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ed il suo valore contabile. Questo differenziale, che prende il nome di avviamento, una
grandezza fondamentale per riuscire ad individuare contabilmente il contributo delle risorse
immateriali al processo di creazione del valore e, per tale motivo, si pone al centro di questo
studio.
Da queste considerazioni muove il presente lavoro, che si pone come obiettivo quello di
render chiara al lettore l importanza sempre crescente assunta dalle risorse immateriali nel
contesto economico moderno. Per raggiungere tale scopo, si deciso di seguire un percorso
esplicativo di quelle che sono le principali risorse intangibili, per poi passare all analisi del
trattamento contabile che ad esse riserva la disciplina nazionale, concludendo,
successivamente, con l esame di una specifica voce appartenente alla classe delle
immobilizzazioni immateriali: l avviamento.
In particolare, nel primo capitolo il lettore viene introdotto ad una prima conoscenza
della categoria delle risorse immateriali: ne viene offerta una definizione generale, ne
vengono presentate le caratteristiche distintive, quindi si procede con un excursus delle
principali categorie individuate in letteratura attraverso differenti criteri di classificazione.
L analisi prosegue inquadrando il ruolo degli intangibles all interno dell attivit d impresa e
indicando le principali difficolt valutative, accompagnate da eventuali proposte di
misurazione.
Lo studio prosegue nel secondo capitolo, assumendo degli aspetti prettamente contabili:
dopo aver analizzato gli intangibles dal punto di vista economico-gestionale nel primo
capitolo, si passa all esame della loro rappresentazione in bilancio secondo i dettami delle
norme civilistiche e dei principi contabili italiani. Viene preso in considerazione in
particolare il principio contabile n. 24, interamente dedicato alle immobilizzazioni
immateriali e, seguendone lo schema espositivo, si presentano le singole voci che
compongono questa classe dell attivo dello Stato Patrimoniale, assieme alle principali
problematiche che la loro rappresentazione contabile comporta.
Il cuore dell analisi viene affrontato nel terzo ed ultimo capitolo, interamente dedicato
all avviamento e al suo trattamento contabile, sia dal punto di vista della normativa
nazionale, che dal punto di vista di quella internazionale. In un primo momento si introduce
al lettore questa particolare voce di bilancio, elencandone le caratteristiche e le tipologie
esistenti. Successivamente l obiettivo si sposta sulle numerose teorie presenti in letteratura ed
inerenti la misurazione dell avviamento, la quale strettamente connessa con la valutazione
dell azienda stessa. La parte conclusiva del lavoro consiste in un analisi parallela del
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trattamento contabile dell avviamento secondo la disciplina italiana e secondo la disciplina
internazionale, con lo scopo di rendere evidenti i punti di contatto e di divergenza tra le due
ed indirizzare il lettore ad un analisi critica dei vantaggi/ svantaggi presentati dall una e
dal altra modalit di contabilizzazione.
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CAPITOLO 1
DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE DEGLI
INTANGIBLE ASSETS
1. La concezione tradizionale delle risorse intangibili
Le risorse (o mezzi aziendali) sono una delle componenti fondamentali di quel sistema
di forze che è l’azienda
1
e l’importanza del loro ruolo all’interno dell’evoluzione dell’azienda
stessa è stata sottolineata sin dalla nascita degli studi economico-aziendali. Esse possono
essere definite come “l’insieme dei fattori tangibili e intangibili che l’impresa controlla
(direttamente o indirettamente) e utilizza nei suoi processi operativi”
2
.
L’elemento discriminante di tale distinzione tra fattori tangibili ed intangibili è
rappresentato dall’attitudine dei primi ad essere quantificabili e valorizzabili in maniera
oggettiva in bilancio. Tale carattere fortemente patrimonialistico viene, invece, meno, quando
si considerano le risorse intangibili. Queste ultime, infatti, non essendo incorporate in
supporti materiali, cartacei o elettronici, risultano difficilmente riportabili in contabilità.
Nonostante tali difficoltà rappresentative, le risorse intangibili forniscono un contributo
fondamentale all’economia dell’impresa, poiché sono in grado di generare redditi futuri pur
non avendo consistenza fisica. Esse concorrono, infatti, ad aumentare il valore prodotto dai
processi operativi attuati dall’impresa e rendono più efficiente ed efficace l’utilizzazione
delle risorse tangibili.
Parte della letteratura individua, inoltre, come criterio distintivo delle risorse aziendali,
il carattere di materialità. Seguendo la classificazione che ne deriva, si distingue tra risorse
materiali e risorse immateriali. Le seconde, pur non godendo di una certa materialità, sono
comunque incorporate in supporti che consentono loro di essere riportate in contabilità con
una valutazione sufficientemente oggettiva. Ciò che preme sottolineare ai fini dell’analisi qui
condotta è che, sebbene nella letteratura contabile si parli spesso indistintamente di risorse
immateriali o risorse intangibili, tuttavia tali sostantivi individuano delle categorie di beni
distinte: il Besta qualifica le risorse immateriali come “elementi complementari attivi del
capitale” (Besta, 1920), Onida e Zappa le riconoscono come alcune tra le componenti più
significative del patrimonio aziendale nel sistema del reddito, mentre fra le definizioni di
1
Cassandro P.E., (1988), Trattato di ragioneria, Cacucci, Bari, cit. p. 33 e ss.
2
Fontana F., Caroli M., (2003), Economia e gestione delle imprese, McGraw-Hill, Milano, pag. 50.
9
intangibles riportate nella letteratura più recente, si ricorda quella di Hiroyuki Itami, secondo
il quale essi sono “le risorse basate sull’informazione o che la incorporano”
3
, e quella di
Baruch Lev, che intende gli intangibles, come “beni patrimoniali che servono per generare
reddito futuro senza tuttavia avere un aspetto fisico o finanziario”
4
. Appartengono alla voce
delle risorse immateriali, fra gli altri, marchi, brevetti, licenze, ecc. Appartengono, invece,
alla voce delle risorse intangibili, le esperienze, le conoscenze, l’imprenditorialità, ecc.. Per
facilitare tale distinzione, si ricorre ad una tabella esemplificativa (Tabella 1.1):
Tabella 1.1: Confronto tra Risorse Immateriali e Risorse Intangibili
RISORSE IMMATERIALI RISORSE INTANGIBILI
- assenza di corporeità
- misurabili in termini monetari
- atte a cedere utilità nel tempo
- facilmente identificabili
- facilmente trasferibili
- tutelabili giuridicamente
- assenza di corporeità
- non misurabili in termini monetari
- atte a cedere utilità nel tempo
- difficilmente identificabili
- difficilmente trasferibili
- non tutelabili giuridicamente
Nonostante si siano identificate delle differenze fra risorse immateriali ed intangibili,
tuttavia, è notevole rilevare che non muta il contenuto che contraddistingue le due classi: la
produzione non fisica di un reddito futuro.
Proprio a causa della difficoltà riscontrata nel tentativo di contabilizzare le risorse
intangibili, nel prosieguo della trattazione l’attenzione sarà rivolta all’analisi delle risorse
immateriali, includendo, laddove possibile, riferimenti ai beni intangibili. Come nella
maggior parte della letteratura, però, spesso i termini immateriale ed intangibile saranno
utilizzati come sinonimi, poiché la pratica rende conto che spesso le varie denominazioni
sono soltanto punti di vista diversi per esprimere concetti e fenomeni che in parte si
sovrappongono.
3
H. Itami (1987), Mobilizing Invisibile Assets, Harward Press, Massachusetts.
4
Lev B. (2001), Intangibles: Management, Measurement, and Reporting, Brookings Institution Press,
Washington, DC.
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2. Caratteri qualificanti delle risorse immateriali
Il tema delle risorse immateriali è stato lungamente analizzato nei trattati classici di
Economia; proprio perché vasta è la letteratura riguardate gli intangibles asset, per meglio
comprenderne la natura si può ricorrere ad un’analisi delle proprietà da esse possedute:
- sedimentabilità, ossia possono essere trattenute all’interno e/o all’esterno dell’impresa, per
essere utilizzate al momento più opportuno. Quando queste vengono fissate internamente,
è possibile ritrovarle nella struttura organizzativa e nel personale dell’impresa, mentre,
quando vengono conservate esternamente, è possibile ritrovarle nei clienti, nei fornitori,
ecc., ovvero in soggetti non appartenenti all’organizzazione dell’impresa, ma ad essa
comunque legati da varie tipologie di rapporti;
- unicità: come conseguenza della loro formazione per sedimentazione, diventano peculiari
ad una determinata struttura organizzativa; è questo uno dei punti di forza su cui spesso
viene costruito il vantaggio competitivo di quelle aziende a carattere fortemente
immateriale;
- difficile acquisibilità: come conseguenza della loro formazione per sedimentazione e della
loro specificità al particolare contesto aziendale in cui si sviluppano possono essere
difficilmente acquistate da soggetti esterni all’azienda (ad eccezione delle cessioni dei
marchi). Tale caratteristica, inoltre, può essere intesa come vera e propria difficoltà di
creazione delle risorse immateriali, che richiedono investimenti cospicui e altamente
specifici e che sono caratterizzati da un ampio profilo di rischio, perché molto spesso
risulta impossibile effettuare delle stime dei ritorni economici attesi dagli intangibles;
- difficile copiabilità: alcune risorse immateriali (brevetti, marchi, processi produttivi) sono
protette da un’apposita disciplina legale che impedisce ai rivali di appropriarsene con
facilità. Altre risorse immateriali (ci si riferisce in particolare a risorse intangibili come
know-how, fiducia, relazioni con la clientela, ecc.) , invece, non sono protette legalmente.
Sembrerebbe, perciò, più facile per i rivali appropriarsi di tali beni; tuttavia, come visto in
precedenza, si è di fronte a delle risorse sviluppate ad hoc per l’azienda a cui esse
appartengono. Ecco perché, anche laddove non si riuscisse a proteggerne ed occultarne
sufficientemente le caratteristiche, risulterebbe comunque difficile per i competitors
sfruttare gli intangibles ed utilizzarli nelle proprie aziende come fonti di vantaggio
competitivo, proprio perché difficili da acquisire e, di conseguenza, da imitare;
- molteplicità d’uso: a differenza delle risorse materiali, fortemente rigide e destinate ad usi
specifici, la maggior parte delle risorse immateriali sono altamente flessibili ed utilizzabili
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in contesti competitivi ed ambientali diversi. Esempio tipico è quello del marchio: esso
viene inizialmente acquisito in un campo, per poi essere sfruttato all’interno di un altro.
Solo una parte residua della classe dei beni immateriali non può essere sfruttata
illimitatamente: ci si riferisce a quelle risorse incorporate nella componente personale, la
quale, possedendo dei limiti fisici, impedisce un uso infinito di tali skills;
- trasferibilità: molte attività immateriali sono trasferibili all’interno e/o all’esterno
dell’organizzazione che le possiede, proprio grazie al loro contenuto altamente
informativo, ciò senza che si abbia un passaggio di proprietà delle attività stesse, le quali
restano fermamente ancorate all’azienda cui appartengono. Poiché la classe delle risorse
immateriali comprende voci abbastanza eterogenee, esistono vari livelli di trasferibilità,
individuabili grazie a parametri specifici, come la complessità del loro insegnamento, la
loro osservabilità nell’uso, il loro livello di interdipendenza dall’organizzazione e il loro
grado di modificabilità;
- incrementalità: le risorse immateriali contribuiscono all’incremento della redditività e del
vantaggio competitivo di un’azienda, oltre a costituire una categorie di risorse che può
essere ampliata continuamente. Tale atteggiamento incrementale, tuttavia, potrebbe essere
fonte di rischi, se non ponderato con attenzione: si potrebbe incappare in un uso eccessivo
delle risorse immateriali disponibili, ad una eccessiva focalizzazione su un solo bene
materiale e ad una difficoltà di integrazione dell’ampia gamma di risorse immateriali
possedute;
- deperibilità: sebbene posseggano molte caratteristiche vantaggiose, le risorse immateriali
sono soggette ad una rapida deperibilità. Tale obsolescenza può essere causata da
cambiamenti delle condizioni ambientali (come avviene per i brevetti qualora vengano
superati dall’evoluzione delle tecnologie esistenti), da una scarsa frequenza di
manutenzione proprio nei contesti in cui si intensifica la competizione e da una normale
usura successiva ad un notevole utilizzo.
3. Criteri di classificazione delle risorse immateriali e principali categorie di beni
Le risorse immateriali, come quelle materiali, possono essere fonte di vantaggio
competitivo per un’impresa, in particolar modo quando queste vengono identificate con i
fattori critici di successo dell’impresa stessa. Risulta opportuno, perciò, individuare tali
risorse al fine di riuscire ad implementare una strategia che le sfrutti nel migliore dei modi.