V
campo, infatti il processo di valutazione è incominciato a metà degli anni ’80 con le prime analisi
della produzione scientifica e degli enti universitari deputati alla Ricerca Scientifica.
L’analisi dei contesti stranieri ha permesso di capire gli obiettivi finali dei sistemi di valutazione
applicati. Gli scopi principali dei sistemi di valutazione sono principalmente due: il primo è
risultato essere la distribuzione di fondi/incentivi in funzione delle performance, il secondo è
agevolare e indirizzare la programmazione strategica dei diversi enti. Chiaramente ogni paese si
è mostrato più incline ad uno dei due aspetti, ma spesso convivono entrambi le finalità. Si è
notato inoltre che in molti paesi è stato istituito un organo ad hoc indipendente per la gestione e
il perfezionamento del processo di valutazione, il quale, mediamente, dura all’incirca tre anni.
Il quadro di riferimento ottenuto mediante l’analisi dei diversi contesti ha permesso di definire le
caratteristiche significative per il sistema di valutazione del contesto italiano e di definire lo
strumento metodologico da utilizzare per la costruzione del modello di valutazione.
Si ritiene, in primo luogo, che la valutazione debba integrare in un unico modello le attività di
didattica e ricerca, mettendo in correlazione anche le strutture e i servizi offerti per lo
svolgimento di queste.
La seconda scelta ha invece riguardato il livello di architettura a cui applicare il modello, dato
che il sistema italiano presenta un’architettura verticale composta da tre livelli: il Ministero, gli
Atenei e le Facoltà/Dipartimenti. Si ritiene che il modello debba essere applicato al livello
Ministero ed al livello Atenei, con obiettivi differenti. Mentre l’analisi al livello più alto è
condotta tenendo in considerazione le priorità strategiche del Ministero, con il fine di costruire
una comparazione tra gli atenei, la valutazione a livello di Ateneo avrà il compito di rispecchiare
la strategia di breve-medio periodo impostata dall’ateneo stesso.
È stato studiato un modello di valutazione a due livelli per ovviare a divergenze che si possono
creare tra la strategia del Ministero e quella del singolo Ateneo. È evidente che, in un contesto
caratterizzato da notevole complessità (basti pensare, ad esempio, alla diverse dimensioni degli
Atenei e alle moltitudini di discipline di insegnamento, tra loro molto differenti), le strategie non
saranno mai allineate e di conseguenza si ritiene necessario valutare la coerenza con cui ogni
ateneo persegue i propri obiettivi, oltre che le direttive ministeriali.
La tecnica individuata per tenere in considerazione questi aspetti è stata l’Analytic Hierarchy
Process (AHP). Questa tecnica permette di decomporre un problema decisionale in una struttura
gerarchica di obiettivi composti da vari livelli. Ad ogni obiettivo di ogni livello viene assegnato
VI
un’importanza relativa, un peso percentuale. La tecnica AHP prevede che il sistema di pesi sia
costruito mediante un confronto a coppie tra i vari obiettivi dello stesso livello gerarchico.
È stata quindi esaminata la correlazione tra gli aspetti di un determinato ambiente politico-
sociale con le caratteristiche del sistema di valutazione. Da studi svolti da diversi autori è
risultato che le dimensioni socio-culturali sono da tenere in considerazione nella costruzione del
sistema di valutazione, ad esempio, un contesto caratterizzato da elevato “individualismo” deve
prevedere un valutazione collegata a un sistemi di incentivi consistenti.
La fase successiva è stata incentrata nella ricerca e classificazione delle tecniche operative
esistenti, considerandone i punti di forza e di debolezza.
Le tecniche principali individuate sono raggruppabili in due categorie: la prima prevede l’uso di
indicatori quantitativi basati su dati relativi agli studenti, ai corsi di studio e sui risultati ottenuti
dalle attività. La seconda tecnica è comunemente detta Peer Review e prevede il giudizio di un
panel di esperti delle attività svolte. La commissione istitutita esprime il suo parere tramite una
scala pesata e la comparazione avviene costruendo un giudizio complessivo delle diverse aree
valutate.
I vantaggi/svantaggi delle due tipologie di tecniche sono tra loro speculari. I benefici derivanti
dall’uso di cruscotti di indicatori sono legati alla presenza di dati oggettivi e incontrovertibili, ma
che alcune volte risultano troppo superficiali per cogliere la complessità delle attività
universitaria. D’altra parte il vantaggio nell’uso dei metodi Peer Review è proprio legato alla
capacità di ottenere un valutazione più completa e precisa, dato che con visite sul campo è più
facile comprendere la complessità che caratterizza le università. La maggior critica riguarda
queste tecniche è legata all’elevata soggettività che caratterizza il giudizio del panel. Inoltre il
costo di attuazione di una survey affidabile è ingente, con tempi di attuazione piuttosto lunghi.
Lo studio dei paesi stranieri ha mostrato come le tecniche descritte vengono utilizzate nella
creazione di modelli, con lo scopo di ripartire parte delle risorse disponibile in funzione delle
performance. È utile a questo punto evidenziare in che modo il sistema di finanziamento è legato
o meno al sistema di valutazione nelle varie realtà.
I finanziamenti possono essere assegnati mediante dei processi di “negoziazione” tra le parti
(Governo-Atenei), in cui le sole forme di valutazione sono riconducibili a sistemi di
accreditamento, mediante un metodo “storico” (vengono misurati i finanziamenti
precedentemente assegnati, non esiste una valutazione correlata ai finanziamenti), mediante il
parere di “Granting Councils” (di solito una commisione che dirige i panel dei processi Peer
VII
Review), o, infine, tramite sistemi Performance Based, i quali legano una percentuale variabile
dei finanziamenti in funzione dei risultati raggiunti dalle università.
Il sistema di finanziamento delle università italiane è stato riformato con diversi decreti
legislativi nel corso degli anni novanta e la fonte principale di finanziamento
1
, il Fondo di
Finanziamento Ordinario (FFO), è stato suddiviso in tre parti. La prima, detta quota base, viene
assegnata mediante metodi storici ed è la quota più consistente delle tre. La seconda, detta quota
di riequilibrio, è assegnata per ridistribuire le risorse finanziare a disposizione in maniera corretta
agli atenei, con lo scopo di ridurre gli squilibri che caratterizzavano il sistema universitario
italiano. La terza quota, detta quota di incentivazione, è legata ad obiettivi prefissati dal
Ministero e viene distribuita in funzione della valutazione che gli atenei ottengono riguardo
queste aree. La quota di riequilibrio è stata crescente negli ultimi anni, assestandosi intorno al
10% del FFO, mentre alla quota di incentivazione sono stati assegnati stanziamenti molto meno
ingenti.
Nella definizione del modello di valutazione si è voluto tener conto delle esperienze effettuate
dal CNVSU, tenendo in forte considerazione le informazioni rilevate dai Nuclei interni di
valutazione e i diversi progetti sviluppati su atenei-pilota.
Il modello elaborato basa il suo funzionamento sulla tecnica AHP. Il problema decisionale, in
questo caso, è rappresentato dalla valutazione degli atenei. Vanno quindi elencate le attività/aree
di competenza che rappresentano gli obiettivi finali delle università, dopodichè sarà necessario
costruire un sistema di pesi sulla base del grado di importanza relativo di un’attività/area rispetto
alle altre.
Le dimensioni principali di analisi inserite sono state tre: Didattica, Ricerca, Infrastrutture e
Servizi. Le tre aree vengono valutate singolarmente mediante indicatori esplicitati in sotto-
obiettivi, ma al termine dell’indagine sono correlate fra loro nella valutazione finale.
Il modello ha lo scopo di valutare in modo comparato gli atenei per allocare una percentuale
delle risorse agli atenei che raggiungono risultati più soddisfacenti.
Il modello sfrutta elementi quantitativi e qualitativi, infatti per l’analisi si utilizzano degli
indicatori di performance inseriti ai vari sottolivelli, i quali tengono in considerazione sia dati
quantitativi sia valutazioni effettuate da panel di esperti (soprattutto per quanto riguardo l’area
1
Circa i 93% dei fondi distribuiti
VIII
“Ricerca”). Le tre dimensioni di analisi sono state scomposte, come previsto dall’AHP, nella
seguente struttura gerarchica:
Ricerca
1. Produttività Risorse
1.1. Brevetti depositati
1.2. Pubblicazioni
2. Potenzialità Ricerca
2.1. Potenzialità
2.2. Fondi esterni ottenuti dall’attività di ricerca
3.Formazione
3.1. Immatricolati PhD con borsa
3.2. Dottorandi
Didattica
1. Domanda
2. Processi Formativi
2.1. N° medio di crediti conseguiti
2.2. Tasso di abbandono
2.3. Laureti nel tempo legale
3. Attrattività Ateneo
3.1. Iscritti con maturità > 9/10
3.2. % Studenti fuori sede
3.3 Studenti esterni
Infrastrutture e Servizi
1. Strutture
1.1. Aule didattiche
1.2. Laboratori Informatici
1.3. Biblioteche
2. Mobilità Studenti
3. Interventi finanziari per gli studenti
3.1. Interventi in favore dei disabili
3.2. Contributi per il diritto allo studio
L’assegnazione dei pesi ai diversi livelli del modello, per quanto riguarda l’analisi a livello
ministeriale, è stata effettuata sfruttando l’attuale ripartizione dei finanziamenti alle diverse
attività e seguendo le indicazioni del CNVSU.
La simulazione ha preso in considerazione un campione di 46 atenei, sono stati esclusi gli atenei
privati e gli atenei che non hanno reso disponibili dati e informazioni necessari al calcolo degli
indicatori. I risultati della simulazione sono stati utilizzati per la creazione di un rating e di una
IX
“frontiera efficiente” che evidenzia quali atenei stanno raggiungendo i risultati più rilevanti e che
mostrano le migliori performance.
Sono stati utilizzati i dati sugli atenei relativi all’anno accademico 2003-2004.
È stata svolto un ulteriore simulazione sul Politecnico di Milano: è stato infatti costruito un
sistema di pesi ad hoc basato sulla strategia impostata dall’ateneo, per valutarne la coerenza
interna. Sono state quindi individuate le aree che l’ateneo ritiene più critiche, a cui cioè assegna
dei pesi più elevati rispetto al modello ministeriale. Si è quindi rilevato se esiste coerenza tra le
aree ritenute strategiche e il posizionamento relativo ottenuto dal Politecnico di Milano.
Il risultato di quest’ultima analisi è stato che il Politecnico di Milano risulta coerente con la
propria strategia.
In conclusione, è stato presentato un modello per la valutazione del Sistema universitario che ha
tenuto conto delle caratteristiche del contesto italiano e degli studi/valutazioni realizzati in
campo internazionale.
Nel capitolo uno viene illustrata l’evoluzione del Sistema Universitario Italiano e le sue
principali caratteristiche, in relazione anche al sistema di valutazione; è stata quindi effettuata
un’analisi dei sistemi di valutazione presenti in alcuni paesi europei e extra-europei, tenendo in
particolare considerazione il processo di valutazione della Didattica e della Ricerca.
Nel capitolo due sono state presentate le caratteristiche del Sistema Universitario Italiano ed è
stata proposta uno strumento metodologico per la sua valutazione, l’AHP.
Il capitolo tre evidenzia le diverse possibilità di approccio alla valutazione, sia per quanto
riguarda gli obiettivi della valutazione, sia per le tecniche; è stato inoltre approfondito un
ulteriore aspetto, il contesto di riferimento, il quale rappresenta il presupposto per lo sviluppo di
un corretto sistema di valutazione.
Il capitolo quattro spiega il funzionamento del sistema di finanziamento italiano delle università
e l’evoluzione dello stesso, in considerazione dell’introduzione dei processi di valutazione.
Nel capitolo cinque è esposta la proposta di un modello di valutazione, le dimensioni ritenute
rilevanti per l’analisi e l’insieme di indicatori che si intende utilizzare per la valutazione.
Il capitolo sei presenta una simulazione del modello proposto su di un campione di 46 atenei ed
una simulazione più approfondita riguardo al Politecnico di Milano.
Nel capitolo sette sono infine presentate le conclusioni del lavoro.
X
Universities have recently been the object of large reform processes across the world, processes
which have led to a decisional and financial autonomy in all universities. Simultaneously
Central Governments have perceived the necessity of inserting new control and governance
systems inside the university structure.
The introduction of these systems has a dual purpose: on the one hand Central Governments
want to understand how public resources are used; on the other hand they need to evaluate, in a
comparative way, the behaviour of the single universities, who have not always shown an
efficient and effective use of the resources assigned to them.
The aim of this work is to understand the relationship between Evaluation and the Italian
University System and propose an Evaluation Pattern for Italian environment.
The study of the various European contexts, which present characteristics similar to the Italian
ones, shows the working mode of the present foreign evaluation systems and explains the
techniques and the evaluation methodologies developed abroad.
This comparison highlight a substantial subdivision between the evaluation of the activities
related to research and those related to teaching both carried out inside the universities: the two
fields are analysed separately and substantially, with different criteria and methodologies.
The scientific research is in fact mostly evaluated through external evaluation systems whereas
the evaluation of teaching activities is essentially based on internal evaluation methods,
developed by internal units.
The external evaluation is a methodology which implies the analysis of all the research activities
(in most cases also the results of the research activity are included). The evaluation is carried out
and supplied by a panel of experts.
The internal evaluation methods analyse the results principally by means of quantitative
indicators, which are correlated one to the others in an equation. Finally we obtain a global score.
This is the case of formula-based techniques.
The United Kingdom and Denmark are countries with a fairly strong expertise in evaluation. The
United Kingdom has been one of the innovatory countries in this field.
The analysis of the foreign contexts enables us to understand the final aims of the evaluation
systems. The principal purposes of the evaluation systems are principally two: the first is the
distribution of funds in function of the performances, the second is to facilitate and guide the
XI
strategic planning of the various institutions. Obviously each country has chosen the most
convenient aspect; however both the aims are often present together. Beside we have noticed that
in many countries an independent group has been set up for the management and the elaboration
of the evaluation process. The evaluation process lasts about three years in every country.
The analysis of the various contexts enables us to define the significant characteristics of the
Italian evaluation system and consequently to set up the methodological tool used in the
evaluation pattern.
Firstly, we suggest that evaluation must include in a single pattern both teaching and research
activities by putting in correlation the infrastructures and the services offered by the universities.
The second choice is concerned with the levels of the structure which the pattern is applied to,
seeing that the Italian system presents a vertical structure composed by three levels: the Ministry
(the highest level), the universities (middle level) and the faculties/departments (lowest level).
We believe that the evaluation pattern has to be applied to Ministry level and university level,
with different aims. The analysis at the highest level shows the strategic priorities of the
Ministry, who pursuit the aim to build a comparison between universities; the evaluation at
university level has to reflect the short period strategy set up by the university itself.
The evaluation pattern has been built in two ‘sections’ in order to overcome any divergences
between the strategy of the Ministry and those of any single university. In a context
characterized by a remarkable complexity (the different sizes of the various universities for
instance, and the great number of different disciplines), the strategies will be never aligned and
therefore we believe it is necessary to evaluate the choices universities devise to pursue their
aims.
In order to consider these aspects carefully we have identified the Analytic Hierarchy Process
(AHP) as a useful technique. This technique has enabled us to break down a decisional problem
into a hierarchic structure of aims organized in several sublevels. Every aim of each level is
assigned a relative importance, a per cent weight. The system of weights is built through a
comparison of the various aims of the same hierarchic level.
We have examined then the correlation between social and political aspects of a specific context
and its respective evaluation system. We believe that social and cultural aspects affect the
evaluation system.
For instance, a context characterized by high "individualism" has to foresee an evaluation system
connected to a subsystem of significant incentives.
XII
The next phase has been centred in the research and classification of the existing operating
techniques by considering their strength and weakness points.
The principal techniques are grouped in two categories: the first presents the use of quantitative
indicators based on students data, the study courses and the results obtained from university
activities. The second technique is commonly called Peer Review and it is based on the
judgement of a panel of experts on the activities carried out. This panel expresses his opinion
through a weighed scale and the comparison takes place by giving a global judgement of the
various areas examined.
The points of strength and weakness of the two types of technique are specular. The benefits
deriving from the use of indicators are linked to the presence of objective and indisputable data,
but often these data aren’t so deep as to comprehend the full complexity of university system. On
the other hand Peer Review shows the advantage of obtaining a deep and complete evaluation,
since visits on the field make it easier to focus on the complexity of the university activities. The
major criticism about these techniques has been reported on the high degree of subjectivity
which characterizes the judgement of the panel. But the Peer review cost is significant, and this
process requires a lot of time.
This study has shown how the above mentioned techniques are used in the creation of patterns in
foreign countries where the principal aim is to sort part of the financial resources in relation to
the results obtained..
The funds can be assigned to universities through different methods. A first method is
characterized by a "negotiation" between the parts and accreditation is the only present tool of
evaluation. A second method is a sort of "historical" method (the funds assigned the previous
year are measured and allocated again, they are not correlated to evaluation). A third method
presents a "Granting Councils" (usually a board which directs the panel of the Peer Review
processes). The last method is based on the performance systems, which bind a variable
percentage of funds to the results achieved by universities.
The funding system of the Italian universities has been reformed with various governmental
decrees during the nineties and the principal funding source
2
(the ‘Fondo di Finanziamento
Ordinario’, FFO) has been divided into three shares. The first, called basic share, is assigned
according to historical methods and it is the largest share. The second, called readjustment share
(riequilibrio), is used to allocate the resources in a correct way across universities with the
2
About the 93% of the distributed funds
XIII
purpose to reduce the imbalances peculiar to the Italian university system. The third, called
incentive share, is distributed according to aims defined by the Ministry. The readjustment share
has been growing in the last few years, ranging about to 10% of the FFO, while the incentive
share is less significant.
In the definition of the evaluation model we took into account the experiences by the CNVSU,
considering the information obtained by the internal evaluation groups and different projects
developed by pilot universities. The processed model is based on the AHP technique. The main
problem, in this case, is represented by the evaluation of the universities. It is therefore useful to
indicate the activities/areas of competence which represent the final objectives of the
universities, after that will be necessary to build an evaluation method based on the relative
importance of different activities/areas. The main parameters of analysis are three: teaching,
research, infrastructures and services. The three areas are singularly evaluated by specific
indicators (sub-objectives) but at the end of the survey they are cross-correlated in the final
evaluation. The model has the aim of evaluating the universities on a comparative way, in order
to allocate a certain percentage of funds to the most efficient universities.
The model exploits quantitative and qualitative elements, as the analysis is made by indicators of
performances at different sub-levels which take into account quantitative data and evaluations
carried out by a panel of experts (mainly for the "research" area). The three parameters of
analysis have been organised in the following hierarchic structure as indicated by AHP:
Research
1. Research Outputs
1.1. Patents
1.2. Pubblications
2. Research Potentiality
2.1. Potentiality
2.2. External found gotten by Research
3. Research Training
3.1. PhD scholarships
3.2. PhD students
Teaching
1. Demand
2. Formative Processes
2.1. Middle number of achieved credits
2.2. Release rate
XIV
2.3. Legal time degree
3. University Attractiveness
3.1. Enrolled with > 9/10
3.2. Students from other regions
3.3 External students
Infrastructures and Services
1. Structures
1.1. Teaching classroom
1.2. Computer laboratories
1.3. Libraries
2. Students Mobility
3. Financial expenses for students
3.1. Expenses for disabled
3.2. Expenses for studying rights
As for the analysis at Ministerial level, the relative importance of the different parameters of the
model has been carried out following the present repartition of funds and following CNVSU
indications. The simulation has taken into account a sample of 46 universities, private
universities and those which have not communicated data and information necessary for
calculating the indicators, have been excluded. The results of such a simulation have been used
for the creation of an "efficient bound" which shows the universities that are reaching the most
significant results and the best performances. Another study has been performed on the
Politecnico of Milan: an "ad hoc" evaluation system, in fact, based on the internal university
strategy, has been built. The performances obtained by the Politecnico with the internal
evaluation system have been compared with those of obtained by the other universities, in order
to understand if the critical areas of the Politecnico reach better results with respect to the
national average. In this case we talk about internal coherence.
Chapter one illustrate the evolution of the Italian University System and his principal
characteristics, in relationship with the evaluation system; I have therefore effected an analysis
of the actual evaluation systems in some European and extra-European countries.
Chapter two introduce the characteristics of the Italian University System and a methodological
tool has been proposed for his evaluation, the AHP.
XV
The chapter three underline the different possibilities of approach to the evaluation, about
objectives of the evaluation and about the techniques; the environment is studied too, because it
represents the presupposition for the development of a correct system of evaluation.
The chapter four explain theItalian Funding mechanism about universities and the evolution of it
when the processes of evaluation is introduced.
In the chapter five are exposed the proposal of a model of evaluation, the dimensions held
remarkable for the analysis and the whole indicators that Iintends to use for the evaluation.
The chapter six introduces a simulation of the model proposed on a sample of 46 universities and
a simulation more deepened of the Polytechnic ofMilan.
Finally, in chapter seven, are introduced the conclusions of the job.
1
CAPITOLO 1
IL CONTESTO DI RIFERIMENTO
CAPITOLO 1 - Il contesto di riferimento
2
1.1. Introduzione
I sistemi pubblici hanno affrontato negli ultimi decenni un percorso di avvicinamento alle teorie
gestionali proprie delle realtà aziendali, mostrando come l’analisi dei risultati, riferita sia alle
politiche di intervento, sia all’ordinaria gestione dei servizi, sia a programmi e progetti
innovativi, viene ormai considerata una fase fondamentale per un approccio critico orientato alla
conoscenza ed al miglioramento continuo. Tale processo è evidente: ci si imbatte sempre più
spesso in diverse definizioni e metodologie volte alla continua ricerca della conoscenza dei
risultati degli investimenti pubblici, come ad esempio public policy and program evaluation,
public performance audit, results oriented management.
I sistemi di valutazione e di analisi dei risultati richiedono lo sviluppo di professionalità
specifiche, incentrate sull’impiego di un vasto insieme di tecniche e metodologie. La
valutazione, quindi pur potendosi sviluppare secondo tanti percorsi tra loro differenti,
rappresenta, comunque, un momento di confronto critico con i risultati dell’azione
amministrativa degli enti valutati; “esamina cioè in chiave retrospettiva la validità, il merito, il
valore di programmi e attività pubblici, ma la sua valenza fondamentale è quella di risorsa per le
decisioni future e per l’evoluzione stessa delle istituzioni” (Vedung 1997; Paddock 1998).
Lo scopo del lavoro di tesi è comprendere il funzionamento del Sistema Universitario Italiano ed
elaborare una proposta applicativa per il sistema di valutazione, tenendo in considerazione la
correlazione esistente con il sistema di finanziamento.
Il Sistema Universitario Italiano, sistema pubblico a tutti gli effetti, si è mostrato, rispetto al
complesso delle amministrazioni pubbliche, uno degli anticipatori della tendenza al
cambiamento, accettando con responsabilità ed in maniera proattiva l’introduzione di processi di
valutazione. In questo modo l’Italia ha preso parte al processo di armonizzazione e convergenza
dei sistemi universitari europei, nei quali la valutazione rappresenta una delle priorità sulle quali
i sistemi universitari sono chiamati al confronto.
Il punto di partenza per lo sviluppo di un sistema di valutazione accettato e condiviso è stata una
riforma legislativa, che ha concesso un’ampia libertà decisionale ai singoli atenei, soprattutto per
quanto riguarda gli impegni finanziari.
CAPITOLO 1 - Il contesto di riferimento
3
Nel presente capitolo viene illustrata l’evoluzione del sistema universitario italiano e le sue
principali caratteristiche, esaminando i passi effettuati con un occhio di riguardo all’introduzione
dei sistemi di valutazione, al processo di autonomia ed ai decreti legislativi ed organi istituiti per
affrontare in modo corretto il cambiamento.
Viene inoltre riportata un’analisi dei sistemi di valutazione presenti in alcuni paesi europei e
extra-europei, tenendo in particolare considerazione il processo di valutazione della Didattica e
della Ricerca. Si è cercato inoltre di evidenziare, ove presente, la correlazione dei sistemi di
valutazione con i sistemi di finanziamento presenti.
In conclusione verranno riportate alcune osservazioni sulle caratteristiche ricorrenti dei sistemi
esaminati ed un confronto critico fra le diverse realtà.
1.2. Autonomia, Valutazione e gli Organi istituiti in Italia
Il processo di decentramento e di autonomia ha coinvolto il Sistema Universitario Italiano
all’inizio degli anni novanta, con l’emanazione della Legge 24 Dicembre 1993, n. 537.
Lo scopo di questa norma è stato quello di contenere la spesa pubblica per risanare il bilancio
dello Stato. Con l’articolo 5 sono stati presi provvedimenti nei confronti del sistema
universitario: si è deciso di concedere una quasi totale “autonomia finanziaria” a queste
istituzioni.
Prima di questa Legge le università ricevevano finanziamenti vincolati a specifiche voci di spesa,
senza possibilità di trasferire risorse da una voce ad un'altra. Inoltre, l’organico dei docenti (una
delle principali voci di spesa delle università) era fissato a livello nazionale ed ogni ateneo aveva
la certezza che il Tesoro avrebbe provveduto alle risorse per le retribuzioni.
E’ evidente che, in un contesto cosi strutturato, non esisteva la possibilità per le università di
distribuire eventuali risparmi o disponibilità in aree non sufficientemente finanziate. La
mancanza di autonomia nella gestione delle proprie risorse causava perciò chiare inefficienze: le
università non contenevano la spesa di aree adeguatamente finanziate e insistevano invece per
aree che risultavano a corto di fondi.
L’introduzione dell’autonomia finanziaria ha permesso al Governo di “congelare” la spesa
statale per il sistema universitario, imponendo alle università processi decisionali per
amministrare nel modo migliore le risorse ad esse assegnate.