1
Introduzione
Il prendersi cura della persona con lesione midollare rappresenta una sfida complessa per il
team multidisciplinare; al suo interno, l'infermiere assume un ruolo importante influenzando
positivamente gli outcome riabilitativi. I teorici del passato relegavano la persona ad un ruolo
passivo mentre i sanitari sopperivano ai suoi bisogni di base; i nuovi modelli di nursing
riconoscono la complessità dei soggetti assistiti e richiedono che il professionista abbia
competenze avanzate nella prevenzione, nell’educazione e nella riabilitazione
1
.
Il Nursing Riabilitativo è stato definito dalla ARN
2
come “la diagnosi e il trattamento delle
risposte umane di individui e gruppi a problemi di salute reali o potenziali derivanti da
capacità funzionali alterate”. È un processo dinamico che ha inizio nelle fasi iniziali del
trauma o della malattia, prosegue attraverso la fase di “cura riparativa” e comporta
l'adattamento del soggetto interessato ad una nuova vita. All’interno dell’US la figura
infermieristica assume un ruolo centrale nell'intero percorso riabilitativo
3
, nella promozione
di un modello clinico-assistenziale che superi il lavoro per compiti favorendo invece la presa
in carico totale, globale e continuativa della persona.
Garantire una reale personalizzazione dell’assistenza richiede che il professionista sia in
grado di mettersi in discussione e di pianificare i propri interventi in base alle caratteristiche
del singolo individuo. Deve saper comprendere i suoi bisogni, offrire supporto, incoraggiare
il recupero dell’autonomia e sapersi relazionare con la rete familiare, assumendo anche il
ruolo di educatore nei confronti sia del paziente che del caregiver, che sarà coinvolto e reso
partecipe di ogni attività.
In passato, la costruzione dei programmi riabilitativi veniva spesso monopolizzata da altre
figure, in particolare fisioterapisti e terapisti occupazionali, relegando le attività di nursing
ad un ruolo ausiliario. La letteratura ha ignorato questa figura professionale fino al 1980
quando Henderson ha proclamato che gli infermieri sono "riabilitatori per eccellenza"
riconoscendo che molti interventi assistenziali fanno parte delle attività riabilitative
essenziali, queste includono: il management del dolore, il supporto nelle ADL
4
, la
mobilizzazione, la prevenzione delle complicanze legate all'immobilità, il supporto
1
Journal of Rehabilitation Medicine – Clinical Communications, Role of Nursing in Rehabilitation. Vol.
4, 2021,
2
American Nurses Association & Association of Rehabilitation Nurses. Rehabilitation nursing: scope
of practice; process and outcome criteria for selected diagnoses. Kansas City, MO: American Nurses
Association, 1988.
3
White et al. 2011 and Ross & Bower 1995
4
Activities of daily living
2
nutrizionale, favorire una corretta eliminazione, il sostegno emotivo. L’Infermiere di
Riabilitazione dovrebbe quindi possedere competenze specifiche che lo sostengano nella
presa in carico e nell’assistenza del paziente con disabilità e malattie croniche, con il fine
ultimo di accompagnare la persona nel suo percorso verso l’indipendenza e di promuovere
la salute fisica, psicosociale e spirituale.
In questo senso la presa in carico della persona con disabilità rappresenta una strategia di
attenzione che, attraverso l’offerta di servizi pubblici e privati nell’ambito di interventi
coordinati e svolti con la continuità necessaria, abbia la finalità di favorire e promuovere il
benessere delle persone con disabilità, valorizzandone le capacità, operando con risorse e
competenze adeguate per il perseguimento di una pari opportunità di condizioni tra i
cittadini, eliminando le discriminazioni sociali e culturali
5
, le limitazioni e gli ostacoli nella
fruizione di diritti, favorendo lo sviluppo delle più ampie forme possibili di vita indipendente
e di inclusione sociale
6
.
Per erogare un'assistenza di qualità è necessario organizzare un training formativo tagliato
sulle reali necessità di salute degli assistiti. Lo scopo di questa lavoro è identificare, tramite
una ricerca nella letteratura scientifica e il confronto con le principali US italiane, le core -
competence utili ad orientare l’infermiere neo - inserito in questo team multidisciplinare e
sviluppare una proposta per il piano di inserimento dell’US di Firenze. Il lavoro si articola
in tre parti:
1. Nel primo capitolo una revisione libera individua le caratteristiche cliniche principali
del medulloleso e le competenze infermieristiche necessarie per assisterlo all'interno
del suo percorso di reinserimento nella società
7
.
2. Nel secondo capitolo vengono descritti i risultati di un’indagine esplorativa, condotta
all’interno delle principali US italiane riguardo le modalità di inserimento dei
colleghi nel team multiprofessionale.
3. Nel terzo capitolo vengono avanzate una serie di proposte utili a strutturare un piano
di formazione basato sul ciclo dell'apprendimento clinico per gli Infermieri neo-
inseriti nell’unità Spinale dell'AOU Careggi Firenze.
5
Art. 3, Convenzione Onu sui diritti del le persone con disabilità,
6
“La persona disabile: presa in carico, vita autonoma e sistema dei servizi”, AAVV, Milano giugno
2004.
7
ICF, Classificazione internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute. OMS
3
CAPITOLO 1: Le Core Competence dell’Infermiere in unità
Spinale
1.1. Le Core Competence dell’Infermiere in Unità Spinale
1.1.1. I livelli di competenza *
Tra le varie definizioni di competenza presenti in letteratura
8
9
10
, quella di W. Levati e
M.V. Saraò è utilizzata più frequentemente
11
: “per competenza intendiamo una
caratteristica intrinseca individuale, causalmente collegata a una performance efficace
e/o superiore in una mansione o in una situazione e valutabile sulla base di un criterio
stabilito”. Gli autori concepiscono la competenza come il prodotto dell’interazione di
alcune componenti, di cui tre "core": le capacità, le conoscenze, le esperienze finalizzate.
I concetti di conoscenza e di esperienza finalizzata non richiedono particolari
specificazioni, mentre il concetto di capacità è da distinguere dal concetto di abilità.
Abilità traduce il termine inglese skill ed è spesso usato impropriamente per definire le
competenze. “La distinzione terminologica non è secondaria perché chiarisce la prospettiva
di analisi in cui ci si pone. Il termine “capacità” deriva dal latino capax, ovvero che può
contenere. Il termine “abilità”, invece, deriva dal latino habilis, cioè maneggevole”
12
Etimologicamente, quindi, la capacità evoca un significato di contenimento, mentre
l’abilità quello di manipolazione. Ne deriva che per migliorare un’abilità è necessario
esercizio, addestramento; mentre per migliorare una capacità è necessaria una vera e
propria formazione che aiuti il soggetto ad ampliare il proprio “contenitore” mentale, vale
a dire, le proprie referenze teorico-concettuali.
8
Klemp G.O., The assessment of occupational competence, report to the National Institute of
Education, 1980
9
Boyatzis R. E., The competent manager: a model for effective performance, Wiley & Sons, New York,
1982.
10
Spencer L. M., Spencer S. M., Competenza nel lavoro, modelli per una performance superiore,
FrancoAngeli, Milano, 1993
11
W. Levati , M. V. Saraò, Il modello delle competenze. Un contributo originale per la definizione di
un nuovo approccio all'individuo e all'organizzazione nella gestione e nello sviluppo delle risorse
umane, FrancoAngeli, Milano, 2003
12
Blandino G., Le capacità relazionali, prospettive psicodinamiche, Utet, Torino, 1996, p. 3-4
* Ipasvi, EVOLUZIONE DELLE COMPETENZE INFERMIERISTICHE, https://cipesalute.org/cedo/
allegati/4315-CompetenzeInfermieristicheIpasvi.pdf
4
L’Infermiere, per essere definito tale, deve essere prima di tutto un autentico
professionista
13
, pertanto deve possedere le seguenti caratteristiche:
1. Sapere (knowledge): riguarda le conoscenze di base che permettono di operare
durante i processi di assistenza; in particolare in Unità spinale i complessi problemi
dei pazienti con lesione midollare richiedono conoscenze specifiche e formazione
continua,
2. Saper fare (skills): gli interventi infermieristici sono molteplici e richiedono
competenze e abilità tecniche, educative, relazionali e formative.
3. Saper essere (attitude): avere un’autentica dimensione umana, sapersi rinnovare,
crescere, “prestare attenzione”, “comunicare”. L’Infermiere deve possedere
un’estrema capacità relazionale, non solo con la persona e la famiglia, ma anche
con tutta l’équipe, cosa che comporta equilibrio e disponibilità all’ascolto.
Per valutare il livello di competenza è stato pubblicato nel 2012 il modello ISFOL (Figura
1), un documento per la formazione professionale dei lavoratori che vede una
classificazione delle competenze.
Figura 1 Modello ISFOL (2012)
1.1.2. Le competenze specifiche dell’Infermiere di Unità Spinale
Secondo l'OMS: “La riabilitazione comprende sostanzialmente la messa in pratica di tutte
le misure che sono atte ad evitare o ridurre le conseguenze di malattie o incidenti sulle
capacità funzionali individuali e sulla partecipazione sociale, culturale e professionale. È
13
DL 251/2000: Gli operatori delle Professioni sanitarie dell’area delle scienze Infermieristiche […]
svolgono con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della
salute individuale e collettiva […] utilizzando metodologia di pianificazione per obiettivi
dell’assistenza.
Competenze di
base
• capacità che tutti i
professionisti
devono possedere
all'ingresso nel
mondo del lavoro
Competenze
trasversali
• capacità
comunicative e
relazionali in
qualunque settore
professionale
Competenze
tecnico -
professionalizzanti
• capacità tecniche,
distintive della
figura
professionale