2
les dittologies : il rend possible la comparaison immédiate de tous les vers ou les
strophes qui présentent les mots cherchées.
Dans la représentation de certains ensembles, il peut sembler que certains
mots ne présentent pas de synonymes entre eux, mais on pourra voir qu'ils sont liés
par une valeur sémantique précise; par exemple: pitié et guerredon ont deux
significations différentes, pourtant ils s'intègrent dans le même ensemble de mots
merci et secours, en représentant l'accomplissement de l'amour.
Sur cette base, on aura même tendance à regrouper les synonymes (et
antonymes) des autres termes qui, apparemment, ne montrent aucune relation
synonymique ; en effet, leur apparence est due à la combinaison non aléatoire, ainsi
on pourra mettre en évidence des mots qui s’inséreront soit dans la sphère de la joie
soit dans la sphère de la douleur.
3
CAPITOLO 1
LA POESIA DEI TROVIERI
1 – Chi erano i Trovieri?
Troubadours e Trouvéres3 dettero luogo ad una realtà poetica molto simile e
con influssi reciproci. In verità furono sicuramente i primi ad influenzare i secondi, sia
da un punto di vista tematico che da un punto di vista stilistico. I poeti del
Mezzogiorno e i poeti del Settentrione dialogarono tra loro, collaborando alla
formazione di una stessa civiltà letteraria, la quale non potrebbe essere studiata e
compresa veramente in una prospettiva unilaterale4. I due movimenti poetico-
musicali che si vennero a costituire, si svilupparono in due contesti sociali e culturali
ben distinti per epoca, collocazione geografica e lingua.
La poesia trobadorica fiorì tra l’ XI secolo e la prima metà del XIII nel sud della
Francia, nell’ambiente della nobiltà feudale (alcuni trai più importanti poeti
provenivano dagli alti ranghi nobiliari); lingua d’espressione fu quella che Dante
chiama lingua d’oc, ossia la lingua parlata nella regione occitana. I Trovieri operarono
tra la metà del XII sec. e la fine del XIII sec., e furono per la maggior parte poeti
provenienti dal mondo monastico o dalla piccola borghesia (ad eccezione di qualche
personaggio nobile dell’ultima generazione). Questi ultimi si espressero in lingua
3
Il loro nome indica la loro arte nel « trovare »; cfr. M. CORTELLAZZO, P. ZOLLI, Dizionario etimologico della lingua
italiana, Bologna: Zanichelli, 1999, Definizione: «TROVAIòRE dal prov. TROBADòR da TROBAR trovare, nel senso di
inventare, ideare, e quindi poetare, se non direttamente, come sospetta Savini, da TROPARE mettere in canto una
poesia ( v. TROVARE). Nome dato ai poeti d’amore o di cavalleria, che fiorirono dal sec. XI al XIV in Provenza e in
Italia, ed erano soliti come i lirici greci | perciò detti mèlici | comporre la poesia e metterla poscia in musica, o,
come usavano dire i Provenzali, «fare i motti e il suono» I poeti | èpici | del nord della Francia in lingua d’oïl
vennero invece detti trovèri, a. fr. troveres, trouveres, mod. trouvère, prov. trobaire.» Vedi anche sul sito del
Centre National de Ressources Textuelles et Lexicales: www.cnrtl.fr: «TROUVÈRE, subst. masc. Étymol. et Hist. 1.
Ca 1165 trovere «compositeur, auteur» (BENOIT DE STE-MAURE, Troie, éd. L. Constans, 5192); ca 1225 trouvere
(GERBERT DE MONTREUIL, Tristan Menestrel, éd. J. L. Weston, 17565 ds Romania t. 35, p. 498); 2. 1670 «poète lyrique
de langue d'oïl aux XIIe et XIIIe s.» (HUET, Orig. des Rom., p. 158 ds POUGENS ds LITTRE). Dér. de trouver* «faire des
vers, composer un poème» (cf. a. prov. trobar «id.»); trovere est l'anc. cas sujet d'un mot dont troveor était le cas
régime (1188 trovëors, AIMON DE VARENNES, Florimont, éd. A. Hilka, 13608)».
4
A. RONCAGLIA, La lingua d’oïl: avviamento allo studio del francese antico, Roma: Ed. Ateneo, cfr. p. 68.
4
d’oïl5 (che darà origine al francese moderno) ed arrivarono a formare affollate
corporazioni come quella della città di Arras, un vero atelier letterario, il più notevole
fra quelli che favorirono la letteratura cortese, dove la borghesia era
economicamente e socialmente molto attiva6.
L’uso dei rispettivi volgari e quindi l’abbandono della lingua latina, fu uno
degli elementi che accomunò trovieri e trovatori e contribuì a distinguere la loro
produzione poetica da altre forme d’espressione coeve, come quella del canto
gregoriano7.
2 - I maggiori esponenti
La lirica cortese, come abbiamo detto, viene a formarsi a metà del XII su basi
ed influenze trobadoriche; inevitabilmente, sviluppandosi nei secoli, subì dei
mutamenti. Anche se molti testi sono rimasti anonimi, fortunatamente molti ci
giungono con attribuzione sicura: vedremo ora come questa poesia si è formata e si è
poi evoluta con i suoi cultori.8
Introdotta e favorita dalla regina Eleonora d’Aquitania (nipote del più antico
trovatore, Guglielmo IX) e dalle sue figlie, Maria di Champagne e Alice di Blois,
l’influenza provenzale si esercita in modo fecondo sui primi trovieri, con un’impronta
prettamente aristocratica, dal 1150.9 In questi anni spicca la figura di un poeta
conosciuto come Chrétien de Troyes, più noto come autore di romanzi che come
poeta lirico. La sua vita ci è quasi del tutto oscura ma sappiamo che è stato attivo dal
5
Il significato di d’oc e di d’oïl è: “sì” cfr. Dante, De vulgari eloquentia,(I, VIII) , trad. «Infine tutto quanto resta in
Europa al di fuori di questi due domini, fu occupato da un terzo idioma, che tuttavia ora appare triforme, dato che
alcuni per affermare dicono oc altri oïl, altri ancora sì, come gli Ispani, i Francesi e gli Italiani. E’ l’indizio che i
volgari di queste tre genti discendono da un solo e medesimo idioma è appariscente, dato che si nota che essi
donominano molte nozioni con gli stessi vocaboli *…+» Ed. a cura di V. COLETTI: Garzanti editore, 2008.
6
Cfr. G. TOJA, Lirica cortese d’oïl: sec. XII-XIII, Bologna: Pàtron, 1996, cfr. pp. 54-55.
7
Il canto gregoriano è un genere musicale vocale, monodico e liturgico, proprio della Chiesa cattolica romana.
Viene elaborato nel Medioevo a partire dall’ VII secolo dall’incontro del canto romano antico con il canto gallicano
nel contesto della rinascita carolingia.
8
Per approfondimenti si vedano le singole biografie e G. TOJA, Lirica cortese d’oïl: sec. XII-XIII, Bologna: Pàtron,
1996, cfr. pp. 53-85.
9
Les trobadours, Ed. du Seuil, Paris, 1971, cfr. p.174.
5
1160 fino a circa il 1190. L’importanza di questo poeta è dovuta innanzitutto al
contributo che egli, frequentatore delle corti di Eleonora e le sue figlie, dette alla
diffusione dell’arte trobadorica nel Nord della Francia. Egli fuse in modo originale la
sua cultura classica della spiritualità cristiana, il senso eroico della vita e le
raffinatezze dell’arte cortese.
Uno dei più illustri trovieri del XII secolo è Conon de Béthune, poeta artesiano,
appartenente all’illustre casato dei conti di Béthune. Nacque intorno al 1155 e, sin da
giovane, si distinse come poeta, guidato dall’insegnamento di suo zio Huon d’Oisi,
altro importante troviere. Conon partecipò alla terza crociata (1189-1193) e alla
quarta e divenne reggente dell’Impero latino d’oriente. Il suo canzoniere non è dei
più ricchi, ma può essere considerato uno dei più brillanti esempi della poesia
medievale d’oïl.
In questi stessi anni si afferma un altro importante poeta, il piccardo Blondel
de Nesle (nato intorno al 1155), amante di uno stile più ricercato e di rime più
preziose; la sua notorietà è attestata dalla ricca tradizione manoscritta delle sue
poesie.
Suo contemporaneo fu Gace Brulé, autore di un canzoniere molto più ricco ed
uniforme. Attivo nella fine del XII secolo, aderisce con profonda sincerità alle
convenzioni letterarie dell’amore cortese e, come fedele servitore della propria
donna, prova per lei un amore fatto di una passione profonda e dolorosa, un
desiderio inappagabile, costantemente rassegnato alla sua sofferenza. Per l’analisi
delle dittologie di joie, è interessante vedere come evidenzia il «balancement» tra
gioia e tristezza: la gioia si prova nel servire la donna amata, in maniera tormentata
ed inappagabile; le incertezze ed il desiderio mantengono vive le passioni.
Un altro importante troviere è Châtelain de Couci (molto probabilmente il
piccardo di Guy de Thourotte), il quale fu due volte crociato in Terra Santa; un
classico della lirica cortese non soltanto per i temi delle sue canzoni, visibilmente
legati ai modelli trobadorici e al gusto dei più qualificati suoi contemporanei, ma per
la raffinata semplicità con la quale ha saputo rielaborare la tradizione poetica.
6
Tra i poeti del XIII secolo Thibaut de Champagne fu uno dei più illustri poeti
aristocratici (nato nel 1201, nel 1222 assunse il governo diretto della contea di
Champagne e Brie). La sua poesia è fedele ai temi della lirica cortese, quindi pone in
una posizione centrale il servizio d’amore, con tutto il rituale convenzionale di
sottomissione alla dama, espresso con sinceri accenti personali e uno stile melodioso
ed elegante, non privo di ironica preziosità. Anche da un punto di vista
dell’espressione musicale, la sua arte, nell’apparente semplicità melodica, è tra le più
raffinate.
Per quanto riguarda il XIII sec., sappiamo, ormai, che la lirica oitanica ha
contagiato anche ceti sociali più bassi. In quest’epoca, un importante contributo è
quello datoci da Colin Muset10 (la sua attività poetica è accertata tra il 1234 e il 1254).
La sua vena realistica lo distingue dai moduli formali della tradizione cortese,
senza degenerare nella grossolanità, alleggerita dalla grazia delle immagini e dalla
musicalità della parola.
Nel XIII sec. si va affermando sempre più una lirica di stampo «borghese»,
legata all’ascesa economica della borghesia cittadina.
Il più grande centro commerciale della Francia era Arras, molto attivo per
l’industria delle stoffe. Per acquisire più prestigio, questo patriziato borghese decise
di divenire patrono di trovieri e giullari che non avevano più protezioni dai signori
feudali: Arras divenne, così, anche un importante centro letterario; in un certo senso,
questo centro si presentava come speculare alla Corte, e la borghesia, che in esso
risiedeva, poté rivaleggiare con la nobiltà e superarla in prestigio. La sede che
ospitava questo nuovo gruppo di poeti11 era Puy Notre Dame, presieduto dal Puy
(prince), al quale spesso venivano dedicate le poesie composte. Tra in numerosi poeti
artesiani, un posto di prioritaria importanza è occupato da Audrefoi le Bâtard, Jean
Bretel, Adam de la Halle.
10
Con il suo nome maliziosamente plurisenso, muset può alludere al “sorcio”, ad “oziare” e all’arte di suonare la
“cornamusa” (muse).
11
Di stampo cortese o anticortese, politico-religioso o scherzoso, ecc., quindi più variegato.