Introduzione
VIII
Il presente lavoro si prefigge di analizzare le applicazioni che le biotecnologie
trovano nel settore agroalimentare.
Nel primo capitolo si tratta dell�ingresso dell�agricoltura italiana ed europea nel
nuovo millennio, il quale avviene in una fase evolutiva determinante per il futuro
del settore, ma al tempo stesso accompagnata da numerosi elementi di incertezza.
L�agricoltura italiana � impegnata in uno sforzo necessario per mantenersi in
equilibrio nell�ambito del sistema economico, e recuperare competitivit� nei
confronti della concorrenza agricola internazionale. In questo senso deve essere
collocato il ruolo dell�innovazione e delle tecnologie, a tutti i livelli e in tutte le
fasi del ciclo produttivo primario.
Il tema delle biotecnologie per l�agricoltura pu� essere considerato l�ultima
frontiera dell�agricoltura, molti operatori lo definiscono come �rivoluzione
biotecnologica�. L�importanza e la centralit� dell�argomento � testimoniata dai
rilevanti investimenti in ricerca dedicati da molti anni a questo settore, dalla
rapida affermazione delle superfici agricole mondiali coltivate a piante
geneticamente modificate, e dalla continua crescita di interesse da parte degli
imprenditori agricoli. Interesse che si lega alle potenzialit� insite negli sviluppi e
nelle rese per ettaro, resistenza alle patologie e alle avversit�, tolleranza alle
avverse condizioni climatiche e ambientali, incremento del valore nutrizionale,
dei requisiti qualitativi e commerciali.
Nel secondo capitolo si analizzano le tecniche di ingegneria genetica applicate al
settore agroalimentare, in particolare alle piante agrarie di maggiore diffusione.
Introduzione
IX
Sono, infatti, gi� numerose le variet� geneticamente modificate, gi� coltivate e
commercializzate, di mais, soia, colza, che, per esempio, consentono un utilizzo
pi� razionale di erbicidi o, ancora, un ridotto utilizzo di prodotti antiparassitari
per la presenza nelle stesse piante della capacit� di autoproteggersi nei confronti
di batteri e virus. Altrettanto numerose sono le applicazioni indirizzate a
migliorare le caratteristiche di durata, sapore, e consistenza degli alimenti.
Nel terzo capitolo si analizzano le biotecnologie agroalimentari sotto il profilo
legislativo, a livello internazionale e nazionale. In Europa il limite allo sviluppo
di colture geneticamente modificate � stato finora dettato da restrizioni normative
e, pi� ancora, da tortuosi percorsi di autorizzazione legati al pi� generale
atteggiamento di diffidenza dei consumatori. Il ritardo accumulato ha gi�
consentito ad alcuni Paesi in via di sviluppo di divenire concorrenti diretti
dell�agricoltura europea.
Le imprese interessate alle nuove tecnologie biologiche considerano necessaria
una regolamentazione di natura precauzionale, per� ritengono altrettanto
indispensabile un�impostazione regolamentare di natura non punitiva.
Infine, l�ultimo capitolo tratter� gli impatti economici che si determinano per le
imprese statunitensi, dove le piante geneticamente modificate sono coltivate e
commercializzate, e che potrebbero determinarsi per le imprese nazionali.
A fianco delle potenzialit�, si collocano tuttavia molte aree di incertezza, che
alimentano posizioni contrarie allo sviluppo e all�affermazione di tali
innovazioni. Incertezze rispetto agli effetti sull�ambiente, sulla biodiversit� e
Introduzione
X
sull�ecosistema, agli effetti sull�uomo, ma anche incertezze legate
all�accettabilit� etica di tali innovazioni.
1
CAPITOLO PRIMO
BIOTECNOLOGIE: UN NUOVO SCENARIO PER IL SISTEMA
ECONOMICO
1. PROGRESSO TECNOLOGICO E SVILUPPO ECONOMICO.
Il progresso tecnologico � il fattore pi� importante della crescita economica e
della competitivit� di imprese, settori industriali e Paesi. In una prospettiva di
lungo periodo, si pu� dire che lo sviluppo economico sia dovuto esclusivamente
al progresso tecnologico
1
.
Una forte evidenza empirica, che analizza la crescita del Pil reale dei vari Paesi,
conferma che la stessa � fortemente correlata alla capacit� degli stessi di generare
progresso tecnico o di adottare rapidamente ed efficacemente nuove tecnologie
generate altrove. L�evidenza dimostra anche una forte correlazione tra
performance innovative e pattern di specializzazione settoriale di ciascun Paese
nel commercio internazionale. Esistono intensi legami tra capacit� innovativa,
competitivit� internazionale e crescita.
1
Cfr., JOSSA B., Progresso tecnico e sviluppo economico, Franco Angeli, Milano, 1967, p. 32.
Capitolo primo
2
A un livello meno aggregato, e oltre gli aspetti puramente quantitativi, �
essenziale riconoscere che il progresso tecnico � una fondamentale fonte di
cambiamento strutturale. L�impatto delle nuove tecnologie sulla crescita della
produttivit� e sulla variet� dei prodotti dei diversi settori, e sulla competitivit�
delle singole imprese, varia notevolmente tra diverse industrie nel tempo;
tuttavia, anche l�influenza di nuove tecnologie viene considerata cruciale in tal
senso
2
.
Il progresso tecnico deve confrontarsi con le caratteristiche del processo
innovativo, cio� come vengono create nuove forme tecnologiche che si
manifestano in nuovi processi produttivi e/o in nuovi prodotti; con lo studio del
processo di diffusione, ovvero di come esse acquisiscono peso economico; e
come questi processi interagiscono con la struttura del mercato. L�attivit�
innovativa � strumentale alla spiegazione di come le imprese competono; essa �
uno degli strumenti pi� importanti a disposizione dell�imprenditore per
mantenere o migliorare la sua posizione relativa nel mercato.
Nell�ambito della teoria evolutiva, che si inserisce nel filone di ricerca
schumpeteriano, l�innovazione � il concetto centrale per spiegare la dinamica dei
sistemi economici. L�attitudine a considerare l�esistenza di variet� nei
comportamenti delle singole imprese come presupposto del processo di
cambiamento economico � idealmente rappresentata dall�imprenditore
2
Cfr., NELSON R., WINTER S., An evolutionary theory of economic change, Harvard University Press,
Cambridge, Massachusetts, 1982.
Biotecnologie: un nuovo scenario per il sistema economico
3
schumpeteriano
3
. Le imprese non costituiscono un aggregato omogeneo; al
contrario fanno delle capacit� di differenziarsi l�una dall�altra, rispetto al modo di
rapportarsi con l�ambiente esterno e alle caratteristiche interne, la base per
migliorare la propria performance competitiva. L�ambiente economico svolge la
duplice funzione di stimolo all�innovazione e di selezionatore delle innovazioni
stesse
4
.
Il ruolo dell�innovazione tecnologica e organizzativa � al centro degli ultimi
sviluppi della teoria della crescita (teoria della crescita endogena), del commercio
internazionale e dell�economia industriale. Questi oltre che riconoscere il ruolo
essenziale del progresso tecnologico, compiono un passo avanti considerando
l�innovazione non pi� come un fenomeno esogeno al sistema economico, ma
generato endogenamente attraverso investimenti in ricerca e sviluppo e altre
attivit� innovative da parte degli agenti economici
5
.
E� importante riconoscere che il progresso tecnologico � generato, procede ed
esercita i suoi effetti sul sistema economico in modi differenti, tra tecnologie,
settori industriali e Paesi.
3
Si veda SCHUMPETER J., The theory of economic development, Harvard University Press, Cambridge,
Massachusetts, 1934.
4
Cfr., LEONCINI R., SABBATINI R., Progresso tecnico, evoluzione e crescita economica, Giappichelli,
Torino, 1994, p. 2.
5
Il progresso tecnologico � in rilevante misura endogeno, in seguito al legame esistente tra progresso
tecnologico e accumulazione di capitale. In KALDOR N., �A model of economic growth�, The Economic
Journal, Dicembre 1957, Kaldor afferma che l�accumulazione � il veicolo del progresso tecnologico;
l�investimento, in particolare l�investimento netto e quello originato dagli investimenti, permette
l�introduzione del progresso nel sistema. Accumulazione e progresso tecnologico sono due fenomeni
inscindibili. Accumulazione di capitale significa introduzione di nuove e migliori tecniche produttive nel
sistema; progresso tecnologico significa introduzione di nuovi beni capitali nel sistema.
Capitolo primo
4
1.1. Il processo innovativo.
Nella teoria economica, l�innovazione viene concettualizzata in tre modi, in
maniera semplificata
6
.
a) L�innovazione pu� essere rappresentata come un atto casuale.
L�imprevedibilit� e l�incertezza sono caratteristiche essenziali dei
processi innovativi, ma in questo caso non si spiega il fenomeno. Al
contrario, la creazione nelle imprese di strutture organizzative
esplicitamente finalizzate alla produzione di innovazioni, nei laboratori
di ricerca e sviluppo, costituisce proprio un tentativo di rendere pi�
sistematico e di controllare in qualche modo il processo innovativo.
b) Un altro concetto descrive l�innovazione come un processo di
acquisizione di informazioni. Una rappresentazione di questo tipo
permette di cogliere alcune importanti caratteristiche dei processi
innovativi e di identificare alcuni problemi fondamentali.
L�informazione � diversa dagli altri beni, per alcune propriet� che la
contraddistinguono. Infatti, la produzione di informazione � costosa, ma
pu� essere riutilizzata sempre a costo zero. In altri termini, la produzione
di informazioni � soggetta ad economie di scala. Inoltre l�informazione
possiede le caratteristiche proprie del bene pubblico: �, infatti, non
Biotecnologie: un nuovo scenario per il sistema economico
5
escludibile (non � possibile escludere qualcuno dalla possibilit� di
usufruire del bene, in assenza di adeguati meccanismi istituzionali), e
non consente la rivalit� nel consumo (ossia l�utilizzo da parte di un
agente economico dell�informazione non pregiudica la possibilit� che
altri possano utilizzare la stessa informazione, quindi il consumo non
comporta una riduzione della quantit� disponibile del bene).
Queste caratteristiche hanno diverse implicazioni. Innanzitutto, mercati
concorrenziali tipicamente producono un livello di investimenti in
produzione di informazioni sub-ottimale rispetto all�ottimo sociale,
poich� gli agenti economici non hanno incentivi a investire risorse in
attivit� i quali ritorni non possano essere catturati dall�investitore, in
quanto l�investimento avr� ricadute su altri soggetti che possono
accedere all�informazione a costi nulli. Ecco che l�introduzione dei diritti
di propriet� intellettuale sull�informazione, come i brevetti, consente solo
parzialmente di risolvere questo problema, mentre introduce una
situazione di monopolio, anche se temporaneo. Si conclude che l�attivit�
innovativa implichi necessariamente qualche forma di potere
monopolistico, sia per l�esistenza di economie di scala, sia per l�esigenza
di introdurre meccanismi istituzionali che permettano una parziale
appropriazione privata dei benefici economici della ricerca.
Inoltre altri problemi sorgono dalle asimmetrie informative: per esempio
6
Si veda GIANNETTI R., TONINELLI P. A., Innovazione, impresa e sviluppo economico, Il mulino,
Capitolo primo
6
un potenziale acquirente non � in grado di valutare il valore del bene
senza consumarlo, e in generale esistono sostanziali costi di transazione.
Tutto ci� comporterebbe ad inefficienze di varia natura.
Comunque, la caratterizzazione della tecnologia come informazione,
andando oltre ai fallimenti di mercato che pu� comportare, induce a
sottolineare il ruolo di esternalit� che l�attivit� innovativa assume. La
nuova conoscenza, accessibile a bassi costi in assenza di vincoli
istituzionali come i diritti di propriet� intellettuale, tende a diffondersi e a
generare attraverso meccanismi di ricadute benefici anche ai non-
innovatori, che potranno utilizzare la nuova conoscenza per ulteriori
innovazioni.
c) Un terzo concetto considera l�innovazione come un processo di
accumulazione di specifiche competenze, ossia come la capacit� di
formulare e risolvere problemi. Anche se questa definizione non coglie
alcune caratteristiche essenziali dell�attivit� innovativa, si sottolinea
come la conoscenza, rilevante per l�innovazione, non sia semplicemente
riconducibile a informazione. Essa � sempre almeno in parte tacita, ossia
non codificata o articolata in esplicite istruzioni, e quindi specifica a
determinate applicazioni e a determinati soggetti. La possibilit� di
utilizzare la conoscenza richiede una certa esperienza e lo sviluppo di
capacit�, che non vengono completamente descritte dall�informazione, e
Bologna, 1991, pp.64 e ss.
Biotecnologie: un nuovo scenario per il sistema economico
7
che comunque non sono acquisibili semplicemente avendo l�accesso a
all�informazione. Il processo innovativo non � solo una acquisizione di
informazioni, ma un processo di apprendimento, fondato sull�esperienza;
quindi, implica oltre che il reperimento di nuova informazione, anche
processi di riformulazione di strutture cognitive, delle modalit� di
rappresentazione dei problemi, ecc. In questo senso il progresso
tecnologico implica necessariamente processi di prove ed errori,
fallimenti e successi inattesi. Inoltre, la trasmissione della conoscenza tra
soggetti diversi non � immeditata e senza costi. Il progresso tecnologico
� spesso locale e la diffusione delle nuove tecnologie non � istantanea. In
generale, l�innovazione tende a creare disequilibrio e una sostanziale e
persistente omogeneit� tra imprese e Paesi, manifestata da differenze di
produttivit�, performance dei prodotti, costi, profitti e tassi di crescita. Le
differenze tendono ad ampliarsi poich� i processi innovativi, in quanto
processi di apprendimento, tendono ad essere cumulativi ed irreversibili.
Il progresso tecnico presenta rendimenti crescenti dinamici: cio�, la
performance di un�impresa, o di un Paese, in una determinata tecnologia
tende ad essere influenzata significativamente dalla propria performance
passata e i vantaggi iniziali, anche casuali, tendono a riprodursi e ad
allargarsi nel tempo
7
.
7
Cfr., NOMISMA, VII Rapporto sull�agricoltura italiana. La frontiera biotecnologica e il futuro
Capitolo primo
8
1.2. Innovazioni radicali e incrementali, continuit� e discontinuit� del
progresso tecnico.
I processi innovativi possono essere concettualizzati anche in base al grado di
continuit� del progresso tecnico. Da un lato, le innovazioni sono considerate
eventi indipendenti le une dalle altre, che arrivano nel sistema economico senza
alcuna regolarit�. In questi casi l�attenzione viene posta sulle innovazioni
radicali, ossia sui grandi mutamenti tecnologici. Invece, da un altro lato,
l�innovazione non si risolve in un singolo atto, anzi il processo innovativo pu�
essere visto come una sequenza di piccole innovazioni successive, miglioramenti,
sviluppi che incidono continuamente nel prodotto o nel processo, dando luogo
nel lungo periodo a significativi tassi di progresso tecnico. E� intuitivo che gli
sforzi sono legati all�atto innovativo iniziale, o meglio ne sono una diretta
conseguenza. Se la conoscenza tecnologica � in parte un patrimonio specifico di
ciascuna impresa, questa orienta i propri sforzi innovativi in direzioni ben
precise, cercando cos� di utilizzare, nella maniera pi� estesa possibile, la base
conoscitiva e il materiale che gi� possiede
8
dell�agricoltura italiana, Il sole 24 ore, Milano, 1999, p. 2 e ss.
8
Altri fattori che indirizzano le scelte in tal senso sono, per esempio, i mercati in cui l�impresa � gi�
inserita e la rete distributiva e di assistenza della quale gi� dispone. Si veda DOSI G., �Sources,
procedures, and microeconomic effects of innovation�, Journal of economic literature, Vol. 26, 1988, pp.
1120 � 1171.
Biotecnologie: un nuovo scenario per il sistema economico
9
Il progresso tecnologico procede comunque in entrambe le direzioni, anche se
con differenze tra le diverse tecnologie e in diversi periodi di tempo. I concetti di
�paradigmi e traiettorie tecnologiche�
9
consentono di considerare entrambi gli
aspetti del progresso tecnologico allo stesso tempo. Si sottolinea come
un�innovazione radicale genera opportunit� di innovazioni incrementali che nel
lungo periodo danno un contributo maggiore rispetto all�innovazione originaria.
Tuttavia, l�accumulazione di innovazioni incrementali non pu� spiegare da sola
l�emergere di innovazioni radicali
10
.
Quindi ad un estremo, il progresso tecnico pu� essere considerato come
completamente dipendente dai segnali del mercato (domanda o prezzi relativi);
dall�altro, l�innovazione � essenzialmente esogena, dipende solo dallo stato delle
conoscenze, da circostanze fortuite e altro. I concetti come quello di paradigmi
chiariscono che i segnali di mercato influenzano certamente i tassi e le direzioni
dell�innovazione, ma solo all�interno di determinati limiti, stabiliti dai modi in
cui innovatori e utilizzatori identificano e rappresentano i problemi tecnici
rilevanti e tentano di risolverli, e lungo traiettorie che sono determinate da
specifici problemi che si presentano agli innovatori e utilizzatori. La tecnologia
esistente rappresenta quindi un�agenda per i successivi cambiamenti.
9
Cfr., DOSI G., op. cit., 1988, p. 1143.
10
Si pu� distinguere tra innovazioni �incrementali�, generalmente miglioramenti limitati suggeriti
dall�esperienza o dall�interazione con gli utilizzatori, lungo una certa traiettoria; e innovazioni �radicali�,
frutto di attivit� pi� direttamente finalizzate (R & S), legate allo stabilirsi di nuovi paradigmi. Cfr., DOSI
G., EGIDI M., �Substantive and procedural uncertainty: an exploitation of economic behaviours in