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include anche potenziali difficoltà che possono insorgere nelle attività economiche
all'estero.
Il rischio paese (country risk):
- non ha una definizione universalmente condivisa delle sue caratteristiche, visto che
si tratta di un concetto dai confini poco chiari;
- emerge nel momento in cui si effettua un investimento in un paese estero. Tali rischi
sono maggiormente imputabili alle differenze di tipo politico, economico e sociale
esistenti tra il paese originario dell'investitore ed il paese in cui viene effettuato
l'investimento (Meldrum 2000).
In altre parole il rischio paese si suddivide in 6 elementi che si ripercuotono
sul rendimento atteso di un investimento:
1. Rischio sovrano - capacità (o volontà) di pagamento di un paese;
2. Rischio politico - eventi derivanti da conflitti, mutamenti istituzionali e atti unilaterali
dei governi;
3. Rischio economico - fattori che influenzano la crescita quali la politica economica, il
grado di apertura dell'economia, l'andamento delle ragioni di scambio del paese;
4. Rischio di trasferimento - restrizioni sui movimenti di capitali e sul rimpatrio di
dividendi e profitti;
5. Rischio di cambio - da fluttuazioni inaspettate dei tassi di cambio;
6. Rischio di posizione - effetti di contagio che possono provenire da paesi vicini e con
caratteristiche simili.
2. SACE (Società Assicurativa Crediti all'Export) e la metodologia di valutazione del
rischio paese in SACE
SACE:
- é una società dedicata a fornire strumenti di sostegno alla internazionalizzazione delle
imprese italiane;
- è una ECA (Export Credit Agencies).
E’ nata come strumento di politica industriale e commerciale, allo scopo di fornire
protezione agli operatori nazionali in un contesto caratterizzato da mercati finanziari poco
sviluppati, da asimmetrie informative e da un sostanziale fallimento del mercato privato.
La valutazione del rischio paese in SACE si distingue in tre fasi principali:
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A) La determinazione della categoria di rischio sulla base del metodo OCSE
esprime una misura della probabilità di default (probabilità che il paese non onori il
servizio del debito nel medio lungo termine).
I paesi sono divisi in 8 categorie da 0 a 7:
0 - rappresenta un rischio trascurabile e comprende le economie avanzate (paesi UE,
USA, Giappone....).
All'aumentare delle categorie il rischio diventa più significativo fino ad arrivare alla
categoria 7.
7 - rappresenta il rischio massimo, è molto eterogeneo e comprende realtà molto
differenti tra loro, da paesi isolati dalla comunità internazionale come la Corea del Nord, a
situazioni di conflitto come in Sudan, Costa d'Avorio, Argentina, Bielorussia, Serbia,
Angola.
Alle categorie del rischio è legato il Minimum Premium Rate (MPR), il premio
minimo che le ECA sono tenute ad applicare per il rischio sovrano a MLT.
Il MPR non si applica ai paesi di categoria 0.
B) Il CRAM (Country Risk Assessment Model) dell’OCSE include indicatori che
riguardano:
1) Situazione economica:
Potenziale di crescita (tasso d'investimento, tasso di risparmio, PIL, aspettativa di vita)
−
Performance della politica economica (inflazione, saldo conto corrente, saldo
bilancio pubblico)
−
Vulnerabilità Shock esterni (diversificazioni export, importazioni oil, aiuti)
2) Situazione finanziaria:
−
debito estero in rapporto al PIL e alle esportazioni
−
riserve valutarie
3) Esperienza di pagamento:
−
sinistri in corso/esposizione
−
indennizzi pagati/esposizione nei confronti delle ECA, FMI e Banca Mondiale.
4) Situazione politica
−
stabilità politica
−
tensioni sociali
−
violenza politica, trasferimento etc.
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Gli indicatori sono combinati in un credit score che viene aggiornato trimestralmente
e in uno score rischio mercato.
Lo score rischio mercato:
1) Rischio politico (RP)
∞
politica interna
∞
relazioni internazionali
2) Rischio economico (RE)
∞
attività economica, bilancio pubblico e inflazione, bilancia dei pagamenti,
debito estero e riserve, tasso di cambio, mercato azionario
3) Rischio bancario (RB)
∞
struttura
∞
performance
4) Rischio operativo (RO)
∞
sistema legale
∞
atteggiamento FDIi
∞
infrastrutture
∞
sicurezza.
∞
Il credit score viene convertito in categorie di rischio dallo 0 al 7 e
costituisce il punto di partenza dell'aggiustamento qualitativo.
La media ponderata degli score rischio credito e rischio mercato consente di fare la
valutazione qualitativa del livello di rischio; risultato un punteggio da 1 a 9.
Rating di rischio paese in SACE
basso
medio
alto
13
Ll (rischio minimo, score pari a 1)
H3 (rischio massimo, score pari a 9)
Out-look: - positivo
- stabile
- negativo
per ciascuna delle dimensioni del rischio paese:
- economica
- politica nelle sue dimensioni di rischio esproprio, trasferimento e violenza
- finanziaria
- operativa.
Sulla base di queste valutazioni viene definito un profilo di rischio sintetico che
combina livello e out-look dei rischi.
Questo indicatore sintetico è utilizzato nella valutazione dell'affidabilità del paese
accanto a ciascun indicatore settoriale che possa essere di particolare rilievo (ad esempio
l'indicatore di rischio politico in un paese a forte conflittualità).
C) Le condizioni di assicurabilità indicano l'atteggiamento assicurativo di SACE
verso ciascun paese, cioè i termini ai quali SACE è disposta ad operare in un determinato
mercato.
Ogni ECA può definire e calibrare il proprio atteggiamento assicurativo in base
all'esperienza di pagamento.
In base ai risultati dello studio del rischio paese, le tipologie di atteggiamento
assicurativo sono:
Apertura - riguardo ai paesi industrializzati e alcuni paesi emergenti che
non presentano aspetti di rischiosità particolarmente rilevanti (Cina, Russia, Emirati Arabi
Uniti).
Apertura con condizioni - comprende paesi come Iran, Argentina, Venezuela e
include limitazioni riguardanti: controparte (es. sovrana), importi, durate e percentuale di
copertura (breve, medio-lungo termine).
Chiusura – è prevista per i paesi ad alto rischio.
L'analisi del rischio paese è essenziale nel settore dell'assicurazione del credito
all'esportazione e per una società come SACE, la cui missione è orientata al sostegno
all'internazionalizzazione del sistema economico italiano, in un contesto di
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trasformazione dell'attività delle ECA verso un modello orientato al mercato.
L'atteggiamento assicurativo complessivo (che comprende le condizioni di
assicurabilità, le categorie di rischio OCSE e le valutazioni su livello e outlook dei
singoli fattori che compongono il rischio paese) costituisce il punto di partenza del
processo di valutazione di ogni operazione assicurata.
La valutazione del rischio paese – seppure incentrata sugli strumenti di analisi
macroeconomica tradizionale – ha tuttavia lo scopo tangibile di fornire un sostegno
all'attività di assunzione dei rischi e mantiene quindi un approccio sostanzialmente
pragmatico.
3. Considerazioni generali
Il concetto di rischio paese deve essere interpretato in una nuova ottica, sulla base
di un approccio multidimensionale che tenga conto sia dei tradizionali rischi di
vulnerabilità macroeconomica sia dei fattori legati al sistema operativo, al quadro
regolamentare e di competitività dei mercati, ai rischi geopolitici e finanziari.
Il sistema di valutazione dei rischi paese utilizzato da SACE deve essere
considerato un work in progress per consentire di incorporare nell'analisi dei rischi le
trasformazioni strutturali che sono continuamente in atto nelle economie dell'era globale.
L'obiettivo degli analisti del rischio paese è quello di dare a tutti gli interessati uno
strumento in grado di fornire, in modo abbastanza preciso, indicazioni sulla opportunità:
−
di concedere o rifiutare nuovi prestiti
−
di modificare i limiti di fido già concessi
−
di intraprendere o meno degli investimenti nei paesi in esame.
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CAP. I: L'AREA DEL MEDITERRANEO
La regione del Mediterraneo è considerata culla di alcune tra le più antiche civiltà.
Il bacino del Mediterraneo si estende dall'Europa alla parte occidentale dell'Asia,
comprendendo la penisola dell'Anatolia, con l'eccezione della parte centrale con clima
differente.
La regione costituita dal Mediterraneo meridionale e orientale e dal Medio Oriente
riveste un’importanza strategica vitale per l’Unione Europea. D’altronde, il Consiglio e la
Commissione la considerano una priorità essenziale nelle relazioni estere dell’UE.
La creazione di uno Spazio Economico Comune dell'Area Euro Mediterranea
rappresenta uno degli assi portanti della Nuova Politica Mediterranea della Unione
Europea, avviata con la Conferenza di Barcellona 1995; i suoi contenuti sono stati
confermati e rafforzati dalla seconda Conferenza ministeriale tenutasi a Malta il 15-16
aprile 2009.
1. Il programma di parteneriato Euro-Mediterraneo, definito anche “Processo
di Barcellona”, costituisce il riferimento istituzionale per le relazioni tra i paesi UE e 12
Paesi Partner (Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Malta, Marocco,
Palestina, Siria, Tunisia, Turchia); anche la Libia partecipa a questa partnership, ma con un
ruolo di osservatore.
Il parteneriato euromediterraneo ha per obiettivo di fare del bacino del Mediterraneo
uno spazio di dialogo, scambi e cooperazione che garantisca la pace, la stabilità e la
prosperità; di potenziare il dialogo politico; di sviluppare la cooperazione economica e
sociale; di valorizzare maggiormente la dimensione sociale, culturale e umana e di istituire
una zona di libero scambio entro il 2010. Esso colloca la transizione economica ed il
libero scambio al centro della cooperazione finanziaria fra l’Unione e questa regione.
Uno degli strumenti più importanti messi in campo dell'UE per il raggiungimento di
tale obiettivo è il programma MEDA, programma nell'ambito del quale si finanziano
progetti in partnership volti allo sviluppo di politiche di riequilibrio strutturale e di
upgrading delle economie e dei sistemi produttivi dei Paesi partner.
2. Il MEDA prevede relazioni basate sulla reciprocità e sul parteneriato, la
progressiva creazione entro il 2010, di una zona di libero scambio all’interno dello spazio
16
economico euromediterraneo (comprendente ormai 25 Paesi dell’U.E. e i 12 Paesi del
Mediterraneo) nel segno della libera circolazione di merci, servizi e capitali, favorendo
l’integrazione delle economie Regionali e creando una dinamica di cooperazione
economica, politica e sociale, con l’istituzione di organismi per sorvegliarne il corretto
funzionamento.
L'Europa sta vivendo in questi ultimi anni un processo complesso di trasformazione
e allargamento che comporta insieme incertezze e rischi di instabilità economica e sociale
e grandi opportunità di sviluppo.
La linea europea cerca di trovare un equilibrio tra l'estensione già in atto a Est e la
volontà di mantenere i rapporti con la Sponda Sud dell'Europa: il Mediterraneo.
La sfida che l'UE ha di fronte è quella di costruire uno spazio comune di sicurezza,
stabilità, sviluppo sostenibile tra i paesi della UE ed i paesi vicini.
Il regolamento MEDA costituisce il principale strumento della cooperazione
economica e finanziaria del parteneriato euromediterraneo. Varato nel 1996 (MEDA I) e
modificato nel 2000 (MEDA II), consente all'Unione Europea (UE) di fornire un aiuto
finanziario e tecnico ai paesi a sud del Mediterraneo, ossia: Algeria, Cipro, Egitto, Israele,
Giordania, Libano, Malta, Marocco, Siria, Territori palestinesi, Tunisia e Turchia. Il
programma MEDA si sostituisce ai diversi protocolli finanziari bilaterali esistenti con i
paesi del bacino mediterraneo. Esso si ispira ai programmi PHARE e TACIS, in particolare
per quanto attiene alla trasparenza e all'informazione. Per assicurare il finanziamento di
questo programma è stata istituita una linea di bilancio.
Gli interventi del programma MEDA mirano a realizzare gli obiettivi dei tre settori
del parteneriato euromediterraneo:
∞
il rafforzamento della stabilità politica e della democrazia;
∞
l'attuazione di una zona euromediterranea di libero scambio e lo sviluppo della
cooperazione economica e sociale;
∞
l'attenzione alla dimensione umana e culturale.
In ambito economico e finanziario, oltre al commercio sono state definite sei linee
prioritarie di intervento:
- industria
- ambiente
- acqua
17
- società dell'informazione
- energia
- trasporti.
Il Programma MEDA, finalizzato a sostenere il processo di riforma economica e
sociale nei paesi MEDA, ha una duplice vocazione: bilaterale e regionale.
A livello bilaterale, l'assistenza si esplica nel quadro degli Accordi di associazione
conclusi dall'UE con i singoli Stati.
A livello regionale e multilaterale, il Programma sostiene la politica di cooperazione
regionale volta a promuovere una integrazione più stretta tra i Paesi partner.
I programmi regionali completano e rafforzano i programmi bilaterali.
Beneficiari
Per quanto riguarda la cooperazione bilaterale, possono avvalersi dei fondi MEDA:
Algeria, Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Siria, Territori Palestinesi e Tunisia.
La cooperazione multilaterale è aperta a tutti i partner del processo di Barcellona.
Possono beneficiare dei finanziamenti del programma MEDA non soltanto gli stati e
le regioni, ma anche le autorità locali, le organizzazioni regionali, gli organismi pubblici, le
comunità locali, le organizzazioni di sostegno delle imprese, gli operatori privati, le
cooperative, le associazioni, le fondazioni e le organizzazioni non governative dei paesi
dell'UE e dei paesi terzi mediterranei.
Ammontare delle risorse
5,35 miliardi di Euro complessivi per il periodo 2000-2006.
Tipologie di intervento
I finanziamenti di MEDA sono costituiti principalmente da:
−
aiuti non rimborsabili gestiti dalla Commissione Europea
−
capitali di rischio accordati e gestiti dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI)
per rafforzare il settore privato, in particolare il settore finanziario
−
abbuoni di interessi per prestiti concessi dalla BEI nell'ambito della cooperazione nel
settore ambientale.
Il tasso di abbuono non deve superare il 3%.
Il finanziamento comunitario può coprire le spese per l'importazione di merci e
servizi e le spese locali necessarie per realizzare i progetti e i programmi previsti.
Sono esclusi dal finanziamento tasse, dazi e imposizioni.