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Il Paradigma di una Scienza è lo strumento per un’ulteriore arti-
colazione e determinazione sotto nuove e più ristrette condizioni.
I membri della comunità imparano il loro mestiere con lo studio e
la pratica dei paradigmi che hanno accettato.
In quanto paradigma della prassi scientifica, la
BIOTECNOLOGIA imprime le sue caratteristiche a tutta
l’impresa di ricerca e di sviluppo, definendo gli strumenti neces-
sari e più idonei per ottenere i risultati scientifici.
• LA BIOTECNOLOGIA COME APPARATO
In secondo luogo, la BIOTECNOLOGIA non è solo un modo
qualsiasi di fare ricerca scientifica, ma presenta delle caratteristi-
che peculiari tra le quali quella di essere orientata a risultati di
valore commerciale.
La ricerca scientifica normalmente è praticata nelle Università, in
Centri di ricerche governativi o nel privato.
La BIOTECNOLOGIA riconosce una presenza sempre maggiore
della ricerca privata e, anche quando, la ricerca avviene in am-
biente universitario, spesso gli scopi commerciali s’intrecciano
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così strettamente con quelli conoscitivi da non poter separare gli
uni dagli altri.
In questo senso, la BIOTECNOLOGIA si trova collegata ed inse-
rita in un Sistema di Potere tecnico ed economico che la condi-
ziona e che ne definisce i campi di applicazione.
Se per la BIOTECNOLOGIA in quanto modalità di ricerca ab-
biamo utilizzato il termine “Paradigma”, per il significato di Si-
stema di Potere tecnico ed economico possiamo utilizzare il con-
cetto di “Apparato”.
L’Apparato è lo strumento supremo che organizza tutti gli stru-
menti di cui dispongono le società più avanzate.
La Tecnologia, in quanto “Paradigma” e “Apparato”, non è sol-
tanto una scienza tra le altre, o una tecnica con degli sviluppi
commerciali promettenti, ma rappresenta lo scenario della nostra
società: il quadro che incomincia la ricerca e lo sviluppo delle
acquisizioni scientifiche.
Non si tratta di uno scenario passivo, o di un mero luogo dove
può svolgersi qualsiasi scena, ma è lo stesso scenario a dettare le
regole e le scene che possono essere interpretate.
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La BIOTECNOLOGIA è destinata a diventare il fulcro “di
un’attività industriale, che rappresenterà, per il XXI secolo, ciò
che le Industrie, basate sulla fisica e sulla chimica, hanno rappre-
sentato per il XX secolo”.
Già oggi, a livello mondiale, “L’Industria della Vita” (Life In-
dustry), come s’incomincia a chiamarla, ha un fatturato di oltre
ventidue miliardi l’anno e dà lavoro a più di centomila addetti (1).
Grazie alle precedenti scoperte dell’ingegneria genetica e alle
BIOTECNOLOGIE, per la prima volta il genere umano può, non
solo sfruttare le proprietà dei viventi, ma anche modificarle in
modo predeterminato per particolari fini produttivi, e persino
creare varietà che non si trovano in natura.
La rivoluzione, introdotta dalle BIOTECNOLOGIE, non solo in-
veste l’ambito scientifico, ma attraverso le ormai innumerevoli,
applicazioni industriali e mediche, avrà sempre più forti ripercus-
sioni sul piano economico e sociale.
(1) Dati tratti da “Biotecnologie, sì di Strasburgo alla protezione delle
invenzioni” -Il Sole 24 ore- 13/05/98.
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LA FIGURA PROFESSIONALE DEL BIOTECNOLOGO
La mia ricerca, si propone di analizzare l’emergere nel mercato
del lavoro di una nuova professione, quella del Biotecnologo.
Partendo con il dare una, ma anche diverse definizioni della Bio-
tecnologia, per comprendere a fondo di cosa questa nuova scien-
za s’interessa, delineerò i differenti aspetti etici, bioetici e sociali
che l’applicazione della stessa ha generato, aspetti che, affac-
ciandosi per la prima volta richiedono soluzioni anche sul piano
legislativo, situazioni che hanno visto il coinvolgimento, in tutto
il mondo, di esperti e comitati che si sono pronunciati in merito
all’applicazione della nuova scienza.
La mia analisi tenderà ad evidenziare in primis la natura della
Biotecnologia quale natura interdisciplinare, i settori di sviluppo
della stessa, l’importanza che oggi le imprese biotecnologiche, in
termini di possibilità d’impiego, possono offrire a queste nuove
figure professionali.
L’analisi di una nuova professione, richiede un’analisi del con-
cetto di “professione”, ed è quello che ho realizzato con maggio-
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re enfasi nel corso della mia ricerca, per giungere poi ad eviden-
ziare il profilo formativo del biotecnologo, le funzioni di cui è
investito, le problematiche che tutt’oggi incontra per un proprio
riconoscimento come categoria professionale.
Ho trovato interessante indagare sull’esistenza di questa figura
professionale nel Meridione, e ho rilevato che è in corso, a Bari,
un progetto d’istituzione di un percorso formativo nell’ambito
dell’Ingegneria Biomedica.
Ho ritenuto infine, importante analizzare le problematiche con-
nesse alle invenzioni biotecnologiche, e la protezione delle stes-
se, con particolare riguardo alla nuova direttiva emanata dalla
Commissione Europea.
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CAP. I
COS’ E’ LA BIOTECNOLOGIA
Paragr. 1.1 Definizione della Biotecnologia
Il termine “BIOTECNOLOGIA” è un neologismo e costituisce la
crasi di due sostantivi – BIOLOGIA e TECNOLOGIA – che han-
no mantenuto, nel tempo un significato vasto che delinea le
scienze della vita e delle costruzioni.
Benché sia stata definita in molti modi (Tab. 1.1), la
BIOTECNOLOGIA consiste nell’utilizzo di cellule o enzimi,
d’origine macrobiotica, animale o vegetale, per ottenere la sinte-
si, la degradazione o la trasformazione di materie prime.
La EUROPEAN FEDERATION OF BIOTECNOLOGY
(EFB), definisce la BIOTECNOLOGIA: “L’integrazione delle
scienze naturali, di organismi, cellule, loro parti o analoghi mole-
colari, nei processi industriali per la produzione di beni e di ser-
vizi.
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La Federazione si propone di:
1. Incentivare lo sviluppo della BIOTECNOLOGIA per fini di
pubblica utilità;
2. Promuovere la conoscenza, la comunicazione e collabora-
zione in tutti i settori della BIOTECNOLOGIA;
3. Fornire, ai competenti organismi nazionali e sopranaziona-
li, informazioni e pareri specialistici sui temi inerenti alla
BIOTECNOLOGIA;
4. Promuovere, all’opinione pubblica, la comprensione della
BIOTECNOLOGIA.
La definizione data dall’EFB, è applicabile sia alla
BIOTECNOLOGIA “tradizionale” sia a quella “moderna”, dove,
con la prima, s’intende il complesso delle tecniche, convenziona-
li, impiegate, da secoli, per produrre birra, vino, formaggi ed altri
alimenti; mentre la seconda, abbraccia i metodi di modificazione
genetica sulle tecniche del DNA ricombinate, della fusione cellu-
lare e, inoltre, tutte le innovazioni apportate ai processi Biotecno-
logici “tradizionali”.
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Oggi la BIOTECNOLOGIA, grazie alle numerose potenzialità di
cui dispone, ha destato interesse, anche, nelle politiche nazionali
e sopranazionali.
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Tabella 1.1. Una rosa di definizioni della
BIOTECNOLOGIA
• L’applicazione di organismi, di sistemi o di processi biolo-
gici alla produzione industriale di beni e servizi.
• L’uso integrato della biochimica, della microbiologia e
dell’ingegneria per ottenere applicazioni tecnologiche (in-
dustriali) delle proprietà di microrganismi, cellule coltivate
o parti di tali sistemi biologici.
• Una tecnologia che sfrutta fenomeni biologici per copiare
o costruire vari tipi di sostanze utili.
• L’applicazione di principi tecno-scientifici alla trasforma-
zione di sostanze operata da agenti biologici, al fine di
produrre beni e servizi.
• La scienza dei processi produttivi basati sull’azione di mi-
crorganismi e di loro parti attive, e dei processi produttivi
che implicano l’utilizzo di cellule e di tessuti derivati da
organismi superiori. In genere, le tecnologie mediche,
l’agricoltura e le tradizionali tecniche d’incrocio delle va-
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rietà coltivate non sono considerate parte della
BIOTECNOLOGIA.
• “BIOTECNOLOGIA” in realtà non è che un nome dato a
un insieme di tecniche e di processi.
• La BIOTECNOLOGIA consiste, nell’utilizzo di organismi
viventi e di loro parti, in processi produttivi connessi con
l’agricoltura, l’industria alimentare e altri settori industria-
li.
• BIOTECNOLOGIA: la decifrazione e l’utilizzo pratico del-
le conoscenze biologiche.
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Paragr. 1.2 Lo sviluppo storico della Biotecnologia
(Accenni)
Le BIOTECNOLOGIE esistono da oltre un secolo.
Ufficialmente la loro data di nascita può risalire al 1857,
quando Pasteur spiegò i meccanismi di lievitazione e fermen-
tazione, ma metà degli italiani non sa ancora cosa siano le
BIOTECNOLOGIE, e 1/3 (1) ne da una definizione approssi-
mativa.
La BIOTECNOLOGIA dunque, non è un’invenzione di oggi,
ma deriva da un miglioramento e dall’ampliamento di tecni-
che che risalgono a migliaia di anni fa. In passato, gli esseri
umani iniziarono, inconsapevoli di ciò che facevano, ad usare
microrganismi per produrre cibi e bevande, come il pane e la
birra.
La rivoluzione scientifica che ha portato alla nascita della
BIOTECNOLOGIA moderna, ha avuto inizio, verso la fine
degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ’80.
Un enorme bagaglio di conoscenze e di competenze speciali-
stiche in campo biologico ed ingegneristico, è pronto per es-
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sere tradotto in termini produttivi. La velocità del loro proces-
so d’integrazione nella produzione industriale, dipenderà, più
che da considerazioni di ordine tecnico e scientifico, da fattori
d’altra natura, quali, la volontà delle industrie interessate di
investirvi gli ingenti capitali necessari, il miglioramento delle
normative riguardanti il brevetto dei nuovi costrutti biologici,
la capacità di penetrazione dei nuovi prodotti sul mercato, la
valutazione economica del bilancio costi/profitti dei nuovi
metodi rispetto alle tecnologie attualmente in uso, e infine il
grado di accettazione dell’opinione pubblica nei confronti del-
le nuove tecnologie.
In relazione a quest’ultimo aspetto, c’è da rilevare con riguar-
do ai fini e agli obiettivi che la BIOTECNOLOGIA si prefigge
di raggiungere, che i giudizi di milioni di italiani, sono
tutt’oggi, un po’ pessimistici e contraddittori.
Ma come qualsiasi altra scienza la BIOTECNOLOGIA non
può essere né buona né cattiva, poiché tutto dipende dall’uso
che l’uomo ne fa.
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Se controllata ed utilizzata in modo etico, può contribuire alla
risoluzione di grandi problemi.
(1) Dati ISTAT - 1999