CAPITOLO I
LO SVILUPPO DELLE AREE PROTETTE 1.1 ALLE ORIGINI DEI PARCHI NATURALI I primi movimenti di opinione per un’amministrazione più corretta delle risorse
naturali e per una differenziazione degli obiettivi di gestione, che fino allora non si
discostavano dalle finalità esclusivamente produttive, sorretti dal pensiero di
scienziati nonché di associazione naturalistiche e culturali, determinarono una
discreta opera di sensibilizzazione nell’opinione pubblica tanto è vero che nel 1864,
per la prima volta, un’ampia area di proprietà demaniale ( lo YOSEMITE VALLEY),
fu riservata alla popolazione dello stato della California per scopi ricreativi. Nell’atto
di affidamento, era espressamente specificato che la destinazione principale dell’area
doveva essere diversa dal “guadagno materiale”. Meno di 10 dopo, nel 1872, fu
istituito il PARCO DI YELLOWSTONE, il più antico parco nazionale dell’era
moderna che ha aperto la strada alla creazione di numerosi altri parchi naturali
(Yosemite, Sequoia, Grand Canyon, Montagne Rocciose, Mesa Verde, Mount
Rainier), gestiti tutti da un "National Park Service" federale (creato nel 1916)
secondo elevatissimi standards, fino a fare del sistema americano di aree protette un
insieme straordinario di siti che vengono visitati oggidì da un numero di "visitatori"
pari e anzi superiore a quello della stessa popolazione degli Stati Uniti. Non c'è quasi
giovane americano che non abbia almeno una volta ricercato in una delle tante aree
protette del suo paese un'esperienza personale di volontariato e di contatto con la
natura, ricavandone un positivo e duraturo arricchimento in termini di benessere ed
equilibrio psicofisici, di soddisfazione interiore, di gratificante senso di utilità
sociale. L'esempio di Yellowstone fu presto spontaneamente seguito da molti altri
paesi in tutto il mondo, e per tutto l’Ottocento, i parchi nazionali si sono diffusi a
macchia di leopardo, a partire dai paesi che ricadevano sotto la dominazione inglese.
È del 1879 il primo parco nazionale australiano (il secondo al mondo, quello oggi
conosciuto come Royal National Park, nel New South Wales), del 1885 quello
canadese di Banff, del 1894 quello di Tongariro in Nuova Zelanda, del 1898 la
riserva di Sabie (poi Parco Nazionale Kruger) in Sud Africa. Si mise così in moto un
processo che ha portato alla creazione di aree protette prestigiose, spesso di enormi
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dimensioni: Central Kalahari e Gemsbok in Botswana (rispettivamente di 51.800 e
27.670 kmq), Ouadi Rimé/Ouadi Achim nel Ciad (circa 80.000), Wood Buffalo in
Canada (44.800), Namib ed Etosha in Namibia (49.770 e 22.270), Kafue in Zambia
(22.400). Oggi costituiscono altrettante aree protette l'intera Groenlandia
nordorientale (oltre 972.000 kmq), le Isole Galápagos, i deserti di Nullarbor, Tanami
e Simpson in Australia, il Chang Tang tibetano, vaste zone dello Yukon canadese, e
tante altre; cui si sono aggiunte nel tempo vaste zone marine, come la Grande
Barriera Corallina australiana (343.800 kmq) e, a certi effetti, l'intero Oceano
Indiano. Fino alla seconda guerra mondiale, è il modello nordamericano ad ispirare
la creazione dei nuovi parchi nazionali. Un modello che, come già visto, si fondava
su un’idea di parco come riserva naturale, con un approccio razzista nei confronti
degli indigeni. Una concezione che, in alcuni paesi, ha comportato l’espulsione, o
meglio la deportazione delle comunità locali che vivevano nei territori divenuti
parchi nazionali. Si devono poi aggiungere le varie riserve marine che, sia pure con
ritardo e a ritmi ben più blandi si sono cominciate ad istituire per la tutela di parti
significative di fondali marini e tratti di mare: barriere coralline, scarpate oceaniche,
intere porzioni di mari o di oceani, che vengono sottoposti a protezione per la
conservazione delle biocenosi sommerse, per la tutela talvolta di singole specie
d'interesse anche commerciale (balene, pesci spada, krill), che in queste zone messe a
riposo possono opportunamente trovare ambiente e tranquillità per potersi riprodurre,
ripascendo così le risorse dei mari duramente depauperate dalle moderne tecniche
della pesca industriale. È questo un processo faticoso, che incontra spesso dure
resistenze da parte di alcuni paesi, in particolare quelli (Giappone, Norvegia, Stati
Uniti, Cile) che hanno puntato su grosse flotte pescherecce e mal si adattano quindi
ad accettare normative internazionali che azzerino o riducano il volume complessivo
del loro pescato.
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1.2L’UNIONE INTERNAZIONALE PER LA PROTEZIONE DELLA
NATURA L'Unione Internazionale per la Protezione della Natura (IUCN) istituita in seno alla
conferenza internazionale di Fontainebleau, il 5 Ottobre 1948 e successivamente
rinominata Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e Risorse
Naturali nel 1956 e nel 1990 Unione Internazionale per la Conservazione della
Natura. L'IUCN è un'organizzazione internazionale a cui partecipano 140 Paesi, con
una eterogenea rappresentanza espressione di 77 Stati, 114 agenzie governative, più
di 800 organizzazioni non governative, più di 10.000 scienziati ed esperti
internazionalmente riconosciuti provenienti da più di 180 Paesi che lavorano
all'interno delle Commissioni. Nel 1999, gli Stati Membri dell'ONU hanno accordato
all'IUCN lo status di Osservatore all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite con gli
obiettivi: " influenzare, incoraggiare e assistere le società del mondo al fine di
conservare l'integrità e la diversità della natura e di assicurare che qualsiasi utilizzo
delle risorse naturali sia equo ecologicamente sostenibile ". L'IUCN persegue questi
obiettivi mobilizzando i propri membri al fine di promuovere alleanze o partenariati
finalizzati alla conservazione della natura; rafforzando la capacità istituzionale dei
propri membri di conservare la diversità biologica e di salvaguardare i processi
ecologici che impattano sulla vita mondiale, nazionale, regionale e locale; favorendo
una maggiore cooperazione tra le realtà governative e non governative;
incoraggiando la ricerca scientifica. Dal 1948 i databases, le dichiarazioni, le linee
guida ed i case studies preparati dai suoi membri, i lavori delle Commissioni,
l'attività del Segretariato sono tra le fonti di informazioni e di riferimento
sull'ambiente più rispettate e più frequentemente citate. Una priorità del Programma
IUCN (2001-2004) è di rafforzare la consapevolezza su come la sussistenza dei
poveri dipenda da una gestione sostenibile delle risorse naturali, attraverso i suoi
progetti l'IUCN lavora per una corretta gestione degli ecosistemi. L'IUCN ha
costruito un network elettronico (e>IUCN) per creare un virtuale "Green Web" di
conservazione della conoscenza approfittando delle opportunità della tecnologia
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dell'informazione. L'obiettivo del Green Web è di mettere a disposizione di tutti
l'accesso alla conoscenza e all'attività dell'IUCN. In particolare l'IUCN si impegna a:
dare orientamenti politici e di supporto tecnico; definire tutti i nuovi siti nominati
dagli Stati Parti come patrimonio dell'umanità; monitorare lo stato delle specie del
mondo nella cd Lista rossa; sostenere la Dichiarazione Millennium Ecosystem;
contribuir all'assistenza tecnica per la preparazione delle Strategie Nazionali e i Piani
d'Azione in materia di Biodiversità; promuovere una consapevole gestione attraverso
le linee guida per una prevenzione degli incendi e la gestione comune delle risorse
forestali; lavorare con il settore industriale sull'energia e la biodiversità; fornire un
supporto tecnico nella stesura di leggi ambientali e di strategia nella gestione delle
risorse naturali; facilitare i Parchi per la Pace tra paesi in aree di conflitto;
disseminare la conoscenza dell'Unione e dell'expertise attraverso il World
Conservation Bookstore. Sono membri dell'IUCN gli Stati e gli organi di governo, le
organizzazioni di integrazione politica ed economica (Categoria A), gli organismi
nazionali non governativi e le organizzazioni internazionali non governative
(Categoria B) ed infine, gli Affiliati (categoria C). I membri hanno diritto a
partecipare al Congresso Mondiale, ai Comitati Nazionali e Regionali e alle
Commissioni. In particolare, i membri appartenenti alle categorie A e B hanno il
diritto di proporre i candidati per l'elezione del presidente, tesoriere e presidenti di
Commissioni. L'IUCN si compone di un Congresso Mondiale della natura, di un
Consiglio, di Comitati nazionali e regionali, di Forum regionali dei membri, di
Commissioni e di un Segretariato. L'IUCN è suddivisa in 8 regioni: Africa, America
centrale e meridionale; America del Nord e Caraibi, Sud-est Asiatico; Asia
dell'Ovest; Oceania; Europa dell'Est; Asia del Nord e Asia Centrale; Europa
occidentale. Il Congresso è l'organo supremo, si compone di delegati accreditati dai
membri dell'Unione e si riunisce in sessioni ordinarie che normalmente si tengono
ogni tre anni. Il Congresso elegge, su presentazione del Consiglio, il Presidente, il
Tesoriere ed i Presidenti delle Commissioni. Il Congresso definisce la politica
generale dell'Unione, formula raccomandazioni ai governi ed alle organizzazioni
nazionali ed internazionali. Il Consiglio, principale organo di governo dell'IUCN, è
responsabile per la supervisione ed il controllo generale di tutte le questioni
dell'IUCN ed è soggetto all'autorità del Congresso. Il Consiglio è composto da un
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Presidente, un Tesoriere; 24 consiglieri regionali (tre consiglieri regionali in
rappresentanza di ciascuna delle 8 regioni statutarie dell'IUCN); un rappresentante
del paese ospitante; i presidenti delle 6 Commissioni; 5 consiglieri aggiuntivi scelti
dal Consiglio sulla base delle diverse qualifiche, interessi e capacità. I membri eletti
del Consiglio detengono l'incarico dalla chiusura del Congresso fino alla chiusura
della sua successiva ordinaria sessione. Il Consiglio, nell'ambito del quadro della
politica generale dell'Unione definita dal Congresso Mondiale, fornisce la direzione
strategica per le attività dell'Unione prendendo specifiche decisioni politiche e
stabilendone le direttive necessarie. Il Consiglio si riunisce due volte l'anno e spesso
lavora, inter-sessionalmente, con il supporto delle Commissioni. Tra le sue principali
funzioni Il Consiglio: approva ed implementa il programma annuale ed il budget
nell'ambito del quadro complessivo delle attività svolte dal Congresso; rivede il
lavoro delle Commissioni; approva il rapporto annuale del Direttore Generale;
ammette nuovi membri; riconosce ufficialmente le Commissioni Nazionali e
Regionali; nomina e valuta il lavoro del Direttore Generale. Al fine di agevolare i
propri lavori il Consiglio ha costituito 5 nuove commissioni: Commissione Finanza e
Audit, Commissione per le Risorse Umane, Commissione per la valutazione delle
Adesioni, Commissione per le Programmazione e Policy, Commissione Preparatoria
per il prossimo Congresso Mondiale. I membri dell'Unione possono organizzare dei
comitati ristretti di carattere nazionale o regionale e presentarne richiesta al
Consiglio. Il Consiglio può riconoscere un solo Comitato Nazionale per Stato.
Ciascun membro dell'Unione ha il diritto di aderire al Comitato Nazionale del
proprio Stato. I comitati nazionali godono di una propria autonomia e lavorano in
collaborazione con il Segretariato e le Commissioni al fine di formulare, coordinare e
realizzare i programmi dell'Unione nel loro Stato o regione di riferimento. Le
Commissioni sono in tutto 6 e raggruppano oltre 10,000 volontari dalle più svariate
discipline. Le Commissioni dell'IUCN sono le principali fonti di guida, forniscono
orientamenti politici e tecnici ed implementano il programma generale. Le
Commissioni sono reti di esperti volontari con il compito di sviluppare e portare
avanti la conoscenza, l'esperienza e gli obiettivi dell'IUCN. Il Segretariato è
costituito dal personale dell'IUCN. Il Direttore Generale gestisce il Segretariato e
risponde al Consiglio. Il Direttore è responsabile dell'attuazione della politica e del
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programma dell'IUCN, ha la responsabilità finanziaria e coordina il lavoro del
Segretariato. La definizione ufficiale di un’area protetta adottata dall’IUCN è la
seguente: Un’area terrestre o marina dedicata specialmente alla protezione e al
mantenimento della biodiversità, delle risorse naturali e di quelle culturali associate,
e gestita attraverso strumenti legali o altri mezzi riconosciuti. L'U.I.N.C. (Union
International Nature Conservation), attraverso la C.P.N.A.P. (Commission Parcs
National and Areas Protected) ha redatto un documento di base secondo cui i parchi
nazionali, qualora ufficialmente riconosciuti, rientrano fra le categorie di aree
protette sotto la diretta sorveglianza internazionale. Secondo l'U.I.N.C., in generale,
sono inoltre vietate le utilizzazioni delle risorse naturali: estrazione di risorse
minerali; tagli del bosco; raccolta di altri tipi di vegetazione; allevamento di animali;
costruzione di sbarramenti per l'irrigazione oppure per scopi idroelettrici; colture
agricole; caccia; pesca etc. Sono ammesse alcune eccezioni riguardo agli
insediamenti oppure alle attività antropiche quando queste costituiscono parte
integrante del patrimonio culturale di un particolare ambiente da proteggere. Sono
ammesse le attività esistenti de facto, oppure acquisite di diritto dalle popolazioni
residenti ancor prima dell'istituzione del parco, a condizione però che queste non
interessino una parte troppo elevata della superficie totale dell'area parco. Sono
ammesse le attività necessarie alla gestione del territorio protetto e quelle necessarie
ad un equilibrato sviluppo turistico-ricreativo della zona. L'U.I.N.C., fra le categorie
di aree protette in cui è prevista una fruizione per scopi ricreativi, annovera le aree
naturali gestite ai fini di una utilizzazione multipla. Inoltre ha definito una serie di
categorie basate sugli obiettivi di gestione e sull’uso del territorio da parte dell’uomo.
Le categorie individuate sono 6:
La Categoria I è stata sdoppiata in due subcategorie:
una caratterizzata da ecosistemi particolarmente significativi e con gestione più
indirizzata alla ricerca scientifica, l’altra alla conservazione dello stato “selvaggio” delle aree.
La Categoria II, i Parchi nazionali, è costituita da un’area che contiene uno o più
ecosistemi, gestita per evitare sfruttamenti e insediamenti.
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