto pi�
sensibile all�interazione con gli
elementi esterni, che possono entrare e combinarsi con la struttura della
cellulosa. In queste zone, ad esempio, le fibre assorbono pi� acqua ed
agenti inquinanti, e sono pi� ricettive agli attacchi dei microrganismi.
Se ad esempio si fa interagire la cellulosa con l�acqua, noteremo che
le molecole di quest�ultima si depositano sulla superficie delle fibre, e non
riuscendo a varcarne la struttura cristallina, allentano i legami idrogeno e le
forze polari, senza per� arrivare a spezzarli del tutto (situazione in cui si
avrebbe una solubilizzazione della cellulosa).
7
In presenza invece di molecole inquinanti di anidride solforosa
(comunemente prodotta nella combustione del gasolio), per azione
dell�ossigeno contenuto nell�atmosfera e dell�acqua, presente sotto forma di
7
Sugli effetti dell�interazione dell�acqua con la cellulosa, si veda: Paolo CALVINI, Cause chimiche di
degradazione…, cit., pp. 19-35; dello stesso autore si veda anche Metodologie di studio della cellulosa…,
cit., pp. 33-53. Sull�argomento, anche Mauro PLOSSI, Antonio ZAPPAL�, Inquinamento e materiali
librari. Aspetti chimici del problema, in �Bollettino ICPL�, n. 3-4, 1982-1983, pp. 93-101.
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umidit� assorbita dalla cellulosa, si pu� avere la produzione di acido
solforico. In questo caso l�acqua trasporta all�interno delle fibre della
cellulosa questa sostanza, che costituisce uno dei maggiori agenti chimici
degradanti. Ne deriva che l�acidit� prodotta attacca la zona amorfa della
cellulosa e degrada le molecole fino al raggiungimento della struttura
cristallina.
L�origine di quasi tutti i vari tipi di degrado che subisce la carta,
quindi, � da riscontrare nella modifica di queste microscopiche strutture. Si
pu� dedurre perci�, quanto importante sia per la durata della carta, la
presenza di fibre di cellulosa che per loro natura possiedano un minor
numero di zone amorfe.