Ulisse Vitali La televisione del futuro: digitalizzazione e interattività
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Essendo oggi la televisione il principale mezzo di comunicazione di massa e la
digitalizzazione il fenomeno per eccellenza degli ultimi decenni, mi è sembrato opportuno
interrogarmi sulla convergenza di questi due elementi e di conseguenza dei loro rispettivi
settori d’appartenenza: telecomunicazioni e informatica per il digitale e audiovisivo per la
televisione. Tra tutti gli aspetti legati alla televisione digitale, ho deciso di concentrarmi su
quello che mi sembra sia il più interessante ed innovativo: l’interattività. La cosiddetta “TV
interattiva”, in grado di offrire una fruizione attiva dei contenuti televisivi, fornendo
all’utente strumenti per interagire con il televisore e intervenire nella programmazione, è
infatti la novità più auspicata che dovrebbe portare l’avvento della TV digitale.
La mia indagine ha dunque lo scopo di esplorare il campo della trasmissione digitale dei
segnali televisivi e di analizzare la situazione dell’offerta di servizi interattivi nei principali
mercati europei. In questo modo, tra l’eccessivo entusiasmo di alcuni autori e l’esagerato
scetticismo di altri, cercherò di comprendere in quale maniera l’interattività modificherà la
tradizionale forma di consumo della televisione e quindi quale sarà il futuro della
tecnologia televisiva.
Ulisse Vitali La televisione del futuro: digitalizzazione e interattività
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1.2 Struttura della ricerca
L’approccio metodologico della mia ricerca è duplice; essa è infatti composta da una prima
parte di stampo teorico, tesa a chiarire i concetti di televisione digitale e di interattività, e
da due casi di studio che illustrano concretamente la stato attuale dell’offerta interattiva nei
paesi più all’avanguardia in questo campo: più precisamente il Regno Unito e la Francia.
Nel capitolo 2 fornirò per prima cosa una descrizione degli aspetti tecnologici legati alla
televisione digitale, cercando di fare un po’ di chiarezza riguardo alle nuove tecnologie
legate alla televisione, intorno alle quali regna una certa confusione. In questo capitolo
verranno innanzitutto evidenziate le principali differenze tra segnale analogico e digitale,
illustrato lo standard di trasmissione digitale dei segnali televisivi e analizzate le diverse
piattaforme per la trasmissione digitale (satellite, cavo ed etere). Sempre nel secondo
capitolo, descriverò alcune tra le principali innovazioni introdotte con l’avvento della TV
digitale, tra cui spicca l’interattività, che cambieranno volto alla televisione. Il tentativo è di
capire i benefici, ma anche gli eventuali svantaggi, che la tanto invocata “rivoluzione
digitale” porterà in pratica per il mondo televisivo e per tutti i soggetti che esso coinvolge: i
produttori di tecnologie, i produttori di contenuto, lo Stato e gli utenti finali.
Il terzo capitolo si concentrerà sull’analisi del concetto di interattività, tema centrale di
questa ricerca, fornendone una definizione dettagliata, presentandone brevemente la
storia e spiegandone le principali caratteristiche. Inoltre verranno evidenziate le esigenze
tecniche necessarie per la realizzazione di servizi televisivi interattivi e presentati degli
esempi di televisione interattiva. Per concludere questa parte dedicata all’interattività,
sempre nel capitolo 3, cercherò di presentare l’attuale panorama relativo ai servizi
televisivi interattivi, gettando uno sguardo sulle offerte di televisione interattiva in alcuni dei
principali paesi europei come pure negli Stati Uniti, di delineare gli ostacoli che la
diffusione dell’interattività potrebbe incontrare e di ipotizzare dei possibili scenari futuri.
Infine, nel quarto ed ultimo capitolo, mi focalizzerò sull’analisi di due casi di studio relativi a
imprese del settore televisivo digitale che offrono ai loro clienti servizi interattivi, in modo
da tastare il polso della reale condizione dello sviluppo della televisione interattiva.
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2. La televisione digitale
2.1 Definizioni e aspetti tecnici
Svolgendo il lavoro di ricerca per questa analisi sulla televisione digitale ho potuto
constatare come attorno ad essa aleggi una certa mancanza di chiarezza, una sorta di
incomprensione generale. Se da un lato esiste tutta una letteratura riguardante la TV
digitale e gli addetti ai lavori ne conoscono molto bene le potenzialità, dall’altro essa resta,
per gran parte dell’opinione pubblica, qualcosa di assai nebuloso. Quando si tratta di
distinguere, per esempio, una macchina fotografica digitale da una “normale”, quasi tutti
non hanno problemi ad elencarne le differenze. Nel differenziare invece televisione
analogica e digitale emergono dubbi e incertezze e si finisce spesso per fare confusione,
mescolando diversi aspetti tecnologici e di contenuto che invece andrebbero tenuti distinti.
Ad intricare ancor più la situazione intervengono inoltre tutta una serie di sigle e acronimi
che accompagnano la nuova tecnologia digitale. Il passaggio da una TV analogica a una
digitale è certamente una questione tecnica, ma, come verrà discusso nei capitoli
successivi, è particolarmente interessante capire quali nuovi contenuti la televisione
digitale potrà veicolare.
2.1.1 Differenza tra analogico e digitale
Innanzitutto credo sia inevitabile partire dalla basilare differenza tra trasmissione di un
segnale in forma analogica e in forma digitale. La trasmissione analogica (dal greco
aná-logos, cioè “essere in rapporto con”, “proporzionato”) consiste nella rappresentazione
di un suono o di un’immagine tramite il rapporto con un’altra grandezza fisica, nel caso
della televisione si tratta di impulsi elettromagnetici, che varia proporzionalmente, quindi in
analogia, con il variare del fenomeno originale. L’esempio classico è quello del telefono, in
cui la voce fa vibrare la membrana del microfono producendo un segnale elettrico
proporzionale alla vibrazione stessa. Il segnale viene poi riconvertito in vibrazioni (e quindi
in voce) dall’altra parte del collegamento telefonico tramite il piccolo altoparlante presente
nella cornetta. Lo stesso discorso vale per la trasmissione analogica di immagini e suoni
televisivi. La trasmissione digitale (dall’inglese digit, cioè “cifra”) prevede invece che il
segnale continuo elettromagnetico, anziché essere trasmesso direttamente, venga prima
trasformato in una serie di numeri. Questi numeri vengono poi codificati in forma binaria in
Ulisse Vitali La televisione del futuro: digitalizzazione e interattività
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modo da ottenere una sequenza di “0” e di “1” che descriva il segnale analogico originale,
punto di partenza (e di arrivo) obbligato, in quanto la realtà, così come il cervello umano la
percepisce, è essenzialmente analogica. Per semplificare le cose pensiamo al segnale
analogico come a una curva che oscilla su un grafico. Per essere trasformato in bit, vale a
dire in termini numerici “1” o “0”, il segnale analogico deve innanzitutto essere campionato,
ossia scomposto in intervalli di tempo regolari, per ognuno dei quali viene preso un
“campione” (breve impulso di ampiezza pari a quella del segnale in un certo istante). A
questo punto l’ampiezza del segnale viene suddivisa in livelli (quantizzazione) e ogni
campione (o impulso) viene misurato e codificato in forma binaria, ottenendo in questo
modo la sequenza di “1” e di “0” (Gebrag, 1999). Le fasi del processo di digitalizzazione
del segnale analogico possono essere rappresentate graficamente come mostrato nelle
figure delle pagine seguenti (1a - 1d)
2
.
Figura 1a: Segnale analogico suddiviso in intervalli di tempo uniformi (t
1
, t
2
, t
3
, …)
Figura 1b: Campioni tratti dal segnale analogico ad ogni intervallo di tempo (segnale campionato)
2
Fonte: Ferreri A. & Paschetta G. (1992). Sistemi e modelli. Torino: Petrini Editore.
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Figura 1c: Quantizzazione del segnale analogico ad 8 livelli e codifica in forma binaria
Figura 1d: Ricostruzione del segnale partendo dal codice binario
Tecnicamente parlando la trasmissione digitale ha sicuramente dei vantaggi in fatto di
qualità e capacità dei canali di trasmissione. I segnali analogici che raggiungono il
ricevitore dovrebbero idealmente essere identici a quelli trasmessi dalla fonte; in pratica
però lungo il loro tragitto essi subiscono delle interferenze e dei disturbi che generano
degli errori e quindi una ricezione disturbata del segnale. Nel caso della trasmissione
digitale invece, siccome il segnale può assumere solo due valori (“1” o “0”), grazie ad un
segnale di controllo inviato insieme al messaggio è possibile gestire e correggere le
interferenze e gli errori sorti lungo la linea di trasmissione molto più semplicemente. In
questo modo il segnale digitale può essere ricostruito senza alcuna degradazione rispetto
all’originale. Un secondo vantaggio della trasmissione digitale, oltre alla qualità della
Ulisse Vitali La televisione del futuro: digitalizzazione e interattività
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ricezione, è la possibilità di trasmettere un numero maggiore di canali occupando la stessa
quantità di frequenze. Ciò è possibile grazie a delle tecniche che permettono una
compressione del segnale digitale in modo che occupi meno spazio, in quanto in forma
non compressa necessiterebbe di capacità di trasmissione enormi. Questo, oltre ai
notevoli benefici a livello ambientale grazie al minor inquinamento elettromagnetico,
permette di gestire in maniera più razionale una risorsa limitata quale lo spettro delle
frequenze hertziane.
La compressione del segnale consiste nell’eliminare tutte le informazioni non essenziali e
le ridondanze spaziali (all’interno di ogni fotogramma) e temporali (tra un fotogramma e
l’altro), trasmettendo soltanto le informazioni che sono cambiate tra un’immagine e la
successiva. Ovviamente maggiore è la compressione del segnale minore sarà la qualità
finale delle immagini. Si tratta quindi di trovare il giusto compromesso tra compressione,
per ridurre la larghezza di banda necessaria alla trasmissione del segnale, e qualità e di
scegliere se trasmettere, nello spazio attualmente occupato da un canale analogico, un
solo canale ad alta definizione oppure più canali di qualità inferiore
3
. Nel 1993 una
commissione statunitense costituita per studiare uno standard di compressione (il Moving
Picture Experts Group) ha messo a punto il sistema MPEG-2, in grado di ridurre
notevolmente la quantità di spazio necessaria alla trasmissione dei segnali digitali, in
seguito adottato su scala mondiale dai vari organismi interessati.
2.1.2 Lo standard DVB
Nel 1993 è stata messa a punto una serie di criteri e requisiti tecnici comuni a livello
europeo per la trasmissione e la ricezione televisiva in digitale che prende il nome di DVB
(Digital Video Broadcasting). Il Digital Video Broadcasting Project è un consorzio
industriale che comprende più di 300 broadcaster, produttori, operatori di rete, sviluppatori
di software, enti regolatori e altri in più di 35 nazioni. Il suo scopo è di elaborare degli
standard universali per la diffusione globale della televisione digitale e dei servizi ad essa
legati. Lo standard DVB, essendo basato sul sistema di codifica MPEG-2, garantisce una
totale compatibilità tra i diversi sistemi, indipendentemente dal produttore che ha fornito le
apparecchiature, e distribuisce praticamente ogni tipo di segnale digitale: sia TV ad alta
3
Esistono quattro tipi di segnali a diversi livelli di qualità. Televisione ad alta definizione (HDTV), televisione a qualità
migliorata (di qualità simile a quella in studio e in formato 16:9), televisione a definizione standard (di qualità comparabile
alla TV analogica attuale) e televisione a definizione limitata (qualità inferiore dovuta a una riduzione della risoluzione).
Ulisse Vitali La televisione del futuro: digitalizzazione e interattività
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definizione e normale (PAL, NTSC o SECAM), sia servizi e contenuti interattivi
multimediali a banda larga.
Il segnale televisivo digitale può essere trasmesso attraverso diversi mezzi, per ognuno
dei quali è stato definito uno standard: via satellite (DVB-S), via cavo (DVB-C), via etere
terrestre (DVB-T). Gli standard di trasmissione DVB dominano il mercato a livello mondiale
e il nuovo standard Multimedia Home Platform (MHP), sviluppato per creare un’unica
interfaccia comune tra le applicazioni digitali e l’hardware che le ospita (e quindi utilizzabile
da operatori diversi), sta velocemente raggiungendo gli stessi livelli di popolarità quale
middleware
4
per la televisione digitale interattiva su tutte le piattaforme trasmissive. Lo
scopo di questa piattaforma domestica multimediale è di rendere il televisore un sistema
universale e quindi compatibile con tantissime applicazioni, consentendo l’integrazione tra
mezzi diversi all’interno dell’ambiente domestico.
A differenza dell’Euorpa, gli USA, il Canada e la Corea del sud non hanno adottato quale
standard il DVB, bensì l’ATSC
5
DTV, che attualmente rappresenta negli Stati Uniti il
principale sistema di trasmissione digitale (Hartman, 2002).
2.1.3 Le 3 piattaforme
Come abbiamo visto il segnale digitale può essere trasportato attraverso diversi canali, i
quali si possono raggruppare in tre grandi piattaforme: il satellite, il cavo e l’etere. Nei
prossimi capitoli verrà illustrato dettagliatamente il funzionamento dei singoli sistemi di
trasmissione, ognuno dei quali possiede le proprie peculiarità e si adatta particolarmente a
determinati utilizzi piuttosto che ad altri. In seguito le diverse piattaforme saranno messe a
confronto e ne verranno analizzati i rispettivi vantaggi e svantaggi.
2.1.3.1 Il satellite
Per quanto riguarda la televisione digitale, la trasmissione da satelliti a diffusione diretta è
attualmente la più comune. I satelliti per la diffusione diretta DBS (Direct Broadcasting
Satellite), in orbita geostazionaria ad un’altezza di 36’000 km dal suolo, sono dotati di
trasponder, ovvero di apparecchiature in grado di captare il segnale proveniente dalla
stazione di trasmissione sulla Terra, amplificarlo e ritrasmetterlo verso la superficie
terrestre. Per ricevere il segnale dal satellite, è quindi necessario dotarsi di una piccola
4
Software particolari che risiedono nella memoria del set-top box, in grado di connettere due applicazioni differenti e di
mediare tra due programmi preesistenti separati. Ciò è necessario in quanto esistono una quantità di differenti
programmi, piattaforme e software atti a fornire servizi interattivi e stabilire connessioni tra il server e l’utente finale.
5
Advanced Television Systems Committee.
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antenna parabolica e di un ricevitore digitale (noto anche come decodificatore o decoder)
in grado di trasformare il segnale in forma analogica, rendendolo fruibile attraverso il
televisore, e (previo inserimento dell’apposita smart card) di decodificare il segnale criptato
dei canali a pagamento. Inoltre il decoder può essere collegato ad un modem come canale
di ritorno per i servizi interattivi e ad un impianto hi-fi per ottenere una elevata qualità
dell’audio. La prima trasmissione televisiva digitale via satellite è stata lanciata negli Stati
Uniti nel 1994 con l’intento di raggiungere le aree discoste, dove far arrivare la TV via cavo
era economicamente svantaggioso. In Europa bisognerà aspettare fino al 1996 quando la
francese Canal+ lancia il primo bouquet digitale via satellite (CanalSatellite). Seguiranno a
ruota l’italiana Tele+ e l’inglese BskyB del magnate australiano Rupert Murdoch.
Attualmente a livello europeo la quasi totalità delle piattaforme digitali satellitari operano
soprattutto sotto forma di pay tv, e i satelliti più noti sono quelli di Astra e gli HotBird di
EutelSat, che trasmettono centinaia di canali televisivi e radiofonici.
2.1.3.2 Il cavo
Accanto alla trasmissione digitale via satellite si sta facendo largo un’altra forma per
inviare i segnali digitali: il cavo. Nato per far giungere il segnale televisivo in località non
coperte dalle trasmissioni via etere, il cavo si presta particolarmente bene anche alla
trasmissione della TV digitale, potendo trasportare un numero di canali estremamente
elevato. Il sistema di distribuzione via cavo è alimentato da una combinazione di segnali
provenienti da diverse sorgenti quali il satellite, emittenti locali e altri, i quali vengono poi
assemblati e ridistribuiti dalla stazione di testa della rete via cavo. Per l’utente finale la
ricezione è molto simile a quella via satellite, per cui grazie ad un decoder è possibile
ricevere i canali digitali attraverso l’apparecchio televisivo di casa. Lo svantaggio delle reti
via cavo risiede nei costi: questo sistema richiede infatti enormi investimenti per la sua
realizzazione, per gli allacciamenti dei singoli utenti e per la manutenzione delle strutture.
Ciononostante il cavo probabilmente resterà al centro delle future tecnologie: esso infatti è
un ottimo mezzo di trasmissione per i dati digitali, soprattutto per quanto riguarda la fibra
ottica. Essa consiste in un cavo composto da molti sottilissimi fili di vetro in grado di
veicolare molte più informazioni (la larghezza di banda è praticamente illimitata) grazie alla
trasformazione dei segnali digitali in impulsi luminosi anziché elettrici come avviene nel
cavo coassiale. La fibra ottica inoltre possiede il vantaggio di non subire interferenze
elettromagnetiche e di tollerare molto bene le cattive condizioni meteorologiche ed
atmosferiche. Grazie alle sue caratteristiche essa garantisce quindi un’alta velocità di
Ulisse Vitali La televisione del futuro: digitalizzazione e interattività
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trasferimento dei dati, una bassa percentuale d’errore ed una grande potenzialità di
trasmissione bidirezionale. Il grande ostacolo all’introduzione della fibra ottica in ogni
abitazione è quello del collegamento del cosiddetto “ultimo miglio”
6
: un’operazione dai
costi elevatissimi. Nella maggioranza dei paesi infatti, le reti in fibra ottica sono molto
ridotte ed è impiegato il più economico e diffuso cavo coassiale (costituito da un
conduttore di rame ricoperto di materiale isolante e rivestito da un secondo strato cilindrico
protetto da una guaina schermante). Nei paesi molto cablati, come ad esempio la
Svizzera, si stanno sviluppando in questi mesi le prime offerte, per il momento alquanto
limitate
7
, di pacchetti di canali digitali via cavo.
Sempre per quanto riguarda il cavo, sono stati condotti degli esperimenti per la
trasmissione televisiva digitale attraverso la tecnologia ADSL (Asymmetrical Digital
Subscriber Line), che sfrutta al massimo le possibilità delle normali linee telefoniche
spingendo la velocità di trasmissione verso l’utente oltre il megabyte al secondo.
Generalmente questo sistema, in grado di veicolare su un’unica linea un canale telefonico
e un canale digitale per il trasporto dei dati, viene adottato piuttosto per l’allacciamento ad
Internet. Il limite di questa tecnologia, rispetto al cavo coassiale o alla fibra ottica, sta nel
fatto che il flusso dei dati non è simmetrico: verso l’utente esso viaggia mediamente a una
velocità 16 volte superiore rispetto alla direzione opposta, pregiudicando l’interattività
tipica dei servizi offerti dalla televisione digitale. Tuttavia in alcune zone, caratterizzate da
morfologia territoriale e/o densità abitativa tali da non giustificare economicamente la posa
di nuovi cavi o l’allestimento di un sistema radio, l’ADSL potrà costituire la scelta primaria
per la diffusione della televisione digitale.
2.1.3.3 L’etere
Una terza possibilità, oltre al satellite e al cavo, per la ricezione della televisione digitale è
rappresentata dalla trasmissione digitale terrestre, la quale presenta a grandi linee gli
stessi principi e vantaggi di quella satellitare. Anche via etere infatti il segnale non teme
disturbi e interferenze e sono garantiti gli stessi servizi interattivi. Nonostante il numero di
canali trasmissibili su una frequenza (oggi occupata da un solo canale analogico) sia
leggermente inferiore rispetto a quello dei satelliti (4-6 invece di 8-10), la trasmissione
digitale terrestre permetterà di liberare molte frequenze, che potranno essere destinate ad
ulteriori canali o a nuovi servizi di comunicazione (come ad esempio la telefonia mobile a
6
Collegamento tra l’ultima centrale di distribuzione e ogni singola abitazione.
7
Fonte: www.cablecom.ch
Ulisse Vitali La televisione del futuro: digitalizzazione e interattività
15
banda larga). Inoltre grazie alla potenza di irradiazione molto inferiore a quella dell’odierna
televisione analogica, sarà possibile ridurre il problema dell’inquinamento elettromagnetico
che affligge le zone più urbanizzate d’Europa. Per quanto riguarda la ricezione digitale via
etere, non sono necessarie antenne differenti da quelle attualmente in uso per la TV
analogica; ma, come per tutti gli altri tipi di captazione digitale, è necessario un
decodificatore che converta i segnali in modo da renderli riproducibili dal televisore. Inoltre,
sebbene i sistemi televisivi digitali terrestri siano piuttosto orientati alla ricezione fissa
tramite un’antenna posta sul tetto degli edifici, essi offriranno anche l’interessante
possibilità di ricezione portatile con una piccola antenna a stilo piazzata direttamente sul
televisore. In questo modo non si sarà più vincolati ad una presa dell’antenna satellitare o
del collegamento via cavo per vedere la televisione, ma si potrà spostare liberamente
l’apparecchio televisivo per la casa e continuare a seguire le trasmissioni. Questo aspetto
di portabilità/mobilità, al momento poco considerato, sarà cruciale nel futuro prossimo
quando si potrà accedere all’offerta terrestre in una seconda casa, oppure in luoghi
pubblici o in movimento su dei mezzi di trasporto (quali automobili, autobus, treni, ecc.).
Un altro vantaggio della rete terrestre rispetto alle altre piattaforme è la sua “regionalità”;
un’area regionale appare infatti troppo grande per essere coperta capillarmente da una
rete di trasmissione via cavo (costi troppo elevati), mentre il satellite ha una copertura
geografica molto ampia, non circoscrivibile ad una singola regione. Oltre a ciò la rete
terrestre, essendo costituita da un numero più o meno elevato di trasmettitori e ripetitori, è
molto meno tecnicamente vulnerabile rispetto a quella via satellite, che in caso di avaria
comporta la completa interruzione del servizio nella totalità dell’area coperta. In Europa la
prima nazione ad introdurre trasmissioni digitali terrestri regolari è stata la Gran Bretagna
nel 1999 con la piattaforma OnDigital. In quasi tutti gli Stati europei sono stati fissati dei
termini (vedi Tabella 1) entro i quali tutte le reti televisive, pubbliche e commerciali,
dovranno convertirsi al nuovo standard e trasmettere i propri programmi con la tecnologia
digitale, ma per un lungo periodo le trasmissioni saranno irradiate sia con la vecchia
modalità analogica che con la nuova (tecnica molto costosa nota con il nome di symulcast)
per dare il tempo ai consumatori di munirsi di televisori dotati di una tecnologia adeguata
alla ricezione dei segnali digitali o di un decodificatore esterno (set-top box).
Ulisse Vitali La televisione del futuro: digitalizzazione e interattività
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Tabella 1: Date per il passaggio completo alla TV digitale in alcuni Stati europei
Paese Lancio della TV digitale terrestre Passaggio completo al digitale
Danimarca 2004 2008/2013
Finlandia 2002 2006
Francia 2004 2010
Germania 2002 2010
Inghilterra 1998 2010
Irlanda 2000 2010
Italia 2003 2006
Olanda 2003 2007
Spagna 2000 2010
Svezia 1999 2008
Svizzera 2003 2014
Fonti: Commissione europea, 1999; Digital Terrestrial Television Action Group, 2003
L’ostacolo principale all’introduzione a breve termine dei servizi di televisione digitale sui
canali diffusivi terrestri è rappresentato dalla scarsità dei canali disponibili nell’attuale
scenario europeo, caratterizzato da un elevato sfruttamento delle risorse spettrali da parte
dei sistemi televisivi analogici. Ciononostante il passaggio di tutto il sistema televisivo al
digitale, come anche l’avvento della nuova generazione di televisori con il decodificatore
incorporato, è senza dubbio un notevole impulso per l’espansione della diffusione digitale
terrestre. Lo sviluppo e il successo della TV digitale terrestre via etere è tuttavia affidato a
tre variabili fondamentali: la decisione politica riguardo alla sua introduzione
(assegnazione delle frequenze e determinazione dei tempi di passaggio al digitale), i costi
di passaggio al digitale e la competizione con il digitale via satellite (già insediato nel
mercato). In ogni caso, è possibile evidenziare che, anche se il digitale via satellite
continuerà ad essere il più diffuso per qualche tempo, nel lungo periodo la televisione
digitale terrestre diventerà il più importante canale di distribuzione televisiva nella maggior
parte dei paesi europei, grazie alla possibilità di raggiungere spesso più del 90% della
popolazione con costi di accesso molto bassi.
Sempre a proposito di diffusione via etere, sono attualmente allo studio diversi sistemi per
la trasmissione dei segnali televisivi digitali su portanti a microonde. Essi rappresentano
infatti a tutti gli effetti un’alternativa veloce ed economica rispetto al cavo nella costruzione
di reti a banda larga, soprattutto in zone a bassa/media densità di popolazione. Questo
sistema, denominato “wireless cable”, opera a frequenze altissime e si avvale di onde
Ulisse Vitali La televisione del futuro: digitalizzazione e interattività
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molto corte le quali, originando da una o più antenne, arrivano direttamente agli utenti, che
per la ricezione necessitano di un’apposita antenna e del consueto decodificatore. I
principali sistemi al momento in fase di progettazione sono l’MMDS (Microwave Multipoint
Distribution System), che con un raggio di copertura che varia tra i 20 i 50 chilometri è
particolarmente adatto all’offerta di servizi multimediali, e l’LMDS (Local Multichannel
Distribution System), che invece con un raggio di copertura di solo qualche chilometro è
piuttosto un’alternativa all’ultimo miglio (cioè il collegamento delle singole abitazioni con le
dorsali in fibra ottica), che presenta difficoltà e costi di realizzazione molto elevati.
2.1.4 Ripartizione del mercato televisivo tra le varie piattaforme
Per concludere questa parte dedicata agli aspetti tecnici della trasmissione digitale del
segnale televisivo, possiamo affermare che la conversione al digitale, su qualsiasi delle
piattaforme citate precedentemente, è favorita dalla maggiore scelta di canali, dalla
possibilità di usufruire di servizi interattivi e dalla migliore qualità delle immagini e del
suono (Macchi, 2000). Tuttavia va precisato che ogni sistema di trasmissione ha le sue
caratteristiche e peculiarità; a seconda del tipo di piattaforma utilizzata infatti, si possono
distinguere diversi livelli di interattività, la quale, per essere completa, necessita di due
canali di trasmissione simultanei (Sandoval, 1995).
Nella competizione tra i vari sistemi trasmissivi, il satellite cederà sicuramente il passo a
distribuzioni del segnale televisivo più sofisticate e che meglio si adattano all’interattività,
ma oggi è sicuramente la migliore alternativa a qualsiasi altra tecnologia di trasmissione. Il
vantaggio del satellite è di tipo quantitativo: il numero dei canali televisivi che è in grado di
diffondere in standard digitale è infatti nettamente più elevato di quello fornito dal sistema
terrestre e solo di poco inferiore ai canali veicolati dalla fibra ottica. Inoltre il sistema
satellitare offre le migliori possibilità di copertura di ampie aree geografiche, consentendo
di raggiungere vasti bacini di utenza e superando le difficoltà di trasmissione tipiche dei
sistemi trasmissivi terrestri. La trasmissione via satellite non può però fornire operazioni di
narrowcast quali i servizi interattivi e la telefonia, consentendo quindi un’interazione solo
marginale e un po’ rozza, ed è limitata a trasmissioni unidirezionali a banda larga.
Ciononostante, essa conserva il pregio di modificare solo leggermente delle abitudini di
fruizione ormai consolidate. L’attuale offerta televisiva via satellite, pur offrendo diverse
possibilità di interazione, permette infatti una fruizione televisiva che non si discosta
eccessivamente dalla TV tradizionale via etere; essa favorisce dunque il passaggio a una
forma più evoluta di utilizzo della televisione che accompagnerà l’affermazione della TV
Ulisse Vitali La televisione del futuro: digitalizzazione e interattività
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digitale e soprattutto dei suoi aspetti interattivi. Il satellite rappresenta quindi attualmente la
soluzione migliore per conciliare senza troppi traumi tradizione e innovazione,
presentando al contempo un agevole adeguamento psicologico ai nuovi mezzi di
comunicazione e un’offerta di contenuti mirata, personalizzabile e sufficientemente ampia
(Paci, 2000).
I sistemi via cavo, oltre al vantaggio quantitativo (anch’essi portano più canali digitali
rispetto alla rete terrestre), hanno anche un vantaggio qualitativo: possono infatti
aggiungere alla distribuzione di canali televisivi anche l’accesso a servizi di tipo interattivo
a larga banda. Inoltre la vera interattività, vista l’impossibilità delle trasmissioni satellitari di
offrire servizi personalizzati, appare una prerogativa del cavo, il quale è in grado di servire
ciascun utente individualmente. I sistemi via cavo però, per raggiungere un potenziale
utente, devono cablare il territorio e tendono quindi a focalizzarsi in aree ad alta densità
abitativa, escludendo le altre zone.
Come abbiamo visto, i governi di tutti gli stati europei puntano però molto sul digitale
terrestre. Questo avviene per diversi motivi (vedi capitolo 2.2.3), ma soprattutto per
razionalizzare l’utilizzo dello spettro hertziano e per garantire un accesso universale e a
basso costo (l’unica spesa per l’utente sarebbe il decoder) alla televisione digitale.
In sintesi, la grande incognita che aleggia sul futuro della televisione digitale è
comprendere se i differenti sistemi televisivi digitali che abbiamo passato in rassegna
copriranno spettri diversi del mercato televisivo finale oppure se si cannibalizzeranno l’uno
con l’altro.
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2.2 Innovazioni del digitale
Dopo le questioni tecniche affrontate nel capitolo precedente, è interessante ora capire
quali cambiamenti comporterà in pratica il passaggio alla TV digitale per quanto riguarda
tutti i soggetti coinvolti nel processo: dai produttori di tecnologie e contenuti agli utenti
finali.
2.2.1 Per i produttori di tecnologie
L’affermarsi del digitale ha posto una nuova questione: stabilire confini netti e chiare linee
di demarcazione tra un media e l’altro. Con l’adozione di un sistema di trattamento dei
suoni e delle immagini secondo gli standard informatici si sono infatti creati margini di
sviluppo e integrazione dei mezzi di comunicazione senza precedenti. I tre settori che
compongono il campo della comunicazione (editoria, telecomunicazioni e informatica),
sviluppatisi nel corso della storia in maniera distinta e separata, si stanno sempre più
intrecciando in un processo di convergenza, grazie al quale i confini dei singoli settori
all’interno del mercato multimediale saranno sempre più labili e tra loro sovrapponibili e ci
sarà la possibilità di una sinergia di più media differenti in contemporanea. Nel passato
questi settori si sono combinati per coppie, dando vita a nuovi servizi quali la radio
(editoria e telecomunicazioni), il bancomat e le carte di credito (telecomunicazioni e
informatica) e i CD-ROM (editoria e informatica). Negli ultimi anni invece abbiamo assistito
alla convergenza di tutti e tre i settori della comunicazione per creare nuovi prodotti e
servizi come ad esempio Internet, che con la sua crescita esplosiva sta mettendo in crisi
tutti i tradizionali paradigmi della comunicazione, e la televisione digitale interattiva. Non a
caso infatti, un’altra direzione in cui sta procedendo la TV digitale è quella della
rivoluzionaria integrazione tra televisione ed Internet; mezzo quest’ultimo in cui la natura
della comunicazione, a differenza degli altri media tradizionali, è orizzontale e paritaria:
chiunque può infatti sia produrre che consumare contenuti. Gli obiettivi della commistione
tra TV e Rete sono principalmente tre: sfruttare la caratteristica di Internet di veicolare
grandi flussi di dati in entrambi i sensi, continuare a offrire prodotti strettamente televisivi
(più o meno interattivi) e aggiungere una serie di servizi supplementari su misura;
soprattutto la posta elettronica. L’integrazione tra Internet e TV, che in qualche misura
sovrapporranno i loro rispettivi servizi, è dunque già iniziata e si manifesta principalmente
in due modi: portando la Rete sul televisore, con le cosiddette WebTV, e portando la