ii
stato dell’arte in alcune Università Americane, Australiane, Inglesi, Italiane e altre
ancora. L’obiettivo della tesi sarà dunque di dimostrare che le risorse disponibili in rete
possono migliorare e cambiare il nostro modo di apprendere, insegnare, leggere,
ragionare, così come lo stesso concetto di sapere, e di apprendimento, in quanto
quest’ultimo può diventare, sia per le esigenze di questi ultimi anni, sia per volere di
un individuo, una cosa permanente, che lo accompagna anche per tutta la vita.
Il lavoro verrà strutturato in sei capitoli.
Nel primo mi proporrò di parlare dei teorici dell’ipertesto, tra cui Ted Nelson, David
Bolter, George P. Landow, Pierre Levy, dei precursori dell’ipertesto, tra cui Vannevar
Bush, Roland Barthes, M. Focault, dell’ipertesto, delle differenze fra testo e ipertesto,
degli usi e dei limiti dei collegamenti ipertestuali e del nuovo concetto di enciclopedia
nell’era digitale.
In questo capitolo mi propongo di spiegare grazie alle teorie di Levy, il potenziale e
i vantaggi dell’ipertesto, della rete, delle risorse che questa offre. Levy sostiene che il
ritmo al quale apprendiamo diventa sempre più veloce e l’uomo dei nostri giorni deve
continuamente aggiornarsi, infatti se una volta le conoscenze di un mestiere erano
sufficienti per tutta la vita, la velocità a cui le tecnologie si evolvono oggi, si è
moltiplicata ad un livello tale per cui siamo obbligati ad imparare in modo quasi
iii
costante. Inoltre Levy osserva come le conoscenze individuali possano essere estese e
potenziate dai mezzi informatici quali l’ipertesto, le banche dati, gli iperdocumenti.
Levy suggerisce inoltre come oggi non si abbiano a disposizione soltanto banche
dati e risorse in rete, bensì anche l’esperienza delle persone collegate, che a loro volta
costituiscono una fonte di sapere. Questa è stata denominata da Levy l’intelligenza
collettiva. Da qui è facile capire come il concetto di insegnamento, apprendimento e
sapere possano cambiare, così come il ruolo del docente, che come dice Levy dovrà
diventare sempre più una guida per i discenti, un manager della conoscenza e
animatore piuttosto che una persona che detiene e impartisce il sapere. Parlerò inoltre
del significato di ipertesto, ovvero un concetto lontano da quello di libro, dove esiste
un ordine di lettura prestabilito, e la lettura è solo di tipo lineare. Diversamente
l’ipertesto ci permette di accedere al testo come se questo fosse una grande rete di
nodi, a cui noi possiamo accedere da dove vogliamo, diventando a nostra volta autori
del testo, in quanto esplorandolo e leggendolo a modo nostro secondo il nostro
pensiero, e ragionamento “riscriviamo” il testo. Partendo da questi principi spiegherò
anche come cambia il concetto di Enciclopedia, come questa esca dai confini del testo,
e diventi grazie all’ipertesto e alla digitalizzazione di questo totalmente fruibile, e
come il suo utilizzo possa equivalere, grazie ai file di suono, immagini, i filmati ad una
iv
“navigazione all’interno del sapere”. Inoltre questo tipo di enciclopedia che permette
di aggiornare e completare le informazioni collegandosi a Internet, rompendo le
barriere dell’enciclopedia tradizionale, crea una nuova comunità di individui, non più di
lettori che condividono l’esperienza della lettura di un libro, bensì di ricercatori,
studiosi comunicatori che scambiano dati in rete.
Nel secondo capitolo mi dedicherò a fornire nozioni fondamentali per capire
Internet, a descriverne la struttura, e a mostrare gli strumenti necessari per sfruttarlo
al meglio; dapprima spiegherò come trovare ciò che si vuole con i motori di ricerca,
dopo di che passerò a parlare dei mezzi per comunicare, la differenza tra lista di
discussione, forum, la loro funzione, chat, videoconferenza, ecc.
Le informazioni fornite per i motori di ricerca, così come per i sistemi di
comunicazione via Internet sono soggette a costanti aggiornamenti, per la velocità a
cui le tecnologie di questo settore si evolvono, perciò la documentazione fornita in
questo capitolo probabilmente non è già più aggiornata.
Nel terzo capitolo darò uno sguardo alla storia delle Università a distanza nel
mondo, andando indietro a inizio secolo, considerando i paesi leader che hanno aperto
la strada in questo settore, quali l’Australia, per le sue immense distanze, l’America, la
v
Cina e i Paesi Asiatici, e la Open University Britannica, nata come Università concepita
esclusivamente per corsi a distanza nel 1969, sino ai giorni nostri e agli investimenti
della World Bank per l’African Virtual University, concepita totalmente online, e grazie
ad accordi stipulati con Università Americane e Canadesi, offre l’accesso materiale
didattico di altissima qualità, permettendo agli studenti di accedere agli archivi e ai
corsi online delle Università che collaborano al progetto. Il panorama italiano
presenta due tipi di corsi a distanza, il primo riguarda le Università che hanno
promosso progetti sperimentali al loro interno per motivi di gestione degli studenti,
come nel caso di Urbino, che ha la maggioranza degli iscritti sparsi per tutta Italia, e
dunque il corso a distanza, è la soluzione ideale, o l’Università degli Studi di Milano
che ha sperimentato il corso online, e ha lavorato in collaborazione con il CTU, per la
realizzazione di corsi quali Urbana 99 e Metodi 99; il secondo tipo riguarda Università
come Nettuno, (network per l’Università ovunque), che offre corsi di laurea brevi di
durata triennale, e si avvale di Università sparse per tutta Italia per assistere i propri
studenti, ovvero a seconda della facoltà a cui sono iscritti sosterranno gli esami
nell’Università che fa parte della rete delle Università di Nettuno a loro più vicina.
Un’istituzione simile alla Open University in Italia ancora non esiste.
vi
Nel capitolo quarto, analizzerò i corsi esposti nel capitolo precedente, alla luce
di ciò che era stato delineato dai teorici americani, e da Pierre Levy. Inoltre
aggiungerò il mio parere e mi propongo di analizzare i lati positivi e negativi dei corsi
apportando la mia esperienza come studentessa dei corsi aperti. In questo capitolo
analizzerò anche come deve cambiare il docente, ovvero come deve cambiare il suo
modo di concepire la lezione, il corso, non avendo più a che fare con il testo lineare
ma con un reticolo di collegamenti. Verrà inoltre analizzato come può mutare il
rapporto docente-discente, dal punto di vista psicologico, le implicazioni di essere
davanti ad un monitor e non in aula, a lezione davanti al docente che spiega. Infine
analizzerò come muterà il ruolo del discente, come questo dovrà responsabilizzarsi e
diventare più autonomo, leggendo le lezioni ipertestuali per proprio conto,
preparandosi delle domande per gli appuntamenti online con il professore. Un corso
totalmente online, in quanto scritto presenta diversi vantaggi per il discente, non
ultimo il fatto che tutte le lezioni debbano essere scritte.
Nel capitolo quinto prenderò ad esempio ed analizzerò un corso online. Il corso e la
sua originale struttura dimostrano appieno il potenziale di Internet per lo studio della
letteratura inglese.
vii
Infine nel sesto capitolo proporrò la mia idea di corso online, pur sottolineando
che quello che ha da offrire la rete per ora è ancora abbastanza limitato, e si
cominciano a vedere soltanto adesso i corsi di formazione per docenti che vogliono
insegnare a distanza. Gli strumenti per la realizzazione del corso online, rimangono
sempre gli stessi, e quindi la ricetta non può cambiare di molto da corso a corso.
Prima di passare alla mia proposta in dettaglio, parlerò del content management e di
come oggi può essere facile per tutti creare il proprio sito, anche se non si è addetti ai
lavori. Proporrò soluzioni semplici e poco dispendiose. Detto questo, esporrò le mie
idee su un corso online, tenendo presente che il corso dovrebbe essere realizzato a
costo zero, in quanto si tratterebbe di un progetto sperimentale. Fornirò inoltre tutti i
riferimenti per riuscire a creare le liste di discussione, fornire un indirizzo di posta
elettronica a tutti gli studenti, un abbonamento a Internet, tutto a costo zero, e altre
soluzioni per creare il proprio sito.
Per quanto mi è stato possibile vedere durante le mie esplorazioni presso altre
Università, i corsi online sono principalmente di due tipi: altamente sofisticati e quindi
il risultato di grossi investimenti di risorse; 2) discretamente semplici, con qualche
investimento. La mia idea per un corso non vorrà appartenere né alla prima né alla
seconda categoria. Visto il potenziale in rete, ho cercato di dimostrare che anche
viii
senza mezzi è possibile fare un esperimento o provare a rinnovare il proprio corso e
potere ottenere risultati. E’ vero che molto dipende anche dal tipo di studenti con cui
si ha che fare, ma sono certa che se questi sono vincolati dal voto saranno disposti a
fare di tutto. Per raccogliere il materiale per questo lavoro, non mi sono mai recata in
biblioteca. Non ho molto materiale tradizionale, in quanto il tipo di ricerca che ho
dovuto fare, riguardava essenzialmente Internet. Quindi la maggioranza della mia
bibliografia sarà costituita da indirizzi della rete. Per svolgere la mia ricerca, non mi
sono mai mossa dalla mia scrivania, e ho visto tutto attraverso lo schermo del
computer. Immagino di non potere condividere quest’esperienza con molti colleghi
ancora.
Mi auguro che questo mio studio possa aiutare gli studenti e i docenti ad avvicinarsi
con più confidenza alla rete, e che entrambe ne possano trarre vantaggio e ottimi
risultati.
1
1. I teorici, l’ipertesto e il nuovo enciclopedismo
01. Che cosa sta cambiando
Negli ultimi anni siamo stati testimoni di uno sviluppo sempre più veloce
delle tecnologie informatiche e di Internet. Oggi questi strumenti non sono
più appannaggio di ricercatori universitari, come lo erano all’origine di
Internet, ma vengono applicati ad un numero di contesti crescente. La
diffusione di questi strumenti e conoscenze sempre più vasta, crea una
comunità di persone che non solo condividono un accesso al sapere che non
ha precedenti nel passato, ma rappresentano anche in quanto “illuminati” o
forse meglio “collegati”, una collettività che può scambiare informazioni
senza limiti, e può interagire in modo attivo con gli individui che ne fanno
parte. Questa nuova ricchezza e accessibilità al sapere, è stata denominata
da diversi teorici “l’era dell’informazione”. Pierre Levy ha descritto in
un’intervista quelle che secondo lui saranno le implicazioni di questi nuovi
strumenti nel campo intellettuale. Secondo Levy infatti questa nuova era
cambia il concetto di sapere, insegnamento, apprendimento, e potere, in
quanto conoscenza ritenuta da pochi privilegiati. Di seguito, Levy spiega
come sta cambiando il rapporto con il sapere in funzione dello sviluppo di
nuovi strumenti di conoscenza e di comunicazione.
“Quello che sta cambiando è il nostro rapporto con la
conoscenza. Il primo elemento è la velocità [corsivo mio]:
mai come oggi le conoscenze si sono sviluppate così
velocemente, né hanno subìto una così rapida obsolescenza,
rimpiazzate dalle nuove”.
2
A questo proposito ci basti pensare a quale velocità la produzione di
software si è diffusa dall'avvento di MS-DOS e Windows 3.1. Gli
aggiornamenti dei programmi e dei sistemi operativi si sono fatti sempre più
frequenti, e chiunque usasse un computer ai tempi di Windows 3.1 o di MS-
DOS si è trovato a doversi adattare nel giro di pochi anni a sistemi operativi
rivoluzionati e migliorati. Questo indubbiamente ha implicato la necessità da
parte degli utenti di essere flessibili, e soprattutto disposti ad imparare in
modo costante, prendendo ogni cosa all'interno del computer quasi come
una sfida, dove si prova, si tenta, e se non si riesce, si può sempre risalire
all'”aiuto
1
”. Questo concetto si applica ugualmente ad altri strumenti che
ormai fanno parte della nostra vita quotidiana, es. il telefono, il video
registratore, il televisore, e pure gli elettrodomestici che oggi hanno una
scheda elettronica e possono essere programmati
2
.
“Il patrimonio di conoscenze di cui una persona dispone
all'inizio della sua carriera è destinato a diventare, al termine
della sua vita professionale, in tutto, o in parte obsoleto. Non
si può più trasmettere il proprio sapere ai giovani apprendisti
o ai nuovi arrivati. Sotto questo aspetto ci troviamo in una
situazione del tutto nuova nella storia dell'umanità, che si è
verificata negli ultimi venti o trent'anni. E' una mutazione di
grande importanza di cui dobbiamo prendere assolutamente
coscienza.
E' una situazione in cui è necessario, ormai, apprendere
continuamente e in cui il fenomeno della formazione
permanente non è più riservato ad una élite di ricercatori o
di specialisti della conoscenza, ma concerne tutti i campi del
sapere”[corsivo mio].
Se per i nostri nonni era sufficiente fare da garzone al padrone della
bottega per apprendere un mestiere, oggi, nell’era dove la tecnologia gioca
ormai un ruolo sempre più rilevante, persino la laurea è un punto di
3
partenza e non di arrivo, e i posti di lavoro sono il risultato delle conoscenze
dei candidati (Corsi Universitari ed esperienza) e della formazione fatta sul
lavoro.
Oggi come mai prima, mantenersi al passo coi tempi è fondamentale per
non essere investiti dal futuro.
“ Questo è un primo aspetto del nuovo rapporto con il
sapere.
Un altro elemento importante è costituito dalle nuove
tecniche, specialmente digitali, informatiche, che forniscono
i supporti delle tecnologie intellettuali, che trasformano ed
estendono le nostre capacità cognitive: la nostra memoria
con le banche-dati, gli ipertesti e gli iperdocumenti [corsivo
mio]; la nostra immaginazione con tutti i sistemi di
simulazione, la nostra percezione con gli strumenti per
produrre immagini a partire dai dati, come si vede in
medicina, e così via. Adesso, abbiamo a nostra disposizione
un gran numero di tecnologie intellettuali che trasformano i
nostri modi di pensare” [corsivo mio].
L’elenco del telefono o le pagine gialle disponibili su Internet, sono un
buon esempio per far capire come il nostro approccio con i dati e le
informazioni possono cambiare. Sino a poco tempo fa, se non si conosceva
un numero si componeva il 12, adesso in diversi paesi europei e negli Stati
Uniti, basta digitare alcune informazioni relative all’abbonato desiderato sul
sito della compagnia telefonica e premere invio per ottenere il numero
dell’abbonato, e l’indirizzo, in questo modo l’utente è in grado di gestire
personalmente gli archivi, come se fosse un centralinista della compagnia
telefonica, un approccio molto più diretto
3
. Negli Stati Uniti addirittura lo
Stato ha messo ha disposizione su Internet gli archivi dove sono registrati i
dati di tutti i cittadini americani e per soli 10 dollari, è possibile acquistare le
4
informazioni di una persona. Questo tipo di accesso alle informazioni non ha
precedenti nella nostra storia.
“L'altro approccio, o meglio, l'altra dimensione del
cambiamento è che non abbiamo soltanto strumenti per
estendere le nostre capacità cognitive individuali, ma le
tecnologie digitali, l'interconnessione mondiale dei
calcolatori, costituiscono anche un nuovo spazio di
comunicazione particolarmente propizio a ciò che io chiamo
"intelligenza collettiva"[corsivo mio]. L'intelligenza collettiva
è la messa in comune delle capacità mentali,
dell'immaginazione, delle competenze che permettono alla
gente di collaborare, di lavorare e di apprendere insieme”.
Questo concetto può essere compreso facilmente se si fa riferimento
alle mailing list e o liste di discussione
4
. Se il WWW
5
viene anche definito la
rete delle reti, le liste di discussione, sono come delle piccole reti, dove
persone con interessi in comune, si scambiano informazioni e dibattono.
Questo permette di avvicinare persone con gli stessi interessi, persone che
materialmente forse non avrebbero la possibilità di incontrarsi e di
confrontarsi. Le liste di discussione possono portare alla crescita
intellettuale degli individui che ne fanno parte, alla creazione di idee, allo
sviluppo di progetti. In rete i rapporti sono tutti più disimpegnati, ci si dà
più spesso del tu che del lei, e le gerarchie che esistono nella realtà
sembrano svanire. Tuttavia, queste reti esistono anche senza strutture quali
quelle sopra citate, gruppi di lavoro, di ricerca possono dialogare e
consultarsi via Internet per mezzo della posta elettronica, portando a
termine progetti pur rimanendo in zone geografiche diverse.
“Se guardiamo, al tempo stesso, alla velocità con cui le
conoscenze si evolvono, all'estensione delle capacità
cognitive individuali mediante le tecnologie, e alle nuove
5
possibilità di apprendimento cooperativo e di collaborazione
tra la gente, a livello intellettuale, io credo che ci troviamo
davanti a un paesaggio completamente nuovo nel rapporto
con il sapere e siamo obbligati a constatare che molte nostre
concezioni pedagogiche circa l'apprendimento e
l'insegnamento, molte delle nostre istituzioni scolastiche e
dei nostri metodi per riconoscere o convalidare le
competenze sono stati elaborati in un periodo in cui il
rapporto con la conoscenza era molto diverso da quello che è
adesso. Dunque, c'è molto lavoro da fare, perché i nostri
concetti, le nostre istituzioni, i nostri modi di organizzazione
si adattino a questa nuova fase
[Corsivo mio]
6
”.
Di seguito Levy ci spiega come secondo lui il ruolo del docente dovrà
cambiare
7
. Il fatto che ora, mai come nel passato, gli studenti abbiano la
possibilità di attingere a veri e propri “magazzini” della conoscenza e delle
informazioni, senza limiti geografici, linguistici, culturali, implica che il ruolo
del docente, in quanto persona che trasmette il sapere, ed essere umano,
dovrà essere ridimensionata, e modificata.
01.1 Conseguenze nel sistema scolastico e universitario
8
Secondo Pierre Levy, questa rivoluzione è nata proprio all'interno del
sistema scolastico e universitario, e lo definisce un fenomeno “endogeno” al
sistema, un fenomeno di “autotrasformazione”. Questo implica che diverse
cose all’interno dell’insegnamento debbano cambiare, e ci spiega perché:
“deve cambiare in particolare il ruolo, la funzione
dell'insegnante. Tradizionalmente, l'insegnante è colui che
diffonde, che dispensa le conoscenze. Oggi, con il fenomeno
della interconnessione mondiale dei calcolatori, con la
grande accessibilità dell'informazione online, si può entrare
in contatto con specialisti che si trovano dalla parte opposta
6
del pianeta, ci si può inserire in comunità virtuali di persone
che si interessano a tale o tal altro soggetto: comunità di
ricerca, comunità di apprendimento. Anche il ruolo del
professore che si trova sulla cattedra, in classe, dovrà
necessariamente cambiare: è il fenomeno della
"disintermediazione", che riguarda, del resto, anche i
giornalisti, i medici, gli avvocati. Vuol dire che non c'è più
bisogno di passare per l'intermediario che serve le
informazioni belle e pronte o che indica quello che è
importante sapere [corsivo mio]. Si può accedere
direttamente ad uno spazio in cui non ci sono più barriere
disciplinari, in cui non ci sono più barriere gerarchiche, né
frontiere tra i diversi paesi”.
Levy aggiunge inoltre che tra pochi anni l’accesso a Internet sarà
fornito dalle scuole e gli studenti che non potranno collegarsi da casa, lo
faranno a scuola
9
. Questo accesso alla conoscenza, causerà un forte
mutamento nel ruolo del docente, il quale non dovrà più assolvere la
funzione di colui che “trasmette il sapere”, bensì di colui che “orienta” gli
studenti “verso il sapere” e trasmette i metodi di ricerca su Internet. Di
seguito le parole di Levy:
“In questo quadro credo che il ruolo dell'insegnante sia
destinato a cambiare in quello di animatore dell'intelligenza
collettiva nei suoi allievi. Dovrebbe incitarli ad apprendere,
a sapersi orientare nella navigazione dentro questo nuovo
spazio di conoscenze, incitarli a cooperare, stimolare il loro
desiderio di apprendere, destare la loro curiosità. Gli
insegnanti del futuro saranno manager della conoscenza e
animatori, piuttosto che persone che detengono e
impartiscono un sapere. Dovranno insegnare ai loro
studenti come andarselo a cercare
10
, perché quegli
studenti, quegli allievi dovranno continuare a farlo per tutto
il resto della loro vita sociale e professionale, e non ci sarà
sempre un professore che li metterà davanti ad
un'informazione bell'e pronta [corsivo mio]. Dunque,
bisogna prepararsi ad un apprendimento continuo, e, per
questo, bisogna usare strumenti idonei alla creazione di
riflessi intellettuali e relazionali nuovi, cioè imparare ad
apprendere dagli altri, a cooperare, a cedere le proprie
conoscenze e a trasmetterle”[corsivo mio].
7
In questa ultima frase, Levy si riferisce alle capacità necessarie per
interagire all’interno del cyberspazio o intelligenza collettiva, (il luogo dove
le persone possono interagire scambiandosi informazioni). Il modo a mio
avviso migliore per avere accesso al sapere negli archivi e in particolare al
sapere delle persone, è quello di iscriversi alle liste di discussione, o mailing
list (liste di discussione) dell’argomento di interesse. Il dialogo tra gli iscritti,
le richieste di informazioni, le risposte, i dibattiti sui temi legati alla materia
sono tra i modi più diffusi di interagire. Questi luoghi, che potrebbero essere
accomunati a piazze virtuali, offrono la possibilità a persone con interessi in
comune di incontrarsi e confrontarsi e a persone che non sono di quel
settore, ma che hanno bisogno di risposte, di dialogare con professionisti.
01.2 Le quattro fasi del sapere
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P. Lev y ha parlato di quattro fasi del sapere: l’oralità, il libro, la
biblioteca e quella biblioteca senza territorialità che è Internet. La prima
fase del sapere riguarda l’oralità, le conoscenze venivano tramandate di
padre in figlio oralmente. Un vecchio proverbio africano dice che quando
muore un vecchio, brucia una biblioteca. La seconda fase consiste nella fase
della scrittura, il libro sacro, la Bibbia, il Corano in cui era racchiusa la
verità. La terza fase consiste nella stampa, la Biblioteca ci suggerisce l’idea
di ipertesto, infatti l’enciclopedia di Diderot e D’Alambert che è compilata in
ordine alfabetico, presenta rimandi tra i soggetti che fanno pensare
all’ipertesto, che quindi non è un concetto nuovo.
“La quarta fase è il cyberspazio appunto, nel quale è
avvenuta una specie di fusione della comunità e della grande