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5) individuazione delle colture ed allevamenti
esistenti con una classificazione delle aziende;
6) analisi dei prodotti del suolo e dell’allevamento;
7) infine, si è trattata la distribuzione dei prodotti,
con un accenno alle industrie di trasformazione, per
arrivare al mercato dei prodotti trasformati e non
trasformati.
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APITOLO I
NQUADRAMENTO EOGRAFICO
E ENNI TORICI
1.1 Inquadramento geografico ed il suo
territorio.
1.2 Cenni storici: dalle origini al
riscatto.
1.3 Dal 1700 ad oggi.
1.4 Tortorici: Comune del Parco dei
Nebrodi.
11
1.1 Inquadramento geografico ed il suo
territorio.
Il comune di Tortorici sorge nel cuore della Sicilia
Nord-orientale in provincia di Messina, ubicato su una
vallata che dal mar Tirreno penetra fino all'interno dei
monti Nebrodi.
Data la caratteristica principale della forma del
territorio, cioè la forte acclività, non è possibile pensare ad
un’origine agricola. E' più probabile che la sua posizione
sia legata al punto di guardia importante nel controllo
della costa. Le insidie potevano arrivare lungo la direzione
nord-sud ovvero monte-mare piuttosto che parallelamente
alla costa. Probabilmente la coltivazione e lo sfruttamento
economico delle nocciole sono state determinanti per
l'inizio della formazione del centro abitato vero e proprio
con le prime espansioni al di fuori del centro storico
attuale.
La superficie comunale si estende per 70,16 Kmq,
dei quali il 57% circa sono ubicati ad altitudine superiore
ai 900 metri s.l.m. Ha un numero di abitanti pari a 8998
unità di cui 2500 nel centro e 6498 nelle 63 borgate che
12
circondano il centro urbano così come evidenzia la tabella
I:
Tab. I: Comune di Tortorici. Distribuzione della popolazione
nelle diverse borgate nel 1991
N. DENOMINAZIONE N. PERCENTUALE
ORD. DELLE CONTRADE ABITANTI %
1 ACQUA DI SALE 10 0,12
2 BATANA 87 0,1
3 BEVERATURE 4 0,05
4 BRUCA 78 0,9
5 CALAGNI 20 0,2
6 CAPRERA 180 2,1
7 CAPPUCCINI 145 1,7
8 CASE MAMAO 6 0,07
9 CASITTI INFERIORE 56 0,66
10 CASITTI SUPERIORE 84 0,99
11 COLLA 81 0,95
12 CROCE DUE VIE -- --
13 CUCUZZONE -- --
14 FICUZZO 2 0,02
15 FIORE FREDDO 1 0,01
16 FIUMARA 53 0,62
17 FONTANA BIAGIO 43 0,51
18 GRANDUSA 26 0,31
19 GRAZIA 110 1,3
20 ILOMBATI 210 2,47
21 LAURA' -- --
22 LEMBO 51 0,6
23 MARGIO DI CARLO 128 1,51
24 MARTINI 34 0,4
25 MARU' 171 2
26 MASTRISANTI 23 0,27
27 MASUGNA 51 0,6
28 MERCURIO 453 5,34
29 MOIRA 492 5,8
30 MUNI 27 0,32
31 PAGLIARA 400 4,7
13
N. DENOMINAZIONE N. PERCENTUALE
ORD. DELLE CONTRADE ABITANTI %
32 PARISI 39 0,46
33 PASSORILLI 16 0,19
34 PAZZITTI 12 0,14
35 PELLIZZA -- --
36 PIANO CANNE 90 1,1
37 PLAIO 14 0,16
38 PONTE DUE 4 0,05
39 POTAME 144 1,7
40 PULLO 30 0,35
41 RANDI 173 2
42 SALVO INFERIORE 5 0,06
43 SALVO SUPERIORE 62 0,73
44 S.ANDREA 67 0,79
45 S.A.SCIORTINO 304 3,58
46 S.BARTOLOMEO 107 1,26
47 S.BASILIO -- --
48 S.BRIGIDA 8 0,09
49 S.CATERINA 56 0,66
50 S.COSTANTINO 114 1,34
51 S.DOMENICA 65 0,76
52 S.FILIPPO 102 1,2
53 S.LEONE 23 0,27
54 S.LUIGI 7 0,08
55 S.GIULIANO 18 0,21
56 S.LEONARDO 74 0,87
57 S.NAGRA 234 2,76
58 S.PANCRAZIO -- --
59 S.PANTE -- --
60 S.PAOLO 1 0,01
61 S.ROSALIA 15 0,18
62 S.SERGIO 19 0,22
63 S.VENERA 1 0,01
64 SCIARA 1 0,01
65 SCETI 469 5,53
66 SCETI CIRI' 44 0,52
67 SCIORTINO 151 1,78
68 SERRO ALLORO 254 2,99
69 SERRO PETROLO 85 1
70 SERRO POLINO 91 1,07
71 TRE FONTANE 3 0,03
72 TRESOLINO 15 0,18
73 TORRE 54 0,64
14
N. DENOMINAZIONE N. PERCENTUALE
ORD. DELLE CONTRADE ABITANTI %
74 VALLE MAIRA -- --
75 VALLE VENA 118 1,39
76 ZUMBINO 21 0,25
TOTALE 6136 72,32
CENTRO URBANO 2348 27,67
TOTALE 8484 100
Fonte: Comune di Tortrici, ufficio urbanistica, nostra elaborazione
La posizione geografica di Tortorici, penalizzata
dalla mancanza di infrastrutture, pesa gravemente sullo
sviluppo economico del paese.
Il territorio comunale si sviluppa secondo una
direttrice Nord-Sud, confinando a Sud con la provincia di
Catania, a Nord col territorio comunale di
Castell'Umberto, ad Est con i comuni di Ucria e Floresta,
e a Ovest con i territori di Galati Mamertino e di Longi. E'
collegato discretamente con i comuni limitrofi e con la
linea ferroviaria ME-PA. Si può raggiungere da nord da
una nuova arteria di fondo valle, che seguendo per circa
20 Km il torrente Grande permette di collegare il centro
urbano con la S.S. 113 e l'autostrada Messina-Palermo in
località Rocca di Caprileone; da est tramite la provinciale
n.157 (CapoD'Orlando - Naso - Castell'Umberto -
Tortorici) oppure dalla S.S. n.116 per Capo D'Orlando-
15
Floresta; da occidente dalla provinciale Rocca di
Caprileone - Mirto - Frazzanò - Longi - Galati Mamertino.
Un discorso a parte va fatto per i collegamenti con le
borgate e le zone interne del territorio.
Alcune delle sessantatre borgate sono servite dalle
provinciali su menzionate (Potame, Moira, Serro Alloro,
Bruca, Sceti, Mercurio, ecc.), mentre la maggior parte
sono raggiungibili seguendo strade comunali che si
sviluppano per circa 270 chilometri.
E' da rilevare che molte di queste stradelle interne
sono tuttora in terra battuta, di larghezza idonea al transito
in un solo senso, sono privi di qualsiasi opera (raccolta
acqua, tombini, cunette, ecc.) e creano disagi soprattutto
nel periodo invernale, sia alla popolazione che abita nelle
borgate che alle aziende agricole che spesso rimangono
isolate.
Quasi tutto il territorio è coperto da boschi
escludendo alcune zone vicine al centro abitato ed ai
borghi. Inoltre, vi è la totale assenza di territorio
pianeggiante.
16
1.2 Cenni storici: dalle origini al
riscatto.
Secondo la tradizione fu un seguace di Enea che
spingendosi verso l'interno dell'isola giunse in una vallata
dai dolci declivi, protetta dal vento e in cui confluivano tre
corsi d'acqua. Il privilegio dell'acqua, del clima e la
vicinanza del mare lo spinsero a costruire un castello che
chiamò “Turiano” e che avrebbe poi dato origine alla
cittadina chiamata Tortorici.
E' fra il 681 ed il 703 circa che Tortorici nasce, nel
senso che si ripopola, fondata da esuli e braccati
Cartaginesi, o , comunque, nord-africani.
Segue il periodo di dominazione Araba che va dal
700 fino all'XI secolo di cui non si hanno molte
informazioni che riguardano Tortorici.
Risale al 1231, siamo nel periodo normanno, la più
antica concessione, con cui Federico di Svevia concedeva
"Turturichi" a Guidone Pollicino che, col titolo di "miles",
prendeva possesso dei quattro feudi della terra di
Tortorici, ossia Revocato, S. Pietro, Sciara e Cerrita e
17
Faghita. Iniziano così, da tale data i 400 anni di
sopportazione, da parte di Tortorici, del giogo feudale
1
.
La caduta della famiglia Sveva ad opera dei francesi
Angioini e la conseguente presa del regno da parte di
Carlo D'Angiò, portarono, nel 1270, alla confisca dei beni
a tutti i feudatari traditori e quindi pure ai Pollicino. Si
scatena quindi la reazione popolare e Tortorici, seconda
città del messinese dopo Mistretta, scaccia i francesi dal
proprio territorio nella guerra del Vespro.
Inizia l'epoca spagnola con la consegna della Sicilia
a Pietro d'Aragona.
Dopo una serie di avvenimenti, nel volgere di poco
tempo Tortorici torna ai Pollicino e precisamente a
Giordano Manfredi.
A seguito dei disordini scoppiati in tutta l'isola,
profittando del regime di confusione e di aspre guerre fra
gli stessi feudatari, intorno al 1357, Luigi D'Angiò, re di
Napoli, conquista, fra l'altro, la terra di Tortorici
Vinciguerra Aragona.
Nel 1398 il re Martino I restituisce la baronia di
Tortorici a Ruggiero Pollicino. Nel 1510 circa diventa
baronessa Agnese Pollicino a causa della mancanza di
1
Sebastiano Franchina, “Dalle vicende della Sicilia nord orientale a quelle di Tortorici”, Edizioni Di Nicolò.
18
eredi maschi. Quando questa si sposa, nel 1510 circa,
entra nella vita dei Pollicino e, ovviamente, nella guida
della baronia di Tortorici Federico Moncada, fortemente
appoggiato da Ugo Moncada, viceré di Spagna, sotto il
regno di re Ferdinando.
Nel 1516 scoppia la rivolta, in Tortorici, a causa
della forte pressione fiscale cui la popolazione era
sottoposta; rivolta antimoncadiana contro il viceré Ugo in
Spagna e contro il barone Federico in Tortorici.
Nel 1562 la baronia passa a Federico Moncada
junior che trascurò la baronia se non per gli introiti che
percepisce, vivendo una vita dispendiosa a Palermo,
finché nel 1597, oberato dai debiti, vende la baronia a Da
Aloysia Mastrilli e Corbera, ricchissima famiglia, che,
solo con l'acquisto della baronia, riesce ad ottenere quella
nobiltà feudale che le manca.
Don Gerolamo Mastrilli si investe ufficialmente del
possesso di Tortorici nel 1611 con il titolo di Marchese
interessandosi e sviluppando le attività economiche della
baronia, agricoltura artigianato e industria.
Nel 1627, alla morte di Gerolamo, prende possesso
del Marchesato il primogenito Garsia Mastrilli e
Moncada, ma per breve tempo.
19
Prende finalmente corpo, infatti, la lunga ed
estenuante corsa, già iniziata nel 1583, con cui l'Università
di Tortorici aveva chiesto il "recattito", ossia il riscatto,
dal giogo feudale e l'annessione al Regio Demanio.
Il 31 ottobre 1630, con l'entrata in città di un
Delegato del viceré, in una confusione indescrivibile di
gente osannante, il riscatto di Tortorici dal giogo feudale,
prima città in Sicilia, è cosa fatta.
20
1.3 Dal 1700 ad oggi
Per Tortorici, come per tutta l'Isola, il 1700 trascorse
senza avvenimenti di rilievo e nella realtà di un dissesto
economico aggravato dall'incalzare degli avvenimenti
europei, che sul trono di Sicilia portano a succedere ai
Savoia gli Asburgo prima e i Borbone-Farnese nel 1735, e
dal forte fiscalismo che impedisce l'attuazione di riforme
utili alla ripresa del commercio, dell'agricoltura e
dell'industria. A Tortorici la situazione è aggravata dalle
prevaricazioni dei "gabelloti" e degli amministratori dei
loro cespiti, che usurpano autorità, funzioni e titoli, dando
adito al formarsi di una certa criminalità, per cui
diventano frequenti abigeati, furti e frodi, adulterio,
violazione di domicilio e stupro. Qualche tentativo di
ripresa dell'agricoltura si tenta con la conversione in
noccioleto della gran parte dei vigneti distrutti
dall'alluvione del 1682, ma che viene scoraggiata dalle
continue alluvioni tra cui la più grave è quella del 1753.
Un lievissimo miglioramento si ha a partire dal
1700, mentre la popolazione torna a 4000 abitanti, quanto
se ne contavano prima del riscatto. Le attività più fiorenti
erano le lavorazioni del grano e della seta.
21
Importante fu l'inizio del XIX secolo per
l'approvazione della nuova Costituzione Siciliana, che
sanciva la distinzione fra i poteri legislativo, esecutivo e
giudiziario, la riforma dei codici e la libertà di stampa, e
soprattutto aboliva il feudalesimo ed i privilegi ad esso
connessi. La nuova Costituzione però portò a due
procedimenti giudiziari che si conclusero, dopo
centovent'anni, negativamente per Tortorici. Un
procedimento riguardava la causa intentata dai Moncada
contro il comune relativa al dazio sulla seta abolito col
feudalesimo. L'altra causa riguardava la liquidazione del
credito ai “Pollavicino”. I Moncada intanto avevano
ceduto i loro crediti vantati nei confronti della città a terzi
che espropriavano le terre ad essa assegnate e
riconosciute: cosicché, dal 1880, il comune di Tortorici
poté dirsi solo padrone e possessore dell'ex feudo Faghita
e Cerrita e di due terzi dello Sciara, mentre una
cinquantina di cessionari e subcessionari dei Moncada
possedevano, da padroni, le terre già costituenti i feudi
Revocato e San Pietro.
Dopo un quarantennio, la soluzione da dare alla
causa non poteva che essere anche politica e contraria al
comune: il 20 nov. 1930, la Corte d'Appello di Messina
22
stabilisce legittime le espropriazioni di terre comunali su
tutto il Demanio Civico, escluse le terre Cerrita e Faghita,
da parte dei creditori delle città e loro aventi causa, così
pure conferma la Corte di Cassazione di Roma nel 1932.
Fu così che dei quattro feudi sono rimasti soltanto i
due terzi del feudo Sciara e le terre, oggi dette Cerasìa, di
Faghita e Cerrita.
Le attività principali erano legate all'agricoltura,
principalmente coricoltura e zootecnia. Queste attività
hanno dato luogo a insediamenti sparsi sorti attorno a
quelli che erano i grandi feudi del passato.
Con il passare degli anni e con le mutate condizioni
socio-economiche attorno a queste attività sono sorti in
alcuni casi dei veri e propri centri abitati che hanno dato
luogo alle varie borgate.