4
INTRODUZIONE
Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri
della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il
fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo…gli Stati
membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni
Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti umani e delle libertà
fondamentali.
(Dichiarazione dei diritti dell’Uomo)
La Guardia Costiera è l’Istituzione dello Stato Italiano cui è stato attribuito
progressivamente, in risposta alle esigenze di tutela del diritto alla
sicurezza umana in contesti di emergenza, il compito della salvaguardia
della vita umana in mare. Essa è chiamata ad intervenire prima che si
verifichino disastri, laddove siano individuati rischi per la vita, per la salute,
per l’ambiente, sia derivanti da cause industriali, quali gli incidenti alle navi
o la dispersione di prodotti inquinanti, che demografico - economiche,
quali i flussi di migranti. La sua attività in materia di controllo delle coste e
salvaguardia della vita corrisponde a norme ben definite che dipendono da
politiche di governo e da convenzioni internazionali. Ma il complesso delle
normative alle quali essa obbedisce, in ultima analisi discende da fattori di
civiltà quali la crescente sensibilità al rispetto dei diritti dell’uomo e
dell’ambiente, che oggi informa la politica e l’opinione pubblica, laddove
questa è capace di orientare le politiche dei governi.
Ho articolato il mio lavoro in due sezioni:
Nella prima sezione, (cap. I e II) prevalentemente concettuale, il primo
capitolo si divide in due parti: nella prima parte considero i diritti primari
alla vita, alla sicurezza personale e all’integrità fisica come valori a
fondamento delle istituzioni volte a garantire la salvaguardia della vita
5
umana; nella seconda parte delineo l’esigenza sociologica di garantire la
società attuale, in quanto società del rischio, attraverso l’istituzione di
“sistemi esperti”.
Il secondo capitolo riflette nella normativa internazionale le azioni
concrete di intervento, considerando le norme dirette al soccorso della
vita umana, soprattutto, ma non solo, rispetto al fenomeno
dell’emergenza migranti, dal momento che il traffico marittimo di per sé
comporta, tra l’altro, il rischio di gravissimi incidenti e di disastri
ambientali.
La seconda sezione, ( cap. III e IV) presenta da un lato la ricerca storica
dello sviluppo del Corpo delle Capitanerie di Porto e della sua
evoluzione/articolazione nella Guardia Costiera, e dall’altro considera gli
strumenti e le procedure, il metodo operativo di cui si avvale la Guardia
Costiera nella sua funzione per far fronte alle situazione di rischio e di
intervenire al momento critico dell’emergenza.
Ho ritenuto utile soffermarmi su alcuni momenti e aspetti nella storia dei
diritti umani all’interno del diritto internazionale, dall’ideale filosofico
all’interpretazione normativa, come pure nella storia degli organismi e
delle istituzioni, nonché della normativa inerente la salvaguardia della vita
umana in mare in situazioni di emergenza, per identificare gli elementi
principali del loro consolidamento, verificando come la tensione filosofico -
politica si è trasformata in istituti della giurisprudenza internazionale e
infine in atto di governo.
La società attuale è detta società del rischio perché riconosce i rischi insiti
nel progresso tecnologico e scientifico che si manifestano come rischi di
portata globale; ma essa è anche società del rischio per il fatto che, poiché
cerca la sicurezza, è riflessiva; mentre si presentano nuove forme di
imponderabili minacce, la popolazione contemporanea diventa sensibile e
attiva rispetto alle situazioni di emergenza che possono verificarsi.
6
Riconoscere collettivamente i rischi significa sapere. In tale condizione la
conoscenza sviluppa uno straordinario dinamismo politico. Il
riconoscimento sociale dei rischi determina contestazioni rispetto alle
posizioni consolidate che negavano i pericoli. In un sistema democratico
l’opinione pubblica determina le scelte politiche: da una parte il sistema di
valori è in continua evoluzione, dall’altra lo stesso governo della politica
diventa soggetto a spinte dal basso e all’assunzione di provvedimenti
richiesti volti alla sicurezza globale.
Nella società odierna, che richiede sapere e si esprime attivamente di
fronte ai rischi che incombono a causa della modernizzazione nel mondo
globale, la crescita dell’attenzione collettiva e il formarsi della sensibilità
politica relativa ai diritti umani ha reso progressivamente cogenti -
obbligatori il rispetto delle norme sviluppate a livello internazionale.
I sistemi politici si muovono in base alle motivazioni comuni definite e
condivise dai loro membri con il progetto di un’istituzionalizzazione
efficace. Gli stessi organismi internazionali sono il prodotto politico di una
consapevolezza che diventa generale ed impone scelte concrete e
conseguenti sempre più ampie, articolate e strutturate, ma anche
democraticamente criticabili e migliorabili. Da un lato i rischi si
moltiplicano e fenomeni prima non percepibili acquistano dimensioni
drammatiche e urgenti, dall’altro gli istituti che provengono dagli
organismi internazionali, la stessa normativa spesso non sono adeguati di
fronte all’ampiezza e all’imprevedibilità delle situazioni di emergenza al
momento del loro urgente verificarsi. Nel caso dell’UE, ad esempio, il
sistema è impreparato ad affrontare l’emergenza laddove assegna ai
singoli Stati la gestione di fenomeni di portata straordinaria ed epocale: i
disastri ambientali non rispettano i confini, la criminalità opera su scala
globale, i flussi migratori dei disperati non rispondono alle leggi degli Stati
ma alla loro legge della sopravvivenza.
7
La ricerca sulla storia degli organismi internazionali costituiti allora ci
insegna e prospetta che è necessario che neonati organismi internazionali
o sovranazionali diretti alle emergenze si consolidino e studino procedure
e modalità d’intervento sempre più efficaci, acquistino mezzi, personale
specializzato e strumenti. Ma perché tali organismi acquistino potere e
siano effettivamente efficaci, occorre che le istituzioni internazionali e
nazionali fondino sulla democratizzazione il loro potere, tale che esso sia
riconosciuto da tutti gli Stati membri e le stesse organizzazioni possano
imporre condizioni, controlli, azioni agli Stati stessi, soprattutto in
situazioni di emergenza, e che dal confronto democratico si sviluppi una
cultura che spenda per conferire poteri più ampi e strumenti più efficienti
agli enti operativi che operano per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.
Anche nella società italiana moderna la consapevolezza dei rischi e il senso
di responsabilità influenzano la visione delle cose che hanno gli individui; è
un’individualizzazione che porta a considerare le persone come
responsabili dei risultati che ottengono. Questo da un lato ha dato il via
alla nascita di movimenti politici, dall’altro induce – un fenomeno che
riguarda soprattutto i giovani - a cercare di trovare in nobili progetti di vita
e nella sfida dell’emergenza una forza unificante. È il sentimento che
condividono coloro che si adoperano nelle Istituzioni che dell’emergenza
fanno la propria professione, come la Guardia Costiera, i Vigili del fuoco, il
Corpo forestale dello Stato. Il fine che si persegue è quello di riuscire a
controllare l’incertezza.
Benché non sia in genere l’Italia la meta finale dei viaggi dei migranti, le
emergenze in mare intorno alle sue coste geograficamente implicano e
determinano l’intervento dello Stato italiano, che è chiamato a porre in
essere tutte le misure prime di soccorso che è in grado di produrre . Il
sistema esperto qualificato ad operare sulle situazioni di rischio per
garantire la sicurezza delle coste italiane e del mare antistante è la
8
Guardia Costiera, che agisce nei porti e in mare con attività di polizia e di
soccorso non solo allo scopo di salvaguardare direttamente la vita umana
in occasione di tragici eventi, ma anche allo scopo di tutelare le risorse del
mare da altre minacce tra cui quelle ecologiche.
Tuttavia, di fronte a rischi globali che impongono decisioni e sollevano
questioni di responsabilità, di costi, di giustizia, la politica nazionale e
quella internazionale sono incalzate dal discorso pubblico mondiale sul
rischio e sottoposte all’obbligo di giustificarsi e di agire. Non fare nulla di
fronte ai rischi riconosciuti è politicamente escluso, perciò, per i rischi
globali riconosciuti devono essere inventati e applicati strumenti e
istituzioni politiche. La capacità d’azione dello Stato si manifesta nella sua
capacità di contribuire alla soluzione dei problemi globali. Essere una Stato
“cosmopolita” - come l’Italia nella sua condizione europea - rafforza la sua
capacità d’azione perché consente di sommare all’opzione dell’azione
nazionale - statale, le capacità cooperative delle reti politiche
transnazionali (Unione Europea, Organizzazioni sovranazionali).
Sezione l
CAPITOLO l. Dall’ideale al diritto
Parte l. Diritto Internazionale sulla salvaguardia della vita umana
1 La Dichiarazione Universale nel Diritto Internazionale
Il progresso del pensiero contemporaneo ha imposto la priorità di tutelare
i diritti inviolabili dell’uomo. Essi sono enunciati sia nell’articolo 2 della
Costituzione Italiana “la Repubblica Italiana riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell’uomo…”, con particolare riferimento al diritto alla vita,
come recita l’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per cui “…ogni