5
legislatore nel 1942, pur riconoscendo l’esistenza di tale fenomeno come
risposta agli orientamenti della moderna economia organizzata,
disciplinò solo le singole figure di società considerandole entità
indipendenti, autonome, chiuse in se stesse. Solo con la miniriforma del
1974 sono state introdotte alcune norme che, anche se in maniera
indiretta, disciplinano alcuni aspetti dei gruppi; successivamente il
legislatore ha introdotto altre norme riguardanti i gruppi ma comunque
senza riconoscerli. Diversa è la situazione riguardo alla legislazione
speciale e comunitaria; la legge dove vengono riconosciuti i gruppi
(anche quelli orizzontali) è quella dell’amministrazione straordinaria
delle grandi imprese in crisi, che prevede l’estensione della procedura
anche alle imprese che fanno parte del medesimo gruppo della società
sottoposta alla procedura concorsuale, nonché una responsabilità nei
confronti degli amministratori della holding; anche a livello comunitario
è stato affrontato il problema dei gruppi di imprese prima con la VII
direttiva con riguardo al bilancio consolidato, e successivamente con la
proposta di IX direttiva che ha tentato invano di disciplinare
organicamente i gruppi di impresa.
Come ultimo argomento, si analizza come la riforma del diritto societario
abbia inciso in materia di gruppi di imprese dettando alcuni principi
validi per tutti i tipi di società che esercitano o sono sottoposte ad attività
di direzione e coordinamento come, per esempio, il nuovo principio dei
vantaggi compensativi, e la previsione di una serie di tutele nei confronti
delle controllate e dei soci e dei creditori delle stesse (tutela preventiva e
tutela repressiva).
6
1.1 Concetto di gruppo di imprese
I gruppi di imprese sono raggruppamenti di più imprese in cui
un’impresa (la cosiddetta società madre o capogruppo) detiene la
maggioranza o la totalità delle azioni costituenti il capitale delle altre;
quest’ultima costituisce il centro di forza capace di legare a sé
stabilmente tutte le altre. I gruppi di imprese sono quindi dei sistemi
economici intermedi che si inseriscono tra il sistema economico
elementare che è l’AZIENDA e quello più generale che è l’economia di
un Paese. La spinta alla formazione di questi sistemi economici
intermedi è da ricercare nell’esigenza dell’impresa di ordinare nel modo
più conveniente le sue relazioni con l’ambiente
1
.
I gruppi di imprese rappresentano solo una delle diverse forme in cui si
possono manifestare le diverse aggregazioni esistenti tra le società.
Comune denominatore di una qualunque aggregazione di imprese è la
presenza di vincoli alla gestione delle imprese aggruppate; questi vincoli
possono essere di tenue entità sì da rappresentare un minimun, oppure
possono giungere all’altro estremo e cioè a un maximun che riduce
notevolmente la libertà d’azione della singola impresa e crea un
aggregato che ha una forte coesione interna e una vita fortemente
accentrata.
Come esempio di aggruppamento d’imprese in cui il sistema di vincoli
che l’aggruppamento crea è un minimun, può essere considerato
l’associazione d’imprese che sorge per la generica tutela degli interessi di
un dato ramo di attività produttiva, specialmente di fronte ai sindacati di
lavoratori (negli Stati Uniti sono conosciute col nome di “trade
associations”). Tali associazioni lasciano di regola piena libertà d’azione
1
Secondo il linguaggio di PANTALEONI, Erotemi di economia, Bari 1925, Vol. II pag. 275 e
seg.
7
alle singole imprese associate. Queste ultime, oltre al pagamento di un
contributo per far parte dell’associazione, sono solo tenute al rispetto di
quegli accordi e di quelle convenzioni che l’associazione ha stipulato con
i sindacati di lavoratori; tali accordi o convenzioni riflettono di solito i
salari e le condizioni di lavoro. L’esistenza dell’associazione, quindi,
serve solo a rendere più agevole e vantaggioso il regolamento di alcuni
rapporti dell’impresa come per esempio i patti di lavoro.
I gruppi d’impresa, invece, sono aggruppamenti in cui i vincoli che si
stabiliscono sono massimi; le varie imprese del gruppo, infatti, pur
avendo un distinto SOGGETTO GIURIDICO, hanno tutte in comune un
SOGGETTO ECONOMICO e cioè la società capogruppo, e ciò significa
che le imprese perdono la loro autonomia economica a favore della
società capogruppo
2
.
L’autonomia economica di un’impresa consiste nella potestà di volere,
cioè la potestà di operare liberamente le scelte che devono caratterizzare
la gestione, e le scelte di orientamento della struttura e di funzionamento
aziendale secondo le vie ritenute più opportune. Questa facoltà non è
dell’azienda, bensì del suo soggetto economico, il quale orienta le scelte
amministrative secondo un indirizzo ritenuto dallo stesso più
conveniente. Dal momento che un’impresa entra a far parte di un gruppo,
il soggetto economico diventa la società capogruppo e quindi è in capo a
quest’ultima che risiede l’autonomia economica e così vale anche per le
altre imprese del gruppo; di conseguenza, la società madre esercita tale
autonomia contemporaneamente per tutte le imprese del gruppo creando
con ciò quel legame di coesione tra tutte le imprese del gruppo,
formando così una complessa unità economica.
Il GRUPPO, quindi, rappresenta il tipo più intenso di aggregazione
aziendale, quello, cioè, in cui i legami fra le varie imprese partecipanti
2
ONIDA, Le dimensioni del capitale d’impresa, Milano 1939 pag. 99.
8
all’aggregazione sono più stretti e durevoli. Gli aspetti salienti che in
ogni gruppo possono ravvisarsi sono i seguenti
3
:
1. esistenza di più imprese ciascuna con un’autonomia giuridica
propria;
2. struttura azionaria delle singole imprese;
3. legame finanziario stabilito per attuare l’aggregazione
rappresentato dal possesso da parte di una società del gruppo
della maggioranza o, comunque, di una parte congrua del
capitale delle altre società, in modo tale che la società madre
possa attuare il controllo e creare con questo, un indirizzo
unitario e una complementarietà economica nelle gestioni del
gruppo
4
. Quest’ultimo elemento è quello fondamentale della
direzione unitaria esercitata dalla capogruppo: direzione che
deve essere effettiva e non meramente potenziale e, inoltre,
deve essere continua e non meramente episodica.
La pluralità di imprese è condizione indispensabile di ogni aggregazione;
una volta che manca tale requisito non si può parlare di gruppo; come,
per esempio, quando si considera una grande impresa, talora risultante
dalla fusione di più imprese preesistenti e divisa funzionalmente e
territorialmente in sezioni dotate di una maggiore o minore autonomia
amministrativa. Anche se questa impresa presenta problemi organizzativi
e di gestione similari ai gruppi, non si può parlare di gruppo per la
mancanza di individualità giuridica delle imprese.
La presenza della struttura azionaria è un altro elemento caratterizzante
dei gruppi e ciò si spiega tenendo presente il legame finanziario che
unisce le varie imprese costituenti il gruppo, e cioè il possesso diretto o
indiretto di tutto o parte del capitale delle varie società del gruppo da
3
CASSANDRO, I gruppi aziendali, Bari 1965 pag. 96.
4
in questo senso cfr. PAGANELLI, Il bilancio di gruppo, Bologna 1968 pag. 4; MELLA, Il
bilancio consolidato, Torino 1985 pag. 3.
9
parte di una sola, la capogruppo. Quindi le azioni o le quote sono più
adatte per stabilire facilmente il legame finanziario, date le possibilità di
negoziazioni maggiori: affinché le imprese possano considerarsi
appartenenti al gruppo è necessario che la partecipazione in essa,
detenuta dalla capogruppo, sia totalitaria o comunque rappresenti la
maggioranza del capitale delle imprese stesse.
In presenza di una partecipazione di minoranza manca il dominio su di
esse da parte della capogruppo e c’è solo un legame finanziario senza
vincolo di dipendenza; in alcuni casi, però, quando la proprietà del
capitale azionario è caratterizzata da una grande frammentazione, anche
il possesso di una quota di minoranza può essere un mezzo sufficiente
per dominare un’impresa (assenteismo di molti piccoli azionisti nelle
assemblee, utilizzo di deleghe di voto
5
, cioè tutte circostanze che fan sì
che il possesso di una minoranza sia sufficiente per esercitare un
effettivo dominio sulle società).
Attraverso lo strumento della leva azionaria è possibile acquisire il
controllo di diverse società senza dover effettuare eccessivi investimenti,
come per esempio nel caso di acquisizioni del controllo di società
attraverso il ricorso a società intermedie (sub-holding), cioè di società,
controllate dalla capogruppo, che controllano altre società.
A capitale sociale 350 176
C 50% + 1
B capitale sociale 200 101
5
La procura per l’esercizio del diritto di voto conferita da molti piccoli azionisti a banche od
altri azionisti, può giovare a rafforzare la posizione della società che detiene le aliquote di
controllo quando a quelle banche o azionisti sono ad essi legati; CASSANDRO, op. cit. pag.
102.
10
In questo caso la società C per acquisire il controllo di A e B deve
effettuare un investimento complessivo di 277 (176+101).
D = società intermedia
A capitale sociale 350
C D capitale sociale 300
50% + 1
B capitale sociale 200
151
La capogruppo C, in questo caso, controlla A e B tramite la sub-holding
D investendo un capitale di 151 invece che di 277.
Questo evidenzia come lo strumento azionario rappresenti un mezzo
efficace per il controllo e il dominio di cospicui aggregati aziendali con
investimenti relativamente piccoli.
La struttura giuridica di un’impresa, quindi, pur essendo un elemento
formale rispetto alla sostanza economica delle imprese ha il suo peso
sull’organizzazione e sulla vita delle singole unità economiche, perché, a
seconda dei casi, facilita o ostacola la formazione di certe aggregazioni.
In genere la struttura organizzativa è condizionata dalla particolare forma
giuridica adottata dall’impresa.
11
1.2 La morfologia dei gruppi
La genesi dei gruppi può avvenire in seguito a 2 diversi fenomeni:
a) processi di INTEGRAZIONE, AGGREGAZIONE,
INCORPORAZIONE tra diverse imprese giuridicamente e
gestionalmente autonome; ossia sviluppo di imprese preesistenti
attuato sia mediante la costituzione del controllo di imprese
autonome che conservano la propria indipendenza formale, sia
mediante la costituzione di nuove entità operative.
b) processi di SCISSIONE, DISINTEGRAZIONE, SCORPORO,
ENUCLEAZIONE che si originano quando l’impresa si trova a
svolgere un complesso di attività che non consentono una
direzione strategica e operativa a bassi costi interni. In questi casi
il ricorso alla struttura a gruppo è preceduto da un marcato
decentramento gestionale di parte o tutte le attività per poi dare
origine a nuove entità giuridicamente autonome e indipendenti la
cui gestione rimane condizionata dalla logica di gruppo di
appartenenza pur rimanendo decentrata
6
.
Comunque il processo di formazione dei gruppi ha sempre una sua
originalità e una sua complessità. La struttura organizzativa non si forma
quasi mai insieme alla nascita del gruppo, ma prende corpo in tempi
successivi attraverso parziali modifiche delle singole strutture e mediante
la graduale formazione degli organi di gruppo.
L’aspetto organizzativo deve ispirarsi essenzialmente a 2 principi:
I. Adozione di criteri organizzativi il più possibile omogenei
all’organizzazione delle singole imprese;
6
BUTTA, Una metodologia per l’approccio economico aziendale allo studio dei gruppi di
imprese, in I gruppi di società: Ricerche per un studio critico, a cura di Antonio Pavone La
Rosa, Bologna 1982 pag. 67 .
12
II. Corretta determinazione delle funzioni di gruppo.
Nei riguardi dell’organizzazione funzionale del gruppo il problema che
si pone più frequentemente è quello dell’accentramento oppure del
decentramento
7
. Il primo consente l’unità ed il coordinamento della
gestione, ma, d’altra parte, può dar luogo a un’eccessiva
burocratizzazione; il secondo, invece, assicura all’attività delle singole
affiliate e ai loro organi una maggiore responsabilità e la possibilità di
aderire con una maggiore prontezza ed efficacia alle mutevoli condizioni
interne ed esterne; ma, d’altro canto, può pregiudicare l’unitarietà della
gestione.
In generale dovrebbero essere accentrate le funzioni di guida,
coordinamento e controllo nella gestione del complesso aziendale,
funzioni attinenti all’attività finanziaria ed altre ancora. Vi sono, però,
delle funzioni che per loro natura non possono che essere svolte dalle
singole imprese del gruppo e sono quelle in cui il processo produttivo
trova esecuzione materiale.
Il gruppo di imprese può articolarsi in vari modi assumendo differenti
strutture: struttura semplice, struttura complessa e struttura a catena
8
.
Nei gruppi a struttura semplice le partecipazioni della capogruppo sono
dirette nelle singole società controllate che fanno parte del gruppo:
A
Controllo diretto:
espansione orizzontale
B C D E
7
FAVARO, I gruppi aziendali: generalità sulle figure e sugli aspetti organizzativi e contabili
in Rivista della Guardia di Finanza, genn. – febb. 1980 pagg. 67 – 68.
8
Per queste classificazioni PISONI, Gruppi aziendali e bilanci di gruppo, Milano 1983 pag. 50
e segg.; CASSANDRO, op. cit. pag. 200 e segg.; TERZANI, Il bilancio consolidato, Padova
1992 pag. 13 e segg.
13
Nei gruppi a struttura complessa (che sono i più frequenti, perché
consentono rispetto ai primi un minor investimento finanziario
complessivo) il controllo viene esercitato anche attraverso partecipazioni
indirette mediante le seguenti vie principali:
I. A mezzo di una cascata di partecipazioni
A
B
C
D
II. A mezzo di livelli successivi di controllo
A
B C D
E F G H I L
14
Quest’ultimo è uno schema più complesso di controllo indiretto in cui
anziché una sola società intermedia ve ne sono di più, cosicché il
controllo indiretto della capogruppo sarebbe non di 1° grado, come nel
caso precedente, ma di 2°, 3°, n° grado se 2, 3, …n sono le società
intermedie. L’espansione di una holding attraverso sub-holding di vario
grado crea una specie di piramide, chiamata PYRAMIDING dagli
americani, ed evidenzia un’espansione verticale. L’espansione può essere
all’avanti o all’indietro a seconda che una società acquisti partecipazioni
di controllo in altre o venda la maggioranza delle proprie azioni ad
un’altra società della quale diventa così affiliata.
I gruppi con struttura a catena sono caratterizzati dalla presenza di
partecipazioni reciproche, che nella nostra legislazione prima erano
vietate, mentre ora sono consentite con determinate limitazioni:
A
B
Una complicazione dello schema di società a catena si ha quando sussiste
un rapporto di controllo indiretto in cui la società di ultimo grado
possiede una partecipazione nella capogruppo, con la conseguenza che vi
è una combinazione di controllo diretto e controllo reciproco.
A
B
C
15
Queste strutture di gruppo sono chiamate CIRCOLARI perché si viene a
formare una specie di circolo di partecipazioni.
Le tre strutture indicate nella realtà possono combinarsi tra di loro, come
nell’esempio sopra illustrato, come avviene in alcuni gruppi italiani.
1.3 Le principali classificazioni dei gruppi di imprese
1.3.1 Classificazione secondo l’integrazione tecnica
Sulla base del grado di integrazione tecnica tra le imprese componenti il
gruppo si possono avere:
1. il gruppo ECONOMICO o INDUSTRIALE costituito da società
operanti in settori diversi ad una determinata produzione, che
appaiono così come vere e proprie sezioni di un solo complesso
tecnicamente ed economicamente unitario. L’unità economica del
gruppo non si ha solo tra le varie aziende che svolgono attività
similari o risultano complementari nell’aspetto tecnico, ma anche
tra aziende che operano in campi produttivi diversi, il cui grado di
coesione con le altre affiliate è così forte e continuo da essere
considerate facenti parte dell’intero complesso. In questi gruppi il
coordinamento e l’assunzione delle decisioni strategico –
finanziario sono di competenza della capogruppo;
2. il gruppo FINANZIARIO, nel quale la società – madre è in genere
una pura finanziaria (holding pura); questo gruppo è caratterizzato
dalla presenza di imprese operanti in settori diversi, tecnicamente
non collegati tra di loro e la cui ragione di essere va ricercata al di
fuori dei rapporti di natura tecnica tra le imprese (la holding, cioè,
mantiene accanto alla funzione di gestione e coordinamento delle
partecipate la propria attività produttiva);
16
3. il gruppo MISTO che rappresenta un ibrido delle due forme di
gruppo precedenti: tipicamente appartengono a questa categoria i
gruppi che sfruttano, per il tramite di società finanziarie, la leva
azionaria per controllare un gruppo economico, oppure i gruppi
economici che, a fianco dell’attività principale, hanno sviluppato
una diversificazione di natura finanziaria;
4. il gruppo dei GRUPPI (o gruppi COMPLESSI) che normalmente
consiste in un controllo da parte di una stessa holding di più
gruppi economici. Ciascun gruppo economico esaurisce al suo
interno le esigenze di coordinamento gestionale delle società che
lo compongono; il controllo congiunto di più gruppi economici si
fonda sull’esigenza di coordinamento finanziario degli stessi. Al
vertice di questi gruppi complessi ci sono società che non
detengono il controllo delle varie holding a capo di ciascun
gruppo economico, ma piuttosto partecipazioni CONTROL
ORIENTED. Un esempio nel nostro paese è rappresentato dal
gruppo Pirelli, che detiene una partecipazione control oriented
(per il tramite della controllata Olimpia) nel gruppo Telecom
Italia.
Naturalmente la realtà economica è variegata e ricca di gruppi che non
rientrano perfettamente nelle tipologie sopra delineate.
Il gruppo di tipo economico può ulteriormente essere distinto, a seconda
del grado di integrazione economica ed in relazione al tipo di attività
svolta nell’ambito
del gruppo in:
a. gruppo ad INTEGRAZIONE VERTICALE che è composto da
una pluralità di imprese ognuna delle quali ha per oggetto
specifico una fase di un medesimo processo di produzione.
L’obiettivo del gruppo è la realizzazione di un intero ciclo
produttivo. Si ha uno sviluppo verticale quando essa esercita
17
direttamente attività di produzione e/o vendita collegate in senso
ascendente o discendente ai processi correnti
9
, dove l’integrazione
ascendente presuppone che una data impresa decida di produrre
sotto il suo diretto controllo, traendone vantaggio, beni o servizi
che rappresentano l’input per l’attuale produzione; mentre,
l’integrazione discendente si ha quando è la produzione attuale
dell’impresa che alimenta nuove attività di produzione o
distribuzione. Questo tipo di gruppo, tipico di alcune attività
industriali, consente di ottenere notevoli vantaggi in termini di
produttività ed efficienza interna, affiancato però al rischio di
perdere la flessibilità: è l’elevata integrazione delle fasi del
processo produttivo che rendono rigida la struttura del gruppo;
b. gruppo ad INTEGRAZIONE ORIZZONTALE formato da
imprese che esercitano attività uguale o molto simile: l’attività di
produzione può riguardare prodotti che possono essere
o omogenei dal punto di vista di conoscenze tecnologiche
necessarie a fabbricarli, ma che si rivolgono al
soddisfacimento di bisogni differenti;
o omogenei dal punto di vista dei bisogni da soddisfare, ma
che richiedono conoscenze tecnologiche differenti per la
fabbricazione.
Questo tipo di gruppo, tipico del settore bancario e assicurativo,
sfrutta le economie di scala derivanti da una più efficiente
ripartizione dei cosi di carattere generale (alcuni fattori produttivi
possono essere utilizzati congiuntamente da più imprese) ed ha
come obiettivo l’incremento della quota di mercato del gruppo e
la diversificazione dell’attività;
9
BUTTA, op. cit. pagg. 41 – 43.
18
c. gruppo di tipo CONGLOMERATO costituito da imprese che
producono beni o servizi non omogenei da un punto di vista
tecnologico e funzionale, cioè imprese che operano in diversi
settori di attività economica. Spesso vengono costituiti per
compensare i risultati diversi (positivi o negativi, a seconda della
congiuntura) che le singole imprese conseguono nei diversi settori
a cui appartengono. E’ dunque un gruppo caratterizzato da una
notevole diversificazione e da una buona flessibilità.
Naturalmente, i gruppi possono presentare strutture complesse
risultanti dalla combinazione delle diverse tipologie e configurazioni
prospettate.
1.3.2 Classificazione secondo lo stile di direzione unitaria
Sulla base della modalità attraverso cui viene esercitata nel gruppo la
direzione unitaria, e cioè la strategia unitaria di conduzione, si possono
avere due tipologie:
gruppi VERTICALI in cui la direzione unitaria viene assicurata
da una società capogruppo, che esercita effettivamente il controllo
sulle altre società in base al possesso delle partecipazioni nelle
controllate. La società holding può assumere diversi ruoli a
seconda dell’attività che svolge all’interno del gruppo: si hanno
holding miste (o industriali) che coordinano e partecipano alle
attività operative e holding pure (o finanziarie) che coordinano
soltanto.
gruppi ORIZZONTALI o PARITETICI nei quali la direzione
unitaria non viene esercitata da una società holding bensì da più
imprese del gruppo, poste tra loro in una posizione paritaria, le
quali governano il gruppo in base (1) ad accordi contrattuali