12
potenziandole a tal punto da permettere una micronizzazione del mercato a livello di
singolo individuo, secondo i principi del Marketing One to One2.
La forza con la quale Internet ha saputo trasformare il mondo dell’economia e del
management scaturisce dalle sue potenzialità comunicative: le capacità interattive della
Rete rappresentano strumenti perfetti per tradurre in pratica quelle moderne teorie di
Marketing che per anni, prive di mezzi idonei per una loro efficace e concreta
applicazione, sono rimaste valide principalmente sulla carta. Il Relationship Marketing ed
il Marketing One to One hanno potuto così conquistare un ruolo centrale nelle attuali
concezioni di Marketing soprattutto grazie al contributo offerto da Internet, fondamentale
per cancellare i dubbi circa il loro effettivo valore. L’interattività senza precedenti e la
capacità d’integrare tutti i modelli di comunicazione che regolano i rapporti impresa-
cliente sono caratteristiche che, rendendo il Web un ambiente ideale per lo sviluppo di
relazioni di qualità, potenziano ed elevano a principi di riferimento per qualsiasi
organizzazione orientata al successo quegli stessi orientamenti che solo pochi anni fa, in
presenza di media privi di connotati in grado di valorizzarne le potenzialità, trovano
difficoltà ad emergere.
L’obiettivo del mio lavoro è quello di tradurre in ottica relazionale tutte quelle
nuove opportunità comunicative offerte dalla Rete. Come per tutti gli altri autori che
prendono in esame Internet e le sue dinamiche, ritengo che trattare il Web sia un po’
come dipingere un quadro: si ritrae una situazione, nel nostro caso dinamica, utilizzando
una tecnica che è il risultato delle esperienze passate. Di conseguenza, una spiegazione
della tecnica usata e dell’evoluzione che ha portato a questo metodo è da considerarsi
fondamentale per capire il dipinto.
Il primo capitolo (Internet e Marketing: l’evoluzione) vuole proprio introdurre il
lettore dal principio di una storia fatta da due protagonisti del nostro tempo come la Rete
2
E. Prandelli - G. Verona, Marketing in Rete, McGraw-Hill, Milano, 2002.
13
ed il Marketing che, pur con origini molto diverse, tendono ad intrecciarsi sempre di più e
ad avere una spinta espansionistica molto simile e con forza incredibile. Una precisa
spiegazione della nascita e dell’evoluzione di questi due fenomeni risulta quindi
necessaria al fine di comprendere la situazione attuale ed i principi che stanno alla base
delle trasformazioni della Net Economy in generale, anche in ottica futura.
Una volta presentati i protagonisti di questa storia è possibile quindi parlare delle
influenze reciproche e dei cambiamenti causati ai vari paradigmi economici e
comunicazionali (capitolo II: Le rivoluzioni digitali delle relazioni e del Marketing). Ciò
che si assume in questa parte sono appunto piccole rivoluzioni nella gestione d’impresa
grazie allo sfruttamento senza precedenti della risorsa “informazione”. Nuovi sistemi
nascono sia per sfruttare dati in entrata da impiegare nel processo di produzione
dell’offerta sia per allacciare e mantenere le relazioni necessarie per cercare di stabilizzare
la domanda. In pratica, accade non che le vecchie regole economiche diventino obsolete,
al contrario, che conservino la loro validità e vengano affiancate da quelle nuove originate
dai cambiamenti in atto.
A questo punto, conoscendo come le relazioni e la gestione delle imprese vengono
modificate da quei soggetti apparentemente indipendenti come il Web e il Marketing
Relazionale è possibile parlare dei mezzi impiegati e delle prospettive che questo nuovo
paradigma può offrire (capitolo III: Gli strumenti on line a supporto del Marketing
Relazionale). La maggiore opportunità che il canale digitale offre al Relationship
Marketing è la possibilità di combinare i vari tipi di logiche comunicative (push, pull, one
to one, one to many, many to many, ecc…). Con lo strumento virtuale questo nuovo
paradigma comunicativo assume un’intensità senza precedenti e offre mezzi idonei ad
arrivare a qualsiasi segmento di audience (o addirittura individuo) che le aziende
intendono raggiungere. Anche se ora le opportunità comunicative sono quasi illimitate,
occorre tener conto che se si trasmettono contenuti privi di valore per i clienti si finisce
per creare un fastidio dovuto all’intrusione che, specie in situazioni di relazione ancora da
14
avviare, può compromettere addirittura la stessa esistenza aziendale. I manager, quindi,
non possono più lamentare l’assenza di opportunità di contatto con i clienti bensì devono
preoccuparsi della risorsa attualmente più importante per sopravvivere
all’ipercompetitività ovvero la creatività.
Seguendo il percorso di questa tesi si è portati a conoscere il canale virtuale nelle
sue capacità e nella sua evoluzione; si ripercorre la storia del Marketing e della scoperta
dei principi relazionali nei rapporti impresa-cliente. Si osservano le ripercussioni che
entrambi questi due fattori provocano nei sistemi di gestione aziendali in un cammino
che, iniziato in due luoghi nettamente separati, dapprima si avvicina per poi intrecciarsi
indissolubilmente. Ecco quindi questo nuovo paradigma economico che si diffonde, si
struttura e si concede all’inventiva dei vari operatori i quali fondono le precedenti
tecniche dell’informazione con le nuove, rendendo così possibili logiche comunicative in
precedenza irrealizzabili.
La maggiore difficoltà, in uno scritto di questo genere, sta nella scelta degli
elementi da trattare in quanto, con un fenomeno talmente mutevole come Internet, si
rischia di esaminare concetti, dati, logiche ed esempi che in pochissimo tempo possono
diventare irrilevanti. In generale, essendo di fronte ad una vera e propria rivoluzione, i
suoi effetti sono di difficile previsione e solo monitorando continuamente il fenomeno è
possibile ipotizzare gli sviluppi futuri. Solo così si potrà dar vita a processi che, andando
oltre ad un semplice comportamento adattivo, consentiranno di anticipare i cambiamenti
per poterne da un lato coglierne appieno tutte le opportunità e dall’altro contrastarne
efficacemente i rischi.
In Internet i tempi sono diversi da quelli del mondo fisico: si dice che uno on-line
corrisponda a sei off-line. Di conseguenza anche le opere che trattano dello strumento
digitale rischiano di essere già obsolete non appena vengono ultimate. “Si scrivono le
15
nuove regole mentre non è ancora asciutto l’inchiostro di quelle di ieri”3. Per questi
motivo ritengo necessario cercare di capire da dove si arriva per poter quantomeno
ipotizzare la strada futura.
Lo scopo di quest’opera è quindi quella di creare la chiave di lettura dei possibili
sviluppi futuri del Marketing Relazionale attraverso la ricerca del significato del presente
e del passato. Solo acquisendo consapevolezza delle logiche che hanno governato la
maturazione della gestione della Rete e delle relazioni consentirebbe di prevedere i
prossimi cambiamenti e sfruttarli a proprio vantaggio.
Walter Leggendari
3
B. Liautaud, e-Business Intelligence, Apogeo, Milano, 2001.
17
CAPITOLO I
INTERNET E MARKETING: L’EVOLUZIONE
I.1 LA RETE
I.1.A La storia di Internet
Guardando alla storia recente dell’uomo si possono individuare due date, il 1969 e
il 1989, che risultano significative in quanto segnano una fase di transizione epocale.
Anche se ovviamente non è possibile attribuire una “data di nascita” alla nuova era ci
sono stati diversi eventi che pongono il 1969 nella veste di “alba del nuovo giorno”. Il
primo riferimento è, ovviamente, lo sbarco dell’uomo sulla Luna mentre il secondo, meno
spettacolare ma non di certo meno importante, è il primo passo verso la “Rete delle Reti”:
Internet. Proseguendo lungo la storia si arriva ad un altro anno decisivo, il 1989. E’ l’anno
della caduta del Muro di Berlino, della fine della Guerra Fredda e di conseguenza l’inizio
dell’era della Globalizzazione. In questi anni per Internet arriva una svolta e inizia a
prendere i connotati della moderna rete che conosciamo.
ARPA
Partendo dall'inizio, l’impulso alla creazione di un primo progetto di rete arrivò
indirettamente il 4 ottobre 1957 con la messa in orbita, da parte dell’Unione Sovietica,
dello Sputnik4 (figura 1) e nel 1961 con il primo viaggio di un uomo (Yuri Gagarin) nello
spazio. Questi successi sovietici misero a dura prova la presunta superiorità tecnologica e
militare statunitense.
4
primo satellite artificiale della Terra.
18
Figura 1: Sputnik I - Fonte: http://www.sunblock99.org.uk/sb99/people/RWalsh/rocket/sputnik.jpg
Colpito nell’orgoglio, il governo USA, decise di riorganizzare il programma
spaziale e già nel 1958 diede vita all’ARPA (Advanced Research Projects Agency), con
sede al Pentagono e sotto il controllo diretto del Dipartimento della Difesa. Ad esso
vennero demandati i compiti di ricerca spaziale con i relativi fondi ma già pochi anni
dopo, per potenziare ulteriormente la ricerca, venne costituita la NASA (National
Aeronautic and Space Administration) che sostituirà l’ARPA come protagonista del
programma aerospaziale e che darà vita alle missioni Apollo5.
ARPANET
Privata della maggior parte dei fondi, ma non per questo smantellata, l’ARPA
ripiegò la sua ricerca sulla scienza dell’informazione e della comunicazione. Proprio in
quegli anni, infatti, nell’agosto del 1962, J.C.R. Licklider del Massachusetts Institute of
Technology (MIT) propose l’idea di una rete informatica globale, costituita da computer
5
D. Bonacina, Internet, dalle origini al terzo millennio , 2002, www.dariobonacina.net.
19
interconnessi attraverso i quali chiunque avrebbe potuto accedere facilmente e
velocemente a dati e programmi remoti. Il bisogno della connessione nacque da un
problema di ottimizzazione delle costosissime risorse informatiche nel campo della
ricerca. L’ARPA istituì rapidamente un programma di ricerca e pose alla sua testa lo
stesso Licklider. Avvalendosi della collaborazione, tra gli altri, del professor Leonard
Kleinrock che fu il primo ad occuparsi della trasmissione di dati in rete tramite la
scomposizione e ricomposizione in pacchetti indipendenti tra loro, diede vita nel 1969 ad
ARPANET, prima vera rete della storia. In realtà altri tentativi furono fatti in precedenza
ma in proporzioni e con risultati poco significativi.
La rete era composta da quattro “utenti” d’eccezione: la UCLA (Università di Los
Angeles), la UCSB (Università di Santa Barbara), l’Università dello Utah e lo SRI
(Istituto di Ricerca di Stanford). Ognuno di questi aveva in possesso, oltre ad un
computer, un cosiddetto IMP (Interface Message Processor), un elaboratore dedicato alla
gestione del traffico dei dati. I quattro “utenti”, o altrimenti detti nodi, furono fisicamente
collegati tramite circuiti telefonici prodotti dall’AT&T.
Durante gli anni successivi vennero connessi altri computer e nel dicembre del 1970 viene
messo a punto il protocollo NCP (Network Control Protocol) che fu il primo per la
comunicazione Host to Host (da computer a computer). Grazie all’implementazione del
NCP nel periodo 1971-1972 gli utilizzatori della rete poterono iniziare a sviluppare alcune
applicazioni e nel marzo del 1972 venne creato il software per lo scambio di posta
elettronica. In questo stesso anno ARPANET fu resa nota a tutti con una dimostrazione
pubblica all’International Computer Communication Conference (ICCC) e, in seguito al
successo che ottenne, fu da stimolo per molti studiosi che si impegnarono così a cercare
tutte le possibili applicazioni e varianti a questa nuova tecnologia6.
TCP/IP
I programmi appena sviluppati, però, misero in luce alcune limitazioni strutturali di
6
M. Boscarol, Storia di Internet e del commercio elettronico, 2001, www.boscarol.com.
20
ARPANET facendo sentire il bisogno a Robert Kahn e Vinton Cerf, due ricercatori
dell'UCLA, di mettere a punto un nuovo protocollo che fosse in grado di trasferire i
pacchetti di dati da un nodo all'altro fino ad arrivare al computer di destinazione anche in
mancanza di un collegamento diretto tra mittente e destinatario. Verso la fine del 1973
nacque il TCP (Transmission Control Protocol), che non ebbe però molte applicazioni
concrete. Nel 1978 questo protocollo fu separato in due parti: il TCP che si sarebbe
occupato della gestione dei dati in senso di scomposizione e ricomposizione, e l'IP
(Internet Protocol) al quale era attribuito il compito della canalizzazione dei pacchetti di
dati cioè della ricerca della strada migliore che permettesse alle informazioni di giungere
a destinazione. Da allora il TCP/IP costituisce la base della moderna concezione di
Internet ed è per questo motivo che Kahn e Cerf ne vengono considerati i padri.
Verso la fine degli anni ‘70, il TCP/IP venne adottato come standard militare e nel
1983 divenne anche il protocollo di ARPANET andando a sostituire NCP. In poco tempo
attorno ad ARPANET si andò a creare una rete sempre più estesa e per questo motivo fu
divisa in due sezioni: la prima, chiusa, a carattere militare denominata Milnet, mentre la
seconda, che mantenne il nome ARPANET, a carattere scientifico e senza restrizioni alla
connettività.
In questi anni, John Postel creò un nuovo protocollo per la gestione della posta
elettronica, denominato SMTP (Simple Mail Transfer Protocol) e tuttora utilizzato.
Postel, in collaborazione con Craig Partridge e Paul Mockapetris, introdusse il DNS
(Domain Name System), grazie al quale viene associato un determinato nome al numero
che il protocollo IP assegna ad un server. Il 15 marzo 1985 fu assegnato Symbolics.com,
che divenne così il primo dominio registrato.
ARPANET a questo punto supporta una comunità di ricercatori di ambito internazionale
ma inizia anche ad essere utilizzata per normali esigenze di comunicazione7.
7
D. Bonacina, Internet, dalle origini al terzo millennio , 2002, www.dariobonacina.net.
21
NSFNET
Nel 1986 la NSF (National Science Foundation) iniziò a sviluppare un nuovo tipo
di collegamento in grado di comunicare alla frequenza di 56 Kbps (l’attuale velocità dei
modem analogici). La nuova tecnologia della dorsale fu convincente al punto che spinse
tutte le università americane a sfruttare l’offerta di NSF, dando così vita alla NSFnet.
Nel frattempo nel resto del Mondo iniziarono a comparire altre reti, per lo più a carattere
sperimentale, come ad esempio il collegamento E-mail effettuato tra Germania e Cina.
E’ ancora però la NSFnet ad occupare la scena. Con la crescita del numero degli utenti si
decide di intervenire ancora sulla velocità di trasmissione portandola fino a 1,5 Mbps
(quasi 30 volte più veloce della precedete). Nel 1988 nacque anche la IRC (Internet Relay
Chat), prima chat della storia di Internet, vale a dire il luogo virtuale che permette agli
utenti di dialogare per iscritto in tempo reale. In un anno gli hosts8 collegati a NSFnet
passarono da 10.000 a 100.000.
In seguito a questa crescita esponenziale sia in termini tecnologici che di utenza,
venne deciso di trasferire a NSFnet tutti i siti di ARPANET che, ritenuta evidentemente
obsoleta, fu ufficialmente chiusa nel 1989. Il passaggio di consegne tra le due reti arrivò
in concomitanza con l’evento che più di ogni altro permise la diffusione di un'unica
grande rete globale: la caduta del Muro di Berlino.
I paesi connessi a NSFnet erano Australia, Germania, Israele, Italia, Giappone, Messico,
Olanda, Nuova Zelanda, Porto Rico e Regno Unito ai quali si unirono presto Argentina,
Austria, Belgio, Brasile, Cile, Grecia, India, Irlanda, Corea del Sud, Spagna, e Svizzera.
Ad ogni paese fu assegnata una sigla di identificazione nel DNS (sulla falsa riga delle
sigle automobilistiche, come ad esempio .it per l’Italia, .uk per il Regno Unito, .de per la
Germania e così via).
Nel 1990 nacque world.std.com che fu il primo provider commerciale per l’accesso
telefonico ad Internet. La diffusione iniziò a diventare incontrollabile e, dopo un primo
8
letteralmente “ospiti”.
22
virus che nel 1988 colpì oltre 60.000 computer in rete, fu necessario studiare delle misure
di sicurezza e di crittazione dei messaggi circolanti in rete9.
WORLD WIDE WEB
Nel 1991 ci fu la “seconda” nascita di Internet. Comunemente si suppone, infatti,
che la Rete delle Reti sia un’invenzione degli anni '90 in quanto, anche se come si è
potuto vedere ha origini precedenti, è in questi anni che Internet acquisisce l'attuale
fisionomia ed è sempre in questo periodo che assume una diffusione popolare.
Questa volta la novità arriva dall'Europa e precisamente da Tim Berners Lee, studioso
del CERN di Ginevra (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire), il centro di
ricerca sull'energia nucleare europeo che oltre ai paesi continentali contava come membri
anche la Federazione Russa e gli Stati Uniti. Berners Lee propone e realizza un sistema di
documenti ipertestuali, composti in altre parole da scritte, immagini e dati da utilizzare
all'interno del CERN che permettesse una consultazione più intuitiva e immediata delle
informazioni in rete. Il linguaggio di composizione dei documenti utilizzato fu e rimane
ancora oggi, seppur non l’unico, l'HyperText Marking Language (HTML). Berners Lee
mise a punto anche il primo browser, applicazione che permette la visualizzazione dei
documenti ipertestuali, che chiamò World Wide Web (WWW).
La consultazione dei siti era talmente fluida e semplice che si iniziò a parlare di “surfing
the Internet” ovvero, in Italiano, “navigare in Internet”.
Verso la fine 1991, il WWW venne aperto al pubblico. Iniziarono ad essere
sviluppati nuovi e più efficienti strumenti di ricerca e consultazione come ad esempio
Veronica del 1992 che può essere definito capostipite dei moderni browser. Nel 1993,
quindi, venne diffuso dalla National Center Supercomputing Applications (NCSA) il
browser Mosaic che grazie alla sua facilità di istallazione ed utilizzo e sostenuto da un
servizio clienti attivo 24 ore su 24 andò letteralmente a ruba, tanto che nel 1994 si
pensava che le copie di Mosaic in uso erano alcuni milioni. In quell'anno venne prodotto
9
Studio Spelta, Storia informatica, 2000, www.windoweb.it/edpstory_new/ei.htm.
23
anche Netscape's Navigator e l'anno seguente Microsoft's Internet Explorer che da allora
avrebbero dominato la scena dei browser fino ai giorni nostri10.
I.1.B World Wide Web
La World Wide Web è una rete virtuale speciale costruita sulla struttura di Internet.
Le caratteristiche principali di questa rete sono l'abbattimento delle distanze geografiche,
l'utilizzo di un'interfaccia particolarmente facile da capire e usare e la rappresentazione
del ruolo di grande biblioteca mondiale.
L'architettura di Internet è costituita da due soggetti in particolare: i Server e i Client. I
server sono computer dedicati allo svolgimento di determinati servizi come possono
essere quelli di connessione alla rete o di gestione della posta elettronica ma più in
generale sono utilizzati per ospitare i “siti web”. Un solo server può supportare uno o più
siti, i quali a loro volta sono composti da varie “pagine web” la prima delle quali,
chiamata comunemente “Home Page” ha le funzioni di indice e di riepilogo del sito, deve
catturare l'attenzione dell'utente e deve essere facile da capire. I visitatori del WWW per
la navigazione utilizzano computer detti “Client” che sono connessi ai server grazie alla
struttura fisica e virtuale di Internet. I programmi software utilizzati dai client sono
chiamati “Browser” (es. Microsoft's Internet Explorer, Netscape's Navigator, ecc...) che
permettono l'interazione con i server. I browser hanno il compito di mettere in
comunicazione client e server mediante l'immissione dell'indirizzo di quest'ultimo da
parte dell'utente. Inoltre, l'altra funzione fondamentale riguarda la decodifica e quindi la
visualizzazione delle pagine stesse dei siti11.
10
M. Boscarol, Storia di Internet e del commercio elettronico, 2001, www.boscarol.com.
11
AA. VV., Informatica di base, 2^ ed., McGraw-Hill, Milano, 2002.
24
Il Web ha comunque alcune proprietà che lo rendono talmente popolare al punto di
attirare l'attenzione e la curiosità della quasi totalità degli individui ma soprattutto di
imprese ed enti. Ad esempio una caratteristica molto importante è l'espansibilità; non si
tratta di una rete chiusa a certe categorie di persone, infatti, è considerata da molti una
delle più alte manifestazioni di democrazia. Le barriere sono solo economiche, seppur
contenute, ma una volta superate ed entrati nel WWW tutti gli individui sono uguali e
liberi di esprimere le proprie scelte senza troppi condizionamenti sociali, politici, etnici,
religiosi, fisici ecc. L'espansibilità riguarda poi anche il numero in termini di client-server
connessi; essendo però questo un limite legato alle prestazioni delle tecnologie impiegate,
già oggi è ritenuto irraggiungibile.
La proprietà più affascinante, però, è proprio l'architettura delle pagine web. La
loro costruzione è infatti basata sulla redazione di documenti multimediali e ipertestuali.
Alle parole e ai numeri, tipici dei classici documenti elettronici, si possono affiancare
altre forme di comunicazione, magari più gradevoli e più intuitive, come possono essere
immagini, suoni e video anche in combinazione tra loro. Chi crea pagine web, infatti,
generalmente deve preoccuparsi di non rendere troppo pesante la lettura per il navigante e
attirare la sua attenzione e curiosità sui punti cruciali del sito; una volta che ne vengono
messe in risalto le qualità informative, l’ipertestualità permette al visitatore di spostarsi
sull’argomento o sulla sezione che preferisce con la rapidità di un semplice click.
Oltre al browser, scendendo più nei particolari, esistono altre componenti fondamentali:
URL, HTTP e HTML.
La navigazione solitamente parte con l'immissione, in un'apposita sezione, di una
destinazione che viene chiamata indirizzo web; l'Uniform Resource Locator (URL) è il
meccanismo di associazione del dominio di un sito con il suo indirizzo IP. Esistono più
indirizzi al suo interno, ma si usa identificare quello della home page come vero nome del
25
sito stesso12.
L'URL non vale solamente per il Web ma per Internet in generale infatti,
nell'immissione dell'indirizzo Web, la corretta sintassi prevede l'apposizione
(generalmente in automatico da parte dei browser) della sigla HTTP che permette quindi
l'accesso al WWW. Lo HTTP (HyperText Transfer Protocol) è il protocollo fondamentale
su cui si basa il Web, anche se non il solo, che si serve a sua volta del TCP/IP. Il suo
compito è quello di trasferire qualsiasi tipo di dato tra web Server e web Client. La sua
caratteristica principale è di creare una connessione Stateless ossia che esiste solo per il
periodo del trasferimento, terminato il quale i computer interessati risultano
effettivamente scollegati; a questo punto interviene il browser che, avendo memorizzato
tutti i dati delle pagine appena visitate permette la visualizzazione delle stesse senza che il
client e il server siano al momento connessi e rendendo così possibile anche una
immediata navigazione lungo il recente percorso fatto con il minimo trasferimento di dati
possibile.
Questo procedimento di comunicazione permette l'ottimizzazione delle risorse in
quanto non occupa la linea se non per lo stretto indispensabile e per questo rende i sistemi
operativi meno vulnerabili ai crash. Il rovescio della medaglia, per quanto riguarda
l'HTTP, consiste nella necessità di dover rifare dall'inizio il processo di connessione, con
la creazione del protocollo TCP, ogni volta che si passa da un sito ad un altro non ancora
visitato; ciò comporta un maggiore lavoro per la macchina e quindi più tempo di
indirizzamento per raggiungere la nuova pagina richiesta, che però usufruendo oggi di
capacità elaborative molto veloci a conti fatti risulta pressoché un problema irrilevante13.
Il linguaggio più diffuso di scambio degli ipertesti è l'HyperText Markup Language
(HTML) che è utilizzato non solo dal protocollo HTTP ma anche da altri come ad
12
G. Bracchi - C. Francalanci - G. Motta, Sistemi Informativi e Aziende in Rete, McGraw-Hill, Milano, 2001.
13
AA. VV., Informatica di base, 2^ ed., McGraw-Hill, Milano, 2002.
26
esempio da quello della posta elettronica. La principale qualità di questo linguaggio sta
nella sua semplicità e adattabilità. La redazione di un documento HTML può essere
eseguita anche da programmatori non esperti o da appassionati non esageratamente
preparati, se non addirittura in automatico da parte di alcuni programmi software. La
visualizzazione delle pagine HTML, poi, cambia in funzione di tante variabili: il
computer che le apre, il sistema operativo del client, il browser utilizzato e le preferenze
espresse dall'utente sia nelle impostazioni del browser stesso sia direttamente sul sito
grazie a scelte effettuate o al riconoscimento automatico da parte del server.
I.1.C L’espansione della Rete
Per cercare di comprendere al meglio la crescita di Internet è più opportuno
valutare alcuni dati. Se si prendono in esame gli HOST collegati alla rete ci si rende conto
di una diffusione rapida e costante negli anni.
Al momento della sperimentazione ufficiale nel 1969, i soggetti connessi erano
solo quattro mentre già due anni più tardi, nel 1971, nonostante le poche e precarie
applicazioni gli host salirono a 23. La Rete, allora ARPANET, offriva ancora poche
possibilità di utilizzo ma lasciava già intravedere grandi potenzialità.
Dopo un lungo periodo di studi e sperimentazioni si arriva a fine anni ’80 quando
l’avvento di nuovi software e di nuove tecnologie che permisero una diffusione di Internet
(ovvero NSFnet) che portò gli host dai 10.000 del 1988 ai 100.000 del 1989.
Il definitivo salto di qualità, però, la Rete lo conosce solo qualche anno più tardi.