Introduzione
La videoarte è una forma di espressione artistica fortemente legata alla tecnologia e ai
mutamenti tecnologici che la ricerca scientifica offre. La forma, il linguaggio, la pratica
e l'estetica di quest'arte sono fortemente influenzati da tutti quei cambiamenti che la
veloce evoluzione tecnologica produce, generando forme, stili e contenuti sempre nuovi
che mutano freneticamente in pochi anni. La frenesia del cambiamento e l'ansia del
progresso sono elementi ben fissati e rappresentati nella pratica artistica di Marco
Brambilla, lucido interprete delle ansie ed inquietudini della contemporaneità post 11
Settembre, affermandosi con una logica espositiva in bilico tra la videoinstallazione e il
video monocanale di matrice cinematografica che egli ama definire kinetic video
canvas.
Marco Brambilla, italo-canadese che opera negli Stati Uniti tra New York e Los Angeles
inizia la sua carriera nelle arti visive come regista pubblicitario passando per il cinema
hollywoodiano e una breve esperienza come regista di film TV in Europa prima di
approdare alla videoarte. Tra i suoi maestri e mentori ha avuto personalità del calibro di
Don McLean, il più grande tycoon della pubblicità canadese e Ridley Scott, negli anni
di transizione tra la pratica pubblicitaria con la sua RSA e il successo sul grande
schermo con Blade Runner (1982).
Ad oggi si occupa di videoarte da circa un ventennio ma la sua consacrazione come
videoartista e l'affermazione a livello internazionale è avvenuta solo in anni recenti, più
precisamente nel 2008 con l'esposizione del primo episodio della trilogia Megaplex:
Civilization (2008). Con questa installazione Marco Brambilla definisce uno stile, una
poetica, e un'estetica che è la sintesi di tutte le sue precedenti esperienze di vita nella
pubblicità e nel cinema, oltre a condensare in pochi minuti di video molteplici discorsi
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Introduzione
satirici sulla contemporaneità ipermediale del mondo globalizzato e tecnologizzato.
Il successo nel mondo della videoarte è un avvenimento piuttosto recente, per questo
Marco Brambilla è un artista che non è ancora stato studiato in maniera completa ed
approfondita a livello accademico, ma che sta riscuotendo sempre più interesse in
particolar modo per gli approcci innovativi a livello tecnologico, culturale, estetico,
produttivo e in ambito di coinvolgimento del pubblico. L'artista infatti riesce a lavorare
sia su opere indipendenti, sia su commissioni commerciali senza rinunciare alla
sperimentazione artistica e tecnologica, coinvolgendo frange sempre più ampie di
pubblico e uscendo progressivamente dai limiti imposti dalle gallerie d'arte; il suo
lavoro ha spaziato da collaborazioni con enti no-profit per la promozione della pubblic
art, musei d'arte contemporanea, gallerie private, programmi di sostegno all'arte di enti
come la NASA, e marchi commerciali come Hugo Boss e la torinese Lavazza. La sua
produzione videoartistica si è lasciata coinvolgere e contaminare da diversi media,
diversi linguaggi e diversi sistemi di produzione definendo un'estetica del tutto originale
ed espressione della contemporaneità satura di input mediatici, diventando un pioniere
dell'utilizzo del 3D nella videoarte.
Per queste ragioni con La Tela Videocinetica si vuole realizzare la prima ricognizione
analitica sull'evoluzione dell'opera artistica di Marco Brambilla alla luce delle
esperienze cinematografiche e pubblicitarie, svelando le ragioni del passaggio alla
videoarte e l'influsso contaminante di diversi media sulla realizzazione videoartistica.
L'obiettivo è operare una ricerca sul campo indagando le modalità di produzione, le
tematiche costanti della poetica, le tecnologie utilizzate, le modalità di contaminazione
tra diversi linguaggi e diverse forme artistiche, l'utilizzo dello spazio nelle installazioni,
il rapporto con la società contemporanea e le tecniche di coinvolgimento del pubblico al
di fuori delle gallerie d'arte. Costruire un quadro sullo stato dell'arte di Marco
Brambilla, individuando il suo ruolo all'interno del panorama videoartistico e il suo
approccio estetico alla società contemporanea mira a porre le basi per un'indagine sul
rapporto tra cinema, video, pubblicità, tecnologia, nuovi media, pubblico e arte
arrivando ad indagare il ruolo dei social media nell'evoluzione della pratica
videoartistica di Marco Brambilla con i suoi lavori più recenti.
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Introduzione
Per raggiungere questi obiettivi si è fatto ricorso in primo luogo all'analisi della
bibliografia di base sulla videoarte, per poi passare ad analizzare articoli specifici su
Marco Brambilla e le sue opere, pubblicati in riviste d'arte, magazine di costume,
quotidiani statunitensi, canadesi, italiani e internazionali. Inoltre sono stati analizzati
comunicati stampa, rilasciati di volta in volta dalle gallerie, dalle fiere, dalle
manifestazioni d'arte e dai festival che hanno ospitato opere di Marco Brambilla. Si
sono prese in esame interviste pubblicate su riviste, quotidiani e portali internet, web tv
e social network. Un altro punto di riferimento importante è stato il portfolio on-line
dell'artista sul quale sono presenti i principali lavori realizzati e utili rassegne stampa.
Queste prime fonti hanno costituito la base di ricerca fornendo i dati necessari per
estendere l'indagine alle fondazioni, centri di sostegno all'arte, studi cinematografici e
pubblicitari, studi di post-produzione video, istituti ed enti di ricerca con i quali Marco
Brambilla è entrato in contatto a vario titolo. Per tutti questi enti, fondazioni, studi ed
centri di ricerca sono state individuate le persone chiave e contattate direttamente per
reperire ulteriori informazioni sull'opera di Marco Brambilla. Si sono così individuati i
primi lavori pubblicitari, i concorsi cinematografici a cui partecipa in gioventù, le
collaborazioni con la tv nazionale canadese, le prime committenze importanti con
grandi marchi di multinazionali che portano il suo lavoro all'attenzione di Ridley Scott e
danno avvio al suo passaggio alla Fabbrica dei Sogni per poi decidere di dedicarsi
esclusivamente alla videoarte.
L'analisi della videografia dell'artista condurrà il discorso espositivo in cui ogni film,
video e installazione sarà il pretesto per approfondire uno o più aspetti stilistici, estetici
e tecnologici. Si è cercato di mantenere per quanto possibile una conduzione di tipo
cronologico per l'esposizione dei lavori, tuttavia alcuni video non rispetteranno questa
logica preferendo un inserimento analitico secondo criteri di natura tematica e stilistica
che non rispettano l'ordine cronologico di produzione.
Nel primo capitolo si ricostruisce la biografia di Marco Brambilla e si analizzano le
prime esperienze pubblicitarie e il rapporto con il suo mentore Don McLean per poi
passare ad analizzare i lavori cinematografici, la relazione con Ridley Scott, e
l'esperienza britannica alla regia di una serie TV. Questa prima parte tenta di analizzare
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Introduzione
la formazione giovanile, individuando le basi estetiche che ritroveremo poi nella
produzione di videoarte e sondare il ruolo che il cinema e la pubblicità hanno nella
sperimentazione tecnologica dell'artista.
Nel secondo capitolo si analizza il passaggio alla videoarte e i primi lavori, valutando
gli aspetti poetici, il rapporto dell'artista con la contemporaneità e la globalizzazione,
l'estetica della prima produzione che risente dell'influsso del cinéma verité e il rapporto
con la cultura pop e il medium video.
Il terzo capitolo affronta le produzioni artistiche post 11 Settembre 2001, definendo
l'impatto che tale evento ha sulla cultura statunitense e sulla coscienza di Marco
Brambilla. In questo capitolo si affrontano temi di violenza, pornografia, virtualità,
desensibilizzazione dello sguardo, il tutto alla luce della nuova consapevolezza che gli
attentati terroristici hanno generato e che in Marco Brambilla si traduce nella
consapevolezza della decadenza del mondo occidentale e dei valori del sogno
americano, in una società ridotta ad uno sterile consumismo compulsivo governato dal
sistema capitalistico globale.
Il quarto capitolo prende in esame il successo internazionale nel mondo della videoarte
con l'esposizione di Civilization (2008) e i lavori che ne sono seguiti. In questo capitolo
si analizza l'intera trilogia Megaplex, diventando il pretesto per definire lo stile e
l'estetica di Marco Brambilla spaziando tra iconografia pop, sensory overload,
definizione del videocollage e della logica espositiva da videoquadro. Si affronterà il
discorso sulle tecnologie utilizzate e la loro evoluzione durante la lavorazione della
trilogia. Inoltre si affronterà il discorso su quella che viene definita la post-content era,
che in Brambilla si traduce nel recupero e riutilizzo delle iconografie pop del passato
per il riassemblaggio in qualcosa di completamente nuovo.
Il quinto e ultimo capitolo invece prende in considerazione tutte quelle commissioni
commerciali che sono scaturite dopo il successo dell'artista nel 2008. L'analisi dei lavori
affrontati in questo capitolo è il pretesto per indagare le nuove forme di mecenatismo
dell'arte nel nuovo millennio, le tecniche che l'artista ha sviluppato per mantenere un
rapporto di ricerca artistica e sperimentazione tecnologica anche nei lavori
commissionati che non rinunciano alla libertà creativa e si proiettano in una nuova fase
di produzione artistica che sperimenta nuove tecniche di coinvolgimento del pubblico
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Introduzione
uscendo dalle gallerie d'arte e facendo largo uso dei social media.
Con questa ricognizione sulla creazione video di Marco Brambilla si vuole sviluppare
una mappa di partenza sullo stato della sperimentazione estetica, produttiva e
tecnologica che il lavoro dell'artista ha generato, focalizzandosi sugli sviluppi estetici
che le moderne tecnologie di post-produzione hanno permesso.
La Tela Videocinetica vuole essere un utile supporto di partenza per ulteriori
approfondimenti estetici, tecnici e produttivi sia dal punto di vista della ricerca teorica
sia per l'avvio alla pratica videoartistica con l'utilizzo degli strumenti digitali che la
tecnologia contemporanea mette a disposizione.
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CAPITOLO I
Da cineasta hollywoodiano a videoartista
The spectacle's function in society is the concrete
manufacture of alienation.
Guy Deboard
1.1 – Videoartista in transito
Marco Brambilla, cinquantacinque anni, italo-canadese è un videoartista con un passato
da regista pubblicitario e regista cinematografico ad Hollywood sotto l'ala protettrice di
Ridley Scott. Si dedica alla videoarte da circa vent'anni ma il successo e la ribalta a
livello internazionale è avvenuta solo in anni recenti, più precisamente nel 2008 con la
realizzazione di due lavori che sono tutt'ora alla base del suo stile e della sua poetica:
Cathedral (2008) e Civilization (2008); quest'ultimo andrà a costituire il primo episodio
della trilogia Megaplex, ultimata nel 2012 e che costituisce forse il pezzo più importante
ed interessante della sua produzione artistica fino ad oggi, sintesi della sua estetica
personale e concentrato di tutte le tematiche care alla sua poetica.
1.2 - Biografia
Marco Brambilla nasce a Milano il 30 Novembre 1959
1
crescendo in città nella zona di
Piazza San Babila
2
, area del centro, duramente colpita dai bombardamenti del 1943
1 fonte Yahoo Movies: pagina con la Biografia di Marco Brambilla
(https://movies.yahoo.com/person/marco-brambilla/). Dato in contraddizione con quanto pubblicato su
Wikipedia dove si attribuisce come data di nascita dell'artista un generico 1960 nella versione in
Italiano, Francese e Tedesco, mentre nelle versioni in Inglese e Persiano non viene indicata alcuna
data di nascita. Il dato è anche in contrasto con quanto dichiarato nella biografia dell'artista
sull'Internet Movie DataBase (http://www.imdb.com/name/nm0104193/) che indica come anno di
nascita il 1960. Tuttavia la fonte Yahoo Movies fornisce il dato più preciso che qui per convenzione si
utilizza come effettiva data di nascita.
2 Grassi Giovanna, “in valigia non metto i miliardi ma la bomba”, in Corriere della Sera, 18 Gennaio
13
Capitolo I - Da cineasta hollywoodiano a videoartista
durante la Seconda Guerra Mondiale. Successivamente la zona venne ricostruita e
riqualificata trasformandosi nell'area privilegiata dalla borghesia milanese. L'area di
San Babila degli anni sessanta in cui cresce il giovane Marco è quella diventata famosa
per essere il “luogo della destra”, del tristemente noto movimentismo nero oltre ad
ospitare la sede del Raggruppamento dei giovani dell'Msi ed aver ispirato ad alcuni
cronisti milanesi la creazione del neologismo dispregiativo “sanbabilino” per definire i
fascisti che stazionavo nella piazza. In questi anni milanesi, come reso noto in un
articolo di William Oliver
3
, Brambilla dichiara di aver cominciato ad appassionarsi a
film di fantascienza guardandone almeno due al giorno nel periodo tra i 7 e gli 8 anni;
agli inizi degli anni Settanta la fantascienza diventa per lui una vera ossessione. In
questi stessi anni in Inghilterra, il neolaureato al Royal College of Arts di Londra,
Ridley Scott, inizia la sua carriera come scenografo e regista di telefilm per la BBC per
poi passare a dirigere spot pubblicitari assieme al fratello Tony; l'esperienza
pubblicitaria di Ridley Scott risulterà molto importante per la carriera di Brambilla.
All'età di dieci anni, si trasferisce con la famiglia in Canada e qualche anno dopo riceve
la sua prima cinepresa super8, con cui inizia a produrre i primi film di due, tre minuti;
in un'intervista rilasciata a William Olivier
4
ricorda che questi primi film facevano
riferimento ad opere di autori che guardava da bambino, come ad esempio La decima
vittima (1965) di Elio Petri e ad altri film di Fellini, cominciando ad apprezzare e ad
interessarsi al linguaggio cinematografico. All'età di diciassette anni iniziò a studiare
Ingegneria Chimica alla Reyerson University di Toronto, continuando però a coltivare i
suoi interessi per il cinema, frequentando classi serali di fotografia e girando
cortometraggi tra cui Third Planet (1976), realizzato in 16 mm che vinse il Best New
Student Film Award della CBC (Tv nazionale canadese). Durante gli anni del college
inizia a girare i primi piccoli spot tra cui alcuni per la Vin Bon wines e per un
autoconcessionaria locale, la Downtown Fine Cars. Negli stessi anni si appassiona alla
letteratura di fantascienza oltre a leggere i libri e i saggi di Alvin Toffler
5
.
1994, pagina 29
3 William Oliver, Marco Brambilla - Your History, Dazed and Confused, January 2012, in Contents, 16
Dicembre 2011
4 William Oliver, Marco Brambilla - Your History, Dazed and Confused, January 2012, in Contents, 16
Dicembre 2011
5 Alvin Toffler, saggista statunitense, studioso di comunicazione di massa, tecnologie e loro impatto
sulla società e sulla cultura.
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