II
programmazione, per verificare al tempo stesso lo svolgimento delle
operazione e la validità dei risultati.
In generale la valutazione viene effettuata a metà percorso e al termine del
periodo di programmazione ed è compito delle varie Autorità di Gestione
dei programmi istituire sistemi affidabili per rilevare dati statistici e
finanziari. La valutazione ha come obiettivo primario quello di verificare
l’occupazione o meglio la capacità d’inserimento sul mercato del lavoro dei
diversi soggetti assistiti. Interessa mettere in risalto i risultati conseguiti
dalla vecchia programmazione (1994-99), quelli raggiunti fino ad oggi con
la nuova programmazione (2000-06) e quelli attesi nei prossimi anni.
Durante il periodo 1994-99, la ricerca valutativa ha evidenziato un interesse
molto acceso in particolare verso due macrobiettivi: l’equità sociale
(attuazione di interventi destinati ad utenze deboli sul mercato del lavoro) e
la competitività (interventi destinati ad utenze aventi professionalità medio-
alte). L’attenzione è stata rivolta anche verso altri tre obiettivi: il
rafforzamento del sistema formativo, il sostegno all’integrazione tra
sistemi (tra formazione professionale ed istruzione e tra politiche/interventi
formativi e mercato del lavoro) e il sostegno all’innovazione
dell’architettura degli interventi e dei percorsi di sviluppo delle risorse
umane e di inserimento/reinserimento lavorativo. La programmazione
2000-2006 trasferisce la valutazione concepita prevalentemente per
combattere la disoccupazione di particolari categorie target alla valutazione
maggiormente incentrata sulle politiche con l’obiettivo di poter realizzare
un nuovo modello di partecipazione al mercato del lavoro.
Il contesto di questa nuova programmazione risulta essere diverso da quello
della vecchia programmazione. Sia il contesto politico, normativo e dei
provvedimenti nazionali di riforma delle politiche di formazione, istruzione
sociale e del lavoro hanno subito delle trasformazioni. I contenuti della
Strategia europea per l’occupazione sono stati meglio finalizzati per un più
III
mirato raggiungimento degli obiettivi definiti a partire dal Consiglio
europeo di Lisbona del 2002.
Dai quattro pilastri delle Linee guida degli anni precedenti, si è passati
all’individuazione di tre obiettivi principali e di 10 priorità che si collocano
in maniera trasversale agli obiettivi stessi: la piena occupazione, la qualità
del lavoro, la coesione e l’inclusione sociale.
Sono stati inoltre avviati degli importanti processi di riforma che rafforzano
sempre più il ruolo delle amministrazioni locali (Regioni, Province e
Comuni) quali attori principali delle politiche di sviluppo delle risorse
umane disegnate a livello centrale e dei sistemi di governo ad esse preposti.
Gli elementi di valutazione di questa nuova programmazione sono in
qualche modo gli stessi della programmazione precedente con maggiore
attenzione verso l’inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di
giovani e adulti nella logica dell’approccio preventivo, la formazione
superiore e la formazione continua nella logica del lifelong learning, una
politica di apprendimento nell’intero arco della vita che ha l’obiettivo di
agevolare e migliorare l’accesso e l’integrazione nel mercato del lavoro.
La ricerca intende discutere sulle metodologie usate, sul rilievo della base
di dati ed i modelli di analisi econometrica utilizzati anche nel presente
lavoro, per il raggiungimento degli obiettivi-risultati ottenuti nelle varie
fasi della valutazione dell’Obiettivo 3 del Fondo sociale europeo.
1
CAPITOLO I
I PARTE
IL FONDO SOCIALE EUROPEO
Il Fondo Sociale Europeo è il principale strumento finanziario offerto
agli stati membri dall'Unione europea per sviluppare le risorse umane
e migliorare il funzionamento del mercato del lavoro.
Sulla base dell’analisi della situazione relativa alla domanda e offerta
di lavoro, il Fondo Sociale Europeo contribuisce al sostegno della
formazione e dell’occupazione in tutto il territorio dell'Unione
Europea.
Previsto dal Trattato di Roma dal 1957 ed operativo dal 1962, il
Fondo Sociale Europeo (FSE) ha lo scopo di promuovere uno sviluppo
armonioso dell'insieme della Comunità e una progressiva riduzione
delle disparità esistenti tra i cittadini e le Regioni dell'Unione (Art.158
del trattato Comunità europea).
Il Fondo Sociale Europeo ha un duplice ruolo. Esso ha la funzione di
migliorare le possibilità di occupazione dei lavoratori nell'ambito del
mercato interno promuovendo la loro mobilità e facilitando il loro
adeguamento alle trasformazioni industriali, in particolare attraverso
la formazione e la riconversione professionale e contribuire così al
miglioramento del loro tenore di vita (articolo 146). Ma esso è altresì
inteso al consolidamento della coesione economica e sociale nella
Comunità (articolo 159).
2
Esso è peraltro l'unico
1
Fondo strutturale che interviene in modo
orizzontale in tutti i paesi e le Regioni dell'Unione Europea.
L'obiettivo principale del Fondo sociale europeo è la lotta alla
disoccupazione: mira a formare una forza lavoro più competente e
preparata a fronteggiare le nuove sfide del mercato e a prevenire la
disoccupazione di lunga durata. A questo scopo, contribuisce alla
creazione di nuovi e migliori posti di lavoro e allo sviluppo delle
competenze dei lavoratori, soprattutto delle fasce deboli, e di coloro
che incontrano particolari difficoltà nella ricerca di un impiego, o nel
mantenere il proprio posto di lavoro, o nel reinserimento nel mercato
del lavoro.
Il FSE sostiene, inoltre, gli Stati membri nel loro tentativo di
introdurre e rendere operative nuove politiche attive dell'occupazione
e nuovi sistemi per combattere le cause della disoccupazione,
adattando il proprio intervento alle specifiche condizioni delle varie
regioni.
1
I Fondi strutturali sono quattro. Più avanti verranno brevemente trattati.
3
LE AZIONI DEL FONDO SOCIALE EUROPEO
Le azioni del FSE sono rivolte in generale a tutti i cittadini dell'Unione
Europea, ma la maggior parte degli interventi è tuttavia indirizzata a
categorie specifiche di destinatari, quali, in particolare
2
:
ξ Disoccupati di lunga durata o esposti al rischio di
disoccupazione di lunga durata
I disoccupati di lunga durata sono persone prive di impiego da più
di un anno, oppure persone rimaste senza impiego per un periodo
inferiore ma sottoposte al rischio di disoccupazione di lunga durata
(persone di età matura, portatori di handicap fisico o sociale,
persone prive di competenze adeguate, disoccupati senza titolo di
studio o con titolo di studio inadeguato...);
ξ Giovani in cerca di prima occupazione
In questo ambito sono compresi tutti i giovani che non hanno mai
esercitato un'attività lavorativa vera e propria. Le situazioni
individuali possono essere estremamente differenziate. Il FSE si
occupa dei giovani che non hanno terminato il proprio percorso
scolastico (drop-out), degli allievi della scuola secondaria
superiore, di giovani con qualifica, di universitari e neolaureati, di
apprendisti e persone assunte con contratto di formazione lavoro;
2
Reg.(CE) n°1784/99 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo
sociale europeo.
4
ξ Persone soggette ad esclusione sociale
In questo ambito sono compresi coloro che, occupati e non,
rischiano l'emarginazione dal mercato del lavoro e l'emarginazione
sociale (persone che soffrono di handicap fisico o sociale;
immigrati extracomunitari, disabili, tossicodipendenti ed ex-
tossicodipendenti, detenuti ed ex-detenuti…);
ξ Donne.
Le donne, nonostante i progressi registrati nell'ultimo decennio,
incontrano tutt'oggi difficoltà nell'inserimento o nel reinserimento
nel mercato del lavoro. A ciò si aggiunge la difficoltà di conciliare
la vita lavorativa con le esigenze della vita familiare, difficoltà
spesso collegata alla carenza di infrastrutture. Il FSE finanzia,
quindi, interventi specificamente rivolti alle donne, e
particolarmente alle donne in possesso di un diploma difficilmente
spendibile, a quelle che vogliono inserirsi in settori in cui sono
poco rappresentate, o che vogliono reinserirsi nel mercato del
lavoro dopo un periodo di prolungata assenza.
5
GLI OBIETTIVI NELLA VECCHIA (94-99) E NELLA NUOVA
PROGRAMMAZIONE (2000-06)
La politica formativa dell'Unione Europea coincide in larga misura
con la missione e le finalità del Fondo sociale europeo
3
, le cui
modalità di funzionamento sono state modificate in occasione della
riforma dei Fondi strutturali del 1988 e della revisione del 1993
4
.
Il Fondo sociale europeo è uno dei quattro Fondi strutturali
dell’Unione europea.
I singoli Fondi strutturali fanno parte di una strategia globale di lotta
contro la disoccupazione e di rilancio della crescita nelle regioni più
povere.
Nella vecchia programmazione (94-99) tale strategia si articolava
attorno a sette obiettivi (si riportano soltanto i cinque obiettivi
pertinenti al Fondo sociale europeo):
Obiettivo 1: promozione dello sviluppo e dell'adeguamento strutturale
delle regioni in cui lo sviluppo è in ritardo; interessava 8 regioni del
Mezzogiorno;
Obiettivo 2: riconversione di regioni, regioni frontaliere o zone;
Obiettivo 3: lotta contro la disoccupazione di lunga durata e favorire
l'inserimento professionale dei giovani e delle persone esposte
all'esclusione dal mercato del lavoro;
Obiettivo 4: adattamento facilitato dei lavoratori e delle lavoratrici ai
mutamenti industriali e all'evoluzione dei sistemi di produzione;
3
Art.123 del Trattato UE
4
Regolamenti n.2081, 2082 e 2084 del 31 luglio 1993
6
Obiettivo 5: promozione dello sviluppo nelle zone rurali
I principali obiettivi della nuova programmazione si basano su:
1) maggiore semplicità,
2) precisazione delle responsabilità
3) concentrazione delle risorse sulle regioni più bisognose.
L'Unione europea aveva definito, attraverso il proprio quadro
normativo, gli scopi da raggiungere, le tipologie di soggetti ai quali
rivolgere la propria attenzione, le tipologie di azioni e il volume delle
risorse disponibili, ma non interveniva in alcun modo per definire
modelli e strumenti, se non nel senso di promuovere approcci di tipo
innovativo, incoraggiando lo scambio di esperienze, la ricerca e
l'elaborazione comune di progetti da parte di soggetti appartenenti ai
Paesi membri.
Spettava allo Stato elaborare proposte di Piano che avrebbero potuto
rispondere alle specifiche priorità del proprio modello di sviluppo e
del proprio mercato del lavoro.
La Commissione europea ha approvato e cofinanziato quei Piani, o
quelle parti dei Piani, che rientravano negli indirizzi e nelle priorità
del Fse, articolati per Obiettivo.
7
LE FINALITA’ POLITICHE DEL FSE
Nella vecchia programmazione, il Fondo sociale europeo poteva
partecipare al finanziamento delle seguenti azioni nell’ambito
dell’Obiettivo 3:
ξ lottare contro la disoccupazione di lunga durata;
ξ promuovere l'inserimento professionale dei giovani nel mercato
del lavoro;
ξ combattere contro l'esclusione sociale;
ξ promuovere le pari opportunità tra uomini e donne;
ξ rafforzare i sistemi e la loro integrazione.
Nell'ambito dell'Obiettivo 4 il Fondo sociale europeo contribuiva a:
ξ anticipare il mutamento industriale;
ξ adeguare le competenze al mutamento industriale;
ξ costruire e rafforzare i sistemi di formazione continua.
Il Fondo sociale europeo individuava, per ciascun Obiettivo, i soggetti
ai quali intendeva rivolgere la propria attenzione.
Tali soggetti: disoccupati e occupati, occupati in posizione dipendente
o indipendente e imprenditori, giovani e adulti, donne, fasce deboli,
erano distinti sia in relazione alla posizione lavorativa, sia in relazione
al processi di mobilità e integrazione sociale.
Destinatari del Fondo sociale europeo erano non solo le categorie
sopra indicate, ma anche i formatori e i funzionari della Pubblica
Amministrazione, in una logica di promozione del rafforzamento dei
sistemi attraverso una maggiore qualificazione del sistema formativo.
8
Finanziamento del Fondo sociale europeo (1994-99)
Come si può osservare dal grafico, nel periodo 1994-99 il Fondo
sociale europeo ha finanziato soprattutto azioni a sostegno
dell’Obiettivo 1 (47,6%) e dell’Obiettivo 3 (27,4%).
Nella nuova programmazione (2000-06) le risorse finanziarie messe a
disposizione dei fondi strutturali sono pari ad 83 miliardi di euro.
Al Fondo sociale europeo sono state assegnate risorse per un valore
pari a 16 miliardi di euro di cui 6,4 miliardi di Euro destinate
all’Obiettivo 1 (40%), 8,7 miliardi di Euro all’Obiettivo 3 (55%) e 0,8
miliardi di Euro all’iniziativa comunitaria Equal (5%).
9
Con l’inizio del 2000, si è aperta una nuova fase di programmazione
che comprende gli anni dal 2000 al 2006.
Si tratta di una nuova fase sia dal punto di vista temporale, sia dal
punto di vista normativo e strutturale.
Le principali novità
1
riguardano l’adozione da parte del Parlamento e
del Consiglio Europeo dei nuovi regolamenti riguardanti i Fondi
Strutturali, con una conseguente ridefinizione degli obiettivi.
Alla base del cambiamento vi è lo stretto legame istituito tra politiche
occupazionali ed il Fondo sociale europeo, che comporta un
considerevole ampliamento delle sue competenze, considerando il
ruolo cardine assunto dallo sviluppo dell'occupazione, visto come
obiettivo prioritario nell'ambito della programmazione globale.
Il principale campo di intervento del FSE nel precedente periodo di
programmazione era la formazione professionale; nel periodo 2000-
2006, pur mantenendo la linea seguita in passato, vengono introdotte
delle sostanziali modifiche che faranno del Fondo sociale europeo lo
strumento fondante di una politica occupazionale a largo raggio che si
snoda lungo precise linee.
Il Regolamento (CE) n.1784/99 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 12 luglio 1999, definisce il Fondo sociale europeo come
lo strumento finanziario che “fornisce il proprio sostegno a misure
volte a prevenire e a combattere la disoccupazione nonché a
sviluppare le risorse umane e l’integrazione sociale nel mercato del
lavoro al fine di promuovere un livello elevato di occupazione, la
1
I testi base della Riforma sono: il Regolamento CEE del Consiglio n°2052 del 1988 relativo alla
missione dei Fondi a finalità strutturale, alla loro efficacia ed al coordinamento dei loro interventi
e di quelli della Banca europea per gli investimenti e degli altri strumenti finanziari esistenti, detto
"Regolamento Quadro" ed il Regolamento CEE del Consiglio n°4253 del 1988 per quanto riguarda
il coordinamento tra gli interventi dei vari Fondi strutturali, da un lato, e tra tali interventi e
quelli della Banca europea per gli investimenti e degli altri strumenti finanziari esistenti, detto
"Regolamento di Coordinamento".
10
parità tra uomini e donne, uno sviluppo sociale duraturo e la coesione
economica e sociale”.
Il Fondo sociale europeo, rappresenta uno strumento molto importante
di sostegno di sostegno alla Strategia europea per l’occupazione (Seo),
soprattutto al pilastro relativo all’Occupabilità.
La Strategia europea per l’occupazione, è il risultato di un
compromesso tra la tendenza degli Stati nazionali a mantenere la
piena sovranità nel campo delle politiche del lavoro e la necessità di
una graduale convergenza ed armonizzazione delle condizioni dei
mercati del lavoro negli stati membri.
Si riscontra che:
ξ oltre l’88% della programmazione finanziaria Fse è direttamente
riconducibile ai pilastri della Seo;
ξ il contributo del Fse ha acquisito maggiore visibilità nei Piani
nazionali d’azione per l’occupazione (Nap) più recenti;
ξ Il Fse ha contribuito ad allargare lo spettro delle azioni cofinanziate
nei programmi regionali;
ξ Il Fse ha assunto un ruolo strategico nello sviluppo delle pari
opportunità.
Gli obiettivi generali del Fse 2000-2006 mirano infatti (si può vedere
graficamente) a :
1) contribuire all’occupabilità dei soggetti in età lavorativa;
2) promuovere l’adattabilità nel mercato del lavoro delle persone
esposte a rischio di esclusione sociale;
3) migliorare le pari opportunità’ ossia l’accesso, la
partecipazione e la posizione delle donne nel mercato del
lavoro;
11
4) sviluppare un’offerta di istruzione, formazione professionale e
orientamento che possa favorire lo svolgersi di percorsi di
apprendimento per tutto l’arco della vita favorendo anche
l’adeguamento e l’integrazione tra i sistemi della formazione,
istruzione e lavoro (lifelong learning),
5) sostenere le politiche di flessibilizzazione del mercato del
lavoro, promuovere la competitività e favorire lo sviluppo
dell’imprenditorialità.
Questi Obiettivi globali danno luogo ad altrettanti ASSI e
rappresentano un’esplicitazione dei policy field, cioè di priorità
direttamente riconducibili all’obiettivo generale del Fondo sociale
europeo Obiettivo 3.
All’interno degli assi sono individuabili obiettivi specifici, che
costituiscono aree di intervento specifiche, in termini di destinatari
target, nonché dei problemi a cui essi rispondono.
Agli obiettivi globali, vedremo poi nel successivo capitolo, se ne
aggiunge un sesto, finalizzato a migliorare i sistemi di monitoraggio,
valutazione e informazione della programmazione cofinanziata dal
Fse
5
.
5
si tratta del Quadro comunitario di sostegno dell’Obiettivo 3 del capitolo successivo