5
che hanno una dimensione internazionale, evidenziando le caratteristiche fondamentali
affinchè si possa parlare di Ong, cercando di analizzare quale sia il ruolo che queste piu
grandi associazioni hanno nella cooperazione internazionale e più precisamente, nel
determinare condizionamenti o nell’essere condizionate dalle politiche economiche
internazionali di cooperazione allo sviluppo. Nel primo capitolo, oltre al legame che
unisce le Ong alla più ampia cooperazione internazionale governativa, si introduce un
riferimento alla normativa italiana ed europea che dispone sul funzionamento e sul
riconoscimento delle organizzazioni definite come non governative.
Nel secondo capitolo l’analisi di queste organizzazioni avviene secondo un ottica
prettamente aziendalistica, pur considerando l’eterogeneità dei settori d’intervento, si
individuano i vincoli da rispettare, intesi come vettori di obiettivi, necessari per un
corretto e duratuto funzionamento dell’organizzazione e inoltre si identificano le
tipologie di interlocutori con cui le Ong interagiscono, individuando altresì le attività
comuni alla generalità delle organizzazioni, ossia di raccolta fondi, e le metodologie di
pianificazione e programmazione con cui l’UE gestisce gli interventi decentrati di
cooperazione internazionale allo sviluppo, la cosiddetta gestione del ciclo del progetto.
Nel terzo capitolo, si prosegue con la struttura organizzativa e con il significato di
governace inteso nelle realtà di questo tipo e dell’importanza che la struttura
organizzativa assume per l’implementazione delle strategie, definite tenendo conto della
mission e delle risorse disponibili, riproponendo l’importanza della formazione e del
coinvolgimento del personale volontario e dipendente per un corretto funzionamento
della struttura e per il raggiungimento di elevati livelli di qualità e di efficacia.
Nel quarto capitolo non poteva mancare un’argomentazione relativa al sistema
informativo contabile, e al significato che questo assume all’interno del settore non
profit e ancor più per le organizzazioni non governative. Le caratteristiche degli
obiettivi di fondo, per le ONG, esulano dai più tradizionali obiettivi economici tipici
nelle imprese, e comportano la definizione di un sistema di rendicontazione in grado di
soddisfare le esigenze conoscitive degli interlocutori. Da ciò deriva la necessità di
individuare una struttura di rendicontazione gestionale rappresentativa sia
dell’efficienza, intesa come ottimizzazione della gestione delle risorse messe a
disposizione soprattutto dalla società civile attraverso indici di misurazione di natura
quantitativa ed economico-monetaria, sia l’efficacia, intesa come capacità di
6
raggiungimento degli oiettivi finalizzanti attraverso la rappresentazione di indicatori di
natura sociale.
In fine nell’ultimo capitolo si discuterà di un caso pratico relativo all’associazione
umanitaria Emergency seguendo il filo logico adoperato nella costruzione del lavoro e
quindi individuando quali siano gli obiettivi finalizzanti dell’Ong, quali siano le
strategie adoperate per il raggiungimento della mission, quale sia la struttura
organizzativa, intesa come suddivisione dell’organizzazione in aree gestionali,
delocalizzazione, coordinamento territoriale e definizione dei ruoli e delle competenze
necessarie allo svolgimento dell’attività, per concludere con un’analisi dello schema di
rendicontazione contabile e sociale adoperato dalla stessa.
7
Capitolo primo
ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE E COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE
1.1 Le Organizzazioni Non Governative: una definizione generale
La cooperazione non governativa comprende un’ampia serie di interventi di solidarietà
internazionale realizzati da soggetti privati senza fini di lucro e fonda i suoi principi
sulla dimensione etico-sociale dell’azione, rimanendo così svincolata da direttive e
priorità politiche specifiche
1
. Tra i soggetti che partecipano a questa particolare
tipologia di cooperazione assumono una rilevanza particolare le organizzazioni non
governative. Una prima generica definizione di organizzazione non governativa (ONG)
potrebbe essere quella di organizzazione indipendente dai governi e dalle loro
politiche
2
, nata per portare avanti le istanze politico sociali dei propri membri, è quindi
caratterizzata da una forte spinta ideale e finalizzata all'obiettivo di contribuire allo
sviluppo globale dei paesi socialmente ed economicamente più arretrati
3
, attraverso
l'impiego di metodi assai diversi tra loro
4
.
Appare doveroso precisare, però, che individuare una definizione univoca di
organizzazione non governativa valida per tutti i soggetti interessati rischia di non
cogliere appieno le diversità intrinseche di queste istituzioni sovrafamiliari e non
statali
5
, poiché la configurazione della loro natura e delle loro attività varia sia
all’interno dei singoli paesi che tra un paese e l’altro. Nella genericità della definizione
data, si possono, comunque, individuare due requisiti indispensabili affinchè si possa
parlare di azienda non profit in generale. Il primo, nonostante sia sovente l'interazione
1
U. Gori, La cooperazione allo sviluppo:errori e illusioni di un mito, Franco Angeli Editore, Milano
2003, pag.29
2
“Nelle democrazie liberali il diritto avalla in generale il principio di questa doppia esclusione, né con lo
Stato, né con il mercato. Il primo termine di questa esclusione è rilevabile dalla definizione non
governativa, indicata nell’articolo 71 della Carta delle Nazioni Unite, che specifica la natura privata di
queste organizzazioni, cioè create da persone fisiche o morali che fanno riferimento al diritto privato e
non per decreto o trattato tra stati. Il secondo ha origine dal loro carattere non lucrativo, questo non
impedisce l’esercizio di attività economiche quali riscossione di redditi finanziari o immobiliari, vendita
di beni o servizi, purchè queste non rientrino in concorrenza con imprese del settore commerciale” Cfr.
Samy, Cohen, La resistence des Etas, Seuil, Paris, 2003, pag. 60.
3
Ne sono esempi: il miglioramento dell'ambiente, l'incoraggiamento dell'osservazione dei diritti umani,
l'incremento del benessere per le fasce di popolazione meno benestanti. dal sito www.cesvi.org
4
Da questa affermazione si individua una terza caratteristica oltre all’indipendenza dalle politiche
governative e all’estraneità dalle logiche di mercato, rappresentata dall’utilità sociale che queste
organizzazioni sono chiamate a svolgere.
5
Raimondi, Antonelli, Manuale di cooperazione allo sviluppo, Sei, Torino, 2001. Pag.24
8
con strutture pubbliche e governi, è rappresentato dalla forma giuridica,
prevalentemente associazionistica, espressione della volontà privata
6
. Ulteriore e
imprescindibile è anche l’ assenza dello scopo di lucro. Generalmente, anche se non
sempre, si tratta di organizzazioni senza finalità di lucro
7
, che ottengono almeno una
parte significativa dei loro introiti da fonti private per lo più donazioni. In ogni caso
questo principio rimane valido anche se le ONG, soprattutto quelle di maggiori
dimensioni, pongono in essere attività commerciali, il cui utile dovrà destinarsi
esclusivamente al raggiungimento degli obiettivi propri dell’organizzazione.
Analizzando gli obiettivi finalizzanti, nonostante la diversità delle attività svolte, si
delineano delle sinergie valide per qualsiasi settore considerato e rinvenibili nella
promozione e realizzazione di azioni di solidarietà internazionale e nella cooperazione
allo sviluppo dei paesi poveri
8
. La molteplicità delle differenti tipologie di intervento
evidenziano quale comune denominatore i principi di solidarietà tra i popoli e la
promozione ed il rispetto dei diritti fondamentali dell'umanità, attraverso la
valorizzazione degli aspetti socio-culturali e delle dinamiche interne delle popolazioni
presso le quali intervengono, realizzando spesso progetti di piccole dimensioni e
coprendo quasi tutti i possibili settori d'intervento. L'auspicio al raggiungimento di
questi obiettivi si manifesta anche attraverso la promozione di attività informative e di
educazione allo sviluppo nei paesi del cosiddetto primo mondo, proprio questa
peculiarità comporta un raggio di azione che trascende dal solo intervento nelle aree
economicamente arretrate per consolidare una cultura di solidarietà anche all’interno
delle aree più sviluppate.
6
Marchisio, Le Organizzazioni non governative internazionali e la cooperazione allo sviluppo, Fratelli
Palombi Editori, Roma, 1985. Pag. 27
7
“A tal fine è opportuno ricondursi alla nota distinzione tra scopo di lucro soggettivo e scopo di lucro
oggettivo. L’esistenza di uno scopo di lucro soggettivo, rappresentato dalla volontà di distribuire gli utili
conseguiti, è naturalmente incompatibile con l’attività posta in essere nel non profit. Il lucro oggettivo,
inteso come il perseguimento o conseguimento, attraverso l’attività istituzionale dell’azienda, di un
risultato economico positivo, non è invece di per se, incompatibile con l’attività posta in essere in unità
con fini immediati e diretti diversi dal lucro, purchè non si corrisponde al capitale proprio alcuna
remunerazione, né direttamente, né indirettamente, né sottoforma di diritti patrimoniali”. Cfr. M.A., Rea,
La rappresentazione dei risultati delle aziende non profit: Rendicontazione e controllo economico-
sociale, Giappichelli editore, Torino, 2004, pag.6.
8
N.,Boccella, O.,Tozzo, Le organizzazioni non governative risorse e modelli di organizzazione, Edizioni
Universitarie di Lettere Economia e Diritto, 2005 pag.13
9
1.2 Origini storiche della cooperazione non governativa
Le origini storiche della cooperazione internazionale non governativa sono da rinvenirsi
nel XIX sec. Fra i primi antenati delle moderne ONG troviamo la Società contro la
Schiavitù, fondata nel 1823 negli Stati Uniti o, in Svizzera, nel 1863, il Comitato
Internazionale della Croce Rossa. La prima vera organizzazione non governativa
formalmente costituita risale però al 1920; si tratta dello SCI (Servizio Civile
Internazionale), nato in Francia e ancora oggi presente e attivo sia negli Stati
dell'Unione Europea che del mondo. Pertanto è il contesto occidentale che per ragioni
storiche, sociali e politiche, offre l'humus adatto alla crescita e all'espansione di questa
tipologia specifica di realtà associativa, successivamente estesasi su tutte le aree
geografiche.
In Europa nel periodo della decolonizzazione post-conflitto mondiale, i paesi ex-
colonizzatori stimolarono la nascita di ONG, al fine di favorire la continuità di presenza
sul territorio e contribuire all'assistenza e agli aiuti delle ex-colonie. Nei paesi che
conquistavano l'indipendenza, i missionari europei si trovarono disorientati e privi del
appoggio degli apparati della colonia, tanto che cominciarono ad indirizzare le loro
richieste di sostegno all'originaria comunità di appartenenza per sollecitare
finanziamenti e donazioni, si formarono così gruppi di laici di ispirazione cristiana a
favore del Terzo Mondo che avrebbero costituito una specifica categoria di ONG, al
fianco di altre realtà nate dai movimenti di azione e impegno sociale operanti sul
territorio
9
.
In seguito, negli anni '70 e '80 nacquero molte altre ONG, sia ex-novo, sia generandosi
dalle articolazioni di preesistenti associazioni, fondazioni, enti filantropici. Le ONG
furono percepite come strumenti per una politica di sviluppo basata sulla orizzontalità,
sulla capacità endogena e sulla partecipazione popolare. In Italia cominciarono a fare la
loro comparsa nei primi anni sessanta, molte sotto la spinta delle missioni cattoliche
presenti in africa e in america latina, altre sorte dall’impegno internazionalista e
politico, proprio della spinta ideale di quel periodo. Già negli anni settanta, sia il
radicamento nella società che la presenza di queste associazioni nei PVS iniziò ad
essere rilevante e coinvolgente per molti giovani che si appassionarono cominciando a
9
N., Bocella, O., Tozzo, Le organizzazioni non governative: risorse e modelli di organizzazione, LED
Editore, Milano, 2005, pag. 73.
10
vivere esperienze di volontariato e di partecipazione attiva a sostegno dei movimenti di
liberazione, al fianco delle popolazioni e delle organizzazioni che lottavano per
l’indipendenza, per i propri diritti fondamentali, per la democrazia, per riconquistare la
propria terra e la propria dignità.
Tuttavia nel corso degli anni si è assistito ad un cambiamento radicale dal punto di vista
organizzativo e funzionale. Le motivazioni dell'impegno sociale nel corso degli anni
hanno profondamente mutato le logiche di funzionamento di questi organismi,
modellandone in questo modo la logica funzionale e la struttura organizzativa. Proprio
nel periodo che va dalla fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta, si è
delineato un processo di maturazione nella coscienza sociale, ampliando una visione
globale della cooperazione caratterizzata dall'impegno di movimenti indubbiamente più
concentrati su caratteri specifici dello sviluppo.
1.3 Evoluzione nelle logiche funzionali: la centralità del progetto
L'inclusione nel concetto di sviluppo di fattori quali la tutela dell'ambiente, la questione
della sostenibilità, la tutela dell'infanzia, il rispetto delle culture locali e dei diritti
fondamentali, coincide con l'impegno di nuovi gruppi ed associazioni come Amnesty
International e Greenpeace. E' in quest'ultima fase che si assiste ad una progressiva
professionalizzazione del personale volontario e cooperante nelle ONG. Se nei primi
periodi la motivazione, di carattere politico o religioso, costituiva l'elemento portante,
oggi aumenta il livello di competenza indispensabile alla progettazione, attuazione e
valutazione dei progetti di cooperazione.
Dagli anni sessanta ad oggi, le ONG sono passate da una sorta di organizzazioni
volontaristiche e militanti, fortemente orientate all'impegno politico internazionale, ad
organizzazioni più efficienti, sempre più, purtroppo, condizionate dai flussi di
finanziamento pubblico, a discapito di un saldo legame con il loro ambito di
provenienza, anche se paradossalmente l' acronimo utilizzato per contraddistinguerle
farebbe pensare diversamente. La logica di gestione o l’agire stesso delle Ong è
soggetto ad un mutamento radicale, determinato dalla centralità crescente che viene
posta sulla capacità progettuale e metodologica degli interventi, necessaria per
rispondere alle esigenze ed ai bisogni reali dei partner locali, che da beneficiari
11
diventano soci, e quindi soggetti responsabili e protagonisti del proprio presente e
futuro. Valorizzare la crescita endogena è un principio fortemente radicato nella cultura
organizzativa e funzionale delle Ong soprattutto di maggiori dimensioni protagoniste sia
negli interventi di sviluppo di lungo periodo, che negli interventi di emergenza.
Il progetto acquista la centralità dell’azione, svincolato dai modelli di sviluppo
economici e sempre più legato ai bisogni e alla capacità di gestione e di assunzione
della responsabilità della popolazione locale. La possibilità di realizzare interventi in
condizioni di estrema difficoltà deriva da una pluralità di fattori , essenziali anche per la
crescita della qualità del sostegno, quali il rapporto diretto con i partners locali, il
coinvolgimento del mondo del lavoro, delle organizzazioni sindacali, delle università,
degli altri soggetti dell’associazionismo e del terzo settore, e da una sempre maggiore
capacità di mobilitare risorse umane e finanziarie dalla società civile, e riducendo la
dipendenza dai finanziamenti pubblici e dalle strategie politiche che ne sottintendono.
Dove la diplomazia ufficiale e la cooperazione bilaterale si fermano, spesso si vedono in
azione solamente le Ong, con i propri progetti, mirati ad innescare un circolo virtuoso
nella crescita endogena dei territori in via di sviluppo
10
. La diversificazione delle fonti
di finanziamento, a garanzia della propria indipendenza, e una gestione finanziaria
responsabile e trasparente, sono oggi più che mai argomenti dibattuti soprattutto in
seguito alle forti riduzioni dei finanziamenti pubblici. Il fund raising presso i singoli
cittadini, i rapporti con le aziende private per ottenere finanziamenti, le operazioni di
marketing e la promozione della propria immagine, sono strumenti che hanno
l’obiettivo di raccogliere consensi e quindi fondi necessari alla realizzazione dei
progetti, e molto spesso elementi indispensabili per poter mantenere in vita la propria
struttura.
Nonostante la componente pubblicistica sia ancora presente tra le fonti di
finanziamento, molti autori definiscono queste organizzazioni come totalmente
autonome, capaci di esplicare la loro attività senza vincoli rispetto ai governi nazionali o
alle istituzioni multilaterali, negando in questo modo sia la complessità delle relazioni
esistenti tra le istituzioni pubbliche nazionali e sovranazionali e le ong, sia la funzione
10
R., Ascari, L’aiuto allo sviluppo: I protagonisti, gli strumenti, le prospettive. Franco Angeli, Milano,
1999. pag 21
12
spesso tipica di queste organizzazioni di braccio operativo dei governi e di mezzo di
propaganda delle politiche internazionali.
1.4 Internazionalità
Nello scenario internazionale le Ong rappresentano la capacità e la presenza della
società civile organizzata, sia dei paesi del nord che dei paesi del sud del mondo, nella
cooperazione internazionale per lo sviluppo. Sebbene siano soggette alle fonti
normative di un singolo stato, esse molto spesso sono caratterizzate da un elevata
internazionalità delle loro attività.
Molte Ong hanno lo stato giuridico di ''organizzazioni internazionali'' e sono impegnate
in vari settori di attività, che vanno dall' assistenza ai rifugiati, alla tutela dei diritti
umani, alla cooperazione allo sviluppo economico. La cooperazione non governativa ha
oggi un ruolo rilevante nel processo di decentramento e riveste un significato politico
derivante dalle sue dimensioni etico-sociali, dal suo crescente coinvolgimento nelle
attività di cooperazione internazionale e dall'impegno che nei paesi sviluppati viene
dedicato ai problemi dell'immigrazione e alla educazione allo sviluppo. Date le capacità
delle Ong di flessibilità e adattamento, nello stabilire rapporti con le comunità locali, gli
enti della cooperazione decentrata e anche le agenzie nazionali e internazionali della
cooperazione affidano ad esse sempre più spesso l'attuazione di progetti. Esistono
diverse tipologie di Ong per contenuto dei progetti e consistenza organizzativa. Alcune
di esse come Oxfam, Save the Children, Third World Network, Amnesty International,
Emmaus, Medici senza Frontiere, hanno una rilevanza notevole nel panorama
internazionale e rivestono un ruolo centrale nelle attività di sensibilizzazione della
società civile e di campagne su problematiche specifiche
11
. Le campagne per la riforma
della Banca Mondiale, per la cancellazione del debito, per l'accesso ai farmaci, contro le
mine anti-uomo, sono solo alcune delle iniziative che hanno avuto un forte impatto nel
panorama della cooperazione allo sviluppo internazionale. Anche nei Paesi in Via di
Sviluppo nascono le Ong ma solo in rari casi sono in grado di attirare l'attenzione
internazionale e di riuscire a finanziare progetti. La maggior parte opera a livello locale
o comunitario. Tra coloro che operano nella società civile a livello comunitario hanno
11
Fowler, Edwards, Il futuro delle Ong nella cooperazione internazionale. Egea, Milano, 2000, pag.65
13
un ruolo importante le organizzazioni di base di associazione dei poveri (o Membership
Based Organizations of the Poor, MBOP). In Italia le Ong si inseriscono nel terzo
settore o settore non-profit, formando insieme ad altre associazioni i movimenti della
società civile come i vari forum sociali e la rete di Liliput. Le differenti matrici
ideologiche permettono di individuare tre raggruppamenti quali il COCIS
12
,
coordinamento delle Ong laiche, il FOCSIV una federazione di Ong cattoliche e il
CIPSI, un coordinamento di Ong indipendenti (oggi divenuta un unica Ong)
13
.
1.5 La normativa europea
L’espressione NGO acronimo di Non Governamental Organization venne per la prima
volta utilizzato nel 1949 dalle Nazioni Unite, inizialmente il termine veniva usato per
riferirsi ad una moltitudine di organizzazioni espressione del volontariato, identificate
anche con numerose altre denominazioni
14
, con il tempo si sono succedute varie
definizioni, fortemente influenzate dal contesto nel quale esse sono maturate.
Ogni Ong di fatto è un associazione una fondazione o un' altra forma associativa
disciplinata dalle norme di uno specifico paese. Esistono Ong che operano
12
Il COCIS è una federazione che associa attualmente 27 organizzazioni non governative laiche che
operano in diversi settori della cooperazione allo sviluppo, condividendo un'etica basata sulla promozione
dell'autosviluppo, la solidarietà tra i popoli e la centralità della persona. Il COCIS promuove la proposta
politica delle ONG associate, rappresentando per esse il luogo di confronto, elaborazione, collaborazione
e rappresentanza congiunta. La visione politica comune, esplicitata nella "carta dei principi", si basa sui
valori morali e culturali della cooperazione solidale tra i popoli e si pone come finalità il superamento
delle iniquità prodotte dall'attuale sistema dei rapporti internazionali e dai meccanismi economici che lo
sostengono, attraverso la promozione di rapporti equi tra i popoli, i generi e le culture, nella
valorizzazione delle differenze; la promozione di processi di sviluppo endogeni ed autocentranti;
l'indipendenza e l'autonomia sociopolitica, economica e culturale. Le attività del COCIS si sviluppano
seguendo cinque linee tematiche: Il confronto e l'elaborazione congiunta di linee e contenuti della
solidarietà e della cooperazione allo sviluppo, per concorrere a definire e a promuovere una politica
italiana ed europea di cooperazione solidale. L'elaborazione di orientamenti, codici di comportamento e
principi deontologici della cooperazione solidale allo sviluppo e la loro divulgazione nella società civile.
La rappresentanza verso tutte le istanze politiche e sociali: organismi internazionali, istituzioni nazionali e
locali, articolazioni della società civile e della cittadinanza attiva. La collaborazione attiva e la
concertazione con tutte le istanze interessate alla cooperazione internazionale, ed in particolare con le
forze politiche e sociali e con le altre ONG, italiane e non. La promozione di strumenti operativi e
metodologici per la progettazione di azioni di cooperazione sempre più efficaci e la realizzazione di
servizi alle ONG per le loro attività progettuali, di formazione, di informazione e di educazione allo
sviluppo. Il COCIS è finanziato dalle quote annuali pagate dalle ONG associate e osservatrici. I singoli
progetti di sviluppo delle ONG del COCIS sono finanziati parzialmente dalla Commissione dell'Unione
europea, dal Ministero degli Esteri italiano, da organismi delle Nazioni Unite, da enti locali. Ad ogni
progetto le ONG devono apportare un proprio contributo, sia in lavoro volontario che in denaro, che viene
raccolto attraverso sottoscrizioni, iniziative pubbliche di autofinanziamento, offerte di singoli, ecc... Sito
web, www.cocis.it
13
M., Buggeri e F., Volpi, Teoria e politica dell’aiuto allo sviluppo, Franco Angeli editore, Milano, 2002,
pag. 35
14
F. J. L., Heston, NGOs between States, Market and Civil Society, Oxford University Press, New York,
novembre 1997, pag.56.