Introduzione
L'obiettivo di questa tesi è esaminare il fenomeno delle gravidanze indesiderate in adolescenza e
analizzare alcuni interventi preventivi nelle scuole italiane, al fine di presentare una completa e
consistente trattazione dell'argomento, utile per la progettazione di ulteriori ed efficaci interventi di
prevenzione del comportamento sessuale a rischio.
In Italia le gravidanze adolescenziali indesiderate sono un fenomeno di cui si parla poco ma che
presenta una forte incidenza sociale: ogni anno nascono oltre 10 mila bambini da mamme teenager.
Questo lavoro si propone di descrivere le motivazioni che spingono gli adolescenti a sviluppare
comportamenti sessuali a rischio basandosi sui principi della Problem Behaviour Theory , la quale,
muovendosi nella cornice dell'interazionismo, considera sia le variabili personali, sia quelle
contestuali per spiegare il comportamento sociale.
Nella prima parte di questo lavoro saranno quindi analizzati i fattori di rischio e di protezione del
comportamento sessuale a rischio, considerando il sistema della personalità che comprende la
struttura motivazionale, delle credenze e del controllo, il sistema relazionale - sia distale che
prossimale - il sistema socio-ambientale e quello comportamentale. Parallelamente saranno presi in
considerazione come fattori di rischio o di protezione la percezione che hanno gli adolescenti del
rischio e l'influenza che hanno su di loro i modelli trasmessi dai mass-media.
Saranno poi considerate le possibili scelte che un'adolescente può fare a fronte di una gravidanza
indesiderata.
Nel capitolo 3 verranno esaminate le motivazioni dell'adolescente nel portare avanti la gravidanza
insieme alle conseguenze fisiche e psico-sociali per la mamma adolescente. Nel paragrafo 6 di
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questo capitolo viene approfondito il discorso della depressione post-partum, le cui conseguenze
sono particolarmente rilevanti tanto per la mamma quanto per il bambino.
Nel capitolo 4 verranno invece analizzati i risvolti psicologici dell'interruzione volontaria di
gravidanza e nel contempo verranno descritti i disturbi della Sindrome Post-Abortiva. Nell'ultimo
paragrafo si farà cenno anche all'adozione come possibile alternativa all'aborto.
Verranno poi illustrati, nel capitolo 5, i diversi metodi di intervento preventivi impiegati nelle
scuole italiane passando in rassegna la letteratura in tema di educazione sessuale e mettendo a
confronto il modello informativo con quello interattivo, quindi verrà dedicato un paragrafo
specifico alla peer-education. Nei paragrafi 5.2 e 5.3 saranno descritti il ruolo dell'insegnante e
quello dell'operatore socio-sanitario allo scopo di chiarire l'importanza di entrambi all'interno di un
intervento preventivo in classe mentre nel paragrafo 5.5 si tracceranno le linee guida per la
costruzione di un progetto di intervento sui comportamenti sessuali a rischio.
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CAPITOLO 1
Adolescenza e sessualità: i cambiamenti
dell'adolescente nella società moderna
1.1 L'adolescente e la sessualità L'adolescenza è quella fase dello sviluppo umano, che generalmente occupa gran parte della
seconda decade della vita, nel corso della quale l'individuo acquisisce sia le caratteristiche fisiche e
bio-fisiologiche che lo fanno sentire adulto, sia le competenze cognitive e sociali appropriate per
inserirsi a pieno titolo nel mondo degli adulti ( Bonino, 2002).
La differenziazione sessuale puberale che trasforma così profondamente i bambini in adolescenti è
il risultato di una reazione a catena la cui sequenza è la seguente: inizialmente una secrezione
ipotalamica provoca una secrezione ipofisaria di gonadotropine che a sua volta provoca una
secrezione gonadica. Quest'ultima modula dopo un certo periodo di tempo le modificazioni
morfologiche periferiche dei recettori. Mediamente questo sviluppo si verifica a data fissa: tra i 10 e
mezzo e gli 11 anni nella femmina, tra i 12 anni e mezzo e i 13 nel maschio. I cambiamenti fisici
nella pubertà includono l'accelerazione della crescita, alla quale si accompagnano i cambiamenti
nella forza e nelle proporzioni corporee e lo sviluppo delle caratteristiche sessuali primarie e
secondarie. Il cambiamento corporeo, essendo in genere il più precoce fra tutti quelli che
contrassegnano l'adolescenza, può creare problemi consistenti perchè l'individuo non è ancora
psicologicamente attrezzato per comprenderlo e interpretarlo in modo equilibrato, il corpo si
trasforma in maniera globale: la “silhouette” cambia tanto per l'adolescente stesso quanto per chi lo
guarda. Per il modo in cui è utilizzato, valorizzato o disconosciuto, amato o detestato, vestito o
travestito, fonte di rivalità o di sentimento di inferiorità, il corpo rappresenta per l'adolescente un
mezzo di espressione simbolica dei propri conflitti e delle proprie modalità relazionali.
L'adolescente si trova dunque a confrontarsi con una serie di modificazioni somatiche che ha
difficoltà a integrare e che in ogni modo sopraggiungono con un ritmo piuttosto rapido.
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Alle modificazioni fisiologiche si aggiunge un altro grande movimento intrapsichico, legato
all'esperienza di separazione dalle figure autorevoli dell'infanzia, a un cambiamento nelle modalità
di relazione, dei progetti e dei piaceri elaborati in comune: questo movimento può essere
paragonato a un lavoro di elaborazione del lutto. A. Haim scrive: “Come la persona in lutto,
l'adolescente rimane in certi momenti sommerso dal ricordo dei propri oggetti perduti. Ma, come la
dinamica del lutto normale permette di intraprenderne l'elaborazione, così quella dell'adolescenza fa
sì che nulla rimanga stabile”. A livello soggettivo l'impatto di questi cambiamenti non è lo stesso
per tutti, in quanto dipende dalle caratteristiche di ciascuno, cioè dal genere di appartenenza, della
storia personale intra ed extrafamiliare, dal livello di informazione a proposito di quanto sta
succedendo, dal modo in cui l'ambiente sociale reagisce ai cambiamenti che coinvolgono il
soggetto.
Uno dei compiti di sviluppo più importanti che gli adolescenti devono affrontare consiste nello
stabilire relazioni nuove e più mature con coetanei di entrambi i sessi, nell'impegnarsi in una
relazione affettiva, che abbia una dimensione anche propriamente sessuale. Il comportamento
sessuale sembra assolvere essenzialmente tre grandi funzioni nel percorso di sviluppo
adolescenziale: la prima è connessa all'acquisizione dell'adultità ed all'integrazione della sessualità
nella propria identità, la seconda al bisogno di esplorare e sperimentarsi mettendosi alla prova,
insieme a quello di trasgredire, ed infine, la terza è una funzione rituale e di emulazione (Bonino,
Cattelino, Ciairano, 2007). Tali funzioni possono acquisire maggiore o minore rilevanza, ed a volte
sfumature diverse, a seconda del modello di comportamento che l'adolescente decide di adottare per
la realizzazione dei rapporti sessuali. Acquisire la capacità di vivere serenamente la propria
sessualità rappresenta una sfida complessa, in particolare per quell'adolescente che non ha ancora
sviluppato le competenze sociali, emotive e cognitive necessarie a realizzare un'esperienza sessuale
in grado di promuovere lo sviluppo dell'identità e l'acquisizione di una maggiore indipendenza dal
nucleo familiare di origine.
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1.2 L'evoluzione del sistema educativo familiare
Un ragazzo per crescere deve mettere in discussione le regole che gli adulti gli hanno insegnato e
che egli ha interiorizzato durante l'infanzia, per poterle far proprie, per modificarle o per rifiutarle.
La revisione del rapporto con le norme di comportamento e con i sistemi di valori è parte costitutiva
del processo di crescita, e comporta una profonda modificazione della relazione con gli adulti, che
ne sono i naturali rappresentanti. Abitudini condivise, norme esplicite ed ideali rappresentano le
forme attraverso cui le regole si esprimono nelle interazioni educative. Nel sistema educativo
familiare queste dimensioni si sono profondamente modificate nel tempo. Fino a qualche decennio
fa la famiglia rappresentava una solida cinghia di trasmissione dei valori sociali acquisiti e il
processo educativo consisteva soprattutto nell'apprendimento delle norme comportamentali, allora
più uniformi e condivise, che regolavano la vita sociale. Negli ultimi decenni è avvenuto però un
cambiamento radicale della funzione sociale della famiglia: la “famiglia etica” si è trasformata in
“famiglia affettiva”, che tende a promuovere e garantire il benessere emotivo dei figli piuttosto che
l'interiorizzazione delle norme sociali (Pietropolli Charmet, 2009). Tale cambiamento è rilevabile
fin dalle prime modalità di accudimento del neonato: alla rigida imposizione degli orari si è
sostituito un allattamento più flessibile ed attento ai bisogni del bambino che non alla regola.
Mentre fino alla pubertà il bambino è orientato nei suoi comportamenti dalle regole familiari,
progressivamente interiorizzate ed organizzate in un'istanza psichica interna, il Super-Io,
rappresentante delle norme e dei valori acquisiti, a partire dalla preadolescenza si costituisce una
nuova istanza psichica, l'Ideale dell'Io, rappresentante di un sistema di valori più personalizzato,
frutto del rimaneggiamento sia dell'immagine idealizzata di sé e dei genitori dell'infanzia, sia delle
norme acquisite.
Questa evoluzione è solo in parte simile per i due sessi; importanti differenze sono state notate nel
modo in cui maschi e femmine si rapportano alle norme morali. Dalle osservazioni di Freud sulle
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caratteristiche del Super-Io femminile (Gilligan, 1982), è stata in vari modi sottolineata una
maggiore flessibilità delle ragazze nel rapporto con le regole formali, spesso in nome
dell'importanza superiore attribuita al rapporto interpersonale e di una maggior continuità tra valori,
affetti ed identità. Fin da piccoli i maschi appaiono più trasgressivi ed attribuiscono un valore
aggressivo e competitivo alla propria trasgressività, mentre le femmine esprimono piuttosto una
trasgressività giustificata dalla relazione: in nome dell'amore le femmine sono più disposte a violare
leggi e norme sociali, mentre i maschi tendono piuttosto a trasgredire in nome del piacere e
dell'affermazione virile di un sé non sottomesso.
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