7
riservata ai futuri sviluppi del DTT3, del quale verranno elencati i vantaggi rispetto alla
televisione analogica, e i punti deboli, soffermandosi soprattutto sull interattivit ,
presentata come l aspetto piø innovativo di questa tecnologia.
Il secondo capitolo presenter una panoramica compl eta dell attuale offerta televisiva
per bambini su tutte e tre le tipologie di televisione analizzate, individuando i
programmi e i canali tematici ad essi dedicati, senza tralasciare la descrizione delle
applicazioni interattive delle tv digitali trasmesse negli ultimi anni. Il monitoraggio Ł
stato effettuato durante una settimana campione, da sabato 14 a venerd 20 Febbraio
2009.
Il terzo capitolo Ł interamente dedicato ai focus group, tenutisi il 3 e 4 Febbraio 2009.
Verranno, prima di tutto, spiegati gli obiettivi, la metodologia di ricerca e come Ł
avvenuto il reclutamento dei partecipanti, attraverso la distribuzione di questionari a
tutti i genitori della Scuola Primaria di Casalmaiocco, dei quali verranno esposti in
sintesi i risultati.
Dopo una breve presentazione dell oganizzazione dei focus group e della traccia seguita
nel realizzarli, verranno analizzate le trascrizioni degli stessi attraverso un analisi del
contenuto carta e matita . Tale analisi, ha portat o alla costruzione di alcune categorie
relative ai principali concetti emersi; i risultati dell analisi verranno discussi sulla base
di un confronto tra il gruppo digitale e quello analogico .
3
Acronimo di Televisione Digitale Terrestre
8
CAPITOLO PRIMO: DALLA TV ANALOGICA ALLA TV
DIGITALE
Come gi anticipato nell introduzione e come vedrem o approfonditamente nel terzo
capitolo, il presente lavoro ha come obiettivo quello di analizzare le differenze di
fruizione televisiva da parte di bambini di et com presa tra i 4 e i 13 anni, soprattutto in
relazione alla tecnologia televisiva presente nelle loro case.
Prima di entrare nel cuore della ricerca, Ł indispensabile conoscere quali sono le
differenti tipologie di televisione presenti attualmente nel nostro Paese. ¨ possibile,
sostanzialmente, parlare di due variet di televi sione: quella analogica, e quella
digitale. La prima Ł la piø antica e ha iniziato in Italia le sue trasmissioni nel 1954; in
tempi piø recenti, Ł stata affiancata da piattaforme digitali. Attualmente, oltre all offerta
della tv analogica esistono le tv digitali a pagamento ma, allo stesso tempo, la tv
generalista analogica Ł destinata a diventare all digital e, grazie a questo passaggio, a
subire una metamorfosi. Nello specifico, come stabilito dal Dl Gentiloni, dal 30
novembre 2012 la tv analogica non esister piø in q uanto verr sostituita dal Digitale
Terrestre: tale passaggio Ł chiamato SWITCH OFF4. Oggi siamo ancora in una fase di
avvio dei mercati 5, in una fase transitoria 6 iniziata nel 2001, durante la quale al
momento- in Italia l offerta televisiva si articola in piø possibilit di scelta per i
fruitori:
• TELEVISIONE ANALOGICA. ¨ la tv generalista, quella che tutti i cittadini
possono fruire semplicemente se in possesso di un apparecchio televisivo e
un antenna ricevente. Le reti tv analogiche possono essere pubbliche (le reti
Rai, in parte sovvenzionate dal canone che tutti i cittadini sono tenuti a
pagare ogni anno, in parte dalla pubblicit ) o priv ate (la cui esistenza
dipende solo dal mercato pubblicitario)7. La trasmissione analogica consiste
nel rappresentare un suono o un immagine tramite il rapporto con un altra
4
Letteralmente significa spegnimento : spegnimento della televisione analogica, appunto.
5
La delibera n.435/01/CONS definisce all art.1 del capo I fase di avvio dei mercati come il periodo
che intercorre tra l entrata in vigore del presente regolamento e la data di cessazione delle concessioni in
tecnica analogica .
6
La delibera n.435/01/CONS definisce all art.1 del capo I fase di avvio dei mercati come il periodo
che intercorre tra l entrata in vigore del presente regolamento e la data di cessazione delle trasmissioni in
tecnica analogica .
7
De MattŁ C.- Perretti F. L impresa televisiva , Et as, 2002 ( pagg. 24-26).
9
grandezza fisica che varia proporzionalmente (in analogia appunto) con il
variare del fenomeno originale. Nel caso della televisione si tratta,
ovviamente, di impulsi elettromagnetici. Un esempio che aiuta a capire Ł
quello del telefono: la nostra voce fa vibrare la membrana di un microfono
presente nella cornetta, producendo un segnale elettrico proporzionale a tale
vibrazione. Il segnale elettrico viene poi percepito dalla persona con la quale
siamo in linea, in quanto riconvertito in un altra vibrazione del tutto simile
alla nostra voce da un piccolo altoparlante presente nella sua cornetta. I
segnali analogici che raggiungono il ricevitore dovrebbero essere uguali a
quelli trasmessi dalla fonte. Dovrebbero. In realt , Ł possibile che durante il
loro tragitto dall emittente al ricevente, subiscano interferenze e disturbi che
generano errori e quindi una ricezione disturbata del segnale8.
• TELEVISIONE DIGITALE. Il termine digitale deriva dall inglese
digit , che significa cifra , numero . Infatti, il segnale elettromagnetico
(quindi analogico) viene convertito in una serie di numeri, poi codificati in
forma binaria in modo da ottenere una sequenza di 0 e di 1 che descriva
il segnale analogico di partenza. PerchØ il segnale analogico venga
trasformato in bit (ossia in termini numerici di 0 e 1 ) deve avvenire un
processo detto digitalizzazione , composto da due fasi:
a. fase di campionatura. Il segnale analogico viene scomposto in piø unit
(dette campioni );
b. fase di quantizzazione. Ogni campione viene misurato e codificato in
forma binaria ottenendo cos la sequenza di 0 e 1 9.
Differentemente dalla trasmissione analogica, in quella digitale Ł possibile
gestire e correggere piø facilmente interferenze ed errori che possono
intervenire lungo la linea di trasmissione. Quindi, si ha una migliore qualit
di suoni e immagini rispetto all analogico. Inoltre, Ł possibile comprimere il
segnale eliminando informazioni non essenziali e ridondanze all interno di
ogni singolo fotogramma e tra uno e l altro, trasmettendo solo le
informazioni che sono cambiate tra un immagine e la successiva. In
8
De MattŁ C.- Perretti F. L impresa televisiva , Et as, 2002 (pagg. 150-152).
9
Lev Manovich Il linguaggio dei nuovi media , Edizi oni Olivares, 2005 (pagg. 46-50).
10
particolare, durante il processo di compressione, vengono suddivisi i dati che
rappresentano un immagine in utili e inutili su lla base delle
caratteristiche dell occhio umano. Infatti, tendiamo a non percepire i dettagli
riguardanti i colori e quando le immagini vengono cambiate rapidamente
(come nel caso della tv).
Nel dicembre del 2007, all’interno di un convegno organizzato
dall Osservatorio New TV della School of Management del Politecnico di
Milano, durante la sessione Le Tv Digitali fra crescita, sperimentazione e
cambiamento , Ł stata introdotta un’interessante classificazione che divide in
tre categorie le piattaforme digitali esistenti:
Sofa TV, che comprende le televisioni fruibili tramite il tradizionale
televisore dotato di un decoder. Questa categoria comprende le Sat Tv
(Sky Italia), il DTT (essendo in una fase transitoria, fino al 2012 i
cittadini italiani potranno scegliere di guardare la televisione generalista
in digitale, grazie all acquisto di un Set Top Box; come vedremo nei
prossimi paragrafi, i canali televisivi visibili tramite DTT sono in numero
maggiore rispetto alla tv analogica e alcuni di essi sono a pagamento) e
le IpTv (Fastweb, Greta Home Tv e Infostrada Tv);
Desktop TV, che include tutti i canali fruibili dallo schermo del
computer tramite Web;
Hand TV, che include i canali tv fruibili tramite cellulari, smartphone,
palmari e tvfonini10.
Nel presente lavoro, che ha per oggetto la fruizione della tv da parte dei bambini, non
verranno prese in esame le Desktop Tv e le Hand Tv, fruibili soprattutto da ragazzi e
adulti.
In questo capitolo tratteremo in particolare , quindi, la storia della televisione analogica,
della tv satellitare e del Digitale Terrestre in Italia, oltre ad esporre le principali
caratteristiche di queste differenti tipologie di televisioni.
10
Tratto dal sito www.osservatori.net
11
1.1. LA TELEVISIONE ANALOGICA: UN PO DI STORIA
In Italia le prime prove di diffusione della televisione furono effettuate a partire dal
1934, ma il servizio regolare cominci soltanto dal 3 gennaio 1954 a cura della RAI,
acronimo di Radiotelevisione Italiana S.p.a., gestita dallo Stato. Per cui, il monopolio
della televisione italiana Ł, inizialmente, nelle mani dello Stato, il quale propone un
servizio che vuole essere educativo, con finalit i ndubbiamente pedagogiche. In quegli
anni la televisione, in bianco e nero, era un bene di lusso che pochi italiani potevano
permettersi, tanto che i bar o le case dei propri vicini diventarono luoghi prediletti per
visioni di gruppo, soprattutto in occasione delle trasmissioni del primo e subito
popolarissimo telequiz italiano Lascia o raddoppia ? , condotto da Mike Bongiorno.
Solo successivamente e in modo graduale la televisione divent un elettrodomestico
presente in tutte le case. Inoltre, la televisione non trasmetteva a flusso continuo, ma
solo in alcune ore della giornata. Fino al 1961 esiste un solo canale tv denominato
Programma Nazionale: a partire da questo anno iniziarono le trasmissioni del secondo
canale RAI e la terza rete arriv tra la fine del 1 979 e l’inizio del 1980, in seguito alla
riforma del 1975. Nel frattempo erano nati i primi tentativi, illegali, di televisioni
private: solo la sentenza n. 202 del 1976 della Corte costituzionale decret la libert di
esercizio per le emittenti locali private, favorendo lo sviluppo del modello televisivo
commerciale11. La proliferazione sempre piø massiccia di emittenti televisive ha
richiesto a piø riprese interventi legislativi di regolamentazione, fino ad arrivare
all attuale situazione di duopolio: il servizio pubblico della RAI, da un lato, quello
commerciale di Mediaset dall altra12.
In particolare, lo studioso J.L. Missika, descrivendo la storia della tv attraverso il
rapporto tv-telespettatore, ne individua tre et :
• PALEO TV = tv come portatrice di cultura e maestra che insegna qualcosa a dei
cittadini-alunni riverenti e meravigliati: Ł la televisione delle origini, quella del
monopolio RAI.
• NEO TV = il telespettatore cerca consolazione nella tv; appare in tv il telespettatore
che ha qualcosa da dire, una particolare esperienza da raccontare: siamo nel periodo
11
Il modello televisivo commerciale Ł sostentato unicamente dalla pubblicit : la rete televisiva vende i
suoi telespettatori alle imprese che trasmettono le pubblicit dei loro prodotti all interno del loro
palinsesto. Anche il servizio pubblico italiano Ł sostentato in parte dalla pubblicit ma anche dal ca none
tv, una tassa pagata ogni anno da possessori di un apparecchio televisivo.
12
A. Grasso Storia della televisione italiana , Gar zanti, Milano, 2004.
12
in cui fanno la loro comparsa le emittenti private, le quali offrono intrattenimento,
discostandosi, cos , dal modello pubblico. Quest ul timo, in seguito alla concorrenza
dei privati, abbandona gradualmente i suoi intenti pedagogici. In quest era la
televisione trasmette ormai 24 ore su 24, a flusso continuo lo spettatore inizia a
costruirsi, attraverso lo zapping, il proprio palinsesto personale e sono le reti a
doversi adeguare alle esigenze del pubblico.
• POST TV = lo spettatore non cerca piø consolazione ma vuole rivendicare la sua
singolarit ; per andare in tv non serve essere chi ss chi , si Ł eccezionali per il solo
fatto di riuscire ad apparire in tv. La tv, insomma, fa da pigmalione, d allo spettatore
comune delle prove che se superate lo rendono eroe. Questa Ł la televisione dei
reality show, in cui Ł lo spettatore ad essere protagonista. In questa ultima tappa,
nascono le tv a pagamento13.
Dopo questa breve sintesi della storia della tv italiana, visto l oggetto d analisi della
presente ricerca, il target dei bambini, Ł opportuno ripercorrere le tappe della storia della
televisione dei bambini: Ł indispensabile, prima di conoscere l attuale offerta televisiva
rivolta ad essi14, sapere qualcosa di piø del passato.
1.1.1 STORIA DELLA TELEVISIONE DEI BAMBINI
La storia della televisione dei bambini coincide con la nascita della televisione stessa: il
3 Gennaio 1954, giorno in cui la televisione entra per la prima volta nelle case degli
italiani15, inizia una trasmissione storica, La tv dei ragaz zi , appunto. Come nota il
critico televisivo Aldo Grasso da allora la televi sione ha sempre mostrato grande
interesse per il pubblico dei giovanissimi, un interesse che, con vicende alterne, si Ł
protratto fino ai giorni nostri16 . Gli studiosi hanno suddiviso in quattro tappe la storia
della televisione dei bambini e ragazzi, tappe che verranno analizzate nei prossimi
sottoparagrafi.
13
J.L. Missika La fine della televisione , Lupetti, 2 007.
14
Cfr. cap. 2
15
Cfr. par. 1.1
16
A. Grasso Storia della televisione italiana , Gar zanti, Milano, 2004, pag. 206.