5
I capitoli tre e quattro rappresentano, in un certo senso, il cuore della
rassegna, poiché presentano una serie di studi che si riferiscono alla capacità
del MMPI-2 di rilevare la presenza delle patologie che rispecchiano i criteri
diagnostici del DSM-IV. Rispettivamente, il terzo capitolo prende in
considerazione alcuni dei disturbi più comuni classificati sull’Asse-I, il
quarto alcuni disturbi di personalità che si trovano sull’Asse-II.
Nel capitolo cinque si esamina, in particolare, l’efficacia e l’utilità degli
indicatori di validità del protocollo descritti nel primo capitolo. Ci si
domanda, quanto sia possibile fornire un profilo di sé non conforme alla
realtà, senza essere scoperti dalle scale di validità del test. Questo è un
aspetto molto interessante, visto che capita spesso, in determinati setting, che
il soggetto cerchi di fornire un’immagine negativa o positiva di sé, secondo
le necessità.
Il capitolo successivo, riguarda esclusivamente il MMPI-A. descrive il
procedimento mediante il quale si è compiuta la traduzione italiana ed
esamina alcune caratteristiche peculiari della versione per adolescenti.
Nell’ultimo capitolo, infine, viene fornita una breve descrizione di altri
test di personalità, e si cerca di fare un paragone tra l’utilità e l’efficacia di
questi rispetto al MMPI-2.
6
Capitolo 1
MMPI/MMPI-2: cenni storici e descrittivi
Questo capitolo si propone di fornire una descrizione esaustiva del
Minnesota Multiphasic Personality Inventory. Saranno brevemente descritte
le varie tappe che hanno portato alla sua realizzazione, con particolare
riferimento all’attuale edizione, e seguirà una precisa descrizione del suo
funzionamento, prendendo in esame le principali scale di cui è composto.
Hathaway e McKinley (1943) svilupparono in origine il Minnesota
Multiphasic Personality Inventory (MMPI) come strumento diagnostico da
utilizzare nello screening medico e psichiatrico. Nel lavoro iniziale di
costruzione della scala, utilizzarono un metodo indicato come sviluppo di
scala empirico, o strategia in base ad un criterio, per sviluppare le scale
cliniche del MMPI. Gli item che formano le scale cliniche furono scelti in
base alla garanzia che ogni item, di una data scala, predicesse realmente il
criterio o l’appartenenza ad un gruppo clinico. Per esempio, nello sviluppo
della scala 2, la scala Depressione, le risposte dei pazienti che erano
clinicamente depressi si differenziavano nettamente da quelle di un gruppo
d’individui “normali”, nonché da quelle di soggetti normali e clinici che
avevano riportato punteggi elevati su una scala preliminare di depressione,
ma che non risultavano clinicamente depressi. Gli item che differenziavano
empiricamente i gruppi andarono a formare la scala Depressione, e i soggetti
che avevano ricevuto punteggi elevati su questa scala esibivano sintomi
riscontrati nel gruppo dei pazienti depressi. Gli autori del test fornirono una
serie di norme adeguate per le principali scale del MMPI in modo da
permettere, a chi utilizza il test, di confrontare i punteggi di un determinato
paziente con le risposte di un vasto gruppo di soggetti “normali”. Quindi un
punteggio elevato sulla scala Depressione indica che il paziente ha risposto
7
in modo simile al gruppo criteriale di pazienti depressi, e in modo diverso dal
gruppo normale.
Il MMPI può servire come strumento di screening oggettivo e affidabile
per valutare le caratteristiche di personalità e il comportamento sintomatico
di una persona. Le informazioni interpretative disponibili sul MMPI sono
state ampiamente studiate e documentate in oltre 50 anni di utilizzo clinico.
Sono stati pubblicati oltre 12000 libri e articoli sul MMPI, che è utilizzato in
circa 45 Paesi
1
. Un gran numero di fattori spiega il vasto apprezzamento di
cui gode il MMPI (e il MMPI-2) da parte di clinici e ricercatori.
1. Il MMPI-2 è stato validato per un gran numero di applicazioni cliniche
e di personalità. Le informazioni che fornisce sono rilevanti per molti setting
in cui si ricorre ai profili di personalità. Il profilo fornisce al clinico una
presentazione visiva di informazioni importanti sulla personalità, presentate
su un grafico di facile lettura per ogni nuovo caso, e fornisce vasti dati
normativi e clinici per l’interpretazione del profilo. Nella letteratura
specializzata è disponibile una vasta schiera di informazioni descrittive
relative a numerosi gruppi clinici.
2. Il MMPI-2 fornisce una valutazione oggettiva delle caratteristiche di
personalità del soggetto, dei suoi sintomi e dei suoi atteggiamenti personali,
la cui rilevanza dal punto di vista del profilo clinico e della prognosi è stata
dimostrata da numerosi studi di ricerca
2
.
3. Il MMPI-2 è uno degli strumenti per la valutazione della personalità più
facili da utilizzare nella pratica clinica, poichè la somministrazione e lo
scoring richiedono poco tempo al clinico; tuttavia, l’interpretazione richiede
l’attenzione, l’abilità e l’esperienza di un clinico esperto.
4. Il MMPI-2 è vantaggioso rispetto ai costi poichè la somministrazione e
l’attribuzione del punteggio possono essere condotte da personale non
clinico. L’unico momento in cui è necessario l’intervento del professionista
riguarda l’interpretazione.
1
Butcher e Pancheri, 1976; Butcher, 1985
2
Dahlstrom, Welsh e Dahlstrom, 1975
8
5. La somministrazione, l’attribuzione del punteggio, l’elaborazione del
profilo e persino parte dell’interpretazione del MMPI-2 si possono fare col
computer. L’elaborazione computerizzata del MMPI può fornire una
valutazione clinica molto dettagliata e accurata di un profilo.
6. Il MMPI-2 è uno dei test clinici di più facile apprendimento per studenti
e professionisti poichè vi è una vasta mole di pubblicazioni
sull’interpretazione del MMPI-2 per i principianti
3
.
Sviluppo del MMPI-2
In risposta ai problemi che sono stati sollevati rispetto all’utilizzo del
MMPI
4
, la casa editrice del test, la University of Minnesota Press, ha avviato
un programma di revisione del MMPI e ha stabilito nuove norme
rappresentative a livello nazionale per questo strumento. Un’equipe di
revisori, comprendente James Butcher, John R. Graham, W. Grant Dahlstrom
e Auke Tellegen, è stata incaricata di modificare l’insieme di item esistenti,
di aggiungere nuovi item e di raccogliere nuovi dati normativi sullo
strumento.
La revisione del MMPI ha richiesto numerosi stadi
5
. L’insieme di item
precedenti è stato modificato, riscrivendo gli item obsoleti e formulati in
modo antiquato, cancellando quelli sovrabbondanti e aumentando lo spettro
di contenuti degli item, includendone di nuovi, relativi a problemi e
applicazioni più attuali. Una volta completata la revisione delle domande del
MMPI (il 14% degli item della versione originale è stato riscritto e 154 nuovi
item sono stati aggiunti per misurare ulteriori dimensioni o problemi di
personalità), è stata elaborata la forma AX, una versione sperimentale del
MMPI a 704 item per il progetto di ristandardizzazione del MMPI.
3
Graham, J.R. (1987), The MMPI: A pratical guide(2
nd
ed.). Oxford University Press, New York.
Graham, J.R. (1990), MMPI-2: Assessing personality and psychopathology. Oxford University Press, New York.
4
Butcher, 1972; Butcher e Owen, 1978; Colligan et al., 1983.
5
Vedi Butcher, Dahlstrom, Graham, Tellegen e Kraemmer, 1989
9
Norme del MMPI
Al fine di rendere il MMPI-2 applicabile alla popolazione contemporanea,
in varie regioni degli Stati Uniti fu selezionato, secondo il criterio della
casualità, un vasto campione di soggetti, rappresentativo a livello nazionale
da utilizzare come popolazione normativa. Furono sviluppate nuove
trasformazioni in punti T basandosi sul campione normativo del MMPI-2,
che comprende 2600 soggetti (1138 maschi e 1462 femmine). Il campione
normativo si avvicina strettamente al censimento del 1980 in termini di età,
sesso, composizione etnica, classe sociale e istruzione. Le nuove norme del
MMPI-2 sono paragonabili alle norme del primo MMPI, basate sui punti T
lineari
6
, sebbene un dato punteggio grezzo per una scala corrisponda ad un
punto T leggermente inferiore (in media 5 punti circa) secondo le norme
attuali. La maggioranza dei tipi di codici (circa l’80%) rimane invariata, a
prescindere da quale popolazione normativa venga usata per il confronto. Il
grado elevato di somiglianza fra i punteggi di validità e quelli clinici
dell’MMPI, nella versione originale e nel nuovo MMPI-2, consente l’utilizzo
di ricerche empiriche precedenti nell’interpretazione dei punteggi basati sulle
nuove norme. L’approccio normativo del MMPI-2 parifica inoltre gli spettri
dei punti T, cosicchè un dato punto T ha lo stesso significato in tutte le scale
cliniche. In passato, un’interpretazione clinica prudente del primo MMPI
considerava come punteggi critici o di cut off i punteggi che si trovavano al
di sopra del punto T di 70, sebbene alcune interpretazioni fossero possibili a
gamme d’elevazione inferiori
7
. La ricerca clinica col MMPI-2 mostra che
interpretazioni delle scale cliniche sono significative a elevazioni di T > 65.
6
vedi Butcher et al., 1989
7
Grahame McCord, 1985
10
Revisione del libretto MMPI
Dopo la raccolta dei nuovi dati normativi, la Forma AX fu ancora rivista
per ridurre l’insieme di item, eliminandone molti discutibili, obsoleti e
inutili.
Nuove norme furono poi sviluppate per la versione finale del MMPI
rivisto (MMPI-2), che contiene 576 item, inclusi gran parte di quelli originari
delle scale standard di validità e delle scale cliniche. Queste scale furono
mantenute relativamente intatte per continuare ad usufruire delle numerose
ricerche che si sono accumulate su questo strumento. Per ampliare e
rafforzare lo strumento furono aggiunti al libretto 108 nuovi item.
È stato inoltre sviluppato un certo numero di nuove scale per aumentare il
suo potenziale di ricerca e l’utilità clinica.
I dati sulla validità del MMPI-2: valutazioni sul comportamento di
coppie
Nello studio di ristandardizzazione del MMPI, ad un certo numero di
persone contattate per lo studio normativo del MMPI-2, venne richiesto di
invitare il coniuge a partecipare allo studio. Il MMPI-2 fu somministrato a un
totale di 822 coppie eterosessuali. Ogni partecipante completò anche un
questionario di adattamento coniugale (lo Spainer’s Dyadic Adjustment
Scale) e gli fu chiesto di completare un questionario di valutazione
comportamentale sul coniuge. Il Couple’s Rating Form a 110 item conteneva
un’ampia gamma di comportamenti, atteggiamenti e impressioni, che si
riteneva le persone conoscessero sul proprio coniuge. Queste valutazioni
costituivano un’importante fonte di dati di validità sulle scale MMPI-2.
11
La versione italiana del MMPI
La versione originale del MMPI fu tradotta per la prima volta in Italia da
G.C. Reda nel 1948, anche se non fu sviluppata alcuna norma per le scale. In
un periodo successivo, Nencini e Banissoni (1957) hanno portato a
compimento la traduzione ufficiale e l’adattamento del MMPI e, nel 1955,
hanno raccolto i dati normativi sulla versione italiana dello strumento.
Tuttavia, fu qualche anno dopo, nel 1958, che Nencini portò a termine la
prima standardizzazione nazionale per la popolazione maschile su un ampio
campione costituito da 1564 soggetti normali (di età compresa tra i 18 e i 52
anni). Nuove norme per le donne (638 soggetti di età compresa tra i 18 e 44
anni) furono sviluppate da Nencini nel 1965. I campioni di soggetti maschi
utilizzati per la standardizzazione furono ottenuti da un campione di militari,
mentre quelli femminili furono costituiti da impiegate nel settore pubblico e
da un gruppo di studentesse infermiere. Questa versione del MMPI, tuttora
utilizzata a livello nazionale, ebbe un forte impatto nella prassi della
valutazione psicologica in Italia.
Nei quarant’anni successivi all’introduzione in Italia, il MMPI è
progressivamente diventato uno degli strumenti di valutazione più
diffusamente utilizzato sia in setting clinici sia in ambito lavorativo. In Italia,
la versione originale del MMPI è stata ampiamente utilizzata come procedura
consueta per lo screening e la selezione del personale in molte istituzioni, tra
cui l’esercito, la Marina e la Scuola Centrale di Polizia, e nell’ambito della
psicologia clinica e della psichiatria per la valutazione dei pazienti. A seguito
della revisione dello strumento negli Stati Uniti, lavoro che ha portato allo
sviluppo del MMPI-2, anche molti professionisti italiani hanno espresso
l’esigenza di avere una versione dello strumento che si adattasse meglio alla
prassi clinica moderna
8
.
8
Sirigatti , 1990, 1991, 1993).
12
Lo sviluppo della versione italiana del MMPI-2
I team di Sirigatti e Pancheri che hanno lavorato alla realizzazione della
versione italiana del MMPI-2 hanno impiegato procedure stabilite al fine di
garantire l’esatta equivalenza tra la versione originale del test e quella
tradotta
9
. Per garantire la corrispondenza linguistica e psicologica, ad
esempio, sono state impiegate diverse strategie che hanno coinvolto psicologi
bilingui nella back translation degli item
10
.
Inizialmente, per realizzare il fascicolo del test in italiano, è stato adottato
un approccio di gruppo. Per la traduzione del questionario sono stati formati
due gruppi indipendenti: uno coordinato da Pancheri, esperto in psichiatria,
ed uno coordinato da Sirigatti, esperto in psicologia clinica. Per la
formulazione degli item è stato tenuto conto della versione italiana del
MMPI, già ampiamente validata. Particolare impegno è stato posto nel
mantenimento dell’esatta traduzione degli item presenti sia nel MMPI che
nel MMPI-2, per evitare di creare differenze estreme tra le due versioni
italiane. I gruppi hanno fatto in modo che vi fosse continuità tra la versione
italiana del MMPI e la versione italiana del MMPI-2. In seguito, le traduzioni
iniziali sviluppate dai due gruppi sono state poste a confronto ed ogni
differenza rilevata è stata discussa fino a raggiungere un accordo per la
stesura della versione preliminare del test.
Per testare questa prima traduzione dello strumento, è stato condotto uno
studio di campo. La versione preliminare del test è stata somministrata a
gruppi di soggetti appartenenti alla popolazione normale. A ciascuno dei
partecipanti, dopo la compilazione del questionario, è stato chiesto di fornire
una valutazione critica e suggerimenti relativi alla comprensibilità, alla
concretezza e all’accettabilità degli item. Tenendo conto dei consigli e delle
indicazioni di rettifica emerse dallo studio, è stata quindi pubblicata una
versione italiana sperimentale del test.
9
Pancheri, Sirigatti e Biondi, 1996).
10
Ben-Porath, 1990; Brislin, 1970; Butcher e Pancheri, 1976; Comrey, 1960; Comrey e Nencini, 1961; Poortinga, 1989; Rosen
e Rizzo, 1961.
13
La fase successiva del progetto di traduzione-adattamento del MMPI-2 ha
previsto uno studio test-retest bilingue. La versione sperimentale è stata
somministrata a 30 soggetti bilingui (italiano-inglese), che hanno completato
sia la versione italiana che la versione statunitense. La somministrazione è
stata controbilanciata per eliminare effetti d’ordine. I risultati dello studio
hanno dimostrato la sostanziale equivalenza delle due forme
11
.
La traduzione italiana del MMPI-2 ha prodotto uno strumento con
proprietà psicometriche molto forti. Anche la University of Minnesota Press,
editrice statunitense del test, ha realizzato una back translation della versione
italiana del MMPI-2, fornendo ulteriori ed utili suggerimenti per migliorare
alcuni aspetti della traduzione. Per ciascun item sono stati inoltre calcolati
indici relativi alla difficoltà di lettura e di comprensione. I risultati di queste
analisi hanno messo in evidenza che nella traduzione erano state usate parole
di base o molto comuni e frasi brevi; di conseguenza, le abilità di lettura
necessarie alla comprensione della versione italiana del MMPI-2 apparivano
inferiori a quelle richieste al quinto anno di istruzione elementare.
La versione sperimentale è stata inoltre somministrata a soggetti italiani
appartenenti alla popolazione generale e, con la supervisione di Pancheri, a
pazienti della Clinica Psichiatrica di Roma. I dati emersi sono stati utilizzati
per stimare la validità interna delle diverse scale e per mettere a confronto i
dati ottenuti dai due gruppi. I risultati di questo studio hanno dimostrato che
la versione italiana del MMPI-2 è comparabile alla versione americana ed è
in grado di discriminare tra soggetti patologici e soggetti normali.
11
Pancheri, Sirigatti e Biondi, 1996.
14
Le scale di validità
Le scale di validità del MMPI-2 (il punteggio “non so”, la scala L o
Menzogna, la scala F o Frequenza e la scala K o Correzione), mostrate sul
lato sinistro del foglio del profilo, furono originariamente incluse nel test per
fornire al clinico delle informazioni sull’approccio della persona al test. Le
scale di validità indicano la presenza di atteggiamenti invalidanti e
forniscono all’esaminatore degli indicatori sulla validità del test. Inoltre, le
scale di validità, a prescindere dalla gamma dei punteggi, possono fornire al
clinico delle informazioni che riflettono l’accessibilità e l’apertura mentale
dell’esaminato. La ricerca effettuata sul primo MMPI ha mostrato che gli
indicatori di validità forniscono anche informazioni sulla personalità del
cliente. Esistono dei correlati empirici riconosciuti per ognuna delle scale di
validità.
Il Comitato di Ristandardizzazione del MMPI ha aggiunto tre nuove scale
di validità al MMPI-2 da utilizzare nella valutazione degli atteggiamenti
invalidanti. Queste nuove scale sono la scala Back F e due scale di
incoerenza nelle risposte, la scala di Incoerenza nelle risposte “Vero” (TRIN)
e la scala di Incoerenza nelle Risposte (VRIN).
15
Il punteggio “non so (?)”
Il punteggio “Non so (?)” non è una scala nel vero senso della parola, ma è
semplicemente il numero totale di item senza risposta o con una risposta
dubbia in tutto il test. Oggi non è molto usato, perchè i soggetti vengono,
normalmente, incoraggiati a rispondere a tutti gli item. Nel lavoro precedente
con il MMPI, quando ai soggetti veniva data l’opportunità di omettere alcuni
item, il punteggio “Non So (?)” doveva essere valutato attentamente.
La pratica clinica ha suggerito che i questionari con 20 o più domande
senza risposta nei primi 370 item devono essere interpretati con cautela;
protocolli con 30 o più item senza risposta nelle prime 370 domande
attenuano e invalidano il test. Il cliente deve rispondere a tutti gli item,
perchè possa venire dato un punteggio alle scale supplementari e di
contenuto. Di conseguenza, conviene sempre valutare il punteggio “Non So
(?)” prima di procedere con l’interpretazione. Nel caso che un gran numero
di item sia stato lasciato senza risposta, è opportuno restituire il test al
cliente, se possibile, e fargli completare la registrazione.
Fra i motivi che determinano un innalzamento del punteggio “Non So (?)”
vi sono difficoltà di lettura, atteggiamento difensivo da parte del paziente,
confusione e distraibilità conseguenti alla condizione clinica del paziente
(una patologia organica, un’intossicazione, ecc.), un grave ritardo
psicomotorio che si accompagna alla depressione, un comportamento ribelle
o antagonistico (che si riscontra spesso tra i soggetti non collaborativi, come
i carcerati o gli adolescenti), il caso di soggetti ossessivi o eccessivamente
intellettuali che rimuginano parecchio sul contenuto, e il sottoporsi al MMPI-
2 in situazioni di selezione del personale.
16
Menzogna (L)
La scala Menzogna è stata inclusa nel gruppo delle scale di validità come
mezzo per valutare la franchezza complessiva dimostrata nel rispondere agli
item del test. La scala è formata da 15 item che sono stati scelti sulla base
della “validità di facciata”. Il contenuto degli item è ovvio, per esempio:
“Non racconto sempre la verità”. Quando ad un certo numero di questi item,
in genere 8-9, viene data una risposta “Falso”, la persona sembra vantare una
quantità maggiore di virtù e presentarsi in una luce più favorevole di quanto
faccia la maggior parte delle persone. I profili che presentano elevazioni di
questa scala devono essere interpretati con cautela, perchè la tendenza
generalizzata della persona a vantare eccessiva virtù, o negare di avere difetti
socialmente indesiderabili, ha probabilmente distorto il profilo. Punteggi
elevati sulla scala L solitamente distorcono le risposte agli item anche sulle
scale cliniche, producendo profili che sottovalutano il numero e la gravità dei
problemi che un cliente può avere.
Si possono individuare varie possibili ragioni per l’elevazione dei
punteggi nella scala L. Una persona che cerca di dare un’impressione
favorevole può sostenere di essere piena di virtù per impressionare
l’esaminatore. Le persone di basso livello intellettuale o poco sofisticate dal
punto di vista psicologico possono anch’esse produrre punteggi L elevati nel
tentativo di impressionare favorevolmente l’esaminatore. E alcuni gruppi
subculturali (come i sacerdoti che rappresentano un corpo ecclesiastico) o
gruppi etnici di minoranza possono presentare un’immagine favorevole ai
test psicologici. Alcuni clienti con disturbi nevrotici, come i disturbi di
somatizzazione, cercano di presentare un’auto-immagine favorevole agli
altri.
Varie caratteristiche di personalità sono associate a elevazioni della scala
L. le persone con un punteggio L elevato appaiono come ingenue e poco
dotate di mentalità psicologica; tendono ad essere sulla difensiva e sono
caratterizzate dalla negazione e dal pensiero “isteroide”. Sono spesso rigide
17
nel modo di pensare e nell’adattamento e hanno un forte bisogno di
“presentare una buona facciata”.
Frequenza (F)
La scala F è stata concepita come misura della tendenza a riconoscere di
avere una vasta gamma di problemi psicologici o di dipingere un quadro
negativo di sè. Una persona con un punteggio elevato nella scala F riconosce
come propria una vasta schiera di problemi che sono raramente ammessi
dalla popolazione generale e riflettono una tendenza ad esagerare i problemi.
La scala F comprende 60 item che variano molto nel contenuto e sono
collegati a problemi fisici, idee bizzarre, comportamento antisociale e
atteggiamenti devianti di personalità.
La costruzione della scala F è stata semplice ed empirica. Essa è formata
da quegli item cui, nella popolazione normativa, era stata data risposta nella
direzione significativa soltanto raramente. Sebbene questa sia una delle scale
più lunghe del test, i soggetti normali di solito rispondono significativamente
solo a circa 4 item. Perciò un punteggio elevato nella scala F riflette una
tendenza ad esagerare i problemi e suggerisce che una persona sta cercando
di presentare un quadro il più negativo possibile di sè.
Sono molte le ragioni che possono determinare un punteggio elevato nella
scala F, ragioni che di solito riflettono confusione, disorganizzazione o
esagerazioni. Alcune delle situazioni più frequenti che producono punteggi F
elevati sono: - risposte casuali agli item. Poichè vi sono 60 item
nella scala F, rispondere in modo casuale o accidentale produrrebbe
l’accettazione di circa metà degli item; -risposte devianti dovute al ritenere di
avere, oppure fingere di avere, una malattia mentale. Le persone che fingono
di soffrire di una malattia mentale tipicamente non sanno a quali item
rispondere “vero” e tendono a iperrispondere accettando troppi item. I
pazienti veri sono più selettivi nei loro pattern di risposta; scarse capacità di
lettura e l’incapacità della persona di comprendere gli item possono
18
determinare un punteggio F elevato; i soggetti adolescenti hanno tipicamente
punteggi F più elevati degli adulti. Questo è prodotto, in parte, dai problemi
d’identità adolescenziali e anche dalla tendenza a rispondere in modo
esagerato;- le persone con psicosi acuta o con un deficit organico, che sono
confuse o disorganizzate, possono produrre punteggi F elevati. La scala F è
spesso associata a problemi gravi e cronici;- le persone che si trovano in
situazioni stressanti possono produrre punteggi elevati nella scala F;- oppure
un’alta elevazione di F può significare che la persona stia cercando di attirare
l’attenzione del clinico ed è interpretabile quindi come una “richiesta
d’aiuto”.
Sebbene un punto T di 70 sia tipicamente considerato come l’elevazione
critica che invalida la prestazione, questo non vale per la scala F. I clinici
solitamente non iniziano ad interrogarsi sulla validità del profilo fino a che il
punteggio F non raggiunge il livello di 90 punti T, a seconda della situazione.
In alcuni contesti, in particolare il ricovero psichiatrico o l’incarcerazione in
prigione, è corretto interpretare, ovviamente con cautela, i profili con un
punteggio F che si colloca intorno a 90-109 punti T.
Back F (FB)
La scala Back F è stata sviluppata per individuare la tendenza a rispondere
in modo deviante agli item localizzati verso la fine del test. Alcuni soggetti
possono modificare l’approccio al questionario nel mezzo della
somministrazione e rispondere a caso in maniera comunque invalidante.
La scala Back F a 40 item è stata sviluppata in modo analogo alla scala F
originale, includendo le domande che nella popolazione normale ricevevano
molto raramente un certo tipo di risposta.
Se il punteggio alla scala F non soddisfa i criteri di validità
precedentemente illustrati, non è necessaria un’ulteriore interpretazione della
scala FB, perchè il protocollo MMPI-2 sarebbe considerato non valido
secondo i criteri della scala F.