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Introduzione
Oggetto di questa tesi è la storia del mensile critico di informazione e opinione
francese Le Monde diplomatique, dalla sua fondazione nel 1954 a oggi, attraverso un
percorso storico e culturale che ha rivoluzionato il mondo della carta stampata.
La ricerca è nata con lo scopo di comprendere i motivi del successo di una testata che
rappresenta un caso singolare nel panorama giornalistico, per tiratura, numero di
edizioni internazionali e qualità dell’informazione.
Sono state analizzate le tappe più rilevanti: dalla nascita come satellite del famoso
quotidiano Le Monde alla volontà già espressa nei primi anni di ottenere autonomia
redazionale, avvenuta con l’ingresso di collaboratori che hanno rimpiazzato i
giornalisti della testata madre; dall’alternanza di quattro direttori al verificarsi di
eventi storici e socio-culturali che hanno generato solide collaborazioni interne ma
anche profondi dissidi.
La crescita progressiva è avvenuta grazie alla collaborazione di diplomatici e uomini
politici durante la direzione di François Honti, di giovani universitari e artisti nel
periodo di Claude Julien e leader militanti durante l’era di Ignacio Ramonet.
L’innesto di pratiche universitarie in un universo giornalistico ha contribuito a creare
un luogo ibrido adatto a un giornale che oggi si distingue per la propria originalità.
Questo miscuglio di generi ha assicurato un successo maturato e mantenuto negli
anni anche quando la crisi editoriale ha colpito la stampa mondiale; Le Monde
diplomatique è riuscito a salvarsi grazie a un lettorato numeroso e diversificato nel
suo genere che, attraverso l’acquisizione di una quota societaria ha contribuito, negli
anni ’90, all’indipendenza economica. La tiratura è esplosa in maniera esponenziale
dagli anni 70 agli anni ’90; mentre il resto della stampa internazionale subiva un
tracollo, il Diplò triplicava le copie da 50 a 150 mila. La sua forza si è basata anche
sull’autonomia finanziaria che ha permesso nel 2000 l’acquisto di un piccolo
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immobile nel 13° Arrondissement di Parigi
1
, nel quale ha attualmente sede e
sull’indipendenza dai gruppi economici che negli ultimi decenni hanno assorbito la
maggior parte dei media mondiali.
Per ottenere un risultato duraturo nel tempo é stata fondamentale anche l’esistenza di
un azionariato fedele, Les Amis, che negli anni hanno organizzato, raggruppati in
comitati, dibattiti mensili nei quali intervengono regolarmente i membri della
redazione, si incontrano i lettori per discutere gli articoli pubblicati nel mese
precedente e che rappresentano da sempre una presenza regolare sul territorio.
Grazie a un’informazione continua e trattata in maniera capillare, mese dopo mese,
sono stati seguiti tutti gli avvenimenti degli ultimi 62 anni di storia e i grandi
cambiamenti tecnologici degli ultimi decenni: il tentativo di creare un nuovo ordine
internazionale negli anni ‘70, la crescita del neoliberalismo e della finanza, le
resistenze sociali, l’evoluzione del lavoro, le battaglie e le conquiste delle donne.
Infine, visto che non si possono separare le trasformazioni politiche dalle mutazioni
scientifiche e culturali, ha tenuto conto anche della conquista dello spazio, della
robotizzazione, della rivoluzione di Internet e delle nuove tecnologie. I cambiamenti
storici sono stati approfonditi attraverso la consuetudine, da parte dei giornalisti e in
particolare dei direttori del Diplò, di pubblicare libri monotematici di attualità.
Le Monde diplomatique é stata la prima testata, tra quelle di maggior rilievo, a offrire
ai propri lettori la possibilità di usufruire di un’edizione elettronica gratuita dal 1995
arricchita negli anni con gli archivi contenenti più di 40.000 articoli dal 1954,
classificati per data, tema e Paese .
In questa ricerca è stato approfondito soprattutto il ventennio dal 1990 al 2010, che
ha coinciso con la direzione di Ignacio Ramonet, perché sono stati gli anni che hanno
provocato i cambiamenti più incisivi: dalla caduta del muro di Berlino al crollo delle
Twin Towers del 2001, dall’esplosione di internet all’intensificarsi degli attacchi
terroristici. L’avvicinamento ai movimenti sociali, sollecitati da alcuni editoriali di
Ramonet, hanno permesso la nascita di associazioni militanti come ATTAC e del
Forum Sociale di Porto Alegre e hanno trasformato Le Monde diplomatique in un
1
Alexis Delcambre, Raphaelle Besse Desmoulierès, Le lustre retrouvé du Monde diplò, Le Monde,
14/02/2017, edition abonné.
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organo non ufficiale del movimento anti-globalizzazione. L’attivismo di una parte
dei giornalisti della redazione e la crisi interna di ATTAC hanno provocato una
divisione che ha portato nel 2008 alle dimissioni di Ignacio Ramonet dalla funzione
di direttore e di Bernard Cassen da quella di caporedattore e nel 2010 di Dominique
Vidal da quella di caporedattore aggiunto.
Serge Halimi, collaboratore dalla fine degli anni ’80, é stato nominato direttore nel
2008 ed é riuscito a trascinare il mensile fuori dalla crisi che lo aveva investito e che
aveva causato un allontanamento dei lettori. La sua direzione non é stata analizzata
in questo studio perché ancora in corso.
Malgrado il prestigio che riveste nel campo mediatico francese, al mensile sono stati
dedicati pochi studi monografici; alcune ricerche universitarie hanno riguardato
l’analisi di singoli argomenti trattati come Le Monde diplomatique in versione
francese e italiana: la traduzione dei titoli anaforici di Roberta Pederzoli (Università
di Bologna, 2006). Unica eccezione è stata la tesi di dottorato in Scienze politiche di
Nicolas Harvey discussa presso l’Università Rennes 1, dal tema: Entre le
journalisme, l’Université et la mobilisation: le cas du Monde diplomatique,
pubblicata nel 2014
2
, documento di analisi meritevole di attenzione perché frutto di
sette anni trascorsi all’interno della redazione, a diretto contatto con i giornalisti, con
il direttore dell’epoca Ignacio Ramonet e, occasionalmente, con il precedente Claude
Julien.
Per arricchire la ricerca sono stati contattati via e-mail alcuni protagonisti ai quali é
stata chiesta un’opinione sul ruolo che ricopre Le Monde diplomatique nell’attuale
panorama internazionale; tra questi sono state raccolte risposte via e-mail di Noam
Chomsky, Dominique Vidal e Nicolas Harvey, inserite tra gli allegati. Per lo spoglio
delle annate sono stati utilizzati gli archivi digitali presenti sul sito ufficiale che
hanno sicuramente agevolato il lavoro anche se la maggior parte degli articoli sono
stati consultati nella loro forma originale cartacea. La ricerca bibliografica é stata
condotta presso la Biblioteca di Scienze politiche e la Biblioteca civica Berio di
Genova.
2
Nicolas Harvey, Le Monde Diplomatique: un concept éditorial hybride au confluent du journalisme,
de l’université et du militantisme, Paris, L’Harmattan, 2014.
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I risultati dello studio sono stati suddivisi in quattro capitoli completati da
un’appendice nella quale sono stati raccolti gli articoli ritenuti più significativi.
Il primo capitolo é dedicato ai primi vent’anni di storia del giornale, dalla nascita nel
1954 con François Honti caporedattore alla successiva direzione di Claude Julien,
direttore rappresentativo che ha contribuito all’indipendenza editoriale raggiunta
negli anni Settanta. Sono questi gli anni in cui la testata ha dato la vera svolta dal
punto di vista redazionale con l’ingresso di collaboratori provenienti da ambienti
differenti.
Il secondo capitolo racconta la storia del terzo timoniere, Ignacio Ramonet, la nascita
delle associazioni terzomondiste e l’indipendenza economica ottenuta negli anni ’90
grazie anche all’Associazione des Amis du Monde diplomatique che ha acquisito il
25,4% del capitale. Dal punto di vista storico sono gli anni più complessi perché il
mondo è travolto dalle nuove tecnologie e dalla globalizzazione.
Nel terzo capitolo domina l’antagonismo del mensile verso la politica economico-
militarista degli Stati Uniti attraverso l’analisi degli articoli pubblicati, la crescita
delle nuove economie asiatiche, gli attacchi dell’11 settembre 2001 e le conseguenti
scelte statunitensi in campo politico e di vigilanza. Sono stati analizzati anche alcuni
casi di falso giornalistico.
Il quarto capitolo é dedicato al Medio Oriente, alla nascita del canale televisivo Al-
Jazeera e al conflitto israelo-palestinese, alla posizione assunta dal mensile e dai suoi
collaboratori e ai dissidi sorti in redazione con il conseguente ritiro di Ignacio
Ramonet e la nomina dell’attuale direttore Serge Halimi.
La rivista é stata esaminata con il duplice obiettivo di metterne in evidenza la sua
peculiarità come prodotto editoriale e importanza come laboratorio culturale.
Caratterizzata da un approccio accurato e approfondito, ancora oggi incarna una
corrente della sinistra radicale
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che è quasi sparita dalla stampa quotidiana a causa
del declino dei giornali prossimi al Partito comunista, negli anni ha mantenuto una
visione critica e a volte controcorrente rispetto a una stampa spesso omologata. Ha
preso in contropiede i media tradizionali durante la prima Guerra del Golfo e dopo
l’11 settembre facendosi portavoce di un’ideologia fuori dal coro. Malgrado questa
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Alexis Delcambre, Raphaelle Besse Desmoulierès, Le lustre retrouvé du Monde diplò, cit.
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scelta ha lasciato spazio nelle proprie pagine anche al pensiero di chi aveva una
visione opposta.
Il successo commerciale, confermato dall’aumento delle vendite, é stato ottenuto
anche grazie alla struttura che lo ha reso un prodotto unico nel suo genere. A
differenza di altre pubblicazioni, l’uso delle note biografiche in calce a numerosi
articoli, dell’iconografia artistica e dei riferimenti che permettono al lettore di
approfondire ogni articolo, lo rende un prodotto a metà tra la stampa intellettuale e
scientifica; la presenza nelle piattaforme sociali e new media permettono al lettore di
avere una finestra sempre aperta, aggiornata e riflessiva sul mondo.
Dedico questo successo ottenuto alla soglia dei cinquant’anni a tutte le persone che
mi sono state vicine in questo percorso. In particolare alla Prof. Marina Milan che
mi ha seguito con attenzione e professionalità ed è stata per me una guida e fonte di
preziosi consigli. Sono grata al Prof. Andrea Catanzaro per la sua disponibilità e
collaborazione. Ringrazio le tre personalità che hanno accolto la mia richiesta via e-
mail e hanno risposto con sollecitudine e gentilezza, in particolare il giornalista
francese Dominique Vidal, che ha arricchito la tesi inviandomi un contributo
strettamente personale, Noam Chomsky e il Prof. Nicolas Harvey.
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1. Storia di un giornale atipico.
Nel panorama giornalistico internazionale spicca Le Monde diplomatique, il mensile
francese d’informazione e opinione che ancora oggi, a distanza di 63 anni dalla
prima pubblicazione, fa la differenza. Una delle sue caratteristiche é sempre stata
quella di dedicare il più ampio spazio alla politica estera della Francia ma anche a
quella interna degli altri Paesi e alle relazioni internazionali. Attraverso le
trasformazioni che ha subito la linea editoriale negli anni, é arrivata a essere una
delle testate col maggior numero di collaboratori esterni che hanno acquisito una
piena autonomia e risiedono nella zona geografica di competenza. Non ci si deve
sorprendere se spesso sono pubblicati testi di grandi scrittori provenienti da tutti i
continenti. Questo ha permesso alla redazione di avere uno sguardo omogeneo e non
“francocentrista”, sempre in una prospettiva a 360°.
La nascita di Le Monde diplomatique nel 1954 é strettamente legata a quella del
quotidiano Le Monde, avvenuta dieci anni prima a Parigi. Per questo, per
comprendere obiettivi, cambiamenti e successo che hanno raggiunto entrambi negli
anni dobbiamo fare un passo indietro nella storia, all’indomani della Seconda guerra
mondiale.
25 agosto 1944: la Francia dopo quattro anni di occupazione tedesca é finalmente
libera. Il Generale de Gaulle
1
, che fin dai primi giorni dell’armistizio del 1940,
dall’esilio di Londra, aveva esortato il popolo parigino alla resistenza, fece il proprio
ingresso trionfale a Parigi, scortato dai carri armati alleati. Capì subito che per
riscattare la Francia dagli anni bui della guerra avrebbe dovuto dotarla dello
strumento democratico per eccellenza: un quotidiano autorevole. Propose pertanto a
1
Charles de Gaulle - Generale e uomo politico francese (Lilla 1890 - Colombey-les-Deux-Églises,
Haute-Marne, 1970). Partecipò alla Prima guerra mondiale. Segretario del consiglio supremo di difesa
dal 1932 al 1936, si fece assertore della necessità dell'impiego massiccio dei mezzi corazzati insieme
all'aviazione e alla fanteria, suscitando l'ostilità degli alti comandi. Colonnello allo scoppio della
guerra, promosso generale, contrario alla resa, tornato precipitosamente a Londra, lanciava ai
Francesi, il 18 giugno 1940, il suo primo appello alla resistenza. Da allora fino al 1944 egli diventò il
simbolo dell'intera Resistenza francese: capo del Comitato francese di liberazione nazionale
il 15 maggio1944 diveniva capo del governo provvisorio della Repubblica francese. Tratto da:
http://www.treccani.it/enciclopedia/charles-andre-joseph-marie-de-gaulle/ (4 agosto 2016).
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Hubert Beuve-Mery, il giornalista francese che era stato corrispondente del Temps
2
da Praga, dal 1934 al 1938, di lanciare un nuovo quotidiano supportato dal governo
che potesse sostituire proprio Le Temps, soppresso durante il governo di Vichy. Le
principali correnti della Resistenza francese consideravano la stampa della Terza
Repubblica, vendutasi al nemico e corrotta, come una delle principali cause della
guerra. Per questo motivo era necessario un nuovo quotidiano che non avesse legami
con il precedente. Il 18 dicembre 1944, nel pomeriggio, datato 19, usciva il primo
numero di Le Monde, nato negli stessi locali, con la stessa tipografia del Temps, Rue
des Italiens, e il suo titolo utilizzava gli stessi caratteri gotici.
3
La prima edizione,
austera, é di poche pagine, e la prima pagina raccoglie gran parte del giornale.
“Il titolo fu scelto da Beuve-Mery che aveva esitato tra: Le Continent, L’Univers e Le
Monde. Il primo pareva troppo generico, il secondo aveva una connotazione storico-
religiosa troppo forte, fu scelto il terzo”
4
.
Le Monde riuscì a dare da subito l’idea di un grande progetto. Promosso da Charles
de Gaulle e realizzato da Hubert Beuve-Mery, fu un nuovo punto di riferimento per i
Francesi, in particolare per la media borghesia e gli intellettuali, uno sguardo
sull’Europa e sul mondo, una visione della Francia a tutto tondo senza dimenticare le
colonie, in particolare quelle nel Nord Africa. Un nuovo giornale in grado di svolgere
le funzioni del vecchio foglio parigino, Le Temps, organo della stampa liberale
francese. Nelle origini e nella storia di Le Temps si possono rintracciare le radici del
futuro Le Monde. Nel volume L’uomo dello schermo: de Gaulle e i media, Riccardo
Brizzi
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ha ripercorso la storia del nuovo quotidiano. Secondo l’autore sono state
almeno due le caratteristiche che hanno sostenuto il parallelo tra i due giornali: lo
spazio accordato alla politica internazionale e quello riservato alla cultura. Le Monde
ha raccolto l’eredità di un giornale d’opinione, rispondendo all’esigenza di
2
Le Temps - Quotidiano politico fondato a Parigi nel 1861 da A. Nefftzer. Modellato sul
britannico Times, divenne, per la larghezza e l’attendibilità delle informazioni e per l’autorevolezza
dei collaboratori (molti dei quali passati ad alte responsabilità politiche), il giornale più importante,
anche se non di maggiore tiratura, della Terza Repubblica, fino a essere considerato portavoce delle
posizioni governative. Durante la Seconda guerra mondiale parteggiò per il governo di Vichy, e quindi
fu soppresso poi come collaborazionista. Tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/le-temps (4
agosto 2016).
3
Marc Martin, Média et journalists de la République, Paris, Ed. Odile Jacob, 1997, p. 280.
4
Patrick Eveno, Historie du journal Le Monde: 1944-2004, Paris, Ed. Albin Michel, 2004, p. 23.
5
Riccardo Brizzi, L’uomo dello schermo: de Gaulle e i media, Bologna, il Mulino, 2010, p. 7.