alla nascita di un mondo elettronico che rappresenta uno dei terreni di
confronto culturale maggiormente presente in questo inizio di secolo,
dove si condividono interessi comuni o dove ci si scontra per opinioni
diverse.
Strumenti come le newsgroup, le liste, i forum su web e le chat
possono così trasformarsi in “luoghi” in cui diversi individui sono
liberi di manifestare la loro opinione ed eventualmente partecipare alla
determinazione della volontà generale.
La comunicazione mediata dal computer (CMC) va sempre più
assumendo i contorni di un nuovo oggetto di ricerca per le scienze
sociali, le nuove forme di interazione rappresentano inediti spazi di
socializzazione che non richiedono la presenza fisica degli
interlocutori.
La realtà on line è “l’ambiente” che può stimolare a
sperimentare ed osare tutto ciò che nella vita reale viene impedito per
le richieste di ruolo imposte dalla società e per il bisogno di
un’identità stabile.
Con le sue caratteristiche di anonimato, perdita di referenti
sociali, rarefazione della comunicazione interpersonale, Internet offre
un terreno fertile alla sperimentazione di ruoli inediti ed identità
II
fittizie, siano esse improvvisate oppure frutto di un’accurata
presentazione.
La realtà virtuale pone tutti gli utenti dinanzi a nuove forme di
socialità e a nuovi strumenti per stabilire e mantenere relazioni con
individui geograficamente distanti.
Queste novità, come sempre, comportano vantaggi ma anche
problemi e prospettive di mutamento.
Le comunità virtuali, ad esempio, non hanno molto in comune
con quelle costituitesi su base geografica.
Esse si condensano lungo le dimensioni trasversali degli
atteggiamenti, degli interessi e dei gusti e, pur essendo una risorsa
preziosa, soprattutto per i membri di minoranze che hanno difficoltà a
stabilire rapporti con i propri simili, possono diventare una via di fuga
dalla diversità e dalla complessità sociale.
Più in generale, in rete, cambiano le risorse e i parametri con cui
le persone scelgono i propri interlocutori ed orientano il proprio
atteggiamento verso di essi.
In un ambiente caratterizzato dall’anonimato e dalla distanza
fisica, l’esteriorità e l’aspetto fisico passano, almeno
temporaneamente, in secondo piano, a tutto vantaggio di qualità come
il carattere, la sensibilità, l’intelligenza, il gusto e gli ideali.
III
Oscurati il corpo, lo status sociale ed il contesto, la
comunicazione si affida esclusivamente alla parola come unico fattore
in grado di determinare i successi e le sconfitte nei rapporti con gli
altri.
Risulta quindi fondamentale la gestione di quel patrimonio di
forme espressive, di abbreviazioni ed emoticons
1
che caratterizzano il
linguaggio on line, nonché il controllo della rappresentazione di sè,
molto più ampio in questo ambiente che nella vita off line, ed i cui
effetti dipendono, però, dall’abilità e dalla sensibilità degli individui.
Giochi di ruolo e sviluppo di sé sarebbero possibili opportunità
del tutto innocue per l’utente che produrrebbero, anzi, effetti benefici
nell’utilizzatore.
Per altri, questo “potere seduttivo” della Rete indurrebbe un
effetto destabilizzante sulla personalità del soggetto con il rischio che
questi possa assuefarsi fino a diventarne totalmente dipendente.
Fino a che punto, dunque, risulta possibile “giocare” con la
propria identità? L’identità assunta on line può maturare un effetto
destabilizzante sulle condotte adottate nella vita off line?
1
. Trad. it.“icone emotive” Alcuni autori ritengono l’inventore delle smileys Scott Fahlman che
le avrebbe utilizzate per la prima volta intorno al 1980 sono segni di interpunzione ed altri simboli
utilizzati per rappresentare graficamente, in maniera schematica ed essenziale, un volto umano
nell’atto di provare diverse emozioni. : - )
IV
E quando ciò avviene, secondo quali proporzioni è corretto parlare di
“dipendenza” da Internet?
L’opinione pubblica si spacca in due: da una parte dunque vi
sono i “tecnoentusiasti” che salutano le nuove tecnologie
informatiche come la via d'uscita dalla crisi strutturale delle società
occidentali e celebrano la Rete come il nuovo luogo di definizione
dell'individuo tralasciando del tutto l'aspetto dell'esclusione di grandi
masse di individui da questo nuovo mondo digitale.
Dall'altra parte - destinati ad assottigliarsi di numero vi sono - i
“neo-luddisti”, cioè quelli che vedono la loro visione umanistica
seriamente minacciata dal "nuovo che avanza" e rifiutano con orgoglio
la realtà tecnologica che si va delineando, ammonendo chiunque li
ascolti sugli effetti nefasti del computer e di internet.
Al di là dei diversi modi di intendere il cambiamento quello che
è evidente è che internet è un vero e proprio luogo di comunicazione
globale, dove milioni di utenti quotidianamente si scambiano
messaggi personali e pubblici, consultano e producono informazioni,
studiano e giocano, lavorano e acquistano beni.
La rete, dunque, sembra ereditare la funzione di tutti i mezzi di
comunicazione che l’hanno preceduta storicamente.
V
A differenza dei tradizionali sistemi di comunicazione di massa
internet sembra però essere uno strumento in grado di garantire a tutti
i suoi utenti il libero accesso all’informazione offrendo la più ampia
capacità di partecipazione attiva alla comunicazione.
Tutto ciò è reso possibile da una tecnologia che ha costi bassi,
almeno rispetto ai costi delle altre tecnologie di comunicazione e che
ha potenzialità di democratizzazione dell’informazione assai vaste che
potrebbe determinare se non una rivoluzione, almeno una profonda
riforma della comunicazione sociale.
Tuttavia non si deve pensare che tali desiderabili conseguenze
siano un’automatica conquista della tecnologia e che basterà attendere
qualche anno per ritrovarsi in una società migliore e più comunicativa.
Purtroppo gli interessi economici e politici, le difficoltà
culturali, l’ignoranza, potrebbero modificare il senso innovativo della
rete.
Dobbiamo, infatti, tenere presente che le tecnologie che si
svilupperanno nel futuro, saranno capaci di migliorare la qualità della
vita individuale e sociale solo se verranno utilizzate in modo
consapevole esplorando le potenzialità di comunicazione e di
interazione che esse ci metteranno a disposizione.
VI
“La cosa meravigliosa della tecnologia
è che la gente finisce per impiegarla
per qualcosa di diverso da ciò
che era previsto in origine”
Manuel Castells
PRIMO CAPITOLO
La comunicazione on line
1.1 La comunicazione mediata dal computer
L'utilizzo del mezzo informatico ha conosciuto negli ultimi
decenni un'evoluzione tesa non soltanto a sancire le sue importanti
funzioni in campo scientifico, relative al calcolo esatto e
all'elaborazione dei dati, ma a valorizzarne le proprietà come
strumento di comunicazione interpersonale.
Lo sviluppo tecnologico nel campo delle trasmissioni
elettroniche ha scaturito una vera e propria rivoluzione nel campo
delle comunicazioni.
L'avvio degli studi sulla Comunicazione Mediata dal Computer,
(CMC), può essere ricondotto all'interesse suscitato dall'evoluzione
del computer da strumento di calcolo prima, di gestione e
manipolazione di simboli poi, in strumento relazionale, cioè di
comunicazione, quando il computer assume la dignità di un medium
grazie a una lunga serie di avanzamenti scientifici e tecnologici.
2
Secondo molti studiosi la base filosofica della
concettualizzazione del computer come medium va ricercata nel
saggio The computer as communicatin device in cui gli autori,
Licklider e Taylor
1
concepiscono il rapporto uomo computer diverso
da una semplice relazione macchinicistica e avanzano una compiuta
interpretazione del computer come mezzo di comunicazione,
comunicazione intesa come relazione creativa agevolata dal computer,
che, se svolta attraverso le reti, trasformerebbe il computer in spazio
di comunicazione.
I media non vengono considerati solo dei contenitori passivi o
come mezzi di trasporto di un contenuto informativo.
Al contrario, ad assumere dignità di oggetto di ricerca sono i
media stessi e non il loro “contenuto”; i media in questo caso sono
intesi come “ambienti” in cui avvengono le interazioni, ambienti che
contribuiscono a creare “comunità tecnologicamente strutturate”.
Se l’invenzione della stampa viene associata al passaggio dalle
società tradizionali a quelle moderne, così i media elettronici
segnerebbero la nascita della società postmoderna.
1
Licklider J. C. R. e Taylor R. W., “The computer as a communication device” in “Science and
technology”, 1968.
3
I media elettronici permettono di superare più agevolmente sia i
confini fisici sia quelli relativi alle diverse categorie sociali.
Contemporaneamente a un senso di “familiarità globale”
2
che
può accompagnare in ogni angolo del pianeta si sviluppa però una
sensazione di spaesamento.
L'uso della rete come strumento mediatico modifica inoltre quel
senso spazio-tempo che consegue alle forme comunicative implicanti
compresenza fisica in uno spazio circoscritto e ben definito.
La relazione interpersonale diretta, faccia a faccia, richiede che
ci sia reciproca percezione visiva dei partecipanti alla comunicazione.
L'utente Internet ha l'opportunità di accomodarsi entro una
cornice temporale flessibile ed elastica, poiché le opzioni
comunicative di cui dispone ammettono che vi sia una scarto
temporale modellato sulla base di esigenze personali.
Il facile accesso a informazioni provenienti da ogni dove, la
possibilità di connettersi a siti ed utenti la cui collocazione geografica
spesso non viene indicata e, nell'ottica di utilizzo della Rete non
assume un'importanza fondamentale, fa sì che si possa parlare di un
emergente processo di deterritorializzazione.
2
Meyrowitz J., Oltre il senso del luogo, Baskerville, 1993, Bologna
4
La percezione del territorio, del luogo fisico in cui le persone
vivono e dimorano viene riconfigurata da una rete globale di
interazioni e connessioni che conduce a relegare in secondo piano il
senso di condivisione e identificazione in una realtà nazionale e
geografica.
Le persone che comunicano attraverso la Rete si trovano
svincolate dall'ottica di appartenenza ad uno spazio abitativo,
delimitato da confini, avente una cultura, un linguaggio,
un'organizzazione politica definita; lo scambio informativo
generalizzato, l'interconnessione globale, producono un sistema entro
cui comunicazioni e messaggi oltrepassano le frontiere dello Stato,
delle realtà locali, immettendosi in un circuito in cui la percezione e
l'importanza di stare fisicamente in un certo luogo, sbiadiscono.
Molti autori, tra cui Sproull e Kiesler
3
, hanno sostenuto che
nella comunicazione elettronica c'e' una maggiore democrazia. Questo
significa che gli individui partecipano tutti alla discussione ricevendo
ognuno la dovuta attenzione.
3
Spoull C. e Kiesler S., “Reducing social context cries: elettronic mail in “Organizational
communication” in “Management Science”, 1986, pp 1942-1512
5
La spiegazione e' che nella comunicazione elettronica non
vengono piu' percepite le differenze di status dei vari membri.
La CMC assume anche un particolare significato sociale, perché
la Rete viene percepita come un medium a parte rispetto a quelli
tradizionali.
Mentre in passato il mezzo era visto semplicemente come un
conduttore di messaggi, ora viene scelto non solo in base a quanto sia
adatto a trasmettere un certo tipo di messaggio, ma anche per il suo
significato simbolico.
Altra questione riguardante la CMC è relativa ai suoi fruitori.
C'è chi sostiene che negli ambienti della comunicazione elettronica le
persone diventino più aperte e più libere di esprimersi ed anche più
impulsive e irresponsabili.
Questo perché a differenza delle relazioni faccia a faccia, le
regole sociali sarebbero deboli e assenti. Di conseguenza le persone si
sentirebbero più disinibite e meno timorose di essere giudicate.
A sostegno di questa tesi, il fatto che in rete sia molto più facile
imbattesi in gruppi di discussione che trattano argomenti di vario
genere, come i problemi sessuali.
Le persone si sentono in un certo modo protette dal relativo
anonimato e dalla percezione della CMC come effimera.
6
Secondo Sproull
4
e Kiesler
5
la CMC isola le persone dal
contesto sociale, inducendole così ad aprirsi.
In realtà la situazione sembra meno drastica di come descritta
dai due studiosi, molto dipende dal contesto sociale in cui la
comunicazione elettronica si sviluppa.
Nel momento in cui il contesto rende importante l'identità di un
individuo come membro di un gruppo, egli si adatta alle norme
socialmente riconosciute, comportandosi di conseguenza.
Sono state segnalate diverse caratteristiche originali che la
CMC avrebbe introdotto rispetto al panorama comunicativo
preesistente.
La prima riguarda la flessibilità comunicativa permessa dalla
CMC. Grazie alle recenti evoluzioni è possibile trasmettere sulle reti
telematiche non solo testi scritti ma anche suoni e immagini fisse e in
movimento.
La seconda caratteristica innovativa rispetto ad altri mezzi di
comunicazione è espressa dalla metafora della “rete in quanto luogo”.
Telefono e posta tradizionale permettono da tempo di avere
contatti frequenti con persone di tutto il mondo con persone che si
conoscono già.
4
Op. cit.
5
Op. cit.
7
In rete è possibile “incontrare” e “conoscere” persone nuove,
frequentare zone particolari della rete, in cui è più probabile fare
incontri che rispondano ai propri interessi del momento.
A questo proposito molti autori parlano di cyberspazio
6
per
indicare un complesso insieme di tecnologie in grado di indurre
nell’utilizzatore una sensazione di presenza in un ambiente sociale
diverso da quello in cui fisicamente si trova.
Gli utilizzatori abituali della CMC mostrano di non avere alcuna
difficoltà ad accettare la rete come “luogo sociale” basti navigare su
internet per rendersi conto dell’esistenza di musei, bar, supermercati,
piazze, case virtuali.
Altrettanto normale è concordare appuntamenti in determinati
punti della rete con lo scopo di chiacchierare, di incontrare vecchi e
nuovi amici.
Qualsiasi interazione in rete non può che svolgersi interamente
all’interno del linguaggio. L’interazione in rete è costituita
esclusivamente da atti comunicativi: esiste e viene riconosciuto solo
colui che comunica.
6
Termine coniato dallo scrittore William Gibson nel 1984 con il suo romanzo fantascientifico,
Neuromance, con il quale indica la rete di interconnessione e comunicazione mondiale in cui
operano i suoi eroi.
8