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CAPITOLO III: L’INFERMIERE DEL SER.D
3.1: IL LAVORO IN ÉQUIPE NELLE FASI OPERATIVE NEI SER.D
Il lavoro nell’équipe multidisciplinare rappresenta un elemento peculiare nei Ser.D., che sono
composti da figure professionali che tengono in considerazione la complessità delle patologie
da affrontare. L’intento è condividere gli obiettivi dei trattamenti per ogni singolo paziente con
le altre figure professionali, collaborando anche con le altre strutture aziendali e territoriali con
cui sono attivi interventi sia terapeutici che di prevenzione.
Per comprendere il lavoro di équipe è necessario ripercorrere l’iter del paziente nei Servizi. La
prima fase è rappresentata dall’accoglienza e valutazione del paziente (acquisizione di dati
preliminari necessari per un iniziale inquadramento del problema e strutturazione di tutti gli
interventi medici considerati urgenti); un altro elemento determinante è l’assessment del
paziente, ossia una completa anamnesi medica e tossicologica, anche con la richiesta di esami
di laboratorio e strumentali per una corretta diagnosi di abuso. L’assessment psicologico e
psichiatrico prevede una corretta anamnesi psichica tramite il colloquio e l’esecuzione di test e
scale di valutazione, al fine di ottenere una valutazione complessiva, il tutto attraverso il
coinvolgimento dell’assistente sociale. Sia l’educatore che l’infermiere, coadiuvano
tecnicamente i vari interventi. Fin dalle fasi iniziali i vari step sono uniti da protocolli e
procedure interne del servizio, con un interscambio sempre attivo tra i vari operatori, in modo
da definire il piano terapeutico, strutturato secondo le indicazioni della letteratura scientifica. Il
punto forte nel lavoro in équipe è l’apporto specifico di ogni professione, nell’interesse delle
necessità del paziente. Si definiscono con le varie figure professionali gli esami di routine, i
colloqui e le verifiche sistematiche. È necessario cooperare, essere buoni giocatori di squadra,
e ogni componente del team deve condividere tutte le informazioni che possono essere
necessarie per ottenere il massimo in termini di performance
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.
Il principale obiettivo di questo team è riconoscere ed elaborare i forti sentimenti ed emozioni
che sorgono dalla relazione con i pazienti. In pratica, il gruppo permette all’operatore di
lavorare su due dimensioni fondamentali per la cura:
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Lucchini A. Società Consumi Dipendenze: Principi contesti servizi. Franco Angeli, 2014, pp. 81-84
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- Il contenimento: si tratta di una serie di atteggiamenti e comportamenti volti a creare un
ambiente rassicurante e di supporto per il paziente, per favorire l’instaurarsi della
fiducia. Questo significa offrire un contesto sicuro e protetto in cui la persona possa
esprimere liberamente le proprie emozioni e pensieri senza giudizio, consentendogli di
sentirsi accettato e compreso.
- L’integrazione: questa dimensione si riferisce alle azioni di sintesi degli interventi e dei
rapporti tra l’operatore e il paziente. Si tratta di lavorare in modo collaborativo
all’interno dell’équipe, tramite un continuo confronto ed elaborazione collettiva dei
problemi. L’integrazione è essenziale per garantire un approccio multidisciplinare e
olistico alla cura del paziente.
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Un professionista che fonda il proprio agire professionale non solo sulle tecniche ma anche
sulla relazione deve avere come base di riferimento l’etica professionale, da cui deriva
l’articolazione delle azioni da compiere in virtù delle regole della deontologia professionale
confermate nel codice deontologico, in merito al corretto comportamento da mettere in atto.
Un altro elemento fondamentale è il concetto olistico, che è strettamente legato ai principi etico-
deontologici, caratterizzato dalla conoscenza del paradigma bio-psico-sociale; per un operatore
che applica un modello olistico è di rilevanza fondamentale comprendere che: “La scienza
naturale non descrive e spiega semplicemente la natura; essa è una parte dell’azione reciproca
fra noi e la natura; descrive la natura in rapporto ai sistemi usati da noi per interrogarla.”
(Heisenberg, 1961, p.99). L’altro elemento riguarda l’importanza della relazione efficace che il
professionista deve instaurare con la persona. Mettendo la persona al centro, il professionista
deve offrire una serie di interventi mirati a fornire una risposta adeguata alla persona, che tiene
conto delle sue caratteristiche individuali e delle sue specifiche necessità.
Infine, l’ultimo fattore riguarda la capacità del professionista di entrare in contatto con sé
stessi, ossia le emozioni ed i sentimenti sono accolti e riconosciuti per quelli che sono e vengono
vissuti con consapevolezza.
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Farfaneti G. Lavoro di cura, ruoli e professionalità, Sestante: i nodi tra consumi e dipendenze. 2009 n.31, pp.
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Zucconi A., La bussola dello psicoterapeuta rogersiano, Materiale didattico, 2006, pp. 30-33.
https://www.cncp.it/public/articoli/18/Files/La%20bussola%20del%20counsellor.pdf
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3.2 RESPONSABILITA’ DELL’INFERMIERE DEL SER.D. NELLA GESTIONE IN
SICUREZZA DEI FARMACI STUPEFACENTI
Ogni infermiere ha l’obbligo di osservare il Codice di Comportamento essendo dipendente di
un’azienda sanitaria, in base a quanto stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica del
16 aprile 2013 n.62
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e novellato dal DPR 81/2023
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.
È opportuno puntualizzare che definire le competenze dell’infermiere all’interno dei Ser.D. non
è semplice: ciò è dovuto alla multidisciplinarietà peculiare dell’approccio assistenziale. Sono
presenti due momenti maggiormente impegnativi in cui sono definiti i profili di responsabilità
maggiore, quali la somministrazione del metadone e la raccolta urine.
Per quanto concerne il metadone cloridrato sciroppo, la prescrizione è di competenza medica
mentre il controllo dell’esatta prescrizione e la corretta somministrazione è responsabilità
dell’infermiere.
Il trattamento con metadone può essere indicato in due differenti situazioni:
→ trattamento di disintossicazione: caratterizzato dalla somministrazione del
metadone in sostituzione al narcotico in dosi progressivamente decrescenti fino
a sospenderlo, indicativamente in un periodo di tempo non superiore ai 20 giorni;
→ trattamento di mantenimento: attuato per la sostituzione terapeutica dell’eroina
con il metadone, in persone con comprovata dipendenza stabile da eroina, per
un tempo limitato o non definito, con l’obiettivo di rendere il paziente libero
dall’eroina e solamente dopo un periodo prolungato di interventi psico-sociali.
Un’altra importante responsabilità dell’infermiere riguarda il corretto processo di raccolta delle
urine. Secondo le linee guida del Ministero, la raccolta deve essere effettuata senza preavviso,
in locali idonei per evitare falsificazioni. È quindi evidente che la modalità di raccolta delle
urine richiede il controllo diretto da parte dell’infermiere, garantendo al contempo la privacy,
in quanto il processo di raccolta delle urine determina la dose di metadone da somministrare, la
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Ausl Romagna, 20 maggio 2018, Nuovo Codice di Comportamento dell’Ausl Romagna, disponibile
su:https://amministrazionetrasparente.auslromagna.it/amministrazione-trasparente/disposizioni-generali/atti-
generali/codice-disciplinare-condotta/item/427-nuovo-codice-comportamento
35 DPR n.81/ 13 giugno 2023, Regolamento concernente modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 16
aprile 2013, n. 62, recante: «Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165». (23G00092) (GU Serie Generale n.150 del 29-06-2023)
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necessità o meno di un intervento psico-sociale più intensivo, la possibile terapia psichiatrica e
la possibilità di interrompere il trattamento con metadone in caso di ripetuti fallimenti.
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Il metadone cloridrato sciroppo è un medicinale che rientra nella categoria dei farmaci
stupefacenti, come stabilito nella tabella sezione A della legge sugli stupefacenti che è una
normativa specifica, disciplinata dal DPR 309/1990: Testo unico delle leggi in materia di
disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, cura, prevenzione e riabilitazione dei relativi
stati di tossicodipendenza.
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Per quanto concerne la matrice di responsabilità l’infermiere è responsabile della corretta
registrazione del farmaco nel registro di “carico e scarico”, ed è coinvolto nella responsabilità
per quanto riguarda la corretta conservazione/tenuta del registro e dei farmaci stupefacenti,
nella corrispondente giacenza contabile e reale.
I medicinali stupefacenti devono essere conservati e custoditi in un’apposita cassaforte o
armadio chiusi a chiave. Il Direttore Medico del servizio territoriale è una figura professionale
che ha la responsabilità inerente alla corrispondenza tra la giacenza contabile e quella reale.
(D.P.R. n.309/90 art.60, comma 7). Le unità operative come i Ser.D. si approvvigionano di
stupefacenti solo presso la farmacia ospedaliera dell’ambito di appartenenza, tramite l’apposito
modulario approvato con Decreto 15 febbraio 1996, e viene distribuito su richiesta scritta del
Direttore del servizio territoriale o suo delegato.
Sia il carico dello stupefacente, successivamente all’approvvigionamento dal servizio di
farmacia che lo scarico (per somministrazione al paziente o perché scaduto) devono essere
annotate sul registro di carico/scarico e devono avvenire contestualmente alle operazioni di
approvvigionamento o di somministrazione e comunque non oltre la fine del turno di chi ha
effettuato l’operazione.
Il registro deve essere compilato utilizzando penna indelebile, senza cancellature nè errori; in
caso di errore, questo deve essere corretto e controfirmato da chi ha effettuato l’operazione,
lasciando bene evidenziata l’inesattezza. Il registro va conservato nell’unità operativa fino a
due anni, a partire dalla data dell’ultima registrazione.
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https://www.infermieristicamente.it/articolo/17175/il-ruolo-dell-infermiere-nella-somministrazione-del-
metadone
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DPR n.309/90, 15 settembre 2023, Testo Unico sugli stupefacenti, Codici Altalex.
https://www.altalex.com/documents/biblioteca/2018/05/02/testo-unico-sugli-stupefacenti-ebook