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Introduzione
Il mercato del lavoro è cambiato, ma non le sue regole, infatti siamo in un
periodo di transizione dalla “vecchia” alla “nuova” economia, dal mercato
domestico a quello globalizzato. Sempre più posti di lavoro sono offerti dalle
piccole-medie imprese, nel terziario, nelle tipologie “flessibili”. Per quanto
riguarda l’impresa competitiva, occorrono sia risorse umane di qualità, cioè
adattabili (flessibili e formate), che sviluppare regole per un rapporto di lavoro
flessibile con principi che riflettano i reali livelli di competitività e produttività
dalle risorse umane. A questo proposito l’Unione Europea raccomanda di creare
un’occupazione di qualità, innanzitutto per far uscire l’Italia dal sommerso.
La società occidentale è una società di organizzazioni: si nasce in
organizzazioni, si viene educati in organizzazioni, si lavora per organizzazioni, si
trascorre tempo libero in organizzazioni sportive e, una volta morti, si dovrà
chiedere allo Stato, la massima delle organizzazioni, un’autorizzazione al
seppellimento del defunto. Tali organizzazioni possono essere definite come
“unità sociali (o raggruppamenti sociali) deliberatamente costruiti con una
struttura appropriata per il raggiungimento di fini specifici” oppure come “un
tipo preciso di formazione sociale, chiaramente distinguibile dal suo ambiente
sociale, dotata di una struttura interna differenziata ed orientata al perseguimento
di scopi specifici e allo svolgimento di compiti definiti”.
L’uomo quindi, con le sue capacità e con la sua volontà come elemento
motore e determinante dei successi ed insuccessi dell’organizzazione, è la vera
variabile indipendente, mentre l’organizzazione è a lui subordinata. La risorsa
umana ha grosse capacità di crescita e di sviluppo se l’organizzazione glielo
consente. Occorre pertanto realizzare un’organizzazione “a misura d’uomo”, che
consenta al lavoratore di esprimere al meglio le proprie potenzialità, inoltre è
opportuno, assicurare buone relazioni con il personale curando i rapporti tra
azienda e lavoratore. Il compito della gestione delle risorse umane è quindi,
quello di assicurare un buon clima nell’organizzazione e che vi sia “l’uomo
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giusto al posto giusto”. Gli strumenti di gestione delle risorse umane, utilizzati
valorizzano l’uomo come risorsa da impiegare al meglio. La concreta
applicazione di questi concetti appare necessaria per una migliore soluzione del
rapporto razionalità organizzativa-felicità umana: infatti il soddisfacimento delle
esigenze sociali dei membri dell’organizzazione consente la loro piena
collaborazione per il conseguimento degli obiettivi posti. Per poter organizzare
l’attività nel migliore dei modi, è necessario che l’uomo avverta i bisogni di auto-
stima, di auto-attualizzazione e di stima da parte degli altri; affinchè ciò avvenga,
è indispensabile però, che l’individuo svolga l’attività che gli è più congeniale
per evitare situazioni di irrequietezza e scontenti.
Il presente lavoro si sofferma sulla tematica della valutazione e gestione
delle risorse umane dopo l’introduzione della riforma Brunetta (d.lgs. 150/2009).
In particolare, il primo capitolo fornisce un quadro sulla valutazione, cos’è,
quali sono le finalità e le tipologie della valutazione (valutazione della posizione,
valutazione della prestazione, valutazione delle competenze, valutazione del
personale).
Il secondo capitolo prende in oggetto la Pubblica Amministrazione. Dopo
aver fornito una definizione di P.A. ed aver tracciato il contesto e l’ambito di
azione della stessa, si passerà a trattare delle principali riforme legislative che
essa ha subito dagli anni Novanta al 2005.
Infine, l’ultimo capitolo analizza l’ultima riforma della P.A.: la riforma
Brunetta. Nello specifico, sarà preso in esame il tema della valutazione.
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CAPITOLO I
LA V ALUTAZIONE
FINALITÀ
La valutazione consiste in una procedura, organica e sistematica, volta ad
assicurare un giudizio su ciascun dipendente. Tale giudizio è rilevante per
valutare ed individuare, attraverso appositi criteri, sia il rendimento che le
caratteristiche professionali che emergono nel momento in cui si esegue il lavoro.
L’adozione di sistemi organici di valutazione del personale è indispensabili
per vari motivi, soprattutto perché attraverso di essa è possibile soddisfare alcune
esigenze, tra cui l’equità e la sicurezza
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.
Inoltre, attraverso un idoneo sistema di valutazione è possibile premiare
solo i dipendenti che lo meritano, in quanto essa soddisfa anche l’esigenza di
giustizia. In questo modo, la valutazione contribuisce anche a ricondurre la
problematica relativa alle retribuzioni alla necessaria base economica, secondo
cui è importante rispettare la relazione che sussiste tra le prestazioni del
collaboratore e le controprestazioni ricevute.
Per quanto concerne le finalità della valutazione del personale, tra esse
spiccano:
- il miglioramento delle prestazioni, che devono essere orientate verso una
migliore partecipazione dei singoli dipendenti al raggiungimento degli obiettivi
prefissati dall’ente;
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ALBANO P., CARAPELLA B., La valutazione della dirigenza. Principi, valori,
strumenti e percorsi nelle amministrazioni pubbliche, Milano, 2003, pp. 30 ss.
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- il censimento del potenziale umane e le competenze affidate in relazione
alle attività e ai servizi che l’ente eroga;
- il fatto di rendere esplicito, trasparente ed analitico il processo di
valutazione informale, che è presente in qualsiasi tipo di organizzazione,
tentando di superare le eventuali difficoltà e i difetti di genericità ed ambiguità
dei sistemi informali di valutazione;
- valorizzare le risorse umane dell’ente, in particolare mettendo in rilievo
sia le esigenze e le condizioni per un miglior impiego del personale, che le
eventuali esigenze ed opportunità di formazione;
- l’orientamento dei comportamenti organizzativi dei dipendenti verso le
priorità o le nuove modalità di lavoro;
- scambio di informazioni e valutazioni in merito alle condizioni di lavoro e
su tutti gli aspetti inerenti l’organizzazione.
OGGETTO
I sistemi di valutazione si suddividono in
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:
1. valutazione delle posizioni;
2. valutazione delle prestazioni;
3. valutazione del potenziale;
4. valutazione delle competenze.
Questi quattro sistemi concorrono a formare i sistemi permanenti di
valutazione.
2
CRISTIANO E., Il sistema dei controlli e la valutazione nella pubblica
amministrazione, Milano, 2006, pp. 21-22.
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Infatti, come vedremo nel prosieguo, nell’ambito della valutazione della
posizione si valuta soprattutto il ruolo organizzativo a prescindere da chi lo
ricopre. Tale tipologia di valutazione ha lo scopo di creare un sistema di
classificazione del lavoro che consenta una retribuzione equa e giusta per le
diverse posizioni organizzative.
Nel momento in cui la valutazione focalizza l’attenzione sull’individuo,
allora si parla di valutazione delle prestazioni. Infatti, questa è volta alla
valutazione del soggetto che ricopre una determinata carica e quanto tale
individuo abbia contribuito ai risultati ottenuti dall’organizzazione.
Invece, per quanto concerne la valutazione del potenziale essa è volta
all’analisi delle caratteristiche, intese in termini di attitudini e capacità del
singolo individuo e valuta, dunque, le possibili prestazioni future.
Infine, nella valutazione delle competenze l’attenzione è volta sia
all’individuo che alle capacità, esperienze e conoscenze che esso possiede.
La tabella sotto riportata sintetizza quanto detto sinora.
Tabella 1 – I sistemi di valutazione
Sistema di valutazione Oggetto della valutazione Obiettivi
Valutazione della
prestazione
Ciò che il valutato fa e come
lo fa
Efficienza
Verifica il raggiungimento
degli obiettivi e
l’adeguatezza dei
comportamenti
Valutazione della posizione
Quello che si deve fare e
come
Definire il sistema dei ruoli
Valutare l’importanza delle
posizioni
Valutazione delle
competenze
Competenze presenti rispetto
a quelle desiderate
Sviluppo del personale
Valutazione del potenziale
Ciò che il valutato potrebbe
fare
Pianificazione del personale
Valutazione delle
caratteristiche del personale
in relazione al cambiamento
di ruolo
Di seguito si analizzeranno nel dettaglio i vari sistemi.
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Valutazione della posizione
Tra tutte le innovazioni introdotte con i contratti collettivi, un ruolo
specifico è attribuito al sistema di valutazione delle posizioni.
L’obiettivo di tale valutazione è quello di comprendere il modo in cui la
singola posizione contribuisce a raggiungere gli scopi prefissati dall’ente, di
conseguenza essa misura il valore del lavoro
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(job evaluation).
La job evaluation consiste in uno strumento utile al fine di paragonare i vari
valori inerenti alle diverse mansioni svolte all’interno di un’azienda, allo scopo
di porre le base per una struttura retributiva che sia razionale e bilanciata.
Per poter realizzare un sistema di valutazione delle posizioni efficace, è
necessario esaminare due elementi:
- la metodologia della valutazione;
- il processo complessivo.
In riferimento alla prima, essa si suddivide in vari approcci. Pertanto, la
posizione potrà essere valutata o nel suo insieme o dettagliatamente, potrà avere
un approccio quantitativo, attraverso i punteggi, o non quantitativo; infine, potrà
avvalersi del confronto tra le posizioni o meno
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.
Tabella 2 – Metodologia della valutazione
Approccio Quantitativo Non quantitativo
Metodo del confronto Metodo di analisi
Metodi analitici Metodi globali
Confronto tra posizioni Metodo della comparazione
tra fattori
Metodo della graduatoria
Confronto con scale/griglie Metodo del punteggio Metodo della classificazione
FONTE: AIUTO G., GALBIATI M., , L’analisi e la valutazione delle posizioni con il
metodo Hay, in Costa G. (a cura di), Manuale di gestione del personale, vol. 2, Torino, 1992.
3
AUTERI E. , Il management delle risorse umane, Milano, 1997, p. 34.
4
AIUTO G., GALBIATI M., , L’analisi e la valutazione delle posizioni con il metodo
Hay, in Costa G. (a cura di), Manuale di gestione del personale, vol. 2, Torino, 1992.