sociale contiene i cognomi dei gerenti avv. Giovanni Battista Sala e rag.
Giuseppe Regazzoni), denominata antecedentemente Mariani Sala & C. (dai
cognomi dei due gerenti precedenti, rag. Giovanni Mariani, deceduto nel
1905, e lo stesso Sala).
La struttura bancaria del circondario comasco agli inizi del 1900 si
presentava come un mondo finanziario con peculiarità specifiche, che si
potrebbe definire quasi “in ritardo” se paragonato alle forti evoluzioni in atto,
non solo a Milano, ma anche all’interno della stessa provincia
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(come nei casi
di Lecco, Varese, Gallarate e Busto Arsizio), dove già a partire dalla seconda
metà dell’Ottocento si erano registrate significative esperienze creditizie sotto
forma di società anonime fondate sul modello di banca mista, segno di una
decisa e ampia uniformità di vedute e di interessi da parte degli operatori
economici locali.
A Como, in ambito finanziario, prevalevano invece la frammentarietà e
l’agire in piccolo, con un vivace manipolo di accomandite bancarie che
traevano origine e ragion d’essere dal locale setificio e nelle cui compagini si
inserivano frequentemente e in modo sparpagliato gli stessi imprenditori
serici; costituite nella forma giuridica di società in accomandita semplice,
avevano “per iscopo qualsiasi operazione attinente con il commercio bancario
e cambiario, comprese le compartecipazioni in industrie”. D’altro canto, le
minute ditte commerciali
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private cercavano di attagliarsi flessibilmente ai
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In tale epoca le attuali province di Varese e di Lecco non esistevano ancora, poiché erano
inglobate nella provincia di Como (che era suddivisa perciò nei circondari di Como, Varese e
Lecco).
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Nel “Manuale della Provincia di Como” venivano infatti annoverate alla voce “Ditte industriali
e commerciali”, sottovoce “Banche e Cambio”, mentre le banche costituite nella forma di
società anonime o cooperative (come la Banca Popolare di Como, il Piccolo Credito
Comasco e la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde) erano catalogate come Istituti di
Credito e Banche. Si veda a titolo di esempio il “Manuale della Provincia di Como”, anno
1906, confrontando p. 122 con p. 138.
bisogni di un sistema aziendale che necessitava di capitali di funzionamento
per l’attività d’impresa e che risultava composto in prevalenza da unità di
produzione medio–piccole. Da qui la genesi di un tessuto creditizio formato da
soggetti bancari sottoposti all’aleatorietà del ciclo serico (e con una spiccata
propensione al rischio) e perciò caratterizzati da frequenti cambi di mano,
repentine liquidazioni e cessazioni, e da un elevato turnover. Diffusi erano
anche i circuiti creditizi informali, che si sovrapponevano ai canali ufficiali
bancari sia attraverso aperture di conti correnti da parte di aziende bisognose
di fidi, sia per mezzo di capitalisti privati decisi a far fruttare i propri patrimoni
in investimenti industriali.
Di notevole rilevanza ai fini del presente studio è l’arco temporale
compreso tra il 1890 e il 1907, quando nel capoluogo lariano si registra una
proliferazione di piccole case bancarie tale da fare parlare di una vera e
propria “febbre bancaria”, mentre in Lombardia, a Milano in particolare, si
diffondevano gli sportelli delle grosse “banche miste”. Le cause da cui scaturì
il boom bancario furono di natura prettamente economica e si riscontrarono
nelle evoluzioni in atto nel sistema industriale e, soprattutto, nel tradizionale
comparto serico e nel settore tessile in generale, che nel decennio tra il 1890
e il 1900 furono interessati da un processo di rinnovamento tecnologico con
l’introduzione del telaio meccanico e con una conseguente rivoluzione
dell’ordinamento tecnico amministrativo dovuta all’avvento dell’impresa
accentrata in opificio. Il fabbisogno di capitali per gli investimenti e la dilatata
capacità finanziaria delle nuove imprese determinarono quindi l’ascesa delle
banche private, il cui percorso fu parallelo alle esigenze dettate dal sistema
manifatturiero-industriale.
Il fenomeno raggiunse il suo apice negli anni a cavallo l’Ottocento e il
Novecento, ma si attenuò più tardi in seguito al fallimento della Banca Sala
Regazzoni & C. nel 1906, alla liquidazione della Taiana Perti & C. e alla crisi
dell’industria serica nel 1907. In particolare, la Sala Regazzoni & C. si era
prodigata in avventate operazioni di ingegneria finanziaria anche al di fuori dei
confini del circondario, tra le quali il finanziamento del tronco ferroviario Bari-
Locorotondo nel quale aveva immobilizzato la quasi totalità del proprio
capitale sociale e parte dei depositi a risparmio di terzi. Questi eventi
condussero ad una riorganizzazione del settore bancario comasco e un
conseguente processo di razionalizzazione e concentrazione degli
intermediari finanziari (con l’arrivo in riva al Lario delle grandi banche private
milanesi, fra le quali in primo luogo la Società Bancaria Italiana), oltre che ad
un ripensamento generale del modo di fare banca in termini meno arrischiati e
speculativi (fatto sancito dalla nascita, nel 1908, della prima banca comasca
sotto forma di società anonima, il Banco Lariano).
Nel nuovo corso alcune delle piccole banche private a carattere
personale riuscirono a sopravvivere e anzi a consolidarsi: ciò fu dovuto alla
consuetudine “storica” diffusa nei ceti imprenditoriali lariani di diversificare le
proprie fonti bancarie di approvvigionamento e, in secondo luogo, alla
mentalità invalsa (a livello finanziario) soprattutto fra gli operatori economici
minori, di prediligere e di riconoscersi “nel piccolo” vale a dire nella banca
tagliata sulla misura delle imprese, operativa nell’area circoscritta del
circondario lariano, ma in grado di offrire tutta la gamma dei servizi necessari.
Significativo è il caso della Banca Amadeo & C., costituita nell’anno
cruciale 1906 con la denominazione Banca Clerici Edoardo & C. la cui durata
si protrasse fino al 1982 prima della fusione con l’allora Banca Popolare di
Bergamo, assurgendo per quasi ottant’anni al ruolo di vera e propria banca
locale.
Le notizie riguardanti le società bancarie comasche sono assai scarse
e lacunose: quasi nulla si conosce in termini quantitativi delle loro operazioni
gestionali e dei loro affari (questo a causa in prima istanza dell’abituale
riservatezza e circospezione che contraddistingueva l’azione dei banchieri
lariani); qualcosa di più è noto per quanto concerne gli organigrammi societari
(e in modo particolare i nominativi, le professioni, l’estrazione sociale e la
provenienza dei membri) e in merito alle loro durate e all’entità dei capitali
sociali. Le informazioni sono desumibili in maniera stringata dagli atti di
costituzione, modificazione, cessazione delle varie accomandite e, in modo
più dettagliato, in occasione di qualche fallimento (fra cui quello della Banca
Sala Regazzoni & C. del 1906).
Il materiale utilizzato è stato rinvenuto per la maggior parte presso
l’Archivio di Stato di Como nei fondi Camera di Commercio di Como e
Tribunale di Como; in quest’ultimo sono state consultate le sezioni
Trascrizioni Commerciali, Società Cessate e Fallimenti. Spunti interessanti
sono desumibili anche dal “Foglio degli Annunzi Legali della Provincia di
Como” (già “Supplemento al Foglio Periodico della Regia Prefettura di Como,
Annunzi Legali”), dalla guida “Manuale della Provincia di Como”, (già
“Almanacco manuale della Provincia di Como”) e dai quotidiani “La Provincia”,
“Il Lavoratore Comasco”, “L’Ordine” e “Il Sole”, soprattutto per la parte
inerente al fallimento della Sala Regazzoni & C.
Nel primo capitolo, dopo aver fornito brevi cenni sulla ripartizione
amministrativa della “vecchia” Provincia di Como e sull’evoluzione della
popolazione nel circondario e nella città di Como nel trentennio compreso tra
il 1881 e il 1911, si riportano notizie generali riguardanti gli aspetti economici
dell’area lariana, con un’analisi del settore primario e del sistema
manifatturiero-industriale. Viene sottolineato inoltre come negli anni sul finir
del XIX secolo si sia concretizzato il passaggio da un’economia a base
prevalentemente agricola ad un consolidato sistema industriale. In modo
particolare si sono approfondite le questioni riguardanti il comparto della seta,
vero cuore della struttura produttiva lariana, con un’analisi delle diverse fasi
del ciclo serico, fra le quali la preponderante tessitura.
Nel secondo capitolo dopo aver delineato un quadro generale sulla
situazione del credito in Lombardia nella fase di rinnovamento tecnologico e
industriale, evidenziando il ruolo svolto dalle grandi banche miste milanesi e
soprattutto l’eterogeneità delle istituzioni presenti nella regione, si è
focalizzata l’indagine alla città di Como e al suo circondario.
Nel terzo capitolo viene indagata l’origine storica delle accomandite
bancarie private a partire dalle società mercantili di metà Ottocento, ponendo
l’accento sulle composite variabili economiche, giuridiche, monetarie, culturali,
geografico-spaziali che ne hanno influenzato l’evoluzione; vengono poi
passate in rassegna le diverse ditte operanti nel capoluogo lariano nel
cinquantennio post unitario (con riferimento soprattutto all’intervallo compreso
fra i secoli XIX e XX).
Successivamente viene esaminato il caso della Banca Sala Regazzoni
& C., già Mariani Sala & C., una delle più spregiudicate accomandite bancarie
lariane per quanto riguarda la gestione degli impieghi, rivisitandone le vicende
dalla fondazione (anno 1889), vagliandone la compagine societaria (e
primariamente l’estrazione sociale e la professione dei soggetti coinvolti) e il
modo di fare banca e ricostruendone, da ultimo, i rapporti con le altre
istituzioni di credito.
Nell’ultimo capitolo si affronta infine il fallimento della Sala Regazzoni &
C. (anno 1906) e i suoi effetti sugli operatori privati e finanziari della città di
Como; in conclusione, ci si soffermerà sul significativo cambiamento della
struttura bancaria lariana nel triennio 1906-1908 determinato sia dalle mutate
condizioni nel sistema aziendale, sia dai primi fenomeni di concentrazione
bancaria culminati con la fondazione del Banco Lariano, senza però
dimenticare il proseguimento delle “storiche” società bancarie in accomandita
semplice come la Banca Edoardo Clerici & C., divenuta poi Banca Amadeo &
Compagni.