1
Introduzione
Il mio elaborato di Tesi vuole essere un approfondimento sul tema della
tossicodipendenza.
L’interesse per questa realtà scaturisce dagli studi effettuati sul tema del
disadattamento durante il mio corso di laurea e dall’esperienza di tirocinio
effettuato presso una comunità di recupero per le dipendenze.
Sia per la mia esperienza personale, che per la mia esperienza di tirocinio, ho
potuto constatare che ognuno di noi nel suo percorso di vita incontra degli
ostacoli e che per superarli si scontra necessariamente con la propria fragilità
e vulnerabilità. La forza di sorpassarli non è da considerare scontata e neppure
l’avere degli <<incidenti di percorso>>, come l’assunzione di droghe e la
tossicodipendenza, può essere secondo me motivo di critica.
Ritengo peraltro che ognuno abbia tra le sue potenzialità la forza per superare
ogni tipo di disadattamento, ma a volte questa forza necessita di un aiuto
esterno per essere trovata, sostenuta e usata.
Intraprendere un percorso di cambiamento, di miglioramento, di uscita dalla
tossicodipendenza è sempre possibile, perciò è necessario che a tutti sia data
la possibilità di un aiuto specialistico per fare quello che da soli o con l’aiuto
di persone armate solo della buona volontà può facilmente risultare
impossibile.
Tramite il progetto delineato nella Tesi ho cercato di valutare se la produzione
letteraria italiana contemporanea, che si occupa di tossicodipendenza a livello
di romanzo, possa fornire strumenti utili a dare un contributo educativo per
aiutare i residenti in comunità di recupero a superare le loro difficoltà.
Nel mio lavoro ho inizialmente messo a confronto la saggistica specialistica
con i romanzi che ho reperito, al fine di osservare in che modo si esprimono
al riguardo e se ci sono punti di accordo tra le due fonti. Mi sono quindi
chiesta se l’approccio usato in letteratura poteva essere in qualche modo
educativo.
2
Nel primo capitolo ho riportato quali sono le definizioni di tossicodipendenza,
le sue caratteristiche, i suoi stadi di sviluppo ed i risvolti più significativi, per
concludere con la spiegazione di quello che è il recupero da una dipendenza
e le relative modalità per stimolare quella forza che è mancata alla persona
nel cercare di superare le sue difficoltà.
Nel secondo capitolo ho sviluppato l’analisi di alcuni romanzi di letteratura
italiana contemporanea, individuando che tipo di approccio è presente in
ciascuno di essi e in che modo questo approccio è riconducibile alla saggistica
specialistica specifica.
Nel terzo capitolo ho delineato un progetto educativo con i suoi strumenti di
misurazione ed i percorsi di validazione ipotizzati. Ritengo di poter attuare in
futuro tale progetto, previa valutazione del personale educativo, presso la
Piccola Comunità di Conegliano, la quale è stata anche la sede del tirocinio
collegato al mio percorso di studio.
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Capitolo 1 - La tossicodipendenza
Definizione e classificazione della droga
La parola <<droga>>, per il Lessico Universale Italiano indica:
<<ogni prodotto naturale, vegetale o animale, contenente uno o più principi attivi
(alcaloidi, glicosidi, oli essenziali, sostanze purgative, aromatiche, ecc.) e che
pertanto, opportunamente conservato, trova indicazioni terapeutiche
sperimentali.
1
>>.
In modo molto simile, il Butterworth’s Medical Dictionary definisce
<<drug>>:
<<ogni sostanza chimica, sintetica o estratta da piante e tessuti animali, di
composizione conosciuta o sconosciuta, che sia usata come medicina per prevenire
o curare malattie
2
>>.
Notiamo che le definizioni attinenti all’ambito medico fanno riferimento
generico alle proprietà chimiche e mediche delle droghe, probabilmente
perché derivano dalla cultura anglosassone, in cui il termine droga è usato
indifferentemente per indicare sia i medicamenti, che le sostanze psicoattive.
Nelle lingue latine e nel linguaggio quotidiano non specialistico, si tende
invece ad operare una distinzione tra il termine <<droga>>, usato per
denominare un certo numero di sostanze psicoattive ed i termini
<<medicine>> e <<farmaci>>, per denominare le sostanze usate per curare
malattie.
1
http://www.treccani.it/enciclopedia/droga/.
2
Arthur Salusbury MacNalty, Butterworth’s Medical Dictionary, London: Butterworth,
1965.
4
In questa trattazione userò il termine <<droga>> solamente per indicare
quelle sostanze chimiche, naturali o di sintesi che sono in grado di modificare
l’umore, la percezione e l’attività mentale.
Proviamo a classificare quali sono i tipi di droghe ed i relativi effetti.
La classificazione delle droghe ad oggi considerata la più completa e
significativa è quella di Louis Lewin (1927), la quale è stata aggiornata da
Henry Ey
3
.
La classificazione è sviluppata in cinque macro categorie:
Oppiacei
Oppio e derivati
Morfina
Eroina
Codeina
Preparati sintetici
Metadone
Petidina
Destromoramide
Cocaina
Allucinogeni
LSD
Psilocibina
Mescalina
Derivati della cannabis
Hashish
Marijuana
Inebrianti
Alcol etilico
3
Umberto Galimberti, Dizionario di Psicologia, Torino, UTET, 1992.
5
Etere
Cloroformio
Benzina
Protossido di azoto
Colle
Solvente delle vernici
Ipnotici e sedativi
Barbiturici
Cloralio
Bromuri
Benzodiazepina (da cui si ottiene il Tavor, il Valium, il
Roipnol, l’Ansiolin)
Eccitanti
Alcol etilico
Caffè
Tè
Canfora
Tabacco
Amfetamine
Ecstasy
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Gli effetti della droga
Una classificazione utile è quella degli effetti che l’uso della droga comporta
al sistema nervoso centrale.
Marcella Ravenna
4
, distingue quattro ampie tipologie, per poi definirne i
sintomi:
Droghe che deprimono il sistema nervoso centrale (come ad esempio
alcol, barbiturici, ipnosedativi, benzodiazepine, solventi).
Droghe che riducono il dolore (come gli oppioidi naturali e di sintesi).
Droghe che stimolano il sistema nervoso centrale (come amfetamine,
farmaci amfetaminosimili, cocaina, crack, caffeina, nicotina).
Droghe che alterano la funzione percettiva (LSD, funghi, cannabis,
ecstasy).
In sintesi gli effetti sono i seguenti.
- Droghe che deprimono il sistema nervoso centrale
Si tratta di sostanze che, se vengono assunte a piccole dosi, riducono gli stati
d’ansia, di tensione, la capacità di concentrazione e la memoria inducendo
sensazione di benessere, di rilassamento, di lieve euforia. Se vengono assunte
in dosi più elevate, hanno effetti decisamente diversi: nel caso dell’alcol
vengono diminuite le inibizioni, il senso critico, l’autocontrollo, aumenta
l’irritabilità, l’aggressività, mentre ad esempio nel caso dei barbiturici, se
assunti in dosi elevate (una decina di pillole ad esempio) od insieme all’alcol,
causano la morte per blocco respiratorio. In ogni caso, l’uso di queste
sostanze, in particolare dell’alcol e degli ipnosedativi, anche solo con i
dosaggi terapeutici (come ad esempio le benzodiazepine per il trattamento
degli stati d’ansia e dell’insonnia), inducono la dipendenza fisica.
4
Marcella Ravenna, Adolescenti e droga, Percorsi e processi socio-psicologici del consumo,
Bologna, il Mulino, 1993.
7
Ovviamente gli effetti sono accentuati se sono assunte contemporaneamente
più droghe di questo tipo o se sono accompagnate dall’uso di oppiacei.
- Droghe che riducono il dolore
Queste sostanze, oltre a ridurre gli stati di ansia e di angoscia, provocano
situazioni di tranquillità e di calore. Riducono la sensibilità ed il dolore, ma
interferiscono limitatamente con il funzionamento fisico e mentale. Assunte
a dosi elevate provocano sedazione, stupore, sonno, perdita di coscienza e gli
effetti aumentano se vengono associate a droghe che deprimono il sistema
nervoso centrale o se vengono assunti più oppiacei contemporaneamente. Se
vengono assunte frequentemente, inducono tolleranza e dipendenza fisica.
L’eroina, come gli altri oppiacei, produce tolleranza solo se viene assunta
regolarmente ogni giorno per diverse settimane. Una volta che il corpo la
tollera, se si vuole ottenere ancora gli effetti piacevoli è necessario aumentare
la dose sino a giungere ad un livello in cui non si ottengono più gli effetti
euforizzanti attesi. A questo punto è necessario aumentare la dose solamente
per sentirsi <<normali>>. Queste droghe provocano crisi di astinenza, che
variano in relazione alla dose assunta.
- Droghe che stimolano il sistema nervoso centrale
Queste droghe provocano aumento della vigilanza, diminuzione del senso di
appetito e di fatica in quanto non creano più energia (come molti consumatori
credono), ma utilizzano tutta quella di cui l’organismo dispone e di
conseguenza incrementano anche la capacità di svolgere compiti fisici e
intellettuali prolungati. Aumentano il battito cardiaco, la pressione sanguigna,
il livello di zuccheri nel sangue e la dilatazione della pupille. Dosi basse
provocano stati euforici, sensazioni di aumento dell’energia, mentre dosi
elevate portano a comportamenti aggressivi, violenti e disforici. L’uso
prolungato genera tolleranza, dipendenza psichica, ma non fisica, fatta
eccezione per il tabacco, per il quale però si può fare un discorso diverso.
Questo è legato al fatto che chi fuma cerca di mantenere sempre costante il
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livello di nicotina nel sangue, in quanto questa provoca degli effetti
farmacologici.
- Droghe che alterano la funzione percettiva
Queste droghe incrementano e modificano le esperienze sensoriali (attraverso
illusioni ed allucinazioni), alterano il pensiero e favoriscono stati di euforia e
raramente di ansia e di panico. L’uso dei derivati della cannabis induce
soprattutto rilassamento, sonno, voglia di ridere, di parlare.
L’LSD provoca allucinazione ed il PCP comportamenti estatici, sedazione o
stimolazione. Prese in dosi elevate queste sostanze portano a confusione
mentale, agitazione, disorientamento, panico ed allucinazione accentuata. Per
quanto riguarda l’uso, anche prolungato, della cannabis non ci sono prove che
comporti danni alla salute fisica o mentale e non sono stati neanche
evidenziati fenomeni di dipendenza fisica, ma piuttosto di tolleranza e di
dipendenza psichica.
Teniamo conto del fatto che gli effetti cambiano anche a seconda che la droga
sia naturale, raffinata, di sintesi, più o meno pura, dalle quantità e dalle
modalità con cui viene assunta e dall’eventuale associazione con altre droghe.
Inoltre la capacità di reazione ad una droga variano anche in base ad alcune
caratteristiche biologiche dell’assuntore (sesso, età, peso, stato di salute e nel
caso dell’alcol anche la presenza o meno di cibo nello stomaco ed il gruppo
etnico di appartenenza), ma anche da quelle psicologiche (personalità, stato
psichico in cui si trova al momento dell’assunzione, atteggiamento verso la
droga).
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L’approccio del futuro tossicodipendente alla droga
Perché iniziare a drogarsi? È una domanda che tantissime persone si pongono,
criticando a priori chi fa una scelta di questo tipo. Indubbiamente non
possiamo dire che scegliere di iniziare a drogarsi sia una scelta saggia, ma
forse cercando di indagarne i motivi possiamo almeno provare a capirne
qualcosa di più.
Anna Oliviero Ferraris sostiene che:
<<Molti ragazzi vogliono fare ogni tipo di esperienza. Sono attratti dal rischio. Si
sentono invulnerabili. Ma i motivi per cui bevono, si drogano o fumano possono
essere diversi. Possono assumere alcol o droga per socializzare, per curiosità, per
noia oppure per non pensare, per solitudine, per dimenticare.
5
>>
Ormai se ne sente parlare di continuo di droga, nei programmi TV, nei social
network, in internet, in qualsiasi telegiornale e se ne parla esclusivamente in
termini negativi, quindi ci si chiede il perché nel momento in cui guardando
la TV, vedendo un servizio in cui mostrano gli effetti devastanti della droga
sul corpo di chi la assume, si sceglie di farlo. Perché se al telegiornale dicono
che un ragazzo è morto per una sola pasticca, la sera dopo tantissimi altri
ragazzi probabilmente prenderanno la stessa pasticca? E’ questa la domanda
che le persone che non fanno questo tipo di scelta e che magari la subiscono
indirettamente, in quanto è la scelta di un figlio o di una persona cara, si
pongono.
Personalmente mi sono data questa risposta: nel momento in cui un ragazzo
adolescente sente dire da tutti che l’alcool fa male, ma al bar o nei locali vede
che tutti bevono; sente dire che il fumo fa male (ormai lo scrivono anche nei
pacchetti di sigarette che il fumo uccide), ma tantissime persone fumano; nel
momento in cui sente dire che la droga fa male, ma vede che ci sono persone
5
Anna Oliviero Ferraris, Non solo amore, Firenze, Giunti Editore, 2005, p. 96.
10
che magari anche quotidianamente ne fanno uso e lo rassicurano, dicendo che
fumare una sigaretta fa più male di uno spinello o di bere un bicchiere di vino,
ci sono parecchie probabilità che si farà convincere e proverà.
Questa può essere una spiegazione molto generale, la più banale forse,
rispetto a quelli che possiamo definire i <<motivi>> per scegliere di provare
sostanze stupefacenti.
Non credo che ci possa essere un motivo più valido di un altro, anzi, nessuno
può essere considerato valido. Diciamo allora che non può esserci un motivo
considerato abbastanza grave da iniziare. Se un ragazzo adolescente subisce
un trauma, che può essere la perdita di un genitore, per fare un esempio e
dentro di sé sente che non ce la fa a superarlo, il dolore può essere tale che
egli si faccia abbindolare da chi gli dice <<prendi questa pasticca e sparisce
tutto>> e da lì ci vuole pochissimo. Sono proprio queste le prede degli
spacciatori: i ragazzi più fragili, che non hanno la forza per dire di no, per
scegliere un’altra strada. Anche se ormai purtroppo sono gli stessi ragazzi a
cercare lo spacciatore, sono loro a fare il primo passo perché conoscono la
realtà della droga ancora prima che qualcuno provi a fargliela conoscere.
Sempre Anna Oliviero Ferraris osserva che:
<<La maggior parte degli adolescenti è in grado di resistere alle pressioni, se lo
desidera. Molti dicono che coloro che decidono di drogarsi o di bere sono, in realtà,
già pronti a farlo.
6
>>
Guardando la classificazione delle droghe, capiamo che nonostante tutte
abbiano effetti dannosi, ce ne sono alcune che hanno effetti decisamente
peggiori di altre. Generalmente, dalle testimonianze in merito, la gran parte
delle persone che iniziano a drogarsi, comincia assumendo le cosiddette
<<droghe leggere>>, per poi passare a quelle più pesanti.
6
Ivi, p. 97.