iniziale, andando così a remunerare l'investitore. Tuttavia questa
definizione non è completa, alla luce delle attuali tendenze, in
quanto non mette in evidenza la possibilità che il ritorno garantito
dall'esecuzione dell'iniziativa possa essere anche di natura non
economica.
Il nodo fondamentale della finanza di progetto è rappresentato, in
quanto soggetto promotore, dalla Società di Progetto (in inglese
Special Purpose Vehicle) nella quale convergono interessi e
capitali dei soggetti promotori dell'iniziativa. Il successo della
Società di Progetto, e quindi del progetto, è spesso dovuto alla
capacità di rappresentare, nella maniera più completa possibile,
tutti gli interessi in gioco e tutte le fasi dell'iniziativa. Si avranno
pertanto le componenti pubbliche e gli sponsor in qualità di
finanziatori, ai quali si affiancano i costruttori ed i gestori per la
fase esecutiva e gestionale dell'iniziativa.
Prima di introdurre i campi di applicazione della Finanza di
Progetto è opportuno descrivere brevemente le forme contrattuali
più frequenti.
Il contratto BOOT (Build-Operate-Own-Transfer) è sicuramente il
più diffuso; in questo caso la società di progetto, una volta eseguiti
i lavori, mantiene anche la gestione dell'opera per un periodo di
tempo che garantisca almeno la copertura dei costi e un compenso
adeguato. Al termine del periodo di concessione, la Società
consegna, a titolo gratuito oppure oneroso a seconda degli accordi
di concessione, l'infrastruttura a titolo definitivo. Non è inusuale
che, in caso di condizioni del tutto particolare, la durata di
concessione prevista in fase di progettazione non sia sufficiente a
coprire i costi di esecuzione dell'opera comportando spesso
prolungamenti della durata di concessione.
Il contratto BOO (Build-Operate-Own), invece, non prevede la
restituzione dell'opera realizzata. È il caso in cui è ingente
l'importo dell'investimento per la realizzazione del progetto e
l'iniziativa proviene da gruppi privati che hanno interesse a
svolgere la funzione di gestore.
Gli esempi più importanti di operazioni di Project Financing sono
ad oggi rappresentati da grandi infrastrutture (p.e. Ponte sul
Tamigi e Tunnel della Manica), da investimenti nel settore dei
trasporti (p.e. ferrovie e aeroporti), da infrastrutture di carattere
sociale (p.e. ospedali, università), da investimenti nel settore
energetico e delle telecomunicazioni. In Italia, paese notevolmente
in ritardo rispetto ai partner europei in questo settore, le prime
operazioni di Project Financing di rilievo sono il Ponte sullo
Stretto di Messina, l'Autostrada Salerno-Reggio Calabria e la
Pedemontana Veneta. Ovviamente non si deve commettere l'errore
di pensare che la Finanza di Progetto sia uno strumento valido
solo in presenza di investimenti di notevole spessore come quelli
sopra citati bensì, proprio al fine di alleviare la finanza pubblica
da inutili incombenze, si deve utilizzare un approccio di questo tipo
non appena le condizioni di utilità sociale ed equilibrio economico
e finanziario lo permettano. Appare così evidente come la
definizione di Finanza di progetto sia poi esplicitata nella
formulazione dei contratti, ovvero vi deve essere la capacità di
produrre benefici in grado di ripagare i costi di progettazione,
esecuzione e gestione.
I termini di costo e beneficio vengono non a caso introdotti in quanto
ricoprono un ruolo fondamentale nella valutazione dell'intervento e
l'Analisi Costi Benefici, se fatta correttamente ed in maniera
completa, rappresenta in termini sostanziali la cartina tornasole del
progetto.
CAPITOLO 1
1) IL PROJECT FINANCING.
Nel ventaglio delle attività di programmazione e gestione del
territorio, rientrano anche tutte quelle legate alla costruzione e
gestione di infrastrutture e opere pubbliche, o di pubblica utilità. La
legge che le regola è la cosiddetta Merloni-ter1, la quale stabilisce
che gli enti locali definiscono il programma triennale dei lavori
pubblici e l’elenco annuale degli stessi, come parte integrante del
bilancio di previsione.
I programmi, di cui sopra, dovrebbero derivare da uno studio
approfondito del territorio, dalla comprensione dei suoi bisogni e
dagli studi di fattibilità, ovvero da atti operativi e di controllo
adeguati e coerenti, sia alla pianificazione strategica del territorio,
sia alla reale capacità della Pubblica Amministrazione di realizzare
le opere previste. Data la generale e consolidata scarsità di risorse
1
legge n. 415 del 1998 che ha modificato la legge quadro in materia di lavori pubblici n. 109 del 1994
pubbliche per investimenti infrastrutturali e per la realizzazione di
opere, la normativa nazionale e in alcuni casi quella regionale,
concede l’applicazione di un metodo più conveniente per
l’attuazione dei lavori, che permette la convergenza di risorse
pubbliche e private, allo scopo di superare il blocco operativo che
spesso connota le pubbliche amministrazioni.
Tale metodo è previsto dagli articoli 37-bis e seguenti della stessa
legge Merloni-ter e disciplina la finanza di progetto, cioè la
realizzazione e gestione di opere pubbliche con ricorso a
finanziamenti privati. Il metodo è più correntemente definito Project
Financing o PFI (Private Finance initiative) trova la sua principale
giustificazione nella necessità di sopperire alle carenze
organizzative ed economiche della pubblica amministrazione.
Il Project Financing viene usualmente utilizzato negli Stati Uniti e in
Europa soprattutto per la realizzazione di infrastrutture di trasporto,
quali autostrade, linee ferroviarie, porti e aeroporti e per la
costruzione di depuratori, acquedotti e fognature. In particolare
modo in Gran Bretagna, Olanda e Irlanda si sono costituite delle
Unità tecniche dedicate alla promozione della finanza di progetto e
allo sviluppo di modelli di Private Public Partnership. Il reperimento
di risorse finanziarie, necessarie alla realizzazione di opere
infrastrutturali e pubbliche in Italia e in particolare al Nord,
mediante strumenti finanziari innovativi, è diventata una necessità
inderogabile stante il continuo ridursi delle disponibilità di fondi
pubblici. Il PFI (Private Finance iniziative ) significa mettere in
concorrenza gli operatori, non prestare soldi al settore pubblico ma
rischiando direttamente i propri capitali; questo fa si che si diventi,
più efficienti come controparte dell’amministrazione che, a sua
volta, può scegliere gli operatori che offrono le prestazioni più
vantaggiose. Inoltre non va trascurato che, in questo modo gli
investimenti in opere di interesse pubblico non gravano sui conti e
permettono di alleggerire nel bilancio statale, la voce “servizio del
debito”2. In Italia è stato utilizzato per la costruzione di opere
infrastrutturali e per quei progetti caratterizzati da elevata intensità
di capitale, anche se ultimamente questa modalità si sta diffondendo
in modo sempre più esteso anche per progetti di minore portata. Se è
vero che il PFI è applicato per la maggiore al fine di realizzare
infrastrutture è altresì vero che il metodo potrebbe diventare sempre
più efficace per “mettere in opera” quei programmi politicamente
2
Aldo Norsa, “atti del convegno svoltosi a Napoli presso il salone del Banco di Napoli il 16/02/2001”
validi e socialmente necessari, quali ad esempio case di riposo,
ospedali, strutture sportive, ecc… Il nucleo di un’operazione di PFI
riguarda alcuni elementi da non sottovalutare sia per quanto riguarda
il successo complessivo dell’operazione sia per il controllo e la
trasparenza che la pubblica amministrazione deve garantire.
La chiave del metodo è la progettazione di opere secondo le
modalità di esecuzione previste da uno schema di progettazione,
costruzione, gestione.
Esse si concentrano sostanzialmente nella capacità da parte del
pubblico di dare certezza all’operazione: e’ la P.A. infatti l’Ente che
determina le condizioni dell’iniziativa ossia promuove la
realizzazione delle opere e/o l’affidamento della gestione dei servizi,
concede i permessi e stipula dei contratti con i privati gestori, inoltre
definisce le tariffe di gestione. In questo senso la capacità del
pubblico dev’essere sia quella di promuovere operazioni “appetibili”
all’operatore privato sia garantire la trasparenza e la convenienza
pubblica delle stesse.
Si tratterà pertanto di promuovere quelle opere da attuare secondo
uno schema di concessione, costruzione e gestione.
La chiave di volta di un Project Financing è, infatti, la concessione e
il piano di fattibilità economico finanziario: la P.A. concede a un
soggetto estraneo alla sua organizzazione (altro ente pubblico o
privato, ossia i promotori) la gestione di un pubblico servizio e la
costruzione dello stesso grazie alla costituzione di una società di
progetto.
Il vantaggio del concessionario consiste nel fatto che l’opera
realizzata (infrastruttura o altro) è in grado di fornire una rendita per
la sua utilizzazione grazie alla sua gestione e nel diritto di devolvere
a proprio beneficio i proventi dell’esercizio calcolato in modo da
consentire la reintegrazione delle spese e un congruo utile.
In questo senso è importantissimo che la pubblica amministrazione
controlli e stabilisca in convenzione una tariffa adeguata all’uso
sociale, al fine di assicurare ai cittadini e agli utenti del servizio un
livello minimo di economicità.
Non sempre questa operazione è possibile solo grazie agli introiti
derivanti dalla gestione dell’opera: in questi casi entra in gioco la
capacità della P.A. di offrire possibilità diverse ai privati grazie ad
altre disposizioni introdotte di recente, quali ad esempio quella che
riguarda la stipula di una convenzione che preveda anche lavori non
direttamente strumentali alla prestazione del servizio.
Anche in questo caso diventa fondamentale la capacità della P.A. di
definire un pacchetto progettuale complessivo a scala urbanistica
che permetta al privato di prestare anche servizi aggiuntivi
funzionalmente legati all’opera primaria.
Si potrebbe fare l’esempio di alcuni servizi commerciali da
collegare e integrare all’apertura di una stazione di linea di trasporto
pubblico.
Nell’iter procedurale dei PFI l’Amministrazione assume un ruolo
chiave anche nella valutazione delle proposte pervenute, che devono
trovare non solo una coerenza complessiva all’interno della
programmazione del territorio ma anche rispettare canoni di elevata
qualità progettuale e di compatibilità ambientale.
Come ogni forma di finanziamento il PFI presenta alcuni aspetti
positivi ed altri negativi: anzitutto va sottolineato che la possibilità
di coinvolgere i soggetti privati nella realizzazione di opere e
infrastrutture pubbliche soggette a tariffa permette alle
Amministrazioni di coinvolgere nel processo di “costruzione del
territorio” il mercato finanziario e del privato tramite il co-
finanziamento, rendendo anche più controllata la qualità delle opere.
L’esistenza di una pluralità di soggetti portatori di interessi diversi
sono tenuti ad operare in stretta interdipendenza, non solo ma
un’operazione di PFI, come stabilito dalla normativa vigente,
coinvolge un ventaglio di tematiche e di professionalità molto
diverse e una pluralità di soggetti privati che intervengono
nell’iniziativa assumendosi alcuni rischi distribuiti autonomamente
nel tempo e sul mercato sollevando quindi dal rischio la Pubblica
Amministrazione.
La bontà di operazioni in project financing ben condotte riguarda
anche l’aumento dell’efficienza offerta dal pubblico grazie al
rispetto dei tempi di realizzazione delle opere e l’aumento
dell’efficacia grazie al coinvolgimento dei privati che forniscono
competenze e risorse su progetti innovativi che seguono una logica
di mercato, infine la certezza sui costi e tempi di realizzazione e
gestione garantiti dai contratti, se debitamente sviluppati.
In questo momento le carenze derivano per la maggiore dalla
carenza di professionalità adeguata in grado di gestire la complessità
dell’operazione, dalle limitazioni di ordine burocratico, normativo e
fiscale, la poca strutturazione delle Pubbliche Amministrazioni per
organizzare e gestire operazioni di finanza innovativa pertanto
maggiori rischi per il finanziatore rispetto a quelli sostenuti nelle
operazioni di finanziamento tradizionali.