INTRODUZIONE
Ciò su cui si basa questa tesi di laurea nasce da due tra i miei più grandi interessi; il primo è
per la varietà del mondo cinematografico e dei prodotti televisivi, una passione nata già nell'infanzia
per gli immancabili cartoni animati e che continua tutt'oggi, come una vera e propria forma di
dipendenza da film e serie TV.
Il secondo interesse che ha dato vita a questo elaborato è senza dubbio l'amore per le lingue,
non solo per quella italiana, ma soprattutto per l'inglese: questo è stato anche uno dei motivi che mi
ha spinta ad iscrivermi al corso di laurea in Scienze della Mediazione Interlinguistica e
Interculturale e che negli ultimi tre anni ha maturato ancora di più in me la curiosità e l'interesse per
le lingue straniere e le relative culture.
La fusione tra queste mie due grandi passioni, ha mosso in me la curiosità di sapere cosa c'è
oltre il doppiaggio in lingua italiana, di scoprire quali fossero, e come fossero state tradotte, le
battute dei dialoghi originali dei miei film e telefilm preferiti. Per questa ragione ho iniziato ad
avventurarmi nella visione dei programmi in lingua straniera, prima con l'aiuto dei sottotitoli e dopo
senza, grazie al fatto che negli ultimi anni ho potuto consolidare la mia passione, che oggi mi
permette di comprendere i dialoghi in lingua straniera con molta facilità.
Alla luce di quanto detto sopra, ho scelto di raccogliere in questa tesi le conclusioni a cui sono
giunta nel corso di questi anni da addicted, riguardo alla traduzione audiovisiva dei dialoghi
dall'inglese all'italiano; verranno prese in esame le modalità di traduzione di:
• doppiaggio, la tecnica maggiormente utilizzata nel nostro Paese. Sostituisce i dialoghi della
lingua originale con la loro traduzione, recitata in italiano dagli appositi doppiatori,
“colpevole”, secondo me, di non poter tradurre tante espressioni tipiche della lingua di
partenza, per motivi di incomprensibilità nella lingua d'arrivo;
• sottotitoli, permettono allo spettatore, con un minimo di competenza, di afferrare quelle
espressioni tipiche di ogni lingua che sono intraducibili in una lingua d'arrivo e propongono
allo stesso tempo una traduzione in sovrimpressione diretta e concisa, che accompagna la
comprensione degli spettatori alle prime armi, anche se con lo svantaggio di distrarre il
pubblico nella visione delle immagini.
Il primo capitolo di questo elaborato vuole dare una definizione a ciò che io considero un'arte,
quella del “tradurre” e offre qualche accenno alla storia della nascita della traduzione.
Successivamente, analizza il complesso e difficoltoso lavoro del traduttore che deve cercare di
ottenere un testo nella lingua di destinazione rendendo, allo stesso tempo, giustizia a quello in
4
lingua originale e rispettando il principio di equivalenza tra le due versioni.
Il secondo capitolo descrive la traduzione audiovisiva e le principali tecniche traduttive,
studiate per soddisfare le diverse caratteristiche degli spettatori. Vengono approfonditi soprattutto i
metodi del sottotitolaggio e del doppiaggio, i relativi vantaggi e gli svantaggi. L'ultima parte del
capitolo è spesa per illustrare la situazione della traduzione audiovisiva nel nostro Paese, che
sembra prediligere il doppiaggio.
Il terzo capitolo inizia con una trama del film di Rob Marshall del 2005, Memorie di una
Geisha (Memoirs of a Geisha), che racconta la realtà delle Geisha negli anni '30: per il fatto che
queste particolari figure femminili, peculiari della cultura giapponese, hanno da sempre dato luogo
ad equivoci sulla propria entità, si cercherà di sfatare lo stereotipo occidentale, che le giudica
erroneamente alla pari delle prostitute. Nel capitolo viene presentata una comparazione tra le
traduzioni per il doppiaggio e per il sottotitolaggio, sulla base del film e vengono esposti alcuni
termini che sono stati “presi in prestito” direttamente dalla lingua giapponese.
Alla fine del lavoro, non potevo non includere la mia opinione personale, esprimendo la mia
preferenza riguardo alla tecnica di traduzione audiovisiva migliore tra sottotitolaggio e doppiaggio,
in relazione a questo film.
5
CAPITOLO I.
LA TRADUZIONE
1.1. Definizione di traduzione.
La traduzione è una componente fondamentale per la comunicazione in un mondo in
cui gli scambi e le relazioni tra i paesi aumentano ininterrottamente. È sempre più
indispensabile abbattere le barriere linguistiche segnate dalla cultura per avvicinare i
concetti tra persone di realtà differenti.
Il termine tradurre deriva dal latino tradùcere (trans, “al di là” e dùcere, “condurre”)
e significa “condurre al di là”
1
, “volgere in un'altra lingua, diversa da quella originale, un
testo scritto o orale, o anche una parte di esso, una frase o una parola singola”
2
.
Il risultato del tradurre è la traduzione, un testo il cui senso è reso più attinente alla
personalità della lingua per la quale si traduce e che si differenzia dalla versione, che è più
letterale, e dalla volgarizzazione, che si occupa di divulgare le così dette “lingue morte” e
opera su testi come l'Eneide, l'Iliade e simili.
“Uno degli aspetti più soggettivi del processo traduttivo è il percorso che il testo compie
all'interno della psiche del traduttore. Considerando il processo in termini industriali, c'è un
prodotto (il protesto) che, tramite un canale (la lettura), entra in una macchina naturale (la
psiche) che lo elabora fino a estrapolarne un senso (il materiale mentale) e poi ne emette una
sintesi verbale (il metatesto) attraverso un canale diverso (la scrittura).
3
”
Probabilmente, il motivo per cui in ambito traduttivo si parla spesso di “lingua di
partenza” e di “lingua di arrivo”, è il fatto per cui si vuole evidenziare un vero e proprio
viaggio che il significato compie tra le due lingue: si parte da un testo in lingua straniera
(prototesto) e si arriva ad un testo di destinazione (metatesto), da cui, volendo si può fare
ritorno al testo originale
4
.
1 Eliane Irma Nortey, First Steps Into Translation. Esercitazioni pratiche di traduzione inglese-italiano,
Insubria University Press, 2010, cit., pag. 17.
2 “Tradurre”, in Treccani – L'Enciclopedia Italiana, 2012, sul sito
<http://www.treccani.it/vocabolario/tradurre/>. Data di ultima consultazione: 25/02/2012.
3 Bruno Osimo, Manuale del traduttore, Hoepli, 2003, cit., pag. 45.
4 Cfr. NORTEY , First Steps Into Translation, op. cit., pag. 17.
6
I traduttori possono scegliere tra vari metodi di traduzione esistenti, tra cui:
• la traduzione libera, che si allontana dalla struttura del testo originale per rendere il
significato più efficace nella lingua verso cui si traduce;
• la traduzione all'impronta, realizzata istantaneamente alla prima lettura e senza
l'utilizzo del dizionario;
• la traduzione a senso, che cerca di cogliere soprattutto il significato di
un'espressione e nella trasposizione non bada troppo all'esatta corrispondenza
formale;
• la traduzione letteraria (parola per parola), la traduzione sicuramente più famosa,
che conta molti oppositori che sostengono che sia una traduzione illusoria perché il
fatto di sostituire le parole non è sufficiente a garantire la fedeltà del testo originale.
Spesso ignoriamo il fatto che la traduzione è parte integrante della vita di tutti i giorni
dal momento che ogni atto comunicativo è una traduzione di per sé: gli interlocutori infatti,
compiono inconsapevolmente una trasformazione dei loro pensieri in parole nella loro
stessa lingua, e allo stesso tempo interpretano i discorsi e i gesti altrui
5
.
Questo aspetto sviluppa il concetto di traduzione stessa, facendole assumere un senso
di interpretazione, sia per il fatto che il traduttore deve saper capire ed interpretare il
significato di un testo, sia per il fatto di essere in grado di trasportarlo verso un'altra lingua.
1.1.1. Strategie di traduzione
La produzione di una traduzione non deve seguire un procedimento stabilito: ogni
traduttore sviluppa con l'esperienza un metodo personale e soggettivo. Nonostante questo,
per aiutare i traduttori meno esperti, i translation studies hanno racchiuso il processo di
traduzione in quattro fasi
6
:
• la prima è una fase preparatoria, in cui si raccoglie il materiale che permette una
buona comprensione del testo da tradurre;
• il secondo momento riguarda la lettura e la comprensione del testo originale, e la
ricerca del significato di eventuali termini sconosciuti. Questa fase permette di
avere un'idea di come sarà la traduzione finale;
• il terzo passo prevede la stesura della traduzione vera e propria, che può avvenire
istantaneamente, quindi senza l'ausilio di dizionari o motori di ricerca e lasciando
degli eventuali spazi vuoti laddove vi siano dubbi di traduzione, oppure procede
5 Cfr. Ibidem.
6 Cfr. Ivi., pag. 33.
7
cercando le parole e i termini nel momento in cui emergono i dubbi
7
;
• l'ultima fase è la revisione del testo finale, che prevede la modifica di eventuali
espressioni ambigue o poco chiare e la correzione del testo, per renderlo il più
coeso possibile.
In riferimento al libro Language to Language
8
, nel 1988 fu stilata una lista di nove
strategie di traduzione (strategies of Malone), al fine di suggerire al traduttore le tecniche
migliori per “scampare” dalle complicazioni dovute alle differenze linguistiche e strutturali
tra le diverse lingue: Equation and Substitution, Divergence and Convergence,
Amplification and Reduction, Diffusion and Condensation e infine la strategia del
Reordering. Le prime otto strategie sono, a coppia, una l'antitesi dell'altra mentre l'ultima è
indipendente.
La strategia dell'Equation suggerisce una forma di traduzione automatica
equivalente, attraverso: l'adozione di termini presi in prestito dalla lingua originale (il
termine inglese software, rimane invariato in italiano), l'utilizzo di calchi (creazione di
termini nella propria lingua, basati sul termine corrispondente in lingua straniera), l'uso di
termini equivalenti, che offrono un'unica possibilità di traduzione (per esempio, l'inglese
woman corrisponde solo a donna in italiano) e l'impiego di traduzioni standard (per
esempio, l'espressione “Holy Bible” è tradotta come “Santa Bibbia” non come “Sacra
Bibbia”).
La Substitution, al contrario, avviene quando non c'è un'equivalenza nella lingua di
destinazione. I casi più frequenti in cui si utilizza sono: l'uso del genitivo sassone inglese
che in italiano è sostituito dalla preposizione “di”, le espressioni tipiche di ciascuna lingua
che non possono essere trasportate letteralmente (per esempio, si traduce “Sta piovendo a
catinelle” l'espressione inglese “It's raining cats and dogs”), la traduzione dei cartoni
animati per bambini, di cui spesso è necessario tradurre anche le relative canzoni, e anche
dei nomi dei personaggi dei film (i nostri Puffi, sono “The Smurfs” in inglese, “Los
Pitufos” in spagnolo e “Die Schlümpfe” in tedesco) o dei libri.
La tecnica Divergence prevede che il traduttore scelga una possibile soluzione da una
serie di potenziali alternative: per esempio, glass inglese può essere tradotto come vetro o
bicchiere, a seconda del contesto.
Si tratta di Convergence quando un termine nella lingua di origine include più di un
termine nella lingua di arrivo (accountant inglese è commercialista, ragioniere, contabile).
La strategia dell'Amplification viene invece adottata quando il traduttore aggiunge
7 Cfr., NORTEY , First Steps Into Translation, op. cit., pag 33.
8 Cfr., Christopher Taylor, Language to Language. A practical and theoretical guide for Italian/English
translators, Cambridge, University Press, 1998, pag.47-64.
8