La Tirrenia di Navigazione S.p.A:Un Caso di Crisi _ _______________
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Premessa
La tesi mira ad analizzare la Crisi, ma non di una semplice impresa
privata, bensì di un’Impresa a Partecipazione Statale.
Per Crisi s’intende “Turbamento Profondo” della struttura economico-
finanziaria, di un’azienda che deriva dal mancato adeguamento di
quest’ultima al mercato.
Lo Stato interviene di fronte a casi di crisi principalmente in due
circostanze: quando in difficoltà è un’azienda che per dimensioni, in
termini di personale e fatturato, ha un’importanza tale, che un’eventuale
liquidazione e chiusura genererebbe un notevole impatto sociale,
causando un altissimo numero di disoccupati. Altro caso in cui i pubblici
poteri sono chiamati ad intervenire è quando, lo Stato è il soggetto
economico dell’impresa, e quindi è il soggetto a capo della gestione (o
almeno teoricamente per via del sistema di delega delle funzioni e poteri),
a cui spetta direttamente l’individuazione della crisi e valutazione
dell’effettiva possibilità di risanare o no l’azienda.
Ed è per questo che la disciplina giuridica, ha introdotto nel corso della
storia, diversi strumenti che sono a disposizione dello Stato, per poter
operare in queste situazioni, come l’amministrazione straordinaria di
grandi imprese in crisi e la cassa integrazione, soluzioni differenti che però
molto spesso hanno avuto nella realtà il medesimo esito, ossia di
perpetuare lo status quo non risolvendo la situazione di crisi dell’impresa.
Giorgia Rinaldoni Crisi e Risanamento d’Impresa _ _________________
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Da questo presupposto, parte l’idea della tesi, ossia di analizzare la crisi ed
il “risanamento” o “ristrutturazione” di un’impresa a partecipazione
statale,
capirne la natura, le cause che l’hanno scaturita e quelle che ne
impediscono la fuoriuscita.
A secondo della tipologia di crisi, distinguiamo il risanamento dalla
ristrutturazione in quanto il primo viene messo in atto per riequilibrare la
situazione economico-finanziaria dell’impresa, il secondo invece è un
processo più complesso che consiste in una vera e propria conversione
dell’assetto societario, nei casi in cui non basta più ricompensare la
struttura finanziaria ma bensì è necessario una vera e propria
trasformazione della struttura economica-produttiva dell’impresa.
Il caso preso in esame è quello del Gruppo Tirrenia di Navigazione, nato
per offrire il servizio via mare di collegamento tra le principali isole della
nazione e il restante paese, nel corso degli anni venne predisposto anche ai
collegamenti con Grecia, Tunisia, Albania e Croazia.
Il gruppo, costituito sotto il regima fascista, ha cambiato molteplici volte la
configurazione societaria per potersi adattare allo sviluppo e
trasformazione del settore del cabotaggio marittimo. Infatti il Gruppo
Tirrenia, inizialmente denominato Gruppo Finmare, era costituito da
quattro compagnie (Tirrenia, Lyod Triestina, Adriatica e Italia di
Navigazione). Successivamente, con l’avvio del processo di
liberalizzazione del settore di trasporto marittimo, venne ridenominato
Tirrenia, prevedendo, la cessione ai privati delle compagnie Lyod
Triestina e Italia di Navigazione e incorporazione da parte della
capogruppo, del comparto Adriatica.
Furono costituite altre quattro compagnie volte a fornire i collegamenti tra
la terra ferma e le principali isole (Sicilia, e Sardegna) e collegamenti tra la
penisola e le isole minori quali: Caremar per i collegamenti tra la regione
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Campania e le isole di Ischia, Capri e Procida; Siremar per i collegamenti
tra la Sicilia e la regione Calabria e la Sicilia e i rispettivi arcipelaghi,
Toremar per i collegamenti che riguardano la regione Toscana ed infine
Saremar per tutti i collegamenti con la regione Sardegna.
La tesi mira a spiegare innanzitutto cosa sono le Imprese a Partecipazione
Statali, perché sono nate, attraverso la ricostruzione storico-economica del
secolo scorso quando vennero introdotte, caratterizzando lo spirito della
politica di sviluppo economico perseguita da diversi paesi non solo
europei ma di tutto il mondo, dal Sud America al Giappone.
Il primo capitolo infatti, spiega le fasi di affermazione, di sviluppo e di
crisi delle imprese a partecipazione statale, legato ad un processo di
inversione di rotta legata alla privatizzazione di esse.
Ma perché si avviò un processo intenso di privatizzazione?
E perché alcune imprese sono state privatizzate e altre no?
Perché la privatizzazione è l’unico strumento o perlomeno quello più
utilizzato in caso di crisi e fallimento di un’impresa a partecipazione
statale?
Il primo capitolo della tesi cerca di rispondere a questi quesiti,
analizzando anche quelle che sono le caratteristiche delle imprese a
partecipazione statale: il sistema di governace, il sistema dei finanziamenti
e la tipologia di obiettivi che si pone e la modalità con cui cerca di
raggiungerli.
Quindi il primo capitolo, è meramente esplicativo, cerca di rappresentare
la realtà delle Imprese a Partecipazione Statale in Italia dagli anni ’30 del
secolo scorso ad oggi.
È con il capitolo seguente, che ci si “immerge” nell’argomento di analisi
della tesi, ossia il Gruppo Tirrenia. Infatti il secondo capitolo, partendo
dalla storia della compagnia, spiega il perché della sua nascita e la
funzione che è chiamata a svolgere, analizza gli elementi che compongono
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l’intero gruppo e che molto probabilmente sono la causa scaturente della
crisi. Iniziando dalla rappresentazione dell’evoluzione della flotta,
all’andamento del numero dei dipendenti, agli importi di convenzioni o
sovvenzioni d’equilibrio erogate dello stato annualmente, il capitolo si
conclude esaminando il cambiamento del mercato di riferimento. La tesi
non poteva esimersi dall’analizzare le metamorfosi del mercato di
riferimento, in quanto qualunque tipologia di crisi deriva sempre e
comunque da un mancato adeguamento dell’azienda al mercato, ed è
quindi la fase propedeutica per comprendere le dinamiche che riguardano
il settore di Attività del Gruppo Tirrenia.
Il mercato di riferimento del Gruppo di navigazione, come accennato
precedentemente, è quello del trasporto di passeggeri e merci via mare più
in generale quello del cabotaggio marittimo.
Il settore del trasporto via mare fino al 1998 vedeva Tirrenia come unica
società e quindi monopolista a livello nazionale.
Dal 1998 invece si diede inizio alla liberalizzazione del settore e
privatizzazione di alcune delle compagnie che formavano il gruppo
pubblico, e si iniziò a diffondere l’idea di privatizzare l’intera compagnia
di navigazione pubblica, caratterizzata sempre da notevoli introiti
assicurati dallo stato.
Ma l’idea della privatizzazione rimase tale, e nel frattempo il settore dei
trasporti marittimi privati si espanse, con la nascita di molteplici
compagnie che nell’arco di pochi anni riuscirono ad offrire i medesimi
servizi e collegamenti del Gruppo marittimo pubblico a prezzi inferiori e,
nella maggior parte dei casi, a qualità superiori.
Nel corso degli anni si ripresentò notevoli volte l’intenzione di
privatizzare la compagnia ma l’idea rimase tale per anni ed anni, fino al
novembre del 2009 quando l’unione europea segnalò all’Italia l’obbligo di
interrompere l’erogazione di sovvenzioni alla compagnia, fissando il 30
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settembre 2010 come data conclusiva per la privatizzazione della
compagnia, ma non si giunse a nessuna privatizzazione e all’interno del
capitolo verranno spiegati i motivi e le dinamiche delle ulteriori trattative.
Ora la compagnia, dopo che il 5 settembre venne riconosciuto e dichiarato
lo stato d’insolvenza è in stato di amministrazione straordinaria. Fase di
stallo, per permettere nuovamente che vi sia “l’effettiva” privatizzazione
del Gruppo Tirrenia, che nel frattempo, precisamente dal novembre del
2009 non è più composto da 6 compagnie (Tirrenia, Caremar, Siremar,
Saremar, Toremar, Saremar), ma solamente dalla Tirrenia e Siremar, le
altre società sono state cedute alle rispettive regioni.
È con il terzo capitolo, si giunge all’essenza della tesi, ossia l’analisi della
crisi che ha colpito la compagnia.
Il capitolo, si apre soffermandosi sulle peculiarità della crisi di un’impresa
a partecipazione statale, per denotare le effettive differenze non solo legate
alla crisi ma anche alle modalità di risanamento di un’impresa che come
precedentemente ricordato ha come Soggetto Economico lo Stato. Le
peculiarità emergono dall’analisi di Tirrenia di navigazione S.p.A. prima
su tutti la “capacità” di sopravvivere a lunghi e innumerevoli anni di
perdite.
Il capitolo si compone dall’analisi degli ultimi 5 bilanci d’esercizio del
gruppo, attraverso il calcolo degli indici di redditività, patrimoniali e
finanziari e cercando di dare una descrizione prima statica, attraverso
l’analisi per indici, degli ultimi anni di attività del gruppo, ma rendendola
più significativa con la comparazione con risultati di aziende similari e
alcuni dati medi del settore (informazioni davvero difficili da ottenere, in
quanto è un settore caratterizzato da una profonda oscuratezza dei dati di
gestione).
Segue invece l’analisi per flussi, basata sul calcolo dei cash-flow nell’arco
dei cinque anni presi in considerazione. Ed è proprio attraverso l’analisi
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per flussi che è stato possibile ricostruire i problemi legati alla compagnia,
la tipologia di crisi e gli errori commessi in fase di gestione del Gruppo.
Con l’unione dei risultati delle due analisi è stato possibile ricostruire
alcune dinamiche del Gruppo, che continuano tutt’oggi a persistere e
continueranno ad esistere, fino a quando vi sarà “l’effettiva”
privatizzazione della compagnia.
La tesi si chiude con l’analisi dei risultati ottenuti e le conclusioni, che
cercano di dare prima, un’interpretazione di perché e quando le imprese a
partecipazione statale ricadono in una situazione di crisi, e
successivamente fornire una chiave di lettura ad un caso che, anche se in
una modalità latente attanaglia da più di venti anni l’economia italiana, il
caso Tirrenia. Accostato molteplici volte ad un altro emblema delle
Imprese a Partecipazione Statali, il Gruppo Alitalia.
Ma hanno realmente punti in comune? E se si quali sono?
Perché la crisi delle Imprese a partecipazione pubblica si risolve sempre
con un processo di privatizzazione, non ricorrendo mai ad un risanamento
tutelando la proprietà dell’impresa da parte dei pubblici poteri?
Queste sono le risposte, che all’interno delle conclusioni si cercheranno di
dare.
Giorgia Rinaldoni
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Capitolo Primo
L’esperienza Italiana delle
Imprese a Partecipazione Statale
SOMMARIO: 1.1. Le prime Imprese a Partecipazione Statale - 1.1.2 l’IRI –
1.1.3 l’ENI - 1.1.4 Il ministero delle partecipazioni Statali - 1.1.5 Gli enti di
gestione - 1.2. La Struttura economico-aziendale, l’Autonomia ed il
Finanziamento delle Partecipazioni Statali - 1.3 Il processo di
privatizzazione – 1.3.2 Le privatizzazioni in Italia – 1.3.3 Il sistema delle
Partecipazioni Statali odierno
Giorgia Rinaldoni Crisi e Risanamento d’Impresa _ _________________
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1.1 Le prime Imprese a Partecipazione Statale
Il progressivo intervento dello Stato nell’attività economica si è sviluppato,
nell’esperienza italiana, in tre diverse fasi.
Nella prima, la comparsa piuttosto timida dello Stato nelle vicende
economiche, avvenne attraverso la figura dell’impresa-organo che ha la
caratteristica, aldilà di un’ autonomia puramente contabile, di avere la
gestione tramite organi dello Stato di alcune attività quali
l’amministrazione autonoma dei monopoli, l’azienda di amministrazione
delle poste e telecomunicazioni, azienda di stato per le foreste demaniali
ecc.
L’impresa-organo, in realtà non ha nessuna autonomia e gli atti
autonomamente posti in essere sono la conseguenza delle decisioni del
ministero da cui dipende.
Storicamente la predominanza di questa comprende gli ultimi due
decenni dell’ottocento e i primi decenni del novecento, mantenendo
comunque una certa presenza, e talvolta importanza, anche negli anni
successivi.
Il secondo tipo di esperienza ha costituito la naturale evoluzione della
precedente e convisse con essa per vari anni; si tratta dell’impresa
pubblica esercitata da un ente pubblico separato dallo stato, o da altro ente
locale, ma sottoposto a direzione e controllo da parte di uno o più
ministeri. Tali ministeri devono curare che l’ente attui l’indirizzo del
governo, restando a questo le funzioni decisionali rilevanti come la
pianificazione, mentre sugli organi dell’ente ricade la responsabilità per la
corretta esecuzione dell’indirizzo indicato.
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Dal 1933, con l’istituzione dell’IRI
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è iniziata la terza fase che pone come
nuovo strumento di azione economica le partecipazioni azionarie detenute
dallo stato e/o dagli enti pubblici. Tra le due guerre, le partecipazioni
statali e gli enti pubblici convissero ma, se fino alla crisi del 1929
l’indirizzo di politica economica governativa era espresso soprattutto dalla
politica degli enti, da tale data in poi le protagoniste diventarono
soprattutto le imprese IRI e le altre controllate dello Stato.
La costituzione dell’IRI quale ente di gestione di partecipazioni azionarie,
così come successivamente quella dell’ENI
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, degli altri enti e l’istituzione
del Ministero delle Partecipazioni Statali hanno rappresentato un
importante cambiamento strutturale nel sistema aziendale italiano fino
agli anni novanta quando si è avviato un mero processo di privatizzazione
e dismissione di quest’ultimi.
1.1.2 L’IRI
Tra le imprese a partecipazione statale spicca la figura dell’IRI, il quale fu
creato avendo come scopo la soluzione, attraverso una serie di salvataggi,
dal problema di una adeguata divisione del lavoro bancario, giungendo a
separare l’attività delle banche che sul terreno mobiliare avevano il fine di
finanziare l’attività produttiva.
Questa attività bancaria dell’IRI, doveva dirigersi verso il finanziamento
di aziende in grado, con opportuni interventi, di riprendere il loro posto
sul mercato in concorrenza con le altre, e verso le aziende inguaribilmente
antieconomiche giungere alla liquidazione con i minori costi possibili per
la comunità.
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L’istituto per la ricostruzione industriale fu costituito con r.d.l. 23/171933
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Ente Nazionale Idrocarburi