INTRODUZIONE
L'idea di intraprendere questo percorso di tesi è nata dal fatto
che la cervicalgia è un disturbo estremamente diffuso al giorno
d’oggi, essa infatti rappresenta insieme alla lombalgia è il
disturbo muscolo scheletrico più comune, e anche perché, non
avendo avuto il modo di approcciarmi ad essa durante il mio
percorso accademico, era mio interesse affrontarla in maniera
più approfondita. Come appena detto il dolore al collo è un
disturbo abbastanza comune che interessa un’ampia varietà di
persone che svolge attività di ogni tipo e che rientra in un range
di età decisamente ampio. Approfondire questo argomento
durante questi ultimi mesi da studente credo possa essermi
soltanto d’aiuto, sia per colmare alcune lacune, sia per farmi
trovare pronto in un eventuale futuro lavorativo.
Questo argomento è decisamente interessante poiché quando si
parla di “neck pain” non si parla soltanto di dolore muscolare,
ma si devono includere tantissime altre componenti.
Quando un fisioterapista deve trattare una cervicalgia deve
tener conto di tutte le altre strutture presenti nella regione
craniocervicale, dal derma più superficiale, ai nervi; e, allo stesso
tempo, il terapista dovrà valutare qualsiasi condizione che
potrebbe fungere da campanello d’allarme. Il dolore al collo non
specifico quindi, oltre ad essere un argomento di estrema
attualità, è un modo molto semplice per poter mettere alla
prova parte delle conoscenze relative all’anatomia, alla
biomeccanica, alla fisiologia e alle materie di indirizzo seguite
nel corso degli anni; allo stesso tempo, un altro motivo che ha
spinto il sottoscritto a intraprendere questo argomento è che Il
trattamento di tale disturbo può coinvolgere tutte le
componenti della riabilitazione fisioterapica, dalla terapia
manuale, all’esercizio terapeutico alla terapia fisico strumentale.
Affrontando il tema della cervicalgia ho deciso attenzionare
quello che è il trattamento dello stadio cronico di tale disturbo,
approfondire il concetto di sensibilizzazione centrale,
aggiornarmi e verificare gli spunti che la letteratura offre in
merito al dolore cronico, alla sua importanza sociale e alla sua
gestione.
La modalità di trattamento che mi ha suscitato un maggiore
interesse è stata sicuramente l’esercizio terapeutico. In
particolar modo il sottoscritto ha voluto focalizzare il suo studio
sul trattamento del dolore cervicale cronico attraverso la
teleriabilitazione, una strategia riabilitativa che negli ultimi anni
sta riscuotendo un importante successo.
Perché la teleriabilitazione?
L’importante aumento dell’età media, l’invecchiamento della
popolazione generale, almeno nei paesi industrializzati, e le
limitate risorse dedicate alla salute pubblica, hanno determinato
lo sviluppo di nuovi modelli e pratiche riabilitative per far fronte
al cambiamento dei bisogni della popolazione. Oltre agli
interventi riabilitativi ospedalieri e alla gestione dei pazienti
nella fase acuta di una malattia (ancora un aspetto cruciale del
processo globale di erogazione dell'assistenza) una delle sfide
emergenti dei sistemi sanitari moderni è la gestione dei pazienti
cronici al di fuori delle strutture sanitarie. Per far fronte a ciò è
stato ideato un modello di riabilitazione a distanza che è volto,
in maniera sostituiva o associativa alla riabilitazione in presenza,
a rendere più semplice il percorso riabilitativo, tale modello
prende il nome di teleriabilitazione: è possibile citare numerosi
esempi di realtà ospedaliere che hanno provato a creare una
strategia alternativa, soprattutto in questo periodo di
emergenza, per permettere una continuità di trattamento e
assistenza al paziente, un esempio su tutti è quello del
Neapolisanit di Ottaviano che ha ideato un’applicazione
denominata Astras per bambini affetti da disturbi specifici
dell’apprendimento, in modo tale da poter permettere a
quest’ultimi di poter svolgere da casa le attività di riabilitazione
a distanza. La teleriabilitazione è quindi uno dei campi
emergenti della telemedicina, è definito come l'insieme di
strumenti, procedure e protocolli utili a fornire un’adeguata
riabilitazione a distanza.
Vantaggi della teleriabilitazione
Dopo numerosi studi, la comunità scientifica ha affermato come
la teleriabilitazione, nel presente e nel futuro, giocherà un ruolo
importante nel migliorare o, almeno, mantenere, la continuità
delle cure e dei servizi riabilitativi man mano che vengono
riorganizzati, in quanto è in grado di aumentare l'efficienza dei
servizi contenendo i costi. E’ indubbio infatti come la tecnologia,
la telecomunicazione, siano alla portata di tutti, dal bambino che
inizia sin da piccolo a prendere per mano il cellulare dei genitori,
all’anziano che per mantenersi in contatto con i propri familiari
ha iniziato ad utilizzare lo smartphone. Nel periodo di piena
emergenza sanitaria che stiamo vivendo, in cui i servizi offerti
dalla sanità pubblica vanno sempre di più a mancare o ad essere
obsoleti, molti ospedali vengono convertiti in centri covid,
l’utilizzo della teleriabilitazione può agevolare e colmare quelle
che sono le lacune presenti nel campo medico riabilitativo.
Nonostante l’utilizzo di questa strategia possa presentare dei
vantaggi esistono anche degli svantaggi che nel corso degli anni
hanno limitato la ricerca in merito a tale strategia riabilitativa,
come per esempio la scarsa disponibilità economica di molti
pazienti e la scarsa qualità delle conoscenze digitali dei pazienti
e di alcuni operatori.
Nel primo decennio del 2000 sono stati svolti alcuni studi che
hanno iniziato a valutare quelle che potevano essere:
le patologie in cui poteva essere applicata la teleriabilitazione;
l’efficacia di questa modalità riabilitativa. I risultati ottenuti nel
primo decennio del 2000 non sono stati per nulla incoraggianti,
sia per carenza di collaborazione dei pazienti che per la scarsità
di risorse e inadeguatezza degli strumenti valutativi ma, per
carenza di collaborazione dei pazienti, per scarsità di risorse e
inadeguatezza degli strumenti valutativi non è stato possibile
confermare l’efficacia della teleriabilitazione.
Dal 2010 in poi, con il continuo progredire delle tecnologie
digitali, vi sono stati miglioramenti sia per quanto riguarda i
risultati ottenuti attraverso questa strategia riabilitativa, sia per
quanto riguarda il raccoglimento di dati e studi che potessero
confermare l’efficacia di quest’ultima.
A tal proposito sono stati svolti numerosi studi riportati in alcune
revisioni sistematiche. Alcuni scienziati italiani, tra cui Marco
Rogante, Dahlia Kairy, Claudia Giacomozzi e Mauro Grigioni,
hanno effettuato un quality assessment di tutte le revisioni
sistematiche in relazione all’efficacia o meno della
teleriabilitazione in determinate patologie. Per aiutarsi, tali
studiosi hanno utilizzato una particolare scala di valutazione che
viene utilizzata molto spesso nel mondo della ricerca che è
l’AMSTAR score.
1
(esempio di tabella, presa da un articolo non concernente a quello sopracitato, raffigurante quelli che
sono i quesiti presenti nell’AMSTAR score)
L’AMSTAR score è lo strumento che in ricerca viene utilizzato
per valutare quello che è il rigore metodologico delle revisioni
sistematiche. Nell’AMSTAR score vengono posti 11 quesiti a cui
si può rispondere "Si", "No", "Non si può rispondere", "Non
applicabile"; ad ogni quesito viene attribuito un punteggio di 1
se esso incontra il criterio specifico, mentre si attribuirà uno
punteggio nullo, equivalente a 0, se il criterio non è incorporato,
non è chiaro o non applicabile.
in base al punteggio che si ottiene in seguito alla compilazione di
tale scala, si possono distinguere 3 livelli di qualità di revisione
sistematica:
con un punteggio AMSTAR compreso tra 8 e 11 la revisione
sistematica avrà un’alta qualità; con uno score AMSTAR
compreso tra 4 e 7 la qualità della revisione sistematica sarà
media; mentre uno score compreso tra 0 e 3 indicherà una
revisione sistematica di bassa qualità.
Lo studio svolto da tali studiosi ha analizzato quindi diverse
revisioni sistematiche tra cui ritroviamo:
- una revisione sistematica relativa alla teleriabilitazione nei
pazienti con ictus svolta nel 2013 dal professore Laver, al quale è
stato attribuito il punteggio di 11 su della scala AMSTAR.
2
-una revisione sistematica relativa alla teleriabilitazione nei
1
Wei Li. Appraisal of the methodological quality and summary of the findings of
systematic reviews on the relationship between SSRIs and suicidality
2
Laver KE,et all.Telerehabilitation services for stroke.
pazienti con disturbi cronici, effettuata dal professore Steel nel
2010, a cui è stato attribuito un punteggio di 8 undicesimi della
scala AMSTAR.
3
-una revisione sistematica relativa alla teleriabilitazione nelle
lesioni del midollo spinale, effettuata nel 2013 dal professore
Dorstyn, a cui è stato attribuito un punteggio di 9 undicesimi
della scala AMSTAR.
4
-una revisione sistematica relativa alla teleriabilitazione in
disturbi neurologici, effettuata nel 2013 dal professore Hailey, a
cui è stato attribuito un punteggio di 4 undicesimi della scala
AMSTAR
5
;
-una revisione sistematica relativa alla teleriabilitazione in
disturbi Neurologici come Parkinson, sclerosi multipla, ictus
ecc., effettuata dal professore Steins, nel 2014, che ha ottenuto un
punteggio pari a 6 undicesimi della scala AMSTAR
6
.
Dalle conclusioni di tale studio si può notare come esistano delle
prove relative alla crescita riguardo l’efficacia della
teleriabilitazione, almeno per alcune patologie, e sono stati
confermati i numerosi studi che sottolineavano la soddisfazione
degli utenti e la fattibilità relativa alla disciplina. L’unico
problema però è che gli svantaggi della teleriabilitazione elencati
precedentemente, in alcuni studi, hanno evitato la buona riuscita
di alcuni studi raccolti nelle revisioni sistematiche precedenti,
soprattutto negli utenti con un’età avanzata.
7
Nonostante ciò, l’avanzare continuo del progresso tecnologico e
l’avvicinamento di tutte le fasce di età alla tecnologia e la
comunicazione a distanza, permetterà nel futuro una maggiore
riuscita di questa strategia riabilitativa.
3
Steel K et all.Therapeutic videoconferencing interventions for the treatment of long-term
conditions.
4
Dorstyn D. et all. Applications of telecounselling in spinal cord injury rehabilitation:
5
D, Roine R, Ohinmaa A, Dennett L. The status of telerehabilitation in neurological
applications.
6
Steins D, et al. Wearable accelerometry-based technology capable of assessing functional
activities in neurological populations in community settings
7
Marco Rogante et al. A quality assessment of systematic reviews on telerehabilitation:
what does the evidence tell us?