Introduzione
I profondi mutamenti di natura economica, sociale e culturale avvenuti a
livello globale negli ultimi decenni hanno avuto ripercussioni anche sullo
sviluppo e sull’evoluzione del sistema agro-alimentari. Infatti il settore
agroalimentare si presenta oggi più che mai estremamente complesso e
differenziato.
L’attenzione che i consumatori e, di riflesso i media, hanno avuto in questi
ultimi anni nei confronti dei cosiddetti “prodotti tipici” è uno degli elementi
più rilevanti del sistema agroalimentare, italiano e non solo. Certamente i
prodotti tipici sono leve importanti per lo sviluppo del settore agro alimentare
nazionale. Questo lavoro trova fondamento in questa constatazione e si
sofferma appunto sulle dinamiche di valorizzazione delle produzioni
agroalimentari tipiche e di qualità, riconosciute e non. In contrapposizione al
processo di globalizzazione dei mercati e alla conseguente diffusione ed
omologazione dei modelli di consumo alimentare tra i vari paesi, le
produzioni tipiche possiedono un proprio e forte legame al territorio che, se
individuato ed adeguatamente valorizzato, può promuoverne quindi i diversi
aspetti ai fini dello sviluppo socio-economico.
L’analisi trova supporto nello studio del caso della cipolla rossa di Tropea-
Calabria Igp, per il quale si è cercato di analizzarne la valorizzazione, le
condizioni aziendali e delle lavoratrici. L’idea di dedicarmi allo studio di tale
produzione, nasce essenzialmente da una constatazione di fatto: negli ultimi
anni si è assistito ad una incremento della produzione e consumo di cipolla
rossa di Tropea-Calabria Igp, quindi l’attenzione verso questo prodotto è
cresciuta, tanto da influire sulle attività e sul territorio che ricadono in
provincia di Vibo Valentia. Le peculiarità di questo prodotto infatti dipendono
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e sono strettamente collegate al territorio d’origine e alle sue caratteristiche
pedo-climatiche.
Lo studio si è avvalso dell’analisi di documenti e diversi materiali e della
ricerca condotta sul campo, attraverso interviste a testimoni privilegiati, a
produttori agricoli e ad operaie, e anche ad un’attività di osservazione diretta.
L’analisi empirica ha permesso di analizzare il contesto produttivo ed
identificare le variabili che incidono in maniera positiva o negativa sul
prodotto e sulla posizione che avrà nel mercato agroalimentare, di valutare le
motivazioni dei produttori e il grado di soddisfazione rispetto al marchio di
tutela Igp e, infine, il ruolo e la condizione delle donne impiegate in maniera
importante nella produzione della cipolla rossa di Tropea.
Il lavoro si divide in quattro capitoli. Il primo capitolo inizia con la
definizione di prodotto tipico e la posizione che occupa nel mercato
agroalimentare. Il prodotto tipico è la risposta alle nuove tendenze, che si
sono sviluppate nei consumi alimentari e costituisce un importante elemento
di differenziazione favorendo la penetrazione in nicchie di mercato con un
forte tasso di sviluppo. Il capitolo successivamente, continua con un’analisi
del quadro giuridico di riferimento. Alla base di qualunque produzione tipica,
infatti, ci devono essere delle leggi che la tutelino, rendendo possibile la
distinzione della stessa dagli altri prodotti presenti sul mercato, risolvendo
così il problema delle frodi e dell'asimmetria informativa.
Nel secondo capitolo, ho analizzato i punti di forza e di debolezza dei prodotti
tipici e il loro legame con tre dimensioni: storia, territorio e qualità. In
generale, se il loro elemento caratteristico è la specificità del prodotto,
dall’altra parte la difficoltà di valorizzarlo, la sua scarsa conoscenza e la
difficoltà di imporsi sul mercato costituiscono evidenti ostacoli per lo
sviluppo degli stessi.
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Nel terzo capitolo, mi sono concentrata sullo studio di un prodotto tipico: la
cipolla rossa di Tropea Calabria Igp. Dopo una breve introduzione sull’origine
storica della cipolla rossa, mi sono soffermata sulle caratteristiche del
prodotto e della sua produzione, dopo di che ho fatto riferimento sull’attività
legislativa attuata per la valorizzazione di questo prodotto a partire dal
disciplinare di produzione, continuando con la costituzione del consorzio e
dell’assegnazione del marchio Igp.
Infine nel quarto capitolo sono stati presentati i risultati dell’indagine
condotta presso le aziende del posto.
Seguono le conclusioni.
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CAPITOLO 1
IL PRODOTTO TIPICO
SUL MERCATO AGROALIMENTARE
1.1. La globalizzazione e il mercato agroalimentare
Per settore agroalimentare si intende quel settore che espleta le funzioni
alimentari di un Paese, e che comprende tuti i settori coinvolti nella
produzione e distribuzione dei prodotti agricoli, ovvero: agricoltura, industrie
fornitrici di mezzi tecnici per l’agricoltura, industria per la trasformazione
alimentare, settore del commercio che si occupa della distribuzione
alimentare. Per grandi linee è possibile individuare sette fasi nell’evoluzione
del settore agroalimentare:
•
Una fase originaria dove la produzione e il consumo alimentare si
presentavano esclusivamente su base locale con una dieta fortemente
legata alle capacità produttive agricole di un territorio.
•
Una fase di apertura commerciale (15-16 sec.) caratterizzata dal
progressivo aumento degli scambi anche alimentari ma ancora a livello
territoriale (ad esempio i mercati medioevali) ed, in seguito,
dall’apertura degli scambi internazionali di merci speciali (spezie e
affini).
•
Una fase di pre-industrializzazione del settore agroalimentare (16-17
sec.), che vede la progressiva specializzazione territoriale delle fasi di
produzione e consumo alimentare, una concentrazione urbana maggiore
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e una specializzazione produttiva collegata alla rivoluzione industriale
che partirà dal diciottesimo secolo.
•
Una fase di allargamento degli scambi (18-19 sec.), prevalentemente su
base regionale che risponde all’affermarsi dell’assetto moderno del
rapporto città-campagna e all’ organizzazione socio-economica richiesti
dalla fase di sviluppo industriale delle economie occidentali.
•
Una fase di modernizzazione (prima metà del secolo scorso)
caratterizzata dalla diffusione su larga scala delle tecniche industriali di
conservazione e trasformazione degli alimenti (nasce la moderna
industria alimentare);da un industrializzazione dell’agricoltura con
l’introduzione su larga scala della chimica e della meccanizzazione; un
progressivo aumento degli scambi internazionali con la propensione ad
una specializzazione territoriale della produzione e l’affermazione dei
consumi di massa.
•
Una fase di terziarizzazione e internazionalizzazione, (anni ’80-’90).
•
L’attuale fase di transizione (fine anni ’90-oggi) è caratterizzata dalla
coesistenza di fenomeni contraddittori: la globalizzazione dei consumi e
la difesa dei prodotti tipici; la ricerca del basso costo e della
differenziazione; la concentrazione della GDO e l’e-commerce;
l’estrema industrializzazione del settore agricolo (con la chimica
affiancata dalla biotecnologia) e lo sviluppo dell’agricoltura biologica.
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Il mercato agroalimentare mondiale ha quindi subito una profonda
ristrutturazione, che ha compreso sia la ridefinizione della specializzazione
produttiva, sia la posizione competitiva dei diversi attori. Questo
cambiamento è dovuto: all’ innovazione tecnologica; alle nuove richieste da
Sodano V. (1994) “L’organizzazione del sistema agroalimentare”, in: Sistema Agroalimentare e merca
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agricoli, a cura di G.P. Cesare , A.C. Mariani e V: Sodano, il Mulino, Bologna.
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parte dei consumatori; all’ emergere di nuovi attori, quali i paesi asiatici più
sviluppati; alla progressiva liberalizzazione degli scambi e alla competitività
tra i comparti industriali compreso quello alimentare. Possiamo quindi dire
che: “Il valore complessivo del mercato agroalimentare mondiale è dato dalla
somma dei valori aggiunti dei diversi comparti che costituiscono l’insieme del
settore agroalimentare, vale a dire agricoltura, industria di trasformazione,
commercio all’ingrosso, dettaglio alimentare e foodservice (o settore della
ristorazione). Con l’aumentare del livello di sviluppo economico
generalmente la contribuzione dei settori del commercio al dettaglio e del
foodservice al valore aggiunto totale agroalimentare tende a crescere in
rapporto a quella agricola ed industriale. L’attuale mercato agroalimentare è
connotato da un elevato livello di globalizzazione.”
2
Capire il fenomeno della globalizzazione è fondamentale per individuare
rischi e opportunità che si aprono ai prodotti agroalimentari del nostro paese.
Possiamo definire il fenomeno della globalizzazione come la possibilità dei
mercati di espandersi, allargandosi prima all’area regionale a cui i diversi
paesi appartengono, poi a più aree e infine a comprendere tutto il mondo.
La globalizzazione ha portato con se una serie di cambiamenti strutturali,
come l’aumento della competizione sia tra i prodotti agricoli sia tra i
distributori di beni agro-alimentari, a questo si sono poi aggiunte importanti
cambiamenti nelle politiche agricole nazionali e internazionali. Inoltre nell’
attuale sistema alimentare, in certi stadi, il potere è concentrato in pochissime
mani, “quando il numero di aziende che controllano i passaggi dal produttore
al consumatore è ridotto, le imprese hanno un potere di mercato sia sulle
persone che coltivano e allevano il cibo sia sulle persone che lo mangiano”.
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Sodano V. (2007), L’a uale fase di globalizzazione dei merca agroalimentari: strategie compe ve ed
2
e ca alimentare delle imprese italiane. Rivista Italiae ca, Num. 2 Anno I
Patel R. (2007), I padroni del cibo. Feltrinelli Editore Milano. Pag. 16
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