3
tra scienza economica e psicologia. Anche se non Ł nelle intenzioni di questo elaborato
far emergere ed approfondire temi cos specialistici come, ad esempio, un analisi
psicologica dei risvolti di un intervento di BPR, nella seconda parte di tale tesi questi
temi sono stati trattati cercando di cogliere, seppur superficialmente, quei legami appena
evidenziati.
Implementare con successo una procedura di BPR richiede grandi sforzi da parte
del management che se ne occupa, pretende una conoscenza a tutto tondo dei lavoratori
che saranno occupati nella nuova organizzazione, dalla valutazione delle loro
aspettative e competenze alle attitudini al cambiamento al fine di impostare la
trasformazione (che Ł radicale, nel caso del BPR) nel migliore dei modi, con
l accettazione e la partecipazione generale. Per questo motivo, dovendo approfondire gli
effetti del reengineering, non si Ł potuto fare a meno di combinare la visione economica
ed organizzativa dell intervento di BPR ad una prospettiva psicologica.
Per le motivazioni appena riportate, dopo una breve presentazione dei tratti e
delle caratteristiche fondamentali del BPR che costituisce la prima parte dell elaborato,
ho affrontato i temi e le problematiche che scaturiscono dalla gestione del cambiamento
dovuta alla reingegnerizzazione dei processi di un impresa: il modo in cui si modifica la
concezione di lavoratore all interno dell organizzazion e (anche tramite il ricorso
all empowerment), cosa spinge il personale a resistere al cambiamento e come si
vincono queste resistenze. Sul finire di questo scritto Ł riportata sinteticamente
un applicazione concreta del BPR, il caso TSI, con la quale Ł possibile verificare la
veridicit e la fattibilit concreta di ci che Ł il contenuto teorico di queste pagine.
4
CAPITOLO I
I processi aziendali e la procedura di BPR
1.1 Dalla specializzazione del lavoro alla Qualit Totale
Con La ricchezza delle nazioni (1776), Adam Smith avrebbe sconvolto, nei
secoli a venire, l organizzazione del lavoro nelle fabbr iche dei paesi industrializzati. Il
principio della divisione del lavoro rappresentava una t rasformazione epocale, sia dal
punto di vista economico (maggiore produttivit , contenimento dei costi, economie di
scala) sia dal punto di vista sociale (cambiamenti della vita dei lavoratori). Secondo
Smith un certo numero di lavoratori specializzati, ognuno adibito ad una singola fase
del ciclo di lavorazione, era in grado di produrre molto piø di quanto potesse fare uno
stesso numero di lavoratori non specializzati, ciascuno dei quali adibito all intero ciclo
di produzione di una unit di prodotto.
5
Ci che Smith enunci alla fine del XVIII secolo divenne ben presto legge
all interno delle giovani corporation americane ed inglesi. Lo sviluppo demografico,
l esplosione dei trasporti e l ascesa economica degli S tati Uniti fecero del 1800 la
premessa evolutiva per i successivi sconvolgimenti organizzativi che i lavori e
l esperienza di Henry Ford e Alfred Sloan portarono. Ford e Sloan adattarono le teorie
smithiane al contesto dei loro anni nei quali molte imprese avevano assunto, gi nella
seconda met dell 800, dimensioni considerevoli (soprattutt o negli Stati Uniti). I
contributi, prima Ford e poi Sloan, aggiunsero cos due elementi importanti alla visione
specialistica del lavoro presentata da Smith: la burocrazia e la catena di montaggio.
Partendo da quest ultima, si pu dire, riassumendo, che il principio che mosse
Ford nella creazione della catena di montaggio fu quello secondo il quale Ł il lavoro che
deve andare verso il lavoratore e non il contrario, verso una massiccia riduzione dei
tempi di lavoro. Fu invece di Sloan, successore di Durant alla General Motors,
l introduzione della cosiddetta burocrazia : Sloan appli c al management le stesse
regole che si applicavano alla specializzazione dei lavoratori, fino a giungere alla
creazione dei reparti organizzativi, delle divisioni e delle specializzazioni funzionali
dirigenziali.
La seconda met del 900 vide infine un consolidamento delle tecniche
organizzative di specializzazione con all introduzione dei complessi sistemi di
pianificazione, programmazione e controllo.
La breve cronologia appena esposta Ł necessaria per capire appieno i
meccanismi organizzativi alla base delle imprese moderne e come si Ł giunti ad essi. La
moderna organizzazione si presenta come un complesso apparato che organizza il
6
proprio lavoro con uno sforzo burocratico non indifferente al fine di mantenere unite le
competenze specialistiche dei suoi membri.
Presentando ora i tre principali elementi per causa dei quali il mercato ha subito
delle modificazioni, Ł immediato capire il momento di difficolt che questo tipo di
imprese hanno attraversato e stanno attraversando. In primis i clienti. Questi si sono
notevolmente evoluti, siamo passati da una situazione in cui non vi era attenzione alla
qualit ed in cui la domanda era di gran lunga inferiore a ll offerta, ad una nuova in cui
la qualit dei prodotti\servizi per la soddisfazione dei bis ogni specifici dei clienti Ł la
vera discriminante per il successo. Vi sono poi altri due aspetti da considerare: la
concorrenza (vi sono nuove imprese che riescono a raggiungere i mercati con
organizzazioni snelle e caratterizzate da una forte dinamicit ) ed il cambiamento
(essenzialmente da un punto di vista tecnologico che inficia anche la durata del ciclo di
vita dei prodotti che si abbrevia inevitabilmente).
Alle difficolt legate a questi fattori si Ł tentato di rispondere in vari modi. Nel
corso degli anni si sono cos sviluppati diversi modelli ed approcci, legate da un unico
denominatore comune: la qualit . Si Ł passati cos dal concetto di qualit negativa, che
si basa sulla produzione di prodotti con assenza di difetti, ad un concetto di qualit
positiva, inteso come un fattore motivante per le preferenze dei consumatori.
In particolare si Ł valorizzata l idea di Qualit Totale che Feigenbaum definisce
come un sistema efficace per integrare gli sforzi di sviluppo, mantenimento e
miglioramento della qualit dei vari gruppi di un organizzazione affinchØ le attivit di
marketing, progettazione e assistenza si svolgano ai massimi livelli di economia,
compatibilmente con la soddisfazione del cliente 1. L obiettivo della qualit totale ha
1
Feigenbaum A.V., Total quality control, McGraw Hill, New York, 1991
7
alla sua base principi come l eliminazione degli sprechi, il miglioramento continuo, la
gestione del personale, la stretta interdipendenza con i fornitori, la customer satisfation
ed infine, ed Ł ci che piø ci interessa in questa trattazione, i processi aziendali.
1.2 I processi aziendali e l organizzazione per processi
Per chiarire la nozione di processo aziendale pu esse re utile iniziare con
alcune definizioni. Per prima quella data da Biffi e Pecchiari: un processo Ł un insieme
di attivit , svolte in sequenza e/o in parallelo, che partendo da un dato input
permettono di raggiungere un determinato output 2. Ma il processo Ł stato definito
anche come una serie di passaggi ordinati per generare un determinato
prodotto/servizio 3 e ancora, per citare Hammer: un insieme di attivit , svolte da piø
funzioni aziendali che, assumendo input di varia natura, producono un output ben
identificabile il quale sia di valore per il cliente, interno od esterno all organizzazione .
Da queste prime definizioni emerge in modo chiaro la natura temporale ed il fluire delle
attivit del processi nel tempo, cos come la visione del cliente (interno ed esterno)
quale fruitore dell output di processo e la centralit de lla creazione di valore4 per tali
fruitori. Il termine attivit cui si riferiscono le definizioni pu essere invece definito
2
Biffi A. - Pecchiari N., Process Management e reengineering: scelte strategiche, logiche, strumenti
realizzativi, EGEA, Milano, 1998, p.28
3
Rummler G.A. - Brache A.P., Improving performance, Jossey-Bass Inc, San Francisco, 1995
4
Il concetto di valore in questione Ł da intendere com e la piø efficiente combinazione di tre elementi:
1) qualit del prodotto/servizio; 2) costo sostenuto per entr arne in possesso; 3) time to market. D’anna
R., Caratteri e problemi di progettazione della struttura organizzativa, Giappichelli editore, Torino, 2004
8
come l insieme delle operazioni elementari svolte dalle singole funzioni e misurabili in
termini qualitativi e quantitativi . 5
La differenza tra attivit e processi Ł la stessa che separa la parte dal tutto:
un attivit Ł un unit di lavoro, un processo Ł un insieme di attivit e compiti che
complessivamente producono un risultato tangibile. Casi classici di processi possono
essere lo sviluppo del prodotto, l evasione ordini e la concessione di finanziamenti.
I processi aziendali sono classificabili, ad esempio, con l aiuto della catena del
valore di Porter tramite la separazione delle attivit critiche da quelle di supporto,
oppure con l adozione di due parametri fondamentali: 6
- In rapporto al ruolo svolto nell organizzazione e si distingueranno cos :
Processi caratteristici (core processes) quali lo sviluppo del prodotto o
del servizio, la generazione ed la soddisfazione della domanda, che
rappresentano poli di attenzione centrali per l organizzazione; tali
processi hanno un impatto diretto sui fattori critici di successo e
presentano, normalmente, contatti con i clienti esterni.
Processi di supporto, ovvero attivit utili per lo svolgim ento dei processi
core e si rivolgono a clienti interni.
Processi di rete, che si estendono oltre i confini aziendali, coinvolgendo
clienti e fornitori (es. la logistica in entrata e in uscita).
5
Ceppatelli M.G., Gestione del cambiamento: L’analisi dei processi aziendali, CEDAM, Padova, 2000,
p.114
6
Questa Ł la distinzione che ne fa Roberto D anna in Caratteri e problemi di progettazione della struttura
organizzativa, op. cit., pp 153-154
9
Processi di management, condotti direttamente dalla direzione o destinati
a controllare e gestire le risorse dell organizzazione (es. sviluppo risorse
umane).
- In rapporto al tipo di clienti cui Ł destinato l output del processo:
Processi internal driven, finalizzati a soddisfare le esigenze che
scaturiscono dall interno del sistema.
Processi market driven, i quali hanno l obiettivo di soddisfare le esigenze
espresse dal mercato. 7
Dopo aver enunciato il significato di processo aziendale con le sue
caratteristiche peculiari ed aver esposto una breve classificazione dei processi, Ł
possibile ora introdurre un ultimo concetto preliminare: l organizzazione per processi.
Oriani sintetizza l organizzazione per processi come la rotazione di 90 gradi del
concetto di organizzazione 8. [vedi fig. 1.1]
7
Nel caso dei processi market driver Ł centrale il concetto di customer satisfaction , la quale non si
identifica semplicemente con la qualit percepita ma in t ermini gestionali significa, ad esempio, anche
ampliamento dell offerta, segmentazione del mercato e occupazione di nicchie
8
Oriani G., Reengineering - Come riprogettare i processi aziendali, Guerini e associati edizioni, Milano,
1997, p.19