6
degenerazione iperconsumistica e quindi chi lo utilizzava era ritenuto
superficiale e arrogante. Oggi, tuttavia, con milioni di utenti distribuiti in tutte
le classi sociali, anche questi aspetti hanno perso rilevanza. Tanto è vero che
negli ultimi anni il telefono cellulare è entrato prepotentemente nella vita delle
famiglie e non rappresenta più un’esclusiva degli uomini d’affari o di chi lo
utilizza per scopi professionali, ma è diffuso anche presso chi ne fa un impiego
per le più svariate ragioni: dalla reperibilità allo svago o ad una più semplice
funzione di rassicurazione che esso è in grado di garantire. Il cellulare,
insomma, è diventato un prodotto multiuso, che svolge sì funzioni concrete, ma
anche emotive, e persa la connotazione di status symbol, è ormai capace di dare
grande impulso alle capacità comunicazionali delle persone.
L’obiettivo di questo lavoro è, in primo luogo, quello di fornire un
quadro tecnologico dell’offerta di servizi mobili, la cui eterogeneità, anche
grazie al recente lancio commerciale dei moderni sistemi satellitari, consente di
usufruire di una mobilità e di una reperibilità estesa praticamente a qualunque
luogo sulla terra. Si è seguito un percorso che, partendo dai sistemi mobili più
“anziani” e semplici, passa attraverso l’attuale generazione per arrivare ad
illustrare i sistemi più complessi ed evoluti o ancora in fase di
standardizzazione, capaci di offrire nuove forme di mobilità e innovative
applicazioni; sistemi che costituiranno l’offerta di domani. Inoltre si è cercato,
attraverso l’individuazione delle politiche adottate in sede comunitaria e le
strategie messe in campo dagli operatori, di identificare e focalizzare le ragioni
che hanno favorito la straordinaria crescita della telefonia mobile in Italia che,
con l’entrata in campo di un terzo gestore, promette nuovi e ulteriori sviluppi.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che, se è vero che il telefono cellulare è oggi
uno strumento sempre più presente nella vita quotidiana, utile non solo nel
tempo libero e negli affari ma per la sicurezza personale e nelle situazioni di
emergenza, è anche vero che, oltre agli aspetti positivi del fenomeno, occorre
segnalare anche le preoccupazioni di ordine sanitario, e ambientale più in
generale, che si accompagnano alla diffusione massiccia della telefonia mobile.
Preoccupazioni che hanno scatenato nella popolazione timori riguardo ai
possibili effetti dannosi, per la salute dell’uomo, delle onde elettromagnetiche
emesse sia dai terminali sia dalle antenne installate nelle vicinanze delle
abitazioni o comunque di luoghi frequentati. Un ulteriore problema
evidenziato, che è sicuramente da non sottovalutare, è quello relativo allo
smaltimento delle batterie esauste dei cellulari, visto il contenuto altamente
tossico di alcuni metalli di cui esse sono costituite.
7
1 LE TELECOMUNICAZIONI MOBILI
Per le comunicazioni mobili sono disponibili un gran numero di sistemi
la cui classificazione si può basare sul tipo di mobilità che essi garantiscono.
I principali tipi di mobilità oggi disponibili sul mercato o comunque in
fase di standardizzazione sono:
• Access mobility: questo tipo di mobilità garantisce la limitata capacità di
movimento di un terminale nelle vicinanze di un punto di accesso ad una
rete di telecomunicazioni; tale movimento non deve ostacolare il normale
accesso alla rete;
• Terminal mobility: ossia la capacità di un terminale di accedere ad una rete di
telecomunicazioni mentre è in movimento; l’accesso alla rete deve essere
possibile da diversi luoghi, deve permettere sia di originare che di ricevere il
servizio, compresa la capacità della rete di identificare e localizzare il
terminale;
• Service portability: questo terzo tipo di mobilità deve permettere all’utente di
avere accesso ai servizi del suo profilo anche da una rete diversa da quella
presso cui li ha sottoscritti;
• Personal mobility: rappresenta l’ultimo stadio di evoluzione della telefonia,
questo grazie all’integrazione dei diversi sistemi esistenti; infatti, la personal
mobility è la capacità di un utente di accedere ai servizi di telecomunicazioni,
per cui ha sottoscritto un abbonamento, tramite qualsiasi terminale, in base
ad un identificatore personale; anche in questo caso l’accesso deve
permettere sia di originare che di ricevere il servizio.
Un’altra classificazione possibile è quella basata sul tipo di tecnologia
adottata, che naturalmente è strettamente connessa al periodo in cui il sistema è
stato progettato. Questa caratteristica fornisce una classificazione temporale
trasversale rispetto alla mobilità; in base ad essa i vari sistemi vengono
comunemente divisi in tre gruppi:
• prima generazione: questi sono i sistemi a trasmissione analogica,
generalmente non standardizzati da Enti ufficiali e non interoperanti, con un
ambito generalmente nazionale;
• seconda generazione: i sistemi di seconda generazione si caratterizzano per
la trasmissione digitale delle comunicazioni e per la standardizzazione che li
rende interoperanti anche a livello extraeuropeo;
• terza generazione: rappresenteranno l’integrazione di più servizi, offerti in
precedenza da diversi sistemi, che saranno accessibili da un unico terminale
utente [1].
8
1.1 Il paging
I sistemi di paging, o di messaggistica personale, consistono in un sistema
radio di trasmissione di dati, di entità limitata e prevalentemente ad una via, da
parte di una stazione trasmittente verso terminali mobili detti pager o
cercapersone [2]. Il pager consente l’invio di brevi messaggi e costituisce un
sistema alternativo alla telefonia mobile di comunicazione wireless
1
. Alternativo
in quanto soddisfa la voglia di mobilità ma, al contrario del telefono, concede al
possessore solo la possibilità, ricevendo il messaggio, di scegliere se richiamare
oppure no, qualora la telefonata non sia di suo gradimento, garantendogli una
certa riservatezza.
I terminali dei servizi di paging sono radioricevitori che comunicano con
il loro possessore per mezzo di uno o più toni o, in chiaro, attraverso un display
a cristalli liquidi capace di mostrare solo caratteri numerici o caratteri
alfanumerici (secondo il modello di pager). Sono perciò in grado di ricevere e
visualizzare messaggi di vario tipo, ma non possono essere utilizzati per la
telefonia vocale.
Per il servizio di paging la tecnica di trasmissione si è nel tempo evoluta,
passando da una modesta copertura del territorio, con aree di pochi chilometri
quadrati, ai moderni sistemi di paging che supportano il roaming
2
oltre i confini
nazionali, con possibilità di comunicazione non più esclusivamente unilaterali,
ma anche a due vie.
Gli standard utilizzati per offrire servizi di paging si basano su due
tecnologie, tono e digitale. La tecnologia tono è un metodo di comunicazione di
messaggi basato sull’uso di toni e sulla loro durata modulata sulla portante. La
tecnologia digitale consiste nel trasmettere una stringa di bit che contiene
l’indirizzo del pager e successivamente il messaggio.
Il paging rappresenta una delle prime tecnologie di comunicazione radio
ad ampio raggio reso disponibile in Europa a partire dai primi anni ‘70. Tra i
pregi di questo sistema di comunicazione vanno annoverati: il suo minor costo
rispetto ai sistemi cellulari veri e propri, sia di gestione, sia del terminale; le
dimensioni ridotte del terminale stesso; un’eccellente copertura del territorio
con una spesa relativamente ridotta. Queste caratteristiche fanno del paging un
servizio adatto soprattutto ad un’utenza giovane, oppure a chi non vuole
investire in un servizio troppo impegnativo.
1
Wireless è un termine inglese usato per definire le telecomunicazioni senza filo.
2
Il termine roaming deriva dal verbo inglese “To roam”, che significa: muoversi da un
posto ad un altro senza uno scopo o un programma ben preciso. Ogni abbonato alla rete GSM
(Global System for Mobile Communication) ha la possibilità di usare il proprio terminale mobile
anche all’estero; più precisamente nell’ambito dell’area di copertura del paese ospitante, questa
possibilità è consentita da un sistema che appunto prende il nome di roaming.
9
Nonostante questi pregi, il paging non ha riscontrato in Italia un grande
diffusione, con tassi di penetrazione al di sotto dell’ 1%, contro una percentuale
del 2% nei principali Paesi europei, mentre notevole è il successo negli Stati
Uniti, che con oltre trenta milioni di terminali si attestano su valori intorno
all’8%, e in Giappone, ove si registrano tassi di penetrazione intorno al 15% [1,
2].
In Italia il servizio di paging è stato fornito inizialmente dalla SIP
3
col
nome di Teledrin. Attualmente sono disponibili due servizi, il già citato
Teledrin ed Euromessage; entrambi i sistemi sono commercializzati da TIM
(Telecom Italia Mobile) e prevedono la trasmissione analogica. Il Teledrin opera
solo in ambito nazionale, con una frequenza di trasmissione di 161 MHz; a
seconda del tipo di abbonamento stipulato, si possono ricevere sul terminale 4
tipi di segnali (toni), messaggi numerici fino a un massimo di 15 cifre e
messaggi alfanumerici con un limite massimo di 80 caratteri.
Al contrario del Teledrin, il servizio Euromessage supera i confini
nazionali grazie al roaming in altre quattro nazioni europee (Francia, Germania,
Gran Bretagna e Svizzera); questo permette l’utilizzo del terminale e dello
stesso numero in aree e reti diverse. L’ Euromessage opera ad una frequenza di
466 MHz e consente di ricevere solo messaggi numerici o alfanumerici [1].
Un servizio di paging, tuttavia non commercializzato in Italia, è
rappresentato dal sistema digitale ERMES (European Radio Message System),
capace di gestire un alta densità di traffico. Lo standard ERMES è stato
sviluppato e definito da un apposito comitato dell’ETSI (European
Telecommunications Standards Institute), opera ad una frequenza di 169 MHz e
prevede il roaming fra le differenti reti che lo adotteranno; finora, in Europa,
solo Francia e Ungheria hanno reti funzionanti con questo standard. Tuttavia, la
possibilità di essere contattati anche oltre i confini nazionali e l’introduzione di
servizi a basso costo a due vie stanno fornendo nuovo impulso al mercato dei
pager in Europa. Alcuni operatori di paging hanno già adottato tecniche di
comunicazione satellitari per estendere il raggio d’azione della loro copertura
territoriale.
Un ulteriore incentivo all’espansione del mercato dei pager è costituito
dai nuovi servizi di trasmissione delle informazioni
4
. Le informazioni fornite da
questi servizi spaziano dal campo finanziario (listini di borsa, quotazioni,
rapporti di cambio tra monete) al traffico (orari dei mezzi di trasporto di vario
tipo), ad altri settori con aggiornamenti rapidi e frequenti. Molto importante per
l’utente è la possibilità di personalizzare le informazioni impostando livelli di
soglia individuali, superati i quali o verificate determinate condizioni viene
avvisato dal pager con un segnale acustico; ad esempio, allorquando si
realizzano le migliori opportunità individuate dall’utente come convenienti per
vendere o comprare un particolare pacchetto di azioni in borsa.
3
Società Idroelettrica Piemonte.
4
Servizi noti con il nome di Data Broadcasting.
10
Altri servizi che lo standard ERMES è in grado di offrire vanno dalla
possibilità di memorizzare e richiamare i messaggi ricevuti alla numerazione
dei messaggi, prevedono la possibilità di trasferire temporaneamente il
messaggio ad un altro pager (call diversion) e la consegna differita ad una
determinata ora, supportano diversi set di caratteri per la gestione delle lettere
accentate e dei caratteri speciali.
Tuttavia, gli utenti che intendono utilizzare tutti questi servizi a valore
aggiunto devono dotarsi di speciali pager, cosiddetti “intelligenti”, con un
display in grado di visualizzare testi e grafici, memorie relativamente capaci e
sufficiente capacità elaborativa [2].
1.2 La telefonia Cordless
Con il termine cordless si fa riferimento al sistema terminale-base che
permette la cosiddetta access mobility (ossia una limitata capacità di movimento
nei pressi di un punto di accesso ad una rete di telecomunicazioni), tramite un
collegamento radio tra terminale mobile e stazione base, mentre quest’ultima è
collegata in maniera fissa ad una rete di telecomunicazioni
5
.
Di conseguenza la telefonia cordless è una struttura comunicativa che
consente ad utenti dotati di un particolare terminale mobile di effettuare
chiamate telefoniche attraverso il collegamento con una stazione base fissa. È un
tipo di telefonia che si rivolge ad un’utenza che ha la necessità di muoversi
all’interno di un’area relativamente piccola, quale può essere quella di una
abitazione, quindi si distingue nettamente, da questo punto di vista, dalla
telefonia cellulare che risponde alla necessità di movimento su grandi distanze
e in certi casi anche oltre i confini nazionali [2].
I primi standard per la telefonia cordless sono stati sviluppati su impulso
del CEPT (Comitato Europeo per le Poste e Telecomunicazioni) e conosciuti con
i nomi di CT-0 e CT-1, erano basati su una tecnologia analogica e furono
concepiti per un’utenza prevalentemente domestica. Questi primi standard
hanno riscontrato un grande successo nel mercato della telefonia residenziale,
per la quale furono studiati e realizzati, e ancora oggi sono largamente diffusi in
molte abitazioni.
Tuttavia, i cordless analogici della prima generazione, pur dando risposta
ad un’esigenza di mobilità nell’ambito domestico (molto sentita da parte del
consumatore), eliminando lo scomodo filo dei comuni telefoni, presentava
notevoli problemi legati principalmente alla sicurezza e, di conseguenza, alla
5
Il collegamento tipico è rappresentato dalla rete telefonica pubblica, PSTN, acronimo
dei termini inglesi Public Switched Telephone Network.
11
riservatezza delle comunicazioni, oltre a problemi riguardanti la qualità delle
conversazioni e infine la sensibilità alle interferenze. Tutti problemi i cui disagi
erano avvertiti con maggiore intensità per i cordless installati in utenze
commerciali, dove le distanze tra terminale mobile e stazione base
cominciavano ad essere più significative rispetto all’utenza domestica. Parte dei
problemi è da attribuire anche al fatto che molti cordless non risultavano essere
omologati dal gestore della rete presso cui venivano usati.
A dispetto di tutta questa serie di problemi, la telefonia cordless divenne
piuttosto popolare, registrando una buona diffusione, tanto che nel 1984 erano
stati venduti in Europa più di un milione di telefoni cordless, lasciando
prefigurare sviluppi consistenti [2]. I cordless analogici della prima generazione
sono noti con le sigle CT-0 e CT-1 e fanno parte della più ampia famiglia CT,
ossia Cordless Telephone.
Partendo da questa prima generazione di cordless e tenendo conto del
potenziale disponibile, il Dipartimento inglese per l’Industria e il Commercio
(DTI
6
) spinse fortemente per lo sviluppo di uno standard per la telefonia
cordless. L’impulso per lo sviluppo di uno standard cordless di seconda
generazione che superasse tutti i problemi delle tecnologie analogiche di prima
generazione venne dunque dall’Inghilterra ove furono studiate le specifiche
tecniche che avrebbero caratterizzato il nuovo sistema telefonico.
Già nel 1984 alcune industrie di apparecchiature elettroniche, in
collaborazione con il DTI, iniziarono a sviluppare gli standard CT-2 come
risposta alle scarse prestazioni dei precedenti sistemi analogici basati sullo
standard CT-1.
Nel 1985 anche la Conferenza Europea delle Poste e Telecomunicazioni
iniziò una parallela ricerca sul mercato della telefonia senza fili. In questa sede
furono avanzate due proposte per l’adozione di uno standard paneuropeo per
la telefonia cordless: una dall’Inghilterra, dove lo standard CT-2, operante ad
una frequenza attorno ai 900 MHz, era ormai in fase di definizione; l’altra dal
Ministero delle Poste e Telecomunicazioni svedese, che presentò una propria
proposta di standard, basata su una versione migliorata di una tecnologia
cordless proposta per la prima volta dalla Ericsson nel 1984. Tale standard,
chiamato CT-3, operava anch’esso attorno ad una banda di frequenza di 900
MHz [2].
Entrambe le proposte presentate furono esaminate e dibattute in seno al
CEPT; tuttavia questi standard si sono affermati solo nelle rispettive nazioni.
Questa seconda generazione di cordless ha introdotto molti cambiamenti,
modificando il concetto stesso di telefonia cordless, avvicinandolo a quella
cellulare [1].
Nel 1987, frattanto, la European Manufacturers of Pocket Communications
System (ESPA) ufficializzò le risultanze di uno studio durato quasi quattro anni
6
DTI, ossia Department for Trade and Industry.
12
in relazione alle possibili tecniche di approccio alle tecnologie cordless in
ambito di ufficio.
Nel 1988 il CEPT accettò le raccomandazioni ESPA, fece suo lo standard
svedese e riservò per esso una banda riservata di frequenze da, 1880 MHz a
1900 MHz, invece dei 900 MHz originariamente proposti. Questo standard
rappresenta la formulazione originaria di quello che oggi viene chiamato DECT
(Digital European Cordless Telecommunication). Il CEPT, non fissò un piano
temporale per l’introduzione di questo standard nei Paesi membri; inoltre, non
essendo le sue decisioni vincolanti ma semplici raccomandazioni, furono
adottati due diversi sistemi cordless, uno in Inghilterra, basato sullo standard
CT-2, e un altro basato sullo standard CT-3/DECT.
Le aree di applicazione della telefonia cordless sono principalmente tre:
applicazioni residenziali o domestiche, applicazioni in ambienti commerciali,
applicazioni per l’accesso alla rete telefonica pubblica. La prima applicazione,
quella domestica, non presenta difficoltà tecniche particolari, soprattutto per le
brevi distanze e la scarsa complessità delle funzioni richieste; permette sia di
effettuare sia di ricevere telefonate attraverso un terminale mobile collegato ad
una stazione base fissa installata nello stesso ambiente. Nella stazione base sono
collocate le funzioni di interfaccia alla rete fissa, attraverso il doppino
7
telefonico proveniente dalla centrale. Le funzioni comunicative vengono svolte
dalla rete pubblica e l’interfaccia radio si attiva solo nel colloquio tra terminale
mobile e stazione base. Grazie all’introduzione della tecnica digitale sono stati
superati, per queste applicazioni, molti dei limiti dello standard CT-1 in termini
di qualità audio e sicurezza.
Le applicazioni in ambito commerciale e per l’accesso alla rete pubblica
hanno dato origine ad interessanti possibilità e nicchie di mercato quali: centrali
cordless (cordless PBX o CPBX) e Telepoint. Un centralino cordless, ovvero un
CPBX (Cordless Private Branch eXchange), è costituito da un sistema di stazioni
base collegate tramite una centrale radio ad un unico centralino PBX. Gli utenti
in tal modo possono accedere, tramite i terminali mobili, a tutte le funzionalità
del centralino quando si trovino nei pressi di una stazione base. Questa
applicazione risulta essere di grande importanza per l’utente, soprattutto in
quei casi in cui questi è “costretto” a spostarsi in ambienti di ufficio
notevolmente vasti o ha la necessità di accedere rapidamente ai servizi
telefonici in situazioni critiche. Il Telepoint rappresenta un’altra applicazione
per la telefonia cordless in quanto consente di accedere alla rete telefonica
pubblica attraverso i terminali mobili collegati con una stazione radio base, a
basso costo e a bassa potenza, installata in locali pubblici. In pratica è una
estensione del concetto di cordless delle applicazioni residenziali in cui tuttavia
la stazione base fissa non è installata in casa dell’utente bensì in locali del
gestore pubblico, del tutto simili a quelli che ospitano le centrali telefoniche
della rete pubblica. Una limitazione del servizio Telepoint è costituita dal fatto
che consente di effettuare chiamate verso la rete pubblica ma non di riceverle,
esattamente come i comuni telefoni pubblici a scheda magnetica. Con
7
Insieme di due conduttori di una linea costituenti un circuito telefonico.
13
l’adozione di tecnologie più sofisticate è possibile eliminare questo limite e già
alcuni Paesi stanno sviluppando reti Telepoint a due vie, tanto che dal punto di
vista funzionale sembrerebbe esserci una sovrapposizione tra il concetto di
accesso alla rete pubblica via telefono cordless e rete Telepoint e la telefonia
cellulare. In entrambi i casi infatti l’utente può effettuare chiamate dal proprio
terminale verso altri utenti connessi alla rete pubblica; la differenza principale è
costituita dalla possibilità di movimento dell’utente della rete cellulare, grazie
alla fitta maglia di celle, che consente un ampio roaming, anche durante il
collegamento telefonico, mentre nelle applicazioni Telepoint l’utente deve
essere fisso o relativamente poco mobile rispetto alla stazione base in cui è
connesso [2].
1.2.1 Standard della telefonia cordless
Gli standard della telefonia cordless fanno parte di una famiglia i cui
diversi sistemi sono racchiusi nelle sigle che vanno da CT-0 a CT-3. Il primo di
questi, il CT-0, in realtà non è un vero e proprio standard, ma una semplice
sigla che raggruppa i primi telefoni cordless per ambiente domestico,
caratterizzati da una trasmissione analogica del segnale e funzionanti ad una
frequenza intorno ai 50 MHz. Sono dispositivi caratterizzati dalla scarsa qualità
fonica e da una relativa facilità d’inserimento nella linea da parte di terzi, vista
la quasi inesistente protezione contro le frodi; inoltre, spesso questi telefoni
cordless non sono omologati. In Italia i CT-0 sono molto diffusi nonostante non
siano omologati dal Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni.
Per lo standard CT-1 è stata emessa una raccomandazione del CEPT, in
seguito convertita dall’ETSI in norma. Anche questo standard utilizza la
trasmissione analogica, operando, tuttavia, ad una frequenza di 900 MHz; il CT-
1 garantisce un generale miglioramento delle prestazioni rispetto ai precedenti
CT-0, sia per la qualità audio del collegamento, sia per la protezione contro le
possibili interferenze sulla linea. La sua applicazione principale risiede in
ambito domestico, quindi per un’utenza residenziale, e gli apparecchi sono
normalmente collegati ad una singola base, anche se è stato effettuato qualche
tentativo di implementare soluzioni multicella
8
che permetterebbero ad un
terminale di collegarsi a diverse basi. Le frequenze disponibili per questo
standard sono state in seguito ampliate e la sigla identificativa è stata
modificata in CT-1+; in Italia tuttavia è prevista, tra le varie sigle,
l’omologazione solo per i telefoni cordless che rispettano le specifiche CT-1.
Con lo standard CT-2 si entra nell’ambito della telefonia cordless digitale,
caratterizzata da un’ottima qualità fonica e frequenze di utilizzo di circa 860
MHz. È uno standard molto diffuso in Inghilterra, dove è stato introdotto nel
1989 e ha trovato applicazione per i servizi di Telepoint. Con il progredire della
8
In Italia non si è mai andati oltre la fase sperimentale.
14
tecnologia si è assistito ad un ampliamento delle possibili applicazioni, tanto
che le strutture di marketing di alcune aziende di telecomunicazioni hanno
cominciato ad introdurre il concetto di un unico telefono portatile, “personal
communicator”, capace di funzionare in qualsiasi ambiente, in casa, in ufficio o
semplicemente durante uno spostamento. Tutto ciò ha stimolato costruttori e
gestori di rete allo sviluppo di un’interfaccia comune, derivante dallo standard
CT-2, che è stata chiamata CAI (Common Air Interface). Essa permette di
indirizzare tutte le applicazioni (domestiche, d’ufficio e verso la rete pubblica)
in maniera coerente; permette inoltre ai terminali di un fabbricante di
comunicare con le stazioni base di un altro fabbricante. Il CT-2/CAI offre
notevoli migliorie rispetto alle prime versioni del CT-2, aumentando la portata
da 50 m. a 200 all’interno dell’area urbana e fino a 300 m. in quella rurale, una
maggiore capacità (da 5.000 a 10.000 utenti per km
2
) e infine, grazie alla voce
crittografata attraverso il canale radio, una maggiore sicurezza nelle
comunicazioni. La tecnologia CT-2/CAI ha trovato applicazione in numerosi
Paesi, anche non europei, creando il primo standard internetworking per la
telefonia cordless la cui adozione permetterebbe, almeno dal punto di vista
teorico, ad ogni utente di usare il proprio cordless in ogni Paese in cui lo
standard è adottato [2].
Infine, lo standard CT-3, sviluppato in Svezia: è anch’esso a trasmissione
digitale e può essere considerato il precursore del DECT.
1.2.2 Il DECT
Il DECT è uno standard europeo nato per lo sviluppo del settore della
telefonia cordless, accettato e raccomandato dall’ETSI per le comunicazioni tra
una stazione telefonica portatile e una stazione base. Il DECT si avvale di una
rete multicellulare, concepita per estendere il raggio d’azione della telefonia
cordless all’ambito cittadino e per applicazioni come centralini PBX.
Nel settembre 1989 un certo numero di compagnie di telecomunicazioni
dei principali Paesi europei firmarono un accordo di adesione alle specifiche
DECT, impegnandosi contestualmente a produrre dispositivi e prodotti
compatibili con questo standard. Le specifiche DECT sono state formalizzate
dall’ETSI, nel giugno 1991, attraverso la nomina di un sottocomitato tecnico,
chiamato RES-3 (Radio Equipment Specification), il cui compito era quello di
coordinare lo sviluppo dello standard DECT. Con una direttiva della Comunità
Europea, emessa il 1 gennaio 1992, si imponeva a tutti i Paesi europei di
riservare alle applicazioni DECT le frequenze comprese nella banda 1880-1900
MHz.
Grazie alle frequenze attribuite e alla trasmissione digitale, il DECT è in
grado di smaltire una notevole quantità di traffico telefonico, circa 200.000
15
chiamate
9
per Km
2
nell’arco di un’ora, contro le 10.000 consentite dallo standard
CT-2. Anche la dimensione delle celle, il cui diametro varia tra i 50 m.
all’interno di edifici ai 600 all’aperto, ma con valori medi tra i 100 e 200 m.,
consente di avere un numero elevato di utenti per chilometro quadrato. Altri
vantaggi del DECT, rispetto alle precedenti generazioni di sistemi cordless,
risiedono nella maggiore sicurezza rispetto alle frodi e alle intercettazioni
(problema molto evidente soprattutto nei cordless analogici), una qualità audio
notevolmente migliorata, una maggiore affidabilità dell’intera rete.
In Italia la tecnologia DECT trova applicazione con il servizio Fido
10
di
Telecom Italia, disponibile attualmente in 28 città che dovrebbero aumentare a
40 nei prossimi mesi. Per poter usufruire del servizio Fido, l’utente, oltre ad
essere titolare di una linea fissa, deve dotarsi di un terminale a standard DECT
a profilo GAP (Generic Access Profile), che migliora la qualità del suono, dotato
anche delle prestazioni aggiuntive CAP (Ctm Access Profile), che invece
garantiscono l’adeguata qualità del servizio quando il cliente è in movimento e
l’interoperabilità fra terminali e basi di produttori diversi. Inoltre il DECT-GAP-
CAP deve essere già preinizializzato, ovvero deve subire un’operazione con la
quale si memorizzano sul terminale i codici di riconoscimento in rete [3].
Quindi i cordless predisposti per Fido dispongono di un numero seriale univoco,
il Terminal ID che consente alla rete cittadina di riconoscere il terminale, e sono
dotati di un software specifico che comprende le varie procedure di colloquio
con la rete [4].
Le caratteristiche di Fido sono quelle di un normale cordless domestico
quando il terminale mobile si trova in quello che Telecom chiama “ambiente
privato”, ossia dove il telefono dialoga con la sua base collegata alla linea
telefonica fissa; quindi in tale situazione l’uso del cordless, sia in termini di
tariffazione sia di prestazioni, è assimilabile ad un normale telefono fisso.
Tuttavia, se il terminale si trova in “ambiente pubblico”, in pratica quando è al
di fuori della copertura garantita dalla stazione base, naturalmente all’interno
dell’ambito cittadino, inizia a ricercare un collegamento con la rete pubblica e,
quando lo trova, chiede all’utente di registrarsi. Con questa procedura il
terminale si fa riconoscere dalla rete attraverso il suo Terminal ID e attiva in
centrale le procedure per effettuare o ricevere chiamate; in tal caso il terminale
può essere usato come un cellulare, anche in movimento purché ad una velocità
non superiore ai 40 km/h.
Le caratteristiche di ogni ricetrasmettitore in ambiente pubblico sono
molto simili a quelle domestiche, infatti la potenza media è di 10 mW, con
picchi fino a 250 mW. Da questa bassa potenza deriva il vantaggio del modesto
impatto ambientale, molto minore rispetto ai 5 W e oltre dei sistemi GSM; per
contro, questa potenza ridotta si ripercuote sulla ridotta penetrazione della
copertura all'interno di edifici e in aree ufficialmente servite. Si possono sia
ricevere che effettuare telefonate verso qualsiasi destinazione, esattamente
come da un normale telefono collegato alla linea fissa. Per quanto riguarda le
9
Considerando una media di tre minuti di conversazione per ciascuna.
10
Servizio attivo dal 1 gennaio 1998.
16
chiamate entranti, queste passano prioritariamente verso la linea fissa e solo se
non si risponde entro un determinato numero di squilli la telefonata si
trasferisce al terminale mobile, previa comunicazione al chiamante che la
chiamata trasferita è soggetta ad una tariffazione diversa rispetto a quella
applicata sulla comune linea fissa. La chiamata ricevuta sulla linea fissa può
anch’essa essere trasferita verso il cordless, come da un normale centralino,
rendendo nuovamente disponibile la linea domestica per effettuare o ricevere
altre telefonate, questo perché la rete Fido è dotata di proprie linee telefoniche,
perciò quando il terminale si trova nel cosiddetto “ambito pubblico” è ancora
possibile usare la linea di casa. Nel caso di mancata risposta sia nella linea
domestica sia tramite il cordless, si attiva una casella vocale in cui è possibile
registrare un messaggio, mentre se è occupata la linea di casa, non è possibile
ricevere una chiamata direttamente sul terminale mobile; essendo la linea fissa
la prima ad essere controllata, resta comunque la possibilità di effettuare
chiamate da un ambiente pubblico [4, 5].
Una funzione molto interessante permessa dal servizio Fido consiste
nella possibilità di effettuare chiamate cosiddette “familiari”, anche tramite una
procedura semplificata (come tasti predisposti), riconoscibili da uno squillo che
le caratterizza rispetto a quelle esterne.
Fido rappresenta senz’altro un’interessante possibilità per rendersi
reperibili quando si è in giro nella propria città; inoltre il costo contenuto rende
attraente questo servizio per chi fa un uso sporadico delle comunicazioni mobili
ma vuole comunque avere un’alternativa alla cabina telefonica cittadina.