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INTRODUZIONE
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Per più di mezzo millennio – dalla prima metà del VI alla seconda metà
dell‟XI secolo – le regioni dell‟Italia meridionale erano soggette all‟autorità di
Bisanzio, l‟Impero Romano d‟Oriente che dopo la caduta di Roma e della
parte occidentale dell‟Impero, aveva il diritto di riconquistare i suoi antichi
domini. L‟Impero Romano subì una grande trasformazione nel corso dei
secoli, finché Costantino il Grande decise di traslare l‟Impero in Oriente con
la fondazione della nuova capitale, Costantinopoli, che fu costruita tale e quale
a Roma, in pochissimo tempo, sull‟antica polis greca Bisanzio. Costantinopoli
non solo divenne la città più importante in tutto il medioevo, ma superò in
pochi anni il numero di abitanti di Roma. Dopo la caduta di Roma, dunque
l‟Impero d‟Oriente o Impero Bizantino, sopravvisse per circa un millennio
dagli attacchi di Persiani, Slavi, Bulgari, Arabi, Latini e infine i Turchi che
conquistarono Costantinopoli il 29 maggio 1453.
L‟Impero Bizantino mantenne per tutto il suo tempo: diritto romano, cultura
greca e religione cristiana ortodossa, come antitesi al cristianesimo occidentale.
La storia bizantina, dunque, è un nuovo periodo della storia romana e lo Stato
Bizantino nient'altro è che una continuazione dell'antico impero romano. Il
termine «bizantino» , infatti, sorgerà solo molto più tardi e i veri «bizantini»
non lo conoscevano. Essi continuavano a chiamarsi «Romani», gli imperatori
bizantini si consideravano imperatori romani, successori ed eredi dei Cesari
dell'antica Roma. In quanto erede dell'impero romano, Bisanzio vuole essere
l'unico impero sulla terra e rivendica il proprio diritto al governo di tutti i paesi
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che una volta appartenevano all'«orbis romana»
1
. In Italia il dominio bizantino
(l‟Esarcato di Ravenna) fu spezzato dall‟invasione longobarda fino alla caduta
di Ravenna, ma sopravvisse nel meridione.
Qui Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia e Campania rappresentavano l‟autorità
dell‟Imperatore d‟Oriente nel centro del Mediterraneo fino al momento in cui
i Longobardi occuparono la maggior parte della Campania, parte della Puglia
e il nord della Calabria e i Musulmani occuparono la Sicilia. Queste terre
subirono il grande fascino del cristianesimo greco, la bellezza dell‟architettura
bizantina, la cultura degli antichi greci e il diritto e leggi dell‟antica Roma.
Dunque la storia di queste regioni si svolge in sintonia con quella di Bisanzio.
In particolare in Calabria e in Puglia, il dominio di Bisanzio, lasciò un segno
indelebile e duraturo. Mentre il dissolvimento del mondo antico faceva
scempio di città e campagne e maturava la civiltà dell‟Europa medievale, la
dominazione bizantina favorì il risollevamento delle condizioni generali di vita
sociale ed economica, salvò dall‟abbandono molte città antiche e ne fondò di
nuove, promosse dappertutto il recupero delle terre incolte e l‟ampliamento
degli spazi abitati, mantenne aperte e floride le vie di comunicazione
marittima
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. In queste terre, i greci trovarono non poche difficoltà e pericoli.
Il primo dei maggiori pericoli furono i Longobardi che scesero nell‟Italia
Meridionale e instaurarono un dominio forte. Il rapporto fra le due potenze
era sempre precario, si alternavano momenti di pace e momenti di guerra.
L‟autorità longobarda era costituita dal Principe di Benevento e più in là anche
dal Principe di Salerno e di Capua.
Altro pericolo era l‟impero d‟Occidente, nato nella notte del 25 dicembre
dell‟800, con l‟incoronazione di Carlo Magno, re dei Carolingi. Carlo Magno,
aveva sconfitto i Longobardi del Nord Italia e fu acclamato “Rex
1
OSTROGORSKY, Georg. Storia dell'Impero bizantino. trad. ital. Torino: Einaudi, 1968; I, cit. pag. 26.
2
BURGARELLA, Filippo. Le terre bizantine (Calabria, Basilicata e Puglia). In G. Galasso, & R. Romeo (A cura di),
Storia del Mezzogiorno (Vol. II). Napoli: Editalia, 1989; cit. pag. 415.
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Longobardorum”. Negli anni successivi l‟Impero carolingio o Sacro Romano
Impero, avrebbe voluto affermare la sua autorità sui Longobardi del Sud
Italia. Non vi era un buon rapporto con i Bizantini, in quanto le trattative di
alleanza che si erano aperte con Carlo Magno non si chiusero mai. Essi inoltre
si arrogavano il diritto a chiamarsi “Romani”, diritto che per i Greci era
considerato nullo, essendo i Greci unici eredi dell‟antico Impero Romano.
Secondo i Bizantini ci doveva essere un solo Impero.
Il più grande e minaccioso pericolo, sia per i greci sia per i latini, era costituito
dai Musulmani. Questi Arabi provenienti dall‟ Ifrìqiya riuscirono a strappare la
Sicilia ai bizantini dopo quasi mezzo secolo di resistenza e ora minacciavano il
continente. Essi furono conosciuti anche con il nome di Saraceni e scossero
tutto il Cristianesimo, sia latino che greco, e andarono di anno in anno a
rafforzarsi, grazie ai saccheggi e alle razzie compiute dalle loro bande su tutte
le coste dell‟Italia Meridionale. Le città costiere colpite dalle bande saracene
erano costrette a pagare forti tributi. Queste bande saracene, dalla metà del IX
secolo, riuscirono ad impiantarsi senza riscontrare un‟efficace resistenza
nell‟Italia Meridionale, conquistando città importanti come Bari e Taranto in
Puglia e Amantea, Tropea e Santa Severina in Calabria.
I Bizantini cominciarono una riconquista dei territori persi sotto il capostipite
della dinastia macedone, Basilio I. L‟Imperatore macedone risollevò le
condizioni generali dell‟Impero. Perduta la Sicilia con la resa di Taormina nel
902, per mano dell‟emiro abdicatario d‟ Ifrìqiya, l‟aglabita Abu Ishaq Ibrahim
II, all‟Impero greco non restava che la Calabria oltre che alle esigue postazioni
pugliesi e le città costiere tirreniche (Napoli, Amalfi, Sorrento e Gaeta) che di
fatto erano indipendenti. I Bizantini fecero una grande spedizione nell‟Italia
Meridionale, riconquistando tutti i territori persi tranne che per la Sicilia. I
Longobardi mantennero i ducati di Benevento e Salerno, mentre i saraceni
furono spazzati via dal continente. Ristabilita la supremazia di Bisanzio,
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bisognava resistere alle continue scorrerie saracene, che divennero sempre più
frequenti.
Inoltre si aprì una nuova fase di scontri tra i due Imperi. Infatti sotto Ottone
I, l‟Impero latino recuperava l‟interesse per le province meridionali. Sotto la
Casa di Sassonia, l‟Impero Occidentale recuperò lo splendore perso e acquistò
nuova linfa vitale. Fra il 956 e il 970 fu istituito dai Bizantini il «catepanato
d‟Italia» con capitale Bari, in opposizione alla politica espansiva di Ottone I
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.
Tutti questi fatti si svolsero in contemporanea con la quasi rottura tra la
Chiesa Occidentale e quella Orientale. Il Papa volgeva sempre le spalle
all‟Imperatore d‟Oriente e gli preferiva l‟Imperatore d‟Occidente. Mentre le
due chiese cristiane si scontravano, l‟Islam conquistò il Mediterraneo. La
Sicilia divenne base di operazioni militari per l‟Italia e per tutto il
Mediterraneo. La dinamica delle azioni era sempre la stessa: attaccare le coste
tirreniche, ioniche fin sull‟Adriatico e costringere le città costiere a pagare forti
tributi per non cadere sotto il loro dominio. I territori bizantini erano quelli
più esposti alle continue scorribande dei pirati saraceni. Il più grande pericolo,
sia per i greci che per i latini, fu la grande spedizione del 902 effettuata da
Ibrahim II , emiro d‟ Ifrìqiya.
Ibrahim II, conquistata Taormina ultima roccaforte bizantina in Sicilia, si
piombò con tutte le sue forze in Calabria. Riuscì a risalire la fascia tirrenica
senza incontrare resistenza fino ad arrivare a Cosenza. Il suo obiettivo era di
annettere la Calabria alla Sicilia, riunire tutte le bande saracene nell‟Italia e
puntare su Napoli e Roma. Una volta conquistata l‟Italia, il sogno proibito
restava Costantinopoli. Il suo obiettivo, per quanto avventato, fu stroncato
dalla sua morte avvenuta per dissenteria nell‟ottobre del 902 a Cosenza.
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VON FALKENHAUSEN, Vera. La dominazione bizantina nell'Italia meridionale: dal IX all'XI secolo. Trad. e Introd. di
Cinzio Violante. Bari: Ecumenica Editrice, 1978; cit. pag.11.
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Cercherò di evidenziare le vicende di questo interessante personaggio e lo farò
con un‟adeguata attenzione dall‟analisi dello storico Michele Amari.
Il rapporto tra bizantini e arabi nell‟Italia Meridionale, non si può spiegare
soltanto nelle vicende di guerra e scontri che avvenivano tra le due potenze; si
deve tener conto che al di là degli scontri, greci e arabi convivevano in Sicilia,
Calabria, Puglia e Campania ed avevano rapporti di tipo commerciali, scambi
interculturali, e alleanze contro un nemico comune (la Casa di Sassonia). Sui
rapporti tra arabi e greci si può apprender meglio dai testi agiografi dei santi
frati greci di Calabria. Fra questi frati, cercherò di trattare le vicende e i
rapporti con i Saraceni di san Nilo di Rossano e di san Giovanni Terista.
Il dominio bizantino in queste terre, fu segnato dunque, dalle opere dello
stratego Niceforo Foca a quelle del catepano Basilio Boioannes, fino alla
grande spedizione di Maniace, il cui obiettivo era di riprendere la Sicilia. In
questo arco di tempo, le incursioni saracene si ripercorrevano di continuo,
diventando un ostacolo al dominio del basileus.