2
e arriva alla stessa realtà sociale , la quale è disciplinata ed
organizzata dal diritto e dalla politica . Questa identificazione è
resa chiara da una definizione del Santi Romano : “Il diritto prima
di essere norma , prima di concernere un semplice rapporto o una
serie di rapporti sociali è organizzazione , struttura , posizione
della stessa società in cui si svolge e che esso costituisce come
unità , come ente per se stante”
1
. Quindi quello politico è
configurato come il mondo del voler essere ; quello del diritto è il
mondo del dover essere . Perciò , la politica si indica come
categoria dell’opportunità , che considera gli uomini come mezzo
per effettuare le scelte più adatte per una migliore configurazione
dell’ordinamento giuridico. Il diritto invece , indicato come teoria
dell’equità , considera gli uomini come termini relazionali ,
riuscendo così a disciplinare i rapporti intersoggettivi sociali
2
.
Quindi , secondo il criterio categoriale , politica e diritto non
indicano una classificazione di fenomeni , bensì di atteggiamenti ,
di modalità e di ottiche di confronto dei fenomeni stessi . Quindi
diritto e politica vengono visti come “Punti Monodici”
3
, perché
permettono un ottimo punto di osservazione , una migliore
1
SANTI ROMANO, l’ordinamento giuridico, Pisa 1918, n.ediz. Firenze,1946;
2
GIULIO MARIA CHIODI , Equità. La regola costitutiva del diritto , G. Giappichelli, Torino,
1979
3
GIULIO MARIA CHIODI , Equità. La regola costitutiva del diritto , G. Giappichelli, Torino,
1979
3
valutazione , scegliendo la migliore disciplina dei fenomeni .
Quindi non è facile trovare , nell’ambito di due concetti così
importanti , la chiave di lettura del concetto di istituzione e i punti
ai quali l’istituzione deve legarsi , per poter svolgere quel suo
ruolo di sintesi . Per questo ritengo importante l’analisi
approfondita delle teorie di quei grandi autori , che hanno
costituito il concetto di Istituzionalismo così come oggi è
conosciuto. Tuttavia è essenziale chiarificare i punti iniziali per la
costruzione di una tesi che voglia individuare e specificare la
posizione che ha l’istituzione tra la politica e il diritto . Quindi è
necessaria un’analisi prima storica , poi filosofico-giuridica ; infine
cercherò di individuare il ruolo che il concetto di istituzione ha
attualmente.
4
CAPITOLO 1
L’istituzionalismo tra Santi Romano,
Hauriou e Otto von gierke
1 Analisi e confronto tra la teoria del Romano e quella
dell’Hauriou
Iniziando a parlare dell’istituzionalismo, bisogna affermare
subito che deve essere visto come un concetto distaccato da
quello che era solo un aspetto pratico, che non permetteva di
configurarlo ed analizzarlo dal punto di vista teorico, così
come hanno saputo fare Otto Von gierke, Maurice Hauriou e
Santi Romano, che dice in merito ad Hauriou, del concetto di
istituzione “ampiamente inteso, di cui finora non si avevano
che tracce nella terminologia, più che nella speculazione
politica e sociologica”
1
. Egli attribuisce così a Hauriou, il
merito di aver avviato questa analisi, da punti di partenza mai
1
SANTI ROMANO, L’ordinamento giuridico, Firenze, 1946;
5
utilizzati prima
2
. Partendo dal Santi Romano, come uno dei
massimi esponenti dell’Istituzionalismo, è fondamentale
enunciare quella che è la sua dottrina. Il diritto si fonda sulla
realtà sociale che va ad organizzare, identificandosi con la
società organizzata. Una volta configurata l’organizzazione
sociale, questa si identifica con il concetto di istituzione. La
teoria dell’istituzione considerata nel suo momento genetico
si presenta come teoria della necessità. La necessità è il
presupposto della teoria del Romano e costituisce l’elemento
differenziale fra l’istituzione romaniana e quella dell’Hauriou.
Per il Romano, il diritto non è un prodotto sociale bensì ha la
necessità che si configura come il fondamento del diritto
3
. Il
Romano va oltre, stabilisce, infatti, l’identità tra necessità e
diritto, afferma che il diritto è necessità. Nella sua teoria
istituzionalistica l’Hauriou non da spazio alla necessità per la
sua visione sociologica dell’istituzione
4
. Per l’istituzionalista
francese, il diritto nasce dall’organizzazione di un potere
attorno ad un’idea, infatti egli ha fondato l’istituzione non nel
fatto sociale, inteso in senso giuridico, ma nel fatto sociale,
2
A. TARANTINO, Brevi riflessioni sui precedenti dottrinali dell’istituzionalismo di
Santi Romano, dalla “Rivista internazionale di filosofia del diritto”, Milano, Giuffrè,
1977;
3
SANTI ROMANO, L’ordinamento giuridico, Firenze, 1946;
4
MAURICE HAURIOU, Science sociale traditionelle, Paris, 1896;
6
inteso in senso sociologico, come produttore del diritto. Nella
dottrina dell’istituzione dell’Hauriou, si comprendono: il
primato della persona, per una costituzione libera della
volontà umana, l’ordine per la stabilizzazione dello Stato e il
potere per il riconoscimento dell’importanza dell’Esecutivo
nei confronti del potere legislativo
5
. Hauriou chiamò la sua
dottrina “Vitalismo sociale”, perché prende vita nella società.
Egli studia l’aspetto soggettivo e quello oggettivo dal punto di
vista filosofico ed è contro la teoria del Durkheim che vede la
coscienza sociale distinta dalla coscienza singola individuale.
Nella nozione di istituzione secondo Hauriou si celebrerebbe
il superamento dell’individualismo soggettivistico e del
sociologismo. L’istituzione rappresenterebbe la sintesi
dell’elemento individuale e dell’elemento sociale e sarebbe il
risultato del raccordo fra libertà-spontaneità e organizzazione-
società. La società è fino ad un certo punto una formazione
naturale, perché poi ha bisogno di formarsi in base a quelle
che sono le necessità e le idee dell’uomo. Nella visione che
l’Hauriou ha dell’istituzione, si vedono i tre elementi della
libertà, del potere e dell’ordine che collaborano l’un l’altro
5
WIDAR CESARINI SFORZA, Vecchie e nuove pagine di filosofia, storia e diritto,
2voll., Milano, Giuffrè, 1967;
7
all’interno dello Stato, che è l’istituzione massima
6
. La vita
organica dell’istituzione si sviluppa attorno alle idee oggettive
che reggono la volontà soggettiva, permettendo così
all’azione individuale di divenire giuridica. Così l’oggettività
giuridica, oltre ad essere l’apriori rispetto all’azione del
soggetto, ha il suo corrispondente soggettivo, non nella
coscienza del soggetto, ma nel suo subcosciente sociale, visto
che il diritto acquista la sua oggettività proprio partendo dalla
coscienza sociale. Qui secondo il Cesarini Sforza ci sarebbe
un equivoco dato dall’identificazione di regola sociale e
norma giuridica, e quindi di società e diritto. Secondo il
Cesarini Sforza non ci sarebbe una tale identificazione, visto
che la società stessa avrebbe: una fase istituzionale dove vale
la regola sociale, e una fase organizzativa dove troviamo
l’ordinamento giuridico che, inteso come tessuto di rapporti
intersoggettivi, costruisce l’ordine che permette il legame tra
singoli individui, servendosi delle norme giuridiche
7
. Per
continuare nell’analisi dell’istituzione secondo Hauriou, egli
dice: “Le istituzioni rappresentano nel diritto, come nella
6
MAURICE HAURIOU, Teoria dell’istituzione e della fondazione, a cura di Widar
Cesarini Sforza, Milano, Giuffrè, 1967;
7
ALESSANDRO BARATTA, Tra idealismo e realismo. A proposito della “filosofia
del diritto”, di Widar Cesarini Sforza, in “Rivista internazionale di filosofia del diritto”,
1965;
8
storia, la categoria della durata, della continuità e del reale;
l’operazione della loro fondazione costituisce il fondamento
giuridico della società e dello Stato”
8
. Lo Stato è una
formazione politica che appartiene alle civiltà compiute, la
società quindi era , prima di essere organizzata sotto forma di
Stato, vissuta in regimi di clan, di tribù. La regola giuridica,
non sarebbe proprio appartenuta a queste forme di istituzioni,
sarebbe invece sopravvenuta solo con la nascita dello Stato.
Nella conservazione e nella durata delle istituzioni sono
essenziali le regole del diritto, che però non vanno a creare
tali istituzioni, visto che le regole giuridiche si creano ed
operano nella società e le istituzioni non possono essere
create dall’ambiente sociale stesso. L’ambiente sociale
possiede solo una regola d'inerzia sulla quale si vanno a
formare le regole giuridiche, che non possono a loro volta
essere creatrici delle istituzioni, perché si affermerebbe così
che l’ambiente sociale sarebbe fonte creatrice dell’istituzione.
Le regole di diritto sarebbero importanti, per la loro attività
organizzativa e per l’indirizzo che danno ai comportamenti
dei consociati all’interno di un’istituzione come lo Stato. Per
8
MAURICE HAURIOU, Teoria dell’istituzione e della fondazione, a cura di Widar
Cesarini Sforza, Milano, Giuffrè, 1967;
9
dare significato alla durata, alla continuità della categoria
dell’istituzione, bisogna individuare i suoi elementi di
reazione: gli elementi soggettivi cioè le forze sociali, l’azione;
gli elementi oggettivi cioè la regola di diritto, l’ambiente
sociale, l’ordine pubblico, senza dimenticare il carattere
giuridico delle fondazioni delle istituzioni e da questo punto
di vista i fondamenti della durata giuridica sono anch’essi
giuridici. L’istituzione è un'idea d'opera che si fonda e dura
giuridicamente in un ambiente sociale; in tale ambiente
sociale si muovono i membri del gruppo sociale che
realizzano l’idea, diretti dagli organi del potere e indirizzati
da regole procedurali. Secondo l’Hauriou esistono due tipi di
persone, quelle che si personificano e quelle che non si
personificano. “Nelle prime, che formano la categoria delle
istituzioni-persone o corpi costituiti (Stato, associazioni,
sindacati, ecc.), il potere organizzato e le manifestazioni
comunitarie tra i membri del gruppo s’interiorizzano nel
quadro dell’idea dell’opera: dopo essere stata oggetto
dell'istituzione corporativa, l’idea diventa il soggetto della
persona morale che si attua nel corpo costituito. Nelle
istituzioni della seconda categoria, che può chiamarsi delle
10
istituzioni-cose, il potere organizzato e le manifestazioni
comunitarie dei membri del gruppo non sono più interiorizzati
nel quadro dell’idea dell’opera: esistono nell’ambiente
sociale, ma restano esterni all’idea”
9
. Tra le istituzioni-cose,
l’Hauriou indica le regole giuridiche che si sviluppano
nell’ambiente sociale, ma non crea una corporazione propria.
La regola giuridica vive nel corpo sociale e utilizza dispositivi
dello stesso corpo, senza realizzarsi in una corporazione, vista
l'impossibilità di “autonomizzarsi” come azione, essendo essa
solo un principio di limitazione .Continuando in questa
profonda analisi, l’Hauriou considera giuridicamente nascita,
vita e morte delle istituzioni: “nascono mediante operazioni di
fondazione che ad esse forniscono il fondamento giuridico in
quanto sono continuative; vivono una vita che è insieme
oggettiva e soggettiva, grazie a ripetute operazioni giuridiche
di governo e di amministrazione, operazioni vincolate, del
resto, da procedure; infine muoiono con operazioni giuridiche
di dissoluzione o di abrogazione”
10
. Qualsiasi istituzione
corporativa ha tre elementi: 1) l’idea dell’opera da realizzare
9
MAURICE HAURIOU, Teoria dell’istituzione e della fondazione, a cura di Widar
Cesarini Sforza, Milano, Giuffrè, 1967, p. 13;
10
MAURICE HAURIOU, Teoria dell’istituzione e della fondazione, a cura di Widar
Cesarini Sforza, Milano, Giuffrè , 1967, p. 13;
11
in un gruppo sociale; 2) l’organizzazione del potere per la
realizzazione di quest’idea; 3) le manifestazioni comunitarie
che si producono nel gruppo sociale in rapporto all’idea e alla
sua realizzazione. Nella personificazione delle istituzioni, che
avviene con l’interiorizzazione del potere organizzato e delle
manifestazioni comunitarie dei gruppi sociali nella struttura
dell’idea dell’opera, si deve analizzare questo incorporamento
nell’opera o nell’impresa da realizzare. Ogni corpo è pertanto
indirizzato alla realizzazione di quest’opera. Ruotando tutta la
personificazione dell’istituzione intorno all’idea d’opera che
si propaga nell’ambiente sociale, bisogna individuare
l’esistenza obiettiva della stessa. L’obiettività di quest’idea è
originaria e funzionale ed è necessaria per il passaggio
dell’idea dall’uno all’altro spirito. Vista la natura oggettiva,
l’idea non è creazione soggettiva, ma è di per sé esistente e ha
bisogno solo di essere trovata, così come: “Un troviero, un
poeta incontra un’idea, così un minatore incontra un
diamante”
11
. Questa oggettività originaria e funzionale delle
idee non riduce l’importanza del gruppo umano alla base
delle istituzioni corporative. Questo gruppo umano è
11
MAURICE HAURIOU, Teoria dell’istituzione e della fondazione, a cura di Widar
Cesarini Sforza, Milano, Giuffrè, 1967, p. 18;
12
qualificabile come gruppo di interessati che, assieme agli
organi di governo, è portatore dell’idea dell’opera. Ciascun
membro del gruppo ha in sé l’idea dell’istituzione che vuole
creare. Egli è il soggetto di quest'idea in quanto gli
appartengono rischi e responsabilità. Il soggetto di uno Stato è
tale come interessato all’impresa-Stato che si costituisce, ed
in quanto tale si può considerare come cittadino che assume
rischi e allo stesso tempo la possibilità di indirizzare e
compartecipare all’organizzazione di governo di tale Stato. Il
secondo elemento di ogni istituzione corporativa di cui parla
l’Hauriou, è un potere di governo organizzato. Si configura
come un potere, perché rientra nel modo d’essere di ogni
uomo che ricollega alla propria volontà, la potestà di creare
ed organizzare un’istituzione. Alla base di un’organizzazione
dei poteri di governo, è necessario porre due principi come la
separazione dei poteri e il regime rappresentativo.
L’istituzione corporativa è un corpo che ha i suoi organi.
Sono questi organi ad esprimere la volontà del corpo,
configurandosi nella loro compattezza come elementi
caratteristici di un’istituzione. Tuttavia non sempre questi
organi agiscono in conformità a questo loro ruolo, ma si
13
distaccano per soddisfare interessi dissimili da quelli che
servono per l’esercizio del potere di governo. Terzo elemento
dell’istituzione corporativa è la manifestazione comunitaria
dei membri del gruppo e degli organi di governo, per
organizzare i mezzi e realizzare così l’idea dell’opera. Quindi
l’Hauriou giunge a definire l’importanza delle coscienze
individuali che si uniscono per mezzo di “un fenomeno
d’interpsicologia”
12
, dando vita ad una volontà collettiva.
Questa si forma tramite l’utilizzo di assemblee, con votazioni,
che permettono di raggiungere maggioranze necessarie per il
governo della comunità, dell’istituzione corporativa. Però,
secondo l’Hauriou, nel parlare di coscienza collettiva si deve
guardare ad un’idea direttiva preesistente, che si riflette
all’interno delle coscienze individuali, dirette da coscienze
più elevate che organizzano le conseguenze pratiche. Quindi
la base è sempre l’idea dell’opera, la manifestazione
comunitaria è una comunione d’azione per ricercare un’idea
preesistente che la comunità abbraccia e sviluppa. L’Hauriou
afferma che grazie all’esistenza oggettiva dell’idea d’opera,
12
MAURICE HAURIOU, Teoria dell’istituzione e della fondazione, a cura di Widar
Cesarini Sforza, Milano, Giuffrè, 1967, p. 23;
14
già base dell’istituzione, si può affermare anche l’esistenza di
una personalità umana che si poggia su queste basi sociali,
riuscendo così a sviluppare qualità, rivelate dall’introspezione
cosciente. La società sarebbe uno specchio dove le coscienze
individuali andrebbero ad osservarsi, carpendo elementi
interiori altrimenti non percepiti. Da queste teorie
dell’Hauriou si individua perfettamente la posizione che
l’istituzione ha tra politica e diritto. L’istituzione è basata su
idee oggettive scelte dagli individui ed è organizzata dal
diritto che si crea sull’istituzione e le sue basi sociali. Dalla
dottrina del costituzionalista francese si evince una politica
delle scelte di indirizzi sociali che l’istituzione deve avere.
Solide fondamenta sociali formate da quel prius, rispetto alle
istituzioni, dato dalla politica. Il diritto per l’Hauriou non ha
identità con l’istituzione, ma si forma sull’istituzione che va a
precederlo secondo un ordine razionale. Nonostante ciò si può
dire che un’istituzione corporativa risulta da un'operazione
giuridica. La vita delle istituzioni corporative è assicurata
dalla presenza di atti che hanno un carattere giuridico come,
le deliberazioni assembleari, le decisioni del consiglio
d’amministrazione. Anche nelle istituzioni private, il carattere
15
giuridico deriva da atti, che sono però dello statuto o del
contratto di associazione. Ovviamente anche le istituzioni
corporative, di cui parla l’Hauriou, smettono di esistere o per
motivi interni di cattiva organizzazione, o per motivi esterni
di ostilità, di disaffezione dell’ambiente sociale. Le istituzioni
sopravvivono solo in quanto legate all’ambiente sociale e
mantenendo intorno a sé tutte le situazioni giuridiche che
debbono durare. La durata e la continuità di istituzioni come
quella dello Stato è garantita da tre elementi: l’idea direttiva,
il potere, le manifestazioni. Secondo l’Hauriou inoltre, la
forza vitale per organizzare intorno a sé una corporazione,
non è caratteristica della regola di diritto. Questo pensiero
indica una differenza sostanziale rispetto al Romano, che
indica un ruolo principale delle regole di diritto proprio
perché egli identifica il diritto con l’istituzione
13
.
13
Questa differenza è fatta notare dal Tarantino nel suo testo “A. TARANTINO, La
teoria della necessità nell’ordinamento giuridico”. Interpretazione della dottrina di
Santi Romano, Milano, A. Giuffrè, 1980;