introduzione
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Un altra importante novit Ł l introduzione e l amp io utilizzo del concetto di fair value,
introdotto anch esso dal Federal Accounting Standard Board statunitense. Anche per
questo valgono le considerazioni fatte in precedenza, e il tema sar oggetto di uno
specifico paragrafo all interno del secondo Capitolo.
La disciplina contabile delle attivit immateriali Ł oggetto di studi relativamente
recenti. L argomento ha acquisito una certa rilevanza a partire dagli anni Ottanta,
parallelamente all aumento dell importanza economic a delle attivit immateriali nel
contesto dell economia di mercato. A questo proposito occorre fare una distinzione tra
avviamento e altre attivit immateriali. Il trattam ento contabile di queste ultime Ł stato
regolamentato in maniera estesa, specie nel nostro Paese, soltanto negli ultimi decenni.
L accresciuta importanza di una corretta valutazione del valore di bilancio di attivit
quali marchi, lavori artistici, immateriali legati alla tecnologia, ai rapporti con la clientela o
con la rete distributiva (franchising), Ł una diretta conseguenza dell evoluzione del sistema
di mercato da un economia di eccesso di domanda, con una debole pressione
concorrenziale, ad un contesto di eccesso di offerta, caratterizzata da una intensa
competizione basata sempre piø spesso sugli elementi immateriali, piuttosto che sul
prodotto/servizio in sØ, che tende a diventare sempre piø spesso una mera commodity.
In questo senso, basti pensare alle ragioni del successo di imprese come Apple o
Starbucks, che offrono rispettivamente prodotti e servizi per cui la chiave del successo
risiede essenzialmente in elementi immateriali quali il marketing e il design, che riescono a
rendere unici quelli che, con riferimento ai casi citati, sarebbero semplicemente computer,
lettori mp3 o caffŁ.
L importanza economica di tale successo si riflette immediatamente sul valore di
mercato dell azienda. Ecco quindi che comincia ad intuirsi la ragione dell accresciuta
importanza dell avviamento: nel momento in cui un soggetto voglia acquisire l azienda in
questione, non pagher semplicemente il valore degl i immobili, delle attrezzature o dei
macchinari (elementi che, in un impresa innovativa, potrebbero non essere nemmeno
presenti): dovr pagare un sovrapprezzo, che concet tualmente Ł legato a quegli elementi
che non possono essere inseriti nel bilancio immediatamente precedente alla data
dell acquisizione. Questo sovrapprezzo, nel bilancio consolidato dell acquirente successivo
all acquisizione, andr ad essere allocato in parte agli elementi immateriali citati in
introduzione
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precedenza (i cosiddetti intangibili specifici), mentre per la parte rimanente andr a
costituire l avviamento.
Dopo aver esaminato il trattamento contabile dell avviamento e degli intangibili
specifici, si andr ad analizzare l applicazione de ll impairment test in un campione di
imprese operanti nel settore bancario quotate alla Borsa di Milano. Questo settore Ł stato
scelto in quanto l avviamento e le risorse immateriali rivestono un importanza molto
elevata anche nel settore dei servizi finanziari, specie in un contesto di mercato come
quello che si Ł avuto nel nostro Paese negli ultimi anni, caratterizzato dal verificarsi di
numerose operazioni di concentrazione, in seguito alla riforma della regolamentazione del
settore bancario avvenuta nel 1993 e alla privatizzazione di numerosi istituti di credito.
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Capitolo 1 - L adozione dei principi contabili
internazionali
Negli ultimi anni, a livello internazionale, ha avuto luogo un processo (ancora in corso)
di omogeneizzazione e convergenza degli standard contabili. Questo processo ha avuto la
sua piø grande espressione nell‘emanazione di una serie di principi contabili da parte
dell‘International Accounting Standard Board, concepiti per essere uno standard di
riferimento per la prassi contabile nei diversi Paesi che decidano di adottarli.
Lo scopo di tutto ci Ł il miglioramento della comparabilit di situazioni patrimoniali
ed economiche di imprese situate in Paesi diversi, soggette a convenzioni contabili diverse
tra loro. Questo avviene nel contesto di un‘economia globalizzata in cui le interdipendenze
e l‘interazione economica tra Paesi diversi fanno si che sia sempre piø sentita l‘esigenza di
avere delle informazioni rilevanti e non inquinate da differenze negli standard contabili
di diversi sistemi economici. Come si vedr in segu ito, a livello europeo la
standardizzazione contabile ha anche una valenza politica, come riflesso della volont di
favorire l integrazione economica all interno dell Unione, oltre che in un ottica di
integrazione a livello globale.
Il processo di standardizzazione Ł partito avendo come riferimento i principi contabili
statunitensi, che per molti aspetti sono stati fonte di ispirazione per lo IASB nella
redazione dei principi contabili internazionali. L‘adozione di questi ultimi Ł stata la strada
intrapresa dall‘Unione Europea che, attraverso una serie di provvedimenti giuridici, ha
adottato progressivamente tutti i principi dallo standard setter internazionale. Nei prossimi
paragrafi si esaminer questo processo sia a livell o europeo sia con specifico riferimento al
nostro Paese e alla normativa sui bilanci delle imprese operanti nel settore bancario.
L adozione dei principi contabili internazionali
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1.1 Il processo di adozione degli IAS/IFRS
L‘introduzione dei principi contabili internazionali nel nostro Paese non Ł stata
istantanea, ma Ł il risultato di un preciso e articolato iter giuridico.
In questo capitolo si esaminer il processo di intr oduzione dei principi contabili
internazionali da un punto di vista principalmente giuridico, partendo dall‘adozione a
livello di normativa comunitaria, per poi esaminare nel dettaglio il recepimento di queste
ultime nel nostro sistema giuridico.
1.1.1 La normativa europea e il suo recepimento nella disciplina
civilistica
L introduzione dei principi contabili internazionali in Italia e negli altri Paesi facenti
parte dell Unione Europea trova il suo fondamento normativo nel Regolamento CE
n 1606/2002, emanato dal Parlamento Europeo e dal C onsiglio il 19 luglio 2002,
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel settembre dello stesso anno.
Secondo questo regolamento:
«ai fini di un migliore funzionamento del mercato interno, occorre obbligare le societ
i cui titoli sono negoziati in mercati pubblici ad applicare un insieme unico di principi
contabili internazionali di elevata qualit per la redazione dei loro bilanci consolidati.
Inoltre, Ł importante che i principi dell’informativa finanziaria applicati dalle societ
comunitarie attive nei mercati finanziari siano accettate a livello internazionale e
costituiscano principi di carattere veramente globale.
Ci implica una maggiore convergenza dei principi c ontabili attualmente utilizzati a
livello internazionale, con l’obiettivo finale di conseguire un insieme unico di principi
contabili su scala mondiale.»
Proseguendo nella lettura del testo, questo, dopo aver sottolineato l inadeguatezza delle
precedenti disposizioni in materia di bilancio a «garantire l’elevato livello di trasparenza e
comparabilit dell’informativa finanziaria da parte di tutte le societ comunitarie i cui
titoli sono negoziati in mercati pubblici ( ) condi zione necessaria per creare un mercato
L adozione dei principi contabili internazionali
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dei capitali integrato operante in modo efficace, agevole ed efficiente ( ) contribuire ad
un funzionamento efficiente, sotto il profilo operativo e dei costi, dei mercati dei capitali
( ) alla tutela degli investitori e al mantenimento della fiducia ( ) a rafforzare la libert
di movimento dei capitali nel mercato interno e contribuire a mettere le imprese
comunitarie nelle condizioni di competere ad armi pari per l’allocazione delle risorse
finanziarie disponibili nei mercati comunitari dei capitali nonchØ in quelli mondiali», fa
esplicito riferimento agli International Accounting Standards, emanati dallo IASB
(International Accounting Standards Board), come via indicata per il raggiungimento degli
obiettivi di standardizzazione delle pratiche contabili internazionali, sia in un ottica di
completamento e integrazione del mercato interno, sia in un ottica di integrazione a livello
globale.
Dopo aver sottolineato che l applicazione di ogni principio contabile internazionale
debbae portare ad «un’autentica ed equa visione della posizione finanziaria e delle
prestazioni di un’impresa» (c.d. true and fair view ), e che debba rispettare i requisiti
della comprensibilit , pertinenza, affidabilit e c omparabilit 1, il Regolamento stabilisce la
tempistica di adozione dei principi contabili internazionali:
• Obbligo di applicazione degli IAS/IFRS, omologati dalla Commissione, per le
societ quotate nei mercati regolamentati dell Unio ne, relativamente al bilancio
consolidato, a partire dal bilancio 2005;
• Facolt , per gli Stati membri, di estenderne l appl icazione ai:
o Bilanci d esercizio delle societ quotate;
o Bilanci consolidati e/o di esercizio delle societ non quotate.
• In deroga alle previsioni stabilite dall art. 4, applicazione a partire dal 1 gennaio
2007 per le societ :
o i cui soli titoli di debito siano ammessi alla negoziazione in un mercato
regolamentato di un qualsiasi Stato membro;
o i cui titoli sono ammessi alla negoziazione pubblica in un Paese terzo e
che, a tal fine, gi utilizzano princ pi contabili riconosciuti
internazionalmente (ad esempio gli Stati Uniti).
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Per questo, il regolamento stabilisce l obbligo di omologazione da parte della Commissione, avvalendosi di
un comitato tecnico.
L adozione dei principi contabili internazionali
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L adozione dei principi contabili internazionali non Ł stata automatica: la Commissione
ha dovuto approvare, tramite Regolamento 1725/20032, successivamente integrato, i
singoli principi e le relative interpretazioni.
Il Regolamento 1606/2002 Ł stato recepito, nel nostro Paese, con il Decreto Legislativo
38 del 28 febbraio 2005, che ha specificato le tipologie di imprese tenute all applicazione
dei nuovi Principi, sintetizzate nella seguente tabella:
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Aggiornato da:
• Decisione 2006/891/CE, del 4 dicembre 2006, sull’uso da parte di emittenti di titoli di paesi terzi di
informazioni preparate conformemente a principi contabili riconosciuti internazionalmente
• Regolamento (CE) n. 1329/2006, dell’8 settembre 2006 IFRIC 8 e 9
• Regolamento (CE) n. 708/2006, dell’8 maggio 2006, IAS 21 e l’interpretazione IFRIC
• Regolamento (CE) n. 108/2006, dell’11 gennaio 2006, IFRS 1, 4, 6 e 7, IAS 1, 14, 17, 32, 33, 39, IFRIC 6
• Regolamento (CE) n. 2106/2005, del 21 dicembre 2005, IAS 39
• Regolamento (CE) n. 1910/2005, dell’8 novembre 2005, IFRS 1 e 6, IAS 1, 16, 19, 24, 38 e 39, IFRIC 4,5
• Regolamento (CE) n. 1864/2005, del 15 novembre 2005, IFRS 1 IAS 32 e IAS
• Regolamento (CE) n. 1751/2005, del 25 ottobre 2005, IFRS 1, IAS 39 e SIC 12
• Regolamento (CE) n. 1073/2005, del 7 luglio 2005, IFRIC 2
• Regolamento (CE) n. 211/2005, del 4 febbraio 2005, IFRS 1 e 2 e IAS 12, 16, 19, 32, 33, 38 e 39
• Regolamento (CE) N. 2238/2004, del 29 dicembre 2004, IFRS 1, IAS da 1 a 10, da 12 a 17, da 19 a 24,
da 27 a 38, 40 e 41 e i SIC da 1 a 7, da 11 a 14, da 18 a 27 e da 30 a 33
• Regolamento (CE) N. 2237/2004, del 29 dicembre 2004, IAS 32 e IFRIC 1
• Regolamento (CE) n. 2236/2004, del 29 dicembre 2004, IFRS 1 e da 3 a 5, IAS 1, 10, 12, 14, da 16 a 19,
22, 27, 28 e da 31 a 41, SIC 9, 22, 28 e 32
• Regolamento (CE) n. 2086/2004, del 19 novembre 2004, IAS
• Regolamento (CE) n. 707/2004, del 6 aprile 2004