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INTRODUZIONE
Il tema principale del mio lavoro riguarda la relazione tra prodotti tipici e turismo e di
come questi prodotti del territorio possano rappresentare una risorsa per lo sviluppo
socio-economico di un territorio, diventando una fonte importante di sviluppo turistico.
In particolare, questo studio nasce dalla voglia di rimediare al problema della forte
stagionalità del flusso turistico di Caorle, ragionando quindi sulle risorse che questa
cittadina possiede, si cercherà di capire quali possano essere sfruttate per questo fine.
Il tipo di turismo presente è sostanzialmente balneare, di conseguenza, concentrato nei
pochi mesi estivi e caratterizzato da un affollamento insostenibile nelle spiagge e nel
centro storico e una desertificazione nella stagione invernale, che comporta dei forti
scompensi ai quali si potrebbe porre rimedio con una politica turistica, che non fondi il
suo flusso turistico esclusivamente su un tipo balneare, ma che focalizzi l’attenzione
anche su altri tipi di turismo, ad esempio verso un turismo enogastronomico.
Il seguente lavoro inizia con l’evoluzione che la pratica turistica ha avuto nel corso degli
anni. Da quando con il fenomeno del Grand Tour sono stati fatti i primi viaggi, ci sono
stati una serie di cambiamenti sia qualitativi che quantitativi della domanda e
dell’offerta turistica, che ci hanno condotto al modo di fare vacanza che noi tutti oggi
conosciamo. Successivamente, viene trattato il prodotto turistico e le sue caratteristiche
fondamentali, evidenziandone in particolare il carattere di prodotto non riproducibile,
soggettivo e composito.
Questa premessa è doverosa per passare nel secondo capitolo al fulcro del lavoro: il
prodotto turistico enogastronomico. Riguardo a questo particolare prodotto turistico si
cerca di metterne in luce le potenzialità come motore di sviluppo del territorio ed
evidenziandone anche le caratteristiche e le aspettative della domanda e dell’offerta.
Successivamente, si traccia un quadro generale del successo che questo prodotto sta
avendo in Italia e in particolare in Veneto, con una particolare attenzione alle
destinazioni turistiche balneari.
Nel terzo e ultimo capitolo infine si analizza più in dettaglio la situazione della città di
Caorle. Dopo aver presentato nella prima parte le risorse disponibili, dal paesaggio ai
vari itinerari tematici ed enogastronomici presenti, si passa alle problematiche del
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turismo attualmente a Caorle evidenziandone la stagionalità, nonché la composizione e
la tipologia della domanda turistica.
Successivamente per avere inoltre dei riscontri pratici sull’effettività o meno di un
turismo enogastronomico a Caorle, è stato sottoposto un breve questionario ai turisti in
visita a Caorle di cui se ne sintetizzano i risultati. A seguire si è cercato di evidenziare la
situazione attuale riguardante il turismo enogastronomico a Caorle, evidenziando quindi
i prodotti e i piatti tipici di questa cittadina marinara e le manifestazioni e associazioni
presenti.
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CAPITOLO 1: IL FENOMENO DEL TURISMO
1.1 L’ evoluzione del turismo fino ad oggi
Il turismo ai giorni nostri rappresenta il settore più importante e dinamico dell’economia
mondiale ed è definito un fenomeno complesso e vario.
Complesso, in quanto implica lo svolgimento di un gran numero di attività, da alberghi
e ristoranti a negozi di souvenir e banche, che vanno organizzate e coordinate fra loro.
Vario, in quanto il termine turismo viene usato per indicare le attività più diverse, che
hanno come elemento in comune lo spostamento del turista dalla sua residenza.
(Dubini, 2008)
Generalmente si fa risalire la nascita del turismo e dei viaggi a lunga distanza tra la fine
del Seicento e l’inizio del Settecento, in concomitanza con l’affermarsi del fenomeno
del “Grand Tour”. Tale pratica costituiva un obbligo, un’esigenza educativa per tutti i
giovani ricchi d’Europa, inglesi in particolare, consistente nel “giro” di alcuni paesi
europei, e dell’Italia in particolare, per il completamento della propria formazione
culturale, politica e personale,e la sua durata complessiva era non inferiore ai due anni.
Successivamente nel secolo seguente viaggiare diventa sempre più frequente anche se i
viaggi sono comunque motivati esclusivamente da necessità pratiche. (Ferrari, 2009)
Solo nell’Ottocento si assiste ad un mutamento radicale, grazie infatti all’espansione dei
mezzi di trasporto come il treno e la nave ed alla diffusione di un maggiore benessere
collegato ad una maggiore ricchezza collettiva, il viaggio si trasforma in una gradevole
evasione verso mete sconosciute.
Il cambiamento più importante si ha però nei primi anni Venti del Novecento quando
iniziano a viaggiare, anche se in misura molto ridotta, le classi subalterne, piccoli
borghesi e perfino operaie.
Ecco quindi che il turismo nasce come attività d’élite, ma dalla fine della seconda
guerra mondiale fino agli anni ’50 e ’60, il turismo comincia a divenire già un’attività di
post-élite accessibile ormai a una fascia di popolazione sempre più ampia e non solo
particolarmente benestante, per sfociare poi negli anni ’70 come un vero e proprio
turismo di massa, grazie anche alla spinta decisiva data dall’intervento dello Stato con
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attività di tipo legislativo e amministrativo come le ferie retribuite, la regolazione delle
nuove professioni turistiche e l’obbligo di ritmi di lavoro meno pesanti.
Ma l’evoluzione significativa e più interessante ai nostri fini si ha dal turismo di massa
degli anni ‘70 al turismo moderno. Analizzando le distinzioni emerge che in quegli anni
il turismo era in piena espansione e la relativa domanda turistica era decisamente
omogenea e semplice da soddisfare.
Il novanta percento della domanda turistica europea degli anni Settanta poteva essere
infatti descritto dalle seguenti caratteristiche (Van der Borg, 2009):
1. Automobile: quasi tutti coloro che andavano in vacanza utilizzavano l’automobile
per spostarsi. Si sceglievano quindi destinazioni vicine e il turismo era per lo più di
tipo nazionale;
2. Famiglia: nella maggior parte dei casi si andava in vacanza con la famiglia;
3. Mare: la meta principale delle vacanze era il mare;
4. Relax: la vacanza era sinonimo di relax e divertimento senza impegni;
5. Agosto: i vacanzieri andavano in ferie nel mese di agosto e vi rimanevano per tutto il
periodo, in sostanza si faceva un'unica vacanza ma molto lunga;
6. Pensioni e camping: queste erano le principali forme di soggiorno utilizzate. Si può
facilmente dedurre che per le vacanze si disponeva di un budget modesto.
Al giorno d’oggi è invece presente un’elevata diversificazione della domanda, il
mercato si presenta come molto frammentato. Sta quindi all’imprenditore turistico
innanzitutto capire la clientela e conoscere le tendenze, e poi, saper diversificare i propri
servizi e puntare sulla qualità, non copiando le già esistenti formule di successo.
Tra le caratteristiche principali della domanda turistica moderna (Van der Borg, 2009)
troviamo l’eterogeneità dei mezzi di trasporto, i vacanzieri oggigiorno per raggiungere
le loro destinazioni utilizzano moltissimi mezzi di trasporto come l’aereo, l’automobile,
il treno, la bicicletta etc. molto più che in passato. Un'altra caratteristica è poi la
composizione alternativa della vacanza non si va più in vacanza infatti solamente con la
famiglia, ma anche con le comitive di amici, i colleghi di lavoro o la parrocchia solo per
citarne alcuni. E’ da notare poi che ci si sposta sempre più verso località sconosciute a
seguito di questa crescente voglia di andare all’estero e visitare luoghi non familiari.
Riguardo al tempo di permanenza, le vacanze si fanno più brevi ma più frequenti e
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diluiti lungo tutto l’arco dell’anno, non tutti quindi vanno più in ferie solo nel mese di
agosto come accadeva in passato.
Una precisazione va fatta anche sull’eterogeneità delle sistemazioni e sulla diversità di
motivazioni, oggi non si sceglie più per il proprio soggiorno solo camping o pensioni,
ma anche hotel, residence, multiproprietà, B&B e villaggi turistici e se una volta il
motivo principale della vacanza era di stare al sole e fuori dalla vita quotidiana,
oggigiorno, invece, si va in vacanza per i motivi più svariati ad esempio per motivi
religiosi o di salute, di cultura od ecologici. In merito a quest’ultimo punto si sta
diffondendo sempre più un turismo collegato ai grandi eventi che attirano sporadiche
ma consistenti flussi di turisti come ad esempio il turismo collegato al Giubileo o alle
Olimpiadi.
I cambiamenti intervenuti nel mercato turistico negli ultimi vent’anni possono quindi
essere classificati principalmente in due grandi categorie: cambiamenti qualitativi e
cambiamenti quantitativi.
1.2 I cambiamenti quantitativi
Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad una forte crescita della domanda turistica
globale, la quale cresce attualmente mediamente del 3/4% all’anno, quindi
tendenzialmente in misura nettamente superiore alla crescita del PIL. Questo significa
che il turismo acquista sempre maggiore importanza all’interno dell’economia.
I principali motivi della crescita possono essere ricondotti a molteplici motivazioni (Van
der Borg, 2009) tra cui si segnala in primis la maggiore disponibilità di reddito essendo
infatti il turismo un bene di lusso se aumenta il reddito cresce il suo consumo, ma anche
la maggiore disponibilità di tempo libero, grazie infatti alla tecnologia che ha ridotto i
tempi di lavoro e di determinate scelte politico-economiche c’è più tempo libero a
disposizione che può essere impiegato per le vacanze.
Doveroso è inoltre considerare la forte crescita culturale che ha stimolato la curiosità e
quindi la voglia di viaggiare della popolazione. Si conoscono infatti più lingue e anche
grazie all’uso della televisione e di Internet si è diventati più aperti e consapevoli del
mondo intorno a noi. Riguardo a quest’ultimo punto và fatta una precisazione, perché se
da un lato questi mezzi d’informazione ci consentono di compiere delle scelte
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informate, dall’altro contribuiscono al diffondersi dell’ideale della vacanza e spesso
fanno sì che la gente percepisca il bisogno di andare in vacanza.
Inoltre vanno considerate anche le innovazioni nel campo dei trasporti (al giorno d’oggi
è molto più facile ed economico spostarsi per lunghe distanze rispetto a cinquant’anni
fa) così come in campo politico, certi paesi hanno infatti aperto le frontiere consentendo
l’entrata e l’uscita delle persone dagli stati. Molto importante in questo senso è stata
anche l’integrazione europea che ha facilitato maggiormente gli spostamenti all’interno
degli Stati membri.
1.3 I cambiamenti qualitativi
Al di là della crescita quantitativa, negli ultimi vent’anni abbiamo assistito anche ad una
poderosa diversificazione e frammentazione della domanda turistica. La pratica turistica
ha subito una serie di variazioni. Alla base di queste variazioni ci sono molteplici motivi
(Van der Borg, 2009) tra cui meritano di essere citate per la loro influenza fondamentale
la maggior cultura che ha comportato uno spostamento dalle vacanze passive ad un
turismo culturale ed esperienziale, (ad oggi si stanno diffondendo infatti vacanze con
sempre più obiettivi diversificati) ma anche come detto sopra un maggior tempo libero
che consente più opportunità di viaggio distribuite nell’arco dell’anno e ci conduce
quindi a una minore stagionalità in quanto la gente si muove in periodi diversi.
Esistono inoltre numerosi nuovi mezzi d’informazione che ci consentono di compiere
una scelta più consapevole ed informata, collegandosi in rete comodamente da casa
possiamo trovare tutte le informazioni di cui necessitiamo senza l’ausilio di intermediari
specializzati e quindi con un notevole risparmio in termini di tempo e denaro.
Infine un maggior stress portato dagli impegni della società moderna ha comportato un
aumento della richiesta di svago e quindi un aumento delle richieste di vacanza.
1.4 Le caratteristiche del prodotto turistico
Ogni paese è caratterizzato da diverse risorse ambientali e culturali come l’ambiente, la
storia, i luoghi ricettivi, lo sport, i musei, l’ospitalità e la gastronomia. Per attivare un
flusso turistico in una determinata località è necessario saper utilizzare al meglio queste