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Lessico architettonico: termini tecnici e relative accezioni.
Lo sviluppo della ricerca sulle mura di Vaste ha implicato l'esame di molti contributi
dedicati alle fortificazioni antiche. La necessità di confrontare le opere di numerosi studiosi
ha messo in risalto un aspetto che penalizza notevolmente le potenzialità di questo settore di
indagine: la mancanza di un lessico tecnico-architettonico concordato e condiviso.
Nei contributi in lingua italiana si riscontra a volte l'uso di una terminologia piuttosto
generica, laddove la comprensione del contesto ne richiederebbe una più specifica ed
analitica; altre volte si assiste invece all'impiego di termini tecnici assai ricercati, che possono
però cambiare di significato a seconda della tradizione di ricerca o della scuola da cui l'autore
proviene.
Prendendo in considerazione gli studi in lingua straniera il problema si accresce
ulteriormente: molti termini ed espressioni del gergo architettonico hanno un campo di
applicazione talmente ristretto e una tradizione d'uso talmente articolata che a poco serve
avvalersi di voluminosi dizionari bilingue; tali difficoltà di traduzione sono comuni a tutte le
lingue cosiddette scientifiche.
Nel nostro caso la risoluzione di queste difficoltà si è imposta soprattutto per la
necessità di inserire in un corretto ed univoco sistema di rispondenze semantiche la
terminologia impiegata nei contributi in lingua francese che Jean-Luc Lamboley ha dedicato
alle fortificazioni salentine in generale e a quelle di Vaste in particolare.
Sulla scorta di tali considerazioni si è pertanto ritenuto opportuno fornire una lista dei
termini e delle espressioni del linguaggio architettonico impiegati nella presente ricerca,
esplicitando per ciascuno di essi l'accezione con la quale viene inteso
1
.
Un costante punto di riferimento nella realizzazione di questo lessico è stato il
Dictionnaire méthodique de l'architecture grecque et romaine di René Ginouvès e Roland
Martin
2
: tale importante strumento propone una definizione per ciascun termine
dell'architettura antica, seguita dalla traduzione del termine stesso in sette lingue; alla
terminologia del Dictionnaire si rifà esplicitamente anche Lamboley
3
.
Alzato: sviluppo in altezza di una struttura a partire dal suo piano di spiccato.
1
Lo studio di denominazioni ed espressioni che descrivono le posizioni di un blocco è stato piuttosto complesso
per il proliferare di sinomini e di definizioni basate su sistemi di riferimento alternativi (cfr. ADAM 1994, pp.
117-118); per ciascuno di questi termini viene indicato anche il corrispettivo francese usato dal Lamboley.
2
GINOUVÈS - MARTIN 1985; MARTIN 1992; GINOUVÈS 1998.
3
LAMBOLEY 1996b, p. 367, n. 12.
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Antemurale: v. proteichisma.
Architrave: elemento in pietra o legno che copre l'apertura di una porta o di una finestra; l'a.
poggia alle sue estremità sui piedritti.
Arricciatura: operazione con la quale si porta il paramento al suo livello definitivo,
eliminando le parti precedentemente lasciate in aggetto, sia per facilitare il sollevamento dei
singoli elementi architettonici, sia per assicurare alla superficie una protezione provvisoria.
Assisa: serie di elementi di una muratura posti sullo stesso livello.
Bastione: dispositivo ottenuto tramite un accrescimento dello spessore delle mura, con o
senza aggetto verso l'esterno, di forma non di rado irregolare; il b. si trova in genere lungo le
cortine, in corrispondenza di angoli o porte. Sempre massiccio e per lo più riempito di terra,
in caso di attacco nemico esso accoglie un'elevata concentrazione di difensori.
Blocco: elemento in pietra, tagliato come un parallelepipedo rettangolo o anche in forme più
complesse, di dimensioni troppo grandi per poter essere portato da un solo uomo.
-diatono: b. che occupa l'intero spessore del muro, e che quindi ha due facce
opposte visibili; fr. parpaing.
-a coltello: b. il cui letto di posa corrisponde allo spigolo più corto fra quelli visibili in
paramento; fr. dressé(e).
-di piatto: b. il cui letto di posa corrisponde allo spigolo più lungo fra quelli visibili in
paramento; fr. couché(e) o à la plat.
-per alto: b. che presenta in paramento la faccia maggiore (fr. joue); lo spigolo
minore è perpendicolare all'asse del muro; fr. carreau.
-per taglio: b. che presenta in paramento la faccia mediana (fr. champ o chant); lo
spigolo medio è perpendicolare all'asse del muro; fr. panneresse.
-per testa: b. che presenta in paramento la testa (fr. bout); lo spigolo maggiore è
perpendicolare all'asse del muro; fr. boutisse.
Bolo: termine utilizzato nell'area salentina per indicare una terra rossastra, di consistenza
molto plastica, che si trova in genere a diretto contatto con il banco roccioso; fino a pochi
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decenni fa, per le sue proprietà meccaniche, il bolo veniva impiegato come legante nella
muratura in piccole pietre tipica dell'edilizia domestica tradizionale.
Briglia trasversale: setto murario che attraversa perpendicolarmente la cinta fortificazione,
interrompendo la continuità dell'emplekton, al fine di creare un solido legame fra i due
paramenti delle mura.
Bugna: parte in aggetto della faccia di un blocco. La b. sporge rispetto al piano di riferimento
e forma una convessità "a cuscino", dalla superficie più o meno regolare.
Calcarenite del Salento: roccia sedimentaria assai diffusa nella parte centro-meridionale
della penisola salentina; questa pietra calcarea, piuttosto tenera e friabile, presenta un colore
giallo molto chiaro, tendente al bianco, ed è tuttora largamente impiegata come materiale da
costruzione.
Cammino di ronda: percorso continuo che permette ai difensori di circolare sulla sommità
delle mura, facilitando le attività di osservazione e di difesa.
Cardine: elemento della porta più o meno allungato, arrotondato alla sua estremità inferiore;
fissato alla parte girevole, il c. è destinato a ruotare secondo il suo asse verticale all'interno di
una cavità o di un anello.
Catena angolare: struttura muraria che si trova in corrispondenza di un angolo e si distingue
dal complesso della costruzione per le dimensioni e/o il tipo di materiale e/o la forma degli
elementi che impiega.
Cava: luogo dal quale sono estratti i materiali minerali destinati alla costruzione, sia che si
tratti di pietra, di sabbia o di argilla; la cava può essere sotterranea o a cielo aperto. L'attività
estrattiva procede tagliando nella roccia gradini e fronti di cava; nel caso della cava
sotterranea questo lavoro si svolge in galleria.
Cinta di fortificazione: costruzione che circonda, a scopo protettivo, uno spazio abbastanza
ampio, in particolare una città o una sua porzione.
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Ciottolo: piccolo frammento di pietra, che si distingue dallo scapolo per la forma più
arrotondata e per le dimensioni, sempre assai modeste, ma comunque superiori ad un paio di
centimetri.
Concio: elemento di pietra tagliato, di dimensioni abbastanza modeste da poter essere portato
da un solo uomo, non associabile ad una forma architettonica più specifica; fr. moellon.
Cornice: filare di blocchi che presenta una modanatura continua aggettante a scopo
decorativo; si trova nella fascia più alta del paramento esterno delle mura, subito al di sotto
del coronamento merlato o poco più in basso.
Coronamento merlato: dispositivo che comporta una serie di elementi costruiti (merli) al di
sopra del parapetto esterno delle mura, alternati a spazi liberi di ampiezza costante (saettiere).
L'altezza del coronamento merlato (parapetto + merli) supera in genere quella di un uomo.
Corso: v. assisa.
Cortina: porzione di cinta di fortificazione compresa fra due torri; nell'uso comune viene
usato anche per indicare tratti delle mura identificabili in base ad altri punti di riferimento
(es.: in rapporto alla porta Nord, si possono riconoscere una cortina Est e una cortina Ovest).
Per porre rimedio all'assenza o alla scarsità di torri, la cortina si articola a volte in una serie di
tratti alternativamente aggettanti e rientranti (c.d. tracciato a cremagliera, o a sfalsamenti),
con le parti avanzate che incombono sul fianco destro dell'assalitore, vale a dire quello meno
protetto.
Elevato: v. alzato.
Faccia: superficie che limita il volume di un blocco o di un concio.
-di giunzione: f. destinata ad entrare in contatto con un altro elemento.
-a vista: f. visibile sulla superficie del muro.
Facciavista: v. faccia a vista.
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Fascia perimetrale: fascia continua, che costeggia almeno tre spigoli di una faccia di un
blocco, in cui la superficie viene lavorata in maniera accurata, in contrasto con la parte
restante in cui viene mantenuto un grezzo bugnato aggettante.
Feritoia: apertura molto stretta lungo la cinta di fortificazione, funzionale al lancio di frecce
da parte degli arcieri, ai quali viene in questo modo assicurata una maggiore protezione.
Filare: v. assisa.
Fondazioni: costruzioni interrate, situate sotto l'elemento architettonico o sotto l'edificio che
sono chiamate a supportare; ulteriori compiti delle f. sono quelli di ripartire i carichi della
struttura soprastante e di compensare i difetti del suolo sul quale essa insiste; in genere
espresso al plurale, il termine si usa al singolare quando viene a specificare l'impiego di un
determinato elemento costruttivo (es: filare di fondazione).
Fossato: scavo di notevole profondità che segue esternamente il perimetro della cinta di
fortificazione, per impedire l'avvicinamento di eventuali assalitori; per lo più il f. si
interrompe in corrispondenza di una porta.
Ghiaia: miscela di sabbia grossa e di piccoli scapoli e ciottoli, provenienti dalla
frantumazione di alcune rocce.
Giunto: linea d'incontro fra due elementi costruttivi contigui.
Incasso: parte del blocco rientrante rispetto al resto del paramento; l'i. ha una forma allungata
e si trova in corrispondenza di uno spigolo.
Intonaco: rivestimento semi-liquido o pastoso che si stende per strati su una superficie alla
quale si fissa seccando; l'i. svolge un ruolo decorativo e/o protettivo.
Letto: faccia di giunzione orizzontale di un blocco o di un concio.
-di attesa: superficie con la quale un elemento ne supporta altri posti ad un livello
superiore.
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-di posa: superficie con la quale un elemento poggia su altri posti ad un livello
inferiore.
Malta: miscela di uno o più materiali lapidei triturati e di acqua, che indurisce a seguito di
una reazione chimica; la m. viene usata come legante fra elementi lapidei solidi.
Maschio: parte aggettante di uno di due pezzi uniti, che penetra nella mortasa.
Merlo: elemento architettonico che separa due saettiere e s'imposta sul parapetto delle mura.
Mortasa: cavità scavata in un pezzo per ricevere una parte di un altro.
Muratura: messa in opera di materiali da costruzione.
Muro in pietre a secco: struttura muraria costruita con pietre informi di varie dimensioni che
si mantengono assieme in virtù della forza di gravità, senza l'ausilio di alcun materiale
legante. La tradizionale tecnica costruttiva in pietre a secco è ancora utilizzata nelle
campagne salentine per realizzare i muri di separazione delle proprietà fondiarie. Nello studio
delle fortificazioni salentine l'espressione muro in pietre a secco viene usata anche per
indicare una spessa cinta muraria i cui paramenti, realizzati in opera incerta irregolare con
l'impiego di grandi massi, racchiudono un emplekton di pietrame misto a terra.
Olivella: dispositivo formato da due o tre pezzi di metallo o di legno, montato su un anello
attraverso il quale passa l'uncino del cavo di sollevamento; la forma dell'olivella, più larga in
basso e più stretta in alto, determina il bloccaggio del dispositivo contro le pareti della
mortasa nella quale è inserito.
Opera ciclopica: tecnica costruttiva nella quale sono impiegati massi appena sbozzati di
dimensioni molto grandi, intercalati da schegge o scapoli spesso legati da una malta terrosa.
Opera incerta: tecnica costruttiva nella quale sono impiegati scapoli e conci di forma
irregolare, senza che vi si possano distinguere delle assise ben differenziate.
-irregolare: o. i. nella quale sono impiegati conci e scapoli grezzi di dimensioni
diverse, privi di lavorazione anche in facciavista.
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Opera a blocchi squadrati: v. opera quadrata.
Opera quadrata: tecnica costruttiva nella quale sono impiegati blocchi di pietra tagliati in
forma di parallelepipedo.
-irregolare: o. q. in cui le assise hanno altezze diverse e i blocchi sono di lunghezza
diseguale; alcuni giunti laterali possono risultare inclinati rispetto alla verticale.
-isodoma: o. q. in cui le assise hanno tutte la stessa altezza e i blocchi hanno tutti la
stessa lunghezza o si alternano regolarmente.
-isodoma imperfetta: o. q. in cui le assise hanno tutte la stessa altezza e i blocchi
hanno lunghezze diverse.
-pseudo-isodoma: o. q. in cui le assise hanno altezze diverse, ma con un ritmo di
alternanza regolare, e i blocchi hanno tutti la stessa lunghezza o si alternano
regolarmente.
-pseudo-isodoma imperfetta: o. q. in cui le assise hanno altezze diverse, ma con un
ritmo di alternanza regolare, e i blocchi hanno lunghezze diverse.
Paramento: parte visibile, di costruzione unitaria, che costituisce la faccia di un muro.
Parapetto: muro a costruzione piena edificato sul bordo di un ripiano rialzato, per consentire
alle persone di affacciarsi senza pericolo.
Piano di spiccato: v. spiccato.
Piattaforma: superficie piana ottenuta artificialmente costruendo una pavimentazione in
pietra, legno o terra.
Piedritto: elemento verticale o leggermente obliquo che forma uno dei piani laterali di
un'apertura, e che ne supporta la copertura.
Pietrame: nome collettivo che designa una mescolanza di frammenti litici, composta da
pietre di dimensioni variabili.
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Porta: con questo termine s'intende sia l'apertura che permette di attraversare la parete di un
edificio o la cinta di fortificazione di una città, sia l'elemento che chiude questo punto di
passaggio.
-a cortile: struttura complessa in cui viene sistemato, alle spalle della prima p., uno
spazio libero che dà accesso ad su una seconda p. e nel quale l'assalitore deve essere bloccato.
-a doppio fiancheggiamento: p. rinserrata fra due torri.
-a fiancheggiamento: p. protetta da una torre o da un bastione posizionati in genere
sul lato destro in entrata, quello in cui l'assalitore è più vulnerabile, perché non difeso
dallo scudo.
-a ricoprimento: p. inserita fra due muri pressappoco paralleli, che si "ricoprono"
formando una gola d'accesso.
-a tenaglia: p. con l'entrata aperta in fondo ad un angolo rientrante della cinta di
fortificazione, determinato da uno sfalsamento nel circuito; l'angolo di apertura della tenaglia
può stringersi fino ad ottenere due muri paralleli che formano una sorta di corte aperta
sull'esterno e in fondo alla quale si trova la porta
4
.
-scea: v. p. a ricoprimento.
Postierla: porta di dimensioni ridotte, normalmente ad un solo battente, che si apre lungo una
cinta di fortificazione.
Posto di guardia: struttura di modeste dimensioni, spesso caratterizzata da una scarsa
articolazione interna, posta in genere in corrispondenza di una porta lungo una cinta di
fortificazione per assicurarne il controllo e la difesa.
Saettiera: spazio libero fra due merli. Attraverso le saettiere i difensori potevano osservare i
nemici e contrattaccarli con le proprie armi.
Scanalatura: modanatura scavata in un elemento lapideo e complementare ad un listello
aggettante. La scanalatura può avere altre funzioni oltre a quella di modanatura decorativa,
per esempio per il fissaggio di un rivestimento o dell'intelaiatura di una porta.
4
ADAM 1982, p. 85.
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Scapolo: frammento di pietra di dimensioni assai ridotte, la cui forma, irregolare, dipende dal
tipo di roccia e dalle circostante del suo distacco.
Scheggia: frammento distaccato da una roccia sotto l'azione di un colpo. La s. presenta in
genere uno spessore modesto in rapporto alle altre due dimensioni, e può avere dei lati
taglienti.
Sciabolata: linea di separazione verticale visibile nel punto d'incontro fra due muri.
Sfalsamento: disposizione dei tratti di una cinta di fortificazione secondo un allineamento
irregolare, variato e interrotto opportunamente per necessità di carattere difensivo; spesso
vengono installate porte lungo i segmenti rientranti rispetto al circuito generale, e torri o
bastioni in corrispondenza degli angoli aggettanti.
Spiccato: superficie piana a partire dalla quale si eleva una costruzione.
Spigolo: linea d'incontro tra due facce.
Superficie ribassata: parte in sottosquadro della faccia di un blocco. Questa porzione di
superficie viene abbassata rispetto a quella restante per facilitare l'accostamento al blocco
contiguo nel momento della messa in opera.
Stipite: ciascuno dei due piedritti verticali che limitano il vano di una porta o di una finestra
e sostengono l'architrave.
Tenone: v. maschio.
Torre: struttura a pianta circolare, quadrata, o poligonale centrata, la cui altezza sia superiore
o uguale a una volta e mezza il diametro (nel primo caso) o la diagonale maggiore (negli altri
due). Una t. può anche integrarsi, come corpo di fabbrica, nell'ambito di un edificio
complesso.
Tracciato a cremagliera: v. sfalsamento.
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Trincea di fondazione: trincea scavata nel suolo fino a raggiungere il livello sul quale
verranno impostate le fondazioni di una struttura muraria.
Tufina: calcare bianco minutamente frammentato, a volte mescolato con terra sabbiosa molto
fine, frequentemente utilizzato nel Salento antico per realizzare piani pavimentali e
rivestimenti stradali.
Zanca: blocco con pianta a forma di L (la proporzione fra i due bracci può variare molto), le
cui due facce di paramento congiunte creano un angolo di una struttura.
Anathyrosis: fascia, che costeggia uno o più spigoli della faccia di giunzione di un blocco, in
cui la superficie viene lavorata in maniera accurata, in contrasto con la parte restante, in cui la
superficie viene ribassata per facilitare l'accostamento al blocco contiguo nel momento della
messa in opera.
Emplekton: porzione compresa fra i paramenti di un muro complesso, generalmente
costituita da un riempimento di pietre e terra.
Proteichisma: struttura indipendente disposta di fronte e parallelamente al muro di
fortificazione principale per ostacolare l'assalto dei nemici ed in particolare per impedire alle
loro macchine ossidionali di raggiungere la cinta difensiva.