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Introduzione
Quando si sente nominare La Traviata, nella nostra mente si sviluppa quasi
sicuramente un’immagine o perlomeno un’idea e non è necessario essere esperti di
musica o melomani per sapere di cosa si sta parlando. E’ quasi impossibile non riuscire
a riconoscere un motivo come quello del brindisi “Libiamo ne’ lieti calici” o il grido
d’amore di Violetta “Amami, Alfredo”. Si possono individuare per esempio in alcuni
film oppure in spot pubblicitari che sfruttano la popolarità di queste melodie per
attirare l’attenzione o per rimanere impressi nella memoria del destinatario. Se la
musica di quest’opera oggi è così diffusa e conosciuta, il merito va sicuramente a chi
l’ha composta, ovvero Giuseppe Verdi; ma la sua fortuna è stata anche quella di aver
potuto collaborare con il librettista Francesco Maria Piave che ha dato voce ai
personaggi dell’opera.
Ancora prima della coppia vincente Verdi-Piave, è stato il drammaturgo
francese Alexandre Dumas figlio a far nascere il soggetto che è successivamente
diventato tanto celebre; ha creato il personaggio di Marguerite Gautier, alter ego della
ragazza di cui lo stesso scrittore si era tanto innamorato e che oggi è conosciuto in tutto
il mondo, anche grazie all’opera lirica sopracitata.
E’ interessante vedere e capire come tale soggetto si sia fatto strada nel tempo,
rimanendo sempre contemporaneo e sia stato in grado di adattarsi anche a diversi
mezzi di comunicazione: ecco perché in questo elaborato si attraverserà un percorso
che parte dal teatro e arriva fino al cinema.
Si analizzerà in un primo momento l’opera teatrale La Dame aux camélias, nata
dalla penna di Dumas, inserendola all’interno di un preciso contesto sociale e
dimostrando come i personaggi della pièce vadano a collocarsi in esso attraverso una
presentazione di ognuno di questi. Successivamente, nel secondo capitolo si adotterà
la medesima analisi per applicarla all’opera lirica La Traviata mostrandone
parallelismi e differenze con l’opera dumasiana, affrontando anche in questo caso un
approfondimento dei personaggi (che si inseriscono a loro volta all’interno di un altro
contesto sociale). Infine, nel terzo capitolo verrà sviluppata un’ulteriore analisi della
stessa opera lirica ma questa volta da un punto di vista cinematografico, prendendo in
considerazione come esempio l’omonimo film-opera diretto dal regista Franco
Zeffirelli, sottolineando il modo in cui una messa in scena teatrale può differire da
un’opera cinematografica.
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1. La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio
La prima apparizione del romanzo risale al 1848, un anno dopo la morte di
Alphonsine Plessis, figura centrale per la trama, ovvero colei che ha ispirato il lavoro
di Alexandre Dumas figlio
1
. Alphonsine Plessis era una cortigiana che si faceva
chiamare Marie Duplessis (è stata lei stessa ad aggiungere al cognome la particella
nobiliare “Du”) ed è proprio a partire da lei che prende vita il personaggio di
Marguerite Gautier. Solo un anno dopo, nel 1849, visto il successo riscontrato con il
romanzo, Dumas ne trae un dramma teatrale in cinque atti dallo stesso titolo, che però
non andrà in scena prima del 2 febbraio 1852, dopo aver superato la censura che
considerava la pièce teatrale uno scandalo perché aveva come soggetto una mondana.
E’ stato grazie al signor conte di Morny, a cui Dumas ha dedicato la sua opera, che
proprio quell’anno poté andare in scena: dopo la censura del dramma da parte del
Primo Ministro francese Léon Faucher e dopo varie peripezie per convincerlo a
togliere la censura, la fortuna decise di assistere Dumas. Il 2 dicembre 1851 proprio il
signor conte di Morny diventò il nuovo Primo Ministro e dal momento in cui aveva
già potuto assistere a una rappresentazione del dramma, che non aveva ritenuto affatto
immorale, autorizzò finalmente la pièce
2
. Sarà solo nel 1868 che Dumas pubblicherà
l’edizione definitiva di questa pièce teatrale che nell’arco di sedici anni aveva già
riscosso un grande successo e che subiva modifiche ad ogni ristampa. Nell’edizione
del 1868 il drammaturgo propone una suddivisione più precisa delle scene, alcuni tagli,
sostituzioni a livello grammaticale o semiotico, o ancora l’introduzione di nuovi
elementi
3
. Nel 1853, Giuseppe Verdi darà vita a un’opera lirica dal titolo La Traviata,
che prende ispirazione proprio dal soggetto del dramma in questione.
Alexandre Dumas e Marie Duplessis si incontrarono per la prima volta a Parigi,
al Théâtre des Variétés, un vero e proprio luogo di galanteria per la società mondana
parigina. Marie morì il 3 febbraio 1847 all’età di ventitré anni; giace nel cimitero di
Montmartre, ma Dumas le ha regalato un’altra vita o addirittura l’immortalità,
facendola rivivere attraverso un romanzo e un dramma teatrale, i quali a loro volta
1
Si precisa che da questo punto della trattazione per Alexandre Dumas si fa riferimento al figlio. Il
padre, omonimo, è stato anch’esso scrittore e drammaturgo; fra le sue opere più celebri rientra il
romanzo intitolato Il conte di Montecristo.
2
Alexandre Dumas figlio, La Dame aux camélias. Il femminismo misogino, Marisa Verna (a cura di),
Edizioni ETS, Pisa 2011, pp. 108-117.
3
Simona Brunetti, Il palcoscenico del secondo Ottocento italiano: La signora delle camelie, Esedra
Editrice, Padova 2004, pp. 101-108.
6
hanno ispirato successivamente una lunga serie di produzioni cinematografiche,
teatrali e letterarie. I due giovani vivono una relazione che dura meno di un anno, fino
a quando lo scrittore non riesce più a controllare la sua gelosia e decide di interrompere
la storia con Marie. Purtroppo lei non ha mai saputo rinunciare a tutti gli uomini che
la desideravano, nemmeno durante la frequentazione con Dumas. Ecco perché si può
riconoscere un’impronta autobiografica sia nel romanzo che nel dramma, poiché dietro
il personaggio di Armand Duval, anch’egli molto geloso, si nasconde proprio l’autore.
Tuttavia, romanzo e dramma non sono da considerare solamente autobiografici.
Il primo soprannome che venne attribuito a Marie Duplessis fu “la regina del
Père Lachaise”, ma poco tempo dopo, una maschera dell’Opéra di Parigi la chiamò “la
signora delle camelie” proprio perché era solita portare sempre con sé un mazzo di
camelie rosse oppure bianche
4
. All’epoca però questo soprannome veniva spesso
utilizzato generalmente con un’accezione negativa, infatti era visto quasi come una
nuova espressione per definire le prostitute o le mantenute
5
. E da qui nasce la figura
immortale del personaggio di cui ancora oggi si parla.
La storia dell’opera teatrale, oggetto di questo primo capitolo, può inizialmente
sembrare una semplice storia d’amore. Il denaro, i beni materiali, la caducità dei
rapporti sono in realtà il motore della trama; Marguerite è disposta a vendere tutto ciò
che possiede per liberarsi di quella che è stata la sua vita mondana e per potersi
trasferire in campagna con Armand Duval, il suo amato, conducendo una vita felice.
Tuttavia, Georges Duval, padre del giovane Armand, le chiederà di rinunciare a un
bene per lei ancora più grande: la relazione con il figlio, che sarebbe uno scandalo
troppo grande da sopportare per la famiglia Duval. Con un atto di coraggio, Marguerite
accetta, riducendosi così a uno stato che la condurrà lentamente, insieme alla sua
malattia, all’annichilimento.
1.1 Contesto sociale: la Parigi dell’Ottocento
Per parlare del contesto sociale de La Dame aux camélias, è necessario tenere
bene a mente l’anno in cui è stato scritto il dramma e in quale città europea viene
ambientato. Nel 1848, quando Dumas pubblica il romanzo, la Francia si trova ancora
sotto il regno di Luigi Filippo I di Borbone-Orléans. La donna a quell’epoca veniva
4
Georges Soreau, La vie de la dame aux camélias, Éditions de la Revue de France, 1898; trad. it.
Anne Claire Ippolito Cerasi, La vita della signora delle camelie, Musicom.it S.r.l, Milano 2013, p. 20.
5
Roberto Randaccio, “La signora delle camelie fra antonomasie ed eufemismi”, in Rivista italiana di
onomastica, XXV (2019), p. 4.
7
ancora fortemente considerata come merce e come puro mezzo destinato
principalmente alla procreazione, all’accudimento dei figli, che doveva occuparsi dei
lavori domestici e soprattutto subiva sempre la sottomissione dell’uomo. Si tratta
dunque di una società del tutto patriarcale e fortemente misogina (condizione sociale
che si riverserà anche nella pièce teatrale). Ma oltre alla figura della moglie e della
madre, nella Francia del XIX secolo e soprattutto all’interno della società parigina,
troviamo la figura della lorette. Non è propriamente corretto tradurre questo termine
in italiano con la parola “prostituta” o “cortigiana”, in quanto la lorette era piuttosto
una donna dal portamento elegante che indossava abiti altrettanto eleganti che
denotavano un grande stile; si potrebbe usare preferibilmente il termine “ragazza
leggera” o “di facili costumi”
6
. In quel periodo la donna non poteva godere dello stesso
status sociale dell’uomo; l’uomo la considerava inferiore e la trattava come tale. Ecco
perché la prostituzione è molto diffusa soprattutto nella seconda metà dell’Ottocento:
era impensabile che la donna potesse avere un lavoro dignitoso o potesse fare un lavoro
onesto. Di conseguenza, quello che fa Alexandre Dumas si potrebbe dire coraggioso,
dal momento in cui lui stesso apparteneva a quel tipo di società: si schiera dalla parte
delle donne, perché ritiene che siano alla pari degli uomini e non inferiori. Non riesce
infatti ad astenersi dal dare la sua opinione riguardo la società borghese parigina, che
critica come ipocrita, materialista e corrotta. Ed è proprio a causa di questa società che
Marguerite inizia a dirigersi verso la morte, ancora prima di morire di tisi. Dumas
alleggerisce di critiche il dramma teatrale del 1849, molto più presenti invece nel
romanzo dell’anno precedente. La struttura del dramma teatrale può così essere
suddivisa: nel primo e quarto atto Dumas mette in risalto l’aspetto mondano della
società e dei personaggi stessi; nel secondo e quinto atto invece si focalizza
sull’intimità dei personaggi, mentre il terzo atto rappresenta lo scontro fra questi
mondi
7
.
1.2 Da Marie Duplessis a Marguerite Gautier
Marie Duplessis non ha avuto un’infanzia molto facile: era molto bella e per
questo motivo il padre, che lei odiava, voleva sfruttare questa sua bellezza vendendola
a vecchi uomini in modo da guadagnare denaro per poterla mantenere. Durante la sua
6
Alexandre Dumas fils, La Dame aux camélias, Calman Lévy Editeur, Paris 1898; trad. it. Marisa
Verna (a cura di), La signora delle camelie. Dramma in cinque atti, EDUCatt Università Cattolica,
Milano 2008, p. 7
7
Brunetti, Il palcoscenico del secondo Ottocento italiano: La signora delle camelie, p. 61.