5
La caratteristica fondamentale della politica estera è stata la preoccupazione
costante sulla esistenza del proprio Stato e la sicurezza dalle pretese dei vicini
di dividere l‟Albania tra di loro o di annetterla.
- Giovanni Armillotta,
Albania and the United Nations:
Two Cases Seen From a Diplomatic History
Perspective
Introduzione
I primi anni ‟90 segnano il definitivo tramonto del regime in Albania. Il crollo
della dittatura impone affrontare nuove problematiche. La difficoltà principale
consiste nel colmare il vuoto istituzionale presentatosi nei primi anni post-
regime.
La fine dell‟isolazionismo marca una svolta importante nella storia della
nazione. Tuttavia, l‟evento si è tradotto in una crescente pressione sui leader
politici che hanno dovuto “re-inventarsi” una politica estera. Con la fine del
regime, il “gioco” della politica estera albanese viene sostituito con un altro, le
regole del quale sono sconosciute.
Pertanto, nel primo capitolo prenderò in esame la politica estera albanese
durante la Guerra Fredda. Dopo aver analizzato i tratti fondamentali del vecchio
“gioco”, sarà importante capire se vi è una continuità con la politica estera
contemporanea. Quindi, sarà importante capire come cambiano le priorità e le
direttrici della politica estera post-regime.
L‟Albania che si apre al mondo, dopo mezzo secolo è un paese che necessita di
nuove politiche e strategie, col fine di garantire la stabilità, la sicurezza e la
prosperità. Per questo, il secondo capitolo sarà dedicato a un‟analisi
approfondita sulle priorità della politica estera albanese con un quadro generale
sulla situazione attuale della fase d‟implementazione.
6
Con l‟isolazionismo giunto alla fine, il Paese è stato caratterizzato da un
periodo di transizione. La politica estera, causa anche l‟inesperienza dell‟elite
politica, è risultata particolarmente confusa e incoerente, salvo al rilancio alla
metà degli anni ‟90. Dopo un lungo periodo d‟instabilità politica, proteste
popolari e il valzer delle elezioni, l‟Albania ha finalmente intrapreso il suo
cammino verso una nuova stagione della sua vita politica, dove la politica
estera ha assunto un ruolo dominante. Una serie d‟iniziative intraprese da
Tirana ha chiarito che la politica estera albanese ha scelto l‟Occidente. Dalle
piazze di Tirana risuona a gran voce lo slogan “we want Albania with the rest
of Europe”, un messaggio chiaro e preciso che esprime il desiderio dei cittadini
albanesi di re-integrarsi nella “grande famiglia dell‟Europa” dopo mezzo secolo
d‟isolazionismo.
1
L‟adesione all‟UE rimane il faro della politica estera albanese, che dopo la
firma degli Accordi di Associazione e di Stabilizzazione (SAA), ha ottenuto la
proposta della Commissione Europea sulla liberalizzazione dei visti, che
permetterà agli albanesi di viaggiare liberamente nell‟area Schengen.
La richiesta di adesione alla NATO (16 dicembre 1992), dopo la politica
autarchica del passato, è una sterzata apparente, in quanto la sicurezza che ieri
offriva l'isolamento contro i blocchi compatti jugoslavo e sovietico, oggi è
rappresentata da un forte alleato che tenga a freno lo sciovinismo di una
Penisola balcanica mai così insanguinata sia all'esterno che all'interno dei
rispettivi Paesi che la compongono.
2
L‟adesione dell‟Albania alla NATO, il 4 aprile 2009, comporta una rottura
definitiva con il passato e un chiara volontà di avvicinarsi all‟Occidente.
Contrariamente agli altri ex Stati socialisti - dove i precedenti leader sono stati
rovesciati da sommosse o sostituiti da apparati successori (sia pure con variate
etichette) - l‟Albania si ritiene sia il solo Paese dell‟Est che possa condurre una
1
BOGDANI Mirela, Albania and the European Union. European Integration and the Prospect
of Accession, Tirana, 2004, p. 105
2
ARMILLOTTA Giovanni, La politica estera dell’Albania negli scorsi dieci anni. Fonte:
[http://www.giovanniarmillotta.it/albania/albania97_86-96.html]
7
politica estera mirata a un forte impulso di espansione economica e industriale,
al contempo lasciando inalterata la vena nazional-irredentistica.
3
Degno di nota è il rilancio dei rapporti diplomatici con i vicini, anche in chiave
europea, dove l‟Italia e la Grecia costituiscono gli sponsor più accreditati.
La proclamazione d‟indipendenza del Kosovo è stata considerata un successo
della politica estera albanese, che più volte si è schierato a favore
dell‟indipendenza del Kosovo. Non solo il Kosovo è usato come arma di
politica interna, ma anche in politica estera la difficile situazione kosovara è
stata più volte strumentalizzato da Tirana.
Il capitolo terzo, in seguito, prenderà in esame le problematiche connesse allo
sviluppo della politica estera. Il paese attraversa numerose difficoltà
istituzionali, economiche e politiche. Tutto questo si traduce in un ritardo nel
percorso d‟integrazione europea. Inoltre, la componente religiosa,
prevalentemente musulmana, potrebbe costituire un ulteriore ostacolo al
processo d‟integrazione.
Sul versante politico il riacutizzarsi della questione del Kosovo ha creato
instabilità e spinte centrifughe. Ciononostante la situazione è andata
gradualmente migliorando nel corso degli anni successivi, grazie anche
all‟intervento della comunità internazionale, e in particolare della NATO e
dell‟Unione Europea, al punto che oggi l‟Albania rappresenta un partner di
fondamentale importanza per il processo di stabilizzazione dell‟intera area.
4
Dall‟altro lato, non tutti i paesi della comunità internazionale hanno
riconosciuto l‟indipendenza del Kosovo. Inoltre, l‟evento è stato caratterizzato
da una dura presa di posizione della Russia. Ciò conferma la realtà complessa
della regione, che con le sue vicende influenza in modo significativo il rapporto
tra i grandi attori globali.
La futura adesione dell‟Albania all‟Ue è un processo che dipenderà dunque
dalla capacità di Tirana di adeguarsi al rispetto dei criteri di Copenaghen, ma
che sarà strettamente legato alle complesse evoluzioni del quadro regionale,
3
ARMILLOTTA G, op. cit.,
4
NIGLIA Federico, L’Albania verso l’Unione Europea; Fonte:
[http://www.iai.it/pdf/DocIAI/IAI0912.pdf]
8
caratterizzato, tra l‟altro, dalla recente proclamazione di indipendenza del
Kosovo, seguita dalla dura reazione della Serbia e dai tentativi dell‟Unione
Europea di recuperare le relazioni con Belgrado, imprimendo un‟accelerazione
al processo di allargamento, tramite la firma dell‟Accordo di stabilizzazione e
associazione del 29 aprile 2008. Il rischio è che il processo di allargamento,
diventato di fatto la politica estera par excellence dell‟Ue nei confronti
dell‟Albania, determinando quindi una sostituzione di quella che è stata definita
come politica estera convenzionale da parte della c.d. politica estera strutturale,
venga rallentato da rinnovati problemi di sicurezza.
5
L‟indipendenza del Kosovo costituisce un elemento destabilizzante
nell‟area, in quanto da molti viene considerato come il primo passo verso la
cosiddetta Grande Albania. Infatti, il movimento “Vetevendosja” caratterizzato
da una forte impronta nazionalista ha deciso di trasformarsi in un partito che si
presenterà alle prossime elezioni in Kosovo, il 12 dicembre. Il movimento con a
capo Albin Kurti ha come obiettivo l‟unificazione del Kosovo con l‟Albania. La
questione della “Grande Albania” potrebbe coinvolgere le regioni a
maggioranza albanese nel sud della Serbia, in Macedonia e in Grecia. Questo,
naturalmente, solleva tutta una serie di preoccupazioni non solo nella regione
ma anche a Bruxelles. Le minoranze albanesi in Serbia, Grecia e in Macedonia,
ieri come oggi, condizionano direttamente e indirettamente la politica estera
albanese. Per questo, ma anche per la sua posizione geopolitica, l‟Albania
rappresenta un mediatore privilegiato nella ricerca di stabilizzare la regione e
placcare le tensioni nazionaliste.
5
NIGLIA Federico, op. cit.,
9
Albania has been shielded by a curtain more impenetrable than those which
hid the Soviet Bloc and China from the world's view.
6
- Edwin E. Jacques
The Albanians, 1995
Capitolo primo
Continuità col passato
Il nuovo stato comunista si sforzò in maniera continuativa ad assicurare, quello
che per diverse generazioni era stato la preoccupazione principale; “l‟esistenza
e la sopravvivenza di uno stato albanese”, che non avrebbe ceduto alle pretese
occupazionali dei vicini bellicosi. La preoccupazione di scongiurare
l‟annessione per mano dei vicini si poteva risolvere solo con l‟esistenza dello
Stato.
7
Quindi, la presenza (percezione) dei vicini bellicosi ha fatto sì che l‟isolamento
diventasse la chiave della politica estera, e la sicurezza una conseguenza
esclusiva. La paura dei vicini bellicosi sarà con Hoxha
8
strumentalizzata per
consentire l‟instaurazione del regime. Per capire questa preoccupazione sulla
sicurezza nazionale, che ha dominato anche la politica estera, occorre fare un
breve excursus storico. Per questo, il prossimo paragrafo offre una panoramica
6
SHEMBILKU, Rozeta E. "The 'National Interest' Tradition and the Foreign Policy of Albania."
2004, Fonte [http://repository01.lib.tufts.edu]
7
ARMILLOTTA G., Albania and the United Nations: Two Cases Seen From a Diplomatic History
Perspective, Fonte: [http://www.giovanniarmillotta.it]
8
Enver Hoxha (1908-1985), fu il terz‟ultimo leader sopravvissuto dalla seconda guerra mondiale
(prima della scomparsa di Hirohito nel 1989 e Kim Il Sung nel ‟95). Direttore del Comitato Centrale
del Partito Comunista d‟Albania (dal 22 novembre 1948, Partito del Lavoro; dal 12 giugno 1991,
Partito Socialista): 1941-43; segretario generale: 1943-54; primo segretario: 1954-85. Presidente del
Consiglio Antifascista di Liberazione Nazionale (governo provvisorio riconosciuto nel 1945 da Gran
Bretagna, Francia, Stati Uniti, URSS, Jugoslavia, Bulgaria e Ungheria): 24.V.1944-11.I.1946;
presidente del Consiglio dei Ministri: 1946-54