3 Introduzione
Introduzione
La nostra società è caratterizzata da flussi di informazioni. Tutto ciò che
conosciamo, ogni ambito in cui si svolge la nostra esistenza è connotato da informazioni
che vengono scambiate, aggregate, rielaborate, e che, in tal modo, mostrano aspetti sempre
nuovi del nostro vivere sociale.
La medicina stessa è una scienza basata sulle informazioni. Il lavoro del medico, da
Ippocrate l’Asclepiade ad oggi, è sempre stato caratterizzato dallo studio empirico dei
sintomi delle malattie, per poi addivenire ad una cura (più o meno) efficace. Per far questo,
i seguaci del fondatore della medicina hanno, sin dagli inizi, raccolto indizi e notizie su
quei mali che i pazienti lamentavano. Il fenomeno che produce ciò che oggi definiremmo il
flusso informativo che va dal paziente verso il medico è dunque nato con la medicina
stessa. Ma la medicina è anche informazione sul paziente. I dati così raccolti – ed annotati
allora su pergamene, ora su file elettronici – sono aggregati e catalogati in base alle
differenti categorie mediche, con lo scopo di conservare e mettere a frutto l’esperienza
empirica, al fine di trovare la cura migliore.
Lo sviluppo tecnologico non ha fatto altro che fornire al professionista medico
strumenti nuovi per rendere sempre più oggettivo ed affidabile il flusso di informazioni che
proviene dal paziente.
La massa di informazioni, intese sia in senso soggettivo (derivanti dal paziente) che
oggettivo (derivanti da indagini strumentali), aggregata, archiviata e catalogata diviene poi
‘esperienza’ per la comunità scientifica. Si tratta di un aspetto su cui fermare l’attenzione.
È l’aggregazione delle informazioni ad aumentare in maniera sempre più incisiva le
possibilità di individuare il corretto processo curativo, secondo una linea evolutiva fatta
spesso di insuccessi, ma sicuramente anche di piccoli passi verso il miglioramento delle
condizioni di salute degli esseri umani.
Il flusso informativo quindi non è unidirezionale, ma bidirezionale, o, potremmo
anzi meglio dire, circolare. Le informazioni, infatti, che provengono dal paziente, giungono
al professionista sanitario, vengono da questi catalogate, rielaborate ed aggregate per
ritornare, infine, al paziente sotto forma di cura, cioè di un percorso terapeutico proposto a
quest’ultimo nella forma di una mappa di prescrizioni e procedure che egli deve conoscere
ed applicare. Si può a ragione sostenere che la maggior parte delle attività volte a
mantenere e ristabilire la salute del paziente si estrinsechino mediante l’erogazione di
informazioni al paziente stesso.
4 Introduzione
Proprio da queste considerazioni di fondo parte lo svolgimento della mia tesi: porre
l’attenzione sui due strumenti innovativi che permettono la condivisione di informazioni
strutturate tra operatori sanitari, l’aggregazione e la disponibilità di dati clinici,
organizzativi ed amministrativi: la Cartella Clinica Elettronica e il Fascicolo Sanitario
Elettronico.
Il primo strumento permette di gestire i dati clinici di ogni paziente, dato che vengono
raccolti durante gli incontri con gli operatori sanitari (per la prevenzione o in occasione di
episodi di malattia) e che possono poi essere utilizzati da chi fornisce assistenza
(professionisti della salute), da chi la gestisce (amministratori e direttori sanitari) e da chi
la utilizza (pazienti).
Nel corso della mia trattazione spiegherò come l’avvento della tecnologia informatica,
grazie alle reti telematiche e agli standard della comunicazione sanitaria, ha permesso di
importare documentazione generata da autori diversi in località diverse. È a tal proposito
che viene introdotto il sistema di Fascicolo Sanitario Elettronico: la forma più completa di
servizio che unifica tutte le cartelle cliniche elettroniche di uno stesso paziente,
permettendo di accedere istantaneamente a tutte le informazioni cliniche rilevanti dalla sua
nascita in poi, indipendentemente dalla struttura sanitaria in cui sono state raccolte e
memorizzate. Questa innovazione è ancora in fase sperimentale, ma è di grandissima
importanza perché le stesse informazioni raccolte possono in futuro essere usate, come
vedremo, per scopi di sanità pubblica e per la gestione ottimale delle strutture sanitarie.
L’obiettivo della mia tesi sarà a questo punto dimostrare che tali progressi
tecnologici, grazie ad un uso integrato delle informazioni, non solo a livello aziendale, ma
anche su scala regionale, nazionale ed europea possono determinare in campo sanitario un
sensibile miglioramento in termini di riduzione dei tempi, di qualità dei servizi e delle
prestazioni sanitarie da un lato, e di una più efficiente utilizzazione delle risorse dall’altro.
Vedremo come le nuove Tecnologie della Comunicazione e dell’Informazione aiutano le
organizzazioni ad ottenere consistenti incrementi di produttività ed efficacia delle
prestazioni offerte a fronte della sempre più complessa domanda di salute avanzata dagli
utenti, che rappresenta lo sfondo socio-culturale dove si affaccia il mondo della sanità
odierna.
La trattazione si articola in due parti principali.
5 Introduzione
La prima parte coincide con il primo capitolo e descrive appunto come le ICT
possono essere considerate un valido strumento per riorganizzare il Servizio Sanitario e
potenziare l’offerta di prestazioni erogate agli utenti a fronte della suddetta domanda di
salute sempre più complessa. A questo proposito si elencano le maggiori iniziative europee
sulla promozione della ‘sanità elettronica’ e le grosse problematiche che riguardano il
nostro Paese, dove l’implementazione delle ICT risulta ancora un fenomeno disomogeneo.
Nello stesso capitolo vedremo anche come le infrastrutture informatiche di Fascicolo e
Cartella possono essere strumenti di aiuto nel conseguimento della riorganizzazione che il
sistema sanitario deve affrontare a fronte del nuovo contesto socio-economico: essi infatti
diventano utili per la cooperazione tra i vari operatori sanitari e per l’integrazione della
moltitudine di servizi informativi sanitari esistenti; a questo proposito ho analizzato a titolo
di esempio il sistema dell’Azienda Ospedaliera di Padova e l’informatizzazione all’interno
del reparto di Endoscopia Digestiva dello stesso. Vedremo inoltre che i due strumenti
informatici in esame sono ancor di più concepiti per dare voce ai pazienti, che hanno
bisogno di essere al centro del proprio ‘processo di cura’ per trarre i maggiori benefici
dalle strutture sanitarie.
La seconda parte della tesi è più tecnica e si articola in due capitoli:
- Il terzo capitolo tratta il passaggio dalla Cartella Clinica Cartacea a quella
elettronica: le prende entrambe in esame evidenziando i motivi che hanno preferito
l’una all’altra. L’attenzione si sofferma maggiormente sul modello informatizzato
e ne descrive le caratteristiche riguardo al formato e ai contenuti, ai suoi usi e alle
normative in materia di sicurezza e privacy.
- Il quarto capitolo tratta in maniera dettagliata il Fascicolo Sanitario Elettronico,
descrive approfonditamente la sua infrastruttura tecnologica, i suoi contenuti e i
suoi principali usi. Mi soffermo anche sulle esperienze nazionali ed internazionali
riguardo alla sua implementazione e sulle modalità con cui è possibile accedervi in
maniera sicura. L’ultimo paragrafo del capitolo è dedicato al Fascicolo Sanitario
Personale: l’ultima frontiera della gestione informatizzata dei dati sanitari, che crea
valore per il cittadino-paziente poiché gli consente di accedere ai suoi dati in modo
personalizzabile.
7 Le ICT e la nuova sanità
1. Le ICT e la nuova sanità
1.1 Riorganizzazione dell’Apparato Sanitario
L’espressione “Information and Communication Technologies” (ICT) è ormai
entrata nel linguaggio comune e sta ad indicare quel complesso di scienze, metodologie,
criteri, tecniche e strumenti, atti a potenziare le attività di raccolta, trasmissione ed
elaborazione delle informazioni. Nell’accezione più comune, a cui si farà riferimento in
seguito, il termine indica un insieme di tecnologie che consentono, in vari modi, il
trattamento delle informazioni. Ne sono esempi l’hardware e il software dei personal
computer, ma anche i telefoni cellulari, i sistemi satellitari, le infrastrutture della telefonia
fissa e mobile e, naturalmente, la rete Internet. L’evoluzione delle ICT porta oggi a
suddividerle in due tipologie:
Le “ICT Automate” che possono essere impiegate per automatizzare in modo
sempre più efficace ed efficiente i processi di produzione delle informazioni
all’interno di un’impresa: l’intelligenza è allocata dentro la macchina a scapito
delle competenze e delle capacità critiche degli operatori cosicché i manager
possano mantenere la loro autorità, fondata sul potere gerarchico.
Le “ICT Informate” che si riconoscono nell’importanza di sviluppare nuove
competenze negli operatori in modo da modificare i tradizionali rapporti gerarchici
in forme di collaborazione basate su responsabilità reciproche. Queste situazioni
tendono a modificare le performance dell’azienda, i suoi processi produttivi e le
relazioni con gli operatori con cui essa è in rapporto.
Detto questo e considerati gli studi sulle relazioni tra le ICT e l’assetto organizzativo di
un’azienda attraverso un’analisi dei cicli del suo investimento, si evince come le ICT, a
partire dagli anni 70-80, si siano evolute da mere tecnologie di elaborazione (ICT
Automate) a tecnologie di relazione e di organizzazione (ICT Informate), aumentando
progressivamente l’impatto esercitato sull’azienda, comportando un cambiamento nella
struttura organizzativa della stessa e nella gestione ed implementazione dei suoi processi
organizzativi.
Le conseguenze economiche e sociali che le ICT stanno generando sono così profonde che
oggi si parla di “Società dell’Informazione”, proprio per sottolineare il ruolo centrale che
le informazioni e la loro elaborazione giocano nei sistemi attuali.
8 Le ICT e la nuova sanità
Data la natura multiforme del fenomeno, l’”Organisation for Economic Co-operation and
Development - OECD
1
” cita molti indicatori capaci di dare un conto del livello di
diffusione delle ICT in un sistema economico (OECD, 2004). Nel seguito si farà
riferimento alle ICT in ambito sanitario, con particolare attenzione ai miglioramenti che
queste tecnologie hanno apportato nella struttura organizzativa sanitaria.
L’introduzione delle Information Communication Technology (ICT) in ambito
sanitario ha conosciuto diverse fasi caratterizzate dalla disponibilità – dopo la seconda
guerra mondiale – di nuove tecnologie di imaging medica (v. ultrasuoni), di trasmissione
di immagini e contenuti audio e dall’affermarsi, alla fine degli anni settanta, di nuove
tecnologie, divenute più economiche e di facile utilizzo. Negli anni novanta si registra la
diffusione capillare delle tecnologie informatiche e soprattutto l’avvento di Internet, il
quale ha determinato uno sconvolgimento tale che la stessa categoria «telemedicina» (v.
BOX1) – forse appropriata nell’era del c.d. Internet 1.0 – è divenuta insufficiente a
designare le nuove molteplici modalità di interazione tra assistiti e curanti. Si è cominciato,
così, a fare riferimento a nozioni di carattere più generale, quali tele-health, e-health
2
o
‘cybermedicina’ e ‘sanità elettronica’, le quali dimostrano un grande ampliamento delle
possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico.
Ad oggi i sistemi sanitari vanno ripensati e riprogettati nel loro complesso
razionalizzando l’impiego delle risorse (la cui disponibilità è incerta per il necessario
contenimento della spesa pubblica) e ottimizzando l’offerta di prestazioni da erogare,
rendendola sempre più coerente e sinergica alle nuove esigenze degli utenti. L’erogazione
dei servizi infatti, è diventata sempre più complessa a causa di un cambiamento strutturale
della ‘domanda di salute’. Lo scenario epidemiologico, socioeconomico e culturale degli
ultimi vent’anni ha infatti subito una trasformazione non indifferente, che ha modificato
l’approccio dei cittadini-utenti al sistema sanitario. In particolare possiamo evidenziare tre
tendenze fondamentali:
1
Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD): in italiano “Organizzazione per la
Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE)” ha lo scopo di promuovere politiche in grado di migliorare
lo sviluppo economico e benessere sociale di persone in tutto il mondo: <www.oecd.org>
2
E-health può essere definito come il complesso delle risorse, soluzioni e tecnologie informatiche di rete
applicate alla salute e alla sanità, un termine recente utilizzato per indicare la pratica dell’assistenza sanitaria
attraverso il supporto di strumenti informatici, personale specializzato e tecniche di comunicazione medico-
paziente.
9 Le ICT e la nuova sanità
1. Un progressivo invecchiamento della popolazione mondiale
3
, specialmente
nei paesi economicamente avanzati
4
(disabilità nella fase avanzata della
vita, aumento dei soggetti immunodepressi per età);
2. La diffusione di patologie cronico-degenerative
5
che si caratterizzano per
un’elevata onerosità di gestione dovuta alle caratteristiche intrinseche che le
contraddistinguono. Esse comportano un bisogno assistenziale e un’attività
clinica persistente nel tempo che spesso si traduce in frequenti e prolungati
periodi di degenza ospedaliera e soprattutto nel ricorso ad una pluralità di
operatori sanitari;
3. Livelli di reddito ed istruzione più elevati rispetto al passato, che
modificano l’approccio, anche cognitivo, dei cittadini-utenti al Servizio
sanitario, i quali, sempre più consapevoli ed esigenti, cessano di assumere
un ruolo passivo nel processo assistenziale, richiedendo una maggior
trasparenza delle strutture sanitarie e partecipando al processo diagnostico
terapeutico e riabilitativo che li riguarda, al fine di migliorare il proprio
benessere (patient empowerment
6
).
Le nuove figure manageriali che operano nel settore sanitario hanno promosso una
maggiore responsabilizzazione delle aziende verso il raggiungimento di obiettivi finanziari,
verso il mantenimento dell’equilibrio economico e verso un maggiore orientamento alla
soddisfazione del cliente, in vista di una massimizzazione del rapporto costo-efficacia.
Inoltre, hanno stimolato la necessità di ricercare strategie di razionalizzazione delle
modalità organizzative e di utilizzo dei servizi, atte ad intervenire sugli sprechi e sulle
inefficienze che l’espansione degli ospedali e il corrispondente accentramento delle risorse
ha comportato.
3
L’OECD prevede, infatti, che tra il 2000 e il 2040 nei paesi industrializzati la quota delle persone con più di
65 anni passerà dal 13,8% al 25,6% della popolazione (OECD, 2005), mentre gli ultraottantenni passeranno
nello stesso periodo dal 3,1% al 7,7%. In Italia, sempre secondo l’OECD (2005), la percentuale della
popolazione anziana dovrebbe aumentare dal 18,1% al 33,7% (nel 2040 sarà inferiore solo al 35,3% del
Giappone) e, in particolare, si prevede che gli ultraottantenni passeranno dal 4% al 10% della popolazione
totale (una percentuale inferiore solo a quella del Giappone, con il 14,1%, e della Svizzera, con l’11,1%).
4
Secondo l’ISTAT, nel 2050 le persone anziane all’interno della popolazione italiana costituiranno il 34%
del totale. Demo-istat: <http://demo.istat.it/uniprev/index.html?lingua=ita>
5
Si definiscono croniche “le malattie di durata superiore ai tre mesi e non auto-limitanti” (Hoffman, Rice, &
Sung, 1996). In particolare, in Italia ben il 13,1% della popolazione con più di 65 anni dichiara di soffrire
almeno di una malattia cronica grave ed il 13,3% di tre o più patologie croniche (ISTAT, 2007). Inoltre, tali
patologie, associate alla progressiva riduzione delle capacità funzionali legata alla frequente sedentarietà -
oltre che al fenomeno generalizzato dell’invecchiamento - contribuiscono alla diffusione della disabilità, che
attualmente interessa, in Italia, circa 2 milioni di anziani (Senin, Cherubini, & Mecocci, 2003).
6
Vedere nel dettaglio in seguito su questo capitolo.
10 Le ICT e la nuova sanità
Il bisogno di nuove strategie di razionalizzazione delle risorse è, come abbiamo
visto, accentuato dalla necessità di preservare la sostenibilità economica anche in presenza
di una domanda assistenziale sempre più complessa e multidimensionale.
Da tale prospettiva l’informatizzazione del servizio sanitario viene vista come una sorta di
ricetta utile ad innalzare la qualità del servizio offerto da un lato e ad abbassare i costi di
erogazione delle prestazioni dall’altro. Le ICT infatti permettono alle organizzazioni in
grado di sfruttarne le potenzialità, una razionalizzazione dei processi gestionali e
amministrativi (prenotazioni, visite, ricoveri, pagamenti delle prestazioni, …), garantendo
la corretta raccolta ed elaborazione dei dati da trasmettere agli organi istituzionali e
snellendo le procedure burocratiche e amministrative tipiche del settore. Le organizzazioni
eccellenti, inoltre, non si limitano ad usare le ICT come strumento amministrativo e
gestionale, ma ne sfruttano le crescenti potenzialità come leva per il miglioramento della
qualità dei processi clinici e socio-sanitari.
Le applicazioni allo stato dell’arte (come la Cartella Clinica Elettronica) consentono, ad
esempio, di controllare l’avanzamento dei processi di cura di ogni paziente e soprattutto di
assistere il personale medico, riducendo il sovraccarico cognitivo e migliorando la base di
conoscenza su cui prendere delle decisioni. Le nuove applicazioni di ICT inoltre,
garantendo l’automatica archiviazione dei dati, riducono la percentuale di errori clinici,
metà dei quali è causata dall’illeggibilità degli ordini scritti a mano e da errori di calcolo e
trascrizione dei medici, che hanno inoltre informazioni insufficienti sui pazienti e sui
farmaci.
Grazie alle nuove tecnologie di automazione il sistema sanitario può evitare l’accadimento
di tali fattori, sfruttando al meglio le risorse, segnalando incoerenze e fornendo agli
operatori un supporto decisionale basato sull’evidenza e sulla centralità del paziente. Ne
sono un esempio le infrastrutture di Cartella Clinica Elettronica e di Fascicolo Sanitario
Elettronico (che vedremo nel dettaglio in seguito) che permettono ai professionisti,
operanti in una stessa struttura o in strutture diverse, di gestire i dati relativi ai pazienti
migliorando così l’attività di cura.
Anche in termini di continuità assistenziale e di condivisione dei dati clinici, le nuove
tecnologie permettono di migliorare il servizio al cittadino, consentendo l’integrazione tra i
diversi attori che concorrono all’erogazione delle prestazioni cliniche sul territorio.
Le applicazioni tecnologiche inoltre, forniscono importanti strumenti come la
telemedicina. La creazione di servizi online, ad esempio, consente ai medici un più facile
11 Le ICT e la nuova sanità
accesso ai dati clinici, una comunicazione interattiva con altri esperti e l’utilizzo di servizi
come la refertazione o la fatturazione online. Ai pazienti invece, l’introduzione dei servizi
via web permette un più facile accesso ai trattamenti essenziali, come la prenotazione di
prestazioni mediche, la visualizzazione dei propri dati e, nei casi più avanzati, il
monitoraggio a distanza delle proprie condizioni di salute.
In questo quadro di riferimento, la gestione informatica della sanità nel suo
complesso rappresenta il prerequisito necessario all’avvio di un sistema di e-health (in
italiano sanità elettronica), sostenibile sotto il profilo finanziario e sociale. L’e-health
rappresenta, infatti, l’essenza di un nuovo modo di pensare degli operatori sanitari: esso
deve tradursi in un approccio teorico innovativo ed in nuove modalità operative volte a
migliorare l’erogazione dell’assistenza sanitaria al paziente ed a risolvere eventuali sacche
di inefficienza. L’obiettivo attuale delle Istituzioni allora è rendere l’e-health una prassi
degli operatori sanitari, dei pazienti e dei cittadini, realizzabile, tuttavia, solo attraverso
contestualizzazioni che sappiano integrare le azioni locali con le politiche nazionali e
comunitarie.
A fronte dei moltissimi vantaggi offerti dalle ITC, si riscontra un crescendo di prese di
coscienza e di interventi istituzionali da parte dei governi di Paesi tecnologicamente
avanzati, che hanno dato vita ad iniziative di diffusione delle tecnologie in ambito
sanitario. I più importanti interventi sono riassunti nella Tabella 1
7
.
La Comunità europea da diversi anni finanzia progetti in questo campo: già nel
2004 il piano “Action Plan eHealth ‘Sanità elettronica –migliorare l’assistenza sanitaria
dei cittadini europei: piano d’azione per uno spazio europeo della sanità elettronica”,
prospettava la possibilità d’impiegare le tecnologie informatiche e telematiche (ICT) al
fine di migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria in tutta Europa, mantenendo i costi
stabili o riducendoli, abbreviando i tempi di attesa e diminuendo i margini d’errore.
Si trattava in breve, di un impegno propositivo a fornire un insieme di servizi digitali:
cartelle cliniche informatiche, ricette mediche, trattamento dei dati, autenticazione dei
pazienti, tessere sanitarie, consulenza medica a distanza (teleconsulto), terapia e cura a
7
(Fonte: Rossi Mori et al., Un quadro di riferimento sulle tecnologie dell’informazione nel settore sanitario,
Consiglio Nazionale delle Ricerche–Istituto Tecnologie Biomediche, 2002)
12 Le ICT e la nuova sanità
distanza (telemedicina), oltre che una più rapida installazione di reti internet a banda larga
destinate all’interoperabilità
8
dei sistemi sanitari.
1987 avvio delle iniziative sugli standard in informatica sanitaria (HL7 in USA e CEN in Europa);
1991 rapporto al Congresso degli Stati Uniti sulle potenzialità della Cartella Clinica Elettronica;
1992 avvio del programma MedCom in Danimarca, (dopo 10 anni ha raggiunto il 100% di copertura delle
transazioni elettroniche principali);
1996 approvazione in USA del “Health Insurance Portability and Accountability Act” (HIPAA) per la
graduale introduzione di transazioni elettroniche e per lo sviluppo dei relativi standard;
1997 avvio della versione 3 di HL7, basata su un modello di dati di riferimento
(RIM, Reference Information Model) e con il contributo di 18 Paesi affiliati;
1998 pubblicazione del libro bianco sull’informatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale in UK e
creazione di una “Information Authority” per il sistema sanitario;
1999 avvio del “Roadmap” canadese verso l’informatizzazione del sistema sanitario, con un
finanziamento di alcune decine di miliardi di lire affidato al CIHI, Canadian Institute for Health
Informatics;
1999 pubblicazione del piano nazionale di sviluppo “Health Online” per la Cartella Clinica Elettronica in
rete e creazione di una “National Electronic Health Record Taskforce” da parte dei Ministri della
Salute degli Stati e dei Territori australiani;
1999 approvazione dello standard ENV 13606 sulla comunicazione dei Fascicoli Sanitari Personali
(Electronic Health Record, EHR), da parte del CEN/TC251;
2000 approvazione dello standard ENV 13640 sul sistema di concetti per la continuità delle cure;
2000 Memorandum of Understanding tra CEN/TC251 e HL7 per collaborare nello sviluppo di una nuova
generazione di standard per l’informatica sanitaria;
2001 rapporto al Presidente USA sull’impatto delle tecnologie informatiche e telematiche sul settore
sanitario, e sulla necessità di investimenti di ricerca cospicui in questo settore;
2001 deciso in UK un investimento addizionale di circa 2200 miliardi di lire in tre anni, per introdurre il
fascicolo sanitario personale in rete (EHR) per tutti i cittadini entro il marzo 2005;
2001 decisa in Canada la costituzione di “Canada Health Infoway Inc.“(Infoway), una nuova Corporation
con un finanziamento governativo iniziale per promuovere il Fascicolo Sanitario Personale in rete
(EHR) per tutti i cittadini;
2002 in Olanda viene istituito l’Istituto Nazionale per l’ICT in sanità (NICTIZ), e viene redatto un “Piano
dei 1000 giorni”.
Tabella 1: Interventi istituzionali attuati nel panorama internazionale a favore dell’affermazione delle ICT in
sanità.
Credo sia opportuno menzionare anche una serie di raccomandazioni come il “Libro
Bianco: un impegno comune per la salute: Approccio strategico dell’UE per il periodo
2008-2013”, le “Linee guida della Commissione Europea sull’interoperabilità dei sistemi
di cartelle cliniche elettroniche e la Comunicazione della Commissione al Parlamento
europeo sulla telemedicina a beneficio dei pazienti, dei sistemi sanitari e della società”.
Infine, cito il progetto “epSOS (Smart Open Services for European Patients)” che ha preso
avvio nel luglio del 2008 e che mira a realizzare un servizio elettronico di scambio di dati
sanitari in ambito europeo, nel rispetto del quadro normativo e dei sistemi informativi
esistenti nei Paesi che partecipano all’iniziativa, fra cui l’Italia.
8
Per interoperabilità si intende la capacità dei sistemi informatici di scambiarsi e usare mutuamente
informazioni. Vedere Cap. 1.4 “Implementazione di sistemi informativi integrati”.